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venerdì, ottobre 05, 2018

REVIEW PARTY DE LA DAMA DEI MEDICI DI JEANNE KALOGRIDIS

Buona sera a tutti, bloggers e lettori! Ultimamente i miei impegni si stanno accavallando l'uno sull'altro, rendendomi quasi impossibile riuscire a fare tutte le cose che vorrei, e questo mi ha portato a pubblicare in leggero ritardo la recensione de "La dama dei Medici" di Jeanne Kalogridis, riguardante il Review Party di ieri. Mi scuso con la Newton Compton e con Martina per questo ritardo, mi dispiace molto non essere riuscita a rispettare le tempistiche. Spero che la recensione vi piaccia, buona lettura!

PREMESSA
Ho conosciuto Jeanne Kalogridis, come scrittrice, quando avevo appena aperto il blog: "La lettrice di tarocchi" è stato il primo romanzo storico che ho recensito qui nel 2015. Amo i romanzi storici, tanto quanto quelli fantasy e dark contemporary/romance. Jeanne ha uno stile di scrittura riconoscibile, preciso e netto come il taglio di una lama, e inutile dirvi che ho adorato questo romanzo, a cui ho dato quattro stelle. In ritardo, come sempre, ma ecco il mio post per il Review Party.

TRAMA (DA GOODREADS)
1478. La Firenze dei Medici si arricchisce dei più grandi artisti del mondo grazie a Lorenzo il Magnifico. Nei vicoli e nelle strade malfamate, intanto, continua la quotidiana lotta per la sopravvivenza degli ultimi, destinati al silenzio della storia. Giuliana è un'orfana cresciuta nel famoso Ospedale degli Innocenti: la sua indole ribelle l'ha resa fin da piccola una presenza sgradita. Così, all'età di quindici anni, è stata messa davanti a una scelta: entrare in convento o sposarsi con un uomo che non amava. Piuttosto che piegarsi, Giuliana ha preferito fuggire. Durante i due anni passati sulla strada, è sopravvissuta grazie a piccoli furti, imparando a confondersi tra la folla dopo aver svuotato le tasche giuste. Ma tutto cambia quando una delle sue vittime, un anziano signore, la coglie con la mano nella sua borsa. Invece di portarla in prigione, l'uomo, presentatosi come "il Mago di Firenze", le fa una proposta: diventare la sua assistente. Così, tra rivelazioni esoteriche e sottili stratagemmi, Giuliana sarà messa a parte della misteriosa attività del cabalista, custode di un segreto che ha a che fare con il suo oscuro passato...

REVIEW PARTY
Mi è sempre difficile iniziare una recensione di un romanzo appena finito che ho adorato, questo è il caso de "La dama dei Medici". E' stato bello 'vedere' attraverso gli occhi dell'autrice la Firenze del 1400, riscoprire ciò che adoravo alle superiori, ovvero l'arte fiorentina di questo periodo, dalle formelle del Brunelleschi a Verrocchio. Una parte di me è tornata l'adolescente che amava storia dell'arte, una delle poche era impaziente perché arrivasse quella lezione obbligatoria del suo corso di studi. Lo ammetto, gran parte del mio amore per l'arte lo devo alla mia professoressa delle superiori, Isabella, che mi ha fatto conoscere e amare un mondo antico che mi ha travolta sin dalla prima lezione. Quindi, in parte, questa recensione la voglio dedicare anche a lei e alla grande insegnante che è sempre stata per me. Penso che tutti dovrebbero incontrare un insegnante che gli apre gli occhi su un mondo così vasto quanto interessante come quello dell'arte, io sono stata fortunata.

È questo il bello di Firenze. Anche i più poveri tra noi sono orgogliosi della nostra architettura e della nostra arte.

Ma torniamo al romanzo: Giuliana è un'orfana cresciuta allo Spedale degli Innocenti, una ribelle dall'animo nobile, con un occhio verde e uno marrone. Non ha mai avuto paura di esprimere la propria opinione e di affrontare l'autorità, quando questa calpesta i più deboli. Cacciata dall'orfanotrofio al compiere del sedici anni, Giuliana diventa un'abile borsaiola, derubando i più ricchi presso le due taverne nella zona malfamata di Firenze, quella del Fico e quella del Buco. E' qui che viene colta in fallo da ser Giuseppe, che la obbligherà a fare ciò che dice per evitare la galera e, una sorta molto peggiore come la morte ai ceppi. Tommaso, il piccolo aiutante di Giuliana, scappa per le vie fiorentine, triste e angosciato per la sua amica. Tuttavia, Giuliana riuscirà a trovare il modo di volgere la situazione a suo favore, con un po' di fortuna e aiuti esterni, farà in modo di mettere al sicuro Tommaso, la sua amica Cecilia e la sua bimba Ginevra.

Affezionarsi a qualcuno, me compresa, era stupido e basta: perché a quel punto, avrebbe pianto fino a impazzire, e questo non avrebbe fatto altro che renderlo una preda più facile. Perché mai sennò la mia vita faceva tanto schifo? Dio e paradiso erano per le persone buone, gentili, che potevano permettersi di volere bene.
Una caratteristica peculiare di Giuliana è senza dubbio la sua fermezza, ma giocano un ruolo molto importante la sua caparbietà e il suo coraggio, necessari per sopravvivere nel mondo italiano dell'epoca. Infatti, una donna sola e senza accompagnatore veniva considerata una prostituta o un'accattona, ed è per questo che lei, sin dall'inizio, ha preferito venire scambiata per un ragazzo. La cosa la preoccupava così tanto, che non si è mai preoccupata di smentire i suoi amici, tranne forse Cecilia, l'unica che sapeva ch'era una donna. Devo dire ch'è stata davvero molto abile nel fare in modo che la messinscena sul suo vero sesso venisse nascosta fino al momento culminante, perché dev'esser stato molto difficile per una donna fingersi un uomo, per quanto brava fosse. Voglio dire, potevano controllargli le brache e cos'avrebbero fatto se avessero scoperto che non aveva il pisello, ma ben altro? Tommaso è l'elemento debole, anzi, potremmo dire ch'è il punto debole di Giuliana proprio come Cecilia, perché per quanto lei dica di non avere un cuore, di non provare sentimenti d'amore e d'amicizia, alla fine sono quelli che vengono di più a galla durante la lettura.

Nessuno, pensai, avrebbe mai potuto farmi piangere. Avrei ben presto scoperto che sbagliavo.

L'ambiente fiorentino è reso magistralmente, proprio come l'aspetto storico del libro - gli usi e i costumi dei fiorentini del 1400 sono molto realistici, quasi tangibili per il lettore che sfoglia le pagine del libro. Durante la lettura, tutti i cinque sensi vengono stimolati in modo eccezionale, catapultando il lettore in quel passato che ha forgiato il mondo che conosciamo noi oggi.

Il libro, scritto dal POV di Giuliana, ci permette di comprendere appieno come vivessero i disadattati della società, in che condizioni erano costretti a vivere e soprattutto, in che condizione versavano gli orfanotrofi dell'epoca. Molti bambini, infatti, si ritrovavano senza genitori a causa della peste o di epidemie violente. Giuliana, man a mano che la storia prosegue, si ritroverà costretta a fare una scelta: è più forte il suo patriottismo, o il suo legame con i suoi amici? Lo scoprirete solo leggendo il libro!

CALENDARIO REVIEW PARTY

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo che vi consiglio, nonostante gli errori di battitura e qualche errore di editing trovato all'inizio e alla fine del libro. Lo trovo davvero ottimo, merita un sacco:
"(...) tutto ciò che prima era confuso mi parve chiarissimo: ci sono persone per cui vale la pena vivere e morire. E persone per cui vale la pena uccidere. Dopotutto, sarei comunque andata all’inferno."
(Giuliana)

xoxo,
Giada

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