L’ultima lettera – Sarah Blake
Dopo alcune recensioni un po’ datate, propongo una lettura più
recente: L’ultima lettera di Sarah Blake.
Il romanzo è ambientato durante la seconda guerra mondiale, nel
periodo che precedette l’ingresso degli Stati Uniti nel conflitto e racconta la
storia di tre donne, distanti e diverse tra loro, che alla fine si
incontreranno proprio grazie a quell'ultima lettera a cui fa riferimento il
titolo.
La storia viene raccontata dai tre punti di vista differenti. Uno è
quello di Frankie, giovane speaker radiofonica che decide di seguire il
conflitto prima da Londra e poi viaggiando in treno per tutta l’Europa, per
documentare la persecuzione degli Ebrei messa in atto dal regime Nazista. Il
secondo è quello di Emma, giovane moglie del medico di un piccolo paese della
provincia americana, recatosi volontario a Londra, per sfuggire al senso di
colpa per la morte di una sua paziente, dove durante un bombardamento si
imbatterà proprio in Frankie.
L’ultima protagonista è Iris, direttrice dell’ufficio postale di
Franklin, il paese in cui Emma abita e dove si reca quotidianamente in attesa
delle lettere del marito.
Queste tre donne, diverse per carattere e personalità, racconteranno
attraverso il loro modo di vedere quanto sta accadendo in Europa, in
particolare la Battaglia d’Inghilterra con i tremendi e interminabili
bombardamenti, l’Olocausto e le diverse posizioni dell’opinione pubblica
americana riguardo alla possibilità di entrare in guerra contro la Germania.
Tra i protagonisti maschili, oltre al medico Will, merita una
citazione Harry, il meccanico di cui si innamora la matura Iris: convinto
sostenitore di una possibile invasione tedesca, passa il tempo libero a
scrutare il mare in attesa di avvistare i temuti U-boot tedeschi.
Il libro è ben scritto, la trama è scorrevole nonostante ci siano
continui cambi di punti di vista nella narrazione; l’autrice è in grado, nelle
sue pagine, di far tornare il lettore indietro nel tempo, lo catapulta nella
Londra dei bombardamenti e nei treni dei profughi ebrei che fuggono dai
territori occupati in cerca di salvezza, magari imbarcandosi proprio per
l’America. Il libro descrive bene anche la capacità delle persone, nonostante
tutto quello che accade, di andare avanti, di ignorare o superare l’orrore e il
dolore, a volte arrivando all'assuefazione, proseguendo la propria vita di ogni
giorno.
Irene Milani
Nessun commento:
Posta un commento