WATTPAD STORIES

martedì, febbraio 27, 2024

RECENSIONE DI REGNO DI CARNE E FUOCO (BLOOD AND ASH #2) DI JENNIFER L. ARMENTROUT

Buona sera, Fantastics! Ieri sera, finalmente, ho finito Regno di Carne e Fuoco e onestamente… wow!
Questo romanzo è tanta, ma davvero tanta roba! Per come era partito, non credevo mi sarebbe piaciuto così tanto, ma zia Armentrout, proprio come zia Maas; sa come conquistare il mio cuore <3 

PREMESSA
Quando ho iniziato Regno di Carne e Fuoco, stavo ancora frequentando il corso Caaf. Allora, non riuscivo nemmeno a scrivere il mio romanzo, alla sera, perché tornavo a casa troppo stanca. Adesso, invece, con la bella novità di cui non voglio ancora parlarvi per scaramanzia, ma è una cosa bella, tranquilli <3 Quindi, spero di riuscire ad abbandonarvi nel blog per poter tornare a scrivere al più presto, ma nel frattempo, godiamoci queste settimane di lettura. La Armentout, come la Maas, sa come conquistarmi. E io amo i romanzi spicy e smut. Più spicy c'è, meglio è! Ecco, devo dire che è molto meglio della trilogia di Caldo come il fuoco, se amate le scene esplicite e molto più grafiche - di tutto, per intenderci. 

TRAMA (DA GOODREADS)
Un tradimento... Tutto ciò in cui Poppy ha sempre creduto è una menzogna, compreso l’uomo di cui si è innamorata. L’unica certezza che le è rimasta è che nessuno è più pericoloso di lui: l’Oscuro, il Principe di Atlantia. E che lo combatterà con tutte le sue forze. Una scelta... Casteel Da’Neer è un uomo dai mille nomi e dai mille volti. Le sue bugie sono seducenti come le sue carezze; le sue verità sensuali come il suo morso. Poppy sa che non può darsi, che ai suoi occhi lei è solo uno strumento con cui raggiungere uno scopo. Ma ha bisogno di lui per ritrovare suo fratello Ian e scoprire se è diventato un Asceso senz’anima. Certo, lavorare con Casteel anziché contro di lui presenta dei rischi: quel ragazzo è una costante tentazione, e ha per lei dei piani che potrebbero rivelarsi una fonte inesauribile di piacere oppure di dolore, piani che la costringeranno a guardare oltre ciò che ha sempre pensato di lui e di se stessa… Un segreto... In attesa del ritorno del principe, ad Atlantia è cresciuto lo scontento: si agitano venti di guerra e Poppy è al centro dell’inquietudine che pervade il regno. Il re intende usarla per mandare un messaggio al regno rivale. I Caduti la vogliono morta. I Wolven sono sempre più imprevedibili. E più la sua capacità di percepire il dolore e le emozioni degli altri cresce, più gli Atlantiani la temono. Perché in gioco ci sono oscuri segreti, segreti antichi che tutti vorrebbero nascondere. E quando la terra inizia a tremare e il cielo a sanguinare potrebbe essere già troppo tardi…

RECENSIONE
Wow! Wow! Wow! Al momento sono ancora con la testa a quella incredibile scena finale, che aveva un che di biblico. Davvero, wow! Atlantia mi ha ricordato, in effetti, la Gerusalemme dei film su Gesù che mi facevano vedere da bambina, tipo quello su Mosè. Tanti elementi, degli dei, me l'hanno ricordato. E non so se la Armentrout abbia preso ispirazione dalla mitologia cristiana o meno, ma è una cosa a cui non riesco a smettere di pensare. E' davvero un'idea geniale!

Regno di Carne e Fuoco riprende da dov'era terminato il romanzo precedente: Poppy che non sa ancora cos'è, e grazie a Casteel pensa di essere una Empate. I suoi poteri, dal primo romanzo a questo, si sono inspiegabilmente fortificati e non ne capisce il motivo. A ciò si aggiunge il suo rapporto travagliato con Casteel - che un giorno sono pane, un giorno polenta come direbbero qui in Veneto. Sta ragazza cambia idea ogni cinque minuti, ma almeno ha la decenza di ammetterlo lol Casteel, in questo romanzo poi, è un sottone di prima categoria. Sul serio, può anche essere un crudele assassino a sangue freddo, ma quando c'è Poppy nei paraggi si scioglie e diventa un cinnamon roll umano (beh, in questo caso Elementale) E io AMO quando ci sono questi trope! Una cosa che non ho amato molto, però, è stato l'uso del misunderstanding trope, tante volte sarebbe potuto esser evitato. Per il resto, i Wolven mi hanno ricordato, forse ancora di più in questo romanzo, i lupi di Twilight. I Craven sono simili agli Strigoi - sto guardando Vampire Academy, e ho anche studiato filologia germanica, quindi parlo con cognizione di causa delle somiglianze tra di loro. 

Per il resto, come ho letto in una recensione di Goodreads, questo è: il romanzo delle domande. Poppu fa, anche a ragione, un miliardo di domande. E chiarisce tante cose che, in Sangue e Cenere, non erano molto chiare. E aiuta, ancora di più, a comprendere Casteel. Io sono ancora ferma agli abusi e stupri che ha subito per 50 anni - un po' con Rhys di ACOTAR. In fondo, i due si somigliano molto. Non vedo l'ora di conoscere Xaden Riorson e il Darkling solo per conoscere i dark lords più quotati del Bookstagram lol 

E' stato bello vedere l'evoluzione di Poppy, qui. E una cosa che mi ha incuriosito tantissimo è stata quella nenia terrificante che lei cantava nel sonno. Stavo aspettando il momento in cui si sarebbe fatto riferimento ai papaveri, visto che Poppy in inglese significa proprio papavero. Ma credo che non ci sarà solo il significato del fiore, c'è ben altro dietro... E io ho già prenotato nella Rete Bibliotecaria il terzo, perché col cavolo che resisto, che aspetto per leggerlo! 

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico super spicy romanzo, che vi consiglio assolutamente di recuperare non appena ne avete l'occasione:
"Non dovresti mai dimenticare che prima eri un accessorio, mentre adesso sei uno strumento."
(Casteel a Poppy)

xoxo,
Giada

sabato, febbraio 03, 2024

RECENSIONE DI BASTA UN CAFFE' PER ESSERE FELICI (FINCHE' IL CAFFE' E' CALDO #2) DI TOSHIKAZU KAWAGUCHI

Buona sera, Fantastics! Non sono mai stata una fan delle raccolte di romanzi, fino ad ora. Ho sempre preferito i romanzoni (sì, ti sto guardando per bene Regno di Carne e Fuoco di Jennifer Armetrout), tuttavia questo autore giapponese è stata una scoperta incredibile. E, non conoscendo proprio per niente la letteratura giapponese (o asiatica, in generale), per me è stata una gran bella cosa sperimentare qualcosa che non sia prodotto da autori o autrici occidentali. 

PREMESSA
Quando ho finito Finché il caffè è caldo, avevo già deciso che volevo leggere il sequel. Sono ancora nel mood di romanzi brevi. O raccolte di racconti - e voi meglio di me sapete quanto io sia una mood reader. Quindi, sono ancora indecisa se iniziare la Armentrout o leggere il terzo (così sarei a 3/5 romanzi di Kawaguchi letti). Vediamo come arriverò a casa dopo il corso, lunedì. Per ora, se fosse per me, li inizierei insieme. Ho bisogno di molto smut per sopperire al dolore che mi hanno portato questi romanzi. Perché, davvero raga, Kawaguchi ti scava un buco nel petto, ti spezza il cuore e poi te lo ricompone. A livello emotivo, queste storie sono state molto più toste del precedente. Molto molto più toste. Vi consiglio di leggerle solo se siete di umore alto, perché altrimenti vi riducete col magone come me. O piangete. In ogni caso, i vostri occhi non rimarranno asciutti.

TRAMA (DA GOODREADS)
Accomodati a un tavolino. Gusta il tuo caffè. Lasciati sorprendere dalla vita. L'aroma dolce del caffè aleggia nell'aria fin dalle prime ore del mattino. Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può essere protagonisti di un'esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l'esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata. Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro. È così per Gotaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno. Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto. Tutti loro hanno qualcosa in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. Questo è l'unico modo per guardare al futuro senza rimpianti e dare spazio a un nuovo inizio.

RECENSIONE
Basta un caffè per essere felici è un romanzo doloroso. Non può sembrare, dalla cover. Ma lo è. 
Pochi romanzi mi hanno ferito come mi ha ferito questo romanzo, davvero. Kawaguchi si riconferma l'autore che è capace di spezzarmi il cuore coi suoi romanzi brevi e dolorosi, dai finali tristi e felici - allo stesso tempo, ovviamente - ma siccome mi segna errore 'dolceamari', beccatevi questa definizione.

Kawaguchi è lo scrittore dell'animo umano. Di questo ormai ne ho la conferma. Il suo modo di descrivere lo spettro delle emozioni umane, dalla gioia al dolore, fino alla disperazione più totale è qualcosa di straordinario. E, per me, quando uno scrittore tocca le corde del mio cuore mi ha conquistata, totalmente. Completamente.

In questa raccolta di romanzi, la storyline principale si è spostata di 6 anni nel futuro rispetto a quella precedente. Il 'futuro' che veniva rappresentato nel romanzo precedente, per intenderci. E dato che il futuro è sempre mutevole, e cambia con le nostre intenzioni e le nostre azioni, la situazioni che vengono descritte sono in parte collegate al romanzo precedente (con apparizioni dei personaggi che hanno viaggiato nel tempo nel romanzo precedente) e in parte modificate da eventi di cui i personaggi, di questo romanzo per intenderci, di cui non hanno alcun controllo. Abbiamo Gotaro, che ha preso in affidamento la figlia del suo amico più caro dopo che lui e la moglie sono morti in un incidente d'auto, Katsuki, che soffre di una malattia terminale che l'ha separato dalla sua fidanzata, Yukio che si sente perso e disperato e vuole salutare la madre, morta l'anno prima, quando non aveva denaro per andare a Tokyo; e Kiyoshi che vuole dire addio alla moglie con amore. 

Ogni personaggio ha sofferto molto, in modo diverso, ma ha sofferto. E la sofferenza, così come le occasioni perse, hanno un effetto causa-effetto nei personaggi. Proprio come nella vita vera, non ci si libera del dolore ignorandolo o mettendolo da parte in un angolo della mente. Bisogna affrontarlo. Non importa se si piangerà, nel frattempo. L'unico modo per superarlo, e vedere la vita con nuovi occhi è affrontarlo. Ed è questo che fa, ogni personaggio che decide di affrontare il viaggio nel futuro o nel passato. Affronta i suoi conti in sospeso, ma anche il suo dolore e la sua sofferenza. 

La scrittura dei giapponesi è molto delicata. E, almeno, qui non ho trovato paragrafi che sembravano tratti da Wikipedia. In ogni caso, Kawaguchi è l'autore che sa parlare al mio cuore.

Vi saluto con una citazione, spero non spoilerosa, tratta da questo magnifico romanzo:
"Yukio era stordito da questa sensazione misteriosa. La luce non era aumentata, eppure ogni cosa su ci posava gli occhi aveva un aspetto più fresco e luminoso. La sua vita di disperazione era diventata una vita di speranza. Il modo di pensare si era radicalmente trasformato.
'Non è il mondo a essere cambiato, sono io...' "
(Yukio)

xoxo,
Giada