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sabato, settembre 05, 2015

Recensione di "I due volti di Nuova Delhi" di Annarita Tranfici

Due nomi, due personaggi uniti da un destino comune: Kajal e Kiran sono due giovani che si incontrano e si innamorano nella cornice di un mercato della città indiana di Nuova Delhi. Il loro rapporto è raccontato con tono leggero e delicato dall’autrice che descrive in modo molto accurato sia i luoghi che i sentimenti dei due protagonisti. L’idillio però arriva troppo presto a conclusione; il finale di questo romanzo breve, infatti, mostra l’altro volto della città. In poche righe il lettore si trova catapultato in una realtà completamente diversa da quella narrata nella parte introduttiva, purtroppo meno piacevole, ma che bisogna trovare il coraggio di raccontare e affrontare. Nel raccontare l’odio e la violenza anche il registro linguistico si adegua alla crudeltà dei fatti che descrive, senza tuttavia risultare volgare o eccessivamente crudo.

Nel complesso questo “Brevissimo” è una lettura molto piacevole, forse un po’ troppo breve per chi ama entrare più a fondo nelle storie, e soprattutto propone spunti di riflessione sicuramente attuali come lasciano intuire le ultime righe del romanzo:
«Un fiore puro esposto alle intemperie, facile preda della gelosia e dell’invidia di cuori malati. Una storia la cui dolcezza si perde in un pomeriggio amaro che svela i volti di una Nuova Delhi con due anime; un lembo di terra in cui la sacralità confina con la perversione, in cui la moralità e l’amoralità conoscono le stesse albe e gli stessi tramonti. Il vizio che si compie nel territorio in cui pretende di imporsi la virtù. »

Irene Milani

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