Prima del romanzo “Dodici Porte” ho letto lo Spin off che mi ha
incuriosita: non sono un’accanita lettrice di fantasy o di ghost story ma la
vicenda raccontata mi ha conquistata e ho letto anche l’opera originale.
La protagonista, Lunar, è una ragazza apparentemente come tante che
subisce una violenza e ne resta sconvolta e ferita; d’un tratto però scopre una
realtà diversa da quella in cui è sempre vissuta con la sua famiglia. Inizia
così un viaggio in un mondo popolato da personaggi fantastici che l’autrice
descrive in modo molto particolareggiato ed originale.
"Poco
prima di uscire dalla stanza, Lunar si voltò a guardare di nuovo LaMamà, mentre
prendeva il gatto dalla testa e se lo metteva sulle ginocchia sussurrandogli
qualcosa. «Perché LaMamà ha un gatto sulla testa?» domandò Lunar alla Loba.
«Per tenere fermi i pensieri» rispose con semplicità l’animale."
Anche i luoghi
attraversati da Lunar in questo percorso alla scoperta – o riscoperta – di sé
sono raccontati con uno stile molto accurato tanto che al lettore pare proprio
di essere catapultato in questo mondo magico insieme alla protagonista.
"Lei
aveva di nuovo quell'espressione che lui le aveva visto mille volte in passato
e che da tempo non vedeva solcarle il viso in modo così evidente. Un volto che
esprimeva sfrontatezza, coraggio, sicurezza. L’energia del mondo intero era
convogliata per qualche motivo proprio lì. I loro cuori ebbero un ultimo
battito sincrono, lei afferrò la maniglia della porta, la abbassò e questa si
aprì. Lunar e Sinbad si gettarono dentro la stanza. Probabilmente, non ebbero
il tempo di vedere che sul legno della porta era intagliata una piccola
scritta: Stanza dello Specchio Narrante."
Le Dodici Porte che Lunar dovrà aprire simboleggiano altrettante prove
che la ragazza dovrà superare per raggiungere la guarigione, fisica e
psicologica, e anche una maggiore consapevolezza di sé.
Li aspetti che più ho apprezzato di questo romanzo sono sicuramente
l’originalità, sia nella trama che nella creazione dei personaggi e degli
ambienti in cui la storia si snoda, e la forma fluida e scorrevole; un libro
consigliato sia agli amanti del genere fantasy ma non solo.
«La
camera d’attesa per cosa?» «L’attesa per l’udienza» la donna pareva stupita
dall’ignoranza di Lunar. «L’udienza». «Sì» intervenne il vecchio con la barba
bianca, «quando muori, devi aspettare di essere ricevuto per sapere dove
andare». «Ma io non sono morta» obiettò Lunar. Risata generale, poi subito
silenzio. «Un’altra che crede di non essere morta. E perché saresti qui allora?»
Irene Milani
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