WATTPAD STORIES

giovedì, ottobre 28, 2021

RECENSIONE DI IRON FLOWERS - REGINA DI CENERE DI TRACY BANGHART

Buona sera, Fantastics! Come ho appena scritto su Goodreads, ho finito di leggere Iron Flowers- Regina di Cenere all'una e mezza circa, con il magone addosso e i lacrimoni agli occhi. Non mi aspettavo che sarebbe stato così sconvolgente e così intenso, molto più intenso del primo romanzo. Insomma, leggerlo in pieno preciclo non mi è sembrata la scelta migliore, visto che sono estremamente emotiva e sensibile... molto più del solito. Ma merita. Merita tantissimo!

PREMESSA
Ho letto Iron Flowers, il primo romanzo, in maggio. Non era un bel periodo per me, per tutta una serie di motivi collaterali e mi sono rifugiata nella scrittura. Mi sono rifugiata nelle avventure, talvolta dolorose, di Serina e Nomi - due sorelle molto diverse, che però serbano delle grandi sorprese. Due sorelle che presentano un'evoluzione a livello di personaggio e a livello umano talmente enorme, di una portata talmente intensa, sconvolgente e dolorosa, da non lasciare indifferenti. Due personaggi tridimensionali da una profondità emotiva, personale e anche umana.

TRAMA (DA AMAZON)
A volte bisogna ridurre il mondo in cenere per costruirne uno migliore.

Se c’è una cosa che Nomi ha imparato durante i mesi trascorsi a corte è che non bisogna arrendersi mai. Nemmeno quando tutto sembra perduto. Nemmeno quando Malachi, l’uomo che ama più di se stessa e legittimo erede al trono, viene spodestato dal fratello minore e bandito dal regno. Disperata, Nomi sa che le rimane un’unica speranza: raggiungere la sorella Serina nella prigione di Monte Rovina. Ma al suo arrivo non trova ad aspettarla le donne vinte e ferite che ha sempre immaginato. Perché le prigioniere di Monte Rovina si sono ribellate: alle loro ingiuste condanne, al loro ingiusto destino di donne. E Serina, la dolce, remissiva Serina, è il capo della rivolta. Il dolore, la violenza e la sofferenza hanno cambiato sia Nomi che Serina, eppure le sorelle sono pronte a combattere l’una al fianco dell’altra. Per liberarsi dell’usurpatore e per ristabilire la giustizia – e l’uguaglianza – in tutto il regno. Perché, a volte, per costruire un mondo migliore bisogna prima ridurre tutto in cenere. L’attesissimo seguito di Iron Flowers: il capitolo conclusivo di una serie straordinariamente attuale che parla di libertà, di sorellanza, di resilienza e, soprattutto di femminismo.

«La perfetta risposta young adult al Racconto dell’Ancella.» - Booklist

«Tracy Banghart regala una nuova vita alla storia femminista di oppressione e resistenza.» - Publishers Weekly

RECENSIONE
Descrivere il turbamento emotivo, l'emozione pura che provo ancora adesso mentre sto scrivendo... mentre sto cercando di parlarvi, in un modo coerente e conciso, di questo splendido romanzo è difficile. Mi sono già ripetuta due volte, e non vorrei ripetermi una terza, ma questo è davvero un libro con la L maiuscola, poiché ha tutto ciò che io cerco: sangue, amore e combattimenti (l'assenza dell'altro elemento, che di solito mi fa propendere per l'amore totale e incondizionato per un romanzo è la presenza di sesso, esplicito, non mi faccio problemi a leggerlo tale ed, infine, elementi disturbanti o dark). Col tempo, ho capito che è questo che cerco in un romanzo, ma mi adatto anche al genere di appartenenza, quindi riconosco che certe cose non le posso trovare in un romance, per esempio. 

Iron Flowers - Regina di Cenere, riprende da dov'era terminato l'altro romanzo, ovvero da Nomi che viene fregata dal doppio gioco di Asa (ogni volta che leggevo questo nome, continuavo a pensare ad Asa Butterfield, che è il motivo principale per cui non ho ancora recuperato Sex Education: ho visto un film con lui come attore e non mi è piaciuto affatto) e spedita insieme alla sua amica Maris a Monte Rovina. Monte Rovina è, di fatto, un'isola di Viridia, lontana dalla civiltà e dalla popolazione dove vengono imprigionate solo donne, in particolare donne ribelli che non hanno accettato matrimoni combinati, violenze e soprusi di ogni genere, hanno preteso un salario per il loro lavoro, oppure sono state vendute come animali da soma dai loro genitori. Questo elemento di schiavismo è reso con una crudezza tale che, se ci pensate bene, è quanto avveniva neanche trent'anni fa in Africa. Non so se accada ancora adesso, la crudeltà e il modo diretto con cui è stato trattato tutto ciò è stato un colpo al cuore e uno allo stomaco che mi ha fatto molto male. Maris, per esempio, è stata mandata lì perché lesbica: il suo non mostrare affetto o qualsivoglia sentimento affettivo nei confronti degli uomini l'aveva resa un'aberrazione nei confronti della società, un'aberrazione di cui i suoi genitori volevano disfarsi prima facendola Grazia e costringendola a qualcosa che non voleva, e infine proprio a causa di ciò è finita a Monte Rovina. Questi elementi, suppongo, hanno fatto scrivere quelle title card nella sinossi del romanzo: è la risposta young adult a Il racconto dell'Ancella. Non avendolo ancora letto, non posso fare paragoni, e comunque c'è anche Vox, che tratta un tema simile che devo recuperare assolutamente. Quindi, mi riservo di esprimere il mio pensiero sulle title card quando avrò più metri di paragone con cui confrontare questa dilogia. 

Nomi, dopo mille peripezie, riesce a scappare insieme a Malachi. Nomi, che si sente ancora tradita da Asa e che fatica a fidarsi dell'Erede legittimo, ma il quale le dimostra più e più volte la sua totale devozione - l'aveva fatto anche nel romanzo precedente, ma la nostra co-protagonista era accecata dalle bugie di Asa. Serina, nel frattempo, da ragazza mite e remissiva, è stata forgiata dal dolore, dalle perdite e dai combattimenti di Monte Rovina. A Monte Rovina, Serina ha trovato sé stessa e non è la Grazia che ha sempre voluto essere. Ho apprezzato molto l'evoluzione di Serina, che diventa una guerriera e una leader capace di ispirare le persone con le sue parole e i suoi gesti. Serina, le cui parole voglio tatuarmi perché mi ha dato tanto, come personaggio, e a cui sento di dover molto per la forza che mi ha dato nelle ultime settimane: "Reagire. Sempre"

Non siamo costretti ad accettare lo stato delle cose, se non ci piacciono. Ma, allo stesso tempo, non possiamo pretendere un cambiamento se noi per primi non ci mettiamo in moto per attuare quello stesso cambiamento. Le cose cambiano solo se siamo coraggiosi e se abbiamo il coraggio di farle cambiare.

Nonostante io abbia trovato qualche errore di traduzione, non me la sento di elencarlo qui perché non ha inficiato la lettura. Questo romanzo mi ha dato tanto, a livello umano, e vi consiglio di leggerlo. Ve lo consiglio col cuore in mano, perché mi farà capire che essere ribelli, a volte, è una benedizione e non una maledizione. 

Vi saluto con una citazione che vi ho già messo, ma che rimetto dato che la amo da impazzire:
"Reagire. Sempre."
(Serina Tessaro)

xoxo,
Giada

martedì, ottobre 19, 2021

RECENSIONE DI THE MAZE RUNNER - IL LABIRINTO (THE MAZE RUNNER #1) DI JAMES DASHNER

Buon pomeriggio, Fantastics! Cinque mesi di pausa dal romanzo in pieno burn out, cinque mesi di intense e svariate letture, giusto? The Maze Runner - Il Labirinto è uno di quei romanzi che attendevo da mesi di leggere, ma avevo bisogno di una pausa dalla scrittura per potermi godere le parole di altri autori. Visto in quest'ottica, questi mesi sono stati decisamente proficui al fine di migliorare la mia scrittura. 

PREMESSA
Lo so che non di dovrebbe fare, ma ho visto prima i film e poi ho letto il primo romanzo della saga. A onor del vero, la mia visione dei film tratti dai romanzi è stata del tutto casuale, dato che non mi è sembrata una distopia molto vicina a me. Infatti, dopo averli visti, ho deciso di leggere i libri partendo proprio da questo. Come vi dicevo sopra, ho amato davvero tanto The Maze Runner, la capacità dello scrittore di trattare argomenti di profondità umana enorme e il fatto che, almeno all'inizio, il romanzo mi avesse ricordato Il Signore delle Mosche di... non ricordo quale autore, ma un mostro sacro della letteratura dev'essere, perché ho il ricordo nitido di averne associato la visione a The Society, la serie tv di Netflix. Insomma, mi ha ricordato anche il Signore delle Mosche. Gli ho dato cinque stelline, anche se gliene avrei date molte di più. Ho amato alla follia il romanzo di James Dashner, e oggi vado in biblioteca a prendermi il sequel :)

TRAMA (DA AMAZON.IT)
L’unico modo di sopravvivere è trovare l’uscita…

Quando Thomas si risveglia, le porte dell’ascensore in cui si trova si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome di battesimo. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella Radura, un ampio spazio limitato da invalicabili mura di pietra, che non lasciano filtrare neanche la luce del sole. L’unica certezza dei ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra del gigantesco Labirinto che li circonda vengono aperte, per poi richiudersi di notte. Ben presto il gruppo elabora l’organizzazione di una società disciplinata dai Custodi, nella quale si svolgono riunioni dei Consigli e vigono rigorose regole per mantenere l’ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell’ascensore. Il mistero si infittisce quando – senza che nessuno se lo aspettasse – arriva una ragazza. È la prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo, ed è il messaggio che porta con sé a stupire, più della sua stessa presenza. Un messaggio che non lascia alternative. Ma in assenza di qualsiasi altra via di fuga, il Labirinto sembra essere l’unica speranza del gruppo... o forse potrebbe rivelarsi una trappola da cui è impossibile uscire.

“Il Labirinto è una lettura magnetica, che vi catapulterà in un mondo dai risvolti oscuri e vi catturerà fino alla fine.” Library Journal

RECENSIONE
Sebbene io abbia finito di leggere questo meraviglioso romanzo ieri notte all'una e venti, ci sto ancora pensando. In realtà, credo di non aver smesso di pensarci non solo perché avevo in mente di scrivere la recensione, ma perché è proprio un bel romanzo. La vita di Thomas e dei Radurai vi appassionerà, trascinandovi in un mondo pieno di scoperte, orrore e oscurità.

Ma bando alle ciance, cominciamo dal principio. Thomas si risveglia, senza alcun motivo apparente e senza alcun ricordo della sua vita precedente, in una Scatola. Una volta aperta la Scatola, si trova faccia a faccia con un gruppetto di ragazzi capeggiati dall'arrogante Gally (che, nella mia mente, continuerà sempre ad essere William Potuner, ragazzo dal sopracciglio strano) e dal gentile Newt. Dopo un primo momento di smarrimento totale e una sete di conoscenza tale da spingerlo a rischiare di impazzire definitivamente, si ritrova a vedere gli esiti della Mutazione in Ben. Gli unici che si danno da fare per farlo sentire quantomeno a casa, se casa si può chiamare, sono Chuck e Newt. Alby, dal canto suo, si dimostra un capo arrogante ma autoritario, e in fondo ne giustifico il comportamento perché anche se siamo in una democrazia, alla fine dei giochi è solo una persona a dover comandare e guidare tutto il gruppo. Così come mi era successo nel film, anche nel libro mi sono ritrovata a shippare Newt con Alby e Newt con Thomas, la sexual tension era presente molto più tra loro che non tra Thomas e Teresa lol

Thomas sente il desiderio irrefrenabile di diventare un Velocista, e non capisce cosa o perché senta questo desiderio dentro di lui, sa solo che vuole diventarlo. Così, pur andando contro tutte le regole imposte dall'Adunanza, si lancia nel Labirinto per salvare Alby e Minho. Minho, che trovavo un cucciolo adorabile nel film e che nel libro è ancor più cuccioloso. Grazie a Thomas, Minho non solo riesce a sopravvivere nel Labirinto di notte, cosa che non era mai successa prima di allora, ma riesce anche ad affrontare i Dolenti. 

Il linguaggio della Radura mi ha fatto comprendere perché questo sia, in effetti, uno YA e non uno NA o un adult fiction: le parolacce sono tutte modificate in termini innocenti, come Fagio, testa di caspio, sploff (un modo molto visivo per dare a qualcuno della cacchetta) e via dicendo. Tuttavia, per quanto sia in effetti uno YA, per me rientra molto di più nella distopia. In fondo, i nostri protagonisti si ritrovano all'interno di una struttura misteriosa con un Labirinto dentro e devono superare dei Test per riuscire a uscirne sani e salvi - come l'Arena degli Hunger Games e anche come Divergent. Se anni fa l'avessi letto, probabilmente l'avrei definito una copia carbone di entrambi, ma invece, oggi, vi posso dire che non è così. Dashner ha fatto suoi quegli elementi che caratterizzano la distopia e li ha elaborati a modo suo. E, in fondo, è proprio così che a un bravo autore.

Non ho trovato frasi da sottolineare, sebbene il romanzo mi sia piaciuto davvero tantissimo. In ogni caso, ve lo consiglio caldamente e non importa se prima vedete i film, come ho fatto io, oppure prima leggete i libri. E' un meraviglioso romanzo che vi consiglio di leggere.

xoxo,
Giada

sabato, ottobre 02, 2021

RECENSIONE DI SCARLETT (SCARLETT #1) DI BARBARA BARALDI

Buon pomeriggio, Fantastics! Dopo aver terminato di leggere Allegiant mi sentivo davvero persa, neanche sfogliare i miliardi di libri presenti nei Kindle mi faceva stare bene. A dirla tutta, è stato molto molto difficile trovare un romanzo da leggere che fosse all'altezza di quelli di Veronica Roth, la quale è entrata a pieno titolo tra le mie autrici americane preferite. Diciamo che mi aspettavo molto da Scarlett e all'inizio mi piaceva pure, ma per un motivo meramente personale, mi sono ritrovata ad abbassare il voto. Ripeto, l'ho abbassato per un motivo legato al mio gusto personale e non per errori grammaticali o sintattici, che non ho riscontrato in questo fantasy romance. 

PREMESSA
Come dicevo, Allegiant mi ha lasciato con un vuoto dentro enorme. Era un pezzo che non mi capitava di sentirmi così. Era da un pezzo, oltretutto, che non trovavo una trilogia capace di prendermi il cuore e spezzarmelo in mille pezzi come ha fatto Veronica Roth. Non sapendo cosa leggere, e dato che i libri che aspetto da 4 mesi in biblioteca non sono ancora arrivati, ho deciso di ripiegare sul materiale presente nella mia biblioteca personale. Quando andavo all'università, la mia regola era che per ogni esame superato mi sarei comprato un libro. Conoscevo (e conosco) Padova molto bene, quindi la giravo senza problemi e dopo esser uscita dalla mia facoltà andavo dritta alla Feltrinelli a comprarmi i libri. Nel 2015 comprai la trilogia di Scarlett, un po' perché amo leggere autori italiani (che nulla hanno da invidiare agli stranieri, btw) e un po' perché anche se il fantasy romance non è proprio il mio genere preferito, ogni tanto è piacevole cambiare genere. A me non piace rimanere cristallizzata solo su un genere di lettura, ma esplorarne di nuovi di volta in volta. 

TRAMA (DA AMAZON.IT)
Vorrei che sfiorasse le mie labbra con un bacio. Dopo, non avrei più paura di niente. Potrei anche morire.

Scarlett ha sedici anni e si è appena trasferita a Siena, lasciandosi alle spalle l’estate, la sua migliore amica e tutte le sue certezze. Nella nuova scuola fa amicizia con Genziana e Caterina, ma una serie di incomprensioni rischia di isolarla nuovamente. È nella voce dei libri che si rifugia quando le cose vanno male, e la sua curiosità viene attratta dagli antichi manoscritti conservati nella biblioteca dell’istituto, che sorge sulle rovine di un monastero medievale. Ma sono gli occhi di ghiaccio dell’enigmatico Mikael, il bassista dei Dead Stones, ad attirarla in un gioco di seduzione pericoloso. Un segreto sconvolgente si cela dietro i suoi silenzi e il suo comportamento scostante, un segreto che sembra condividere con il cugino Vincent e l’indecifrabile Ofelia. Dopo che un omicidio feroce quanto inspiegabile infrange ogni equilibrio, Scarlett si rende conto di essere diventata una pedina in un conflitto antico quanto l’umanità, tra creature leggendarie in grado di scatenare l’inferno sulla Terra. Ma chi è veramente Mikael? Scarlett può fidarsi di lui, o il suo volto è quello del demone che la tormenta?

Una trilogia da 25.000 copie in una nuova veste grafica, per la prima volta in edizione integrale in ebook, in esclusiva su Amazon.
    «Scarlett ti ipnotizza» – Matilde

    «Fra tutti i libri che ho letto Scarlett è stato e sempre sarà il mio preferito» – Federica

    «Sono una tipa tosta e nulla mi poteva lasciare a bocca aperta a parte Scarlett» – Sarah

    «Parla di realtà e sentimenti che ti graffiano la pelle» – Meg

    «Scarlett non è genere Fantasy. Scarlett è meraviglia» – Claudia

RECENSIONE
Scarlett è un fantasy romance, o almeno, io l'ho percepito come tale. Su Amazon viene categorizzato sotto Paranormal Romance, ma secondo me non è completamente giusto; credo che fantasy romance sia l'etichetta che più gli si addica. Definire cosa penso di questo romanzo, il primo della trilogia, senza diventare una petulante rompicoglioni la trovo difficile, perché per la miseria, avevo delle alte aspettative. Avrei dovuto immaginarmi che niente sarebbe andato come desideravo. L'unico modo che ho per non venire delusa dai libri che attendo di leggere è NON AVERE aspettative nei loro confronti.

Avete presente quando la serie tv che amate, per esempio Riverdale, è una bomba le prime tre stagioni e poi ti scade sempre di più? Ho avuto la stessa identica sensazione leggendo questo primo volume. Il romanzo era davvero partito bene, lo trovavo una ventata d'aria fresca, un libro leggero dopo la devastazione che Allegiant aveva lasciato dentro di me. Ma poi non è più stato così.

Scarlett è una ragazza di sedici anni che si trasferisce a Siena, a causa del nuovo lavoro del padre. Proprio a causa di questo trasferimento, Scarlett è costretta a proseguire l'anno in una nuova scuola costruita sulle basi di un antico monastero e ricominciare da zero. Il suo dolore, tangibile, nel lasciarsi alle spalle ciò che sarebbe potuto esser stato con l'amico di sempre, Matteo e la distanza, dapprima fisica e poi relazionale, tra lei e le sue vecchie amiche, hanno reso l'inizio di questo libro davvero travolgente. Qui ho iniziato a passar sopra al fatto che, ad ogni capitolo, la protagonista esclamasse sorpresa, divertita o qualsiasi altra cosa. Sempre. Ad ogni capitolo. Non so se sia stato un tentativo di renderla più 'relatable', ma dopo un po' ha iniziato a irritarmi. Scarlett vive, oltretutto, in un ambiente familiare non proprio disteso, dato che i suoi genitori discutono dalla mattina alla sera, quando suo padre torna a casa da lavoro, e il piccolo Marco viene lasciato, da quel che si intuisce, praticamente a sé stesso. Marco, il cucciolo di casa, il vero protagonista che ho amato dall'inizio alla fine. Con queste premesse, era facile entrare in empatia con Scarlett. Ma, dopo quei continui punti esclamativi e i comportamenti troppo infantili di Scarlett, proseguire la lettura è stata una lotta. Un'agonia.

Scarlett, che viene presentata come timida e riservata, non si fa problemi a stringere amicizia con il primo gruppetto che trova. Kudos a te, Scarlett! Così, proprio come le sue vecchie amiche si sono dimenticate di lei, anche lei si dimentica di loro. Al loro posto, ci vengono presentate Genziana (l'hippy coi rasta, idealista e forte di carattere), Caterina 'Occhi da Cerbiatta' (la ragazza timida innamorata del tipo che le fa ripetizioni), Umberto (il suddetto tipo), Livio, Pietro, Lorenzo. E le Laviniane. Mi devo correggere, anche le Laviniane sono state rese, perlomeno secondo i miei criteri, davvero bene. Cioè, se sto leggendo oppure guardando un film e mi ritrovo a tifare per i cattivi significa che non è una buona cosa, per voi. Significa che con me avete cannato il vostro obiettivo. Per me è stato lo stesso. 

Ma fermi. Scarlett viene trascinata dalle sue nuove amiche al concerto dei Dead Stones, una band rock composta da dei misteriosi ragazzi che frequentano l'istituto privato, quali: Vincent Lancieri (continuo ancora a pensare al dettaglio dei suoi tatuaggi che animano al suono di musica, e visto che è un dettaglio che viene ripetuto spesso, non posso far finta di nulla. King diceva che Il diavolo è nei dettagli, no?), Mikael (che si sente irresistibilmente attratto da Scarlett) e infine Ofelia (okay, non fa proprio parte della band, ma siccome loro tre vengono sempre presentati insieme, mi sembrava giusto metterla qua. Ofelia è molto più matura di Scarlett, in tutti i sensi). In sostanza, il sottogenere del romanzo è starcrossed lovers, gli amanti che non possono stare insieme. 

Una minaccia, però, aleggia sulla scuola. E Scarlett vuole aiutare, anche se tutti le dicono di starne fuori, anche se è troppo pericoloso.

Ho trovato Scarlett di un infantilismo unico, i suoi pensieri quasi irritanti. Mikael, ogni tanto, mi ricordava Edward Cullen e non so ancora se questo sia un bene o un male. So solo che ho trovato Vincent e Ofelia dei personaggi favolosi, e vorrei uno spin off solo su Genziana o Caterina. 

Per il resto, gli ho dato 3,5. C'è chi lo considera un voto basso. Chi la sufficienza. Per me è la sufficienza. E' pari a un 6-.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio comunque di leggere. Voglio sentire cosa ne pensate a riguardo! Commentate!
"Lo sento dentro di me come la spina di una rosa, la più bella, la più profumata, ma che non puoi più togliere dal cuore."
(Scarlett)

xoxo,
Giada