domenica, dicembre 08, 2019

RECENSIONE DI DOVE VAI TU DI BENEDETTA CIPRIANO

Buona sera, bloggers e lettori! Quando ho visto il libro di Benedetta nel mio Kindle, mi sono sentita attratta da lui tantissimo. Era come se il libro mi stesse chiamando a sé, per dirmi ‘leggimi!, okay, non so se a qualche lettore capiti, ma quando mi sento così tanto ‘chiamata’ da un libro di solito è perché quel libro ha qualche insegnamento da trasmettermi che il mio subconscio percepisce, in qualche modo. Mi è successo anche con “Amabili Resti” di Alice Sebold.

PREMESSA
So che avrei dovuto recensirlo due anni fa, anzi, forse di più. Ma ho passato degli anni molto difficili per svariati motivi, che mi hanno portato ad allontanarmi dal mondo letterario. Non temete: sto per tornare. E, stavolta, non vi dimenticherete di me. Io ci sono, e sono qui per restare. “Dove vai tu” è un libro bellissimo, profondo, struggente e coinvolgente. E’ un libro che rimane dentro di te anche dopo averlo finito, almeno per me è stato così quando ieri notte ho chiuso il Kindle all’una e quaranta – e, sebbene dovessi alzarmi presto per un impegno, non ho saputo resistere al richiamando del suo romanzo: volevo sapere come sarebbe finita la storia di Dave e Keira. Inutile dirvi che ho sottolineato gran parte del romanzo, ma qui ve ne metterò solo qualche breve citazione, il resto lo scoprirete più avanti.


SINOSSI (DA GOODREADS)
Keira
Sono stata tradita, illusa, umiliata.
Sono scappata.
Sono diventata un’anima, mille anime, mille corpi.
Mi sono confusa tra la gente, ho camuffato il mio dolore.
Sono il buio, sono la notte più nera e senza stelle.
Lui è la mia luce, la mia chiave d’accesso alla libertà.
Ma io non mi lascio ferire.
Io ferisco.

Dave
Lei stava scappando.
Io sono stato un complice inconsapevole della sua fuga.
L’ho rinnegata, l’ho detestata, demolita, abbattuta.
Ho provato a dimenticarla.
Ho fallito.
Ma adesso lei è qui, i suoi occhi puntati nei miei.
Mi guarda, mi sorride, mi uccide.
E io lo so, mi ferirà.

RECENSIONE

Quanti brividi avrebbe potuto sopportare un corpo?
Non lo sapevo. Sapevo solo che non ne avevo mai provati così tanti.
Quei brividi erano l’anonimato di cui spoglia la paura, quando, abbracciandoti, ti trascinava via con sé.
(Keira Morgan)
Keira Morgan sta scappando. Non sappiamo da cosa, ma sta scappando via. E’ sulla strada che incontra il ragazzo con la giacca, un ragazzo posato, bello ed elegante, che le da un passaggio a San Diego. Keira è schiva, scontrosa e parla poco durante quel viaggio. Dave, invece, fa del suo meglio per non apparire un ficcanaso. Ma resta affascinato da quella ragazza dai capelli rosa, con cui sente una connessione speciale, diversa da tutte quelle che ha avuto finora.

Il suo non era lo sguardo di chi non aveva coraggio, ma era quello di chi aveva fallito e, in qualche modo, ricominciava a vivere. (Dave Hoffman)

Quattro anni dopo, le loro vite sono cambiate.
Dave è diventato professore di Filosofia nel college di San Diego, mentre Keira ha dato tutti i suoi esami universitari e sta scrivendo la sua tesi. Una tesi particolare, che diverge dal suo corso di studi (Letteratura Inglese), poiché è incentrata su una sua idea che riguarda Platone. Potrei dire mille cose su Platone e sul perché questo filosofo sia così importante per i due protagonisti, ma rischierei di farvi spoiler e voglio evitarlo con tutta me stessa, perciò vi dico solo: ricordate Il mito della caverna. Cercatelo su internet. Basta. Questo è l’unico indizio che posso darvi senza spoilerare.

La loro relazione, strettamente professionale, purtroppo (o per fortuna!) non rimane sempre tale. Lo slow burn presente rende struggente e doloroso ogni loro avvicinamento tanto quanto ogni loro allontanamento. Perché sì, ogni loro allontanamento è una pugnalata al cuore. Una pugnalata che lascia il tuo cuore sanguinante e inerte.

Keira ha trovato un modo per sopportare ciò che le è successo dopo che suo padre è stato arrestato – la vera motivazione la scopriremo molto più avanti – ed è per questo che si rifugia nelle sue parrucche e nei suoi abiti succinti. E’ un po’ come quando le persone si drogano o bevono alcolici per continuare a sopravvivere alla vita di tutti i giorni, nonostante il dolore con cui convivono e di cui non parlano a nessuno. Le parrucche e quei vestiti sono la via di fuga di Keira. Dave, invece, è ingabbiato in una relazione infelice, a causa di un evento avvenuto in passato, la sua fidanzata, Becca, non lo rende più felice come un tempo e lui non riesce più a renderla felice. Perché non si lasciano, vi chiederete voi. Non è così semplice. Quando sei rimasto fianco a fianco con una persona con la quale sei cresciuto, non è semplice chiudere i rapporti. Non è semplice chiudere quella porta del suo passato, quando conosci il passato e il dolore della persona che ti sta accanto e che nonostante tutto conta ancora su di te.

E le attese? Sulle attese non mi soffermavo mai abbastanza, forse perché il tempo mi aveva da sempre fatto paura. Perché ogni momento bello sembrava sfuggirmi tra le dita, non appena afferrato. (Dave Hoffman) 

La storia prosegue, e alla fine, i due protagonisti dovranno fare i conti non solo con i sentimenti che li legano, ma anche con il loro passato. Sì, perché il passato è più presente che mai, ed è tornato a chiedere uno scotto non indifferente. Non si può ignorare il passato, per quanto ci provi. Non si può. Ma si può, in compenso, fare pace con esso. Si può accettare gli eventi del passato e voltare pagina, pronti per accogliere tutte le novità che il futuro ci prospetta.

Questo romanzo è un gioiello. Davvero, cinque stelle sono troppo poche. “Dove vai tu” è un romanzo intenso, profondo, struggente e sconvolgente. E’ un romanzo indimenticabile. E sono felice di averlo letto, anche se in ritardo, perché adesso non solo conosco la storia di Dave e Keira, ma mi sento più completa di prima. Non so spiegarvi questa sensazione, è come se questi due personaggi mi avessero lasciato qualcosa dentro, forse una maggiore consapevolezza di me. Una consapevolezza che porterò con me per sempre, ma anche una consapevolezza che mi ha fatto arrivare alla decisione di fare una cosa bella, di cui sarete resi partecipi a tempo debito. E no, non è uno side-project.

Vi saluto con una citazione tratta da questo bellissimo romanzo – citazione non spoilerosa, ovviamente!
“(…) a volte, perdonare è l’unica soluzione per andare avanti”
(Sarah)




Xoxo,
Giada

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