giovedì, ottobre 20, 2016

RECENSIONE di Che tu sia per me il coltello di David Grossman

Buona sera, bloggers e lettori! E' strano per me scrivere una recensione a quest'ora, ma c'è una prima volta per tutto no? Questa sera vi parlerò di un libro che ho adorato, che mi ha fatto riflettere e che mi ha colpito dritto al cuore... Un cuore che ha fatto sanguinare, scoppiare di gioia e di tristezza e battere forte per l'emozione. Vi auguro buona lettura!

PREMESSA
Ho conosciuto David Grossman per caso, quando sono andata alla Feltrinelli l'anno scorso. Non sapevo se mi sarebbe piaciuto o meno, perciò ho preferito prenderlo in prestito dalla biblioteca del mio paese. La cosa incredibile è che non c'era nemmeno nella mia biblioteca, quindi ho dovuto fare un prestito interbibliotecario! Grossman è l'Haruki Murakami israeliano, sebbene di Murakami io abbia letto solo qualche citazione molto intensa che mi ha colpito molto. Non escludo che prima o poi potrei leggere Murakami, di sicuro la sua candidatura al Premio Nobel, ma ora non è il suo momento, e non vorrei rovinarmi la lettura dei suoi libri solo perché non è il momento giusto per leggere i suoi libri.

TRAMA (da Goodreads)
In un gruppo di persone, un uomo nota una donna sconosciuta che sembra volersi isolare dagli altri. Yair, commosso da quella che egli interpreta come un'impercettibile e ostinata difesa, le scrive una lettera, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo. Più che una proposta è un'implorazione e Myriam ne resta colpita, forse sedotta. Un mondo privato si crea così fra loro e in questo processo di reciproco avvicinamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, chiedendogli con imperiosa delicatezza una inaspettata svolta interiore
Romanzo avvolgente e "impudico" di uno dei più grandi autori contemporanei, Che tu sia per me il coltello mostra a ognuno di noi quanta strada e quanto coraggio occorrano per arrivare a toccare con pienezza l'anima (e il corpo) di un altro essere umano.

RECENSIONE
Lascio ruggire nel mio cuore il tuo nome e se fossi qui, adesso, ti abbraccerei con tutte le mie forze fino a spezzarci entrambi nell'impeto di quel che provo per te. 
Questo è ciò che dice Yair a Myriam in una delle sue lettere. Ci troviamo nell'Israele del dopoguerra, dove un uomo, Yair Wind (in seguito conosciuto come Yair Einhart) riconosce una sua vecchia compagna di scuola, ora maestra delle elementari, che esce con i suoi amici e con suo marito, Amos. Yair si accorge subito che c'è una nota triste nello sguardo di Myriam (che in ebraico è un nome legato all'acqua) e perciò inizia questa corrispondenza con lei per conoscerla nel profondo. E' vero che è più facile confidarsi con un estraneo, ma ciò che per Myriam era un estraneo finisce per diventare un amico e infine l'uomo di cui si innamora, ma non nel modo in cui ci si aspetta che lei s'innamori di lui. Attraverso le lettere di Yair, conosciamo i pregi e i difetti dell'uomo, così come veniamo a conoscenza di quella che lui chiama la sua onta, la sua infamia. Il libro è diviso in due parti, e se nella prima parte conosciamo le parole di Myriam solo attraverso ciò che dice Yair; così nella seconda parte conosciamo ciò che Yair dice a Myriam attraverso le parole di lei.

Penso davvero che Yair soffrisse di depressione, che rimanesse con sua moglie Maya solo per non distruggere la serenità di suo figlio Yidò; ma c'è una rivelazione riguardante Ana, la migliore amica di Myriam e la stessa Myriam che vi sconvolgerà. Questo sicuramente non è un libro per tutti, poiché tratta delle tematiche delicate come i problemi famigliari, la sterilità, la profondità dell'animo umano, la sensibilità dell'uomo e dimostra come per noi esseri umani sia più facile essere davvero noi stessi, i veri noi stessi solo con persone che non ci conoscono da tanto tempo, solo con degli sconosciuti. Myriam e Yair lo erano. Tuttavia nel porre un limite temporale alla loro corrispondenza, ho trovato una somiglianza con i sei mesi che Will Traynor concede alla sua famiglia per fargli cambiare idea prima di andare in clinica in Svizzera. Yair è depresso, e questo lo rende indubbiamente fin troppo cervellotico... Ma cervellotico in un modo che io ho apprezzato molto, poiché ho potuto conoscere e visitare, con i suoi occhi, i luoghi di Gerusalemme. La tristezza di Myriam invece è velata all'inizio, non si capisce la sofferenza che lei prova per non sentirsi una "madre completa" fino a quando a quando non lo dice apertamente. Yair e Myriam non potrebbero essere più differenti l'uno dall'altra, ma penso che proprio per questo siano fatti per stare insieme. Ho letto che questo libro è stato scritto come tributo da parte dell'autore per Kafka e le sue perdute lettere d'amore per Milena. Beh, vi dirò che io ho sempre odiato Kafka, in particolar modo "La metamorfosi", ma questo libro me l'ha fatto rivalutare e non escludo che magari più avanti potrei leggerlo con occhi diversi.

Questo libro è molto molto profondo, ma in certi punti l'ho trovato pesante, forse per via delle tematiche trattate. La sterilità dell'uomo e della donna sembra essere uno dei temi principali di questo romanzo, e questo libro mi ha avvicinato a tutto ciò senza che me ne rendessi conto. Immagino solo la sofferenza di quelle donne che vorrebbero avere figli ma non possono averne, e tutti intorno a loro le compatiscono senza comprenderle davvero. E' stato difficile immedesimarmi in tutto ciò, forse perché non è un tema vicino a me, tuttavia nella sua pesantezza mi ha colpito molto. Non bisogna mai giudicare una persona, specialmente se sapete che non può avere figli e voi continuate a domandarle quando li farà.

Vi lascio con una citazione tratta da questo romanzo di narrativa (che si è meritato cinque stelle) che vi consiglio, se amate i romanzi epistolari e la narrativa psicologica (o introspettiva?):
"Avevi ragione: in fondo, sto cercando un compagno per un viaggio immaginario. Ma hai sbagliato a dire che forse non ho bisogno di un compagno reale. E' esattamente il contrario. Ho bisogno di un compagno reale per il mio viaggio immaginario."
(Yair)

xoxo,
Giada

mercoledì, ottobre 12, 2016

RECENSIONE di Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Oggi vi recensirò un romanzo mucho caliente che parla di un amore proibito tra Tita e suo cognato Pedro, un romanzo sudamericano dal sapore dolce e al contempo piccante che stuzzicherà le vostre papille gustative e vi farà desiderare di vivere un'avventura tanto romantica quanto sensuale quanto quella descritta dall'autrice.

PREMESSA
Amo da morire lo stile di scrittura degli autori sudamericani, il modo in cui mescolano sapientemente realtà con fantasia, quasi surrealtà è favoloso. Isabel Allende è la mia autrice preferita del genere letterario Realismo Magico, ma questo momento in avanti, anche Laura Esquivel entrerà a fare parte delle miei autrici preferite. Cinque stelline per un romanzo stupendo.

TRAMA (dalla quarta di copertina)
Fin dal primo incontro, poco più che adolescenti, Pedro e Tita vengono travolti da un sentimento più grande di loro. Purtroppo, a causa di un'assurda tradizione familiare, per Tita il matrimonio è impossibile: ma per umana volontà e con la complicità del destino, lei e Pedro si ritroveranno a vivere sotto lo stesso tetto come cognati, costretti alla castità e tuttavia legati da una sensualità incandescente.

Frutto di una godibile sapienza narrativa e di una raffinata arte culinaria, Dolce come il cioccolato racconta con grazia e allegria femminili un'indimenticabile storia d'amore, in cui il cibo diventa metafora e strumento espressivo, rito e invenzione, promessa e godimento, veicolo di un'inedita comunione erotica.

RECENSIONE
¿Dónde empiezo a describir esta maravillosa novela? Non ho mai letto un romanzo che riuscisse a combinare in modo così perfetto l'arte culinaria e il romanzo erotico. Ci troviamo nel Messico del 1800, sullo sfondo di una rivoluzione che porterà alla guerriglia urbana tra liberalisti e conservatori, e anche bande guidate da tenentistas che guidavano i rivoluzionari attraverso le terre messicane, razziando e violentando tutto ciò che trovavano sul loro cammino. Protagonista di questo romanzo è Josefita "Tita", ultima della famiglia De la Garza e costretta a non sposarsi con l'uomo che ama, Pedro, per volere della madre Mamma Elena. Mamma Elena, una donna dura, cattiva, egoista costringe la figlia minore a proseguire un'assurda tradizione messicana che prevede che la più piccola della famiglia si occupi di lei fino alla sua morte. A complicare ulteriormente la situazione contribuirà in modo decisivo la scelta di Mamma Elena di far sposare Pedro con Rosaura, la sorella maggiore di Tita. La famiglia di Tita è formata da Mamma Elena, le sorelle Rosaura e Gertrudis, Nacha la cuoca di casa e Chencha, l'altra aiutante. Un amore contrastato, quello tra Pedro e Tita, che troverà come unico mezzo di espressione proprio il cibo, che assorbe le emozioni, i sentimenti che prova Tita. Proprio perché il cibo diventa contenitore delle emozioni di Tita e mezzo per esprimere il proprio amore, il romanzo mi ha ricordato Semplicemente Irresistibile.

Il Realismo Magico combina alla perfezione realtà e surrealismo, e gli avvenimenti storici si fondono con quelli quasi surreali della fattoria di Mamma Elena, in cui, dopo aver mangiato un alimento con le rose, Gertrudis impazzisce e scappa nuda per i campi, dando sfogo al suo amore per Juan. Un romanzo meraviglioso, stupendo. Ecco perché amo gli scrittori sudamericani: con le loro grandi abilità narrative sono in grado di trasportarti in un mondo sì alternativo, ma anche molto vicino al nostro. Il Realismo Magico presente nel romanzo rende quasi magica, fatata la protagonista, che nasce piangendo a causa delle cipolle e le cui lacrime creano dei veri e propri fiumi di lacrime. Personaggio di contorno, ma non per questo meno rilevante, è John Brown, dottore che guarirà Tita dalla sua pazzia, un dottore che s'innamora follemente di Tita, ma che diventa consapevole che lei non amerà mai nessun uomo che ha amato e ama Pedro. Romanzo consigliatissimo.

Vi saluto con una citazione tratta da questo bellissimo romanzo:
"La vita le aveva insegnato che la cosa non era così facile, che sono pochi quelli che senza farsi troppi problemi riescono a realizzare comunque i loro desideri e che ottenere il diritto di determinare la propria vita le stava costando più fatica del previsto. Quella lotta la doveva fare da sola, e questo le pesava molto."
(Tita)

xoxo,
Giada 

lunedì, ottobre 10, 2016

RECENSIONE di Fallen di Lauren Kate

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Io sono abbastanza infreddolita, qui al nord le temperature si sono abbassate di botto e mentre sto già iniziando a preparare gli ultimi due esami della mia carriera universitaria, leggo un po' di libri. Ho deciso di leggere questo libro, il primo dedicato alla trilogia (o quadrilogia?) di Lauren Kate, da cui verrà tratto un film che in Italia arriverà il prossimo anno.

PREMESSA
Temevo che fosse un altro Twilight. Lo ammetto. Non tanto per i vampiri sbrilluccicosi o quant'altro, ma per il semplice fatto di ritrovarmi un'altra protagonista piatta, banale e noiosa e il solito schema del triangolo amoroso. Diciamo che in parte ci avevo preso su questo libro, ma in parte no. Ho dato 4 stelline su 5 a questo libro per le ragioni che vi spiegherò nella recensione. Buona lettura!

TRAMA (dalla quarta di copertina)
Basta un istante per sconvolgere un'esistenza. A cambiare quella di Lucinda, diciassette anni, è stato l'incidente in cui è morto un suo caro amico. E lei ha visto addensarsi di nuovo le ombre scure che la perseguitano da quando è bambina. Guardata con sospetto dalla polizia e da chi la ritiene responsabile della morte dell'amico, Luce - così la chiamano tutti - è costretta a entrare in un istituto correzionale. Nessun contatto con il mondo esterno, telecamere di sorveglianza, ragazzi e ragazze dal passato oscuro e disturbato sono tutto ciò che trova alla scuola Sword & Cross.
E poi appare Daniel. Il cuore di Luce le dice di averlo già incontrato, ma nella sua mente si accendono solo rari lampi di ricordi troppo brevi per essere veri. Soltanto quando rischia di perderla, Daniel decide di uscire allo scoperto: i loro cuori si conoscono da sempre, da tutte le vite che Luce non ricorda ancora di aver vissuto.

RECENSIONE
Lucinda è una diciassettenne all'apparenza perfetta, goffa e carina (ma non sa di esserlo) che entra ufficialmente nell'istituto correzionale Sword & Cross dopo la morte del suo quasi-fidanzato Trevor. Lucinda "Luce" si sente responsabile per la sua morte e così pensano anche gli altri, che la colpevolizzano per l'accaduto. La Sword & Cross è una scuola totalmente diversa da quella che frequentava a Dover, e per le prime cinquanta pagine del libro, la protagonista fa continuamente paragoni con la sua vecchia scuola, i suoi vecchi amici, i ragazzi che c'erano lì. Diciamo che questo l'ho trovato un po' irritante, e personalmente non vedevo l'ora che la smettesse di paragonare tutto, ma poi mi sono resa conto che anche io, al posto di Luce, avrei confrontato la mia vita di prima con quella di adesso, che avrei fatto anche io quei paragoni e quindi la mia irritazione è scemata verso un'empatia più profonda. Luce non sa ancora chi è, sa solo che vorrebbe che i suoi genitori non la trattassero con sospetto o paura negli occhi, Luce vorrebbe solo tornare alla sua vita prima dell'infausto incidente che le ha rovinato la vita e ha tolto la vita a Trevor. Non c'è amore a prima vista tra Daniel Grigori e Lucinda, anzi, Daniel sembra disprezzarla e quasi odiarla, tanto che non perde occasione di allontanarla da sé ogni volta che può. Luce si sente irrimediabilmente attratta da Daniel, e non ne capisce il motivo, proprio come non riesce a comprendere per quale ragione lui compaia sempre nei suoi sogni sotto forma di angelo. Luce si sente attratta però anche da Cam, che appare un bravo ragazzo che la mette in guardia dal misterioso e quasi cattivo Grigori. Ben presto però, sia Cam che Daniel dovranno scoprire le loro carte e finalmente scopriremo che sono davvero l'uno l'opposto dell'altro, soltanto che Daniel è buono e Cam è cattivo. Ecco, non vi posso dire in che modo Cam sia cattivo, vi basti sapere che lo è davvero molto. Questa implicita battaglia tra i due per il cuore di Luce si espliciterà in una battaglia vera e propria a metà libro. In questo romanzo nessuno è come appare, men che meno i personaggi di contorno e i professori, tra cui ricordo Miss Sophia, Mr. Cole e gli amici di Daniel: Roland, Arriane (una ragazza dura e molto stramba) e Gabrielle "Gabbe". Un romanzo che pone tutte le premesse per una saga epica, che ricorda un po' Il Paradiso Perduto di John Milton.

Il romanzo è scritto in terza persona, nonostante ciò  tutti gli avvenimenti sono filtrati dal POV di Luce, quindi noi assistiamo dall'esterno ad ogni sua riflessione o pensiero. Ribadisco, perfino a livello strutturale questo romanzo presenta dei personaggi che se all'inizio sembrano piatti, hanno uno sviluppo graduale nel corso del libro. Tuttavia, ho riscontrato una somiglianza in Twilight proprio nel triangolo amoroso, con Cam che dice a Luce di stare alla larga da Daniel, e con Daniel che rimane a fissarla intensamente da lontano, perfino nella lotta tra i due personaggi maschili ho visto una somiglianza con Edward e Jacob. Non sono però come Edward e Jacob, anzi, secondo me Daniel e Cam mi sembrano più assennati. Questo libro è una grandissima premessa a una lotta che spero di leggere nel secondo libro, una lotta tra il Bene e il Male, tra gli angeli caduti buoni e quelli cattivi. In palio c'è l'anima di Luce, che per qualche inspiegabile ragione, è diventato territorio di conquista per ambo le parti. Quindi quattro stelle per questo bel romanzo di cui non vedo l'ora di leggere il seguito!

Vi lascio con una citazione tratta da questo romanzo che vi consiglio, se amate i fantasy YA come me:
"Riporre così tanta speranza nel potere del vero amore - che lei per prima intuì, aveva colto di sfuggita - era davvero da ingenui? Dopotutto, il vero amore non avrebbe vinto la battaglia là fuori. Forse non l'avrebbe salvata dalla morte che l'aspettava su quell'altare. Eppure doveva riuscirci. Il suo cuore batteva ancora per Daniel, dentro di lei avrebbe creduto in quell'amore, nel suo potere di trasformarla in una versione migliore di se stessa, di trasformare lei e Daniel in qualcosa di buono e glorioso..."
(Luce)

xoxo,
Giada

mercoledì, ottobre 05, 2016

RECENSIONE de Da quando non ci sei di Anouska Knight

Buona sera, blogger e lettori! Questo è un orario inusuale per me per postare una recensione, ma se non lo faccio ora, dubito che domani avrò il tempo materiale di farlo. Dunque, ho iniziato questo meraviglioso libro perché ispirata sia dalla trama che dalla copertina e come sempre, il mio istinto non sbaglia mai!

PREMESSA
L'anno scorso la Harper Collins mi ha mandato la copia di questo libro di cui avevo sentito parlare molto bene, e ringrazio infinitamente la casa editrice per questo bellissimo libro. Ho amato ogni sua singola pagina. Ho riso, ho pianto, mi sono divertita e ho riacquistato un po' di speranza nell'amore.

TRAMA (da Goodreads)
Holly lavora in una pasticceria, chi meglio di lei potrebbe sapere che la vita è fatta a strati, proprio come una ricca torta? Ma a quanto pare non lo sa, e dopo la morte del marito si è rifugiata in una serena e pacata quotidianità, dedicandosi solo alla sorella e ai dolci. Finché un giorno, consegnando una torta, incontra l'enigmatico Ciaran Argyll. Le loro vite sono agli antipodi, ma l'attrazione non bada a certi dettagli. Lui le commissiona i dolci per una festa elegante che darà a casa propria, e Holly e il suo socio sono invitati, per poter incontrare un'altra cliente, interessata a ingaggiarli.

Ciaran e Holly a quanto pare non riescono a stare lontani, nonostante i tabloid e un passato ingombrante per entrambi.

Ma in fondo si può stare bene insieme anche se si è diversi come la panna e il cioccolato.

RECENSIONE
Partiamo dalla premessa che io amo infinitamente i dolci e che ogni tanto mi diletto a prepararli, ma non potrei mai essere brava quanto la protagonista di questo libro, Holly. Holly è una ventiseienne che ha perso il marito Charles "Charlie" in un incidente d'auto due anni prima e da quel momento la sua vita si è fermata, ha fatto in modo che i suoi amici si allontanassero da lei, ha lasciato i lavori di restauro del suo cottage in sospeso e ha vissuto in un limbo. Le cose cambiano però, quando, riceve l'ordine di una torta da parte dell'assistente del noto Fergal Argyll, un uomo di origini scozzesi che sta festeggiando la fine della sua relazione con una donna che stava con lui solo per la notorietà e l'agiatezza economica. In questo quadro composto da ricchissimi uomini d'affari, donne tanto bellissime quanto glaciali, Holly conosce Ciaran Argyll, il figlio di Fergal. Non è amore a prima vista tra i due, anzi! Holly fa di tutto per allontanarlo da sé, sebbene l'interesse dell'uomo nei suoi confronti sia lampante e sebbene lei rifiuti con tutta se stessa di provare qualcosa per quell'uomo tanto bello quanto affascinante. La storia di Holly e Ciaran non è la classica storia d'amore che vi aspettereste di trovare in un romanzo rosa, perché la loro storia, prima di diventare tale, affronta tutta una serie di difficoltà di varie ragioni: siano esse costituite dalla gelosa vipera Penny, ex ragazza di entrambi gli Argyll, oppure dalla reticenza di Holly ad aprirsi con Ciaran. Il mondo semplice e pasticcione di Holly si scontrerà inizialmente con quello altolocato e ricchissimo di Ciaran, ma a dimostrazione che l'amore è più forte di qualsiasi cosa, alla fine i due troveranno un'armonia per poter vivere al meglio il proprio amore e affezionarsi alle reciproche famiglie. 

Questo non è un romanzo che parla solo d'amore, è un romanzo che parla di rinascita interiore, una rinascita sicuramente difficile, ma che porterà soltanto gioia e amore nella vita di Holly. In certi punti del romanzo avevo l'impressione che Holly provasse quella che gli psicologi chiamano Il Senso di Colpa del Sopravvissuto, un insieme di sentimenti contrastanti che chi vive un evento traumatico prova; ma è stato bellissimo leggere della sua lenta apertura non solo nei confronti del mondo ma anche nei confronti della vita in generale e nella speranza di un uomo amore. Mi è sembrato di vedere un bruco diventare farfalla. Un libro che parla anche di trasformazione e di andare avanti, cosa molto difficile da fare quando muore una persona a noi cara, perché la vita va avanti nonostante tutto, e chi ci amava vorrebbe solo vederci felici e non infelici e soli. I personaggi di contorno di questo dolce e romantico romanzo sono costituiti da: Martha e Robert "Rob", rispettivamente sorella e marito di quest'ultima, in procinto di diventare madre per la prima volta; Cora Hedley, la vicina di casa di Holly, una donna anziana che mi ha insegnato davvero molto sulle opportunità perse, sui rimpianti e sull'importanza di correre il rischio e di dare tempo alle cose perché si sviluppino in un ambiente favorevole. Vi riporto dei brani che mi hanno colpito molto, detti proprio dalla signora Hedley a Holly:

"Non fare stupidaggini, figliola. Non avere paura di provare una gioia che non ti aspetti. Non commettere l'errore di ritrovarti a rimpiangere un'opportunità sprecata, perché per quanto tu possa amare un fantasma, questo non ti scalderà."

"Finché c'è vita, c'è speranza. Alcune cose hanno solo bisogno di avere un'opportunità per crescere."

Tuttavia anche Fergal Argyll, nonostante il suo aspetto e le sue azioni un po' volgari e provocanti, è un uomo dal passato molto complicato e duro, che ha sofferto molto. Altri personaggi di contorno che agiscono sulla trama in modo attivo sono, come dicevo prima: Penny, la vipera ex ragazza di entrambi gli Argyll, Mary, la domestica degli Argyll, Clara Sawyer, l'ex ragazza di Ciaran che l'ha letteralmente rovinato e infine i genitori di Holly e Martha, che vivono in una pensione a Minorca.

Se avete voglia di sognare, di tornare a credere nell'amore, nelle seconde opportunità o semplicemente volete sorridere, questo è il libro giusto per voi. Questo è uno dei libri più emozionanti letti finora, un romanzo che mi rimarrà nel cuore per il messaggio che mi ha trasmesso e per lo sviluppo di personaggi veri, reali, le cui emozioni si possono sentire sulla propria pelle durante la lettura.

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro che vi consiglio, ma non sarà la solita citazione, bensì un dialogo tra Holly e Fergal:
"Bè, rallegrati, ragazza. Ci sono alcuni poveretti che vivono un'intera esistenza senza nemmeno sapere cosa sia l'amore. Noi possiamo anche non ritrovarlo più, ma almeno sappiamo che cosa cercare."
(Fergal a Holly)

xoxo,
Giada

sabato, ottobre 01, 2016

RECENSIONE de Il Vento di Kornog di Alessia Litta

Buona sera, bloggers e lettori! Come va? Io ho iniziato il mio ultimo corso prima della laurea, spagnolo 2, e sono un po' arrabbiata in generale ma spero che mi passi, io sono sempre stata una che studia molto anche una lingua che ha già studiato in passato e niente mi fermerà, specie ora che sono così vicina a terminare la mia carriera universitaria. In questi tre giorni ho avuto il piacere di leggere "Il Vento di Kornog", il romanzo di Alessia Litta. Questo romanzo è una vera e propria perla! *---*

PREMESSA
Ho sentito parlare molto di questo libro e dopo esser stata delusa profondamente da "After" avevo bisogno di un libro con L maiuscola che mi piacesse molto, che mi coinvolgesse e mi facesse sognare. In questo romanzo, ambientato in Bretagna, ho trovato tutto questo. Buona lettura!

TRAMA (da Goodreads)
Claire, italiana d'adozione, non ha ricordi della sua infanzia, ma possiede l’abilità di leggere le memorie degli oggetti e delle persone che tocca.
Quando, per caso, si trova fra le mani una lettera di sua nonna, creduta morta da anni, si rende conto che le sono state raccontate molte bugie. I suoi genitori, infatti, non solo l’hanno tenuta lontana dalla Bretagna - sua terra d’origine - senza spiegarle le ragioni, ma le hanno nascosto che lei è la causa della loro fuga dalla Francia. Qualcosa è accaduto quando era solo una bambina. Qualcosa che non ricorda.
Determinata a capire, Claire decide di raggiungere la Bretagna.
E in quella terra di leggende, battuta da venti e tempeste, si imbatterà nei Laouenan, ricca famiglia che vive in un maniero arroccato su una scogliera. Qui scoprirà che un segreto terribile circonda l’enigmatico e taciturno proprietario da cui tanto si sente attratta, e che un filo sottile li lega.
Ma sarà solo scavando nel passato dei Laouenan, tra intrighi, rivelazioni raccapriccianti e nuove amicizie, che Claire troverà la verità su se stessa, e potrà così riprendersi ciò che ha perduto.

RECENSIONE
Il romanzo "Vento di Kornog" ruota attorno a Claire, una ventenne che ha appena perso sua madre dopo una dura battaglia contro il cancro, che vuole conoscere le sue origini e soprattutto vuole capire perché sia stata portata via dalla sua amata Francia, in particolar modo dalla Bretagna, in modo così brusco quando era solo una bambina. Ma Claire non è una semplice ragazza, ha una caratteristica molto interessante: le basta toccare o sfiorare un oggetto per vedere la sua storia e le emozioni collegate ad essa. Un potere che non sa di preciso da quando ha, ma che l'ha sempre accompagnata nella vita fino a quel momento. Quando Claire scopre una lettera inviata al padre Christophe da una donna chiamata Rose Bondier, inizia a mettere in discussione tutto e decide così di tornare nel paesino dov'è nata, per cercare di ricordare il luogo, per ritrovare questa famigerata Rose Bondier e per trovare se stessa. La sua strada s'incrocerà con Eric Kerouac, poliziotto di bell'aspetto e anche con Damien Laouenan, rampollo della ricca e facoltosa famiglia Laouenan. Dopo una serie di avventure e disavventure, Claire finalmente affronterà il suo passato e tirerà fuori, letteralmente, gli scheletri nell'armadio dei Laouenan collegati ad una strana quanto misteriosa maledizione che sembra abbattersi sui membri maschili della famiglia. Claire non solo ritroverà il pezzo mancante di se stessa (ma non vi dico come né chi sia) ma metterà a frutto la sua passione per la fotografia. 
Il titolo "Vento di Kornog" si riferisce ad un vento molto forte che provoca danni ambientali e che spira da ovest, infatti Kornog in bretone vuol dire ovest. 

Un romanzo di altissima qualità, ricco di descrizioni interessanti che non appesantiscono il romanzo, ma che accrescono nel lettore la curiosità verso la Bretagna. Lo sviluppo dei personaggi è ben fatto e l'autrice, seppur attraverso il POV di Claire, riesce a farci comprendere bene i sentimenti e le reazioni degli altri personaggi di contorno. I numerosi flashback, scritti in corsivo, sono molto dettagliati e precisi nel descrivere un'epoca posteriore a quella in cui è ambientato il romanzo. Un romanzo che in certi punti aveva il sapore del romanzo gotico, mi ha ricordato molto in alcuni punti "Cime Tempestose" di Emily Bronte e in alcuni punti anche Jane Eyre di Charlotte Bronte. Un romanzo sulla vita, sulla morte e sull'importanza di affrontare il nostro passato, un passato che può far male, ma che bisogna affrontare e non lasciare marcire dentro di noi. Un romanzo da 4,5 stelline. Un romanzo così bello, nonostante qualche lieve refuso nella prima parte, che merita di essere letto.

Vi saluto con una citazione tratta da questo bellissimo libro, che vi consiglio caldamente:
"Mi mancava mia madre. Mi mancavano i suoi sguardi, i suoi sorrisi discreti  e quei suoi occhi  che sembravano vedere più di quanto dovessero. Non erano state rare le incomprensioni fra noi, ma l'avevo amata tanto."
(Claire)

xoxo,
Giada

giovedì, settembre 29, 2016

RECENSIONE di After di Anna Todd

Buon giorno, bloggers e lettori! Come va? Io ho superato i miei esami della sessione autunnale, sto leggendo i libri per la tesi e a breve comincerò a buttare giù le prime pagine. Nel frattempo, ho anche letto un libro molto molto discusso nel web sin dalla sua pubblicazione, ovvero "After" di Anna Todd. Vi ricordate la mia epica recensione di Cinquanta Sfumature di Grigio di E.L. James? Ecco, questo libro è persino peggio di quel libro.

PREMESSA
Mi avevano detto che era un libro bellissimo. Io gli ho creduto.
Mi avevano detto che era epica la storia d'amore degli Hessa. Io gli ho creduto.
Mi avevano detto che il loro amore era solido. Io gli ho creduto.
Mi avevano detto che i personaggi principali erano stupendi. E io gli ho creduto.
No. Non crederò più a nulla. Dire che sono delusa sarebbe riduttivo. A questo aggiungeteci anche che sono altamente disgustata, e avrete più o meno l'idea di come mi sento dopo aver finito questo "capolavoro".

A questa premessa voglio aggiungere anche che sì, è vero che de gustibus disputandum est però che cavolo, non mi è piaciuto per niente per questo libro e gli ho dato il voto più basso che io abbia mai dato.

TRAMA (dalla quarta di copertina)
Un amore impossibile.
Un amore ribelle.
Un amore infinito.

Ambiziosa, riservata e con un ragazzo perfetto che l'aspetta a casa, Tessa ama pensare di avere il controllo della sua vita. al primo anno di college, il suo futuro sembra già segnato: una laurea, un buon lavoro, un matrimonio felice... Sembra, perché Tessa fa a malapena in tempo a mettere piede nel campus che subito s'imbatte in Hardin. E da allora niente è più come prima.
Lui è il classico cattivo ragazzo, tutto fascino e sregolatezza, arrogante e ribelle, pieno di piercing e tatuaggi. E' la persona più detestabile che Tessa abbia mai conosciuto. Eppure, il giorno in cui si ritrova sola con lui nella sua stanza, non può fare a meno di baciarlo. E accenderà in lei una passione che, contro ogni previsione, sembra reciproca. Nonostante Hardin, per ogni passo che fa verso di lei, con un altro retroceda. Per entrambi sarebbe più facile arrendersi e voltare pagina, ma se stare insieme è difficile, a tratti impossibile, lo è ancora di più stare lontani. Quello che c'è tra Tessa e Hardin è solo una storia d'amore sbagliata o l'inizio di un amore infinito? Che sia davvero questo l'amore?

RECENSIONE
Prima di recensire questo libro, ci tengo ad avvertirvi che ci andrò giù pesante. E visto che qualche giorno fa sono stata criticata in modo velato su Facebook per aver espresso la mia opinione da parte di una ragazza che ha lanciato l'hashtag #IostoconAfter. Bene, questa è la mia risposta.


Ho rimandato fin troppo la lettura di questo libro, e in parte ho dovuto farlo per evitare mega spoileroni ma dopo cinquanta pagine ho capito il perché delle tante recensioni a una stella. Non fraintendetemi, questo libro è stato tanto amato quanto odiato, un po' come le Cinquanta Sfumature, ma nonostante ciò è considerato il libro da consigliare ai tredicenni e quattordicenni.



"After" comincia con Theresa "Tessa" Young, una diciottenne che si è appena trasferita al college della WCU. Il giorno di accoglienza delle matricole, quando arriva nel dormitorio incontra la sua compagna di stanza, Steph e subito dopo Hardin. Tessa è superfidanzata con il fidanzato perfetto, tutto casa e chiesa e che viene da una buona famiglia: Noah. Tessa ha deciso insieme a Noah di aspettare il giorno delle nozze per concedersi a lui, e ha già programmato tutta la sua vita: vuole laurearsi, trovarsi un ottimo lavoro e sposarsi e entro i venticinque anni avere due figli. Tutto cambia naturalmente quando incontra Hardin. Tessa e Hardin sono come il giorno e la notte. Non potrebbero essere mai più diversi l'uno dall'altra. Dopo una serie infinita di litigate tra lei e Hardin il primo mese di college, Hardin decide di portarla ad un ruscello e farle il suo primo ditalino. Tutto questo mentre sta ancora con il suo fidanzato Noah. Povero Noah, è stracornuto fino a quando Hardin non si decide a dirgli finalmente che la sua ragazza super fantastica fighissima se la fa con lui. Da questo momento in avanti, seppur con numerose difficoltà, i due staranno insieme. Ma lasciate che vi mostri la meme che ho creato solo per gli Hessa.


Questa meme riassume più o meno cos'ho pensato in quel momento quando Tessa, da brava e intelligente ragazza, incolpa Hardin della sua rottura con Noah. Ma se fosse davvero intelligente, si renderebbe conto che la colpa non è solo di Hardin, ma soprattutto sua, perché nessuno le ha chiesto di strusciarsi e di pomiciare con il cattivo ragazzo.

Oh e questa meme, che in teoria doveva andare prima... Ma non importa. Tessa ha cornificato in più modi Noah, prima di capire che non lo amava più e che non voleva stare con lui.

Magari Tessa e Hardin fossero conosciuti solo per questo. No, oh no. Entrambi sono l'emblema dell'incoerenza e volubilità. La loro mattinata inizia con loro due che si odiano, litigano, fanno pace, c'è un intermezzo di natura sessuale (ditalini, pompini o altro) e alla fine sono felici e contenti. Non vi ho detto quanto ho amato che Tessa cambiasse opinione ogni pagina. Davvero. *Sarcasm mode on*

TESSA YOUNG
Se vi ricordate la mia recensione di Uno splendido disastro, saprete che io ho dato quattro stelle a quel libro solo perché ho amato incondizionatamente il personaggio di Travis Maddox e le sue dichiarazioni d'amore, mentre ho odiato la volubilità di Abby Abernathy. Ecco, Tessa si può considerare la brutta copia di Abby. Se siete miracolosamente riusciti a sopportare Abby, non riuscirete a sopportare Tessa in questo libro, parola mia. Tessa è di una incoerenza unica. Prima dice di non voler più vedere Hardin, ma corre subito da lui non appena Landon o qualsivoglia personaggio lo chiama per dirle di aiutarlo. Dopo e vi ricordo - dopo - che lei si era ripromessa di stargli alla larga. Si pente continuamente di quello che fa, si fa un sacco di pare mentali inutili che vengono usate come giustificazione per le loro litigate. Ma anche quando non c'è motivo di litigare, la Todd sembra tirare fuori un motivo più assurdo di un altro per farli bisticciare. E allora Tessa dice che non lo vuole più vedere, si allontanano, stanno male e le solite storie. Se mi conoscete sapete che la coerenza nei personaggi per me è tutto. Se un personaggio non è coerente con ciò che dice di voler fare, ma fa tutto l'opposto di ciò che si era ripromesso per la centesima volta, a me fa arrabbiare moltissimo - e ciò fa abbassare il punteggio che darò al voto. A voi sembrerà cosa da poco, ma se un personaggio non è coerente con le sue idee, è volubile e cambia idea dieci volte in una giornata, per me ha un problema bello grosso. Tessa sembra esser vissuta in una caverna prima del suo arrivo al college e quando ammette di essere ancora vergine a diciotto anni (cavolo, che dilemma!) viene presa in giro dagli altri amici della comitiva di Hardin. Ora, la verginità in questi libri viene considerata un problema da rimuovere al più presto, quasi fosse impensabile che nel 2016 ci siano ancora diciottenni vergini. La verginità non è una cosa da dare al primo che passa, proprio come non bisognerebbe fare le prime esperienze, ma bisogna fare quando si è consci del passo che si sta facendo. Questo è un messaggio sbagliato da mandare alle ragazzine, è come dire: che schifo, sei ancora vergine! Sbrigati a perderla, altrimenti non sarai considerata figa come noi! E se so che Hardin è così promiscuo, ci penserei due volte prima di concedergli la parte più importante di me. Altra cosa che non ho tollerato è il modo in cui si fa manipolare emotivamente da Hardin, numerose sono le volte in cui lei cerca di capire se la loro relazione sia sana o meno e, sebbene abbia capito che non lo è, che il loro è un amore malato, preferisce continuare a stare con lui. Vi ricordate Ana Steele, che si eccitava solo se Christian la guardava? Qui siamo saliti di livello. A Hardin basta sfiorare Tessa per farla venire. Sul serio. Il fatto che lei, dopo aver discusso con Hardin, alla fine decida di andare a convivere con lui sebbene lo conosca da nemmeno due mesi, mi ha fatto preoccupare molto. In due mesi non puoi conoscere bene una persona, anche se ci passi tutto il tuo tempo insieme e non puoi conoscerla bene specialmente se quella persona è Hardin e quando chiedi spiegazioni lui ti dice sempre "Basta farmi domande. Fatti i cazzi tuoi.". L'appartamento in cui Hardin insiste per convivere con Tessa, diventa alla fine motivo di ricatto economico. Ma mai intenzionale, eh. Tessa è un personaggio vuoto, banale, senza alcun sviluppo degno di nota, facilmente manipolabile, incoerente e volubile. Non dimentichiamoci che è pure bigotta (per questo vi dicevo che secondo me, prima del college, viveva in una caverna).

HARDIN SCOTT
Gosh. Da dove comincio. Hardin Scott viene dipinto come il cattivo ragazzo di turno, sexy, tutto tatuato, pieno di piercing e con una backstory lacrimevole - ma non per me eh, io non sono riuscita a considerare la sua storia personale così toccante. Il fatto che lui usi il suo passato come scusa per giustificare le sue azioni e i suoi attacchi verbali a Tessa mi ha fatto seriamente domandare dove le altre lettrici trovino bello questo personaggio. Visto che questo romanzo era nato come una fanfiction degli One Direction, è chiaro che esso sia incentrato su Harry Styles; quindi non sono riuscita ad immaginarmi Hardin come un personaggio costruito in modo chiaro e preciso, ma solo una brutta copia del cantante di quella pop band (che a me piace molto, comunque). Hardin ama fare quel cavolo che gli pare, senza preoccuparsi di ferire le persone che stanno accanto, siano essi gli amici o i suoi parenti. Tessa naturalmente, con la sua sindrome da crocerossina, non perde occasione di correre in soccorso di Hardin non appena può. L'aiuto di Tessa non è sempre ben accetto, perché la maggior parte delle volte lei la insulta, le rinfaccia le cose e la ferisce. Mamma mia, che amore ideale! E' il tipo di amore che sogna ogni ragazza! *Sarcasmo mode on*. La caratteristica peculiare di Hardin sono i suoi sbalzi d'umore e questo mi ha preoccupato molto, perché sembra avere davvero dei grossi problemi psicologici. I suoi sbalzi d'umore lo portano a cambiare idea continuamente su tutto e soprattutto, sulla sua relazione con Tessa e sono anche ciò che fa ammattire Tessa. Tranquilli, fa ammattire anche noi lettori. Io starei alla larga da una persona del genere, perché se non esita a spaccare tutto ciò che trova sulla sua strada, a ubriacarsi (da quando conosce Tessa lo fa con maggiore regolarità, sebbene lui dica sempre che non beve MA in più di un'occasione lo vediamo bere e ubriacarsi). Ma poverino, viene da una situazione familiare difficile, bisogna capirlo, non bisogna stargli addosso, bisogna cercare di capirlo. NO! Bisogna stare alla larga da una persona del genere. Per tutto il libro avevo il terrore che lui alzasse le mani su Tessa, ve lo giuro. Ho passato le ultime duecento pagine con questa paura in corpo. Ha un passato misterioso che non rivela a nessuno e che confida solo a Tessa, si è fatto quasi tutte le ragazze della WCU e non esita a usare Tessa per i suoi scopi sessuali. Non dimentichiamo anche che, come Tessa, anche lui è molto volubile e incoerente e le sue azioni non corrispondono mai alla sue idee.

LANDON 
Landon è l'unico personaggio che mi sia davvero piaciuto e la mezza stellina è per lui. Landon è il fratellastro di Hardin, un bravo ragazzo impegnato nello studio, nel ristabilire l'equilibrio a casa sua a causa degli scoppi d'ira di Hardin, e impegnato a portare avanti una relazione amorosa con Dakota.

ZED, NATE, STEPH, JACE, MOLLY
Come prima annunciato, questo romanzo è ispirato agli One Direction quindi è stata una cavolata trovare le somiglianze dei personaggi con quella band musicale. Zed, il ragazzo che Hardin detesta tanto perché ci prova con la sua ragazza/non ragazza, è Zayn Malik. Zed è forse uno dei pochi bravi ragazzi in questo romanzo, almeno, questa è l'impressione che mi ha dato. Nate è Niall, personaggio di contorno amico sia di Hardin che si Tessa. Steph è la compagna di stanza di Tessa, una ragazza simpatica e gentile. Jace è un personaggio misterioso legato alla droga (Hardin ha detto che ha un gruppo di fattoni e fino a prova contraria i fattoni sono quelli che si drogano) ed è l'unica persona in tutto il libro che Hardin realmente tema. Molly è una ragazza dai facili costumi, una ragazza che vuole attirare l'attenzione su di sé ma lo fa nel modo sbagliato. Tessa la definisce "puttana" solo perché indossa spesso una minigonna o un vestito succinto e questo mi ha fatto imbestialire, perché questo è slut shaming. Non è vero che chi indossa una minigonna è una puttana, come non è vero che chi si veste così vuole sempre fare la facile con i ragazzi. Lo slut shaming presente in questo libro ha fatto abbassare l'opinione che ho del libro stesso, facendomi preoccupare ancora di più per il messaggio che trasmette alle ragazzine: Hai la minigonna? Sei una puttana! Ho alzato gli occhi al cielo talmente tante volte leggendo sto libro che ho perso il conto. Quando pensavo che non potesse peggiorare più di così, l'ha fatto. Molly almeno è un personaggio coerente nel romanzo, al contrario della bigotta Tessa, che come una Ana alle prime armi, dopo la sua prima volta, passa da essere una ragazza che teme di spogliarsi ad una ninfomane di primo grado. No, non la sto definendo come Tessa ha definito Molly. Come un lettore su Goodreads ha scritto: "Mi è sembrato di leggere Cinquanta Sfumature di After!"

NOAH E LA MADRE DI TESSA
Potrei fare una recensione solo su Noah. Se Hardin è insopportabile, lui non è da meno. Noah è il tipico bravo ragazzo tutto casa e chiesa, che vuole aspettare la prima notte di nozze per andare a letto con la sua ragazza. Beh cavolo, sono stati insieme per due anni, non dico che dovessero andare a letto insieme, ma almeno qualche gioco per conoscere il proprio corpo potevano farlo. Noah sta sempre appresso la madre di Tessa e le riferisce tutto ciò che lei gli confida. E già qui mi stavo incazzando. Ma tu sei il suo ragazzo o sei il suo babysitter? Noah è un personaggio senza spina dorsale, anzi, lo definirei una spina nel fianco. Un personaggio buttato lì come riempitivo e pretesto per rendere la storia degli Hessa più drammatica.

La madre di Tessa, impeccabile donna di provincia, sempre tutta truccata perfettamente è l'emblema del bigottismo. Credo di non aver mai letto di un personaggio più insopportabile in tutta la mia vita. E' stata lasciata dal marito, quindi deve controllare ogni aspetto della figlia diciottenne, sebbene lei sia ormai abbastanza grande da gestire la propria vita da sola.

I LITIGI
I litigi sono una costante in After, quindi se avete intenzione di leggerlo, portatevi del Maalox appresso perché vi faranno arrabbiare molto gli Hessa. Spesso i litigi sono buttati lì come mero riempitivo di pagine, non sempre hanno un motivo logico e la maggior parte delle volte scaturiscono da motivi futili quali non dire cosa si pensa, cosa di fa e cavolate simili. Tessa è ossessionata da Hardin. E l'ossessione non è amore. Ma non si può non condividere nulla con la persona con la quale si sta insieme, quindi anche l'ostinazione di Hardin di non dire mai nulla ti rende un po' più empatica verso Tessa. I litigi scaturiscono spesso a causa degli sbalzi d'umore di Hardin, sembra quasi che il libro ruoti attorno solo a questo aspetto del suo carattere, che lo rende un personaggio "bello e maledetto". Meh. La mia idea di "bello e maledetto" è diversa. Studiatevi i poeti del circolo di Baudelaire e Verlaine, loro almeno erano ribelli per giusta causa. La rabbia di Hardin invece sembra incontrollabile e distruttiva e proprio perché tale, annienta tutto ciò che incontra. Alzerete gli occhi al cielo quando leggerete quante volte Tessa piange in questo libro. Vorrei davvero proporre prima una seduta psicologica individuale sia per Tessa che per Hardin e poi gli farei fare terapia di coppia.

KAREN E KEN
Karen è la madre di Landon e sta insieme a Ken Scott, il padre di Hardin, che è anche il rettore della WCU. Fin qui tutto normale, fino a quando mi sono accorta, durante la lettura, di un enorme buco narrativo: Ken e Karen stanno per sposarsi, ma Hardin continua a ripetere che sua madre vive a Londra da precaria, però non è mai detto nel libro che sono divorziati. La Todd lo dava per scontato? Questo non mi è chiaro perché non è detto da nessuna parte nel libro.

IL MESSAGGIO CHE TRASMETTE ALLE RAGAZZINE
Questo libro trasmette vari messaggi, per lo più sbagliati alle ragazzine:

  1. A diciotto anni sei ancora vergine e quindi meriti di venire presa in giro
  2. A diciotto anni non puoi essere ancora vergine, è una impensabile
  3. Puoi tradire il tuo ragazzo e farti pare mentali perché l'hai fatto, ma prendertela quando i tuoi tradimenti vengono messi nero su bianco
  4. Vai a convivere il più in fretta che puoi, altrimenti lui cambia idea e ti molla
  5. Lascia pagare a lui tutto (sebbene Tessa abbia ripetutamente detto a Hardin di farle pagare qualcosa, è lui a pagare l'appartamento in cui vivono)
  6. La dipendenza affettiva non è un male. Eh no. La dipendenza affettiva è qualcosa di preoccupante.
  7. I bad boys sono eroi che vengono redenti dall'amore della sfigata vergine di turno
  8. Le protagoniste sono bellissime e sexy, ma non sanno di esserlo e solo dopo che il bad boy di turno glie l'ha fatto notare loro ci credono. +100 autostima
  9. Lo slut shaming è una cosa che aborrisco profondamente. Penso di essermi espressa a sufficienza su questo. 
  10. Ubriacati per contraddire le persone, specie il ragazzo che tu odi/ami

REFUSI, ERRORI GRAMMATICALI E CHI PIU' NE HA NE METTA
Non mi piace fare la maestrina, ma se un libro ha errori lo devo dire. Penso che questo libro sia da tradurre di nuovo - e voi potreste dire lo stesso del mio e sono d'accordo: lo tradurrò nuovamente perché so di dovermi migliorare - non so se per una scelta editoriale o altro, ma le frasi in questo libro sono tutte brevi, con poche informazioni e ogni tot di righe si ha la frase "pensiero" in prima persona di Tessa che dice: bla bla bla: ho fatto questo. Questo mi ha irritato tantissimo. Spezzare le frasi rallenta la lettura e rende il romanzo meno fluido e piacevole da leggere. Penso non sia necessario descrivere sempre SEMPRE ogni cosa che fa la/il protagonista, perché annoia mortalmente il lettore e in questo la storia degli Hessa ci è riuscito alla grande: mi ha annoiato a morte. Altro errore grammaticale per me imperdonabile, specie per una CE di grosso calibro come la Sperling & Kupfer è quello di mettere i tre puntini di sospensione dopo il punto di domanda. Perché? Non ha senso metterli dopo! Vi faccio un esempio: «Cosa?...», non vi sembra che stonino quei tre puntini di sospensione dopo il punto di domanda? A me sì, e molto. 

Alla luce di tutto ciò, ho dato il voto più basso che io abbia mai dato a un libro: 0,5 su 5 stelline. Il contenuto, la forma e la caratterizzazione dei personaggi lasciano a desiderare almeno quanto il messaggio che trasmette questo romanzo. Mi dispiace dirlo, ma sono veramente disgustata e scioccata che a qualcuno possa piacere un romanzo del genere. E questo non è il primo New Adult che leggo, ne ho letti di New Adult qualitativamente superiori a questo. Non comprate questo libro, risparmiate i vostri soldi per un libro che valga davvero il vostro tempo. Vorrei che chi avesse letto questo libro commentasse e mi dicesse dove lo trova bello, perché io non riesco a vedere tutto questo amore, vedo solo due persone che prima si odiano e poi si amano e che stanno in una relazione tossica in cui lui vuole controllare ogni aspetto della vita di lei, facendola litigare con sua madre, obbligandola a non parlare più col suo ex fidanzato e rinfacciandole l'appartamento in cui è venuta a vivere e che la porta ad essere, in questo modo totalmente dipendente da lui. 

Vi saluto con una citazione:
Mi rivolge un sorriso comprensivo. "Bé, a volte è proprio quello che ci vuole. Una persona diversa da noi. E' uno stimolo che ci mette in discussione, e questo fa bene"
(Karen a Tessa)

xoxo,
Giada

venerdì, settembre 16, 2016

RECENSIONE di Io prima di te di Jojo Moyes

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Innazitutto ringrazio di cuore coloro che hanno commentato e condiviso i miei pareri riguardanti l'articolo scritto su "AUTORI CHE GIUDICANO I BLOG: LA RISPOSTA DEI BLOG", per me è stato molto difficile trovare le parole giuste per dirvi ciò che provo da due anni a questa parte... Tuttavia sono felice che vi sia piaciuto. Purtroppo il mondo editoriale è un mondo difficile, e bisogna sempre fare attenzione a ciò che si dice o si pubblica per non venire messi alla gogna da qualche autore che magari ha ritenuto inopportuno il tuo commento sul tuo romanzo. Ma ora parliamo d'altro, perché il romanzo che recensirò oggi, prima dello stacco necessario al ripasso e allo studio dei miei esami, è "Io prima di te" dell'acclamata Jojo Moyes.

PREMESSA
Leggere o non leggere "Io prima di te"? Questo era dilemma che si attanagliava. Tutti i miei contatti di Facebook l'avevano letto. Tutti avevano visto il film. Una autrice mi ha pure spoilerato il finale, ma a quello, in fondo, c'ero già arrivata da sola. Quindi ho detto: ebbene, leggiamolo. Non ho pianto. Non ho versato fiumi di lacrime. A volte mi sento sbagliata perché non piango come una fontana leggendo certi libri che hanno fatto piangere mezzo mondo. Sarò strana io. Forse faccio parte di quella fetta di lettori "insensibili" che non riescono a piangere leggendo i libri. E pensare che mi ero pure sforzata di piangere ma non mi è uscito niente dagli occhi. Ho apprezzato ugualmente il libro, che ritengo molto buono a livello di struttura del romanzo e di sviluppo dei personaggi.

TRAMA (dalla quarta di copertina)
A ventisei anni Louisa Clark sa tante cose. Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione. A trentacinque anni Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima e che l'ha inchiodato su una sedia a rotelle gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti. Nessuno dei due, comunque, sa che la propria vita sta per cambiare per sempre.

RECENSIONE
"Io prima di te" non è un romanzo facile, leggero da leggere. La storia di Lou e Will non è la classica storia d'amore, è una storia inusuale che parte con Louisa Clark, una ventiseienne che non si è mai spostata dal suo piccolo paese che fa l'assistente domiciliare di un disabile, William Traynor. William Traynor è un uomo d'affari della City di Londra, ama gli sport estremi, le belle donne, fare attività di ogni sorta. La sua vita cambia bruscamente nel 2007, quando viene investito da una moto che non l'aveva visto attraversare la strada. La vita di Will da quel momento cambia per sempre, e il ragazzo si ritrova inchiodato ad una sedia a rotelle, perdendo la propria indipendenza. Will in un primo momento si mostra scostante con Lou, tanto che la stessa Lou si rende conto di infastidirlo in qualsivoglia modo pur non facendo nulla. Lentamente, il loro rapporto si evolve e da un difficile rapporto di amicizia nascerà una storia (d'amore platonico) che vi farà sciogliere il cuore. Io no. A quanto pare non ho un cuore, visto che non sono mai scoppiata a piangere durante la lettura di questo libro che ha fatto versare fiumi di lacrime alle mie colleghe blogger. Ad ogni modo, così come si evolve il rapporto tra Lou e Will, così si evolve anche il rapporto tra Patrick e Lou. Patrick è il fidanzato storico di Louisa, stanno insieme da sette anni ma lui non le ha mai chiesto di andare né a convivere né di sposarla. Man a mano che si prosegue nella lettura del libro, vediamo Lou prendere sempre più a cuore la situazione in cui è costretto a vivere Will, specialmente dopo aver origliato per caso ad una conversazione tra Camilla Traynor e Georgina, la sorella di Will... Louisa è la persona scelta da Camilla Traynor, ovvero Mrs T, per far tornare la voglia di vivere a suo figlio dopo il tentativo di suicidio avvenuto un anno dopo l'incidente. Louisa, una volta scoperto cosa vuole fare Will del suo corpo e della sua vita, cerca di fare del suo meglio per portare un po' di serenità e gioia nella vita di questo ragazzo che si è ritrovato dal giorno alla notte senza più nulla, senza poter fare più nulla. Luisa scoprirà quali sono le intenzioni del ragazzo alla fine dei sei mesi concordati con la madre e il padre, e si impegnerà sempre di più per cercare di renderlo felice. Non sa che, con la sua sola presenza, ha reso felice Will.

Louisa Clark è una ragazza chiusa in sé stessa, che non ha finito gli studi e che perde il lavoro al The Buttered Bun. E' perciò costretta a cercarne un altro, ma non è disposta a fare lap dance oppure a dividere le carcasse dei polli morti. Louisa è una ragazza all'apparenza molto semplice, che non necessita di molto per essere felice perché le basta vivere nella sua comfort zone senza evadere o rischiare nulla. Ama molto la moda, specialmente ama con tutto il cuore delle calze a righe nere e gialle di cui conserva un buon ricordo, dalla sua infanzia.
"Calze bombo?""A strisce gialle e nere.""Strepitose.""Che cattiveria.""Beh è la verità. Sembrano terribili.""Potremmo sembrare terribili a lei, ma stranamente, Will Traynor, non tutte le ragazze si vestono solo per piacere agli uomini."

Louisa sembra la ragazza del paese da cui vieni, con un gusto eccentrico nel vestire e nella moda in generale, ma è fatta per emergere, per brillare. La bontà di Louisa è una delle caratteristiche fondamentali di questo personaggio un po' bizzarro.
A parte una certa stravaganza nell'abbigliamento e il fatto che sono un po' bassa, non sono poi così diversa da chiunque potreste incontrare per strada. Probabilmente non vi voltereste a guardarmi una seconda volta. Una ragazza normale che conduce una vita normale. In effetti, andava bene così.

Nel 2009, il mondo di Will e Louisa dapprima di sconteranno, ma poi si contamineranno a vicenda, così come conosceremo le backstories di entrambi i personaggi, sapremo com'era la loro vita prima del loro incontro, prima del loro incidente, prima che Lou perdesse il lavoro. Louisa ama molto il suo paese e non ha mai viaggiato, tanto che conosce quanti passi ci sono da un determinato posto all'altro. Will la esorterà ad espandere i propri orizzonti, a diventare assetata di conoscenza di informazioni, a essere una persona più attenta di ciò che accade nel mondo intorno a lei, ad apprezzare gli aspetti belli e brutti della sua vita.
"Hai ventisei anni, Clark. Dovresti essere là fuori con il mondo in pugno, a metterti nei guai in qualche bar, a esibire il tuo bizzarro guardaroba di fronte a uomini poco raccomandabili...""Sono felice qui." dissi."Beh, non dovresti."

"Niente ' forse'. Devi andartene da qui, Clark. Promettimi che non trascorrerai il resto della tua vita in questo buco di città, in questa imitazione di una tovaglietta all'americana.""Promettertelo? Perché?" cercai di dare un tono leggero alla mia voce. "Dove hai intenzione di andare?"E E' solo che... Non posso sopportare il pensiero che tu rimanga qui per sempre." deglutì "Sei troppo intelligente. Troppo interessante." distolse lo sguardo da me "Hai soltanto una vita ed è tuo dovere fare di tutto per viverla pienamente."

Patrick sembra il ragazzo ideale, il ragazzo perfetto con il quale vorresti che tua figlia andasse a convivere e con il quale si sposi. Invece Patrick e Lou si allontanano sempre di più l'uno dall'altra. Patrick l'ho odiato come personaggio, è un ipocrita buonista (aggiungerei anche perbenista), un ragazzo talmente concentrato sulla sua carriera e ossessionato dalle maratone - non dimentichiamo la più importante, l'Extreme Viking, al quale DEVE assolutamente partecipare insieme ai suoi amici del Triathlon Terrors. Patrick non si rende conto dell'impatto che Will ha avuto sulla vita di Lou fino a quando lei non gli dice che si trasferirà nella dependance nella quale lavora, perché a casa sua non c'è più posto. E' molto geloso e tende a "marchiare il territorio" (Lou) in diversi modi, tra cui fare sesso con lei dopo la cena in famiglia con Will per dimostrare qualcosa a sé stesso. Credo che sia il personaggio che ho odiato fin dall'inizio del romanzo per tutti i motivi che vi ho sopra elencato.

Il romanzo è ricco di personaggi minori e personaggi di contorno che contribuiscono a rendere la storia più verosimile, più vera. Tra questi personaggi minori abbiamo l'assistente-medico Nathan, la sorella di Will Georgina, la sorella di Lou con annesso figlio (Katrina "Treena" e Thomas) e Steven Traynor con sua moglie Camilla. Gerogina è un personaggio che compare verso la fine del libro, e che rifiuta di partecipare all'ultimo viaggio alle Mauritius con suo fratello e Nathan perché ha impegni e ha la sua vita, e non vuole rinunciarvi solo perché Will è costretto su una sedia a rotelle. Katrina, in un primo momento la odierete, ma poi capirete che è una buona sorella - sebbene il più delle volte appaia come una presuntuosa saccente, in realtà vuole bene a Lou. I coniugi Traynor, invece, vivono insieme solo per il bene di Will, ma per il resto conducono vite separate.

Il romanzo è scritto tutto in prima persona, filtrato attraverso gli occhi di Louisa dopo le vicende che hanno portato Will alla Dignitas in Svizzera. Si alternano, verso la metà, capitolo dedicati a Katrina, Nathan, Camilla e Steve. Queste piccole finestre servono a mostrarci come si sentono le persone dall'altra parte della barricata, coloro che vivono con Will e sua disabilità. Questo romanzo mi ha fatto molto riflettere su svariate questioni, prima fra tutte l'eutanasia. Sarei o non sarei favorevole? Perché una persona dovrebbe scegliere di togliersi la vita? Queste sono alcune delle domande che mi hanno ronzato nella testa per tutto il tempo. Credo che nessuno possa sapere cosa vuol dire essere bloccati in una sedia a rotelle se non coloro che ci sono costretti su una sedia a rotelle, solo loro sanno quanto sia difficile convivere con malattie, infezioni, problemi di salute di varia natura. Altro tema molto importante toccato è senza dubbio l'amore, non quello fisico, quello platonico che è reso in un modo tale da essere quasi tangibile nel libro. Noi sentiamo l'amore di Lou per Will, quasi la anticipiamo nella presa di coscienza dei suoi sentimenti verso Will. L'atteggiamento di Will, nei confronti di quest'amore all'apparenza non corrisposto (per altre ragioni che non vi posso dire, altrimenti vi spoilererei il libro), mi ha ricordato l'amore di Spike e Buffy - sì, la coppia degli anni '90 di Buffy the Vampire Slayer, che si conclude con il sacrificio di Spike. Io personalmente amo molto le relazioni che cominciano con i litigi, le trovo divertenti e anche molto interessanti, ma in questo caso non si può parlare di una vera e propria relazione, di un vero e proprio amore. Si può parlare di amore platonico, perché questo è, secondo me. Altro tema toccato è quello dell'espandere i propri orizzonti, dell'andare oltre la propria comfort zone e provare qualcosa che ci fa paura, perché se non proviamo le cose che più ci spaventano, come possiamo dire che abbiamo vissuto davvero. Dobbiamo prendere in mano le redini della nostra vita, fare della nostra vita l'opera d'arte che desideriamo e viverla pienamente. Non bisogna accontentarsi di ciò che si ha, se non si è felici. Bisogna esplorare, conoscere il mondo attorno a noi e rischiare, ridere, scherzare. Vivere.

Vi saluto con due citazioni tratte da questo bellissimo romanzo che si è conquistato quattro stelle:
"Qualche volta, Clark, sei praticamente l'unica ragione per cui desidero alzarmi al mattino."
(William Traynor)

Volevo imprimere anche il più piccolo pezzettino di me contro di lui. Volevo lasciare qualcosa di mi dentro di lui. Volevo dargli ogni briciolo di vitalità che sentivo e costringerlo a vivere. Mi resi conto che avevo paura di vivere senza di lui. "Com'è che tu hai il diritto di distruggere la mia vita" volevo chiedergli "Ma io non ho voce in capitolo nella tua?". Ma avevo fatto una promessa. Così lo tenni stretto. Will Traynor, ex giovane promessa della City, ex paracadutista spericolato, sportivo, viaggiatore, amante. Lo tenni stretto e non dissi nulla, continuando a ripetergli silenziosamente che qualcuno lo amava. Oh, se lo amava.
(Louisa Clark)

xoxo,
Giada

giovedì, settembre 15, 2016

BLOGTOUR DIMMI CHI SEI DI D.M. WINTERS

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Oggi pomeriggio, dopo molta assenza, torno finalmente a parlarvi nel blog e lo faccio tramite una tappa facente parte di un blogtour di un libro molto interessante. Qui sotto troverete tutte le informazioni, buona lettura!


Titolo: Dimmi Chi Sei
Autore: D. M. Winters
Editore: Lettere Animate
Genere: Romanzi Rosa, Libri per ragazzi
Prezzo Ebook: in offerta per il blogtour a 0,49€ (prezzo intero 1,49€)
Prezzo Cartaceo: 14,00 € (in uscita)
Link acquisto: https://www.amazon.it/dp/B01G7XFY1I/

Sinossi:
Ginny ha appena terminato le prove di danza, quando lo incontra: incontra il ragazzo che le cambierà la vita. Lui è Max, all'apparenza misterioso, con un passato che ha voluto dimenticare e lasciarsi alle spalle, determinato a ricominciare da capo. Lavora alle scuderie del paese, ed è lì che tutto ha inizio: qualcosa, in entrambi, sta per cambiare. Gli occhi di Max la notte perseguitano prepotentemente lei; il volto di Ginny distrae in continuazione lui. Non sarà facile, però, per Max confessarle il suo segreto, proprio quando si rende conto che quella ragazza lo sta salvando: è grazie a lei se la sua vita sta tornando a splendere. Ma ha bisogno di tempo per riuscire a parlare del suo passato, che solo il pensiero rievoca in lui immagini che fanno male. Ginny si fida di lui, ma continuerà a farlo anche quando gli incubi peggiori del cupo passato di Max torneranno a farsi sentire, e a tormentare non solo lui, ma anche la sua 'ancora'?

Biografia: Sotto lo pseudonimo D. M. Winters, si nasconde una ragazza che adora sognare. Nasce in un piccolo paesino in provincia di Treviso. Dimmi Chi Sei, pubblicato inizialmente a capitoli su una piattaforma online, è il primo volume di quella che sarà destinata a diventare la trilogia Do Love Me.

Tappa 3 – Canzoni che hanno ispirato la storia

La trama di Dimmi Chi Sei nasce casualmente guardando il video musciale di Hall Of Fame:


La figura della ballerina ha ispirato molto Ginny: la nostra protagonista è cresciuta con la danza, e con la danza vuole continuare a sognare per tutta la vita. Ginny comincia a danzare da bambina; si è vista crescere, cambiare, ma la passione che la legava alla sua passione è sempre stata la stessa, tanto forte da farle brillare gli occhi mentre si muove elegantemente a ritmo di musica classica, tanto forte da animarla di un grande senso di libertà. Ovviamente i momenti di difficoltà non la vogliono trascurare.

“A metà Marzo, la nostra Scuola di Danza avrebbe partecipato al Festival di Primavera a Roma. Solo cinquanta Scuole di Danza in tutta Italia venivano ammesse, e da più di trent'anni la nostra era tra quelle e faceva sempre il suo meraviglioso figurone. Ogni scuola eseguiva un ballo che veniva valutato da una giuria di sette grandi professionisti, tra cui Sveva Lazzarini e Kristoff Kotov - i migliori ballerini al mondo - almeno, per me. Delle prime dieci scuole classificate venivano poi valutate singolarmente le ballerine soliste nei loro assoli.
Il Presidente del Memorial Tchaikovskij, Pietro Aleotti, faceva parte della celebre giuria e si distingueva per la severità nelle sue votazioni: era sempre in cerca di nuove componenti per il suo corpo di ballo. Spettava a lui scegliere se e di quante ballerine avrebbe avuto bisogno. C'erano anni in cui venivano selezionate anche tutte e dieci, la maggior parte delle volte non più di quattro, e l'anno scorso ne preferì solo una.
Volevo essere scelta, avere gli occhi di Pietro Aleotti puntati su di me. Volevo diventare qualcuno, girare i più grandi teatri d'Italia. Ma ancora una volta avrei dovuto attendere almeno un altro anno.” (capitolo 1)

La determinazione di diventare una ballerina professionista non manca a Ginny, ma non le manca nemmeno la paura che potrebbe non riuscire mai a fare quel passo in più che la porterà sulla cima.
"Chi ci mette davvero anima e corpo in ciò che ama, proprio come tu stai facendo con la danza, non butterà mai via il tempo che crede di aver perso, non così all'improvviso. Si viene sempre ricompensati per ciò che si merita, anche se ad alcuni può costare più sacrificio e tempo di altri. Forse tu vedi il tuo traguardo ancora troppo distante, o non lo vedi proprio più, ma io credo che sia questo il momento più importante, la prova più grande, dove tu devi lottare per sconfiggere la parte di te che si sta stancando, indebolendo, la tua parte pessimista che crede di aver buttato all'aria anni interi per niente. Ginny, è arrivato il momento di far vedere chi sei, questa è la prova più dura che puoi superare solamente insieme a te stessa, con le tue forze, la dedizione, il coraggio, che ti hanno permesso di crescere fino ad oggi." (capitolo 5)


Il titolo stesso del libro, Dimmi Chi Sei, è stato ispirato proprio da una canzone. Spesso i miei libri sono ispirati da canzoni, hanno il titolo di una canzone o di qualche parola del testo. 'Dimmi Chi Sei' è stata una scelta dura. Mi era difficile trovare il titolo adatto per la trama che avevo in mente; ne ho scartati talmente tanti che mi sentivo ormai rassegnata. E poi...è arrivata questa canzone. Non vi svelerò né titolo né cantante, vi lascio cogliere nel testo le tre semplici parole che hanno dato il nome al mio libro: vi auguro una buona visione, ma soprattutto un buon ascolto ;)

https://www.youtube.com/watch?v=w1f6o1HQBvg


CALENDARIO BLOGTOUR



xoxo,
Giada

domenica, settembre 11, 2016

AUTORI CHE GIUDICANO I BLOG: LA RISPOSTA DEI BLOG.

Buona domenica, lettori! Oggi vorrei sottoporvi un argomento spinoso (che andrebbe sotto la rubrica Topic of the Day, ma siccome è troppo esteso e troppo complesso, preferisco fare un post a parte) riguardante una cosa avvenuta su Facebook a metà agosto. Cosa sarà mai successo su Facebook, fucina di flames e incomprensioni? Ebbene, è successo che degli autori hanno deciso di nominare i blog che secondo loro sono i migliori, creando così una spaccatura tra blog di serie A e serie B. La discussione è poi proseguita in altra sede con altre blogger, che, indignate come me, hanno deciso di creare questo post di protesta.



Ora vi racconto la mia storia. Quando ho aperto il blog, ormai due anni fa, non sapevo nulla... Ero una novellina! Pubblicavo qualche post sulle cose che mi interessavano e nient'altro. Poi la svolta è avvenuta quando mi sono proposta per recensire autori emergenti self e di CE, immaginatevi la mia gioia nello chattare con un autore o un'autrice che desidera mandarti il tuo primo libro da recensire... Che emozione unica è stata! Ricordo ancora quando ricevetti i primi venti romanzi, ero così gasata che faticavo persino ad addormentarmi la notte. E' stato un periodo molto emozionante: il mio blog aveva finalmente preso il via grazie agli eventi a cui partecipavo con il blog, le recensioni e le novità delle case editrici con le quali collaboravo. Sì, perché da novellina tout court non sapevo che i blog potessero chiedere libri da recensire alle case editrici e non sapevo neppure che si potesse collaborare con loro. Per chi non mi conoscesse, io amo molto partecipare ai Releases Blitz e ai blogtour, perciò ogni volta che posso mi propongo agli autori o alle autrici proprio perché sono delle cose che amo fare, e che so renderebbero unica la mia tappa. E' stato umiliante non solo venire ignorata ma venire trattata come una blogger di serie B che non merita la considerazione di nessun autore, perché non meritevole di stare tra i blog di serie A. Sì, ve lo dico papale, papale: mi sono sentita ferita, e molto perché gli stessi autori che hanno lanciato l'hashtag #autorichegiudicanoiblog, che sono gli stessi che hanno giudicato i blog più meritevoli di altri, sono gli stessi autori che ti cercano quando hanno bisogno di aiuto da te.

Vorrei fare perciò una riflessione: pensate che sia davvero così facile recensire un libro? Sul serio? Ci sono molte cose che tengo in considerazione quando recensisco: sviluppo dei personaggi, personaggi che non appaiano fuori posto nell'ambiente descritto, complessità psicologica dei personaggi, struttura del romanzo, eventuali refusi o errori di battitura e/o ortografia. Inoltre non posso dire che un libro mi è piaciuto quando non mi è piaciuto, e va bene, de gustibus disputandum est, ma che cavolo... Io sono una lettrice, sarò pure libera di dire che il libro non mi è piaciuto!

Sì, perché molte persone tendono a dimenticare che noi blogger siamo innanzitutto lettori e in quanto tali possiamo dire cosa pensiamo di un determinato romanzo, sempre educatamente e gentilmente. Tuttavia, mi è capitato più volte di scorrere nella mia bacheca di Facebook autori che si scagliano con veemenza contro lettori che hanno OSATO postare una recensione negativa del libro su Amazon, e che vengono messi alla gogna sulla bacheca di questi stessi autori. Dunque, adesso capite perché ogni volta io ho PAURA a pubblicare una recensione negativa?

Sinceramente con certi autori ho persino paura di dire la mia, data la loro veemenza... mi è bastato vedere come si comportano alcuni per rendermi conto che taggare l'autore in un post dove pubblicavo la sua recensione parzialmente positiva di uno dei suoi ultimi lavori non sarebbe stata una buona idea, perché sapevo che sarei stata additata come la maestrina con la penna rossa che sottolinea gli errori nei romanzi e li segnala. Alcune mie colleghe hanno detto che questo è mobbing e io penso che loro abbiano ragione. Non è possibile che i blogger abbiano paura di pubblicare una recensione negativa a un libro tanto acclamato (sia esso italiano oppure straniero) e poi o venire insultati o attaccati dalle fan dell'autrice. Essere blogger è difficile, bisogna sempre essere pronti a cogliere le novità del mercato ma anche mantenere la propria integrità morale.



Io per prima so di non essere costante nel blog, non so come facciano alcune mie colleghe a stare dietro a tutto, ma io ci provo e non ci riesco con continuità. Faccio del mio meglio in ogni cosa che faccio, cerco di mettercela tutta ogni volta perché questo angolino di web è diventato un po' la mia seconda casa. E non dico questo tanto per dire. Essere considerata una blogger di serie B solo perché il mio blog o è piccolo o non pubblica recensioni iper positive ad ogni libro che legge mi ha fatto stare malissimo. Sono ancora molto piccola, io per prima lo dico, ma non mi aspettavo di non venire minimamente considerata.

Quindi autori ditemi, cosa deve avere un blog per essere considerato il migliore da voi, per essere considerato un blog di serie A? Pubblica sempre recensioni positive ai vostri libri anche quando al blogger non sono piaciuti? Da quanto ho visto negli ultimi tempi sulla mia newsfeed di Facebook, gran pochi sono gli autori che sanno rispondere in modo pacato e gentile alle critiche, i più per la maggior parte se la prendono con il blog/blogger in questione quando dice che il libro non è piaciuto e ne sottolinea gli aspetti negativi. Indimenticabile la piazzata fatta da una autrice italiana quando il suo libro è stato recensito dalle colleghe del blog New Adult e Dintorni (o Crazy for Romance, non ricordo bene il blog in questione) che si è appigliata ad un errore nella recensione e ha chiesto al blog in questione di non recensire più suoi libri. La stessa autrice, tra l'altro, tempo addietro ha chiesto ai suoi lettori di cliccare su una recensione di Amazon come "Non utile" perché secondo lei tutto ciò la stava boicottando. COSA COSA COSA??? Non vi basta ancora? Io penso che certi autori non dovrebbero porsi in modo così arrogante nei confronti di chi non la pensa come loro sul loro romanzo, certo all'inizio può far male, ma non si può costringere la persona a pensarla come voi. Sapete, siamo esseri pensanti capaci di pensare con la propria testa e in grado di fare le nostre scelte in piena autonomia.

Inoltre, voglio aggiungere che certi autori nemmeno guardano cosa un blog recensisce o meno, mandano una mail senza guardare i generi che un blog recensisce, mandano richieste di recensioni anche quando il blog è evidentemente in ferie o la blogger ha deciso di scaglionare i periodi in cui è possibile mandare manoscritti. Detto ciò, vorrei solo che gli autori non pensassero che tutti sono contro di loro. Noi blogger siamo prima di tutto lettori e lettrici, e in quanto tali abbiamo il pieno diritto di esprimere la nostra opinione, sia che il libro ci sia piaciuto oppure no. Non è giusto aver paura di pubblicare una recensione negativa perché temiamo la reazione di un autore. Non è giusto che un recensore Amazon venga umiliato nella bacheca pubblica di un autore. Non è giusto che delle blogger vengano attaccate perché un autore non è in grado di sopportare le critiche negative.


Spero che non mi banniate o vi cancelliate ora che ho espresso la mia opinione, ma è da troppo tempo che tutto ciò accade e penso che sia ora che anche voi, lettori, siate a conoscenza di ciò che accade a noi blogger.

xoxo,
Giada

sabato, settembre 10, 2016

RECENSIONE de La Stratega. Anno Domini 1164 di Giovanna Barbieri

Buona sera, bloggers e lettori! Come va? Io ho passato una settimana a dir poco infernale e orrenda, tra il cibo che mi è rimasto sullo stomaco, lo stress per gli esami (che purtroppo non ho potuto dare) e la febbre a 38° C. Ci ho messo molto a leggere questo libro proprio a causa degli esami, ma sono felice di averlo proseguito, perché altrimenti mi sarei persa un bel romanzo storico! Vi auguro buona lettura!

PREMESSA
Amo il romanzi storici. Penso che ormai si sia capito quanto io ami questo generi di romanzi, ho sempre amato molto la Storia, infatti alle superiori era una delle mie materie preferite. Ho iniziato questo bel romanzo, pensate, a metà agosto e sono riuscita a finirlo soltanto a metà settembre - Maledetti esami!

TRAMA (da Goodreads)
“La stratega, anno domini 1164”, seconda versione de “1164, l’assedio di Rivoli”. Romanzo storico-fantastico. Dopo un forte temporale Alice, una giovane donna del XXI secolo, si ritrova nel 1163, in un bosco della bellissima Valpolicella. Cos’è accaduto? Chi l’ha inviata nel 1163 durante la lotta degli anti-imperiali contro l’imperatore Federico il Barbarossa e perché? É stata una casualità o un disegno divino? Ferita e confusa, Alice viene soccorsa da una famiglia di contadini semi-liberi, che la conduce all’abbazia del Sacro Cuore di Arbizzano, dove viene curata dalle gentili monache e apprende l’uso delle erbe medicinali. Una volta guarita e portata nel castello di Fumane, dovrà decidere come agire: lottare per ritornare nella sua epoca oppure, per fuggire alle ingiuste accuse di stregoneria, partecipare all’assedio di Rivoli del 1165 a fianco del cavalier Lorenzo Aligari del quale s'innamora perdutamente.

RECENSIONE
"La Stratega. Anno Domini 1164" è un romanzo che parla di Alice, una donna del ventunesimo secolo, che si ritrova catapultata nel dodicesimo secolo, e non a Verona dove lei vive, ma in una piccola frazione del veronese chiamata Arbizzano. Alice, sebbene in un primo momento sia spaesata e confusa, cerca di reagire alla situazione in cui si trova e cerca di capire dov'è finita e per quale motivo non riesca a capire il linguaggio delle persone. In seguito si renderà conto d'esser finita nel Medioevo, un secolo oscuro fatto di lotte sanguinose, pesti e malattie che falcidieranno la popolazione non solo italiana, ma europea. Alice, man a mano che si prosegue con il libro, imparerà ad adattarsi agli usi e ai costumi medioevali, complici anche i suoi studi sulle usanze del tempo e il suo interesse per le erbe e le piante - infatti all'inizio la troviamo all'abbazzia delle monache di Arbizzano curata dalle novizie per un lungo periodo di tempo. Tuttavia ben presto gli abitanti capiscono che non è una donna che proviene dalle loro terre. E' in questo frangente che salverà la vita a Lorenzo Aligari, nobile figlio minore del conte Aligari, che in seguito l'accuserà di essere una spia di Federico il Barbarossa, il quale insieme al nobile Garzapano controllava la via dell'Adige insieme ai soldati del Sacro Romano Impero. Lorenzo è tornato per compiere la sua missione di guerra insieme agli amici Marco (e Michele, ma non vi dico chi è xD ) e successivamente, non convinto dalla dichiarazione d'innocenza di Alice, la rinchiuderà in una torre fino a quando non riceverà ulteriori ordini dal padre. Lorenzo è un uomo integerrimo, coraggioso, puro di cuore che quando promette una cosa la mantiene sul suo onore e sebbene in un primo momento sembri quasi disprezzare Alice, ben presto si renderà conto che la donna può aiutarlo in modo concreto a Fumane costruendo non solo canalizzazioni, ma anche plutei da guerra e introducendo la rotazione delle messi, in uso in Europa a quel tempo. L'amore scoccherà imprevisto proprio tra Lorenzo e Alice, e porterà con sé una serie di conseguenze che i due dovranno affrontare, insieme alla guerra incipiente tra gli Aligari e Garzapane. Il romanzo non segue solo le vicende riguardanti Lorenzo e Alice, ma anche lo sviluppo delle storie d'amore di Chiara e Luigi, l'arciere che salvò Alice quando si ritrovò catapultata in quel secolo; Angelica e Matteo e le scorribande di Riccardo Aligari con i suoi compari. Le storie d'amore e le vicende che fanno da cornice sono davvero molto toccanti e realistiche, crudeli e veritiere. Grazie ad un alternanza di POV, che rimane comunque sempre in terza persona, conosciamo il terribile e crudele Garzapano che, rifiutando le innovazioni a cui si sta aprendo l'Italia in quel periodo, accusa Emanuela di essere una strega e non solo la piccola, ma la fa anche stuprare dai suoi uomini. Garzapano è sicuramente il personaggio più cattivo e crudele dell'intero romanzo, non riesco a trovare nessun altro aggettivo che lo descriva bene se non proprio cattivo e crudele, poiché lo è davvero. Un'altra storia che funge da contorno al romanzo è quella di Angelica, l'ancella della contessa Alessandra, moglie di Riccardo Aligari. Angelica è una donna avanti con l'età, che teme di non esser ricambiata da Matteo, il costruttore appartenente alla Scola di Fumane. La loro storia d'amore sarà osteggiata proprio da Riccardo, il quale chiederà un prezzo elevatissimo per il riscatto della donna. Una delle storie che ho più amato è stata quella tra Chiara Aligari e Luigi, l'arciere. Una storia d'amore ricca di passione, amore e coraggio. Chiara è stata promessa al vecchio conte Borsetti, e il loro matrimonio è avvenuto principalmente per motivi politici... Ovvero per fare in modo che la casata dei Borsetti spalleggiasse quella degli Aligari. Assisteremo anche alla nascita della Lega Veneta, che attuerà l'assedio di Rivoli. 

Bello. Bello. Bello. Questo sì che è un bel romanzo storico! Personaggi delineati molto bene, complessi, da scoprire a poco a poco man a mano che si prosegue con la lettura, ma soprattutto personaggi coraggiosi, guerrieri e donne che sfidano le convenzioni sociali del dodicesimo secolo per inseguire il proprio ideale di libertà... personaggi a tutto tondo che mi sono rimasti nel cuore. Un romanzo accurato, preciso e dettagliato che presenta uno spaccato realistico della vita, degli usi e dei costumi della Fumane medievale. Un romanzo molto accurato anche a livello delle erbe che venivano usate per curare i malati in quel periodo. Ho dato quattro stelline a questo romanzo che mi è piaciuto molto perché ho trovato dei refusi a metà del libro, in particolare quando Alice si traveste da uomo per assistere i feriti nell'assedio di Rivoli, in cui si spaccia per uno scudiero di Lorenzo Aligari e all'inizio ci viene detto che si chiama "Romualdo" e poi in seguito il suo nome cambia in "Romaldo", ecco questo mi ha creato un po' di confusione, perché non ho capito bene come si chiama il nome dell'uomo per il quale lei si fa passare, credo che sia Romualdo ma vorrei essere sicura. Tutto qua, per il resto lo trovo un libro molto curato, scorrevole e piacevole.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo che vi consiglio se amate la Storia oppure se volete avvicinarvi alla Storia ma non sapete come:
"Il nemico indugiava calmo, come un lupo attende il momento opportuno prima di balzare sulla preda."

xoxo,
Giada
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...