WATTPAD STORIES

giovedì, ottobre 28, 2021

RECENSIONE DI IRON FLOWERS - REGINA DI CENERE DI TRACY BANGHART

Buona sera, Fantastics! Come ho appena scritto su Goodreads, ho finito di leggere Iron Flowers- Regina di Cenere all'una e mezza circa, con il magone addosso e i lacrimoni agli occhi. Non mi aspettavo che sarebbe stato così sconvolgente e così intenso, molto più intenso del primo romanzo. Insomma, leggerlo in pieno preciclo non mi è sembrata la scelta migliore, visto che sono estremamente emotiva e sensibile... molto più del solito. Ma merita. Merita tantissimo!

PREMESSA
Ho letto Iron Flowers, il primo romanzo, in maggio. Non era un bel periodo per me, per tutta una serie di motivi collaterali e mi sono rifugiata nella scrittura. Mi sono rifugiata nelle avventure, talvolta dolorose, di Serina e Nomi - due sorelle molto diverse, che però serbano delle grandi sorprese. Due sorelle che presentano un'evoluzione a livello di personaggio e a livello umano talmente enorme, di una portata talmente intensa, sconvolgente e dolorosa, da non lasciare indifferenti. Due personaggi tridimensionali da una profondità emotiva, personale e anche umana.

TRAMA (DA AMAZON)
A volte bisogna ridurre il mondo in cenere per costruirne uno migliore.

Se c’è una cosa che Nomi ha imparato durante i mesi trascorsi a corte è che non bisogna arrendersi mai. Nemmeno quando tutto sembra perduto. Nemmeno quando Malachi, l’uomo che ama più di se stessa e legittimo erede al trono, viene spodestato dal fratello minore e bandito dal regno. Disperata, Nomi sa che le rimane un’unica speranza: raggiungere la sorella Serina nella prigione di Monte Rovina. Ma al suo arrivo non trova ad aspettarla le donne vinte e ferite che ha sempre immaginato. Perché le prigioniere di Monte Rovina si sono ribellate: alle loro ingiuste condanne, al loro ingiusto destino di donne. E Serina, la dolce, remissiva Serina, è il capo della rivolta. Il dolore, la violenza e la sofferenza hanno cambiato sia Nomi che Serina, eppure le sorelle sono pronte a combattere l’una al fianco dell’altra. Per liberarsi dell’usurpatore e per ristabilire la giustizia – e l’uguaglianza – in tutto il regno. Perché, a volte, per costruire un mondo migliore bisogna prima ridurre tutto in cenere. L’attesissimo seguito di Iron Flowers: il capitolo conclusivo di una serie straordinariamente attuale che parla di libertà, di sorellanza, di resilienza e, soprattutto di femminismo.

«La perfetta risposta young adult al Racconto dell’Ancella.» - Booklist

«Tracy Banghart regala una nuova vita alla storia femminista di oppressione e resistenza.» - Publishers Weekly

RECENSIONE
Descrivere il turbamento emotivo, l'emozione pura che provo ancora adesso mentre sto scrivendo... mentre sto cercando di parlarvi, in un modo coerente e conciso, di questo splendido romanzo è difficile. Mi sono già ripetuta due volte, e non vorrei ripetermi una terza, ma questo è davvero un libro con la L maiuscola, poiché ha tutto ciò che io cerco: sangue, amore e combattimenti (l'assenza dell'altro elemento, che di solito mi fa propendere per l'amore totale e incondizionato per un romanzo è la presenza di sesso, esplicito, non mi faccio problemi a leggerlo tale ed, infine, elementi disturbanti o dark). Col tempo, ho capito che è questo che cerco in un romanzo, ma mi adatto anche al genere di appartenenza, quindi riconosco che certe cose non le posso trovare in un romance, per esempio. 

Iron Flowers - Regina di Cenere, riprende da dov'era terminato l'altro romanzo, ovvero da Nomi che viene fregata dal doppio gioco di Asa (ogni volta che leggevo questo nome, continuavo a pensare ad Asa Butterfield, che è il motivo principale per cui non ho ancora recuperato Sex Education: ho visto un film con lui come attore e non mi è piaciuto affatto) e spedita insieme alla sua amica Maris a Monte Rovina. Monte Rovina è, di fatto, un'isola di Viridia, lontana dalla civiltà e dalla popolazione dove vengono imprigionate solo donne, in particolare donne ribelli che non hanno accettato matrimoni combinati, violenze e soprusi di ogni genere, hanno preteso un salario per il loro lavoro, oppure sono state vendute come animali da soma dai loro genitori. Questo elemento di schiavismo è reso con una crudezza tale che, se ci pensate bene, è quanto avveniva neanche trent'anni fa in Africa. Non so se accada ancora adesso, la crudeltà e il modo diretto con cui è stato trattato tutto ciò è stato un colpo al cuore e uno allo stomaco che mi ha fatto molto male. Maris, per esempio, è stata mandata lì perché lesbica: il suo non mostrare affetto o qualsivoglia sentimento affettivo nei confronti degli uomini l'aveva resa un'aberrazione nei confronti della società, un'aberrazione di cui i suoi genitori volevano disfarsi prima facendola Grazia e costringendola a qualcosa che non voleva, e infine proprio a causa di ciò è finita a Monte Rovina. Questi elementi, suppongo, hanno fatto scrivere quelle title card nella sinossi del romanzo: è la risposta young adult a Il racconto dell'Ancella. Non avendolo ancora letto, non posso fare paragoni, e comunque c'è anche Vox, che tratta un tema simile che devo recuperare assolutamente. Quindi, mi riservo di esprimere il mio pensiero sulle title card quando avrò più metri di paragone con cui confrontare questa dilogia. 

Nomi, dopo mille peripezie, riesce a scappare insieme a Malachi. Nomi, che si sente ancora tradita da Asa e che fatica a fidarsi dell'Erede legittimo, ma il quale le dimostra più e più volte la sua totale devozione - l'aveva fatto anche nel romanzo precedente, ma la nostra co-protagonista era accecata dalle bugie di Asa. Serina, nel frattempo, da ragazza mite e remissiva, è stata forgiata dal dolore, dalle perdite e dai combattimenti di Monte Rovina. A Monte Rovina, Serina ha trovato sé stessa e non è la Grazia che ha sempre voluto essere. Ho apprezzato molto l'evoluzione di Serina, che diventa una guerriera e una leader capace di ispirare le persone con le sue parole e i suoi gesti. Serina, le cui parole voglio tatuarmi perché mi ha dato tanto, come personaggio, e a cui sento di dover molto per la forza che mi ha dato nelle ultime settimane: "Reagire. Sempre"

Non siamo costretti ad accettare lo stato delle cose, se non ci piacciono. Ma, allo stesso tempo, non possiamo pretendere un cambiamento se noi per primi non ci mettiamo in moto per attuare quello stesso cambiamento. Le cose cambiano solo se siamo coraggiosi e se abbiamo il coraggio di farle cambiare.

Nonostante io abbia trovato qualche errore di traduzione, non me la sento di elencarlo qui perché non ha inficiato la lettura. Questo romanzo mi ha dato tanto, a livello umano, e vi consiglio di leggerlo. Ve lo consiglio col cuore in mano, perché mi farà capire che essere ribelli, a volte, è una benedizione e non una maledizione. 

Vi saluto con una citazione che vi ho già messo, ma che rimetto dato che la amo da impazzire:
"Reagire. Sempre."
(Serina Tessaro)

xoxo,
Giada

martedì, ottobre 19, 2021

RECENSIONE DI THE MAZE RUNNER - IL LABIRINTO (THE MAZE RUNNER #1) DI JAMES DASHNER

Buon pomeriggio, Fantastics! Cinque mesi di pausa dal romanzo in pieno burn out, cinque mesi di intense e svariate letture, giusto? The Maze Runner - Il Labirinto è uno di quei romanzi che attendevo da mesi di leggere, ma avevo bisogno di una pausa dalla scrittura per potermi godere le parole di altri autori. Visto in quest'ottica, questi mesi sono stati decisamente proficui al fine di migliorare la mia scrittura. 

PREMESSA
Lo so che non di dovrebbe fare, ma ho visto prima i film e poi ho letto il primo romanzo della saga. A onor del vero, la mia visione dei film tratti dai romanzi è stata del tutto casuale, dato che non mi è sembrata una distopia molto vicina a me. Infatti, dopo averli visti, ho deciso di leggere i libri partendo proprio da questo. Come vi dicevo sopra, ho amato davvero tanto The Maze Runner, la capacità dello scrittore di trattare argomenti di profondità umana enorme e il fatto che, almeno all'inizio, il romanzo mi avesse ricordato Il Signore delle Mosche di... non ricordo quale autore, ma un mostro sacro della letteratura dev'essere, perché ho il ricordo nitido di averne associato la visione a The Society, la serie tv di Netflix. Insomma, mi ha ricordato anche il Signore delle Mosche. Gli ho dato cinque stelline, anche se gliene avrei date molte di più. Ho amato alla follia il romanzo di James Dashner, e oggi vado in biblioteca a prendermi il sequel :)

TRAMA (DA AMAZON.IT)
L’unico modo di sopravvivere è trovare l’uscita…

Quando Thomas si risveglia, le porte dell’ascensore in cui si trova si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome di battesimo. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella Radura, un ampio spazio limitato da invalicabili mura di pietra, che non lasciano filtrare neanche la luce del sole. L’unica certezza dei ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra del gigantesco Labirinto che li circonda vengono aperte, per poi richiudersi di notte. Ben presto il gruppo elabora l’organizzazione di una società disciplinata dai Custodi, nella quale si svolgono riunioni dei Consigli e vigono rigorose regole per mantenere l’ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell’ascensore. Il mistero si infittisce quando – senza che nessuno se lo aspettasse – arriva una ragazza. È la prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo, ed è il messaggio che porta con sé a stupire, più della sua stessa presenza. Un messaggio che non lascia alternative. Ma in assenza di qualsiasi altra via di fuga, il Labirinto sembra essere l’unica speranza del gruppo... o forse potrebbe rivelarsi una trappola da cui è impossibile uscire.

“Il Labirinto è una lettura magnetica, che vi catapulterà in un mondo dai risvolti oscuri e vi catturerà fino alla fine.” Library Journal

RECENSIONE
Sebbene io abbia finito di leggere questo meraviglioso romanzo ieri notte all'una e venti, ci sto ancora pensando. In realtà, credo di non aver smesso di pensarci non solo perché avevo in mente di scrivere la recensione, ma perché è proprio un bel romanzo. La vita di Thomas e dei Radurai vi appassionerà, trascinandovi in un mondo pieno di scoperte, orrore e oscurità.

Ma bando alle ciance, cominciamo dal principio. Thomas si risveglia, senza alcun motivo apparente e senza alcun ricordo della sua vita precedente, in una Scatola. Una volta aperta la Scatola, si trova faccia a faccia con un gruppetto di ragazzi capeggiati dall'arrogante Gally (che, nella mia mente, continuerà sempre ad essere William Potuner, ragazzo dal sopracciglio strano) e dal gentile Newt. Dopo un primo momento di smarrimento totale e una sete di conoscenza tale da spingerlo a rischiare di impazzire definitivamente, si ritrova a vedere gli esiti della Mutazione in Ben. Gli unici che si danno da fare per farlo sentire quantomeno a casa, se casa si può chiamare, sono Chuck e Newt. Alby, dal canto suo, si dimostra un capo arrogante ma autoritario, e in fondo ne giustifico il comportamento perché anche se siamo in una democrazia, alla fine dei giochi è solo una persona a dover comandare e guidare tutto il gruppo. Così come mi era successo nel film, anche nel libro mi sono ritrovata a shippare Newt con Alby e Newt con Thomas, la sexual tension era presente molto più tra loro che non tra Thomas e Teresa lol

Thomas sente il desiderio irrefrenabile di diventare un Velocista, e non capisce cosa o perché senta questo desiderio dentro di lui, sa solo che vuole diventarlo. Così, pur andando contro tutte le regole imposte dall'Adunanza, si lancia nel Labirinto per salvare Alby e Minho. Minho, che trovavo un cucciolo adorabile nel film e che nel libro è ancor più cuccioloso. Grazie a Thomas, Minho non solo riesce a sopravvivere nel Labirinto di notte, cosa che non era mai successa prima di allora, ma riesce anche ad affrontare i Dolenti. 

Il linguaggio della Radura mi ha fatto comprendere perché questo sia, in effetti, uno YA e non uno NA o un adult fiction: le parolacce sono tutte modificate in termini innocenti, come Fagio, testa di caspio, sploff (un modo molto visivo per dare a qualcuno della cacchetta) e via dicendo. Tuttavia, per quanto sia in effetti uno YA, per me rientra molto di più nella distopia. In fondo, i nostri protagonisti si ritrovano all'interno di una struttura misteriosa con un Labirinto dentro e devono superare dei Test per riuscire a uscirne sani e salvi - come l'Arena degli Hunger Games e anche come Divergent. Se anni fa l'avessi letto, probabilmente l'avrei definito una copia carbone di entrambi, ma invece, oggi, vi posso dire che non è così. Dashner ha fatto suoi quegli elementi che caratterizzano la distopia e li ha elaborati a modo suo. E, in fondo, è proprio così che a un bravo autore.

Non ho trovato frasi da sottolineare, sebbene il romanzo mi sia piaciuto davvero tantissimo. In ogni caso, ve lo consiglio caldamente e non importa se prima vedete i film, come ho fatto io, oppure prima leggete i libri. E' un meraviglioso romanzo che vi consiglio di leggere.

xoxo,
Giada

sabato, ottobre 02, 2021

RECENSIONE DI SCARLETT (SCARLETT #1) DI BARBARA BARALDI

Buon pomeriggio, Fantastics! Dopo aver terminato di leggere Allegiant mi sentivo davvero persa, neanche sfogliare i miliardi di libri presenti nei Kindle mi faceva stare bene. A dirla tutta, è stato molto molto difficile trovare un romanzo da leggere che fosse all'altezza di quelli di Veronica Roth, la quale è entrata a pieno titolo tra le mie autrici americane preferite. Diciamo che mi aspettavo molto da Scarlett e all'inizio mi piaceva pure, ma per un motivo meramente personale, mi sono ritrovata ad abbassare il voto. Ripeto, l'ho abbassato per un motivo legato al mio gusto personale e non per errori grammaticali o sintattici, che non ho riscontrato in questo fantasy romance. 

PREMESSA
Come dicevo, Allegiant mi ha lasciato con un vuoto dentro enorme. Era un pezzo che non mi capitava di sentirmi così. Era da un pezzo, oltretutto, che non trovavo una trilogia capace di prendermi il cuore e spezzarmelo in mille pezzi come ha fatto Veronica Roth. Non sapendo cosa leggere, e dato che i libri che aspetto da 4 mesi in biblioteca non sono ancora arrivati, ho deciso di ripiegare sul materiale presente nella mia biblioteca personale. Quando andavo all'università, la mia regola era che per ogni esame superato mi sarei comprato un libro. Conoscevo (e conosco) Padova molto bene, quindi la giravo senza problemi e dopo esser uscita dalla mia facoltà andavo dritta alla Feltrinelli a comprarmi i libri. Nel 2015 comprai la trilogia di Scarlett, un po' perché amo leggere autori italiani (che nulla hanno da invidiare agli stranieri, btw) e un po' perché anche se il fantasy romance non è proprio il mio genere preferito, ogni tanto è piacevole cambiare genere. A me non piace rimanere cristallizzata solo su un genere di lettura, ma esplorarne di nuovi di volta in volta. 

TRAMA (DA AMAZON.IT)
Vorrei che sfiorasse le mie labbra con un bacio. Dopo, non avrei più paura di niente. Potrei anche morire.

Scarlett ha sedici anni e si è appena trasferita a Siena, lasciandosi alle spalle l’estate, la sua migliore amica e tutte le sue certezze. Nella nuova scuola fa amicizia con Genziana e Caterina, ma una serie di incomprensioni rischia di isolarla nuovamente. È nella voce dei libri che si rifugia quando le cose vanno male, e la sua curiosità viene attratta dagli antichi manoscritti conservati nella biblioteca dell’istituto, che sorge sulle rovine di un monastero medievale. Ma sono gli occhi di ghiaccio dell’enigmatico Mikael, il bassista dei Dead Stones, ad attirarla in un gioco di seduzione pericoloso. Un segreto sconvolgente si cela dietro i suoi silenzi e il suo comportamento scostante, un segreto che sembra condividere con il cugino Vincent e l’indecifrabile Ofelia. Dopo che un omicidio feroce quanto inspiegabile infrange ogni equilibrio, Scarlett si rende conto di essere diventata una pedina in un conflitto antico quanto l’umanità, tra creature leggendarie in grado di scatenare l’inferno sulla Terra. Ma chi è veramente Mikael? Scarlett può fidarsi di lui, o il suo volto è quello del demone che la tormenta?

Una trilogia da 25.000 copie in una nuova veste grafica, per la prima volta in edizione integrale in ebook, in esclusiva su Amazon.
    «Scarlett ti ipnotizza» – Matilde

    «Fra tutti i libri che ho letto Scarlett è stato e sempre sarà il mio preferito» – Federica

    «Sono una tipa tosta e nulla mi poteva lasciare a bocca aperta a parte Scarlett» – Sarah

    «Parla di realtà e sentimenti che ti graffiano la pelle» – Meg

    «Scarlett non è genere Fantasy. Scarlett è meraviglia» – Claudia

RECENSIONE
Scarlett è un fantasy romance, o almeno, io l'ho percepito come tale. Su Amazon viene categorizzato sotto Paranormal Romance, ma secondo me non è completamente giusto; credo che fantasy romance sia l'etichetta che più gli si addica. Definire cosa penso di questo romanzo, il primo della trilogia, senza diventare una petulante rompicoglioni la trovo difficile, perché per la miseria, avevo delle alte aspettative. Avrei dovuto immaginarmi che niente sarebbe andato come desideravo. L'unico modo che ho per non venire delusa dai libri che attendo di leggere è NON AVERE aspettative nei loro confronti.

Avete presente quando la serie tv che amate, per esempio Riverdale, è una bomba le prime tre stagioni e poi ti scade sempre di più? Ho avuto la stessa identica sensazione leggendo questo primo volume. Il romanzo era davvero partito bene, lo trovavo una ventata d'aria fresca, un libro leggero dopo la devastazione che Allegiant aveva lasciato dentro di me. Ma poi non è più stato così.

Scarlett è una ragazza di sedici anni che si trasferisce a Siena, a causa del nuovo lavoro del padre. Proprio a causa di questo trasferimento, Scarlett è costretta a proseguire l'anno in una nuova scuola costruita sulle basi di un antico monastero e ricominciare da zero. Il suo dolore, tangibile, nel lasciarsi alle spalle ciò che sarebbe potuto esser stato con l'amico di sempre, Matteo e la distanza, dapprima fisica e poi relazionale, tra lei e le sue vecchie amiche, hanno reso l'inizio di questo libro davvero travolgente. Qui ho iniziato a passar sopra al fatto che, ad ogni capitolo, la protagonista esclamasse sorpresa, divertita o qualsiasi altra cosa. Sempre. Ad ogni capitolo. Non so se sia stato un tentativo di renderla più 'relatable', ma dopo un po' ha iniziato a irritarmi. Scarlett vive, oltretutto, in un ambiente familiare non proprio disteso, dato che i suoi genitori discutono dalla mattina alla sera, quando suo padre torna a casa da lavoro, e il piccolo Marco viene lasciato, da quel che si intuisce, praticamente a sé stesso. Marco, il cucciolo di casa, il vero protagonista che ho amato dall'inizio alla fine. Con queste premesse, era facile entrare in empatia con Scarlett. Ma, dopo quei continui punti esclamativi e i comportamenti troppo infantili di Scarlett, proseguire la lettura è stata una lotta. Un'agonia.

Scarlett, che viene presentata come timida e riservata, non si fa problemi a stringere amicizia con il primo gruppetto che trova. Kudos a te, Scarlett! Così, proprio come le sue vecchie amiche si sono dimenticate di lei, anche lei si dimentica di loro. Al loro posto, ci vengono presentate Genziana (l'hippy coi rasta, idealista e forte di carattere), Caterina 'Occhi da Cerbiatta' (la ragazza timida innamorata del tipo che le fa ripetizioni), Umberto (il suddetto tipo), Livio, Pietro, Lorenzo. E le Laviniane. Mi devo correggere, anche le Laviniane sono state rese, perlomeno secondo i miei criteri, davvero bene. Cioè, se sto leggendo oppure guardando un film e mi ritrovo a tifare per i cattivi significa che non è una buona cosa, per voi. Significa che con me avete cannato il vostro obiettivo. Per me è stato lo stesso. 

Ma fermi. Scarlett viene trascinata dalle sue nuove amiche al concerto dei Dead Stones, una band rock composta da dei misteriosi ragazzi che frequentano l'istituto privato, quali: Vincent Lancieri (continuo ancora a pensare al dettaglio dei suoi tatuaggi che animano al suono di musica, e visto che è un dettaglio che viene ripetuto spesso, non posso far finta di nulla. King diceva che Il diavolo è nei dettagli, no?), Mikael (che si sente irresistibilmente attratto da Scarlett) e infine Ofelia (okay, non fa proprio parte della band, ma siccome loro tre vengono sempre presentati insieme, mi sembrava giusto metterla qua. Ofelia è molto più matura di Scarlett, in tutti i sensi). In sostanza, il sottogenere del romanzo è starcrossed lovers, gli amanti che non possono stare insieme. 

Una minaccia, però, aleggia sulla scuola. E Scarlett vuole aiutare, anche se tutti le dicono di starne fuori, anche se è troppo pericoloso.

Ho trovato Scarlett di un infantilismo unico, i suoi pensieri quasi irritanti. Mikael, ogni tanto, mi ricordava Edward Cullen e non so ancora se questo sia un bene o un male. So solo che ho trovato Vincent e Ofelia dei personaggi favolosi, e vorrei uno spin off solo su Genziana o Caterina. 

Per il resto, gli ho dato 3,5. C'è chi lo considera un voto basso. Chi la sufficienza. Per me è la sufficienza. E' pari a un 6-.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio comunque di leggere. Voglio sentire cosa ne pensate a riguardo! Commentate!
"Lo sento dentro di me come la spina di una rosa, la più bella, la più profumata, ma che non puoi più togliere dal cuore."
(Scarlett)

xoxo,
Giada

giovedì, settembre 23, 2021

RECENSIONE DI ALLEGIANT (DIVERGENT #3) DI VERONICA ROTH

Buon pomeriggio, Fantastics! L'altro ieri, di sera, ho terminato la lettura di Allegiant. Ero ormai arrivata davvero all'ultimo capitolo, e anche se in genere di solito guardo un film verso le 20.30 o torno dalla passeggiata coi cani, ieri è andata in modo totalmente diverso. Anche perché ero arrivata ad un punto davvero molto molto doloroso, e non mi sembrava giusto interrompere proprio in quel momento. Perciò ieri, oltre ad aver fatto 3 passeggiate dalle 19 alle 21 coi cani, ho anche terminato la lettura del romanzo - poi, ho provato a guardare 500 Days of Summer, ma mi veniva male all'idea di sentire storpiato in Italiano il nome di Summer, che veniva chiamata Sole nel film. 

PREMESSA
La trilogia di Divergent mi ha accompagnata durante uno dei periodi più difficili della mia vita, e credetemi, sono tanti. Se non avessi avuto la bontà di Tris a ricordarmi di non cedere alla tentazione della vendetta, e la determinazione di Tobias, probabilmente sarei davvero impazzita; dato che ormai sono due settimane che a casa mi dicono che m'invento le cose - a titolo gratuito, così ad cazzum. Perciò sì, sono estremamente legata a questa trilogia. Insurgent mi aveva colpito molto, ma Allegiant è stato un vero e proprio cazzotto nello stomaco. Allo stesso tempo, però, ho apprezzato la profondità dei personaggi e la volontà dell'autrice di trattare temi spinosi e dolorosi. Qui per dirvi che, se vi piacciono i distopici romance, questo è quello che fa per voi. Ed è la degna conclusione di una trilogia fantastica e intensa!

TRAMA (DA AMAZON.IT)
La realtà che Tris ha sempre conosciuto ormai non esiste più, cancellata nel modo più violento possibile dalla terrificante scoperta che il sistema per fazioni era solo il frutto di un esperimento. Circondata solo da orrore e tradimento, la ragazza non si lascia sfuggire l'opportunità di esplorare il mondo esterno, desiderosa di lasciarsi indietro i ricordi dolorosi e di cominciare una nuova vita insieme a Tobias. Ma ciò che trova è ancora più inquietante di quello che ha lasciato. Verità ancora più esplosive marchieranno per sempre le persone che ama, e ancora una volta Tris dovrà affrontare la complessità della natura umana e scegliere tra l'amore e il sacrificio.

RECENSIONE
Chissà se le paure scompaiono veramente, o se semplicemente perdono potere su di noi.
(Tris)
Allegiant è un mostro di romanzo. Non credo che riuscirò a trovare qualcos'altro da leggere alla sua altezza per molto, decisamente molto, tempo. Mi ha colpito su più fronti, confermandomi per la terza volta che Veronica Roth è una meravigliosa autrice, che sa creare personaggi che arrivano al cuore delle persone, e sa usare il contesto distopico romance per trattare argomenti potenti e delicati, come l'eutanasia, l'anarchia, i golpe governativi, la tirannia dei governi e la fondazione di nuovi governi, di base Repubblicana. Tempo fa, avevo letto che la trilogia di Divergent appartiene al sottogenere della distopia, chiamato social dystopia. In effetti, trovo che questo termine sia calzante su più aspetti.

Il romanzo riprende da dov'era terminato Insurgent: una volta aver scoperto la verità sul mondo al di fuori della Barriera, Tris e i suoi amici sono decisi più che mai ad andare in esplorazione, a verificare in prima persona se quanto è stato riferito loro da Edith Prior è vero. Dopo la rovinosa caduta di Jeanine Matthews, il governo a stampo dittatoriale è stato rovesciato da un golpe guidato da nientepopodimeno che la madre biologica di Quattro: Evelyn Johnson. Quattro, ora conosciuto col suo vero nome di Tobias Eaton, è temuto e rispetto grazie alla madre; ma alcuni ex Intrepidi lo deridono a causa della motivazione che l'ha spinto ad andarsene dagli Abneganti. Tobias, infatti, proviene da una famiglia in cui la violenza domestica era all'ordine del giorno, e Marcus, uno dei promotori principali del governo e principale 'fan' (non trovo altro termine per descriverlo, sorry!) di Jeanine era un uomo a due facce: in pubblico si mostrava in un modo, ma a porte chiuse era tutt'altro e giustificava ogni sua azione con la scusante del 'lo faccio per farti del bene', tipica dei manipolatori. 

Evelyn riesce a prendere il controllo del governo, eliminando le Fazioni che lo avevano caratterizzato fino a quel momento, e obbligando tutti a vivere come gli Esclusi. A livello di costruzione psicologica, credo che la sua reazione sia stata più che normale: dopo aver passato gran parte della sua vita relegata in un angolo, a vivere nella miseria e a sottostare ai più potenti, io trovo che sia più che lecito che lei provi rabbia e desiderio di vendetta. Tuttavia, obbligare gli altri a vivere come Esclusi e nella comune degli Esclusi (la 'comune' mi ha ricordato un po' le comunità hippy degli anni '60) tutti sono considerati dei pari. Chiunque, però, sia contrario al suo modo di governare ha solo due scelte: l'esilio, o la pena capitale. Due scelte che si presenteranno anche a Tris e Tobias, non appena entreranno nel Dipartimento di Sanità Genetica. Quando sono arrivata a questo punto, mi aspettavo che il libro si sviluppasse almeno un po' come il film. Hanno tolto dal film alcuni elementi fondamentali, come le Guerre della Purezza, la divisione tra Geneticamente Puri e Geneticamente Danneggiati, ma il messaggio di fondo è arrivato forte e chiaro comunque. Far vivere le persone all'interno di un esperimento è sbagliato, ma è anche sbagliato perseverare nei propri errori, convinti che ciò che si stia facendo sia giusto. Dopotutto, in molte serie tv 'il cattivo non è altro che un eroe nella sua mente', solo che, in questo caso, né David né tantomeno Evelyn e Marcus si elevano oltre questa massima. Non c'è un solo cattivo, per così dire, perché tutti a modo loro lo sono. E ciò che rende questo romanzo così splendido è la tridimensionalità data ai personaggi: non sono perfetti, e sono coscienti di avere difetti, ma nonostante ciò sono disposti a tutto per fare in modo che i loro concittadini di Chicago abbiano una vita migliore.

Come anticipavo nell'intro, tanti sono stati i temi profondi che il romanzo ha toccato: dall'eutanasia (non vi rivelo niente, solo siate preparati perché vi aspettano delle scene molto forti), alla tirannia (Il Dipartimento è uno specchio dell'esperimento, e in quanto tale riflette la visione del mondo di coloro che pensano di agire per il meglio), i golpe governativi (vedi Evelyn e gli Alleanti) e le ribellioni. 

Sono stata felice di scoprire, anche, che le teorie che mi ero fatta si sono rivelate vere: le Fazioni sono, proprio come pensavo, un elemento di condizionamento sociale - in poche parole, se ripeti alle persone come devono vestirsi, atteggiarsi e quali valori devono rispecchiare, queste ultime, se ciò viene ripetuto loro in loop, alla fine acquisiranno tali caratteristiche. E' una sorta di profezia autoavverante'. I condizionamenti sociali rappresentati dalle Fazioni hanno mostrato, fin dai gesti più estremi, come nessuno è perfetto. Nemmeno coloro che si ritengono geneticamente perfetti. Perché l'essere umano è una creatura complessa, troppo complessa, per essere ingabbiata in una sola virtù o esser limitato da una sola etichetta. Noi, dopo tutto, non siamo le etichette che ci vengono attribuite. Non siamo quello che gli altri ci ordinano di essere. Noi siamo noi stessi, e siamo perfetti con le nostre imperfezioni.

Vi saluto con una citazione tratta da questo splendido romanzo. Un romanzo che mi ha scavato un buco nel cuore, ma che mi sento in dovere di consigliare a tutti per tutti i motivi sopra elencati:
"Credo che quando qualcuno ti fa un torto, si sia un due a portarne il fardello. Perdonare, allora, significa decidere di sobbarcarsi tutto il peso da solo. (...)"
(Tris)

xoxo,
Giada

giovedì, settembre 09, 2021

RECENSIONE DI INSURGENT (DIVERGENT #2) DI VERONICA ROTH

Buona sera, Fantastics! Riemergo dopo due settimane a dir poco di fuoco... Non mi dilungherò a raccontarlo qui, non lo reputo il luogo adatto per farlo e anche perché, sinceramente, in questo spazio non voglio parlare di cose che mi fanno male. Troppo male. Non credo di riuscire a sopportare altro male, perciò questo spazio sarà riservato solo alle cose belle della mia vita. Sono poche, ma ci sono. Ieri notte ho finito di leggere Insurgent, ed è senza ombra di dubbio il mio romanzo preferito della serie di Divergent

PREMESSA
I libri salvano. Scriverli o leggerli, salvano. Non posso più portare certe cose nei miei romanzi, perché non posso far andare in terapia i miei personaggi, sebbene io ami alla follia farli soffrire, ma allo stesso tempo far loro amare le persone che amano, anche se gli provoco un botto di casini. Insurgent è arrivato in un momento molto difficile della mia vita, e la storia di Tris mi è stata d'aiuto. Il sequel di Divergent non solo colma le aspettative che avevo/ho avuto nei suoi confronti, ma le supera. Insurgent è un sequel all'altezza del suo predecessore. E, per potenza del range delle emozioni umane mostrate, è di sicuro uno dei romanzi che mi ha colpito di più. Sebbene il finale sia decisamente diverso da quello del film, l'ho apprezzato molto. Anzi, direi ch'è molto più coerente che non quello del film.

TRAMA (DA AMAZON.IT)
Una scelta può cambiare il destino di una persona... o annientarlo del tutto. Ma qualsiasi essa sia, le conseguenze vanno affrontate. Mentre il mondo attorno a lei sta crollando, Tris cerca disperatamente di salvare tutti quelli che ama e se stessa, e di venire a patti con il dolore per la perdita dei suoi genitori e con l'orrore per quello che è stata costretta a fare. La sua iniziazione avrebbe dovuto concludersi con una cerimonia per celebrare il proprio ingresso nella fazione degli Intrepidi, ma invece di festeggiare la ragazza si è ritrovata coinvolta in un conflitto più grande di lei... Ora che la guerra tra le fazioni incombe e segreti inconfessabili riemergono dal passato, Tris deve decidere da che parte stare e abbracciare completamente il suo lato divergente, anche se questo potrebbe costarle più di quanto sia pronta a sacrificare. Il secondo romanzo della saga "Divergent". Età di lettura: da 13 anni.

RECENSIONE
Wow! Wow! Faccio ancora fatica a trovare le parole per commentare questo sequel, dato che penso di averle già dette tutte nella premessa lol. Ad ogni modo, Insurgent è un degno sequel che rispetta tutte le aspettative del lettore, che ha come punto di riferimento il romanzo precedente, Divergent. I temi trattati qui, sono più forti del precedente. E, oltretutto, ho scoperto che la distopia usata qui fa riferimento agli esperimenti sociali/sociologici. Beh, considerato il contesto non posso che essere d'accordo. 

Finalmente il giorno tanto temuto per Tris è arrivato: il giorno del Test Finale, che consiste in una simulazione dove affronterà le sue più grandi paure. Se riuscirà ad agire come una vera Intrepida, depistando le persone che sospettano la sua divergenza, sarà salva. Dovrà fare molta attenzione, però. Il pericolo è sempre dietro l'angolo, e può nascondersi dietro una faccia amica così come una nemica. Dopo averle superate con successo, finalmente Tris può tirare un sospiro di sollievo: ora è un'Intrepida a tutti gli effetti, può vivere in sicurezza. Tuttavia, la sua gioia ha brevissima durata. In un plot twist eccezionale, la notte del Test, tutti i transfazione e gli altri membri degli Intrepidi si risvegliano e cominciano a uccidere tutti gli Abneganti. Perché?

Da sempre, Abneganti ed Eruditi non vanno d'accordo. Gli Abneganti, coloro che sono noti per il loro altruismo e il loro buon cuore, sono l'unica Fazione delle 5 presenti in ciò che resta di una Chicago distopica, a poter salire al governo. Gli Eruditi sono insorti, con l'obiettivo di scalzarli e comandare al posto loro. La loro guida? La crudele Jeanine Matthews, una donna fredda e calcolatrice, che fonda la sua esistenza sulle informazioni e su come può usarle per arrivare ai suoi obiettivi. Se da una parte è comprensibile l'odio degli Eruditi nei confronti degli Abneganti, dall'altra gli Abneganti stanno proteggendo qualcosa di molto importante, che potrebbe cambiare il loro mondo per sempre. 

Tris, insieme a Tori, Edward e Christina, si rifugia dai Pacifici. Ma la loro 'pace' ha breve durata, in quanto Peter, l'odioso e furbo Peter, che in questo romanzo mostra tutta la sua vigliaccheria e il suo opportunismo (egli stesso dice a Tris che agisce solo se è in debito con qualcuno o se l'offerta di una parte è migliore dell'altra, e lo porterà in vantaggio rispetto agli altri). Nel suo essere odioso, però, Peter è molto coerente. E' l'unico personaggio a non subire un'evoluzione, a differenza degli altri. Tris, dopo quanto accaduto la notte dei Test, ha una Sindrome Post Traumatica da stress bella grande, ma pensa di agire per il meglio allontanando Tobias da sé. Così come la lealtà verrà messa alla prova, anche il loro amore verrà messo alla prova. Nel sangue. Nella vita. Nella morte. (voglio tranquillizzarvi a tal proposito, dato che questo non è spoiler, era solo una cosa poetica da dire xD)

Veronica Roth ha ammazzato un sacco di gente che mi era piaciuta fin dal primo momento, personaggi buoni e gentili, che avevano a cuore la sicurezza altrui. Non vi dirò chi, ovviamente, per evitare spoiler, solo... siate preparati. Peter, l'unico che vorresti veder morire, non muore. Questo ve lo dico, perché mostra purtroppo come sia la società di oggi: i cattivi, gli ipocriti e i falsi sopravvivono sempre, comunque vadano le cose. E questo, purtroppo, è terribilmente vero. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico sequel, che vi consiglio di recuperare al più presto se ancora non l'avete fatto:
"Siamo entrati in guerra con noi stessi, e questo a volte ci tiene vivi... A volte, invece, rischia di annientarci."
(Beatrice Prior, Tris)

xoxo,
Giada

martedì, agosto 24, 2021

RECENSIONE DI DIVERGENT DI VERONICA ROTH

Buon pomeriggio, Fantastics! Mi rendo conto di esser stata un po' assente nell'ultimo periodo, e se sto lentamente tornando alla scrittura del mio amato (e molto lungo) romanzo, sto recuperando altre letture che avevo in arretrato. Premetto che sono una fan di Divergent, i film mi sono piaciuti tanto... anche se ho visto solo i primi due e mi sono rifiutata di vedere l'ultimo, perché non volevo spoilerarmi il finale. Ad ogni modo, ieri sera l'ho finito e... wow! E' tanta roba!

PREMESSA
Era da un bel po' che non leggevo distopici romance, ovvero distopici che hanno come tema principale l'amore. Perché, al di là della politica e dei rischi di una politica dittatoriale molto simile a quella degli Hunger Games, Divergent si presenta sostanzialmente diverso. In realtà, sono rimasta con una domanda. Come facevano le altre Fazioni a imporre una sola caratteristica caratteriale predominante? Tramite il condizionamento psicologico? Tramite le minacce di morte? Voglio dire, a meno che con la nascita del nuovo governo diviso a Fazioni le altre personalità siano state eliminate completamente dal corpo di tutte le persone, come hanno fatto a capire quale aggettivo meglio descrivesse una persona, escludendo tutti gli altri? Quel che voglio dire è che una persona è tridimensionale, non si possono escludere certi tratti dalla personalità di qualcuno, se non tramite il condizionamento psicologico che ne enfatizza alcuni. Comunque mi è piaciuto davvero tanto, spero di leggere il secondo molto presto (sì, lo prenoterò nella Rete Biblitecaria Padovana, sperando mi arrivi prima che la mia ispirazione scalpiti più di quanto non stia già facendo ora). 

TRAMA (DA AMAZON)
La società distopica in cui vive Beatrice Prior è suddivisa in 5 fazioni, ognuna delle quali è consacrata a una virtù: sapienza, coraggio, amicizia, altruismo e onestà. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita.

RECENSIONE
Divergent è un distopico che mantiene le promesse che fa all'inizio, nella quarta di copertina: ci sono amore, amicizia, e un forte senso di appartenenza che va oltre il sangue e la Fazione. La Fazione, che nel romanzo viene prima della famiglia e del sangue; che si rivela per ciò che è: un luogo oscuro e pericoloso, dove tutti sono disposti a fare qualunque cosa pur di non diventare degli Esclusi. Gli Esclusi che, in fin dei conti, sono i senzatetto che nessuno vuole. Quelli appartenenti alla catena alimentare più bassa nel mondo distopico, che una volta era gli USA.

Beatrice è una ragazza di quindici anni appartenente alla Fazione degli Abneganti: per loro, la gentilezza e l'altruismo vengono prima di qualsiasi cosa. Aiutare gli altri viene prima anche dei loro bisogni personali. Da quel che ho potuto capire, solo annullando sé stessi per aiutare gli altri e i meno fortunati, si è davvero Abneganti. Ma Beatrice non si è mai sentita tale. Infatti, Beatrice si è sempre sentita in colpa per desiderare qualcosa di diverso per sé, in quanto l'autoindulgenza e l'egoismo erano mal visti nella loro Fazione. Alla Cerimonia della Scelta, dopo aver assistito al colpo di scena messo a segno dal suo fratellino Caleb (okay, scusate, ma qui continuavo a pensare ad Ansel Elgort e al fatto che hanno fatto la coppietta in Colpa delle Stelle hahahha) che ha scelto gli Eruditi, la Fazione di intelligentoni e scaltri, diretti nemici degli Abneganti poiché sono i soli a poter accedere al governo in quanto nessuno mette in dubbio il loro altruismo e le loro buone intenzioni; Beatrice alla fine sceglie gli Intrepidi. 

Gli Intrepidi sono quel gruppo di persone dalle quali la mamma ti dice di stare lontano, perché ti portano sulla cattiva strada. Vi confesso che, sia nel film come nel libro, la scena del salto dal cornicione del palazzo mi ha fatto sentire male, male fisicamente, perché io soffro di vertigini. In questo senso, ho capito bene le sensazioni di Quattro, dato che non è una passeggiata fare quelle cose e trovarsi molto in alto se soffri di vertigini. Ma gli Intrepidi non sono solo questo: loro sono i protettori della città, i soli addestrati a combattere e a maneggiare sia armi bianche che armi da fuoco. Durante l'iniziazione, Beatrice, ormai conosciuta come Tris, conosce la tatuatrice, Tori - la stessa persona che aveva trovato il giorno della simulazione che l'avrebbe indirizzata verso il tratto caratteriale predominante della sua personalità e altri ragazzi: Christina, una ragazza molto coraggiosa, Will un cucciolo Erudito adorabile che avrei voluto avesse più spazio; l'odioso Peter e altri due che si addestrano da tutta la vita per entrare negli Intrepidi. Tris non capisce cosa la renda una Divergente. In verità, credo di non averlo ancora capito bene neanche io. Come avrete potuto notare, sono piena di domande. Tantissime domande.

Allora perché ho dato cinque stelle? La caratterizzazione dei personaggi mi è piaciuta molto, tantissimo. Assistere all'evoluzione di Tris da ragazzina insicura a giovane donna combattente e capace mi è piaciuta molto; così come ho apprezzato il disvelamento del motivo dietro i tatuaggi di Quattro. Spoiler: non è come viene detto nel film. Ricordo ancora quanto mi avesse lasciato in confusione quest'ultimo, perché non capivo per quale ragione il governo avesse potuto avercela con Quattro - Tobias - ma il libro lo spiega bene. E po', come diceva Stephen King, un buon libro non svela mai tutti i suoi segreti in una volta. Altrimenti sarebbe infodump inutile, in ogni caso lol. Un buon libro ti tiene così, sulle spine. Un buon libro ti spinge a farti domande di cui non conosci la risposta, facendo salire hype e desiderando di conoscere cosa succede dopo.

Veronica Roth, col suo libro scritto interamente dal POV di Tris, ci è riuscita. In genere preferisco i POV alternati, o quantomeno con abbastanza personaggi, ma vi confesso che ho amato tutto ciò. Tris non è come le tipiche protagoniste che detesto: damsel in distress che si credono capaci di qualunque cosa. No, Tris evolve. Tris capisce piano piano cos'è veramente e cosa può fare per cambiare le cose. Tris ritrova sé stessa perdendosi in una Fazione nuova, del tutto diversa da quella in cui è cresciuta.

Bellissimo. Intrigante. Pieno di sangue e lotte, ma anche amore. Gli elementi, insomma, che un romanzo deve avere per piacere a me e conquistarsi le cinque stelline, insieme a una profondità psicologica dei personaggi non da meno. E, credetemi, la profondità psicologica dei personaggi è una delle cose che apprezzo di più, sia un libro che in una serie tv.

Non ho sottolineato citazioni, quindi anche stavolta vi saluto qui.

xoxo,
Giada

sabato, agosto 14, 2021

RECENSIONE DI LIEVE COME UN RESPIRO (DARK ELEMENTS #3) DI JENNIFER ARMENTROUT *POSSIBILI SPOILERS*

Buon pomeriggio, Fantastics! Oggi recuperiamo, nonostante il caldo e la mia voglia di fare ben altro, la recensione dell'ultimo romanzo della Dark Elements Series, ovvero "Lieve come un respiro" di Jennifer Armentrout. Premesso che l'ho finito ieri notte alle due e, nel farlo, avrei voluto dare due schiaffoni in faccia a Layla per le cose che ha detto e per cosa ha fatto, o per il suo essere perennemente una grandissima stupida. Ad ogni modo, partiamo!

PREMESSA
Come vi avevo anticipato su Instagram - maledetta me, non dovevo farlo, non dovevo dire che in questo libro Layla era meno stupida del precedente; perché non è successo proprio così! - questo libro sembrava migliore del precedente. Dio, quanto mi sono sbagliata. Quanto! E' pure peggio di "Freddo come la Pietra", e non pensavo che potesse diventare peggio di quello. Niente, è palese. Io non tollero le protagoniste che sono stupide, sciocche, che non fanno nulla ma vengono continuamente salvate e hanno bisogno che sia qualcuno a dire loro cosa fare, perché non riescono a capire cosa succede nemmeno se glielo sbattono in faccia. O se si ritrovano faccia a faccia con la verità.

TRAMA (DA AMAZON)
THE DARK ELEMENTS - Vol. 3. Ogni decisione porta con sé delle conseguenze, è un fatto. Ma le scelte che si trova ad affrontare la diciassettenne Layla sono più difficili del normale. Luce o tenebra? Il sexy e pericoloso Principe degli Inferi Roth, oppure Zayne, lo splendido Guardiano che lei non avrebbe mai sperato di poter avere? A quale parte del proprio cuore dare ascolto? Layla, poi, ha un altro problema: è stato liberato un Lilin, un demone tra i più terribili, che sta portando devastazione nella vita di tutti quelli che la circondano, compreso il suo migliore amico Sam. Per risparmiargli una fine di gran lunga peggiore della morte, lei deve scendere a patti col nemico, mentre tenta di salvare la città, e tutta la sua specie, dalla distruzione. Divisa tra due mondi e due amori, Layla non ha certezze, nemmeno quella di sopravvivere, soprattutto quando un antico accordo torna a incombere su tutti loro. Ma a volte, quando sembra che la verità non esista, è il momento di dare ascolto al proprio cuore, schierarsi e combattere fino all'ultimo respiro.

I romanzi della serie:
1) Caldo come il fuoco
2) Freddo come la pietra
3) Lieve come un respiro

RECENSIONE
Oh Santo Cielo! Questa sarà una delle mie recensioni smonta personaggi, me lo sento. Mi ha fatta troppo arrabbiare questo romanzo - e non sono in preciclo né in niente, quindi devo riconoscere a Layla la capacità di essere una cippa come protagonista e nel non fare pressoché nulla per ricevere i grandiosi poteri che riceve, essere una Mary Sue dall'inizio alla fine e a cui bisogna dire *tutto* perché scelga tra Roth e Zayne, e anche perché capisca cosa deve fare.

Sotto, il cervello di Layla durante tutto "Lieve come un respiro", Marge rappresenta chiunque le dica cosa deve fare. Chiunque le dica di non comportarsi da stupida o fare stupidaggini:


"Lieve come un respiro" riprende da dov'era terminato "Freddo come la pietra": Layla e la sua unica amica umana, Stacey, insieme a Roth e Zayne ha scoperto che Sam non è altro che il Lilin, la creatura demoniaca nata dal rituale del demone Paimon di "Caldo come il fuoco". Ma Sam non è più Sam, è il Lilin. Il vero Sam è morto nel momento in cui quella creatura ne ha preso l'anima e l'aspetto, poiché il Lilin è un portatore di caos e distruzione - entrambi, però, non sono fatti senza motivo. Il Lilin ha come obiettivo quello di portare l'Inferno sulla terra, di scatenare l'apocalisse (la battuta di Layla, a tal proposito, è stata davvero pessima: Presumo che non siano i Quattro Cavalieri della rock band... ma dai? Non hai mai fatto una lezione di storia o mitologia cristiana, pur vivendo insieme ai Guardiani? Chiunque lo sa. E lei, essendo una fan di Supernatural avrebbe dovuto saperlo) se Lilith non viene liberata. La prima notizia shock, ma neanche tanto shock per l'assonanza tra il nome di Lilin-Lilith, è proprio Lilith. Lilith, la donna che c'era nell'Eden prima di Eva. La prima peccatrice. La tentatrice. 

Tuttavia, non basta una minaccia di proporzioni epiche per rendere Layla quantomeno intelligente. Sì, perché se c'è una cosa che mi ha infastidito da morire quando ho chiuso il libro, e mi ha fatto dormire poco la notte dal nervosismo è proprio questo: Layla non riesce a comprendere cosa succede o cosa lei sia, neanche se l'informazione le viene sbattuta in faccia. Neanche se le viene spiegato ventimila volte. Leggendo i commenti su Goodreads ho scoperto una cosa non molto bella, anche se è stata fatta a mio avviso per pura strategia di marketing per tenere alto l'hype nei confronti della serie, e cioè Jennifer Armentrout su Twitter ha chiesto ai lettori con chi voleva che finisse Layla, e chi avrebbe ricevuto più voti sarebbe stato il vero interesse amoroso della ragazza. Lo hanno definito 'lazy writing', secondo me è stata una mossa furba per tenere, come ripeto, l'hype alto. E mantenere l'attenzione mondiale su una serie ch'era partita benissimo, ma ch'è finita per niente bene. Per essere gentili. Layla non sa cosa scegliere, non sa chi scegliere, si sente costantemente in bilico tra la potenziale vita felice che potrebbe avere con Zayne, con il suo amico di sempre, e Roth, il demone sexy ch'è entrato nella sua vita. Ecco, indovinate un po' chi ha scelto? Esatto. Il lato oscuro ha sempre svolto una forte attrattiva su di lei. Zayne, però, viene maltrattato dalla scrittrice. Viene fatto passare per il cattivo della situazione solo perché ha avuto una pessima reazione dopo esser stato rifiutato - e vorrei ben dire, voi siete mai stati rifiutati? Vi piacerebbe che chi amate stia sempre vicino a voi, con un altro? Specialmente con l'altra persona per cui ha chiuso quel che sarebbe potuto nascere tra voi?

Ma Layla non è solo questo, raga. Layla è plot armor vivente. Ho perso il conto di quante volte si ritrova vicino alla morte e viene sempre salvata per il rotto della cuffia. In una di queste, la congrega di streghe le dà una pozione per salvarla dalla lama di ferro, un elemento letale per i demoni - e lei ogni cinque pagine ci ricorda che è per metà demone per metà gargoyle e bla bla. Vi dicevo che Mare Barrow era irritante? Lei è anche peggio, perché è pure arrogante. Si scopre perciò, che ciò che le hanno dato le streghe non è una pozione-salvavita qualunque, ma è sangue di uno degli Originali (qui ho pensato ai Mikaelson, sorry not sorry). Layla, però, dopo aver perso finalmente la verginità con Roth - e aver perso molto tempo utile a fare sesso con Roth invece che preoccuparsi di fermare il Lilin, ha bisogno che sia il Mietitore a dirle cosa fare. Ma ci rendiamo conto? Ma che razza di protagonista stupida e senza spina dorsale è? Posso capire tutto. Posso capire la fase luna di miele, ma raga, c'è un pericolo imminente e il caos che sta dilagando a Washington DC. Priorities, guys. Priorities. 

Ma ora veniamo a noi, all'analisi personaggio per personaggio perché sono ancor più nervosa di prima, adesso. Non proseguo a raccontarvi il resto del romanzo, perché mi arrabbierei ancora di più. Odio i finali così. Mi aspettavo di meglio. Mi aspettavo decisamente di meglio, visto com'era partita la serie.

Layla Shaw. Oh, Layla. Avevo riposto così tante speranze su di te. Sei il personaggio della serie. Raramente faccio questo, ma sei davvero uno personaggi peggiori che io abbia mai incontrato il 8 anni di blogging. Layla qui è più stupida di quanto non lo era in "Freddo come la pietra". Se Cayman non le avesse fatto capire che avrebbe dovuto scegliere Roth, secondo lui, lei avrebbe continuato a fare l'indecisa. Ma indecisa che Bella Swan scansate, oh! Ha diciassette anni, ma ha l'intelligenza di una bambina di nove. Giuro. E' molto lenta capire le cose, anche se le vengono spiegate. E ha bisogno di qualcuno che le dica cosa fare. Per tanti degli avvenimenti del capitolo finale, bastava fare due più due. Invece no. Tre personaggi sono morti perché lei potesse vivere. Gran bello schifo, ma scusate, ci sta. Plot armor vivente, che sopravvivere a ferite mortali e sfugge alla morte. Ha la faccia di bronzo di minacciare il Diavolo in persona, e non ha mai capito che Morris non era umano - io l'avevo capito fin dall'inizio, ma da una lenta come lei a capire le cose, questo e altro.

Zayne. Il mio adorato Zayne è stato maltrattato in questo capitolo finale, un povero ragazzo che non ha capito che la ragazza con cui ha fatto petting spinto non conosce la differenza tra adorare/idolatrare e amare. Insomma, perfino uno scemo del villaggio lo capirebbe. C'è una bella differenza tra idolatrare qualcuno e amare, no? Zayne, ancora ferito dal rifiuto di Layla, si chiude in sé stesso. Comprensibilmente, direi. Continua a punzecchiarsi con Roth, e vi confesso che ho iniziato a shipparlo con lui che non con Layla. In effetti, Zayne e Roth sarebbero stati una coppia molto più interessanti. Ma verso la fine ho iniziato a shipparlo con Stacey.

Stacey. Ci viene presentata come la ragazza sciocca e superficiale, e così rimane fino al secondo romanzo fino a quando non si sveglia fuori a capisce di essere innamorata di Sam. Solo che Sam, non è più Sam, ma il Lilin. Anche Stacey viene maltrattata continuamente, ho amato la sua evoluzione e avrei voluto che la Armentrout le avesse dato più spazio. Si meritava di meglio.

Cayman. Heil Cayman! Dopo il Lilin, l'unico personaggio ad affibbiare nomignoli coerenti col suo personaggio, a Layla. Cayman è palesemente #TeamRoth, e vedendo una Layla indecisa spinge verso il suo amico, influenzandola. Sì, perché oltre a essere stupida Layla è facilmente influenzabile. Stavolta non potevo salvare nessun personaggio, #sorrynotsorry. 

Il Lilin. La creatura demoniaca nata dal rituale di Paimon, in demone innamorato di Lilith. Sia benedetto! Dopo Cayman, è l'unico altro personaggio a far notare la stupidità di Layla ed ero arrivata al punto di tifare per lui invece che i nostri eroi - e questo vuol dire tanto, per me. Cavoli, se mi spingi a tifare per il cattivo hai fatto davvero un brutto lavoro coi 'buoni'. E' legato a Layla e a Lilith, e vive per servire sua madre.

Mi fermo qua, perché potrei rivelare altro e ho già rivelato troppo. Layla ottiene una versione pro dei suoi poteri, diventando ancor più forte e invulnerabile senza capire come - un po' com'è successo quando ha baciato Zayne nel secondo romanzo e non si è nemmeno fermata a chiedersi per quale motivo potesse riuscire a farlo senza rubargli l'anima, ma dicendo 'Non gli rubo l'anima, yay! Pomiciamo! Pomiciamo! Al diavolo se non capisco perché io non riesca a farlo! Meglio così!'. Una versione pro totalmente immeritata, considerando che non ha fatto nulla per ottenerli ma solo venire salvata di continuo. Da badass woman subisce un involuzione e diventa una damsel in distress, che ha bisogno di venire salvata di continuo da chiunque. 

Altro fatto rilevante è senza dubbio il fatto che sia totalmente inconsapevole del mondo attorno a lei. Che creda a tutto ciò che le viene detto, senza informarsi o cercare di più. Ripeto, è una diciassettenne con una mente di una bimba di nove anni. Immatura. Ingenua. Sciocca. 

Ho dato una stella e basta, perché non sono riuscita a trovare elementi sufficienti - oltre a qualche errore di traduzione - per salvare questo libro. I finali 'e vissero tutti felici e contenti' dopo gli avvenimenti precedenti e, soprattutto, il cambio di fazioni (Bene vs Male), e la superficialità di Layla stessa sono valsi questo. Mi dispiace, ma non basta un contenuto accattivante e un finale frettoloso per rendere bello un libro - o una serie. 

Non ho nessuna citazione da darvi.

xoxo,
Giada

lunedì, agosto 09, 2021

RECENSIONE DI FREDDO COME LA PIETRA (DARK ELEMENTS #2) DI JENNIFER ARMENTROUT

Buona sera, Fantastics! Oggi pomeriggio ho finito, e anche per fortuna, il sequel di Caldo come il fuoco, secondo romanzo della trilogia della Dark Elements di Jennifer Armentrout. Devo confessarvi che, almeno fino a metà, mi era piaciuto tanto - tantissimo, a dire il vero - ma dalla metà in poi la protagonista è diventata tremendamente ingenua - e non pensavo potesse diventarlo ancora di più e sempre più irritante, perdendo lo charme di badass woman che aveva nel primo. Insomma, mi è piaciuto ma non mi ha soddisfatta del tutto.

PREMESSA
Ultimamente sto leggendo molto per un motivo molto semplice: le Olimpiadi di Tokyo 2021-2022 dei lettori su Goodreads, e ho pensato fosse l'occasione giusta per recuperare anche questo secondo romanzo della Dark Elements, considerato quanto mi era piaciuto il primo. Neanche lo avessi fatto! Come vi avevo anticipato, il primo mi era piaciuto tanto - tantissimo, a esser sincera - e mi aspettavo che questo fosse bello come il precedente. Come vi ho anticipato, per buona metà del romanzo è stato così. Dalla metà, più o meno, Layla Shaw è diventata irritante. All'inizio pensavo che fosse per il ciclo che mi stava arrivando, che fosse quella la causa della mia irritazione nei suoi confronti, ma proseguendo la lettura (anche col ciclo nel corpo), non è stato così. Layla mi è calata molto in questo sequel, non rimanendo la ragazza badass che era nel precedente, ma rivelandosi una con un senso di colpa del sopravvissuto, totalmente ingenua e ignara di ciò che accade a causa sua - volontariamente o meno. Tre stelle e mezzo, non di più. Non potevo dare di più, sarebbe stato incoerente da parte mia farlo. 

TRAMA (DA AMAZON)
Layla Shaw deve rimettere insieme la sua vita andata in pezzi: impresa non facile per una ragazza di diciassette anni, praticamente certa che le cose non possano andare peggio di così.

Il suo migliore amico, Zayne, straordinariamente bello, è da considerare off-limits, a causa del misterioso potere che da sempre affligge Layla: il suo bacio è in grado di rubare l'anima di chi lo riceve. Fuori questione, quindi, l'idea di poterlo baciare. Inoltre, il clan dei Warden, che l'ha sempre protetta, comincia a nascondere segreti pericolosi. E per finire, Layla non vuole pensare a Roth, sexy e trasgressivo principe dei demoni, che riusciva a capirla come nessun altro.

Ma talvolta toccare il fondo è solo l'inizio. Perché all'improvviso i poteri di Layla iniziano a crescere e le viene concesso un assaggio di ciò che finora le era sempre stato proibito. Poi, quando meno se lo aspetta, Roth ritorna, con notizie che potrebbero cambiare il suo mondo per sempre. Sta finalmente per ottenere quello che ha sempre desiderato ma il prezzo potrebbe essere più alto di quanto Layla è disposta a pagare.

Serie "The Dark Elements" - Vol. 2

RECENSIONE
Wow. What a ride, guys! Okay, ho bisogno di calmarmi un po', perché se m'innervosisco finisco per non parlare come vorrei in questa recensione. Avevo alte aspettative nei confronti di questo sequel, e non avrei mai dovuto postare quella foto su Instagram dicendo che il libro mi stava piacendo un botto e che era pari al suo predecessore, perché non è stato così. Insomma, avrei dovuto aspettarmi una svolta del genere lol. E' come quando dici che vorresti che ti capitasse una cosa bella, e quella non solo non ti succede, ma te ne capitano di molto peggio.

Freddo come la pietra riprende da dove era terminato Caldo come il fuoco: sono passate settimane dall'epico scontro tra Bene e Male, dallo scontro tra il demone Paimon che voleva compiere il rituale versando il sangue di Layla e dalla scelta, onorevole, di Roth di andare all'Inferno insieme a quel demone pur di assicurarsi che Layla rimanesse al sicuro. Il gesto di Roth, disinteressato e segno di un amore incondizionato, è stato ciò che mi ha fatto capire che lui fosse davvero innamorato di lei. Era palese. Lo era per tutti, tranne che per la protagonista, ovviamente. Ma non divaghiamo. Dopo che Roth è andato all'Inferno al posto del cavaliere-Guardiano dalla lucente armatura, ovvero Zayne, Layla si è ritrovata spinta tra le braccia del suo migliore amico di sempre. La tensione sessuale, già presente nel libro precedente, qui tocca vette inimmaginabili e i due, dopo tanto, finalmente escono dalla loro amicizia per addentrarsi in quella che sembra esplorazione di due persone che vogliono essere più che amici: pomiciate, o se preferite, petting. Ma c'è un problema, anzi più d'uno, all'orizzonte. Layla non riesce più a vedere le anime delle persone, e non sa o capisce per quale ragione. Allo stesso modo, il Lilin, la creatura che non sarebbe dovuta esser nata dal rituale di Paimon, è vivo e vegeto e sta seminando morte, distruzione e caos nella scuola di Layla. Oltre al Lilin, Roth ci fa presente che anche le due catene che tengono incatenata Lilith, la madre biologica di Layla, all'Inferno si sono rotte. Quindi vuole dire che, dopo tutto, il rituale ha funzionato. 

L'atteggiamento di badass woman di Layla sparisce completamente in questo secondo romanzo, dando più spazio all'esplorazione della sua relazione con Zayne. Ammettiamolo, Zayne è un figo da paura e vorrebbe proteggerla. E pur di farlo  è disposto a segregarla in casa, proprio come succede alle femmine di gargoyle, in quanto importanti e necessarie per la riproduzione della specie, per esempio come Danika. Danika mi è piaciuta subito, nel libro precedente. Lei è una gargoyle di New York, fatta venire a Washington da Abbott per accoppiarlo con lei, ma Zayne non pare interessato. Zayne, che si è svegliato fuori nell'ultimo anno, solo perché Roth si è avvicinato a Layla. About damn time, man! Questa sembra essere la motivazione principale per cui, di colpo, si è interessato a Layla. D'altronde, bisognava mantenere l'escamotage narrativo del triangolo amoroso, e questo plot twist è tornato utile. 

I fantasmi cominciano a infestare la scuola e gli edifici, ma allo stesso tempo il Lilin fa impazzire e rendere violenti tutte le persone che sono attorno a Layla. Ogni volta che succede, lei sente un vento freddo. Ma, surprise surprise, non si è accorta che quando prova un emozione forte sale un forte vento? Solo io me ne sono resa conto? In fin dei conti, Layla è parte demone e non un demone qualunque, ma un demone di alto rango. Un demone di alto rango, in poche parole, è quasi invulnerabile. Ad ogni modo, a quanto pare il metodo per fare esorcismi è uguale a quello di Supernatural.

Un altro elemento che non ho retto è stato il plot armor che è diventata Layla: subisce quasi in ogni capitolo ferite mortali, o quasi, e sopravvive sempre. Ho capito che è la protagonista, ma suvvia. Anche no. Oh, e non dimentichiamo la rivelazione della sua vera identità a Sam e Stacey, che finalmente sono usciti dalla friendzone. Yay! Ho trovato l'indecisione di Layla snervante, irritante e fastidiosa su più fronti; il suo POV stava diventando un vero supplizio verso la fine. Il capitolo chicca è quello finale, quindi vi consiglio di leggerlo e di godervelo con cura <3

Vi saluto senza una citazione anche stavolta, perché non ne ho trovate né sottolineate.

xoxo,
Giada

sabato, agosto 07, 2021

TV SERIES LOUNGE: JULIE & THE PHANTOMS, STAGIONE 1 *SPOILERS*

Buon pomeriggio, Fantastics! Recuperare tutti i post delle serie tv, in particolare delle stagioni sarà un po' lunga, ma farò in modo di rendere questa pausa dalla scrittura molto proficua. Ecco perché oggi pomeriggio vi presenterò la recensione della prima stagione di Julie & The Phantoms, una serie che mi è rimasta nel cuore!

DETTAGLI:
Piattaforma (attuale) in cui vederlo: Netflix
Genere: Teen, Adolescenza, Musical, Supernatural
Consigliato per chi ama: le storie di adolescenti, le storie che parlano di grandi sogni
Tratto da/Basato: basato sulla serie tv brasiliana Julie e Os Fantasmas
Airing Time/Date: Settembre 2020

TRAMA
25 anni prima, la rock band dei Sunset Curve, composta da tre ragazzi di diciassette anni è finalmente riuscita nell'ingaggio della vita: finalmente sono riusciti a entrare nell'Orpheum, uno dei teatri più famosi del Nord America. Per festeggiare il raggiungimento del loro traguardo, Luke, Alex e Reggie decidono di strafogarsi di hot dogs dal gusto strano. La serie, attraverso un flashback, ci porta nel 2020 e a Julie Molina, una ragazza di quindici anni che ha deciso di lasciare la musica e il corso di quest'ultima, perché sta ancora soffrendo per la perdita della madre. Julie, un giorno, inizia a suonare e di colpo i tre fantasmi compaiono nel suo studio, spingendola a riabbracciare la musica. La musica, che fa e farà sempre parte della sua vita a prescindere da quanto lei cerchi di allontanarla da sé. In un mix di coreografie favolose, segno distintivo del mitico Kenny Ortega (noto per aver diretto la trilogia di High School Musical, la trilogia dei Descendants e anche la dilogia degli ZOMBIE) e sentimenti profondi, vediamo Julie affrontare Carrie Wilson e le sue Dirty Candy - forse per la prima volta nella storia delle serie tv una cattiva fa la cattiva perché sa di essere brava... okay, forse per la seconda volta, la prima è stata senza dubbio Sharpay Evans. Il padre di Carrie, altri non è che Trevor, legato in qualche modo alla morte dei ragazzi. Tuttavia, la realtà si fonde col sovrannaturale quando i tre fantasmi entreranno nel club esclusivo di Caleb Covington, un mago molto potente che costringe i ragazzi a un patto che nessuno di loro desidera, per obbligarli a suonare nella sua band. Vi consiglio col  cuore in mano Julie & The Phantoms, poiché la profondità del dolore, dell'amore e dell'amicizia vengono affrontati con una tale delicatezza che spesso vi porterà a piangere. 

I PERSONAGGI
  • JULIE MOLINA. Julie è la protagonista della serie, una ragazza ispanica con una grande voce e una forte presenza scenica. Julie sente molto la mancanza della madre, della quale possiede un baule con dentro tutti i suoi oggetti, oggetti che spesso hanno fatto foreshadowing di eventi che accadranno poi più avanti. E' cotta di Nick, il biondo ragazzo di Carrie e si comporta da impacciata in sua presenza. Julie, di tutti i personaggi adolescenziali che ho incontrato finora, è forse la migliore. Certo, sbaglia. Ma non si atteggia con aria di superiorità. Il fatto che la sua famiglia l'appoggi nella sua più grande passione, la sostenga e la incoraggi è qualcosa di straordinariamente dolce e tenero! Also, Julie alla fine comincerà a provare qualcosa per Luke - come chiunque abbia visto la serie, credo lol. Insomma, la ship è partita subito!
  • CARRIE WILSON. Ogni serie ne ha una, ecco a voi l'arcinemesi di Julie. Carrie è figlia d'arte, in particolar modo, figlia di Trevor e quindi indirettamente legata ai Sunset Curve e alla loro morte. E' davvero una cantante molto brava, seconda solo a Sharpay Evans, ed è capo delle Dirty Candy. E' determinata, competitiva, a volte anche troppo cattiva ma, in fondo, lo è perché vuole raggiungere i suoi obiettivi di fama.
  • LUKE PATTERSON. Frontman e chitarrista dei Sunset Curve, Luke è un ragazzo molto complicato e, allo stesso tempo, un tenerone. E' scappato di casa, dopo aver litigato pesantemente con sua madre 'Unsaid Emily', e ha iniziato la sua carriera di cantante insieme alla band. Tuttora Luke si sente in colpa per non essersi mai chiarito con sua madre, e ogni giorno al suo compleanno va a casa sua e rimane a guardarla piangere. Luke è di sicuro un personaggio pieno di chimica, nel senso che riesce a rendere sensuale qualsiasi cosa, anche senza volerlo. Infatti nel sharing mic, cosa che avviene sempre, riesce a stabilire una chimica tra lui e l'altro cantante. Prova qualcosa per Julie. Anche se, dopo una certa scena insieme a Reggie, comincio a sospettare che sia bisessuale.
  • ALEX MERCER. Alex è il batterista dei Sunset Curve. E' il primo personaggio apertamente gay nato dalla penna di Kenny Ortega che, ricordiamo, voleva rendere apertamente gay anche Ryan Evans, il fratello di Sharpay. Da quando è stato reso contributor ufficiale della serie, Ortega ha iniziato a mettere quanti più personaggi omosessuali voleva/poteva. Alex incontra Willie per caso, e la chimica tra loro è subito molto molto intensa. Il problema è che, proprio grazie a/a causa di Willie, Alex trascina i suoi amici nel club di fantasmi più esclusivo di sempre. 
  • REGGIE PETERS. Di Reggie non sappiamo molto, in questa prima stagione, se non che è il bassista dei Sunset Curve e che è un buon amico. Oltre a ciò, lui mi manda tantissime bisexual vibes e non mi stupirei se nella prossima stagione lui facesse coming out ufficialmente.
  • WILLIE. Willie è il primo fantasma vero e proprio che Alex conosce da quando è morto, oddio che giro di parole lol! Willie è interpretato da BooBoo Stewart, per la prima volta in una produzione non Disney, interpreta un personaggio gay. L'intesa tra lui e Alex è istantanea, e si ritrova costretto a condurre la band nel club esclusivo di Caleb Covington, in quanto non solo lavora per lui, ma ha in possesso anche la sua anima. 
  • CALEB COVINGTON. Caleb è il gestore dell'esclusivo club riservato solo ai fantasmi, ma poiché lui non è un fantasma buono, agisce solo per proprio tornaconto e marchia i tre ragazzi, in un ultimatum che li costringe a scegliere tra rimanere nella band di Julie e quella del suo locale. I tre ragazzi, infatti, ricevono scosse continue sempre più forti a causa di quel marchio; ma proprio quando lui pensa di averli in pugno, l'amicizia sincera che lega Julie e la sua band scioglie l'incanto. Nell'episodio finale lo vediamo possedere, come una vera possessione demoniaca/fantasmagorica, Nick. Nick, ormai l'ex ragazzo di Carrie.
  • FLYNN. Flynn è una delle migliori sidekicks delle serie tv, è la migliore amica di Julie e la sprona a coltivare la sua passione per la musica anche quando lei vorrebbe mollare tutto. Flynn è estroversa, simpatica, una versione migliore di Maxime di Ginny e Georgia.

LA MUSICA COME MEZZO PER ESPRIMERE LE PROPRIE EMOZIONI
La musica è molto più che due note in croce e qualche canzone, sin dal primo episodio vediamo Julie cantare le sue emozioni; elaborare il lutto di sua madre e, allo stesso tempo, la musica stessa viene usata come mezzo per esprimere i sentimenti e le emozioni che attanagliano il cuore dei nostri protagonisti. 

Nei numeri musical, dove sono presenti palesi riferimenti ad High School Musical e altri film prodotti da Kenny Ortega, i personaggi cantano con passione di ciò che li ferisce, di ciò che li fa star male e, infine, di ciò che li rende felici. 

CHI HA UCCISO I SUNSET CURVE?
Fin dal primo episodio, è stato chiaro che i Sunset Curve non sono morti in modo accidentale. La struttura narrativa, che parte dal flashback del 1995 e poi ci trascina nel 2020, ci presenta alcuni personaggi e alcuni elementi di background che sembrano fare foreshadowing riguardo il destino della band. Premetto che queste cose le ho lette su TVTime, quindi il merito di ciò va a quegli spettatori attenti ai dettagli anche più piccoli: il poster alle spalle di Luke, dove c'è una band che si chiama UNFINISHED BUSINESS (che è ciò che rende gli essere umani dei fantasmi, ovvero delle questioni in sospeso quand'erano umani), e un poster con la foto di Luke che diceva ch'era scomparso.

Ma la domanda che resta, alla fine della visione, è una sola (beh, in realtà due, ma ve ne metto una sola, la più rilevante ai fini della trama generale): chi voleva morti i Sunset Curve? L'avvelenamento tramite gli hot dog non è stato casuale, io penso che sia stato qualcuno di vicino a loro che non volesse avessero il successo che con tanta fatica si erano costruiti.

CONCLUSIONI
Concludendo, Julie & The Phantoms è senza dubbio una delle migliori serie tv presenti nel catalogo Netflix. La sua profondità introspettiva, la costruzione narrativa di ogni episodio con un cliffhanger, i personaggi tridimensionali, sono solo alcune delle cose che rendono questa serie una vera e propria perla. Piangerete più di una volta, garantito!

Voi l'avete vista? Vi è piaciuta? Con chi shippate Julie, con Luke oppure con Nick? Vi piace la nuova cattiva, che proprio cattiva non è, ovvero Carrie?

xoxo,
Giada

martedì, agosto 03, 2021

RECENSIONE DI OUR DARK DUET - QUESTO OSCURO DUETTO (I MOSTRI DI VERITY #2) DI VICTORIA SCHWAB

Buona sera, Fantastics! Non so come farò a scrivere questa recensione, visto che mia cugina ha avuto la brillante idea di usare il computer di mio papà a volume altissimo per ascoltarsi canzoni di gusti discutibili, o meglio, dai testi *decisamente* discutibili. Ad ogni modo, ho appena finito leggere "Our Dark Duet" di Victoria Schwab e, lasciatemelo dire, è stato fantastico - una degna conclusione per la dilogia migliore del 2021! Davvero, raga, era da secoli che non leggevo qualcosa di così ben scritto e profondo come la dilogia dei Mostri di Verity. 


*Non sono riuscita ad allineare a sinistra la cover completa del romanzo come faccio ogni volta che posto una recensione, quindi per stasera la lascio qui al centro*

PREMESSA
Quando questo romanzo mi è arrivato in biblioteca, mi sono messa a saltellare sul letto lol. Era da più di due mesi che lo stavo aspettando, quasi quanto sto aspettando di poter leggere la trilogia di Shadow & Bone di Leigh Bardugo, che arriverà sui vostri schermi il prima possibile - o meglio, non appena mi verrà recapitata alla mia biblioteca di ritiro. Il capitolo finale di Our Dark Duet è stato meglio, meglio di quanto mi potessi aspettare! Ha superato le mie più rosee aspettative, coinvolgendomi forse più del primo, Questo Canto Selvaggio. La storia di Kate Harker ed August Flynn giunge alla sua conclusione in un modo terribilmente crudo, doloroso e anche, allo stesso tempo, giusto per il contesto in cui quest'ultima si sviluppa. Un finale sconvolgente e che fa male, ma che è arrivato al mio cuore.

TRAMA (DA AMAZON)
Dopo Questo canto selvaggio, Victoria Schwab mette la parola fine a una storia originale e fuori dal comune, tra strade infestate da mostri, intrighi e giochi di potere. Un romanzo forte, sincero, decisamente ipnotico.
Kate Harker vive a Property e combatte i mostri; August Flynn vive a Verity e combatte i mostri. Ma le loro strade sono destinate a incontrarsi di nuovo. Kate dovrà ritornare a Verity; August dovrà lasciarla tornare. E una nuova minaccia è in agguato, un mostro che si nutre di caos ed è capace di far emergere il lato oscuro delle sue vittime. Cosa sarà più difficile fronteggiare: i mostri che incontreranno sulla loro strada o quelli nascosti nel loro cuore?

RECENSIONE
Oh My God! "Our Dark Duet" è, senza ombra di dubbio, uno dei migliori romanzi del 2021! Che cosa è questo romanzo, gente! E' qualcosa d'indescrivibile, doloroso e intenso! E' qualcosa che ti rimane sottopelle anche dopo aver chiuso il libro, e una parte di te continua a domandarsi cosa accadrà dopo gli ultimi eventi... perché la cosa bella dei libri è che le storie non finiscono davvero quando chiudi il libro. Ma stanno insieme a te. Vivono in te.

Partiamo col dire che "Our Dark Duet" riprende da dov'era terminato "Questo Canto Selvaggio", ovvero con Kate Harker che, alla morte di suo padre e dopo aver scoperto la verità dietro l'incidente in cui è morta sua madre e in cui ha anche perso l'udito dell'orecchia sinistra, scappa a Prosperity. Okay, i nomi delle città sono particolari, quasi ironiche considerato il contesto distopico/fantasy in cui ci troviamo: abbiamo Verity, Fortune e Prosperity. Una parte di me muore dalla curiosità di sapere perché si chiamano in quel modo, ma l'altra preferisce non sapere nulla e rimanere nell'ignoranza. Kate ora ha degli amici, una squadra di Guardiani che si occupano di salvaguardare la sicurezza dei cittadini di Prosperity - una città nella quale, apparentemente, ci sono pochi mostri. Allo stesso tempo, August Flynn ormai è cambiato, non è più la persona che abbiamo conosciuto in "Questo Canto Selvaggio", in quanto la trasformazione totale avvenuta alla fine del romanzo precedente l'ha cambiato nel profondo, e in parte ciò è da imputare al fatto che si è cibato dell'anima di suo fratello Leo. Leo, che non mi era mai piaciuto nell'altro romanzo, e dopo aver scoperto ciò che ha fatto, alla fine avevo ragione a sospettare della sua ambiguità e dei suoi modi di 'fare pulizia dei peccatori' che mi ricordava molto Hitler. 

Kate, però, dopo l'incontro con un mostro dagli occhi d'argento, si ritrova sotto il suo controllo e non riesce a liberarsene. Il controllo del mostro sul suo corpo è potente, ma la sua mente lo è di più - tanto che riesce a controllarlo quasi fino alla fine. Questo mi ha dimostrato non solo il coraggio e la forza di Kate, ma anche il suo spirito combattivo. Kate non è una damsel in distress, tutt'altro. E' una ragazza fragile, conscia dei suoi errori, che abbraccia con coraggio e determinazione ogni sfida che il destino le para davanti, anche quella più dolorosa. Così Kate torna a Verity, senza sapere che Sloan, l'ombra di Callum Harker ha conquistato metà città e controlla il regno dei mostri; dando loro da mangiare gli umani e uccidendo ragazze bionde a caso, grazie alla sua spalla: l'ombra di Kate, nata dall'omicidio del primo romanzo, Alice. La cosa che ho apprezzato di più, tra le tante, è stata la spiegazione del perché le ombre, i mostri nati dalla violenza, si chiamano così. E' stata una scoperta molto sensata, e molto coerente con il resto della trama e del contesto. 

Quindi, Kate ed August dovranno unire le forze per abbattere il Divoratore del Caos, mentre una doppia lotta intestina impervia sia tra i mostri sotto il controllo di Sloan, che all'interno del Complesso di Flynn, che non ha fatto altro che sottolineare le differenze di classe tra North City e South City. 

I POV in terza persona focalizzata sono di più, rispetto al libro precedente: abbiamo quello di Kate, quello di August, quello di Sloan e a tratti quello di Alice. Devo dire che questo romanzo è stato un pugno nello stomaco, quanto a profondità di argomenti trattati, e sono stata male fino a poco fa. Oltretutto, non sapevo che l'autrice avesse usato come frase di apertura la stessa citazione che avevo messo io nell'altra recensione e la cosa mi ha colpito molto, in quanto mi sono chiesta se menti affini pensano in modo affine. Dopo tutto, Nietzsche è stata la prima cosa a cui ho pensato leggendo "Questo Canto Selvaggio", mai avrei pensato che me la sarei ritrovata anche qui. Diciamo ch'è stata una sorpresa, e una coincidenza, molto molto piacevole.

Vi saluto con una citazione tratta da questo fantasy distopico che dovete recuperare assolutamente, se amate protagoniste badass ma, sotto sotto, molto fragili e un protagonista maschile che parla di esistenzialismo, filosofia e astronomia. 
"Non era facile. Il mondo era complicato. La vita era difficile.  E troppo spesso vivere faceva male.
E allora fai in modo che ne valga la pena."
(August Flynn)

xoxo,
Giada 

lunedì, agosto 02, 2021

TV SERIES LOUNGE: GINNY & GEORGIA, SEASON 1 *SPOILERS*

Buona sera, Fantastics, e benvenuti alla nuova edizione della TV Lounge! Come vi avevo già anticipato su Instagram, l'oggetto di questo nuovo post è una serie TV, prodotta da Netflix, che mi ha fatto arrabbiare tantissimo. Ma veramente tantissimo, per svariati motivi. Avete capito di cosa parlo? Esatto. Proprio Ginny & Georgia!

DETTAGLI:
Piattaforma (attuale) in cui vederlo: Netflix
Genere: Teen, Adolescenza, Thriller, TW per autolesionismo e DCA
Consigliato per chi ama: le storie di adolescenti, molto complicate
Airing Time/Date: 2021

TRAMA
Virginia 'Ginny' Miller è una ragazza di 15 anni che da anni si trasferisce di continuo, insieme a sua madre Georgia e al suo fratellino Austin. Ginny, la voce narrante della serie, viene presentata come una sfigata che si ritrova a vivere nell'ombra della madre figa (perché Georgia lo è, su) e social. In verità, Georgia è forse il personaggio più affascinante e interessante di tutta la serie, molto più della figlia. Mentre Ginny si lamenta per la qualunque, lamentandosi della sua brutta vita e facendo autolesionismo con un accendino (TW: si brucia l'interno coscia con l'accendino ogni volta che le emozioni diventano troppo forti, o sta troppo male, per non sentire più male) e scoprendo sé stessa e la sua sessualità. Viene anche presentata come una femminista, cosa che si rivela non essere vero *almeno non per me è stato così, in quanto mi è sembrato che il femminismo venisse usato come scusa per tentare di rendere il personaggio più alla moda e in* nel momento in cui entra a far parte delle MANG. Lasciate che vi parli di questo gruppetto di oche senza cervello, di cui si salva solo Abby è realmente interessata alle sue amiche e alla loro vita: Abby è una ragazza che soffre molto, e ha problemi di DCA ma vi parlerò più nel dettaglio di lei, perché ha mostrato la vera faccia dell'adolescenza, quella dei problemi alimentari provocati dalla necessità di piacere alla gente e, sopra ogni cosa, ai ragazzi. Piacere a tutti i costi, voglio precisare. Norah è una mezza asiatica che ha una relazione stabile, di lei non si sa altro. Chi è sta tizia, boh? E infine Maxine "Max" Baker, una eccentrica ragazza gay molto egocentrica ed egoriferita, ma almeno nei primi episodi è simpatica. In tutto questo contorno adolescenziale, vediamo sullo sfondo Georgia innamorarsi e accappiare Paul Randolph, il sindaco della città, ingaggiare una lotta con una delle casalinghe più frustate del New England e ritrovare un suo vecchio amico, Joe. L'aspetto thriller della serie è la cosa più bella, e non vi nascondo che sono molto più curiosa di vedere come prosegue la storia di Georgia che non quella di Ginny, che reputo un personaggio fastidioso, irritante e che manda il messaggio sbagliato alle adolescenti di oggi, normalizzando l'autolesionismo con l'accendino.

I PERSONAGGI
  • Georgia Miller/Mary Atwkins. Georgia Miller ci viene presentata come una madre figa e alla moda, figlia della sua cultura con enormi riferimenti pop a Lana del Rey, Il Signore degli Anelli (l'Occhio di Sauron) ed Harry Potter. Georgia è rimasta incinta a quindici anni di Zion, un ragazzo di colore, la cui madre l'ha accolta nella sua casa alla nascita di Ginny. Attraverso i suoi flashback scopriamo una ragazza fragile, delicata, che ha imparato a essere forte e decisa, al fine di poter sopravvivere (Io sono un ape e le api pungono). Ha fatto di tutto per i suoi figli, per proteggerli dal suo passato e da chiunque volesse/potesse far loro del male; dando loro un tetto sotto alla testa e da mangiare a tavola. Il background di Georgia è talmente doloroso che vi dico solo che il suo patrigno la violentava, e quando ha smesso con lei ha iniziato con sua sorella. Sì, Georgia Miller è il miglior personaggio a tutto tondo della serie.
  • Virginia 'Ginny' Miller. Ginny è una ragazzina di quindici anni senza amiche, che perde la verginità quasi subito e quasi per caso, dopo aver conosciuto da un giorno il suo vicino di casa, Marcus. Pur di essere accettata dal suo gruppetto, arriva a rinnegare la sua black culture, i suoi bellissimi capelli naturali afro, e fa cose solo perché le fanno tutte. Tuttavia, non è questo che mi ha dato fastidio di lei. Annullare sé stessa pur di piacere agli altri, anche no. Ma l'autolesionismo, quando si abbassa i pantaloni e si brucia l'interno coscia con l'accendino anche no. Questo tema viene risolto nel giro di dieci minuti, e mi ha fatto rabbia. Non ha chiesto aiuto a sua madre. Non ha chiesto aiuto nemmeno ai due ragazzi che, fatalità, si sono ritrovati a contendersela. E' una vera ipocrita, perché critica le scelte di sua madre ma lei fa di peggio. E la regola del non avere segreti tra di loro non vale una mazza, perché le nasconde tutto comunque. E' egocentrica, talmente tanto egocentrica che pensa di essere la sola ad avere problemi nel suo gruppo di MANG, e sì, ho esultato quando Abby l'ha schiaffeggiata. Nel gruppetto di amiche false, Abby è stata l'unica sincera. Raga, ascoltatemi, fare quello che fanno gli altri solo per venire accettati vi rende dei veri sfigati senza personalità. Non avete alcuna personalità. Non fate come Ginny.
  • Austin Miller. Il fratellino di Ginny, nato da uno dei tanti matrimoni di Georgia. Austin è un bambino appassionato di Harry Potter, e pensa che suo padre sia rinchiuso nella Prigione di Azkaban. Ma non è così, è in prigione per appropriazione indebita e riciclaggio di denaro. Austin ha bisogno di un bello psicologo, perché pugnalare un bambino con una matita appuntita è stato davvero orribile da vedere, peggio della menata dei Geni del Serial Killer di Riverdale.
  • Marcus Baker. E' il fratello di Maxine, e viene descritto come 'il bello e dannato', e in effetti lo è. Marcus è l'unico che subisce una lenta evoluzione nella serie, e nonostante ciò viene continuamente maltrattato da Ginny. Almeno lui ammette i suoi errori e i suoi sbagli, Ginny no.
  • Maxine 'Max' Baker. E' la sorella di Marcus. E' una ragazza esuberante ed estroversa, che simpatizza con Ginny sul femminismo il primo giorno di lezione di Letteratura Avanzata. Ha una forte personalità, ed è la leader delle MANG. Max è apertamente gay ed è alla ricerca disperata di qualcuno di cui innamorarsi per poi perderci la verginità assieme. Yay! Gli obiettivi di vita di queste adolescenti sono davvero fighi! Ad ogni modo, sono dalla parte di Max quando lei si è comportata come Jordyn con Kylie Jenner. Yep. E pensare che gli adolescenti di oggi manco sapevano chi o cosa fossero, se non avessero vista questa cosa (mi rifiuto di chiamarla serie tv) non sarebbero nemmeno andati in cerca di Kylie Jenner e ora non sarebbero fissati con loro e Ariana Grande. 
  • Abby. Abby è una ragazza i cui genitori litigano continuamente, e lei soffre molto per questo. Allo stesso tempo, va dietro a un ragazzo che non fa altro che fare commenti pessimi sul suo aspetto fisico, già magro, dandole della grassa. Se una ragazza è insicura del proprio aspetto, inizierà a mangiare meno. Infatti, raramente vediamo Abby mangiare. La cosa peggiore, però, è stata vederla mettersi lo scotch sulle gambe per farle sembrare più magre e farsi ricoprire di complimenti dalle sue amiche. Le sue amiche la lasciano sola, spariscono letteralmente, nel momento di maggior bisogno ma nonostante questo lei le perdona. Okay, raga. Meglio soli che male accompagnati. Lo so che voi adolescenti pensate che sia meglio avere amiche false che non avere amici, ma come dice il detto 'chi va con lo zoppo impara a zoppicare', e ben presto non solo vi porteranno su una cattiva strada ma perderete voi stessi. Spero di non esser sembrata troppo Boomer, ma è la verità. Meglio perdere amiche false e rimanere da soli, che stare insieme e passare il tempo con tanta gente falsa. My girl Abby deserved better.
  • Norah. Una macchietta senza personalità, ecco cosa mi è sembrata Norah. Una ragazza che si definisce solo attraverso la sua relazione con un ragazzo, Jordan che manco compare nella serie. 
  • Hunter Chen. Oh, dolce Hunter. Lui e Marcus sono i personaggi che più sono stati bistrattati da quell'egoista egocentrica di Ginny. Personalmente, ho trovato il suo personaggio dolce, tenero, romantico - cavolo, le ha pure dedicato una canzone e lei è diventata *famosa* grazie alla sua canzone, quindi senza nemmeno fare un accidenti! E' diventata famosa, o meglio, internet-famous soltanto grazie a lui, e il suo unico merito è stato limonarselo e fare petting. La questione del razzismo sollevata da lui ha mostrato la vera faccia di Ginny, ovvero di una ragazza che usa la scusa del 'razzismo' per attirare l'attenzione su di sé e farsi compatire.
  • Joe. Oh, My Joe! La ship che mi è partita per Joe e Georgia è totale. Joe è l'amico di sempre di Georgia, quando era una giovane ragazza che scappava da un matrimonio di convenienza che non avrebbe mai funzionato. Nell'ultimo episodio, complice un paio di costosi e limited edition occhiali Ray-Ban, è reso palese che Joe prova ancora qualcosa per Georgia. Allo stesso tempo, lui non è solo amico della donna, ma anche proprietario del locale dove Ginny è stata messa a lavorare per punizione dopo esser stata sorpresa a rubare insieme alle sue amiche.
  • Sindaco Paul Raldolph. Come già specificato, Georgia è subito attratta da quel figo (Scott Porter) del sindaco di Wellsbury, ovvero Paul Randolph. Randolph è un uomo semplice, ma molto appassionato in ciò che fa. Questo gli ha fatto guadagnare moltissimi punti, specie quando ha mostrato la sua sensibilità, cura e attenzione nei confronti di Austin. 

IL FULCRO DELLA PRIMA STAGIONE: IL PASSATO DI GEORGIA 
Il fulcro della prima stagione ruota, attraverso flashback, attorno al passato di Georgia. Infatti, i fantasmi del suo passato sono tornati a perseguitarla, nonostante lei abbia fatto di tutto per far perdere le sue tracce cambiando identità in ogni nuovo Stato degli USA in cui si trasferiva. Anche se ha fatto bene ad ammazzare il suo ultimo marito, in quanto pedofilo che ci aveva provato con sua figlia, ha commesso senza dubbio delle azioni criminali - anche se per una buona causa. In effetti, Georgia è una criminale, un omicida che sparge le ceneri del suo defunto marito Kenny nel cielo il giorno del botta e risposta di Paul contro la nuova concorrente sindaco, Cynthia Fuller. Cynthia, che mi ha ricordato le donne della Desperate Housewives. 

LA QUESTIONE DEL RAZZISMO E DELL'AUTOLESIONISMO
Ginny è mulatta, palese incrocio tra una bianca e un uomo di colore. A parte le uscite patetiche delle sue amiche 'voglio un uomo nero, così posso fare dei bambini mulatti', Ginny non vive bene questo suo creolismo. Passa da tenere i suoi bellissimi ricci afro, palese eredità di suo padre Zion, per piastrarsi i capelli e conformarsi alla massa. Il punto è che, oltre al suo lamentarsi in continuazione, passare da un ragazzo all'altro, tradire il suo ragazzo, mentire a sua madre dopo averle promesso di raccontarle ogni cosa; la critica in continuazione. Come se lei possa essere meglio di sua madre. La questione del razzismo viene sollevata da una discussione avuta con Hunter, il quale è per metà Thailandese e non conosce gli usi e i costumi delle sue origini, perché si ritrova a vivere in una zona di grigio in cui non sa chi sia. Il problema è che per Ginny tutto ruota attorno a lei, il suo egocentrismo è talmente soffocante da rendere difficile guardare la serie, credetemi. Quando Abby le ha dato quello schiaffone, avrei voluto darle il cinque. Ginny andrebbe presa a schiaffi solo per ricordarle che il mondo non gira tutto attorno a lei o ai suoi cavoli di problemi, perché tutti abbiamo problemi. Non solo lei.

L'autolesionismo viene trattato all'acqua di rose in questa prima stagione. In più di un'occasione vediamo Ginny abbassarsi i pantaloni e bruciarsi, piangendo, la coscia. Proprio come per lo stupro e le violenze subite da Georgia, la questione viene risolta nel giro di dieci minuti. E la cosa mi ha fatto incazzare. Perché sta cosa è guardata da milioni di ragazzine che si identificano in quella decerebrata senza personalità che è Ginny, e fanno le stesse cose che fa lei. Non ci avete pensato? Perché non c'è un accidenti di Trigger Warning? E se una delle ragazzine soffrisse di disturbi alimentarsi e vedesse una che si scotcha le cosce, mentre una si brucia le cosce piangendo cosa dovrebbe fare? Pessimo, Netflix. 

CONCLUSIONI
Se dovessi dare un voto a questa prima stagione, sarebbe due e mezzo su 10. Nemmeno i riferimenti a Mean Girls, Britney Spears (considerata 'retrò' dalla Gen Z), Il Signore degli Anelli o Harry Potter sono sufficienti a salvare lo schifo che è questa cosa. Una nota per la prossima stagione: rimettete in riga Ginny, dandole più di uno schiaffo. Scommetto quello che volete che la storia si ripeterà, proprio come era successo con sua madre. D'altronde, da una che si adegua alla massa, non potete aspettarvi nient'altro.

xoxo,
Giada