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sabato, aprile 11, 2015

RECENSIONE di Con l'ultimo respiro di Lorenzo Sartori

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Che bello tornare a recensire, sono davvero felice e sto facendo del mio meglio per mettermi in pari con tutte le recensioni in arretrato e sono felice di aver trovato il tempo per recensire anche questo bellissimo racconto.

PREMESSA
Okay, avevo voglia di leggere qualcosa di epic fantasy scritto da un autore della Gainsworth Publishing e mi sono lasciata ispirare da questo racconto breve di cui vi parlerò tra poco, prima di scrivere la recensione vera e proprio devo dirvi che mi è piaciuto un sacco, che l'ho amato tantissimo e che merita. Vi invito a leggerlo, passerete una bella ora.

TRAMA (da Goodreads)
Quando Awira entra nella foresta di Liwitz, dove, a causa di un incantesimo, non si alza mai la nebbia, sa esattamente quello che vuole. Sta raggiungendo la Capitale per prendere parte alla prova finale del Gran Torneo indetto da re Yudra, che ha promesso in sposa la figlia Sari al vincitore. E lui quella prova misteriosa, di cui nessuno conosce ancora il contenuto, è determinato a vincerla: per la bellissima principessa, ma soprattutto per ereditare un giorno il Regno e, con esso, un imponente esercito con il quale vendicare la morte di suo padre e di suo fratello, uccisi in battaglia.
Nella foresta incantata, però, Awira fa un incontro destinato a mettere in gioco tutte le sue certezze, perché le cose non sempre sono come sembrano...
Con l'ultimo respiro è una favola moderna, oscura, che reinterpreta in note epiche e fantastiche l'antico tema del Torneo, arricchendolo di avventura e passione.

RECENSIONE
Ho iniziato a leggere questo libro stamattina e l'ho finito poco fa, come vi accennavo l'ho amato molto. Non è il solito fantasy o epic fantasy, è un epic fantasy con sfumature dark e rimandi alle favole che ci raccontavano le nonne quando eravamo piccoli, perché c'è una principessa nella storia. Ma partiamo dal principio. Awira è il fratello minore di Wunal, un ragazzo che fa vivere nelle sue storie gli eroi caduti in guerra che riposano nella collina a loro dedicata, e questa è una caratteristica che permanerà nel racconto, perché in qualche modo Awira sente di essere "meno" del fratello, sente di "meritare meno" del fratello e che anche lui avrebbe dovuto morire insieme a suo padre e suo fratello durante la battaglia contro l'Alleanza della Morte. Il tempo passa, Awira cresce prendendosi cura della sua sorellina Meli e partecipa al Torneo indetto da re Yudra, che ha promesso in sposa sua figlia Sari al vincitore. Sawira dimostra grandi capacità e alla fine, arriva all'ultimo round del Torneo, ma proprio in quel momento, nella Foresta di Liwitz, una foresta che si dice sia stata maledetta da una strega che la abita e che con l'inganno convince i viaggiatori ad aiutarla e promette loro di esaudire un ultimo desiderio, Awira incontra Neha, lo spirito della foresta. Nella mitologia celtica, è risaputo che gli siano spiriti che abitano le foreste, i laghi e i fiumi e io penso che questo riferimento alla mitologia sia grandioso, cioè come posso non amare uno scrittore che mette nel suo racconto questi elementi? Io lo trovo fantastico. Secondo me il racconto è una via di mezzo tra una favola e un racconto epic fantasy. Perché? Gli amanti del fantasy saranno concordi con me nel dire che le Giostre e i Tornei per la mano della dama sono richiami non solo alla letteratura cortese (sì, mi ha ricordato anche questo) in cui il padre regnante metta come premio per il vincitore la mano della figlia, ma anche della favola  e dell'epic fantasy (per via dell'elemento costituito dal padre re, dalle guerre tra fazioni nemiche, dalla figlia principessa) e ha anche delle atmosfere medievali allo stesso tempo. Vi dico solo una cosa, ci sarà un colpo di scena che vi sorprenderà, come ha sorpreso me; perciò vi invito a leggerlo!

La scrittura di Lorenzo mi è piaciuta subito: descrizioni fisiche, psicologiche e ambientazioni sono rese molto bene, specialmente con le descrizioni della foresta, mi sembrava di essere davvero dentro alla Foresta di Liwitz avvolta dalla nebbia, dalla caliggine, mi sembra quasi di sentirmi addosso il peso della nebbia e di tutto ciò che in essa c'era. Mi piacerebbe ne facessero un film, ma penso che anche se lo facessero direi "Era più bello il libro!", perché la sua scrittura è evocativa, trasmette immagini chiare e precise e racconta eventi di terre magiche, lontane come se tu le stessi guardando, come se tu fossi dentro alla storia.

Vi saluto con una citazione tratta da questo bel racconto che, come vi ho detto prima, vi invito a leggere: "Quel paesaggio torbido e claustrofobico non poteva essere niente di più lontano dalle soleggiate e immense praterie del Sud."

Giada

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