WATTPAD STORIES

lunedì, aprile 21, 2014

Il cavallo e il ragazzo, C.S. Lewis (prima parte)

Buona sera, bloggers e lettori! Finalmente ho finito di leggere questo romanzo breve molto bello e molto interessante, il quale è una sorta di storia minore parallela alla storia principale (come quelle che scrivo io, parallele alla storia principale della mia saga).


Questa storia ha luogo durante il periodo d'oro del regno del re Supremo di Narnia Peter e ha per protagonista Shasta, un ragazzo di umili origini adottato da un rozzo pescatore di nome Arshish che lo fa lavorare giorno e notte per un salario misero e il quale gli dà come cibo ogni giorno solo un tozzo di pane. Shasta vive vicino al mare, ma ha sempre desiderato vedere cosa c'è nel mondo oltre quella distesa d'acqua e se è possibile vivere una vita diversa dalla sua. Lentamente, il lettore onnisciente ci racconta le emozioni di questo ragazzino e scopriamo che quest'ultimo vive in una delle terre più lontane di Calormen, un regno governato da Rabadash, uno spietato dittatore che tiranneggia sui suoi pari con violenze e punizioni corporali di ogni tipo, accecato dal desiderio di salire al trono e con una sete di potere insaziabile, la quale è tale perché è l'ultimo di tanti fratelli. Un giorno nella casa del pescatore si presenta un tarkaan, un nobile e ricco signore di Calormen, che vuole comprare Shasta per sette mezzelune (questa è la moneta che si usa nel mondo magico di Lewis) e il padre adottivo di Shasta si perde in tantissimi giri di parole e un sacco di citazioni dai grandi poeti del passato, fino a quando i due arrivano ad un accordo sul prezzo del ragazzo e l'uomo invita il tarkaan a dormire nella sua umile dimora. Sentendo il pescatore raccontare come l'ha trovato, il ragazzo si immagina ricchezze di ogni tipo e sogna una vita migliore, infatti Shasta non è figlio suo ma l'ha salvato dopo che una tempesta in mare aveva fatto morire le persone che erano in barca con lui; riflettendo Shasta si avvicina al cavallo e si augura che questo possa parlare perché non sa cosa fare e spera che parlando con un animale - il quale sembra palesemente un comune cavallo - possa aiutarlo nel prendere la giusta decisione, o magari una sola decisione che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. Ma...Ecco che il cavallo parla! Shasta non era preparato per una sorpresa del genere e crede d'essersi immaginato ogni cosa, ma il cavallo Brindodondandodà gli risponde e gli dice che lui sa parlare e che il suo padrone è un ragazzo cattivo che lo tratta male e che probabilmente renderà lui schiavo se non scappa al più presto. Shasta e Bri decidono di scappare insieme e dopo che il ragazzo ha preso la sella e il resto dell'attrezzatura gli insegna a cavalcare. Le prime ore di cavalcata si rivelano durissime per Shasta che ha male alle gambe e Bri, preoccupato per lui, lo fa scendere e si rotola nell'erba, Shasta gli dice che è buffo e il cavallo se la prende con lui perché vuole avere un atteggiamento rispettabile e un modo di fare impeccabile quando tornerà a Narnia, non vuole assomigliare ai comuni cavalli muti. Scopriamo così la storia di Bri: Bri è un animale parlante proveniente dal regno di Narnia, una terra rigogliosa, bella e pacifica governata dal re Supremo Peter e dal re Edmund insieme alle loro sorelle Susan e Lucy, ma che è stato rapito quando era solo un puledrino e si è guadagnato il rispetto degli umani facendo ciò che gli dicevano di fare, e soprattutto non parlando, comportandosi come un animale muto e stupido come sono tutti i comuni animali della terra; ma in realtà lui è uno dei più valorosi destrieri di quel magico mondo. Bri ne parla con nostalgia e insieme a Shasta decide puntare verso Nord, verso Narnia; ma c'è un dettaglio particolare che devo assolutamente raccontarvi: nel titolo originale, in inglese, non è scritto "The horse and the boy" come probabilmente molti avranno notato, andando in internet ma "The horse and his boy" questo perché secondo Bri sono gli umani che appartengono ai cavalli e non il contrario. Il viaggio si rivela abbastanza duro all'inizio sia per Bri che per Shasta, ed è importante notare l'uso ricorrente da parte di Bri di "verso il Nord e verso Narnia" e di come Bri ipotizzi che nel sangue di Shasta scorra sangue del Nord, perché lui ha sempre provato questo ardente desiderio di andare verso Nord. In questo modo, capiamo che Narnia si trova a Nord. Ma durante il viaggio Shasta e Bri vengono inseguiti da dei leoni (o così sembra, stando alla descrizione delle loro emozioni e dei loro pensieri) e in questo modo incontrano Aravis, una nobile tarkana promessa sposa ad un ricchissimo uomo, il gran visir, che lei non ama, Ahosta tarkaan, e Uinni, una giovane cavalla parlante, anch'essa proveniente da Narnia e rapita quando era solo una piccola puledrina. Dopo una serie di discussioni fra l'ignorante ma buono Shasta e l'altezzosa (questa è la prima impressione che si ha di lei) Aravis decidono di proseguire insieme il cammino verso Nord. In un primo momento sembra che solo Aravis e Bri leghino fra loro, in quanto c'è un'antipatia palpabile fra lei e e Shasta, e in una di queste chiacchierate viene nominato per la prima volta "re Luni di Anvard". Shasta si sente tagliato fuori e sente la mancanza delle cavalcate e dei momenti passati da solo con Bri. Un giorno, Bri invita la giovane tarkaana a raccontare la sua storia: scopriamo così che discende da una nobile famiglia: "Mi chiamo Aravis tarkaana e sono l'unica figlia di Kdrash tarkaan, figlio di Rishti tarkaan, figlio di Ilsombreh Tisroc, figlio di Ardeeb Tisroc, discendente in linea diretta del dio Tash. Mio padre è il signore della provincia di Calavar, ed è uno dei pochi che abbia il diritto di rimanere in piedi e con le scarpe al corpsetto di Tisroc (possa egli vivere in eterno). Mia madre - che gli déi proteggano il suo sonno - è morta e mio padre si è risposato. Uno dei miei fratelli è caduto in battaglia contro i ribelli del lontano Ovest, l'altro è ancora bambino. La moglie di mio padre, mia matrigna, mi odia fino al punto di non sopportare che io viva a palazzo, perché faccio ombra ai suoi occhi e la nascondo la luce del sole. Così è riuscita a convincere mio padre a promettermi in sposa ad  Ahosta tarkaan." Lo stile di Lewis in questo passo ricorda molto quello di Tolkien quando elenca le origini del Re della Terra di Mezzo e rimanda senza dubbio alle saghe nordiche della mitologia norrena, nei quali gli scrittori originali si riferivano in questo modo ai loro avi. Aravis è una ragazza forte e ha deciso di sottrarsi al volere del padre scappando di casa, uno dei bellissimi palazzi di Tashbaan e per farlo decide di fingere di andare tre giorni a compiere dei sacrifici in un luogo sacro accompagnata da una sua serva fidata e la notte della fatidica sera, di darle un intruglio che la addormenterà. Ma prima di arrivare a Narnia, il gruppo deve attraversare Tashbaan, luogo nel quale Aravis è molto conosciuta e nel quale ha un'amica oca molto stupida chiamata Lasaralin, le Tombe degli Antichi Re (che si trovano fra il deserto e le montagne), il Grande Deserto Centrale ed infine Narnia. Ma per attraversare Tashbaan devono travestirsi da gente povera, nascondere la cotta di maglia e la scimitarra di Aravis e trascinare il destriero Bri e la cavalla Uinni come se fossero dei normalissimi cavalli, e per questo motivo decidono di sfilacciare loro la coda, cosa che costerà tantissimo a Bri che si preoccupa di quale sarà il suo aspetto una volta raggiunta Narnia, si preoccupa di cosa diranno di loro i Narniani e i suoi amici animali, ma per la causa decide di compiere ugualmente questo grandissimi sacrificio e perciò di sacrificare il suo fiero aspetto per una causa nobile. Siccome c'è un corteo a Tashbaan, un corteo nel quale sfilano re Edmund, la regina Susan, mastro Tumnus e Peridan. La regina Susan si trova a Tashbaan perché il prinicipe Rabadash, uno dei tantissimi figli di Tisroc (il famoso Tisroc al quale veniva augurato di vivere in eterno continuamente) e quando vede Shasta scoppia a piangere e improvvisamente uno delle tante persone presenti al corteo gli dà uno schiaffo dandogli dello "scavezzacollo", e tutti lo chiamano "principe Corin; quest'ultimo viene poi portato dai Narniani nel castello che Rabadash ha disposto per loro, Shasta è pallido in volto per svariati motivi, il primo fra tutti è perché non ha mangiato molto e il secondo senza dubbio dipende dal fatto che non se l'aspettava di venire scambiato per questo Corin e spera di uscire da questo impiccio. Rabadash vuole sposare a tutti i costi "quella barbara" di Susan, ma lei non vuole e si oppone con tutte le forze al suo volere; stare per qualche settimana nei palazzi di Rabadash ha fatto capire a tutti come lui sia buono solo di facciata e che non lo è in realtà, in quanto in privato tiranneggia i suoi simili facendo anche loro del male, il problema si pone quando Susan rifiuterà apertamente il principe, il quale per vendetta considererà tutti loro dei prigionieri e loro non potranno più scappare da Tashbaan, mastro Tumnus in poco tempo organizza un piano perfetto: Edmund dirà a Rabadash che sia lui che Susan e il resto della sua gente dovranno partire con lo Splendido Splendente (il galeone) per andare a sconfiggere i giganti cattivi in una terra lontana, e invece di andare in quella terra, loro torneranno nella loro amata Narnia e nel loro castello di Cair Paravel. Okay, devo dirvelo, quando ho letto Splendido Splendente a me è venuta in mente la pubblicità che facevano su un caffè che si chiama più o meno così, una pubblicità che risale addirittura alla mia infanzia! A volte la mia memoria mi sorprende! In quel momento però, Peridian svela anche un sentiero segreto per arrivare a Narnia che passa per le Tombe degli Antichi re e per il Grande Deserto e si trova in un punto talmente piccolo che se ci si passa non ci si rende nemmeno conto del passaggio che si è attraversato, Shasta tiene bene a mente tutto ciò per riferirlo ai suoi amici. Quando tutti i Narniani se ne sono andati, Shasta apre gli occhi e si ritrova davanti alla sua copia perfetta, il suo sosia Corin, il famoso principe Corin che tutti stavano cercando, il quale era andato a picchiare chiunque offendesse la regina Susan o il suo onore. Shasta, Bri, Uinni e Aravis erano d'accordo di incontrarsi alle Tombe degli Antichi re, teatro delle manifestazioni di esseri demoniaci chiamati ghoul e il primo a raggiungere le Tombe è proprio Shasta. Shasta resta chiuso fuori dalla città e una volta raggiunte le Tombe decide di aspettare lì i suoi amici nel timore che questi fantomatici ghoul si manifestino, e lì incontra un gattino che sembra aver familiarità con quel luogo tetro che gli fa compagnia durante la notte e lo salva con il calore del suo corpo, ma quando lui gli racconta che una volta ha tirato sassate ad un gatto, il gatto prima lo graffia sulla schiena e poi se ne va e Shasta rimane completamente solo. Dopo il passaggio dei Narniani segue quello di Lasaralin, l'amica stupida di Aravis e lei attira la sua attenzione e sale nella lettiga con lei, nascondendovisi perché pochi secondi prima aveva visto il suo promesso sposo. Lasaralin si è appena sposata con un ricco tarkaan e si stupisce nel vedere la sua amica vestita come una mendicante, Aravis salta nella lettiga e la prega di non dire niente della sua presenza nel palazzo in cui vive e di aiutarla a trovare un modo per uscire da Tashbaan. Lasaralin si perde per un sacco di tempo in chiacchiere inutili e frivole che infastidiscono tantissimo Aravis, la quale alla fine a forza di insistere riesce finalmente a farsi dire dov'è questo posto (che altro non è che un vecchio palazzo di Tisroc nel quale non entra più nemmeno la servitù e che Lasaralin fortunatamente conosce) ma quando riescono ad entrarvi nel vecchio palazzo entra anche Tisroc con suo figlio Rabadash, il quale altro non è che un servitore di suo padre e che è disposto a morire per ottenere il potere che tanto brama, e non riuscendo a far sua Susan "la regina dei barbari" decide di conquistare Anvar con la forza e da lì entrare a Narnia e conquistare Cair Paravel soggiogando in questo modo Susan e il regno di Narnia. Rabadash viene picchiato da suo padre, che dice al servo che non si preoccupa se suo figlio morirà, d'altronde ce ne ha tanti e molti sono morti proprio per il desiderio di conquistare il trono quando morirà, ma siccome non è ancora morto tutti devono augurargli vita eterna. Aravis ringrazia Lasaralin per il suo aiuto e le augura ogni felicità nel suo bellissimo palazzo, e le dice che quella vita non fa per lei, dato che non può e non vuole venire soggiogata ad un uomo che non ama neanche minimamente. Gli amici si incontrano alle Tombe degli Antichi Re e da lì tutti continuano il lungo e duro viaggio attraverso il Grande Deserto e insieme trovano la via che re Edmund e il fauno avevano consigliato loro di prendere per arrivare prima di Rabadash ad Anvard, proprio mentre sono usciti dal Grande Deserto, un grosso leone sbuca fuori dal nulla e graffia la schiena ad Aravis, la quale perde molto sangue e viene soccorsa da l'Eremita della Via del Sud, un uomo saggio che vede il futuro in uno stagno e che soccorre subito Aravis ed ordina a Shasta di avvertire subito re Luni dell'imminente arrivo dell'esercito di duecento uomini di Rabadash. Shasta corre a più non posso e proprio mentre è quasi arrivato giunge ad un bivio e non sapendo che strada percorrere sente il rumore degli zoccoli dei cavalli di Rabadash e poi vede questo famigerato uomo di persona, Shasta è nascosto fra i cespugli, organizzarsi per prendere Anvar, Narnia e Cair Paravel poi vede che prendono la strada di destra invece di quella di sinistra e lui decide di prendere la strada più lunga, ovvero quella sinistra anche se la allunga molto di più il percorso e che dà su un profondo burrone - lì, proprio in quel punto Shasta sente qualcosa, che lui chiama "La Cosa" alitargli alito caldo addosso (lo stesso alito con il quale Aslan libera ne "Il leone, la strega e l'armadio" le creature di Narnia dall'incantesimo che rende le persone di pietra della Strega Bianca) che lo tiene al sicuro e si mette fra lui e il burrone. Shasta raggiunge finalmente Anvard e avverte re Luni dell'imminente arrivo delle truppe di Rabadash e il re lo abbraccia con affetto facendogli capire che è molto felice di vedere, ma Shasta continua a non capire per quale motivo il re sia così felice e con lui lo siano tutti i suoi sudditi. Shasta combatte al fianco di re Luni e di quello che non sa essere il suo fratello gemello nella grande battaglia contro l'esercito di Rabadash e Anvard esce vittoriosa da quella guerra, costringendo catturando il perfido Rabadash. La cosa strana che ho notato è che mentre nel primo libro, ovvero "Il leone, la strega e l'armadio" nessuno aveva paura dei leoni, qui Shasta, Bri, Uinni e anche Aravis hanno paura dei leoni, questo però è da ricercarsi nelle antiche fobie che gli anziani tramandavano ai giovani, che hanno sempre detto loro che a Narnia c'era un demone sotto forma di leone, cose non vere ma che non spiegano per quale motivo Bri abbia tanta paura dei leoni o di Aslan il leone in generale. Bri, Uinni e Aravis, ormai guarita, restano ancora per qualche tempo nella casa dell'Eremita della Via del Sud e in quel breve periodo Bri capisce di aver peccato d'orgoglio e grazie all'Eremita di rende conto di non essere un grande destriero ma di essere solo un cavallo normale come tutti gli altri. Alla porta dell'Eremita giunge Shasta completamente vestito nuovo e alla fine scopriamo che Shasta non è altri che il fratello gemello di Corin, e cioè Cor. Aravis gli chiede scusa per il suo comportamento e gli fa i complimenti per essere tornato indietro a salvarla quando il leone l'ha graffiata sulla schiena quella volta, infatti Cor è molto coraggioso e da adulto sarà ricordato proprio per quello mentre suo fratello gemello Corin è il più bravo a tirare pugni e una volta sconfisse un orso che aveva perso diciamo il suo lato "umano" in favore di quello "primitivo". Così Cor (Shasta) ha trovato una nuova famiglia che gli vuole molto bene e che l'ha cercato in lungo e in largo, ha combattuto per lui quando una perfida spia di corte, passata dalla parte del nemico (Tisroc) aveva aiutato quest'ultimo a rapire Cor e mentre re Luni ha dato vita ad una battaglia a mare aperto per riprendersi suo figlio, la spia è riuscita a metterlo su una barca e l'ha lasciato scorrere su di essa nella Freccia Sinuosa mentre un valoroso cavaliere morì per salvarlo. Quando era piccolo, la profezia di un centauro disse che Cor avrebbe salvato la Terra di Archen da un grande pericolo e così è stato. Cor presenta suo padre Aravis e gli chiede se può vivere con loro visto che è scappata dalla sua terra, il padre acconsente e vivranno insieme andando d'accordo e litigando di tanto in tanto e alla fine si sposeranno e avranno un valoroso figlio. Ma che cosa ne è stato di Rabadash? Dopo la fine della battaglia tutti, re Luni incluso, volevano ucciderlo, la regina Lucy voleva dargli un'altra possibilità ed Edmund anche (e questa frase mi ha colpito il cuore) perché lui ha conosciuto un traditore e anche i traditori possono redimersi. Alla fine Aslan arriva e lo punisce nel migliore dei modi: gli dice che ora è diventato un umano e che se vuole ritornare nella sua forma originaria deve andare nel tempio di Tash (dea o dio al quale tutti nel libro fanno riferimento ed invocano nel momento di maggiore bisogno) al quale ha consacrato la sua promessa alla festa dell'autunno ma se andrà oltre questo tempio per quindici chilometri l'incantesimo sarà irreversibile e rimarrà un asino per tutta la vita. Questa punizione servirà a Rabadash per diventare un sovrano migliore e più buono e infatti dopo la morte di Tisroc, quando salirà al trono, verrà ricordato inizialmente come "Rabadash il Pacifico" e in seguito come "Rabadash il Ridicolo". Dunque, vi ho già detto che Aravis e Cor si sposeranno...Mi resta solo da dirvi che anche Uinni e Bri staranno insieme ma non si sposeranno e non faranno figli (il perché non lo so, ma cercherò qualche saggio). Ah, dimenticavo, Lucy racconterà a tutti il giorno della festa ad Archen di come è arrivata a Narnia attraverso l'armadio, racconto che tutti conoscevano al di fuori di Aravis e Cor.

Un libro che vi consiglio caldamente di leggere per la bellezza della favola moderna e dei significati impliciti insiti in essa, ma solo dopo aver letto "Il nipote del mago" e "Il leone, la strega e l'armadio".

Ora vi lascio con un dialogo che mi è rimasto molto impresso, mi ha colpito tantissimo:
"Maestà, avresti tutto il diritto di fargli tagliare la testa" intervenne Peridan "perché grazie alla sua aggressione insensata si è comportato né più né meno come un assassino."
"E' vero, ma anche un traditore può redimersi. Una volta ho conosciuto uno che lo ha fatto." concluse Edmund pensieroso. 

Giada

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