PREMESSA
Adoro Nicole Rossi! La seguo da quando ha partecipato al Collegio, la sua edizione è sempre stata la mia preferita, rispetto alle successive. Non credevo mi avrebbe risposto su Instagram, e invece è successo. E io non potrei essere più grata di quanto sono già, per aver avuto la possibilità di leggere e recensire il suo romanzo. Grazie, Nicole! Grazie, Sperling & Kupfer per quest'opportunità! Sapete, sono ormai 8 anni che faccio la blogger, ma il mondo del blogging è un mondo dinamico, sempre diverso di anno in anno, e io non do mai per scontato nulla. Quindi grazie, grazie di tutto <3
TRAMA (DA GOODREADS.COM)
Per fronteggiare una crisi economica ormai inarrestabile – diretta conseguenza di una pandemia che ha flagellato il mondo e portato intere nazioni sul baratro – il Paese decide di correre ai ripari adottando misure drastiche: alle prossime elezioni si fronteggeranno due schieramenti, il Partito d’Ordine e il Partito in Movimento. Il vincitore assumerà all’istante il controllo; non ci sarà opposizione, il Parlamento verrà destituito e il leader eletto avrà pieni poteri. È questo il drammatico scenario al quale è destinata l’intera popolazione. Arya è una giovane attivista politica e ogni giorno combatte per far valere i suoi diritti e diffondere le sue idee. A ogni costo, con ogni mezzo, nella vita reale e sui social network. È pronta a tutto pur di impedire che il Partito d’Ordine vinca le prossime elezioni, anche a superare il confine tra bene e male, a perdere i suoi amici e a trasformarsi nel mostro che giorno dopo giorno è convinta di combattere. Ma cosa si può fare in nome di un ideale? Fin dove ci si può spingere per affermare le proprie idee? Dove finisce la nostra libertà e dove inizia quella degli altri? Sono domande alle quali Arya non sembra più interessata a rispondere. E mentre il Paese intero si appresta a vivere gli ultimi giorni di democrazia prima delle votazioni, lei scivolerà sempre più rapidamente verso la follia, fino a compiere un gesto tanto estremo quanto drammatico. Nicole Rossi ci consegna il ritratto di un mondo sempre più polarizzato, e lo fa con un romanzo abitato da antieroi cinici e disillusi, nel quale al ritmo serrato e coinvolgente si combina un irresistibile tratto distopico.RECENSIONE
Arya è stato un bel pugno nello stomaco, in senso buono. L'ho finito ieri notte, ma ci sto ancora pensando. Sto ancora pensando a quel finale incredibile. A quel finale di cui, in un certo senso, avevo colto le avvisaglie qualche capitolo prima. Arya non è un romanzo per stomaci deboli. E non per la violenza. No. Per la lucidità con cui vengono trattati temi attuali come la violenza sulle donne, il desiderio di lottare per i nostri ideali, il coraggio di andare contro e tutti in nome di un bene più grande.
Nomen OmenArya Bianchi è una ragazza di diciannove anni appassionata, diretta, focosa; che sta vivendo gli effetti devastanti dell'ennesima ondata di Covid nell'Italia di oggi. Perché, per quanto questo romanzo sia un distopico, è un distopico ambientato in un futuro non troppo lontano da quello di oggi. Nell'Italia di Arya, dopo che l'ultima ondata di Covid ha ammazzato un bel po' di gente, c'è stata una grandissima crisi economica e di governo. Il governo, per ovviare a questa crisi, ha deciso di svolgere quello che sembra un referendum popolare, ma di fatto non lo è. Poiché tale governo comanda col pugno di ferro l'Italia della nostra protagonista. Il 26 dicembre, dopo Natale, l'Italia sarà chiamata a scegliere tra il Partito dell'Ordine, un partito ultra-conservatore che ricalca quello de l'Ancella di Margaret Atwood; e il Partito del Movimento, un partito "democratico" che in realtà vorrebbe cambiare le cose ma non ha abbastanza palle per farlo. Quindi spinge le persone a lottare per sé, invece di fare qualcosa di concreto.
Arya, attivista e forte idealista, si colloca in questa cornice. Dai margini, diventa un agente stesso del cambiamento che vorrebbe vedere. Il problema, però, è che man a mano che la storia prosegue Arya perde la lucidità e scivola sempre di più in una follia che, però, si comprende. E' per questo che ho sempre amato gli antieroi, no? In un certo senso, mi sento di giustificare le azioni di Arya. Non so se voi lo facciate coi villains, ma io mi sono ritrovata sempre a farlo. E' più interessante un personaggio cattivo con ottime motivazioni, che uno buono che non fa nulla. Ma Arya non è cattiva. La definirei piuttosto morally grey. Un personaggio di cui comprendi le motivazioni, di cui comprendi perché fa quello che fa. Ed è impossibile non parteggiare per lei.
Ha diciannove anni, frequenta ingegneria con lo scopo di produrre energia non inquinante, e ciò che ho amato più di lei è che, secondo me, è pansessuale o demisessuale. Non si etichetta, ma io non sono riuscita a non farlo. Ho amato il modo in cui la sua sessualità è stata trattata, la tenerezza e la sfrontatezza con cui viene espresso ogni gesto intimo, dal più semplice al più complesso. Attorno ad Arya ci sono i suoi amici: Ginevra, bellissima e sexy cubista; Marta Miss Tendina, Marco l'ex che non è mai del tutto ex e, infine, lei: Asia. Ah, quanto ho amato Asia! Se Arya è Arya Stark, si può dire che Asia sia Gendry Baratheon.
I riferimenti alla cultura pop sono tanti, veramente tanti. Penso che, se non avete seguito neanche uno degli show nominati sia difficile capire a cosa ci si riferisca davvero. Ma, tornano a noi, Nomen Omen.
C'è un evento che viene definito l'equivalente delle Nozze Rosse. Io credo che nel nome di Arya sia già stata scritta la sua parabola discendente, come quella di Arya Stark. Se vi ricordate GOT, anche Arya Stark è mossa dalla vendetta. E cosa succede quando finalmente riesce ad arrivare a Walder Frey?
A voi le conclusioni. Capirete ogni cosa.
Scritto con un linguaggio diretto, potente, Arya vi scaverà dentro. Parola mia.
E vi ritroverete a chiedervi: io sarei capace a fare lo stesso, in nome dei miei ideali? Sarei capace di arrivare a tanto?
Vi lascio con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio caldamente.
"Noi siamo più uguali davanti a un terrorista, a un terremoto, a una tragedia,
Noi siamo davvero uguali nel male, non nel bene.
Il caos non è bendato, è cieco e basta. Noi tutti alimentiamo un moto non equo. Persino la ragione non è equa. Ma è proprio questo moto caotico, questo alternarsi fra bene e male che crea l'equilibrio su cui si fonda la Terra."
(Arya Bianchi)
xoxo,
Giada
Nessun commento:
Posta un commento