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sabato, novembre 10, 2018

RECENSIONE di Forse la felicità di Egidio Mariella

Buona sera, bloggers e lettori! Sono in super ritardo con questa recensione, come sempre in ogni cosa ormai, ma stasera vi parlerò di un romanzo che ho adorato molto: “Forse la felicità” di Egidio Mariella.


PREMESSA
Quando Miriam mi ha contattata quest’estate, chiedendomi di partecipare al review party di questo romanzo, ho accettato subito. Ecco, diciamo che ho imparato la lezione: devo partecipare a pochi eventi per non ritrovarmi con una serie di libri da recensire tutti in una volta e purtroppo questo è quello ch’è successo. Insomma, c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare nel mondo letterario.

TRAMA (DA GOODREADS)
Non c’è spazio per i sogni, lo sa bene Alessio, che ha smesso di credere in qualunque cosa. Non c’è tempo per arrendersi, lo sa bene Luca, che al destino non intende concedere alcuna libertà. Sullo sfondo della loro amicizia si apre uno scontro che sembra non avere né vinti né vincitori, mentre sui ricordi sparsi nella loro casa di periferia si accumula, senza sosta, quel sottile strato di polvere, all’apparenza innocuo, ma in realtà destinato a soffocare anche ogni loro desiderio. Eppure i sogni non muoiono mai. A volte, semplicemente, passano di mano.

RECENSIONE
“Forse la felicità” è un romanzo introspettivo che parla di due amici che si sono conosciuti all’università, Alessio e Luca. Alessio e Luca sono due persone molto diverse, che risentono ancora della disillusione della realtà nelle loro vite: Alessio era un promettente dipendente di un’azienda a cui era stato proposto di lavorare in India per un anno, e lui vi ha rifiutato per rimanere a Roma. Luca è un eterno bambino, innamorato dell’idea di amore e alla continua ricerca della sua ‘ideale’ principessa.

Insieme, i due amici affronteranno i problemi dell’età adulta, come i colloqui di lavoro – visti dal punto di vista del giovane neolaureato e dell’uomo che spera di trovare qualcosa per poter mangiare. L’amore è un altro perno fondamentale del romanzo, anzi, potrei dire ch’è quel motore che lo fa partire, perché sin dall’inizio vediamo Alessio depresso e triste per la fine della sua storia con Sara. Sara, quest’ultima, che alla fine ha accettato un lavoro in Inghilterra, piena di speranze e promesse che non sa se verranno realizzate. E poi c’è Federica e la bella vicina del loro appartamento, una donna all’apparenza felice che aspetta un figlio da suo marito.

Man mano che la storia prosegue, il lettore si sente sempre in bilico: se da una parte vorrebbe dare ragione a Luca, dall’altra sa che le disillusioni di Alessio sono reali. Tante volte, durante la lettura, mi è sembrato di vedere due persone che vedono la vita in modo diverso, Alessio con la tristezza e l’amarezza che gli eventi nefasti della vita possono portare, e Luca instancabilmente sognatore e speranzoso. A volte, vi verrà da dare ragione a Luca. Altre volte, ad Alessio. Ma il fatto è che, secondo me, hanno ragione entrambi. La felicità è qualcosa di effimero, ma la si può raggiungere solo mettendosi in gioco e rischiando.

L’appartamento di Alessio e Luca è un piccolo microcosmo nel quale i due amici si sono adattati a vivere, lontani dalle speranze di gloria di quand’erano dei semplici ventenni. La vita, a trent’anni, è molto più difficile. E’ molto più difficile trovare lavoro, l’amore e formare una famiglia. E quindi uno cosa fa? Attraverso le loro profonde riflessioni su tutto ciò, comprendiamo quanto sia la mancanza di un punto fermo nella vita di entrambi a provocare questa sensazione di sfasamento interiore. Perché è questa la sensazione che i due protagonisti mi hanno dato: sono due persone che hanno perso chi sono, e stanno cercando di dare un senso a sé e alla loro vita.

Lo stile di Egidio è fluido, ma ricco di introspezioni. A mio avviso, il romanzo rientra nella narrativa d’impronta psicologica, perché questo romanzo ti spinge a riflettere sui tuoi ideali e su quanto e come questi influiscano sulla tua vita. Il messaggio, tra le righe, è molto chiaro: la felicità è qualcosa di astratto, qualcosa a cui si può arrivare solo attraverso un evento che riscuota le tue fondamenta e ti faccia capire cosa c’era che prima non andava. Ma è anche qualcosa di volatile, qualcosa che non appena l’hai presa, ti può sfuggire tra le mani.

Sono tante le citazioni che mi sono piaciute, ma lascio che voi scopriate questo romanzo pagina dopo pagina, così da trovare quelle che vi sono rimaste nel cuore – vi chiedo pertanto di commentare il post e metterle qui sotto, in modo da confrontarci su di esse.



Xoxo,
Giada