lunedì, agosto 15, 2016

RECENSIONE di Cristallo di Federica d'Ascani

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Buon ferragosto a tutti! Scommetto che molti di voi oggi saranno al mare o in montagna a fare gite fuori porta o altro, io purtroppo non sono ancora guarita dalla mia ferita post operatoria e, sebbene io voglia andare al mare, non posso andarci. La mia unica consolazione sono i libri.


PREMESSA
Sapevo che questo libro sarebbe stato tosto, molto forte; eppure sentivo che avrei passato indenne la sua lettura. Invece mi sbagliavo, mentre vi scrivo provo un tumulto di sensazioni dentro di me che non riesco a descrivere senza esagerare a scrivere sintagmi o a sbagliare altre cose. Questo libro è così intenso, così vero, che vi aprirà gli occhi, proprio come li ha aperti a me. E' una storia che potrebbe accadere a chiunque di noi. Non è vero che la violenza psicologica fa meno male di quella fisica, perché lascia anch'essa delle ferite indelebili nell'anima e nel cuore della persona che difficilmente guariranno. Buona lettura.

TRAMA (da Goodreads)
Dove finisce la volontà di un individuo, in una coppia? E dove inizia la supremazia dell'altro? L'amore, quello vero, è una dare e avere oppure un dare tacito senza nulla in cambio? Donare tutto del proprio essere, annullare i propri piaceri in funzione del proprio amante è corretto? Vera una volta avrebbe saputo rispondere. Una volta, non ora. Perché Vittorio è diventato il suo mondo, il suo tutto, e non è più capace di discernere il giusto dallo sbagliato. Il senso di colpa ingiustificato è sempre dietro l'angolo e non riesce a reprimere le lacrime che premono per uscire in ogni momento, nonostante sia costretta a fingere. Fingere davanti ai genitori, ai colleghi, agli amici... Vera è fragile, come un cristallo, ma capisce che l'amore vero, forse, non è tutta la sofferenza a cui è costretta e qualcuno, più vicino del pensabile, è pronto a dimostrarglielo...

RECENSIONE
Sono qui, davanti alla tastiera del pc che cerco le parole giuste per iniziare a scrivere questa recensione. Ho tanto, molto da dire... Eppure faccio fatica a tirarlo fuori perché questo libro mi ha sconvolta. La storia che leggerete in "Cristallo" non è diversa dalle storie che sentite al telegiornale, che rappresentano le situazioni rappresentate nel libro portate all'estremo. La storia di "Cristallo" potrebbe essere la storia di ognuna di noi. Non puoi mai sapere quanto conosci o pensi di conoscere a fondo una persona, finché questa non si rivela a te per quello che è veramente. "Cristallo" è un libro duro, sofferto, difficile ma proprio perché rappresenta la realtà è così. I mostri con i quali certe donne si ritrovano a convivere o delle quali sono innamorate, possono rivelarsi in tutta la loro bestialità e crudeltà quando meno se l'aspettano, e ricoprirle di insulti, minacce di morte, distruggere i loro beni personali, offendere i loro famigliari. I mostri non hanno età né sono solo tra le persone poco istruite, ma sono proprio quelle persone che fanno del loro meglio per mantenere una facciata pulita, gentile e cordiale che nascondono un animo oscuro. Ogni insulto, ogni offesa, ogni minaccia di morte di Vittorio letta nel libro mi si attaccava addosso come una sostanza viscida, difficile da togliere e rimaneva attaccata alla mia pelle man a mano che proseguivo la lettura. Vittorio e Vera stanno insieme da tre anni, ma la loro storia non va molto bene, da un anno Vera è costretta a fare ciò che vuole Vittorio e non può nemmeno ribellarsi, perché se lo facesse verrebbe zittita con una serie di insulti e di epiteti poco carini. Vera ha solo ventidue anni. E questo mi ha sconvolto, perché ha solo due anni meno di me. E' una donna che sta cercando il suo posto nel mondo, che vuole essere indipendente e autonoma com'era prima di incontrare Vittorio, ma Vittorio è una presenza oscura, un demone che le risucchia l'energia e la voglia di vivere, che la riduce ad un fantoccio da manovrare a suo piacimento e di cui non si preoccupa di ferire i sentimenti.

Aveva solo ventidue anni, eppure ne avvertiva sulle spalle il doppio. Ed era colpa di quell'amore malato, perché sapeva che lo era, pregno di servilismo, sottomissione... La sua era diventata una dipendenza, non voluta, ma accettata di buon grado per... non sapeva perché, in verità, ed era quella la cosa che più la logorava. 

L'amore malato che lega Vittorio e Vera è fondato sulla base di una dipendenza affettiva che porta Vera a cercare Vittorio anche dopo che questi le ha augurato la morte, l'ha offesa e l'ha insultata in ogni modo possibile. Vera era davvero molto innamorata di Vittorio, ma a quanto pare lui non lo era di lei. Vittorio ha distrutto l'autostima che Vera aveva in se stessa, umiliandola e facendola vergognare dapprima in casa loro (i due convivono) e poi in pubblico. L'annichilimento a cui è sottoposta Vera mi ha fatto soffrire molto, moltissimo. Vittorio è riuscito a manipolarla e a insinuarsi nella sua mente, diventando quasi il chiodo fisso di Vera, che troppo preoccupata a non ferire i suoi sentimenti non da' peso al suo benessere psicofisico. Vittorio le toglie la macchina, la isola dai familiari e dagli amici, e continua a sottoporla a soprusi psicologici di ogni tipo. Vittorio non le ha mai alzato le mani addosso, no. Vittorio utilizza dei ricatti psicologici uniti a delle vere e proprie minacce e auguri di morte per minare ogni sua certezza e sicurezza. Alla fine, Vera crede davvero di essere ciò che le dice Vittorio: pensa di essere inadatta a stare in società, pensa di essere pazza tanto cambia idea in fretta, pensa di non meritare il suo amore e di meritare invece il trattamento che lui le riserva.

Eppure lei non aveva mai sentito la necessità di essere sufficiente a se stessa. No, a che pro? Non avrebbe potuto fare nulla da sola, lei, e lo sapeva, lui glielo aveva continuamente dimostrato.
Vittorio pretende che la donna si occupi della casa e pretende, tra l'altro, che Vera non abbia relazioni di alcun tipo con gli uomini. Vera non ha amici maschi, perché a lei sono precluse quelle amicizie maschili. Per Vittorio invece non valgono le regole che lui vuole far valere per Vera.

Lei era donna, era giusto che stessa in casa, no? No. Lo sapeva che non era così, che era cresciuta diversamente, con ideali completamente agli antipodi, eppure... Eppure con lui era tutto così logico.

Rassettare la casa alle nove di sera per distrarre la mente no, in verità per dimostrare di essere donna, per cercare amore. Quanto era stupida... 
Vera vuole compiacere Vittorio, lo fa senza rendersene conto, ed è disposta ad annullare se stessa, la sua personalità e i suoi desideri, le sue aspirazioni pur di diventare ciò che vuole lui. Pur di tenerlo stretto accanto a sé. Complice una storia adolescenziale finita male, Vera non ha mai avuto molta fiducia in se stessa, e in qualche modo Vittorio ha fatto leva sulla sua leggera insicurezza rendendola totale.

In realtà voleva dimostrare al suo compagno di aver scelto la donna giusta, quella in grado di tenere casa loro in ordine. Le avrebbe voluto bene, si sarebbe reso conto di amarla e di doverla rispettare perché perfetta. Vera sarebbe diventata la donna perfetta e lui non avrebbe più avuto niente da recriminarle. 
In un'escalation di continui litigi tra Vera e Vittorio, assistiamo alla lenta presa di coscienza di Vera di cosa lei stia realmente vivendo. Un po' per volta, Vera diventa consapevole di cosa significhino davvero per lei i divieti e gli obblighi che le impone Vittorio. Vittorio, dal canto suo, si è sempre sentito inferiore a Vera per svariati motivi che non vi elencherò, perché li dovrete conoscere durante la lettura del libro. Vi basti sapere che è un uomo mediocre che sente il bisogno di umiliare e screditare il prossimo per sentirsi superiore, un super uomo.

I soprusi erano iniziati strisciando, sottili e invisibili. Dapprima lui le aveva vietato categoricamente di giocare e scherzare con le loro amicizie maschili. Era geloso, lo aveva sempre dichiarato, e per questo aveva il terrore che qualcuno potesse insinuarsi nella loro storia d'amore come lui aveva fatto in passato. (...) Lui aveva desiderato creare la sua bambola e piano piano c'era riuscito. 

Vittorio ormai non si faceva più scrupoli a screditare la sua figura davanti agli altri, vessandola di continuo con parole dure, inappropriate e cattive. L'indifferenza, poi, con la quale si comportava nei suoi confronti, tentando approcci palesi con altre ragazze, erano ancor più avvilenti. 

Vittorio peggiora la già precaria situazione tra lui e Vera, e la induce persino ad avere pensieri suicidi. Vera ormai ha toccato il fondo, è depressa, isolata, non ha amici e non si sente compresa dai suoi familiari. La cosa che mi ha sconvolto è il fatto che lei fosse disposta ad uccidersi pur di conquistarsi un posto nel cuore di Vittorio, pur di conquistare la sua attenzione.

Avrebbe fatto di tutto per riconquistarlo, fosse anche mettere a rischio la propria vita.
Godeva a vederla stare male, però, e per lei era una violenza ancor più grande. 

Le cose cambiano quando Claudio, un suo vecchio amico, entra in scena. Claudio rappresenta il faro in mezzo al mare in tempesta e Vera gli si aggrappa con tutte le forze.

Leggere questo libro è stato difficile, ho provato sulla mia pelle la sofferenza che provava Vera e ogni volta che lei cercava di giustificare Vittorio per il suo comportamento sbagliato, da una parte mi arrabbiavo con lei ma dall'altra la capivo, perché è complicato lasciare andare una persona che tu amavi e che era diventata il tuo tutto. La relazione tossica tra Vera e Vittorio mi ha fatto riflettere molto, soprattutto mi ha aiutato a comprendere come una persona cattiva, veramente cattiva, sia in grado di annientare una persona con poche parole - la maggior parte delle quali offese. Quello che c'era tra di loro non era amore, almeno non più. Inoltre la mania di Vittorio di abusare del tempo e del corpo di Vera è stata davvero una pugnalata al cuore, non riuscivo a credere che al mondo esistessero uomini così perfidi. Più volte durante la lettura mi sono chiesta "Perché? Perché non reagisci?" e a pensare anche "Non devi giustificare chi ti tratta così, lui non ti merita". Sì, perché io non considero amore quello che Vittorio dimostrava a Vera, ma solo pura violenza mescolata ad affermazioni contraddittorie. Ragazze, se vivete una situazione simile apritevi, parlatene con amici, familiari, con i colleghi a lavoro ma non vivete in silenzio tutto questo. Non lasciate che la situazione vi sfugga totalmente di mano e che si arrivi al punto di non ritorno, ovvero quello in cui lui non si limita solo a farvi violenza psicologica ma arriva ad alzarvi le mani. Ricordate che chi vi vuole veramente bene non alzerebbe mai un dito su di voi e soprattutto, non vi insulterebbe o vi umilierebbe di fronte a tutti. Voi non meritate un uomo che vi tratta così, meritate di meglio, meritate qualcuno che vi ami sul serio, che ci tenga a voi.

Eppure una parte di lei pensava di aver meritato quel comportamento e che, per davvero, non era degna di essere compresa. Lui l'aveva avvertita, prima di farla scendere dalla macchina.

"Cristallo" dovrebbe essere una lettura obbligatoria per tutti i ragazzi delle medie e delle superiori. Quante volte, al telegiornale, assistiamo a fatti di cronaca nera che ci dicono che tante donne sono morte per amore, un amore nel quale credevano e che le ha portata o a uccidersi o a venire uccise da compagni o fidanzati estremamente gelosi e possessivi? Quante volte durante la giornata sentiamo parlare di femminicidi? Davvero non si poteva fare niente che impedire che lui la ammazzasse? Tante volte mi sono posta questa domanda.

Nessuno dava al suo dolore l'importanza che avrebbe richiesto, perché troppo velato e celato sotto braci quasi spente, per essere realmente percepito per ciò che era. Una richiesta di aiuto che lei non era capace di gridare.

 Parlatene. Non isolatevi. Vi prego, se state vivendo una situazione simile sforzatevi di aprirvi e di chiedere aiuto. Non credete a quello che vi dice questo mostro, voi meritate di vivere e siete meritevoli di ricevere amore e affetto dai vostri amici, dalla vostra famiglia e di sicuro meritata una persona migliore di quella che vi dice queste cose. Potete uscire da tutto questo, abbiate fiducia. Ce la farete. Tornerete a essere le persone che eravate prima che questo incubo cominciasse e finalmente riacquisterete non solo la vostra indipendenza, ma anche la vostra libertà.

Vi saluto con l'ultima citazione tratta da questo libro intenso, che vi consiglio:
"Il forte tra loro, non era mai stata lei. Eppure non era sempre così. Eppure un piccolo istinto di ribellione, in lei, era sempre rimasto, vivido e pronto a rifulgere nell'oscuro baratro in cui lui la stava stantuffando a calci. Metaforici, ovvio, lui non le aveva mai messo le mani addosso... Ma era cambiata in pochissimo tempo, diventando l'ombra di ciò che era in passato senza rendersene conto in pieno."

xoxo,
Giada

sabato, agosto 13, 2016

RECENSIONE di Insieme verso la libertà di Jessica Maccario

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Come state? Vi annuncio che grazie a questo libro ho raggiunto la quota 40 libri su 80 libri sulla Goodreads Reading Challenge di quest'anno. Sono molto felice di aver raggiunto la metà, mesi fa mi sembrava impossibile anche solo pensare di raggiungerla, invece eccomi qui! Il libro di cui vi parlerò oggi è "Insieme verso la libertà" della scrittrice Jessica Maccario.

PREMESSA
Innazitutto, vorrei chiedere scusa a Jessica per aver recensito così in ritardo il libro, questi due anni sono stati terribilmente intesi a livello accademico e il tempo per leggere si è rivelato poco, quindi ho dovuto ritagliarmi del tempo per leggere solo dopo aver concluso gli esami delle sessioni. Avevo delle grosse aspettative per questo romanzo fantasy, e mi piange il cuore mentre vi dico che sono state deluse.


TRAMA (da Goodreads)
Nella pacifica cittadina di Forest Glade la vita scorre tranquilla. Eppure Peter capisce che la sua migliore amica, Angelica, nasconde segreti impenetrabili. Sconcertato da sogni ricorrenti e dalla sua improvvisa scomparsa, troverà un valido aiuto nella bellissima Lucy, sorta di angelo protettore mandata da Angelica, con la quale proverà a sbrogliare i fili di una matassa sempre più ingarbugliata.
Cosa si nasconde nei boschi adiacenti Forest Glade?
Chi sono i misteriosi esseri chiamati Elementali, in grado di controllare i quattro elementi (Terra, Aria, Fuoco, Acqua)? Quale sarà l'esito della battaglia che sta per divampare fra le forze del bene e quelle del male?
Saper padroneggiare un romanzo fantasy non è facile. Occorre una fervida fantasia, un amore viscerale per i personaggi descritti, un'attenzione a luoghi, ambienti e paesaggi che sappia divincolarsi dalle secche della realtà ed elevarsi verso i territori del sogno.
Jessica Maccario è un'autrice che vive della materia di cui sono fatti i sogni. E il suo "Insieme verso la libertà", prima parte della saga "Gli Elementali" è un romanzo che rapisce il lettore fin dalle prime pagine, catapultandolo in una dimensione in cui reale ed irreale, corporeo ed evanescente, materiale ed immateriale sono uniti indissolubilmente. Così come avviene quando la mente si perde nelle nebbie del sonno. In un mondo popolato da umani, ninfe, demoni e elfi la fantasia corre a briglia sciolta verso la libertà. A te, lettore, non resta altro che immergerti in questo mondo e… sognare.

RECENSIONE
"Insieme verso la libertà" è il romanzo d'esordio di Jessica Maccario, un romanzo fantasy che parla di Peter e Angelica, due ragazzi che vivono nel paese di montagna Forest Glade e che sono migliori amici da nove anni. Peter, negli ultimi tempi, fa dei sogni molto strani, troppo strani e troppo reali e in ognuno di essi c'è una dea che danza e canta in essi. Peter e Angelica non potrebbero essere più agli opposti: mentre il primo è un romantico, crede fermamente nell'amore e non crede all'esistenza di creature magiche o fatate; la seconda non solo crede all'esistenza di queste creature ma ama anche leggere libri fantasy e fantascientifici. E non crede (o non vuole credere) nell'amore perché farlo significherebbe innanzitutto lasciarsi andare e poi andare contro una misteriosa legge. Peter conoscerà dapprima il mistero che avvolge Angelica come un'aura, poi in seguito conoscerà Lucy, la madrina di Angelica, incaricata di tenerlo d'occhio durante l'assenza di quest'ultima. Se all'inizio Peter e Angelica rappresentano una chiara dicotomia, dopo l'arrivo di Lucy e in seguito di Malphas, le cose cambieranno drasticamente. L'amore tra Lucy e Peter nasce improvviso e intenso, è un amore osteggiato dalla stessa Angelica; mentre le cose andranno in modo diverso per Angelica e il suo ragazzo. 

E' un romanzo pieno di amicizia, amore e magia... ma che purtroppo non mi ha conquistata. Sono molteplici le ragioni che mi hanno spinto a dare due stelline e spero di non apparire una rompiscatole (o saccente) se ve le elenco, poiché vi voglio far capire cosa non mi è piaciuto. La prima cosa in assoluto che non sono riuscita a mandare giù durante la lettura è stato il mix di nomi inglesi e italiani, che stridono con il contesto e l'ambiente - a parer mio. Se da una parte abbiamo nomi come Lucy, Peter, John, Eleine di origine anglofona, dall'altra abbiamo nomi italiani come Angelica, Lodovico, Alberto. Io davvero non sono riuscita a capire il senso dietro questa confusione di nomi. Se il luogo in cui è ambientato il romanzo si chiama Forest Glade, chiaramente di origine anglofona, perché mettere tutti quei nomi italiani? Perché Peter deve essere l'unico della sua famiglia ad avere un nome straniero mentre il resto della sua famiglia ha nomi italiani? Il contrasto per me è stato chiaro fin dal principio, quando mi chiedevo per quale motivo Peter dovesse avere un nome anglofono mentre il resto della famiglia di quest'ultimo no. Non riesco a capirne il senso. Non è l'unica cosa che mi ha provocato confusione, se mettiamo che anche Seaside Town è un nome anglofono, non ha alcun senso mettere in mezzo nomi italiani. Ho visto l'uso dei nomi italiani in un contesto chiaramente anglofono come uno sforzo di "italianizzare" a tutti i costi il romanzo, tra l'altro tutto ciò a me non solo ha provocato un gran fastidio durante la lettura ma anche una gran confusione, perché non si capiva il nesso in tutto ciò. La seconda cosa che non mi è piaciuta (ma questo è discutibile) è l'uso delle virgolette ("") nei discorsi diretti e l'uso dei quotation marks «...» per racchiudere i pensieri dei protagonisti. Perché? Penso che un corsivo sarebbe stato decisamente meglio e avrebbe reso la lettura più scorrevole. La terza cosa che non sono riuscita a farmi andare giù è il continuo uso di frasi con punto esclamativo per rafforzare la caratteristica di quel personaggio, per esempio: Peter era felice di aver trovato l'amore in Lucy: quanto amava quella ragazza! Vi ricordo che questo è solo un esempio e che per tanto non è stato estrapolato dal testo in questione, l'ho messo solo per farvi capire come mettere questo in ogni capitolo e ogni 10 minuti di lettura sia stato ridondante ed eccessivo. Non penso fosse necessario sottolineare ogni volta con queste frasi enfatiche cosa pensavano/provavano/sentivano i personaggi. La quarta cosa che non mi è piaciuta è la descrizione sommaria di Forest Glade, okay ho capito che si tratta di un paese di montagna, ma a parte la scuola, il bar e l'ospedale volete dirmi che non c'era davvero qualche altro posto da descrivere? Ho sentito molto la mancanza di altre descrizioni di Forest Glade, perché mi è sembrato di non conoscere a fondo quel luogo. L'ultima cosa che ho notato è stata la presenza di refusi e l'uso costante della parola "mezzora" tutto attaccato. Ora io so benissimo che non sono un'insegnante o una professoressa e personalmente odio passare da maestrina rompiballe di turno, ma sono andata a fare ricerche su internet per documentarmi su quale fosse la versione più corretta di "mezzora" ed è mezz'ora

Mi sono piaciute molto le caratterizzazioni dei personaggi, in particolar modo la descrizione degli elfi e dei demoni e lo sviluppo come personaggi di Angelica, Lucy e Peter. Tuttavia ho fatto davvero molta fatica a finire il libro perché l'uso eccessivo dello show, don't tell mescolato a delle descrizioni pesanti di ogni cosa pensassero/facessero/ritenessero utile i personaggi mi ha reso difficile la lettura. Peter, a volte, appare come un ragazzino ingenuo mentre Angelica è l'unica che posso dire mi sia davvero piaciuta molto, con la sua determinazione e la sua autorità. Io sto davvero male nel dover dare a questo libro solo due stelline e so che probabilmente molti se la prenderanno con me perché ho fatto un elenco delle cose che non mi sono piaciute - in realtà l'elenco è stato fatto solo per mostrare i punti deboli del romanzo secondo il mio punto di vista. 

Vi saluto con un brano tratto da questo libro, che purtroppo non mi è piaciuto:
"L'uomo vive nella società dell'abitudine, sottoposta al flusso continuo di regole che gli vengono imposte fin da quando è un bambino. Eppure, se si avesse anche solo una prova certa dell'esistenza di creature magiche e le si imparasse a conoscere fin da piccoli, forse non ci sarebbe così tanta paura. Forse, la curiosità finirebbe per prevalere."

xoxo,
Giada

venerdì, agosto 12, 2016

RECENSIONE di Anna - La seconda moglie di Enrico VIII di Antonio Antico

Buon giorno (o forse dovrei dire buon pomeriggio? xD) bloggers e lettori! Oggi vi recensirò un racconto che ho amato molto, che riguarda una delle figure più controverse della storia inglese: Anna Bolena. Buona lettura!

PREMESSA
Io amo i Tudor, amo il periodo Rinascimentale inglese (nonostante il mio esame su questo argomento non sia andato come volevo, ho accettato un voto basso solo per non rifare più l'esame) e questo è in assoluto il periodo che amo di più della storia: il 1400-1500. Amo il Rinascimento inglese (anche quello italiano), ma quello inglese ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, con Enrico VIII e le sue sette mogli mi ha da sempre affascinato.

TRAMA 
Anna Bolena è per tutti la donna più scandalosa e conosciuta della storia.
Il suo nome genera automaticamente pensieri negativi, ma fu davvero una donna malvagia e calcolatrice?
Molti hanno scritto di lei analizzandone il focoso spirito, ma anche della sua innocenza, dando una nuova identità alla figlia maggiore dei Bolena.
Questo racconto vi lascerà preda delle sue emozioni e vi avvolgerà nella sua precaria situazione come regina di Inghilterra.
Siete pronti a cambiare idea sulla strega che incantò Enrico VIII?

RECENSIONE
Anna Bolena, come vi dicevo poco fa, è una delle figure più controverse della storia inglese; nonché la seconda moglie di Enrico VIII. Di lei se ne sono dette di cotte e di crude. Le malelingue l'hanno portata al patibolo 19 maggio del 1536, dov'è stata decapitata su ordine di Enrico VIII. Anna Bolena è un personaggio affascinante, sensuale e potente (nel senso che possiede molto potere, in quanto i titoli che ha acquisito sposando Enrico VIII le sono valsi il titolo di Regina d'Inghilterra). 

Ero la moglie del re, la seconda. Ero la donna che aveva reso Enrico VIII folle di amore e pazzo di gelosia, la donna che lo costrinse a sposarla per poterla possedere. La donna più importante e spregiudicata di Inghilterra. La donna che aveva portato alla rovina Caterina d'Aragona.

Attraverso questo breve ma intenso racconto in prima persona, conosciamo i pensieri e sentimenti di Anna, le vicissitudini che l'hanno portata a morire e le ragioni che hanno spinto il popolo inglese a renderla una delle regine più odiate d'Inghilterra. Seppur breve, il racconto da' un'ottima panoramica della vita di questa regina, che non è riuscita a dare ad Enrico VIII un figlio maschio per poter continuare la dinastia Tudor a causa dei continui aborti spontanei, ma gli ha dato la più importante regnante dell'Inghilterra: la regina Elisabetta I. 

Anna Bolena è una donna forte, coraggiosa, che amava suo marito e ama incondizionatamente sua figlia Elisabetta, che chiama "perla". Nonostante venga considerata da tutti una strega, e perfino suo fratello Giorgio arrivi a pensarlo, il suo spirito non si spezza sotto queste cattiverie, ma ne esce rinforzato.
Il mio spirito era stato forgiato dalle lingue infuocate di chi mi odiava, esso ardeva nel mio petto come una fiamma eterna e, seppure in quel momento rimaneva cauto, sapevo che come una fenice sarebbe risorto ed avrebbe devastato ogni cosa.

Vediamo Enrico dimenticarsi di Anna, concentrando tutte le sue attenzioni sulla nuova dama di corte, Jane Seymour, una ragazzina che è riuscita a prendere il posto di Anna nel cuore del Re.
La odiavo, per quello che mi stava portando via, la odiavo perché era riuscita ad ottenere quello che io avevo desiderato per anni in poco tempo. 

Un piacevole racconto storico che permette al lettore di ripercorrere la vita e la morte di Anna Bolena, un racconto intenso e interessante che vi farà conoscere questa regina tanto amata quanto odiata, un racconto che vi farà passare una piacevole mezz'ora in questo freddo agosto. Fate un salto nel passato, leggete questo bel racconto, sono sicura che vi conquisterà tanto quanto ha conquistato me. Vi innamorerete di Anna e ci sarà una figura del racconto che odierete da morire, ma non vi dico quale, sta a voi leggere il libro e poi raccontarmi.

xoxo,
Giada

lunedì, agosto 08, 2016

RECENSIONE de Dillo alla neve di Valentina C. Brin

Buona sera, bloggers e lettori! Ultimamente sono una scheggia a leggere sia romanzi molto lunghi che racconti e ieri sera ho scelto di leggere questo racconto di un'autrice che ho già amato molto, Valentina C. Brin. Vi auguro buona lettura :*

PREMESSA
Io non posso leggere un solo libro alla volta, no no no. Ecco perché, incapace di leggerne uno solo, mi sono messa a leggere questo racconto di Valentina. Che meraviglia! Mi sembrava di essere già in dicembre! Io, lo sapete, amo molto l'estate e il caldo torrido, ecco perché vi posso assicurare che questo racconto vi farà desiderare l'arrivo dell'inverno con la sua frescura e vi farà desiderare che nevichi.

TRAMA (da Goodreads)
L'uomo che Clara trova svenuto sotto la neve è un autentico mistero: ha una barba da vichingo, occhi di ghiaccio e nessun ricordo sulla propria identità.
Quando la ragazza gli apre la porta di casa per soccorrerlo non sospetta che menta, ma ben presto la realtà diventa innegabile: lo sconosciuto è lì per lei. Vuole qualcosa. Qualcosa che ha a che fare con quell'identità che dice di non ricordare, qualcosa che lo porta a cercare il calore di Clara. Il suo tocco. Un tocco che può ucciderlo.

Dopo "Obsession" e "L'uomo di fede", Valentina C. Brin torna con "Dillo alla neve", un nuovo, breve racconto dal sapore invernale.

RECENSIONE
Clara è una giovane donna, non si sa quanti anni abbia, ma si presume ne abbia una ventina. Un giorno incontro un uomo in mezzo alla neve e decide di salvarlo e di metterlo al caldo, in casa propria. Non sa che quell'uomo, il vichingo non è altro che un essere magico legato alla sua infanzia. Ora, dopo tanti anni, è tornato da lei perché ha bisogno che lei gli salvi la vita. Come? Semplicemente sussurrandogli il suo nuovo nome all'orecchio, permettendogli di non morire e di restare in vita. Il vichingo senza nome è un uomo alto, aitante, sexy, con dei lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo d'inverno che ha dei poteri legati alla neve e al ghiaccio. Questo già bastava per farmi perdere la testa. Amo i racconti che parlano di persone con poteri magici, e leggere di quest'uomo che ha dei tratti nordici e non è umano, per me è stata una cosa stupenda. Il vichingo mi ha ricordato Jack Frost. Non so se il racconto sia stato ispirato da lui, ma ha molto in comune con il ragazzino della Pixar, a partire proprio dal fatto che bisogna credere nella magia e in quel mondo fatato per poter mantenere in vita delle creature magiche/fantastiche. I ricordi dell'infanzia di Clara si mescolano con la Clara di oggi, una Clara che ha smesso di credere, ma che grazie alla sua vicinanza, ci riuscirà di nuovo. 

"Perché no? Tutti hanno un nome." 
"E' vero, tutti i bambini ce l'hanno. E' quello che fanno gli adulti quando si prendono cura di loro: gli danno un nome."

Un racconto che trasporta il lettore in una fiaba dal sapore moderno, tra fantasia e realtà, facendoci tornare bambini ma ricordandoci anche che non lo siamo più, e che in quanto adulti abbiamo delle passioni che devono trovare il loro sfogo.

Lo divorò e lasciò che lui facesse altrettanto mentre il fuoco che percepiva nelle vene la rendeva cenere per farla rinascere fenice, più viva che mai. Si sentiva affamata.Desiderata. 

Lo stile di Valentina si riconferma fluido e intenso, capace di trasportare il lettore nella storia. Mi è piaciuto moltissimo questo racconto, cinque stelline super meritate. Vi consiglio di leggerlo se amate i personaggi fantastici dotati di poteri o semplicemente, se avete caldo e volete rinfrescarvi pensando alle nevicate invernali.

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro:
"Fu allora che dal buio emersero i primi contorni: una mano che si allungava verso di lei, capelli biondi che incorniciavano un volto barbuto e occhi.
Occhi che le scombussolavano lo stomaco.
Occhi che le misero a nudo il cuore e, con esso, tutti i sentimenti che l'avevano tormentata per ore."

xoxo,
Giada

domenica, agosto 07, 2016

RECENSIONE di Reborn di Miriam Mastrovito

Buon giorno, bloggers e lettori! Stamattina ho finito di leggere "Reborn", il romanzo di Miram Mastrovito... Un romanzo intenso, forte, direi quasi trascendentale sul senso della vita e della morte e sul significato che diamo ad essi. Di seguito troverete la recensione, buona lettura!

PREMESSA
Innazitutto voglio scusarmi con Miriam per aver pubblicato soltanto dopo due anni questa recensione, mi sto mettendo in pari con i libri ricevuti finora e mi sembrava doveroso leggere quelli pervenuti quando ho aperto il blog. Ti chiedo scusa Miriam per l'enorme ritardo, ma alla fine ce l'ho fatta.

TRAMA (da Goodreads)
Una bambina venuta dal passato. Una madre in lutto. Un folle eroe romantico. Un cocchiere dall’occhio di vetro. Una storia d’Amore e Morte che vi condurrà al confine tra i mondi.

RECENSIONE
Elga Spinelli è una donna sola e isolata dal mondo, da quando ha perso il marito Andrea e la figlia Martina in un incidente d'auto, la sua vita procede per inerzia, quasi abitudine. Elga soffre molto la solitudine, si sente incapace di stringere legami d'amicizia e, considerandosi ancora sposata con Andrea, rifiuta ogni possibile corteggiatore.Quel fatale incidente è avvenuto a causa di un carro ottocentesco che ha tagliato la strada ad Andrea. Elga vive di ricordi, sono l'unica cosa che la mantiene in vita.

I ricordi erano tutto ciò che le restava, la sua sola ancora, la sua sola certezza. Nessuno doveva toccarli. A nessuno avrebbe permesso di portarglieli via. Fosse anche solamente per un crudele gioco. 

Il destino con lei era stato bastardo. Le aveva lasciato solo le briciole, almeno quelle le avrebbe tenute strette. Negli ultimi due anni era andata avanti a crearsi il deserto intorno senza provare rimpianti. Ora però cominciava ad averne qualcuno. Una sola persona con cui sfogarsi, con cui avere un confronto in quel momento di totale confusione le sarebbe stata d'aiuto. 

Devo dire che quando ho letto quest'ultimo brano ho sofferto molto. Questo mi ha permesso di entrare in empatia con Elga, anche se io e lei siamo sole per motivi diversi. Tutto nel mondo di Elga viene stravolto quando nella sua vita entra Rea, una bambina di dieci anni (la stessa età che aveva sua figlia al momento dell'incidente). Rea è una bambina totalmente diversa da Martina, e dopo un inizio burrascoso, Elga inizia ad affezionarsi e a legare con lei. Ma Rea sembra fuori posto, poiché non sembra nata nei primi anni del 2000 ma negli anni '60. I ricordi dolorosi di abusi e violenze riaffiorano a tratti dalla memoria di Rea, che quando le cose non vanno come lei si aspetterebbe, ha delle crisi che definirei isteriche... Il che è normale, considerando in che difficile contesto è cresciuta ed è morta. Al fianco di Elga ci sarà Iuri, un becchino che lavora per l'agenzia funebre di Di Spirito, che cerca in ogni modo di avvicinarsi a lei; pur venendone continuamente respinto. Naturalmente ci sarà anche Elisa, la madre super cattolica di Elga, che non mancherà di criticare ogni cosa lei faccia, dandole la sua opinione anche quando Elga non l'aveva richiesta. C'è Costanza, la vicina impicciona di Elga, che la spia continuamente dal suo sottano e interviene quando non ce la fa più a rimanere nell'ombra a spiare la gente. Le tre persone che ruotano invece attorno all'universo di Iuri sono Santino, il barbone che vive nel cimitero; Filippo il guardiano del cimitero e Ogma, che è colui che apre e chiude le porte tra i due mondi. Ogma è un personaggio carismatico, oscuro, ambiguo il cui compito, come detto sopra, è quello di aprire e chiudere le porte tra il mondo dei morti e quello dei vivi, di fare in modo che il velo che separa i due mondi non si laceri. Ogma o lo si ama o lo si odia, io personalmente l'ho odiato xD Ho trovato molto interessante la questione dei viaggi nello spazio-tempo (le "cazzate" a cui Elga non credeva) e il fatto che quando si muore, non si muore davvero ma si rincomincia la propria vita in un'altra epoca e in un altro corpo.

La scrittura di Miriam è piacevole, mai pesante e ricca di dettagli sull'ambientazione esterna e sulla psicologia e i sentimenti dei personaggi. Ho trovato originale l'iniziare un capitolo con delle parole tratte da delle canzoni, che sono comunque contestualizzate perché ascoltate dalla protagonista. Tuttavia non ho dato cinque stelle per via dei numerosi refusi, per lo più errori di battitura, che con un secondo giro di revisione sarebbero spariti e avrebbero reso il romanzo perfetto ai miei occhi.

Un romanzo inquietante, forte, non fatto per le persone troppo sensibili a questi temi poiché potrebbero impressionarsi. La possibilità di una nuova vita di rinascere e di essere felice. La rinascita di una donna. L'amore appassionato di un uomo che viene dal passato. Un cocchiere che si definisce guardiano. Vi saluto con una citazione tratta da questo libro:
"(...) In un tempo perduto, in un angolo remoto dell'universo le nostre anime si sono fuse in un'unica scheggia di infinito e in quella scheggia tu eri parte di me."
(Ogma)

xoxo,
Giada

mercoledì, agosto 03, 2016

RECENSIONE di Temptation + Original Sin di Connie Furnari

Buon giorno, bloggers e lettori! Come va? Io prima di leggere il romanzo di Valentina G. Bazzani ho deciso di buttarmi in uno dei romanzi della scrittrice Connie Furnari, scrittrice di cui ho molto sentito parlare. Di seguito troverete le mie opinioni in merito. Buona lettura!


PREMESSA
Ho sempre sentito parlare molto dei libri di Connie, ma non ne avevo mai letto uno. Indecisa su cosa iniziare, ho scelto di leggere un suo libro che avevo acquistato durante una promo molto tempo fa. Ecco, io ho un rapporto ambivalente con questo libro, non tanto per le tematiche trattate (che comunque mi piacciono) ma per motivi legati alla strutturazione dei dialoghi nel libro.

TRAMA (da Goodreads)
Bellshill 1974, Scozia. Eve ha appena diciotto anni, viso da bambina e una spiccata tendenza alla ribellione, da quando suo padre ha abbandonato la famiglia, lasciandola sola con la madre alcolizzata e una misera borsa di studio per mantenersi fino al diploma.
Frequenta la St. John Academy, un istituto religioso in cui vige ancora la punizione corporale, e a causa del suo carattere impulsivo, si ritrova più di una volta con i segni delle frustate sulla schiena.
Una mattina di pioggia, mentre si reca alle lezioni, Eve conosce Adam. I due si sentono immediatamente attratti l’una dall’altro, finché giunta a scuola, lei non scopre che quel giovane uomo così affascinante è un prete, Padre Mac Gregor, il suo nuovo insegnante. Proprio come un’autentica Eva tentatrice, prova in più di un’occasione a sedurlo, usando tecniche sempre più imprudenti, venendo ogni volta rifiutata, nonostante lui si lasci scappare degli istintivi momenti di passione e tenerezza. Adam diventa una vera e propria ossessione per Eve.
Questa relazione proibita, alimentata dal fuoco della tentazione, risveglierà parecchi demoni del passato di entrambi, ponendoli davanti a delle scelte drastiche.
Una storia d’amore intensa e drammatica, tra il suono delle cornamuse e il verde smeraldo degli immensi altipiani della Scozia. Temptation è un romance dalle accese tinte erotiche che si legge tutto d’un fiato e che trascina in un turbine di emozioni contrastanti, narrato dall’appassionata voce della protagonista.
Dopo aver assaggiato un frutto talmente proibito, è davvero possibile conoscere la differenza tra il bene e il male?

RECENSIONE DI TEMPTATION: FORBIDDEN FRUIT
Il libro parte già con una premessa molto interessante, tutta racchiusa nel titolo "Temptation" si riferisce alla tentazione a cui è stata sottoposta la prima donna, Eva, quando insieme ad Adamo è giunta nel Giardino dell'Eden. Ci troviamo in Scozia, nel 1974, e subito conosciamo Eve Campbell, una diciottenne spigliata e scapestrata che frequenta il St. John's Institute, un istituto per sole ragazze gestito da suore. Le suore non sono molto buone con le studentesse, in particolar modo Suor Mary Therese, che sembra avercela con lei; mentre la sua spalla, una suora antipatica, non fa che spiare le studentesse e andare a riferirle ciò che accade nell'istituto. Le cose cambiano per Eve quando, in un giorno di pioggia, conosce Adam Mac Gregor. Eve lo seduce nell'autobus prima di andare a scuola, ma mai e poi mai è preparata a ritrovarselo davanti come insegnante di letteratura latina, sostituto di suor Lucille, che ha avuto un incidente. La storia si sviluppa attorno al desiderio fisico di Eve di possedere l'uomo, che però non se la sente di cedere alla tentazione per via di un passato che ancora condiziona il suo presente. A fare da cornice al romanzo ci sono la famiglia di Eve: la madre Chloe, un'alcolizzata e Karl, il compagno della madre. Al suo fianco ci sono anche le amiche Megan (in realtà non è solo una semplice amica, è la migliore amica di Eve), Joan (che rappresenta l'archetipo della stronza e anche della ragazza facile) e Rebecca "Becky". Il momento di maggiore angst è senza dubbio quello che segue alla fustigazione di Megan, dopo la confessione della sua omosessualità, considerata un peccato da estirpare nella società bigotta e puritana del tempo.

Un romanzo molto interessante, un romance a tinte erotiche sullo sfondo della Scozia degli anni '70, che secondo me avrebbe meritato cinque stelline... Se non fosse stato per ciò che io considero come un refuso.

Ahimé, sono arrivata alla parte che tanto temevo. Non ho gradito molto la strutturazione dei dialoghi, in particolar modo la strutturazione dei puntini di sospensione all'interno di una frase interrogativa, che appariva così "Tu cosa vuoi fare?...". Ora io sono cosciente del potenziale del libro, ma ho trovato questo modo di impostare i dialoghi davvero fastidioso. Credo che sia scorretto a livello sintattico, però io sono solo una lettrice e non sono una professoressa d'italiano quindi non voglio erigermi come tale. Tuttavia devo comunicarvi che io considero tale impostazione come un refuso e che, in quanto tale, ha influito sul mio giudizio finale del libro. Ecco perché, con grande dispiacere, sono costretta a dare solo 3 stelle.

Le citazioni che ho scelto per questa prima parte della recensione sono:
"Odiava il modo in cui la sfidavo apertamente perché sapeva che ero diversa dalle altre studentesse. Non avevo mai avuto paura di lei."
(Eve)

"(...) Mi hai fatto capire che esistono vari tipi di amore e che nessuno di essi è sbagliato. Purché si tratti di amore."
(Adam)

TRAMA (da Goodreads)
Adam ha quasi sedici anni, la sua vita è stata sempre segnata dall’amore ossessivo che sua madre, Josephine, prova verso di lui: un affetto distruttivo, una gelosia senza limiti.
Quando Adam conosce la sua compagna di scuola Lilith, la ninfetta tentatrice dai capelli ramati, qualcosa comincia a cambiare dentro di lui. I suoi impulsi sessuali, a lungo repressi, traboccano in una infatuazione che lo porta finalmente a scoprire la propria virilità.
La storia d’amore tra Adam e Lilith, all’inizio pudica e innocente, sfocia nell’esplorazione dei reciproci corpi, per scoprire una sensualità acerba ma soprattutto istintiva, come solo quella tra due adolescenti può essere.
Temptation Original Sin è il prequel del romanzo Temptation. È un romanzo controverso e provocatorio, mette in evidenza il rapporto edipico e ossessivo tra Adam e sua madre, e le sue prime esperienze sessuali con Lilith, la scoperta della propria libido.
Adam narra in prima persona la sua adolescenza, e i traumi che lo hanno portato a decidere di diventare prete, ignorando che avrebbe trovato se stesso solo dopo aver conosciuto Eve, dieci anni dopo.
Original Sin presenta vari livelli di perversione sessuale, ispirati a Psycho, il romanzo di Robert Bloch portato sul grande schermo da Alfred Hitchcock, ma con una componente fortemente erotica.
Ogni peccato ha la sua origine.
RECENSIONE DI TEMPTATION: ORIGINAL SIN
"Original Sin" è il romanzo prequel di "Temptation: Forbidden Fruit" e parla dell'infanzia e dell'adolescenza di Adam Mac Gregor, colui che diventerà l'insegnante di letteratura latina di Eve al St. John's Institute di Belshill. Adam ha vissuto un'infanzia traumatica sotto molteplici punti di vista: dalle bugie della madre riguardo suo padre Thomas, le molestie sessuali subite da Padre Turner, la schizofrenia della madre - che alternava momenti di serenità e pace con il figlio a scoppi d'ira violenti. Adam è sempre stato un bambino che ha sofferto molto, soprattutto a casa sua, un luogo che doveva rappresentare un luogo di pace e di amore... Che invece è stato trasformato in tutt'altra cosa. Josephine, la madre di Adam e la sorella di Mary Therese, è una donna molto religiosa, che obbligava il figlio a vivere segregato in casa e lo obbligava a vivere con lui un rapporto malato madre-figlio, chiaramente edipico che secondo me ha avuto il suo apice quando lei si è spogliata davanti ad Adam e ha percorso il corridoio nuda, ancheggiando. Adam è alla ricerca di se stesso, ma non solo. Adam sta disperatamente cercando di capire la sua sessualità, e le carte in tavola cambieranno definitivamente quando andrà al liceo e conoscerà Lilith (ndr La donna con la quale Adamo stava, prima dell'arrivo di Eva nel Giardino dell'Eden).

Una scrittura dura, intensa, erotica ma anche molto sofferente; Connie ci trascina all'interno dell'Inghilterra degli anni '50, dove vige un forte puritanesimo che vede come una cosa orribile il piacere del corpo e il sesso, quando invece esso è praticato da ambo i sessi senza tutte queste fisime dovute alla religione. Il percorso di Adam, il suo sviluppo all'interno del romanzo lo rendono un personaggio che è facile amare, un ragazzo che ha sofferto tanto, troppo e che cerca la sua strada sforzandosi di non ferire nessuno. Devo dire che questo romanzo ha alzato la votazione finale complessiva del libro, in quanto in esso vi erano meno refusi - tuttavia erano gli stessi che ho segnalato all'inizio del post. Non so se ciò che vi ho segnalato possa essere considerato errore o refuso, per me lo è, ma per sicurezza ho scritto una mail all'Accademia della Crusca per avere informazioni certe.

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro che si è meritato quattro stelline:
"Desideravo Lilith. La amavo, come può amare un sedicenne con impulsività, violenza quasi, e impeto. Non vedevo l'ora che arrivasse l'indomani, per rivederla a scuola."

xoxo,
Giada 

lunedì, agosto 01, 2016

RELEASE BLITZ DI UCCIDIMI DI CHIARA CILLI + DOPPIA RECENSIONE

Buon giorno, bloggers e lettori! Siete pronti per la recensione di Uccidimi di Chiara Cilli? *La folla applaude*. Siete carichi? *La folla scalpita, impaziente*. Bene, perché stamattina non avrete una sola recensione, ma due, poiché io e Tonia recensiremo insieme questo libro bellissimo, intenso e devastante.
Cominciamo!



Esce oggi Uccidimi, terzo romanzo della serie dark contemporanea Blood Bonds di Chiara Cilli, l'ultimo che vedrà protagonisti Henri Lamaze e Aleksandra Nikolayev!


Titolo: Uccidimi
Autore: Chiara Cilli
Serie: Blood Bonds #3
Genere: Dark Contemporaneo
Pagine: 281
Prezzo eBook: € 4.99
Prezzo cartaceo: € 11.50
Data di pubblicazione: 1 Agosto 2016

Sinossi:
Non avrei mai immaginato che la mia vita sarebbe finita così.
Non avrei mai creduto che la mia vita sarebbe dipesa dalla sua. 

Ero pronta a morire per mano dell'uomo che mi aveva distrutto.
Ero pronto a uccidere la donna che si era presa tutto me stesso.

Ma la mia sofferenza non è ancora terminata.
Ma me l'hanno portata via.

Sta venendo a riprendermi, lo sento.
Me la riprenderò, a qualsiasi costo.

E questa volta non potrò fermarlo.
E questa volta non fallirò.

A meno che non sia io a ucciderlo.




**Attenzione**

Romanzo Dark Contemporaneo
Questo romanzo contiene situazioni inquietanti, scene violente, linguaggio forte e rapporti sessuali di dubbio consenso o non consensuali. Non adatto a persone sensibili al dolore e alla schiavitù.


PER FESTEGGIARE L'USCITA DI UCCIDIMI, 

IL PRIMO E IL SECONDO ROMANZO DELLA SERIE SONO IN OFFERTA!






LEGGI L'ESTRATTO

«A
lzati».
Gli occhi sgranati dal terrore, fissai l'uomo mentre si rimetteva il cellulare in tasca, dopo aver ricevuto chissà quali istruzioni. «Cosa…»
La voce mi morì in gola non appena me lo ritrovai davanti, accucciato sui calcagni. Nonostante fosse di un'avvenenza strabiliante, l'oscurità che regnava sul suo viso era spaventosa oltre ogni limite.
Un'oscurità molto diversa da quella che celava i volti dei fratelli Lamaze.
Quella di quest'uomo non nascondeva alcun tormento.
Era pura.
Incondizionata.
«Non parlare. Non chiedere. Fa' come ti dico» mi istruì, la voce così profonda da farmi tremare. «È tutto chiaro?»
Lo fissai, paralizzata dalla paura. C'era qualcosa in lui che mi ghiacciava il sangue nelle vene e radeva al suolo tutta la mia audacia. Non mi aveva neanche sfiorato, nondimeno era come se il mio subconscio fosse consapevole della sua lampante pericolosità.
Come se sapesse che contro di lui non avevo alcuna speranza.
Il mio silenzio non gli piacque. «Quando ti faccio una domanda» scattò «tu rispondi». Temporeggiò, forse per consentirmi di comprendere ciò che aveva detto. Poi ripeté: «È tutto chiaro?».
Il suo sguardo era così duro da togliermi il fiato. Non vi era umanità in esso, solo una risolutezza che mi annientava.
«Sì» riuscii a bisbigliare.
Strinse impercettibilmente gli occhi, quasi la mia risposta lo avesse irritato. «Non prendermi per il culo, Nikolayev. So che donna sei. L'ho visto, ricordi?» Inclinò il capo e mi squadrò in un modo che mi fece accapponare la pelle. «Prova di nuovo».
Sapevo bene cosa si aspettava da me.
Quello che voleva.
Quindi feci appello a tutto il mio coraggio e, con decisione, dissi nuovamente: «Sì».


TEASER


L'AUTRICE
Nata il 24 Gennaio 1991, Chiara Cilli vive a Pescara. I generi di cui scrive spaziano dal dark fantasy e contemporaneo all'erotic suspense. Ama le storie d'amore intense e tragiche, con personaggi oscuri, deviati e complicati.
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LA RECENSIONE DI GIADA

PREMESSA
Non avrei potuto perdermi per niente al mondo il Release Blitz di "Uccidimi", è il libro che ho atteso tutto l'anno, è il libro che io e molte blogger aspettavamo con ansia per sapere come sarebbe andata a finire la storia di Aleksandra Nikolayev ed Henri Lamaze. Ancora una volta Chiara Cilli si riconferma una grande e talentuosa scrittrice, capace di far emozionare il lettore e distruggerlo in poche righe. 

RECENSIONE
Gli eventi che vengono raccontati in "Uccidimi" avvengono quattro mesi dopo la fine di "Distruggimi" e parlano degli sviluppi inattesi del rapporto tra Aleksandra ed Henri. Nella prima parte del romanzo ritroviamo Aleksandra imprigionata tra le grinfie del campione del Re di Véres (Alekesej Bower), ovvero Cade Connor. Cade Connor è un uomo aitante, sexy e letale. E' il braccio destro e il campione del Re. Un uomo con cui è meglio non scherzare, vista l'abilità che ha di ucciderti con una sola occhiata o con un pugno. 

Cade tortura per due giorni Aleksandra, cercando di piegarla al volere del Re di uccidere Henri Lamaze, che ormai non è più solo un mostro e un assassino, è diventato qualcosa di più per lei, qualcosa di così intenso e potente che trascende la carne e lo spirito. Henri e Aleksandra hanno un legame così forte che entrambi riescono a sentire la loro presenza anche se non si sono visti in faccia. Aleksej Bower è determinato a piegare Aleksandra e ricorrà a una cosa che vi traumatizzerà, ve lo giuro, ma non ve la dico ;P. Grazie ai POV alternati di Aleksandra, Henri, Armand conosciamo i pensieri e i sentimenti che turbano l'animo dei protagonisti, permettendo di entrare completamente nella mente dei personaggi, fino a sentirsi quasi uno di loro. Lo sviluppo degli avvenimenti sembra portare a ciò che è inevitabile: l'uccisione di Aleksandra da parte di Henri, affinché quest'ultimo possa liberarsi una volta per tutte dei suoi demoni interiori. Ma le cose non andranno come lei pensa, come Henri pensa e soprattutto come i lettori pensano. In un #Mindfuck incredibile, ci viene rivelata una cosa che cambierà le carte in tavola tra Henri e Aleksandra, che porterà ad un finale sorprendente. Nel frattempo, dopo aver passato decenni ad essere neutrali, i Lamaze decidono finalmente di schierarsi da una delle due parti in guerra a Véres, e sarà una grande sorpresa per tutti. La guerra tra Aleksej Bower (il Re) e Neela Sarapova (la Regina) è finalmente scoppiata e stavolta i Lamaze ci sono dentro fino al collo. Cosa succederà ad Henri e Aleksandra ora che la posta in gioco si è alzata? Come si comporterà Armand con la Regina? E soprattutto, che bello, finalmente abbiamo il POV di André Lamazeeeeee!

Come detto nella premessa, Chiara Cilli con questo romanzo raggiunge il suo apice. Se nei romanzi precedenti siamo passati dalla violenza fisica e la passione (Soffocami) alla violenza psicologica (Distruggimi), in Uccidimi vi sarà un mix letale tra violenza fisica e psicologica, meno da parte dei Lamaze e decisamente molta di più da parte di Aleksej Bower e Cade Connor. Sangue, famiglia, onore, guerre: queste sono solo alcune delle cose che troverete in Uccidimi, il romanzo più sconvolgente che io abbia mai letto di Chiara Cilli. Un romanzo che vi entrerà sotto pelle, vi ferirà, vi graffierà il viso e sconvolgerà la vostra mente senza che ve ne rendiate conto. Un concentrato di passionalità, tanto tanto sangue e lotta per la sopravvivenza. Questo è sicuramente uno dei migliori romanzi dell'anno e mi sento di consigliarvelo se avete letto altri romanzi di Chiara. 

Vi saluto con questa citazione tratta dal romanzo:
"Guardai la mia Aleskandra. 
La mia ossessione, allora.
La mia agonia, adesso.
Il mio tormento, per sempre."
(Henri Lamaze)

Giada

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