venerdì, marzo 02, 2018

RECENSIONE di The Art of Us di Hilaria Alexander/ REVIEW of The Art of Us by Hilaria Alexander

Buona sera, bloggers e lettori! Finalmente ho l'occasione di parlarvi di un libro che ho adorato, che mi è stato mandato da The Next Step PR. Ho già detto che adoro la direttrice, Kiki? Well, I love you! I libri che lei sceglie sono sempre molto interessanti e coinvolgenti, se non i migliori mai letti finora.


PREMESSA
Quando Kiki mi ha detto che ero stata scelta per recensire "The Art of Us" di Hilaria Alexander non stavo più nella pelle, leggo pochi libri che riguardano gli artisti - forse perché ho sempre paura che non rendano bene la vita e le difficoltà di un'artista, sia esso scrittore o disegnatore. Secondo me questo romanzo piacerà a molti di voi, e io già da questo momento non posso far altro che consigliarvelo perché l'ho amato tantissimo.

TRAMA (DA GOODREADS)
Due anni prima, il suo bacio ha sconvolto il suo mondo, ma lui l'ha allontanato da sé e non gli ha mai più parlato.

Lena Andrews non è brava in amore, e non ha alcuna intenzione di diventarlo. 
Gli uomini sono utili per una cosa soltanto, e l'amore non è tra queste. 
A lei sta bene esser felice con il suo lavoro come disegnatrice di fumetti. 
Eppure, non riesce ad allontanare il ricordo del bacio del suo collega di lavoro. 
Amost St. Clair è stato più lontano che poteva da Lena Andrews negli ultimi due anni.
Il lavoro ha occupato gran parte del suo tempo, ed è diventato un nome noto nella casa editrice in cui lavora. Quando si presenta l'opportunità di portare al termine un progetto che è caro a Lena, Amos coglie l'opportunità - anche se ciò significa lavorare con la donna che l'ha evitato finora.
Attraverso la loro comune passione per l'arte e l'interesse che dimostrano l'uno per l'altra, il loro amore sboccia come un fiore di loto in una pozza oscura e viscida. Ma sarà il loro amore forte abbastanza da sopportare le sfide poste dal più importante lavoro delle loro carriere?

RECENSIONE
"The Art of Us" non è il tipico contemporary romance che leggerete, cioè ha una parte di romance, ma ha anche una grande componente che riguarda la vita, l'amore e la morte, che svolgono un ruolo importante nel romanzo. Ma prima che vi racconti la ragione per cui vi dico queste cose, iniziamo dal principio: i personaggi principali del romanzo sono Lena Andrews e Amos St. Clair, due disegnatori di comic book che hanno un passato comune: si sono scambiati un bacio appassionato durante 7 Minuti in Paradiso la prima sera che sono usciti per festeggiare la formazione del team di disegnatori della Paz Media. Lena Andrews è una bellissima ragazza, ma è terrorizzata dalle relazioni umane e allontana le persone da sé proprio a causa di ciò, preferisce allontanarle da sé per evitare che vengano ferite in qualche modo da lei. Non è una donna timida, è una donna di 33 anni sicura di sé e del suo corpo, ecco perché continua ad iniziare brevissime relazioni sessuali con dei perfetti conosciuti.

I had been reminded too many times in my life that making plans for the future is futile.
You don’t hold the reins of your life.
Fate does.
(Lena Andrews)

Non vi dirò qual è stato l'evento del passato che ha traumatizzato in modo così sconvolgente Lena, ma vi assicuro che vi spezzerà il cuore e lo scoprirete man a mano che la storia si sviluppa. Lena ha allontanato da sé Amos in questi due anni,  continuando a usare la sua bitchy face come pretesto per tenerlo lontano quando bruciava dal desiderio di avere di nuovo un contatto travolgente con lui.

His kiss was the cure. 
His kiss was poison from Romeo’s lips.
His kiss was a dangerous weapon. It could be my salvation very well could be my destruction.
(Lena Andrews)

Amost St. Clair non è il tipico ragazzo nerd: è un gran figo, ma ha anche un gran cuore. Non ha mai smesso di pensare al suo bacio con Lena, sebbene abbia passato un anno a uscire insieme alla sua nuova fiamma, Olivia. Ma Amos non si trova bene con lei, e dire che sono molto in disaccordo su gran parte delle cose di cui discutono normalmente una coppia, sarebbe un vero e proprio eufemismo. Continua a negare i suoi sentimenti per Lena, e allo stesso tempo Lena fa lo stesso. Due personaggi secondari, Violet e Marty "McFly", direttore editoriale della Paz Media, si sposeranno e inviteranno la coppietta felice al loro matrimonio. Ma ciò che succederà al matrimonio cambierà le carte in tavola per tutti i personaggi, e avrà un effetto domino in tutto il romanzo. Sarà da questo momento in avanti che Amos e Lena inizieranno a comunicare tramite il quaderno degli sketch di Lena, e continueranno una fanfiction su Aiko, un manga a cui Lena è molto legata. Quello che inizia come un gioco, diventerà il loro lavoro principale e dovranno andare in Giappone per parlare con la creatrice del manga, la distante e algida Rika Ishikawa. Cosa succederà in Giappone? Amos e Lena continueranno a rifiutare i sentimenti che provano l'uno per l'altra o finalmente li confesseranno? Come sarà per Lena incontrare il suo idolo adolescenziale? Come si troverà a lavorare con una best-seller come Rika Ishikawa?

I personaggi del romanzo erano ben sviluppati e realistici, così vividi che potevi sentire sulla tua pelle le loro stesse emozioni. La struttura del romanzo di per sé ha aiutato molto i lettori a empatizzare con i personaggi: il fatto che sia stato scritto con un doppio POV, uno di Lena Andrews e uno di Amost St. Clair è stato un grandissimo punto a favore di questo libro, e lo ha reso bellissimo e profondo. Il lettore può sentire sulla propria pelle le emozioni e i sentimenti dei personaggi, in questo modo, è portato a considerare Amos e Lena come degli amici librosi e lasciarli, terminando di leggere il libro, è stata dura per me. 

Questo romanzo non era solo scritto benissimo, ha toccato molti temi che riguardano qualsiasi artista da vicino: il desiderio di rendere la propria passione un lavoro, il desiderio di entrare in contatto con i lettori - sia a livello nazionale che internazionale - e l'intrecciarsi continuo tra vita, amore e morte. Quest'intreccio è interessante e svolge un ruolo importantissimo nel romanzo, ma non vi dirò perché, dato che sto rischiando di farvi spoiler. Vi dirò solo che questo romanzo vi lascerà con il cuore a pezzi, ma allo stesso tempo vi riempirà di gioia. Vi lascerà con un sacco di emozioni che vi spingeranno a chiedervi se riuscirete mai a trovare un romanzo così bello e ben scritto ancora. Sì, me lo sto chiedendo, perché se ve lo dico è perché lo sto provando davvero. Questo è davvero uno dei migliori contemporary romance che ho letto finora.

Vi saluto con una citazione tratta da questo bellissimo romanzo, che vi consiglio e che, se leggete in inglese, dovete assolutamente dirmi se vi è piaciuto o no commentando questo post.
“For once, I didn’t want to look back. I didn’t want to stop.
I wanted to go forward.
Only forward.”

xoxo,
Giada

domenica, febbraio 25, 2018

INTERVIEW TO MISTY MOUNT, AUTHOR OF THE "SHADOW GIRL"

Hi everyone! Sorry for the delay with which I post this interview, but yesterday was a long long day for me. I had to go in another city to take part to a course for my job. Anyway, this is my first interview to an American author. I hope you like it!

INTERVIEW TO MISTY MOUNT, AUTHOR OF THE SHADOW GIRL 



1. Hi, Misty! Welcome to “Fantasticando sui libri”. Would you like to introduce yourself to my Italian readers?
Ciao, Misty! Benvenuta in "Fantasticando sui libri". Ti va ti presentarti ai lettori italiani del blog?

Hi, thanks for having me! My real name actually is Misty Mount (most people think it’s a pen name^^) I’m a caregiver, wife and mother by day and I do most of my writing at night when I should be sleeping.
Ciao, grazie per avermi accolto! Il mio nome è davvero Misty Mount (sebbene molte persone pensino sia un nom de plume). Sono un'infermiera e una madre di giorno e passo la maggior parte del mio tempo a scrivere di notte quando dovrei dormire.

2. When did you start writing?

Quando hai iniziato a scrivere?

I started writing at age five when my kindergarten teacher read me a book that had the most disappointing ending. I decided to rewrite it and quickly went on to writing my own stories. My mother still keeps all my handwritten and illustrated stories from back then. (They’re all quite silly.)
Ho iniziato a scrivere quando la mia maestra della scuola materna mi ha letto un libro che aveva un finale super deludente. Ho deciso di riscriverlo a modo mio, e subito ho iniziato a scrivere le mie storie. Mia mamma conserva ancora tutte le mie storie scritte a mano e i disegni che le riguardano da allora. (Sono tutte un po' stupide.)

3. Do you have rituals or things that you do usually, when you’re writing a novel?

Svolgi dei rituali precisi o ci sono cose che di solito fai quando stai scrivendo un romanzo?

I always start with an outline and usually map out about half of my story before I get impatient and start writing. Then I write until I get stuck and don’t know where to go and back to the outline it is.

Inizio sempre dall'outline e faccio uno schema di circa metà della mia storia prima di diventare impaziente e iniziare a scrivere. Poi scrivo fino a quando non mi blocco e non so come fare a riprendere la storia da dove l'avevo lasciata, perdendo l'outline.

4. The synopsis of “The Shadow Girl” drawn me to your book the first time I’ve read it, because it touches a theme close to many preteens and most teens. How did you get the idea of writing of Zylia? Did you do some researches with teens?
La sinossi di "The Shadow Girl" mi ha attratta al tuo libro la prima volta che l'ho letta, perché tratta un tema caro a molti preadolescenti e adolescenti. Come ti è venuta l'idea di scrivere di Zylia? Hai svolto qualche ricerca con dei preadolescenti?

The story of Zylia is intensely personal because her anxious personality mirrors my own at her age. I was inspired by my young cousin as well, who was Zylia’s age when I started the book. We share similar personalities and we both suffer from anxiety disorders. So anytime I had trouble remembering just how it was in middle school I would inundate her with questions.
La storia di Zylia è profondamente personale, perché le sue ansie rispecchiano le mie alla sua età. Mi sono ispirata a mio cugino, il più giovane, che aveva la stessa età di Zylia quando ho iniziato a scrivere il libro. Noi abbiamo personalità simili ed entrambi soffriamo di disturbi d'ansia. Ogni volta che ho difficoltà a ricordare com'era la scuola media, la inondo di domande.

5. Going out of the comfort zone it’s part of the quest Zylia has to do in order to avoid to vanish from the world. What did you do, as a writer, out of your comfort zone that challenged you?
Uscire dalla propria comfort zone è parte dell'avventura che Zylia deve intraprendere per evitare di sparire dal mondo. Cosa hai fatto, in quanto scrittrice, per uscire dalla tua comfort zone?

Honestly just showing my work to an editor and then to a publisher and now to the public...every part of that is out of my comfort zone. It feels like baring my soul to strangers and letting them pick it apart, which, for an introvert like me is incredibly difficult.
Onestamente il solo mostrare il mio lavoro a un editor e poi ad un editore, e infine al pubblic.... Ogni parte di esso è fuori dalla mia comfort zone. E' come denudare la mia agli sconosciuti e lasciarli prenderne parte è, per un'introversa come me, molto difficile.


6. Will Zylia discover why her Aunt Angelica disappeared from the world? Could you give us some hint?

Zylia scoprirà perché sua Zia Angelica è scomparsa? Puoi darci qualche indizio?

I feel the story ties up loose ends pretty well and you’ll definitely get answers to the mystery, it just might not be what you expect.
Sento che la storia risolve le questioni rimaste in sospeso molto bene e voi potrete scoprire ciò che si cela dietro il mistero. E potrebbe non essere ciò che vi aspettate.


7. What was the most difficult part of the book to write?
Qual è stata la parte più difficile da scrivere del libro?

I like to write things I know in an atmospheric way in hopes the reader can believe the story is really happening. The hardest part was probably writing the fantasy aspects of the book. But once I got comfortable with it, it was the most enjoyable part.
Mi piace scrivere delle cose che conosco in modo da fare in modo che il lettore possa davvero credere che ciò che succede nella storia sia vero. La parte più difficile da scrivere è stato sicuramente l'aspetto fantasy del libro. Ma una volta aver preso la mano con esso, è diventata la parte più piacevole.


8. What’s the message “The Shadow Girl” sends to our young readers?
Qual è il messaggio che "The Shadow Girl" manda ai nostri giovani lettori?

I hope the message will be to pay attention to the people least noticed in this world and that no matter what our personality type; we all have value.
Spero che il messaggio sia quello che prestare attenzione alle persone che non vengono mai notate in questo mondo e che non importa quale sia il nostro tipo di personalità, noi tutti valiamo.


9. Was it difficult to describe the loneliness in which Zylia lives in?
E' stato difficile descrivere la solitudine in cui vive Zylia?

No, it was a little too easily actually. The hardest part was revisiting that difficult age in my life without mentally lingering.
No, è stato fin troppo facile a dir la verità. La parte più difficile è stata rivivere quell'età difficile della mia vita senza dilungarmi.


10. Greet our readers with a quote from your book.

Saluta i nostri lettori con una citazione dal tuo libro.

‘“I was in the process of wondering just what a real doctor of psychiatry would make of me when the loud plop of a coin plunking into the water sounded to my left. I couldn’t see the person who had dropped it in due to a dense row of potted greenery, but I could hear a feminine voice whisper aloud: “I wish I wasn’t alone.”’

"Mi stavo chiedendo cosa un vero psichiatra avrebbe fatto di me quando l'assordante plop di una moneta che s'inabissava nell'acqua risuonò attorno a me non appena me ne andai. Non potevo vedere la persona che l'aveva lanciata, a causa di uno spesso strato di vegetazione, ma potevo sentire la voce femminile dire ad alta voce: "Vorrei non essere sola."



xoxo,
Giada

mercoledì, febbraio 21, 2018

RECENSIONE de L'ultimo spartano di Matteo Bruno

Buon giorno, bloggers e lettori! Finalmente posso parlarvi del romanzo a cui dovevo partecipare con il Review Party. Purtroppo, e chiedo scusa per questo alla casa editrice Leone Editore, a causa del lavoro non sono riuscita a recensirlo per tempo. Qui potrete trovare la recensione dell'ultimo libro di Matteo.

PREMESSA
Adoro i romanzi storici, penso che ormai tutto il web lo sappia, ma stavolta ci ho impiegato molto più tempo del dovuto perché per la prima volta avevo scelto di recensire un romanzo che trattava un'epoca ancora più lontana rispetto a quelle che sono abituata a leggere. Solitamente leggo romanzi storici ambientati nel 1400 o nel 1800, quindi è stata un'avventura in ogni senso per me. E' di sicuro un buon libro, io però ho trovato degli elementi che ne hanno rallentato molto la lettura, dei quali vi parlerò in modo più dettagliato a breve.

TRAMA (DA GOODREADS)
Filocrate di Megalopoli è costretto ad abbandonare la città natale e a battersi per denaro al servizio dell'impero persiano, minacciato da Alessandro Magno. Scontento, ha però occasione di riscattarsi recandosi a Sparta per incontrare re Agide, l'unico che in Grecia può sollevare una vasta rivolta antimacedone. Una volta nel Peloponneso, Filocrate incontrerà una donna misteriosa che sembra capace di prevedere il futuro e verrà coinvolto in intrighi diplomatici senza fine, fino alla sconcertante rivelazione sulle sue origini. Intanto gli spartani si preparano a combattere i macedoni: davanti alle mura di Megalopoli, i leggendari soldati dai mantelli rossi affronteranno un'ultima disperata battaglia per l'indipendenza di tutte le polis greche.

RECENSIONE
"L'ultimo spartano" è un romanzo che parla di Filocrate di Megalopoli, un mercenario che è stato esiliato dalla sua città natale, Megalopoli, su ordine di Lisicle. Lisicle si era venduto ai macedoni di Alessandro Magno, permettendogli di avanzare nell'area greca senza problemi. Filocrate, al fianco di Megabizio, suo comandante e amico, vede di sfuggita Alessandro quando è sulle rive del Granico con i suoi commilitoni; ma non avrà modo di partecipare alla battaglia poiché verrà scelto per una missione particolare, una missione che la riguarda molto da vicino: egli dovrà viaggiare per nave insieme ad un barbaro e portare dei documenti di notevole importanza, e che soprattutto potrebbero ribaltare le sorti della guerra tra greci e macedoni, a Re Agide. E' proprio quando arriva a Sparta, che conosce in modo molto sensuale la bellissima Astiage, moglie di Deuxippo. L'attrazione tra loro è palpabile sin dal primo momento, quando Filocrate la vede combattere nuda contro altre due donne e ne rimane affascinato. Man a mano che la storia si sviluppa, vediamo svilupparsi da una parte la storia riguardante i progressi militari di Filocrate, e dall'altra lo svilupparsi della sua storia d'amore proibita con Astiage. Molte sono le donne che si gettano ai piedi di Filocrate, indimenticabile tra queste è stata proprio la bellissima e letale Gorgo, sacerdotessa del tempio in cui Filocrate viene nascosto sotto il nome di Neottolemo. Gorgo ci viene presentata come una sorta di comparsa, come un personaggio marginale, ma sarà lei a cambiare le carte in tavola per quanto riguarda la vita sentimentale del nostro protagonista. Non vi dico come, ma voglio solo che sappiate che tutto cambierà a causa sua.

Il romanzo è strutturato in quattro diverse parti, ognuna delle quali rappresenta il luogo geografico nel quale avvengono le scene più importanti. Ogni parte è concatenata all'altra, cosicché ciò che accade nella prima parte ha un effetto riverbero nella seconda, permettendo al lettore quindi di vedere le cause-effetto che spingono il lettore ad arrivare all'ultima parte. Esso è narrato in prima persona dal POV di Filocrate di Megalopoli, ma non è solo questo. Il lettore, grazie alla suspension of disbelief, è cosciente che è Filocrate stesso che ormai anziano sta raccontando la sua vita, tuttavia la legge come se la storia si stesse svolgendo davanti ai suoi occhi. E' una sorta di storia nella storia, e questo stratagemma stilistico è stato davvero notevole, poiché mi ha ricordato proprio il film Alexander dove Aristotele racconta ai suoi allievi la vita di Alessandro Magno e nel film noi vediamo ciò che gli accade dal suo POV. 

Una cosa però devo dirla, non mi è piaciuto per niente il continuo uso degli avverbi in -mente durante la lettura. All'interno di una pagina se ne potevano trovare almeno cinque, arrivati alla fine del capitolo più di dieci. Perché vi dico questo? Perché tutti quegli avverbi hanno rallentato molto la lettura, rendendola pesante - e questo è stato il motivo principale per cui ho dato 4- stelline su Goodreads. Ciò non toglie che questo sia un buon romanzo, magari il cui ritmo è a tratti altalenante - io stessa ho fatto molta fatica a leggere l'inizio, che è molto lento, fino ad arrivare a pagina 100 dove il ritmo si è velocizzato all'improvviso per poi stagnarsi di nuovo poche pagine più avanti. Ecco, come vi dicevo, questo è però un buon libro e mi sento di consigliarvelo. 

Vi saluto con una citazione tratta dal romanzo, sperando che ci sia un seguito di questo libro e che i lettori possano scoprire cosa succederà a Filocrate:
"Ma cos'è la libertà senza la responsabilità che essa comporta? Ero un uomo maledetto, di quelli le cui vite si sviluppano a cavallo tra due epoche. Orgoglioso del proprio passato e allo stesso tempo consapevole che quel passato non si sarebbe protratto nel futuro."
(Filocrate di Megalopoli)

xoxo,
Giada

martedì, febbraio 13, 2018

RECENSIONE di My dilemma is you di Cristina Chiperi

Buon giorno, bloggers e lettori! Ieri notte alle due ho finito questo romanzo che... beh, se avete letto i miei aggiornamenti su Facebook, avrete capito che non mi è piaciuto affatto. Vi ricordo che, sebbene questa recensione sia negativa, è volta come sempre SOLO al romanzo e non all'autore, questo per ricordarvi che quando recensisco, io recensisco IL LIBRO e non l'autore.

PREMESSA
Ho un vago ricordo di quando uscì questo romanzo, la piattaforma Wattpad stava cominciando ad andare in voga e molte persone che conoscevo iniziavano ad usarla come modo per farsi conoscere. Era il 2014. Selena Gomez (una delle mie cantanti preferite) aveva appena rilasciato il singolo My Dilemma, la canzone che ha ispirato questo libro. Vi lascio il video della Gomez, da ascoltare durante la lettura di questa recensione molto lunga, per la quale avrete bisogno del Gaviscon e molti digestivi.


TRAMA (DA GOODREADS)
Christina Evans ha sedici anni, vive a Los Angeles e frequenta il terzo anno dell’high school. Tra feste, amici e buoni voti, la sua è una vita perfetta. Finché la sua famiglia non decide di trasferirsi a Miami, e per Cris cambia tutto. Da un giorno all’altro viene catapultata in una nuova città e soprattutto in una nuova scuola. Nonostante senta la nostalgia di Los Angeles, riesce rapidamente ad ambientarsi e a stringere amicizia con gli studenti più popolari. Tutti la accolgono calorosamente... tutti tranne Cameron e la sua ragazza Susan, da subito ostili nei suoi confronti. E così, tra grandi e piccole difficoltà, Cris trova una nuova amica, Sam, e un nuovo amore, Matt. Ogni cosa sembra procedere nel migliore dei modi, ma come spesso accade nelle faccende di cuore, i giochi sono destinati a complicarsi. Col passare del tempo, Cameron e Cris comprendono che l’antipatia che provano l’uno per l’altra nasconde in realtà un sentimento ben diverso, e accettare e assecondare questa scoperta vuol dire mettere di nuovo tutto in discussione...

RECENSIONE
Ah, cavolo. Poche volte mi sono ritrovata davanti un libro così brutto sotto molti punti di vista che non sapevo da che parte iniziare per recensirlo. Definirlo un'accozzaglia di cose americane sarebbe un complimento. Ma partiamo dal principio: Cristina Evans (che nella quarta di copertina diventa magicamente Christina e poi di nuovo Cristina, va beh, lasciamo perdere) ha sedici anni ed è un'oca giuliva bionda - passatemi il termine - che vive una vita perfetta (dice così, a metà del libro), uscendo con i suoi amici, andando alle feste e si è appena lasciata con Set (ammetto che pensavo di aver letto male la prima volta che l'ho trovato scritto così), un ragazzo che l'ha tradita scopandosi una a caso perché lei, dopo otto mesi (!) non era voluta andare a letto con lui. I genitori di Cristina le dicono che si dovranno trasferire da Los Angeles a Miami, e la prima parte del romanzo si svolge attorno a quest'evento che sconvolge la vita della povera Cristina, che è furiosa con i suoi genitori per allontanarla dai suoi amici più cari, Cass e Trevor. Torneremo su di loro più avanti, perché l'insensatezza in questo romanzo regna sovrana in ogni aspetto. Cristina è una figa atomica, una ragazza che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, ecco perché quando arriva all'high school litiga fin dall'inizio con Susan Cognome-Sconosciuto. Susan è la tipica stronza bionda del liceo: cheelereader, che ha un rapporto di tira e molla con colui che sarà l'interesse principale della protagonista, Cameron Dallas. Oh yeah, vi ricordavate Hardin Scott? Ecco, Cameron Dallas ve lo farà rimpiangere. Cameron è un bad boy, scopa a destra e a manca, odia la sua sorellastra Samantha "Sam" perché dice è colpa sua che la sua famiglia è finita, eppure se guardate le immagini del cast, i ragazzini vi faranno morire dal ridere. Torniamo a noi: Samantha, dolce e carina sorella di Cameron, è una ragazza molto, molto sensibile e a causa di Cameron si autolesiona. Sì, avete capito bene. Si taglia le vene nel romanzo questa ragazzina per colpa di Cameron, che continua a trattarla come un rifiuto umano. Cristina è decisa a sistemare la situazione tra loro, ecco perché a forza di insistere, convince Cameron a parlare con lei e a chiarirsi. Samantha mi stava quasi piacendo, fino a quando l'autrice non l'ha fatta finire con Nash Grier (Viner, Youtuber e attore) e l'ha resa un'ochetta. Ecco, mi ha fatto perdere l'interesse nel suo personaggio in questo modo, perché udite udite, Nash è il migliore amico di Cameron e Cameron non vuole che loro due escano insieme. La sorella minore di Cristina, Kate, poi, è il personaggio più inutile dell'intero dell'intero libro. Quando leggevo le loro conversazioni mi chiedevo che scopo avessero, per quale ragione erano messe lì. 

Com'è ovvio (parola che troverete spesso declinata all'avverbio), Cristina suscita ben presto l'interesse del più figo della scuola, Matthew Espinosa, che si dimostra essere solo un altro stronzo. Ma dovrete sopportare i loro tira e molla per almeno duecento cinquanta pagine (sì, le ho contate) perché lei si renda conto di provare qualcosa per Cameron (quando è successo, ho detto 'ma dai?'). Matt non è altro che un personaggio riempitivo, messo lì per allungare il brodo nell'attesa che Cristina si svegli fuori e capisca che in realtà, ha sempre amato Cameron. Cristina è come Elena di Troia, tutti gli uomini farebbero qualsiasi cosa per lei, ed è per questo che molti le ronzano intorno: da Jack Cognome-Sconosciuto (un figo biondo a caso), Austin (capitano di pallacanestro, super desiderato anche lui), Trevor (qui vorrei dirvi il perché, ma non so se vogliate saperlo) e metà degli amici maschi della combriccola di Cameron. Adesso, ho letto molti Young Adult e New Adult, ma credo di non aver mai trovato un personaggio femminile così stupido, e non vorrei davvero essere qui a dirvelo, ma la verità è che è stupido e basta. Cristina Evans non ha un po' di sale in zucca neanche a pagarlo oro, si comporta davvero come un'oca e si lamenta in continuazione (e dirà sempre: "ma perché tutti questi casini succedono a me?", "perché la mia vita deve essere così difficile/complicata?"). Vi ricordate Abby Abernathy, giusto? Nella mia recensione tempo fa ho scritto che avevo dato quattro stelle solo per Travis Maddox. Ecco, Cristina è più volubile di Abby, ed è dire tutto, perché pure Abby non scherza col cambiare idea ogni quattro righe di romanzo. Qui nemmeno Cameron Dallas si salva. Perché? Troverete le mie spiegazioni nel prossimo paragrafo.

I personaggi di questo romanzo sono tutti piatti e irritanti, non subiscono un'evoluzione dall'inizio alla fine della storia, tanto che arrivati a pagina 200 vi chiederete se non abbiate già letto sta cosa oppure no. Cristina, la protagonista, è di sicuro un personaggio che non ho sopportato. Ma neanche un po'. Oltre al fatto che sia un personaggio monodimensionale, Cristina si comporta ogni volta come una lamentosa piaguncolona indecisa, che si lascia e si rimette insieme a Matt per tipo dieci volte per rendersi conto solo alla fine di amare Cameron. Kate è un personaggio così marginale, ma nella sua marginalità è resa abbastanza sciocca pure lei (in questo caso però potrei giustificarlo, perché ci viene detto che è la sorella minore), Samantha mi piaceva fino a un certo punto del romanzo, ma poi ho iniziato a non sopportare più nemmeno lei, Susan e la sua combriccola sono le tipiche stronze del liceo e anche lei mi sarebbe potuta piacere, se non fosse che l'autrice l'ha resa una ragazza ossessionata e stalker nei confronti di Cameron. I personaggi maschili lasciano molto, molto a desiderare. Partiamo col presupposto che è impossibile che una ragazza, dopo nemmeno tre giorni che si è trasferita nella sua nuova casa e abbia iniziato a frequentare la sua nuova scuola, si trovi subito il ragazzo. Ma dai, nemmeno nei romanzi con l'insta-love succede. Come ho detto nei miei aggiornamenti Facebook, i ragazzi di questo libro a me sembrano solo dei ragazzi in piena sindrome premestruale, sempre litigiosi e irritabili con chiunque e per qualunque stupidaggine, Cameron ne è l'esempio lampante. Tra l'altro, se a ciò aggiungiamo che è impossibile che tutti i ragazzi si innamorino o comunque provino interesse per Cristina quasi subito, questo non li rende per niente attraenti. 

Una cosa, tra le tante, che proprio non ho tollerato è stata la volubilità e la contraddizione di Cristina. No, grazie. Insomma, ad un certo punto del romanzo lei dice a Cameron di dover star lontana da lui per capire cosa prova nei suoi confronti e che stare lontani è di sicuro l'unica cosa giusta da fare, e quattro righe dopo va a casa sua. Ma questo  è l'esempio meno lampante, se volete vi racconto di quando lei si è appena lasciata con Matt e soffre per questo, dice di aver bisogno di confidarsi con qualcuno, Sam le chiede se vuole parlarne e lei dice che non ne ha voglia. Oppure quando Cristina prima dice che le mancava Cameron a scuola, se lo ritrova in spiaggia e lo evita, e alla fine ci litiga insieme. 



I genitori in questo romanzo sono solo delle macchiette, anche loro personaggi riempitivi. Non hanno una loro personalità, un loro carattere, di loro sappiamo solo che lavorano per i Dallas, ma non sappiamo cosa effettivamente facciano. Lo stesso per i genitori di Cam e Sam, sono dei super ricchi ma non sappiamo perché o come lo siano diventati. Saperlo avrebbe giovato, anche perché sta ricchezza senza senso, non ha proprio senso di esistere in un romanzo del genere. E soprattutto, come hanno fatto i Dallas a non accorgersi che la loro figlia minore si autolesionava? A lungo andare, avrebbero dovuto farsi almeno due domande sul comportamento di Sam e riprendere Cameron per il suo atteggiamento pessimo nei confronti di sua sorella.

Gli spazi, altra nota dolente. Non sappiamo quanto disti la casa di Cristina dall'aeroporto, né in che modo lei possa andarci, perché non vengono nominate navette - il fatto che i suoi genitori siano ricchi, come verrà spiegato più avanti, non dice un bel niente. La cosa forse che mi ha lasciata più perplessa sono i dormitori della scuola, dove vi dormono solo Nash e Hayes Grier, due amici della protagonista. Ma noi non vediamo altre persone lì, solo loro. Per gran parte della lettura ho pensato che loro due fossero gli unici a sfruttare dei dormitori. E se ci sono i dormitori, perché Cristina, Cameron, Susan e Samantha non dormono lì? Perché solo i due Grier ci dormono lì?  


Il tempo atmosferico. Passiamo da un caldo quasi estivo a un freddo glaciale nel giro di dieci pagine. Ma davvero? A questo punto volevo buttare il libro fuori dalla finestra. E piove, piove moltissimo a Miami Beach, tanto che mi sono chiesta se lei abbia fatto qualche ricerca sulla città e sull'ambientazione, perché da quel che ho potuto desumere, non è stato per niente così. Il tempo cambia alla velocità della luce, spesso senza motivo apparente. Questi cambiamenti sono quasi istantanei, e provocano alla protagonista sempre brividi di freddo senza motivo alcuno. 

Ma soprattutto, vogliamo parlare della rapidità con cui avvengono gli eventi? Il tutto avviene ad una rapidità incredibile, e questo favorisce almeno una lettura abbastanza veloce, però non ha senso. Vengono taciuti tantissimi eventi nel romanzo, descritti di solito in tre righe e basta, eventi che avrebbero potuto avere un senso, ma non sono approfonditi. 

Se voglio essere onesta fino alla fine, non mi è piaciuto nemmeno il fatto che Trevor si sia incazzato con Cristina senza motivo, incolpandola di cose non vere per poi fare la big revelation alla fine e chiuderla fuori dalla sua vita. Cristina, com'è ovvio, resta impassibile a quella rivelazione perché ha perso la testa per Cameron, ma nonostante ciò, vediamo come i suoi amici perfetti (non dimentichiamolo, com'è ovvio) rivelarsi solo dei personaggi problematici che le nascondono le cose e l'accusano di cose non vere. E il senso di tutto ciò dove sta? Non lo so, ditemelo voi perché a me sto libro mi ha fatto solo arrabbiare tantissimo.


Se dovessi descrivere i personaggi di questo romanzo li descriverei così: vuoti, noiosi, banali (ed è la prima volta che lo dico), stereotipati fino al midollo e prevedibili. E vi giuro, nemmeno in "After" sono mai arrivata a dire una cosa del genere, questo significa che è molto peggio di quel che credevo. 

Adesso è il turno della grammatica. Siete pronti? Intanto, è necessario che sappiate che questo libro è scritto tutto in prima persona presente (ricco di dico/dice/faccio/fa) con un solo POV di Samantha in prima persona, sempre presente. La grammatica di questo libro lascia molto a desiderare, e in parte è il problema alla base del fatto che tutte le voci dei personaggi: non sono distinte, sembrano una uguale all'altra, specie per l'uso continuo di "Giuro che....", "Com'è ovvio", "Ovviamente". Ci sono dei buchi di trama enormi, eventi taciuti che avrebbero avuto motivo di venir esplicitati per rendere il romanzo più scorrevole. Ma soprattutto, frasi così brevi e anche un po' stupide, come Cristina Evans, che vi faranno perdere la pazienza. Una cosa che mi ha fatto perdere le staffe, e che è alla base del mio giudicare Cristina Evans come un'oca giuliva, è il fatto che lei per ogni cavolata dica sempre "ovviamente". L'uso continuo di avverbi in -mente rallenta la lettura e l'appesantisce moltissimo, senza contare che sono propri questi avverbi a rendere impossibile distinguere le altre voci del romanzo, gli altri personaggi.


Ora che ho finito la recensione, non posso salutarvi con una citazione tratta da questo libro, perché non ne ho. Al romanzo, su Goodreads, ho dato 0,20 stelline... molto meno di quanto diedi ad "After" di Anna Todd (0,50). Mi dispiace anche un po' esser stata così dura, ma non ho trovato nulla nel romanzo che mi piacesse o che alzasse almeno un po' il mio giudizio finale. Il mio consiglio? Prendetelo in prestito nelle biblioteche, risparmierete i vostri soldi.

xoxo,
Giada

sabato, febbraio 10, 2018

REVIEW PARTY DI MISS ORO NERO DI CHARLOTTE LAYS

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Quattro giorni fa ho finito il bellissimo e meraviglioso nuovo romanzo di Charlotte Lays. Come "Lady O", "Miss Oro Nero" ha lasciato una traccia profonda nel mio cuore. Non vedo l'ora di leggere il prossimo romanzo sulle mie Sinners preferite! <3





PREMESSA
"Miss Oro Nero" non è il classico romance che potrete leggere, proprio come "Lady O" non era il classico romance erotico. La cosa che adoro di più di Charlotte è che riesce a mescolare sapientemente, nei suoi romanzi, elementi piccanti e sexy e insegnamenti di vita. Perché in ogni suo romanzo ce n'è uno, basta solo riuscire a coglierlo tra le righe.

TRAMA (DA GOODREADS)
Kathleen Lawford è subentrata al padre alla guida della Lawford's Petrol e per conto della società viaggia ovunque, seguendo il richiamo dell'oro nero. Durante uno di questi viaggi la sua vita subisce un brusco stravolgimento che la porta a dover ripensare completamente alla propria esistenza. E ad accettare di buon grado l'assillante ansia protettiva dei genitori. Per fortuna, al suo fianco, ha le sue sei preziose migliori amiche, che rappresentano la famiglia che si è scelta, e soprattutto la sua adorata bambina: Scarlett.
Quando però ricompare l'uomo che dice di essere il padre di Scarlett, il passato si riaffaccia doloroso e violento nella vita di Kath, che vuole evitare a tutti i costi che quell'uomo senza scrupoli irrompa nell'esistenza della figlia.
Le serve una strategia legale che preveda un avvocato pronto a tutelarla, un matrimonio e molto coraggio.
William Marks, il Giaguaro, è l'avvocato che fa al caso suo. E si presta anche ad assecondare il suo piano.
Will e Kath sembrano incompatibili, ma la frequentazione obbligata li porta a scoprire un gioco di seduzione ed erotismo di cui a poco a poco perdono il controllo e che si trasforma in una passione irrefrenabile. Ma i fatti precipitano di nuovo in maniera inaspettata sconvolgendo le vite di tutti.

RECENSIONE
Il romanzo "Miss Oro Nero" ruota attorno alla vita della seconda delle Cosmopolitan Girls di cui abbiamo fatto conoscenza nel romanzo precedente, Kathleen Lawford. Okay, già qui devo dirvi che io l'avevo adorata in "Lady O", perché mi era sembrata una donna dalla grande forza e dal grande carisma, aver potuto constatare leggendo il romanzo a lei dedicato che è proprio così, mi ha emozionata ancora di più. Kathleen Lawford ha preso le redini della Lawford's Petrol ed è conosciuta nel mondo della finanza petrolifera con il nome de Lo Squalo: la sua vita, ormai abitudinaria, ha come perno il lavoro e la bellissima Scarlett. Ma chi è questa dolcissima bambina? Scarlett è il frutto dello stupro che Kathleen subì quando andò negli Emirati Arabi per via delle contrattazioni petrolifere, tre anni prima. Andando contro i suoi genitori, Kathleen ha deciso di tenere la bambina e di circondarla di tutto l'amore e l'affetto che le persone accanto a lei potessero darle. Scarlett infatti non è una ricca bambina viziata, è una dolce, simpatica e generosa bambina che cresce con al suo fianco delle persone splendide, che sono le sue "zie", e ognuna a modo loro le insegna qualcosa, e i suoi genitori. La vita di Kathleen subisce l'ennesimo grande scossone quando Horace McWallace, l'uomo che la stuprò anni prima, reclama la paternità su sua figlia e ne vuole l'affidamento esclusivo, insieme alla sua "moglie" Donna. Kathleen decide così di rivolgersi ai migliori avvocati di New York: la Stenson & Marks, e fin dall'inizio il suo rapporto con William Marks, il Giaguaro, non è dei migliori. I battibecchi e le frecciatine non si sprecano tra i due, che non perdono occasione di ricordare l'uno all'altro quali sono le loro capacità nel campo di loro competenza e come non siano, entrambi, ciò che appaiono. L'attrazione e la chimica tra William e Kathleen sono forti, quasi tangibili man a mano che la loro storia si sviluppa, è una chimica travolgente e innegabile per i lettori, ma che i due negano con tutta la loro forza.

E quegli occhi... quei dannati occhi di pece. Mi fissano e io vedo tutta la battaglia che vi imperversa dentro.
(Kathleen Lawford)

Kathleen all'inizio nega persino ogni vicinanza o contatto con William, lei non è spaventata dalla sua forza fisica, ma da ben altro. Non ha mai avuto rapporti con l'altro sesso, poiché ogni possibile rapporto è stato tranciato sul nascere dal fatto che lei impedisce alle persone di vedere la vera Kathleen. Kath si sente sotto pressione sia per il lavoro che per permettere a sua figlia di vivere una vita piacevole e bella, senza drammi a turbarne la serenità. E' questo però ciò che fa Horace quando irrompe nella vita di Scarlett.

Devo mettere qualcosa in mezzo a noi.Qualcosa che ponga fine all'inquietudine che mi genera la sua presenza.Forse è la sua imponenza fisica.Forse è la totale incapacità di leggerlo.Forse è il suo carisma. E' talmente forte che invade la stanza.Lo percepisco.Lo respiro.(Kathleen Lawford) 
A causa di un cavillo burocratico, William e Kathleen saranno costretti a sposarsi e questa convivenza forzata porterà a dei meravigliosi quanto inaspettati stravolgimenti. Non posso dirvi di più perché rischio di farvi spoiler, ma sappiate solo che faticherete a prendere sonno dopo aver letto cos'è capace di fare Il Giaguaro alla donna che ama, e credetemi, è mucho caliente!

Ogni volta che inspiro, sento William. Sottopelle.Addosso.Ovunque.(Kathleen Lawford)
Il romanzo è scritto in prima persona, dal POV di Kathleen, ma presenta anche delle parti contenenti il POV di William Marks. William Marks, oltre ad essere un bellissimo afroamericano e uomo con le palle, un uomo cazzuto che si fa in quattro per le persone che ama e che sta ancora male per alcuni avvenimenti che hanno avuto luogo molto prima dell'inizio di "Miss Oro Nero", dimostra di essere sensibile, gentile e anche molto determinato. Per quanto lui e Kathleen litighino costantemente anche sulle cose più stupide, ognuno non può più fare a meno dell'altra, e sarà questa interdipendenza tra loro che causerà non pochi problemi tra loro e a Marks stesso. Perché William è un uomo tormentato dal suo passato difficile. Perché William, anche se si veste con abiti di alta sartoria, è ancora quel ragazzino cresciuto nell'Harlem dei quartieri poveri e malfamati. Due anime combattono dentro un solo uomo, e lo rendono dannatamente attraente.

La famiglia è senza dubbio il tema centrale di "Miss Oro Nero", è stato veramente bello il modo in cui l'autrice ha trattato un tema delicato come l'affidamento e la psicologica del bambino, ha reso in modo perfetto le dinamiche familiari e intrafamiliari. Credo che il messaggio che "Miss Oro Nero" mandi ai suoi lettori sia questo: anche da avvenimenti orribili, come gli stupri, possono nascere delle cose belle ed è proprio per quelle cose belle che quelle persone vivono. Scarlett è la rappresentazione (letteraria) di come ciò sia vero. Kathleen avrebbe potuto abortire quando ha scoperto di esser incinta del suo rapitore e stupratore, ma non l'ha fatto perché sapeva che poteva donare tutto l'amore che poteva a quell'esserino che cresceva dentro di lei e che non aveva alcuna colpa del male che il suo padre biologico le aveva procurato. Mi ha toccato il cuore leggere ciò che una madre è disposta a fare per salvare suo figlio, ciò che Kathleen è stata disposta a fare pur di fare in modo che sua figlia avesse almeno una parvenza di vita familiare, pur di non minare le sue condizioni psico-fisiche. Kathleen è una madre leonessa, e penso sia un personaggio ben strutturato, per niente banale. In Kathleen le persone che hanno subito violenze si possono riconoscere, ed è anche per questo che Kathleen stessa, nel romanzo, ha creato Tara in South Carolina. William, dal canto suo, dimostra che anche chi viene dalle situazioni più tristi e disagiate può avere successo... anche senza dimenticare le proprie origini. E, credo sia l'insegnamento più importante di tutti, i figli non sono di chi li mette al mondo, ma di chi li cresce e Kathleen, oltre a dimostrarsi un'ottima madre, anche se costretta, ha trovato la figura paterna migliore per Scarlett. Tanto che Scarlett arriverà lei stessa a considerare William suo padre.

E' un libro intenso, travolgente e indimenticabile. Io l'ho amato tantissimo, come tutti i libri di Charlotte, perché mostra come due elementi come l'erotismo e l'amore per la famiglia possano convivere nello stesso romanzo senza fare a cazzotti l'uno con l'altro. L'amore, alla fine, è l'elemento predominante dei suoi romanzi, e forse li amo così tanto perché mi danno un po' di fiducia nell'umanità in generale, facendomi leggere le avventure di personaggi fittizi, ma che per il lettore sono quasi reali. Brava, Charlotte! Cinque stelline piene! (E se potessi te ne darei anche 2000). Vi saluto con l'ultima citazione tratta da questo bellissimo romanzo, che vi consiglio di leggere dopo esservi gustate "Lady O":
"Perché a un certo punto non devi scegliere con chi stare, ma senza chi non puoi stare."
(William Marks)

xoxo,
Giada

venerdì, febbraio 09, 2018

INTERVISTA A MATTEO BRUNO, AUTORE DE "L'ULTIMO SPARTANO"

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Nell'ultima settimana sono stata molto influenzata, sono stata costretta a letto a non far nulla, non potevo nemmeno leggere :( Il mio malessere, però, prima di scoprire con dispiacere che avevo preso questa maledetta influenza stagionale, ha causato un rallentamento di tutte le mie letture. Vorrei chiedere scusa all'ufficio stampa di Leone Editore e alla casa editrice Leone Editore per non esser riuscita a rispettare gli accordi presi in precedenza, sto davvero male al pensiero di non esser riuscita a fare ciò che avevo promesso. Credetemi, mi sento in colpa per non esser riuscita a farle la Review per il Review Party, ma la recensione arriverà, con un po' di ritardo, ma arriverà.




Titolo: L’ultimo Spartano
Autore: Matteo Bruno
Pagine: 310
Editore: Leone Editore
Data di uscita: 30 Novembre 2017
Prezzo cartaceo: 13,90 €
Link d'acquisto: IBS

Sinossi:
Filocrate di Megalopoli è costretto ad abbandonare la città natale e a battersi per denaro al servizio dell'impero persiano, minacciato da Alessandro Magno. Scontento, ha però occasione di riscattarsi recandosi a Sparta per incontrare re Agide, l'unico che in Grecia può sollevare una vasta rivolta antimacedone. Una volta nel Peloponneso, Filocrate incontrerà una donna misteriosa che sembra capace di prevedere il futuro e verrà coinvolto in intrighi diplomatici senza fine, fino alla sconcertante rivelazione sulle sue origini. Intanto gli spartani si preparano a combattere i macedoni: davanti alle mura di Megalopoli, i leggendari soldati dai mantelli rossi affronteranno un'ultima disperata battaglia per l'indipendenza di tutte le polis greche.

BIOGRAFIA DELL'AUTORE:
Matteo Bruno, nato a Perugia sotto il segno del Leone, è laureato in Scienze politiche e coltiva da sempre la passione per la storia. Ha collaborato con l’Università degli Studi di Perugia e scrive sceneggiature per documentari e docufilm. L’ultimo spartano è il suo quarto romanzo storico dopo Oro, sole e sangue (2013), Dodici città (2014) e Syracusa – La vendetta di Nicone (2015), tutti editi da Leone Editore, che hanno raccolto numerosi riconoscimenti a livello nazionale e gli hanno costruito ormai un pubblico di affezionati lettori.

MINI-INTERVISTA
1. Ciao Matteo, benvenuto nel blog Fantasticando sui libri! Ti va di presentarti per i nostri lettori?
Ciao, grazie a te per avermi invitato nel tuo mondo virtuale! Vuoi sapere chi sono? Beh, diciamo uno scribacchino che scrive per la passione. Mi sono cimentato nel mio primo manoscritto spinto dalla voglia di mettermi alla prova, senza sapere dove mi avrebbe condotto la penna. Certamente non immaginavo di arrivare a pubblicare quattro romanzi. All'inizio avevo la sensazione di perdere soltanto del tempo ma era una sfida con me stesso che volevo vincere.

2. Come e quando è nata la tua passione per la storia antica?

La mia passione per la Storia (in generale) è ereditaria: a casa mia praticamente non si parla di altro. Quella per la storia antica, e in particolar modo per il mondo greco, è nata al liceo classico. Successivamente però è rimasta latente per alcuni anni, fino a che non l'ho riscoperta attraverso le letture di molti romanzi storici.


3. È stato difficile rendere due personaggi storici così importante come Alessandro il Grande e Filocrate da Megalopoli?
Beh, Alessandro Magno in realtà è una figura volutamente sfuggente ne L'Ultimo Spartano. Appare direttamente in un'unica scena, peraltro secondaria. La sua ombra però è sempre presente e accompagna la trama del libro suscitando nei protagonisti ansie o speranze a seconda dei punti di vista. Filocrate invece è un personaggio di fantasia. Rappresenta il tipico eroe-guerriero del genere di romanzo che intendevo scrivere, con un taglio fortemente epico; inoltre è un mercenario (almeno all'inizio), ed è la prima volta che mi sono trovato a descrivere questo genere di protagonista.

xoxo,
Giada

martedì, febbraio 06, 2018

RECENSIONE di The Last Wolf di Maria Vale/ REVIEW of The Last Wolf by Maria Vale

Buon giorno, bloggers e lettori! Oggi esce il romanzo d'esordio di Maria Vale, una promettente autrice americana che pubblica con Sourcebooks Casablanca. Il romanzo in sé mi è piaciuto abbastanza, ma non mi ha entusiasmato da morire. Anyway, spero che la mia recensione vi piaccia. Buona lettura!

PREMESSA
Saranno mesi e mesi che faccio la corte a Sourcebooks perché mi approvi un titolo da recensire, beh non avrei mai pensato che mi avrebbero approvato per "The Last Wolf" e invece è successo! *Yay me!* E' così bello poter leggere le novità d'oltreoceano e poterne parlare con voi mi rende sempre più fiera di poter condividere con voi queste letture.

TRAMA (DA GOODREADS)
Per tre giorni su trenta, quando la luna è piena e la sua legge è di ferro, il Grande Branco del Nord deve essere selvaggio.

Se lei torna dal suo Branco, lo stranierò morirà.
Ma se rimane...

Silver Nilsdottir si trova al livello più basso dell'ordine sociale del suo Branco, con una irrisoria possibilità di trovare un decente compagno e una vita migliore. Fino a quando uno straniero finisce nel loro territorio, ferito e pieno di lividi, e Silver decide di rischiare tutto ciò che possiede per salvare Tiberius Leveraux. Ma Tiberius non è ciò che appare, e nel fragile equilibrio del Branco e dell'essenza primitiva, il destino di tutti i lupi è nelle sue mani...

RECENSIONE
Ho provato una serie di emozioni contrastanti quando ho finito di leggere questo romanzo, ieri. Non solo per via del finale che, cavolo, mi ha lasciata sia sconvolta che perplessa, ma per il libro in generale. Il romanzo d'esordio di Maria Vale verte su Silver Nilsdottir - soprannominata Quicksilver o, da Tiberius stesso, Wildire - un lupo che si trova in fondo alla piramide sociale del Greath North Pack, il Grande Branco del Nord. Silver non vive, cerca solo di sopravvivere e di passare inosservata, perché questo è ciò che spetta a un lupo disabile, a cui manca una parte della gamba, come lei. La decisione che Silver prende di rischiare tutto quello che ha è data dal fatto che non se la sente di lasciare un Mutaforma (Shifter) a morire nella loro proprietà. I Mutaforma sono mal visti dai lupi, e man a mano che la storia prosegue veniamo a conoscenza di dettagli dolorosi che stanno all'origine di tale ostilità. Tiberius viene da una famiglia che ha incrociato i geni del Mutaforma con quelli del lupo, ma non riesce a liberare il suo lato selvaggio a causa del dolore inflittogli da August Levereaux, suo padre. Il Greath North Pack ha delle regole ferree, e spesso vediamo i lupi accettare le punizioni senza battere ciglio e abbassare la testa in segno di rispetto nei confronti del loro Alpha. Questi lupi, però, devono fare i conti col mondo degli umani e all'interno del Branco, ci sono insegnanti appositi che li istruiscono su come comportarsi nel mondo umano. Silver non è mai stata brava a riguardo, mentre Tiberius è solo un uomo che finge di essere un lupo, non un lupo che si comporta da uomo. La relazione tra Tiberius e Silver si sviluppa in modo intenso e coinvolgente, fino al punto in cui uno dei due diventerà il bedfellow dell'altro. 

Il motivo per cui ho dato quattro stelle è che il libro è di sicuro ben scritto, ma i muri di descrizioni che mi sono ritrovata davanti rendevano molto difficile e a tratti noiosa la narrazione, minando quindi il coinvolgimento del lettore. Tuttavia devo ammettere che le regole del Grande Branco del Nord sono davvero molto interessanti, e permettono di scoprire le vite dei personaggi-lupo nel loro ambiente e le loro abitudini.

Inoltre, il romanzo è scritto dal POV di Silver quindi il lettore conosce i suoi pensieri e le sue emozioni filtrate dal suo stesso punto di vista, e tra l'altro lei è sempre la voce narrante. Il romanzo presenta una struttura che alterna i POV di Silver da umana con quelli di Silver da lupo, e nonostante la pesantezza di alcuni descrizioni (che erano, per carità, funzionali anche se hanno rallentato la lettura) molto interessante. Con un altro giro di editing questo romanzo sarebbe stato da 5 stelle.

L'elemento che mi ha fatto dare quattro stelle è stata sicuramente la presenza della Lingua Antica (Old Tongue), che altro non è che l'ata (l'antico inglese), e scommetto che la mia professoressa di filologia germanica sarebbe felice di sapere che anche a distanza di due anni riesco ancora a comprendere e analizzare queste cose! <3 Bello, questo è forse l'elemento più bello di tutto il libro.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo che vi consiglio di leggere se amate i paranormal fantasy incentrati sui mutaforma e i lupi in generale.
"When we are in skin we are anfeald. Single fold. One and singular. But when are wild, we exist beyond the limitations of our poor bodies and weak senses. We are ourselves, but we are also part of the land and the Pack. We are manifold and complex.”
(Silver Nilsdottir) 

xoxo,
Giada

venerdì, febbraio 02, 2018

REVIEW PARTY DE 'ERA UNA SERA COME TANTE E L'OROSCOPO AVEVA PREDETTO - POESIE DAL 1970' DI ANGELA F. PUGLISI

Buon giorno, bloggers e lettori! Sono un po' raffreddata, la tosse mi ha fatto dormire poco stanotte, però non vedo l'ora di rendervi partecipi del mio primo Review Party di una raccolta poetica. Buona lettura!


PREMESSA
Quando Emanuela mi propose di partecipare al blogtour e al review party di questa meravigliosa raccolta di poesie, le dissi subito di sì. Sì, perché amo le poesie. Sì, perché mi fido del fiuto di Emanuela di scovare romanzi e poesie interessanti. Oggi vi parlerò in modo più dettagliato di questa raccolta, una raccolta tanto intensa quanto meravigliosa e struggente.

TRAMA (DA GOODREADS)
Era una sera come tante e l'oroscopo aveva predetto è una raccolta poetica scritta a partire dal 1970 da una giovane ragazza innamorata della scrittura e della sua macchina da scrivere. Si tratta di un viaggio attraverso le tappe della vita: gli amori quelli passionali e quelli che finiscono, le inquietudini, le amicizie, la voglia di libertà e di capire il perché di tante domande a volte senza risposta. Rimane allo stesso tempo un percorso di crescita interiore e spirituale Quella giovane ragazza è mia madre e io ho custodito le sue poesie per tutti questi anni.

RECENSIONE


"Era una sera come tante e l'oroscopo aveva predetto" non è la classica raccolta di poesie a lieto fine che il lettore si aspetta. Le poesie che troverete qui danno uno spaccato di vita intenso e stravolgente sulla vita, le preoccupazioni e i desideri di una giovane ragazza, la madre di Angela F. Puglisi. 

La protagonista è una ragazza fragile, alla ricerca di sé stessa e del suo vero amore. In più di una poesia la vediamo struggersi d'amore per quel ragazzo che prima la ignora, poi dedica tutto il suo tempo alla musica mettendola da parte, e poi se ne va. La tristezza di cui sono intrise le poesie è molto intensa, così intensa che vi toglierà il respiro. Anche io sono stata adolescente, e ricordo bene quanto le emozioni a quell'età fossero amplificate, come si facesse di una piccola cosa una questione importante, so bene quanto le cotte e gli struggimenti d'amore fossero all'ordine del giorno. Ma la raccolta non parla solo di questo: vediamo la nostra protagonista soffrire per amore e lottare per esso con tutte le sue forze, anche quando ciò le provoca più dolore che felicità. 

C'è una poesia bellissima, un'analogia tra l'Uomo e Gesù che porta la croce nel Golgota, che mi è rimasta impressa a fuoco nella memoria. La profondità di quella poesia è ineguagliabile, e forse è quella che mi ha davvero più sconvolta più di tutte.

Vorrei parlarvi molto, molto di più di questa raccolta, ma sto già rischiando di farvi spoiler enormi, quindi mi fermo qui. Vi invito a leggerla e a dirmi cosa ne pensate commentando questo post o quello su Facebook.



Vi saluto e vi auguro buon proseguimento di giornata.

xoxo,
Giada

giovedì, febbraio 01, 2018

RECENSIONE di Hostage di Skye Warren e Annika Martin/ REVIEW of Hostage by Skye Warren and Annika Martin

Buona sera, bloggers e lettori! Oggi pomeriggio... beh, a dire il vero dovrebbe essere mattina negli USA, vi parlerò dell'ultimo romanzo pubblicato da Skye Warren e Annika Martin, un dark romance favoloso che consiglio a tutti gli amanti del genere.



PREMESSA
Ringrazio dal profondo del mio cuore The Social Butterfly PR per avermi permesso di rientrare tra gli early reviewers di questo libro. Se leggete in inglese non dovete perdervi questa pubblicazione, vi farà passare delle ore bollenti e sconvolgenti!

TRAMA (DA GOODREADS)
NON HO MAI SAPUTO QUANTO SAREBBE VENUTO DA ME. SAPEVO SOLO CHE L'AVREBBE FATTO.

Non avevo mai baciato un ragazzo la notte in cui ho incontrato Stone. La notte in cui l'ho visto uccidere. La notte in cui ha risparmiato la mia vita. Quello era solo l'inizio.

Lui entra nella mia macchina ancora e ancora, pericoloso e potente. "Guida" mi dice, e non ho scelta. Lui è un criminale con degli occhi verdi che bruciano, che invadono la mia vita e i miei sogni.

La polizia dice che è pericolosamente ossessionato da me, ma sono io che non riesco a smettere di pensare a lui. Forse è sbagliato lasciare che mi tocchi. Forse è sbagliato toccarlo a mia volta. Forse questi contorti appuntamenti devono finire. Se non fosse che lui sembra l'unica cosa vera nel mio mondo fatto di abiti di marca e costose ville.

Perciò guido sotto la minaccia di una pistola, fino a quando è difficile ricordare quanto io non voglia essere qui.
Fino a quando è troppo tardi per tornare indietro.

HOSTAGE è un pericoloso standlone romance dalle New York Times bestselling Skye Warren e Annika Martin. E' ambientato nello mondo di PRISONER, ma può essere letto da solo! 

RECENSIONE
Dire che "Hostage" è un bel romanzo sarebbe un eufemismo bello e buono. "Hostage" è il romanzo dark perfetto, che contiene una buona percentuale di oscurità e una buona percentuale d'amore. Se leggerete questo romanzo, proverete ciò che ho provato io: il profondo desiderio di non finirlo, perché così travolgente e così interessante, che mi affezionerete ai suoi personaggi. Protagonista di questo romanzo è la dolce e ingenua Brooke Carson, una ragazza che è cresciuta con un senso del dovere nei confronti dei suoi genitori fortissimo, una ragazza che è stata costretta a dimenticare i suoi sogni e i suoi desideri per mantenere l'apparenza che i suoi genitori desideravano. Tutta questa sciarada aveva l'obiettivo di mostrare che non avevano problemi economici, anche se in realtà l'agenzia real restate di suo padre stava andando a fondo. Brooke non sa chi è o cosa voglia, ed è obbligata a mantere questa facciata di ragazza perfetta e ben educata da parte dei suoi genitori, che non si rendono nemmeno conto di quanto male lei stia vivendo.

Nobody know that.Nobody can know that this party is an elaborate charade.(Brooke Carson)

Nel giorno dei suoi Dolci Sedici Anni (Sweet-Sixteen), una sorta di rito di passaggio per i figli della ricca élite di Franklin City, una città immaginaria che diventa scenario di crimini violenti e omicidi efferati.
 What you won’t see if the blood in the water.My dad always says you can’t let them smell blood. If the world is sharks, this whole party is about swimming past them, around them. Fooling them into believing you’re okay.(Brooke Carson)

Brooke non si sente a suo agio in questo mondo patinato e finto, sente che niente di ciò che la circonda è vero, fino a quando non vede un sexy e attraente ragazzo dagli occhi verdi compiere un omicidio.

He looks like the devil - the devil as a primitive thug, seething with hate.(Brooke Carson)

Questo fa in modo che tra quest'assassino e Brooke nasca un'intesa, un legame che trascende il fatto che lei sia una testimone oculare e che, se ciò che ha visto venisse messo a verbale, l'assassino avrebbe dei grossi problemi. Ma Brooke si sente attratta da lui in modi che non riesce a spiegare, poiché lui esercita nei suoi confronti sia attrazione che timore.

Man a mano che la storia si sviluppa, veniamo conoscenza di chi sia l'assassino. Il suo nome è Stone Keaton, un giovane di circa vent'anni che in certi momenti mi è sembrato un bambino desideroso d'affetto. Stone e la sua banda vogliono uccidere tutti gli uomini che li hanno torturati e abusati da personalità di rilievo in Franklin City. L'intesa tra lui e Brooke nasce all'improvviso. Lui non vede in Brooke solo un bel faccino, così come Brooke non vede in lui solo un ragazzo rabbioso e violento, ma vede anche un dolore profondo.

Her life was charmed – a pretty little rich girl at her sweet-sixteen party. Then she got a glimpse of me. Now she’s facing death or whatever the fuck I want to do with her. Which is a lot. She’s this pure thing in my control, and I’m bloody and horny, and I want to devour her. I want to press my face to those pushed-up tits above the edge of that dress and fuck her hard and fast.
Skin smooth and pretty like an egg. But here’s the thing about an egg: when you break it, you get everything you want, but then it’s not smooth or perfect anymore. It’s just this dead thing.
This is something I know a fuck of a lot about, let’s just say.
And yeah, you can put yourself back together, but you’re never right afterward, not really. You’re cracked and misshapen and definitely not smooth and nice like this girl.
(Stone)

La loro non è la classica storia d'amore, ma non è nemmeno una storia sulla Sindrome di Stoccolma - sebbene io stessa l'abbia pensato all'inizio. E mi fermo qui a raccontarvi il romanzo, perché sto rischiando di farvi spoiler.

"Hostage" è scritto con il POV alternato di Brooke e Stone, e ciò permette al lettore di empatizzare con i nostri protagonisti, ti permette di provare sulla tua stessa pelle le emozioni dei personaggi. I personaggi sono resi in modo credibile e veritiero, sono tridimensionali. Come ho detto nel mio profilo di Facebook, questo è uno dei migliori romanzi Dark Romance letti finora, e lo consiglio a tutti gli amanti del genere.

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro:
“She’s more than a distraction to me. She’s a knife wound. A gunshot. A burn across every inch of my skin, making me weak.”
(Stone)


xoxo,
Giada

mercoledì, gennaio 31, 2018

BLOGTOUR DE ERA UNA SERA D'ESTATE E L'OROSCOPO AVEVA PREDETTO DI ANGELA F. PUGLISI - L'AMORE CHE FA MALE -

Buon giorno, bloggers e lettori! Oggi vi parlerò di una raccolta di poesie che mi letteralmente travolto. Ogni poesia de "Era una sera d'estate e l'oroscopo aveva predetto" è bella, coinvolgente e, soprattutto, colpisce dritto al cuore. Questo post del blogtour sarà molto diverso rispetto ai miei soliti post, perché tratta un tema vicino ad ogni adolescente, un tema che riguarda le emozioni che noi stesse abbiamo provato quando avevamo quindici-sedici anni: L'amore che fa male.



L'AMORE CHE FA MALE

L'amore che fa soffrire. L'amore che ti lascia vuoto e insignificante. L'amore che ti fa piangere tutta la notte e svegliarti con gli occhi arrossati. Questo è il fil rouge della raccolta di poesie. Tuttavia, quest'amore spesso non riesce a trovare la sua piena espressione, perché l'amato o lo respinge o preferisce amare qualcun altro invece della protagonista. La sofferenza che proviamo leggendole è così forte che toglie il respiro. Un amore a volte corrisposto, a volte non corrisposto, ma sicuramente pieno di difficoltà di vario tipo. Come ogni amore adolescenziale, questo amore è idealizzato, così come viene idealizzato il concetto di "amore vero". Un amore che spesso diventa metafora per qualcosa di più grande, che diventa espressione di una vacuità interiore profonda, di un senso di estraniamento dal mondo a causa di esso. Questo amore viene desiderato con forza dalla giovane sedicenne, che lotta per conquistarlo con le unghie e con i denti: è una giovane ragazza che desidera l'amore di un ragazzo. Chi di noi alla sua età non ha fatto lo stesso? La storia tra la nostra protagonista e il ragazzo viene ostacolata da imprevisti di vario tipo, dai genitori che sono contro la sua storia con quel ragazzo, la loro rottura o persino l'amore del ragazzo per la musica che lo spinge a trascurare la sua ragazza. 

Spesso però, vediamo come questo stesso amore, tanto agognato, alla fine sia soprattutto fonte di delusione e disillusione per la giovane ragazza. Una disillusione così potente, che vi sembrerà che il vostro cuori di laceri di pari passo con il suo. Rileggendo gli appunti che ho preso durante la lettura di questa raccolta, mi sono resa conto che le parole più ricorrenti erano: disillusione, sofferenza, tristezza e dolore. Sono emozioni indubbiamente forti, che secondo me trovano la loro piena espressione nelle poesie: 

  • Utopia (scritta nel dicembre 1981)
  • Illusione (19 maggio 1983)
"Utopia" è una poesia che parla del desiderio di una giovane ragazza di essere amata e di amare senza alcun problema. E' la richiesta di riprendere a vivere normalmente. Il desiderio di poter amare ed essere amati in un luogo dove i nostri sogni diventano realtà. 
"Vorrei essere una stella e

brillare in ogni cuore
per elargire un po' di gioia


Vorrei
Vorrei essere tutto quello che non 
posso
e andare laggiù
dove i sogni diventano realtà"
Questo perché, nelle poesie precedenti, il ragazzo della protagonista è dovuto andarsene dal loro paese, presumibilmente in guerra. L'utopia è un desiderio irrealizzabile, un qualcosa che vorremmo si avverasse, ma sappiamo benissimo che non diventerà mai realtà.



"Illusione" invece parla di quanto faccia soffrire la presa di coscienza con la realtà, dopo che siamo stati bellamente illusi dalla persona su cui riponevamo la nostra fiducia. La fine dell'illusione dell'amore, che provoca una tristezza potente nella protagonista, e che riverbera in tutta la poesia con una forza incredibile. In realtà c'erano altre poesie su questo tema che mi piacevano, ma quella che mi ha colpito di più è questa.

"Ma che tristezza non credere che

esista quel dolcissimo sentimento 
che chiamano
Amore"




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xoxo,
Giada

sabato, gennaio 27, 2018

RECENSIONE de La dama e l'unicorno di Tracy Chevalier

Buon giorno, bloggers e lettori! Dopo molti anni finalmente ho ripreso in mano un romanzo di Tracy Chevalier, credo che ne siano passati almeno dieci da quando ho letto il suo masterpiece. Avevo un bel ricordo dello stile di questa scrittrice, tuttavia questo romanzo non mi ha entusiasmata.

PREMESSA
Conobbi Tracy Chevalier in prima superiore leggendo "La ragazza con l'orecchino di perla". Ecco, questo è stato l'unico suo libro che ho letto, da allora. "La dama e l'unicorno" speravo fosse un romanzo perlomeno all'altezza del suo romanzo migliore. Sono rimasta un po' delusa, in effetti.

TRAMA (DA GOODREADS)
È un giorno della Quaresima del 1490 a Parigi, un giorno davvero particolare per Nicolas des Innocents, pittore di insegne e miniaturista conosciuto a corte per la sua mano ferma nel dipingere volti grandi come un'unghia, e al Coq d'Or e nelle altre taverne al di qua della Senna per la sua mano lesta con le servette di bell'aspetto. Jean Le Viste, il signore dagli occhi come lame di coltello, il gentiluomo le cui insegne sono ovunque tra i campi e gli acquitrini di Saint-Germain-des-Prés, proprio come lo sterco dei cavalli, l'ha invitato nella Grande Salle della sua casa al di là della Senna e in quella sala disadorna, nonostante il soffitto a cassettoni finemente intagliato, gli ha commissionato non stemmi imponenti o vetrate colorate o miniature delicate ma arazzi per coprire tutte le pareti. Arazzi immensi che raffigurino la battaglia di Nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Una commissione da parte di Jean Le Viste significa cibo sulla tavola per settimane e notti di bagordi al Coq d'Or, e Nicolas, che può resistere a tutto fuorché alle delizie della vita, non ha esitato un istante ad accettare. Non ha esitato, però, nemmeno ad annuire davanti alla proposta di Geneviève de Nanterre, moglie di Jean Le Viste e signora di quella casa. Forse perché incantato dalle grazie di Claude, la giovane figlia dei Le Viste, una bellissima fanciulla dall'incarnato pallido, la fronte alta, il naso affilato e i capelli color miele, o forse perché intimorito dagli occhi neri come il ribes di Geneviève de Nanterre, Nicolas ha sorriso quando, nel chiuso della sua stanza, davanti a una finestra aperta che faceva da cornice a una splendida veduta di Saint-Germain-des-Prés, Geneviève gli ha ingiunto di non raffigurare cavalli, elmi o sangue sugli arazzi, ma una dama e un unicorno, simboli di seduzione, della giovinezza e dell'amore...

RECENSIONE
Ci troviamo nella Francia del 1490. Subito veniamo introdotti al personaggio di Nicolas des Innocents, un pittore casanova che cambia donna ogni notte e che lavora quanto basta per permettersi di ubriacarsi al Coq d'Or, una taverna rinomata nella zona. Quando viene assoldato dal mercante di Jean Le Viste, Léon Le Vieux, per realizzare dei dipinti riguardanti la Battaglia di Nancy, a cui però Le Vieux non ha partecipato perché era a Versailles con il Re. Jean Le Viex è un uomo avaro, arrogante e deciso: non gli importa niente che i dipinti per gli arazzi possano essere un piacere per gli occhi, a lui basta che riempiano la grandi pareti della Grande Salle. Ma chi è stato a fare il suo nome, se né Léon né Le Vieux sembrano felici di lavorare con lui? E' presto detto quando scopriamo che è stata la moglie di Le Vieux, Geneviéve de Nanterre a raccomandarlo. Genévieve de Nanterre è una donna fragile e combattuta, il suo unico desiderio è quello di andare nel convento di Chelles, e farsi suora, perché sente che la sua vita come moglie è finita, dato che non è riuscita a dare a Jean un figlio maschio. Le sue tre figlie femmine sono molto diverse l'una dall'altra, e diciamo che Petite Geneviéve e Jeanne restano sullo sfondo per tutto il romanzo, poiché l'unica ragazzina che conosceremo sarà solo Claude. Claude è una ragazzina ormonata e viziatissima, chi a quattordici anni non lo era?, una ragazzina che desidera conoscere i piaceri del sesso; ecco perché tra lei e Nicolas scatta subito la scintilla. Ma Claude deve conservare la propria verginità per il marito a cui è promessa, invece di darsi al primo che incontra. Gli arazzi diventeranno il mezzo tramite cui Nicolas spiegherà a Claude il sesso, e il corno dell'unicorno non è altro che uno dei metodi che ha per attrarre le ragazze a sé. Non dimentichiamo anche che, all'inizio del romanzo, scopriamo che Nicolas ha messo incinta Marie-Céleste, la governante dei Le Vieux e perdere così il lavoro. Marie-Céleste non perdonerà mai Nicolas per questo. 

Ecco, devo ammettere che Nicolas mi è sembrato un ragazzo figo che non si cura degli interessi delle ragazze con cui va insieme. Io speravo che non finisse insieme a Claude, e non vi dirò con chi finirà onde evitare spoiler, però vi dirò solo che quel finale è stato deludente al massimo. L'unica ragazza con cui speravo finisse insieme, la bella Aliénor de la Chapelle, alla fine finisce con qualcun altro. Non è giusto! Per gran parte del romanzo non si è capito quale dovesse essere il senso di tutti i corteggiamenti di Nicolas. Non li si è data alcuna redenzione per le sue malefatte passate e non gli si è data nemmeno una gioia, specialmente dopo quello che ha fatto per Aliénor. 

Il romanzo è diviso in tre parti, ognuna delle quali spiega l'anno e la festività presente: il romanzo infatti inizia nel 1490 e finisce nel 1492. I POV alternati sono cinque, e ho dovuto prendere appunti per ricordarmeli, perché ad ogni capitolo mi aspettavo sbucasse fuori un personaggio nuovo: Nicolas des Innocents, Geneviéve  de Nanterre, Claude Le Viste, George De La Chapelle, Philippe De La Tour, Aliénor De La Chapelle e Christine du Sablon. 

Per quanto il romanzo trattasse la Storia marginalmente, devo dire che l'autrice ha reso abbastanza bene il contesto storico nel quale si svolge il romanzo, descrivendo usi e costumi sia olandesi che francesi in modo piacevole. Devo dire però che più volte, durante la lettura, ho avuto l'impressione di non sapere dove volesse andare a parare il romanzo. Quale fosse lo scopo di questo romanzo. Perché, se all'inizio pensavo fossero gli arazzi che i De La Chapelle dovevano fare per i Le Vieux, poi il romanzo si è perso, diventando un po' dispersivo ed è stato difficile capire quale fosse il messaggio che voleva mandare. Vi avverto lettori, questo romanzo finisce con un finale aperto, quindi secondo me ci sarà un altro romanzo in arrivo. O, visto che questo è stato pubblicato nel 2005, è più facile che sia già uscito e che io non lo sapessi. In ogni caso, controllerò e farò qualche ricerca in merito. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro che definirei "tiepido", niente di entusiasmante o favoloso. 
"Con le femmine è la stessa cosa: ne fotto una, me la godo, poi ne cerco un'altra e non mi guardo più indietro. 
No, non è del tutto vero. C'è una ragazza cui non smetto mai di pensare, benché non l'abbia mai posseduta."
(Nicolas des Innocents)

xoxo,
Giada
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