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mercoledì, agosto 16, 2023

RECENSIONE DE I SETTE MARITI DI EVELYN HUGO DI TAYLOR JENKINS REID

Buon pomeriggio, Fantastics! E benvenuti nella nuovissima rubrica "Giada legge libri popolari su Booktok e ne rimane soddisfatta". E' sempre un terno al lotto, quando si leggono libri popolari in quella piattaforma. Piattaforma che, tra l'altro, non frequento nemmeno poi molto. Io scopro che sono popolari su Booktok sempre dopo lol No, va bene, ho una lista di libri famosi sul Booktok che mi interessano, e questo era in cima alla lista, insieme a Una vita come tante <3 

PREMESSA
Questa copertina mi ha stregata fin dalla prima volta che l'ho vista, su Instagram. Solo dopo, ho scoperto che era un libro famoso su Booktok. Adoro i romanzi ambientati negli anni '50 e '60, anni fa mi lessi tutto Il Grande Gatsby e lo amai profondamente. I sette mariti di Evelyn Hugo non è solo un romanzo di costume, ma è anche un manifesto a favore delle coppie LTGBQ+ ed io, essendo bisessuale io stessa, mi sono rivista in Evelyn. In fondo, Evelyn ha espresso quello che penso anche io: perché dover scegliere? Perché doversi attaccare, per forza, un'etichetta addosso? Ognuno è fatto com'è fatto, le sue preferenze sessuali non ci riguardano e, anzi, se lo amiamo veramente dovremmo appoggiarlo e sostenerlo. Quindi, tanto di cappello per aver reso la bisessualità come si deve, Taylor Jenkins Reid. L'ho apprezzato davvero tanto! Inoltre l'ho trovato un romanzo molto profondo, forse al pari di 4321 di Paul Auster. Ovvio, perciò, che 5 stelline erano il minimo che potessi dare. 



TRAMA (DA LIBRIMONDADORI.IT)
DOPO ANNI VISSUTI LONTANO dai riflettori, la ex “divina” di Hollywood Evelyn Hugo, autentica icona della storia del cinema, è finalmente pronta a svelare la sua verità. E anche quella sui suoi sette mariti, naturalmente. Per farlo, sceglie Monique Grant, una reporter semisconosciuta. La più stupefatta è proprio Monique: perché proprio lei? E perché proprio adesso?

Si dà il caso che per la giornalista non sia proprio un gran momento: dopo pochi mesi dalle nozze il marito l’ha lasciata, e a trentacinque anni la sua vita professionale sembra già arrivata a un punto morto. L’incarico di scrivere la biografia di Evelyn Hugo potrebbe essere l’occasione che aspettava per dare una svolta alla sua carriera.

E così, nello splendido appartamento di Manhattan dell’attrice, Monique ascolta affascinata le parole di Evelyn: dagli esordi nella Los Angeles degli anni Cinquanta fino alla decisione di ritirarsi dalle scene trent’anni dopo, passando per i numerosi matrimoni, l’attrice rivela una storia di feroce ambizione, amicizia inattesa, e un grande amore proibito. Monique si sente sempre più vicina alla leggendaria star: a mano a mano che il racconto di Evelyn si avvicina alla conclusione, appare chiaro che le loro vite sono legate in modo drammatico e ineludibile.

RECENSIONE

Wow! Oh, wow! Ho finito I sette mariti di Evelyn Hugo ieri notte all'una e mezza, ma il turbine di emozioni che mi ha lasciato dentro continuo a provarlo ancora adesso. Che romanzo magistrale! Che romanzo profondo! Mi ha scavato dentro come pochi hanno fatto, quest'anno! La gif di Emma Stone sono io, ieri sera, dopo averlo finito... e con quel finale poteva solo essere questa la gif adatta.

Ma andiamo con ordine. (Ovvero: non lasciamoci prendere troppo dall'emozione e concentriamoci). Evelyn Herrera è una cubana che emigra, negli anni '40, negli Stati Uniti. E' una bambina che vive in un contesto familiare abusivo, quindi vi avverto dei TW in questo caso, con suo padre ubriacone e con sua madre che ne subisce le violenze giorno dopo giorno. Quando si sviluppa, Evelyn diventa una ragazzina magra con un bel paio di tettone. Questa è la sua caratteristica fisica principale. E poi, dopo la morte di sua madre, che sognava di diventare un'attrice di cinema famosa, decide di realizzare il suo sogno. Così inizia con piccole parti, smette di andare a scuola, fino a quando la sua strada non si incrocia con quella di Harry Cameron. Harry è un produttore cinematografico, colui che legge gli script e decide quali sono più adatti agli attori del suo studio di New York, i Sunset Studios. Ormai siamo negli anni '50, il periodo di transizione dai film in bianco e nero e muti, a quelli a colori e parlati. Evelyn si ritrova così a cavalcare l'onda di questo genere di film, adattandosi e cambiando personalità esternamente e internamente per trovare l'accettazione del pubblico. Si tinge i capelli di biondo e li accorcia. Devo dire che, questo cambiamento, mi ha ricordato molto Marylin Monroe. In realtà, quando ho letto la trama del romanzo per la prima volta, ho subito pensato che lei fosse una via di mezzo tra Elizabeth Taylor (famosa per aver avuto tanti mariti) e Marylin Monroe (la cui vita è molto simile a quella di Evelyn). 

Evelyn mi guardò intensamente. "Capisci cosa sto cercando di dirti? Quando ti viene data l'occasione di cambiare la tua vita, devi essere pronta a fare di tutto perché succeda. Il mondo non ti regala niente, tocca a te prendere tutto quello che ti serve. Se c'è una cosa che dovresti imparare da me, probabilmente è proprio questa."
(Evelyn Hugo a Monique Grant)

Evelyn conosce Don Adler, il suo primo marito. Il primo marito, che si rivela essere un ubriacone violento. E qui ho pensato: dopotutto, alla fine, le ragazze finiscono per scegliere l'uomo che più somiglia al loro papà. So che è un luogo comune, ma la prima storia d'amore di Evelyn (manovrata dagli Studious) me l'ha ricordato. E' proprio durante le riprese di Piccole Donne, il remake girato da Harry Cameron, che Evelyn conosce Celia St. James. Celia, oh, dolce piccola Celia! Celia, il cui vero nome è Cecilia Jamison, è una ragazza di diciannove anni quando approda agli Studious - Evelyn ne ha già ventuno - e il tuo talento prorompente spaventa le sue colleghe. Quella che doveva nascere come inimicizia tra due talentuose attrici, si rivelerà essere la miccia della loro attrazione. Perché Celia è segretamente, come Harry, omosessuale. E nell'America degli anni '50 e '60, le persone potevano essere messe psichiatrica o arrestate per l'omosessualità. Ma Evelyn non si riconosce in questa etichetta, sebbene sia fin troppo cosciente che uscire allo scoperto procurerebbe loro più problemi che benefici. Questo è Evelyn: un'abile giovane donna capace di studiare le mosse successive, al fine di ottenere ciò che vuole. E' l'unica che capisce, fin dall'inizio, che deve essere lei a manovrare la narrazione dei media per far sì che dicano ciò che vuole lei. Ha il totale controllo della narrazione, e li manipola a suo piacimento. Evelyn non sa bene come definirsi, non vuole farlo, ma sa che le piacciono sia gli uomini che le donne; perché si è innamorata di entrambi nel corso degli anni. E, nonostante i suoi numerosi matrimoni e il drama per motivi (a mio avviso, sensati) tra lei e Celia, il suo unico grande amore è sempre stato uno solo: Celia St. James.

Volevo darle tante cose. Volevo che ciò che era mio fosse anche suo. Mi chiesi se fosse così che si ci sentiva quando si amava qualcuno. Sapevo già cosa significava essere innamorati. Avevo provato quel sentimento in prima persona, lo avevo portato sullo schermo. Ma amare qualcuno era un'altra cosa. Amare era preoccuparsi per l'altro. Unire i propri destini e pensare: "Succeda quel che succeda, lo affronteremo io e te insieme."
(Evelyn Hugo)

I numerosi mariti di Evelyn sono, alla fin fine, soltanto una copertura. Un'abile mossa per nascondere ciò che è veramente agli occhi del mondo. E Celia, finalmente, lo accetterà. Ma, come prevedibile, la felicità non dura molto. E due personaggi molto importanti muoiono, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di Evelyn. Monique, dal canto suo, ancora non capisce perché abbia scelto proprio lei per narrare la sua biografia... e il plot twist che la riguarda, sarà una cosa molto dolorosa e molto intensa. Monique, dapprima indecisa se rimanere sposata con David oppure divorziare, alla fine prende la decisione più giusta per sé. Perché non c'è un'età giusta per trovare il vero amore, ed è meglio sapere cosa si vuole e cosa cercare, che accontentarsi di ciò che passa il convento.

Per la prima volta dopo tanto tempo, mi sembrava di avere una famiglia.
Non capisci veramente quanto hai corso, quanto hai sudato, quanto sei stanco fino a quando qualcuno non si ferma dietro di te e di dice: "Va tutto bene, adesso puoi lasciarti cadere. Ti prendo io."
Così mi lasciai cadere.
E Harry mi prese.
(Evelyn Hugo)

Un romanzo estremamente realistico, che presenta una narrazione che fa avanti e indietro tra passato (la storia della vita di Evelyn Hugo) e il presente (il POV di Monique Grant). Un romanzo che colpisce dritto al petto, senza tante cerimonie, perché è quello il suo scopo. Un romanzo sincero, dissacrante, che mostra le numerose sfaccettature che possiede una persona dentro di sé. 

Vi lascio, su questa lunghezza d'onda, con una citazione che rende perfettamente il senso del libro:
"Nessuno si merita niente." replica Evelyn. "Dipende tutto dalla voglia di andarti a prendere quello che desideri. E tu, Monique, sei una che ha dimostrato di averla, quella voglia. Quindi sii sincera con te stessa. Nessuno è mai solo vittima o carnefice. Siamo tutti una via di mezzo. La gente che si schiera da una parte o dall'altra non solo si illude, è anche penosamente banale."
(Evelyn Hugo a Monique Grant)

xoxo,
Giada

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