sabato, maggio 02, 2020

RECENSIONE DI IRON FLOWERS - SOLO IL CORAGGIO DI UNA DONNA PUO' CAMBIARE IL MONDO DI TRACY BANGHART

Buon giorno, bloggers e lettori! Come potrete vedere, sono tornata di nuovo nel blog dopo quasi un mese di assenza. Sono state delle settimane di scrittura folle e bruciante, interrotte di colpo da una notizia poco piacevole, di cui vi parlerò più avanti: sto ancora faticando io stessa a metabolizzarla, e mi ci vorrà ancora qualche settimana per venire a patti con la realtà dei fatti. Non preoccupatevi, non è niente di preoccupante, almeno, non troppo preoccupante.
Vi spiegherò più nel dettaglio la ragione del mio ritorno sul blog, spero che vi faccia piacere.
Ora come ora, il blog e i libri da leggere (e recensire per voi) sono una delle mie più grandi consolazioni, dato che la mia mente fatica a tornare al mondo della fantasia dei miei romanzi e che, quando ciò accade, mi sento di nuovo serena per dieci brevi minuti.

PREMESSA
"Iron Flowers" è stato il libro che mi ha liberato dal blocco autoimposto dalla quarantena, e mi ha fatto ripartire nella scrittura. Sono state quattro settimane, più o meno, molto intense. Ho scritto molto, moltissimo e ho recuperato almeno una parte di ciò che volevo mettere nero su bianco. Questo, fino a quando non ho fatto una visita medica. La scrittura è uno dei miei capisaldi, è la mia ancora durante le tempeste della vita, e anche se non me la sento di tornare nel mondo dei miei personaggi ora come ora (non sarei in grado di produrre cose che mi piacciono, e finirei col bloccarmi, quindi preferisco lasciare la fantasia vagare libera e non costringermi a fare cose che magari non verrebbero nemmeno bene - anzi, ho la certezza che NON verrebbero bene, perché mi conosco e so quanto io sia esigente con me stessa). Perciò, sono tornata da Nomi e Serina, due ragazze che mi hanno risollevato il morale e mi hanno ridato almeno una parte della scintilla di forza di cui avevo estremamente bisogno. Questo libro è diventato molto più di un oggetto, per me. E' diventato il simbolo del mio ricongiungimento coi miei personaggi e il mio rifugio in un momento molto difficile che sto ancora vivendo. Perciò, chi vi dice che la scrittura e la lettura non siano benefici e un balsamo per le ferite dell'anima, ha solo paura di guardarsi dentro.

La copertina bella, bellissima, non ha però niente a che vedere col romanzo. Le caratteristiche fisiche di Nomi e Serina non corrispondono a quelle della ragazza nella cover.

SINOSSI (DA DEA PIANETA LIBRI)
Audace, potente, magnifico. Un fantasy imperdibile, romantico come The Selection e brutale come Il racconto dell’ancella.

Non tutte le prigioni hanno le sbarre. In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra. Nomi è testarda e indisciplinata. Serina è gentile e romantica, e sin da piccola è stata istruita per essere un esempio di femminilità, eleganza e sottomissione. Sono queste le doti richieste per diventare una Grazia, una delle mogli dell’erede al trono. Ma il giorno in cui le ragazze si recano nella capitale del Regno, pronte a conoscere il loro futuro, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché, contro ogni previsione, è proprio l’indomabile Nomi a essere scelta come compagna del principe, e non Serina. E mentre per Nomi inizia una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, sua sorella, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata sull’isola di Monte Rovina, un carcere di donne ribelli in cui, per sopravvivere, bisogna combattere e uccidere. È cosi che entrambe si trovano prigioniere, l’una di una gabbia dorata e l’altra di una trappola infernale. Per le due sorelle la fuga è impossibile: un solo errore potrebbe significare la morte. E allora, quando non c’è soluzione, l’unica soluzione è cambiare le regole.

Un romanzo ribelle, all’insegna del girl power. Una storia che spinge a dire basta e a reagire. Perché nessuno ha il diritto di decidere per te.

RECENSIONE
Come accennato sopra, "Iron Flowers" ha avuto un ruolo fondamentale nella mia scrittura ed è anche il libro a cui sono tornata, quasi piangendo, alla ricerca di figure forti di donne a cui fare riferimento. Perché, in quel momento, solo Nomi e Serina potevano consolarmi, darmi la forza e incitarmi a resistere. Sebbene siano personaggi inventati, mi hanno restituito almeno una parte della scintilla che mi animava prima della notizia shock che ho ricevuto tre giorni fa. Sarò per sempre loro grata. A prescindere da quel che accadrà, perché Nomi e Serina sono due personaggi indimenticabili.

Serina ha diciotto anni, vive a Lanos insieme a suo fratello maggiore Renzo e alla sua sorella minore Nomi. Da sempre, è stata addestrata per diventare una Grazia: le è stato inculcata l'idea che le donne non possono reagire e devono SEMPRE essere remissive e sottomesse, non devono mai alzare la voce e non devono mai dire di no agli uomini. Le Grazie, sostanzialmente, sono una sorta di harem privato sia del Supremo che dell'Erede. Il Supremo è il sovrano del Regno di Viridia. Viridia, sostanzialmente, è una sorta di Venezia fantasy, dove ha sede il palazzo del Supremo e dell'Erede.
Le Grazie provenienti da tutta Viridia vengono convocate nel palazzo per il ballo reale, ballo in cui l'Erede, il bellissimo e anche intimidatorio Malachi dovrà scegliere le sue tre Grazie. 

"No." A Nomi si spezzò il cuore. "Non è una scelta se non si ha la libertà di dire no. Un sì non ha valore quando è l'unica risposta concessa!"(Nomi a Serina)

Al ballo vengono scelte, come Grazie dell'Erede, Cassia, Maris e... Nomi! La sorpresa è così scioccante sia per Nomi che per Serina, che all'inizio entrambe penseranno d'aver sentito male. Serina e Nomi non potrebbero essere più opposte l'una dall'altra: dove Serina è elegante, posata e remissiva; Nomi è ribelle, coraggiosa e impavida. Il ribaltamento dei ruoli prescelti e prefissati produrrà un'onda d'urto non da poco nelle sorelle, che si ritrovano a vivere al contrario i ruoli per cui si erano preparate. Non sarà solo questa, però, l'unica cosa che dovranno affrontare. Nomi, incapace di trattenersi alla vista di libri (che sono vietati alle donne, che non devono saper né leggere né scrivere), ruba dalla biblioteca di Malachi un libro. Sarà quel semplice libro di favola a creare la seconda onda d'urto, che vedrà come protagonista Serina, che verrà condannata per un crimine non commesso: la lettura. 

Era tutto ciò che poteva fare: andare avanti. Pregando che il suo cuore continuasse a battere.(Serina)

Serina si ritrova così a vivere in un'isola vulcanica, insieme a un gruppo di donne cazzute che le fanno subito notare che la grazia e la gentilezza lì non porteranno a nulla. L'unico modo per sopravvivere a Monte Rovina è lottare, è diventare ferro e filo spinato. 

"Dovete essere forti come questa prigione, forti come la roccia e l'oceano che vi imprigionano. Voi siete fatte di cemento e filo spinato. Siete fatte di ferro."(Oracolo)

Il contesto distopico del romanzo si è fatto sentire fin dalle primissime pagine: un mondo, seppur fantastico, in cui dopo una grande guerra le donne sono state costrette a ruoli marginali e di poco conto. Le donne, nel mondo di Viridia, non possono leggere, scrivere, informarsi, non possono nemmeno lavorare. Il loro unico scopo è fare figli ed essere delle belle statuine, perché sono esseri deboli in quanto gli uomini e solo gli uomini sono intelligenti e forti. E' stata una bella botta, non vi nego, questo contesto. Mettermi nei panni delle sorelle Tessaro mi ha fatto male, mi ha fatto soffrire davvero molto, fin dalle prime dieci pagine. Vedere ridotto il ruolo della donna a mera progenitrice mi ha colpita dritta al cuore, perché è un tema terribilmente attuale ed è stato reso con una grazia e una forza che mi hanno colpito nel profondo. Provate a immaginare se, di punto in bianco, voi tutte foste private della possibilità di lavorare, leggere e scrivere e che queste attività che tutte noi amiamo fare, fossero considerati dei reati punibili dalle legge con: esilio, riduzione del ruolo lavorativo, prigione. Concordo su quanto è scritto nella sinossi: è un contesto potente che ricorda Il racconto dell'Ancella - che io ho seguito da lontano, perché quando volevo prenotare il libro avevo una coda impressionante davanti di attesa. Ma è un libro che leggerò sicuramente, dato che esigo di sapere cosa accade nel mondo distopico dell'Ancella.

Nessuno glielo aveva mai detto prima. La sua vita era stata scandita dal dovere. E nessuno, nemmeno le persone che amava, le avevano mai permesso di dimenticarlo.(Serina)

Devo ammetterlo, all'inizio Serina mi stava sulle palle. Ma poi, man a mano che la storia è proseguita, ho capito sempre di più le sue ragioni per diventare la Grazia dell'Erede e per quale motivo ci tenesse tanto a venire scelta. Nomi, il vulcano Nomi, mi è stata simpatica fin dalla prima pagina. E' quel tipo di personaggio con cui empatizzi subito, poiché ti riconosci in lei e nel suo carattere scontroso, battagliero e determinato. Entrambe, nel corso del romanzo, fanno un'evoluzione non indifferente e stringono alleanze impensabili pur di raggiungere il loro scopo: salvarsi a vicenda. Naturalmente, nessuna delle due sa cosa stia facendo l'altra o cosa voglia, ma sono accomunate dallo stesso desiderio di liberarsi dalla prigione in cui sono finite. 

Una prigione, anche se dorata
E' sempre una prigione.

Un romanzo potente, forte, coraggioso come le sue protagoniste. Un romanzo che lascia il segno.
Un romanzo indimenticabile, perché tremendamente attuale. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro, che vi straconsiglio di leggere! Gli ho dato cinque stelline, ma gliene avrei date molte molte di più da quanto mi è piaciuto! Se cercate storie su protagoniste forti, coraggiose e indipendenti, questo libro fa per voi:
"Era così strano che avesse chiesto il permesso? In fondo quella era una prigione."
(Serina)

xoxo,
Giada

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