Titolo libro: Together
Autore: Elisabetta Modena
Prezzo: 2,99 € (gratis con Kindle Unlimited)
Lunghezza: 222 pagine
Link d'acquisto: http://www.amazon.it/Together-Elisabetta-Modena-ebook/dp/B00T24D2B4/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1424339431&sr=8-1&keywords=together
Casa editrice: self-publisher
Sinossi:
Natanaele e Benedetta sono finalmente insieme, dopo il travagliato inizio della loro incredibile storia d’amore. Lui ora è un astro nascente del panorama musicale, lei una giovane infermiera che studia in ospedale. Entrambi hanno scelto strade impegnative e stare insieme si rivela molto difficile. Oltretutto Benny non sopporta il mondo dello spettacolo e che il suo ragazzo sia circondato da entusiastiche fan, mentre Nat non vede di buon occhio i nuovi amici della sua fidanzata.
Entrambi si rendono conto che il loro futuro insieme non è scontato.
Benedetta cerca sicurezza e appoggio: sarà in grado di fidarsi ancora di Natanaele?
E lui riuscirà a farla sentire amata e protetta o la perderà per realizzarsi come musicista?
Qual è la cosa giusta da fare quando tutto è incerto?
Saranno in grado di ascoltare ancora la voce degli arcangeli, annunciatori del Cielo e dell’Amore senza limiti e confini?
Dallo scorso 2 aprile, Sorpresa da un angelo (#1) e Nascosto ai tuoi occhi (#2) ed ora Together (#3) sono in classifica top 100 ragazzi.
Vi consiglio di acquistare questo libro e vi lascio con un brano tratto da questo romanzo:
"«Benny, il semaforo è verde» m’indicò Natanaele con un sorrisetto di divertimento sulle labbra.Ops.
Sussultai alle sue parole riscuotendomi dai miei pensieri. Alzai in fretta il piede dal pedale della frizione e premetti l'acceleratore. La Mini di Nat scattò in avanti e noi rimbalzammo indietro sui sedili.
«Attenta, la prossima volta» mi avvertì in tono gentile. «Sei distratta. A che cosa stai pensando?»
Sospirai. All’Università, ovvio. Al professor Speroni che sta massacrandoci di studio, al tirocinio che ci aspetta e che abbiamo soprannominato "Le dodicimila fatiche di Ercole", alla mia stanchezza cronica… E, postilla non meno importante, al fatto che mi ammazzo di lavoro in facoltà, mentre il mio bellissimo ragazzo, un modello, va a farsi fotografare in studio tirato a specchio come un poster patinato.
«A niente» risposi piccata.
«Mmm... »
«Non ti posso nascondere nulla» sbuffai infastidita. «A gennaio inizieremo a fare pratica in ospedale» buttai lì come se stessi dicendo che avrei dovuto scalare l'Everest senza bombole di ossigeno. A novembre inoltrato, per me gennaio era dietro l’angolo.
«Stai tranquilla, amore. Ce la farai» m’incoraggiò Nat dolcemente.
M’irrigidii. Tranquilla un corno!
Lui se ne accorse e scrollò la testa. «Non fare così.»
«Così come?»
Mi lanciò uno sguardo intenso. «Come una che ha già deciso che non riuscirà a centrare l’obiettivo della laurea.»
E tu, dall’alto del tuo Olimpo della moda, non capisci noi comuni mortali.
Ero al secondo anno di Scienze Infermieristiche e iniziavo a sentire tutto il peso dell’università. L’anno precedente io e i miei compagni di corso eravamo matricole imberbi: non sapevamo ancora a cosa saremmo andati incontro. Il nostro entusiasmo volava alto. Poi i primi esami si erano rivelati difficili e il tirocinio di quasi cinquecento ore ci aveva prostrato.
Il secondo anno era iniziato in salita: materie complicate e un altro tirocinio di seicentosessanta ore. I corsi del primo semestre non mi entusiasmavano: Clinica medica, Chirurgia Generale e Specialistica, Infermieristica clinica e Farmacologia; la frequenza era obbligatoria, inframmezzata da pochi giorni liberi. Una fatica impietosa, calcolando che restava soltanto la notte per studiare."
Sussultai alle sue parole riscuotendomi dai miei pensieri. Alzai in fretta il piede dal pedale della frizione e premetti l'acceleratore. La Mini di Nat scattò in avanti e noi rimbalzammo indietro sui sedili.
«Attenta, la prossima volta» mi avvertì in tono gentile. «Sei distratta. A che cosa stai pensando?»
Sospirai. All’Università, ovvio. Al professor Speroni che sta massacrandoci di studio, al tirocinio che ci aspetta e che abbiamo soprannominato "Le dodicimila fatiche di Ercole", alla mia stanchezza cronica… E, postilla non meno importante, al fatto che mi ammazzo di lavoro in facoltà, mentre il mio bellissimo ragazzo, un modello, va a farsi fotografare in studio tirato a specchio come un poster patinato.
«A niente» risposi piccata.
«Mmm... »
«Non ti posso nascondere nulla» sbuffai infastidita. «A gennaio inizieremo a fare pratica in ospedale» buttai lì come se stessi dicendo che avrei dovuto scalare l'Everest senza bombole di ossigeno. A novembre inoltrato, per me gennaio era dietro l’angolo.
«Stai tranquilla, amore. Ce la farai» m’incoraggiò Nat dolcemente.
M’irrigidii. Tranquilla un corno!
Lui se ne accorse e scrollò la testa. «Non fare così.»
«Così come?»
Mi lanciò uno sguardo intenso. «Come una che ha già deciso che non riuscirà a centrare l’obiettivo della laurea.»
E tu, dall’alto del tuo Olimpo della moda, non capisci noi comuni mortali.
Ero al secondo anno di Scienze Infermieristiche e iniziavo a sentire tutto il peso dell’università. L’anno precedente io e i miei compagni di corso eravamo matricole imberbi: non sapevamo ancora a cosa saremmo andati incontro. Il nostro entusiasmo volava alto. Poi i primi esami si erano rivelati difficili e il tirocinio di quasi cinquecento ore ci aveva prostrato.
Il secondo anno era iniziato in salita: materie complicate e un altro tirocinio di seicentosessanta ore. I corsi del primo semestre non mi entusiasmavano: Clinica medica, Chirurgia Generale e Specialistica, Infermieristica clinica e Farmacologia; la frequenza era obbligatoria, inframmezzata da pochi giorni liberi. Una fatica impietosa, calcolando che restava soltanto la notte per studiare."
Giada
Grazie di questo spazio! Tra l'altro è molto bella l'idea dell'incipit, così le lettrici possono farsi un'idea del romanzo!
RispondiEliminaUn abbraccio grande e un saluto a tutti!