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venerdì, agosto 04, 2023

RECENSIONE DI QUESTE GIOIE VIOLENTE (THESE VIOLENT DELIGHTS #1) DI CHLOE GONG

Buon pomeriggio, Fantastics! Finalmente, dopo tanto, ho recuperato il super famoso Queste gioie violente, palese riferimento a Romeo e Giulietta e, spoiler, ho usato la stessa cit anche nel primo romanzo della mia saga. Quindi, da amante di Shakespeare e delle sue opere da sempre, non potevo perdermi il retelling che impazza nel Bookstagram e nel Booktok, obv.

PREMESSA
Queste gioie violente l'ho trovato per la prima volta l'anno scorso, per puro caso, scorrendo la home di Instagram. Nel profilo di una blogger che ora seguo assiduamente, ovvero Arcadia. Quindi, nel caso, passate anche sul suo profilo Ig e date un'occhiata alla sua recensione del romanzo, okay? In realtà stavolta non avevo alte aspettative, solo perché ho avuto la geniale idea di scorrere le recensioni su Goodreads - solo le prime tre, btw - ed erano tutte e tre negative. Super negative, oserei dire. Ma questo è il secondo libro che leggo dopo l'operazione, quindi in un certo senso ci sono affezionata. I riferimenti all'opera di Romeo e Giulietta ci sono, credetemi. In piccoli dettagli, ma ci sono. E, in fondo, non è forse nei dettagli che si cela il diavolo? Okay, sono decisamente sotto l'influsso del romanzo. Di solito, quando mi capita, mi ritrovo a parlare/scrivere come il romanzo che ho appena finito di leggere. E questo, dopotutto, per me significa che, a modo suo, il romanzo ha fatto centro su di me.

TRAMA (DA MONDADORI.IT)
Corre l’anno 1926 e a Shanghai, scintillante come non mai, si respira un’aria di dissolutezza. Una faida sanguinosa tra due gang nemiche tinge di rosso le strade, lasciando la città inerme nella morsa del caos. Al centro di tutto c’è la diciottenne Juliette Cai che, dopo un passato lontano dagli affari di famiglia, ha deciso ora di prenderne in mano le redini e assumere il ruolo che le spetta di diritto nella Gang Scarlatta, un’organizzazione di criminali completamente al di sopra della legge. Ma non sono gli unici a voler imporre il proprio controllo sulla città. A contendere il loro potere, infatti, ci sono i Fiori Bianchi, nemici da generazioni. E dietro ogni loro mossa, c’è il loro rampollo, Roma Montagov, il primo amore di Juliette… ma anche il primo ad averla tradita.

Quando gli affiliati di entrambe le gang iniziano a mostrare segni di instabilità, che culminano in suicidi cruenti, si diffondono strane voci. Si parla di contagio, di follia, di mostri nascosti nell’ombra. A mano a mano che le morti si accumulano, Juliette e Roma sono costretti a mettere da parte le armi – e il rancore che provano l’una per l’altro – e a iniziare a collaborare. Se non riusciranno a fermare il caos che sta sconvolgendo la loro gente e Shanghai, non resterà più nulla su cui esercitare il loro dominio.

In questa spettacolare e originalissima rivisitazione del classico di Shakespeare, Chloe Gong conduce i lettori in un viaggio avventuroso e commovente durante il quale violenza e passione si mescolano nei destini dei giovani protagonisti.

RECENSIONE
E' da dieci minuti che cerco la gif perfetta per questo intro di recensione, ma non riesco a trovarla. Quindi, si fa senza gif di intro. Queste gioie violente è un romanzo carino, un retelling di Romeo e Giulietta ambientato nel 1926 nella città coloniale di Shanghai, a sua volta divisa tra i popoli colonizzatori (Francia, Inghilterra) e divisa tra le bande di gangster che comandano la città (La Gang Scarlatta e i Fiori Bianchi). La divisione tra la Gang Scarlatta e i Fiori Bianchi è un palese richiamo alla guerra tra famiglie ambientata a Verona, tra i Montecchi e i Capuleti - a un certo punto, Juliette assegna come nome falso proprio Montecchi a Roma Montagov. 

Erano tutti orribili, spietati e pieni di odio, ma d'altro canto lo era anche Juliette. La minuscola differenza era che lei era anche cauta, sempre pronta a controllare quanto di quell'odio lasciava trapelare affinché esso guidasse la sua mano.
(Juliette Cai)

Ma andiamo con ordine. Juliette Cai è l'erede della più feroce e crudele gang di Shanghai, la Gang Scarlatta. Allo stesso modo, Roma Montagov è l'erede della gang rivale, i Fiori Bianchi. Siamo nel 1926, e sono passati quattro lunghi anni da quando Roma e Juliette sono stati insieme come coppia, andando contro il volere dei loro padri. Juliette è stata spedita a New York, dove ha dovuto nascondere la sua 'cinesità', se così si può chiamare, e adattarsi ai modi di fare e allo stile di vita americano. La morte di tutta la servitù, specie di Tata, a cui era affezionata l'hanno segnata profondamente. Roma Montagov l'ha tradita e lei lo odia profondamente per questo. Roma ha dovuto fare ciò che doveva per salvare la faccia e l'apparenza, perché il suo potere stava rischiando di venir spodestato. E se non avesse avuto la gang, la sua famiglia a coprirgli le spalle, sarebbe rimasto senza nulla. Juliette è una ragazza di diciannove anni fredda, calcolatrice e molto astuta. A volte, così tanto badass da risultare una stronza patentata. Roma, dal canto suo, è tutto passione. Tutto impulsi. Tuttavia, l'amore che provavano l'uno per l'altra non è morto, anzi, vive ancora sotto le ceneri delle persone che erano quattro anni prima e vive in quelle che sono state costrette a diventare ora. 

Un tempo, Roma sarebbe stato in grado di leggerle dentro. Ma ormai erano passati quattro anni. Lui era cambiato. E anche lei.
(Juliette Cai)

Juliette incontra, pur contro il suo volere, un mercante di droga appena arrivato in città: Walter Dexter. Un inglese viscido, con un figlio altrettanto viscido, che possiede una villa nella trincerata Concessione francese. Paul Dexter ha messo gli occhi su Juliette e la vuole, ma lei lo liquida con finta gentilezza. Un mostro emerge dalle acque del fiume Hangpu, un drago da cui eruttano insetti che si insediano all'interno dell'ospite conducendolo alla follia. E, con lo scopo di fermare la follia dilagante a Shanghai, che porta le persone a tranciarsi la gola con le proprie mani, Juliette decide di stringere un'alleanza con il suo peggior nemico: Roma Montagov. Dapprima timorosa che Roma le rubi le informazioni per usarle contro di lei, alla fine Juliette si renderà conto che non è solo il suo di cuore a sanguinare per gli eventi che sono seguiti la sua spedizione in America. 

Il problema dell'odio era che, quando l'emozione iniziale si affievoliva, le reazioni rimanevano lì. I pugni serrati e le vene che ardevano, la vista sfocata e il battito cardiaco accelerato. E, in preda a quelle reazioni, Juliette non aveva il controllo su ciò che avrebbero potuto scatenare.
Come la nostalgia.
(Juliette Cai)

Un romanzo molto lento, devo dirvelo. Per buona parte della prima parte, era pieno di similitudini e/o metafore che rallentavano la lettura (come se/come X), poi la seconda parte è migliorata e quelle metafore sono sparite per lasciar posto a una narrazione più immaginifica, vivida e cinematografica. Tuttavia, il ritmo narrativo non è stato per niente distribuito bene. Si passa da un ritmo molto lento, fino a metà delle 388 pagine, per poi accelerare di botto nelle ultime 50. Ecco, questo non mi è piaciuto affatto. Una delle cose che ho apprezzato di più, oltre ai riferimenti all'opera di Romeo e Giulietta di Shakespeare, sono senza dubbi i personaggi di contorno: Kathleen e Rosalind Lang (personaggio che conosco solo grazie al film su Disney+, sulla cugina di Giulietta), Benedikt Montagov e Marshall Seo. Benedikt e Marshall proprio amore folle, raga. Forse la miglior coppia/non coppia in un romanzo. Dico questo perché, in un paese retrogrado com'era la Cina degli anni '20, anche l'omosessualità latente era considerato un male o una sorta di crimine. Quindi, tanto di cappello per il cast di contorno, l'ho amato follemente. E non vedo l'ora che arrivino in Italia i due romanzi su Rosalind Lang. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo a cui ho dato 4 stelle, e vi invito a leggerlo. Perché, insomma, è un romanzo carino e, dopotutto, l'ho trovata una bella lettura:
"Roma non aveva paura. Aveva paura solo del potere altrui. I mostri e le cose che camminavano di notte erano forti, ma non erano certo potenti. C'era una bella differenza."
(Roma Montagov)

xoxo,
Giada

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