WATTPAD STORIES

venerdì, maggio 30, 2014

Tre modi di scrivere per l'infanzia, C.S. Lewis

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Oggi vi parlerò del saggio che C.S. Lewis scrisse in postfazione alle "Cronache di Narnia", ovvero "Tre modi di scrivere per l'infanzia".

Questo saggio (On three ways of writing for children) fa parte del libro "On stories and other essays on literature" e penso che Lewis l'avesse scritto per rispondere alle critiche che gli erano state mosse dopo la conclusione delle "Cronache di Narnia". Lewis comincia dicendo che esistono tre modi di affrontare la scrittura per l'infanzia, due sono buoni e il terzo è cattivo, e ci da' un esempio sia dei buoni che del cattivo:

  1. Una signora gli inviò un manoscritto dove una fata dava al bambino uno strano congegno che schiacciando un bottone poteva dargli tutto ciò che desiderava, lui le rispose che non credeva a questa cosa e quella stessa autrice gli disse: "Neanche a me." ha ammesso la signora: "Anzi, mi irrita, ma è questo che vogliono i bambini moderni." 
  2. Il secondo esempio si ha quando Lewis riferisce ai lettori che un conoscente, padre di figli, gli ha detto che lui ha pensato che avesse inserito l'episodio del fauno che dà da mangiare a Lucy ne "Il leone, la strega e l'armadio" per dimostrare una specie di ricompensa alla bambina. Lewis dice che non ha sottinteso niente di tutto questo, che non è vero che per compiacere il pubblico adulto bisogna sempre e solo parlare di sesso anche quando non c'è.
Entrambi questi due metodi vedono la scrittura per l'infanzia come un dare ai bambini quello che vogliono e proprio perché sono un pubblico speciale bisognare da loro ciò che vogliono, indipendentemente che noi ci crediamo oppure no. 

 Il secondo metodo, quello buono, è quello adottato da Lewis Carroll, Kenneth Grahame e Tolkien. "Il racconto è uno sviluppo di quello narrato a voce ad un bambino reale, spesso in modo estemporaneo. Somiglia al primo perché cercare di dare al bambino quello che vuole, ma l'ascoltatore è una persona concreta, un ragazzo diverso dagli altri ragazzi". 

Non è giusto considerare i "bambini" una specie curiosa, i cui desideri vanno stabiliti da noi adulti come se noi fossimo antropologi o viaggiatori, questo non può funzionare. Se invece ci troviamo faccia a faccia con il nostro ascoltatore non è possibile dargli qualcosa che non prendiamo in considerazione, che trattiamo con indifferenza e disprezzo. Quando si racconta una storia a voce ai bambini, lo si fa per farla vivere, e in questo caso la natura del narratore e la natura dell'ascoltatore coincidono; il risultato è una personalità composita. 

Il terzo metodo consiste nello scrivere un racconto per l'infanzia perché esso è la forma migliore per esprimere quello che si ha da dire. Questo metodo si applica a tutti i generi della letteratura infantile. Ad esempio Arthur Mee non ha mai incontrato un bambino e nemmeno desiderava farlo, secondo lui era fortunato che i bambini leggessero ciò che scriveva. 

Dentro al "racconto per bambini" ci sono due sotto-tipologie:
  1. Il fantastico
  2. La fiaba (e Lewis era più propenso per questa)
La trilogia di E. Nesbit è caratterizzata da personaggi bambini visti da un punto di vista prettamente adulto e quindi intrisi dal sentimentalismo tipico con cui i genitori guardano i propri figli, infatti se descriviamo un romanzo per bambini dal punto di vista dei genitori scadremmo inevitabilmente nel sentimentalismo ed in questo caso sarebbe l'infanzia stessa a soffrirne. La trilogia, anche se contiene episodi improbabili, fornisce al lettore adulto più materiale per capire il mondo dei ragazzi che non altri libri creati appositamente per loro e con lo scopo di educarli. L'esperienza vissuta dai bambini differisce da quella dei nostri parenti e genitori, per questo è importante creare qualcosa che insegni loro qualcosa in un modo che sia piacevole sia per il lettore adulto che per il giovane ascoltatore. 

Il principio generale, basato sulla trilogia dei Bastable, è questo: "Se il racconto non è altro che la forma più idonea ad esprimere quello che l'autore ha da dire, allora i lettori interessati all'argomento vorranno leggerlo e rileggerlo. Solo le storie veramente affascinanti durano." e qui cita Sir Michael Sadler, autore de "Il vento nei salici". 

Le fiabe o i racconti fantastici sono visti malamente dal mondo adulto, che fa apparire "la nostalgia" per quel mondo una cosa brutta, ed infatti gli adulti che leggono fiabe o tali racconti sono considerati dagli "adulti" più "adulti" delle persone affette dal "Peter Pantheism" ovvero la Sindrome di Peter Pan, conosciuta e disprezzata. Lewis articola perciò l'argomentazione a questa critica in 3 punti (li cito):
  1. Tu quoque. I critici che usano l'aggettivo "adulto" come un complimento anziché come un semplice termine descrittivo, non possono essere considerati adulti in prima persona. E' giusto preoccuparsi di sembrare grandi, arrossire per le cose da grandi perché sono da grandi, arrossire al sospetto di passare per infantili sono i classici segni di di fanciullezza e adolescenza. Questi segni e queste fasi della vita sono sintomi positivi perché vuol dire che l'organismo giovane aspira a crescere e prolungare la prima maturità e nella mezza età. La preoccupazione di essere adulto è un autentico sintomo di sviluppo bloccato. Lewis a dieci anni leggeva le fiabe di nascosto perché se ne vergognava, a cinquanta le leggeva senza preoccuparsi di ciò che dicevano gli altri.
  2. Il punto di vista moderno ha una falsa nozione di crescita. Ci accusano di arresto dello sviluppo perché non abbiamo i gusti che avevamo da ragazzi, ma l'autentico arresto non può consistere nel rifiuto di abbandonare un patrimonio, bensì nell'acquisirne uno nuovo. Non è vero che per crescere e diventare adulti dobbiamo abbandonare ciò che ci piaceva da piccoli, quello sarà sempre una parte di noi, solo che noi siamo cambiati, abbiamo acquisito nuovi gusti e nuovi interessi. E' crescita personale, non regresso. Alcuni critici confondono il crescere con il prezzo del crescere e sembrano avere tutto l'interesse a far lievitare il costo oltre il necessario.
  3. L'associazione della fiaba e del fantastico con l'infanzia è un pregiudizio locale e occidentale. Poi cita il saggio di Tolkien sulla fiaba "On fairy stories". Nella maggior parte dei tempi e dei luoghi, la fiaba è stata creata per i bambini e apprezzata solo da loro. Ha cominciato a gravitare attraverso la nursery nei circoli letterari e poi è passata di moda. Alcuni bambini non amano i libri di favole, mentre ci sono alcuni adulti che ancora continuano ad amarli. Tutti e due amano le favole, ma non sappiamo esattamente perché.
Qui espone le teorie di Tolkien e di Jung.
  • Secondo Tolkien il fascino della fiaba stava nel fatto che essa l'uomo esercita pienamente la facoltà di "sub-creatore". A suo modo di vedere, questa è una delle funzioni più caratteristiche dell'essere umano.
  • Secondo Jung la fiaba libera archetipi che dormono nell'inconscio collettivo. Noi ubbidiamo all'antico precetto del "conosci te stesso". 
In conclusione, Lewis dice che dobbiamo scrivere un racconto per bambini con lo scopo di aiutarli a combattere i mostri e i draghi del mondo reale, perché quando saranno grandi dovranno affrontare un altro tipo di "mostri" e ogni sorta di difficoltà. In fondo l'obbiettivo del fantasy è proprio questo: raccontare ai bambini di draghi, cavalieri e principesse non per spaventarli o intimorirli ma per mostrare loro che il bene vince sempre sul male e che tutte le difficoltà, anche le più difficili, possono essere superate con un po' di buona volontà. 

Vi lascio con questa citazione tratta da "Tre modi di scrivere per l'infanzia": "Dei più profondi e difficili rapporti bambino-genitore e genitore-bambino non dirò niente: uno scrittore, in quanto semplice scrittore, è al di fuori di tutto questo. Lo scrittore non è neppure uno zio: è un uomo libero, un uguale come il postino, il macellaio o il cane della porta accanto".

Giada

giovedì, maggio 29, 2014

Genealogia dei personaggi nelle Cronache di Narnia

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Sono tornata per darvi gli schemi della genealogia dei personaggi che abbiamo incontrato nelle "Cronache di Narnia" dal primo all'ultimo libro, siccome non ho trovato online programmi abbastanza belli per poterlo fare, dovrete accontentarvi del tipico schema lineare.

I PEVENSIE  (*nomi non pervenuti)
? - Padre*- Madre* - ?
Peter Pevensie
Susan Pevensie
Edmund Pevensie
Lucy Pevensie

Harold Scrubb - Alberta Scrubb
Eustachio Clarence Scrubb






Eustachio Clarence Scrubb

LA DINASTIA DI RE CASPIAN
Padre* - Madre *
Caspian IX - Madre*
Caspian X - Figlia di Ramandu (probabilmente una Stella)
Rilian - Moglie*
Trinian

Parenti:
Miraz l'Usupatore era il fratello del padre di Caspian IX






LA DINASTIA DI RE LUNI
Re Luni (Dar) - Madre*
Cor - Corin Pugno d'Acciaio
Cor - Aravis
Figlio che darà lustro alla loro stirpe

Parenti:
Lo zio di Cor (Shasta), ovvero Darin.

ASLAN
L'imperatore delle Terre d'Oltremare (Dio)
Aslan (Gesù Cristo) che si manifesta come:

  • Leone (in tutti i libri)
  • Agnello ( solo ne "Il viaggio del veliero")
  • Leoni ( solo ne "Il cavallo e il ragazzo")
  • Gatto ( solo ne "Il cavallo e il ragazzo")

I DIRKE
Padre* - Nancy Dirke
Digory Dirke 

Nota:
E' il professore che ospita i bambini nella sua casa di campagna. Insieme alla sua amica Polly è andato nella Foresta di Mezzo, ha visitato Charn e conosciuto la Strega Bianca, ha assistito alla Creazione di Narnia.

Vi lascio con uno scambio di battute fra il gufo Mastro Pennalucida e il nano Briscola ne "La sedia d'argento" che mi ha fatto ridere da matti:
"Eh? Cosa c'è?" fece quello.
"Due forestieri, mio signore." rispose il gufo.
"Due che? Cosa dici? A me sembrano due cuccioli umani, sporchi per giunta."
"Io mi chiamo Jill." intervenne la ragazza facendosi avanti. Sì, perché la cosa più importante era spiegare al Reggente il motivo per il quale si trovavano a Narnia. 
"La ragazza si chiama Jill." gridò il gufo con quanto fiato aveva in gola.
"In tilt? Le bambine sono andate in tilt?Non ci capisco niente io. Quali bambine? Chi è andato in tilt?"
"Qui c'è soltanto una ragazza, signore." disse il gufo.
"Ma vuoi deciderti a parlare chiaro una buona volta?" fece in nano indispettito: "Invece di startene lì a bisbigliare nelle orecchie? Si può sapere chi è andato in tilt?"
"Nessuno è andato in tilt, signore."
"Chi?"
"Nessuno."
" Va bene, va bene, non c'è bisogno di gridare, non sono mica sordo. Vuoi spiegarmi perché sei venuto a dirmi che nessuno è andato in tilt e perché avrebbe dovuto andarci?"
"Mmmh meglio dirgli che io mi chiamo Eustachio."
"Il ragazzo si chiama Eustachio." gridò il gufo a squarciagola.
"Come, è stracco? Perché è stracco? Che bisogno c'era di portarlo a corte?"
"Non ho detto 'stracco', signore, ho detto Eustachio. Il ragazzo si chiama Eustachio."
"Stanco? Stanco chi? Non capisco cosa vogliate dire Mastro Pennalucida. Quando ero giovane, in questa terra c'erano animali che parlavano sul serio, non bisbigliare e mangiarsi le parole di adesso." (...)

Giada


L'ultima battaglia, C.S. Lewis (seconda parte)

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Dopo aver studiato norma brasiliana, sono pronta per esporvi le mie teorie e le mie supposizioni circa l'ultimo romanzo delle "Cronache di Narnia", ovvero "L'ultima battaglia" - un romanzo molto forte per certi aspetti che mi ha lasciato un profondo shock dal quale mi sono ripresa soltanto di recente.

In questo romanzo ci sono tantissimi riferimenti biblici (come in tutti gli altri libri) ma stavolta sono molto più espliciti che negli altri, nel senso che Lewis non si preoccupa più di rendere velata la simbologia cristiana nei suoi libri.

Dopo che Aslan ha risvegliato il Gigante Tempo - il quale scopriamo nel penultimo libro che si sarebbe svegliato solo quando sarebbe giunta la fine del mondo - il Gigante suona il suo potente corno e provoca una serie di terremoti e maremoti che sconquassano e distruggono Narnia ricordano moltissimo l'Apocalisse della Bibbia, in cui giungono i 4 Cavalieri che portano morte e distruzione nel mondo.


Il Regno delle Tenebre rappresenta le Tenebre che scendono sul mondo dopo che Dio (alias Aslan) ha ordinato al Gigante Tempo di suonare il corno.

Il Giudizio Universale, Giotto, Cappella degli Scrovegni
(Padova)
La divisione dei buoni dai cattivi, che avviene dopo la caduta delle stelle dal cielo, stelle che sono persone, tutti i personaggi vengono divisi in buoni e cattivi. Aslan si trova al centro, alla sua sinistra c'è una parte del mondo completamente immersa nell'Oscurità mentre alla sua sinistra c'è un'altra parte del mondo completamente inondata dalla luce delle stelle. I personaggi che vanno per loro scelta nell'Oscurità hanno lo sguardo pieno d'odio e di paura, mentre quelli che guardano con amore e adorazione Aslan vanno nella parte illuminata dalle stelle, al fianco di Aslan.

Il Paradiso è descritto come un luogo ad Ovest di Narnia, immerso in un immenso giardino chiuso da un cancello d'oro dove i personaggi principali ri-incontrano tutti i personaggi che abbiamo incontrato nel corso delle "Cronache di Narnia". E' un posto nel quale tutti vivono pieni di gioia l'armonia che la vita eterna nel Regno dei Cieli è promessa a tutti i "buoni" (un termine piuttosto opinabile, a mio avviso).

L'Ovest in questo caso ha anch'esso un significato molto importante: le vespri sono le preghiere che i cristiani fanno quando giunge la sera, mentre secondo la mitologia norrena ad Ovest c'era un nano che reggeva la volta celeste (come il Gigante Tempo, in quanto si dice che lui faccia la stessa cosa). Secondo me invece ha un significato simbolico molto più intrinseco, da sempre l'Occidente è associato alla morte perché di solito il sole cala ad Ovest e nasce ad Est, quindi il fatto che tutti i personaggi si incontrino in questo magico luogo di eterna gioia proprio ad Ovest significa sì che sono morti ma che vivranno in eterno con Dio.

La trasfigurazione di Aslan in Dio è evidente quando alla fine del libro Lewis dice: " (...) Nel pronunciare queste parole perse l'aspetto del leone, dopodiché accaddero tante cose belle e meravigliose che non posso raccontarle in questo libro". 

La simbologia del numero 7 è presente in quanto i libri sono 7. Il numero sette esprime la globalità, l'universalità, l'equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Considerato fin dall'antichità un simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare. Gli antichi riconobbero nel sette il valore identico della monade in quanto increato, poiché non prodotto di alcun numero contenuto tra 1 e 10. Presso i babilonesi erano ritenuti festivi, e consacrati al culto, i giorni di ogni mese multipli di sette. Tale numero fu considerato simbolo di santità dai Pitagorici. I Greci lo chiamarono venerabile, Platone anima mundi. Presso gli Egizi simboleggiava la vita.

La simbologia del numero 4 invece è presente perché sono proprio Peter, Edmund, Susan e Lucy, 4 bambini a liberare Narnia dall'inverno eterno che la Strega Bianca aveva gettato su quel magico mondo. Il numero quattro è il più perfetto tra i numeri, essendo la radice degli altri numeri e di tutte le cose. Esso rappresenta la prima potenza matematica, e la virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. E' l'emblema del moto e dell'infinito, rappresentando sia il corporeo, il sensibile, sia l'incorporeo. Il quattro è scomponibile in 1+3, la monade (l'uno) ed il triangolo, e simboleggia l'Eterno, e l'uomo che porta in sé il principio divino. Il quaternario era il simbolo usato da Pitagora per comunicare ai discepoli l'ineffabile nome di Dio, che per esso significava l'origine di tutto ciò che esiste. Infatti sono sempre due i bambini che vanno a Narnia ne "Il nipote del mago" ed il due è un numero che sta alla base del quattro.

Il dio Tash a mio avviso rappresenta una divinità indiana, mi ha ricordato molto Ganesh o la dea Shiva.

I Calormeniani ricordano molto i popoli indiani o islamici, in quanto ne "Il Cavallo e il ragazzo" l'atmosfera è simile a quella che si respira in quei luoghi, ed è proprio in quei luoghi che avvengono matrimoni combinati nei quali prima del matrimonio gli sposi non si possono né vedere né toccare. Inoltre hanno anche la pelle scura o bronzea e questo a parer mio è un indizio molto importante per fare delle supposizioni circa la popolazione reale alla quale Lewis si sia ispirato per creali.

Infine l'evento che più mi ha sconvolta: l'incidente in treno nel quale muoiono tutti i personaggi (Digory, Polly, Peter, Edmund e Lucy e i genitori dei Pevensie), che secondo me non è stato messo a caso, i buoni in questo caso muoiono perché sono gli eletti che si sono conquistati il diritto di vivere per sempre nel Regno dei Cieli. Ma dov'è Susan? Susan è l'unica a sopravvivere, ma non per scelta di Aslan, ma perché ha scelto di non credere più a lui e a tutte le cose belle che ha vissuto a Narnia.


La mia avventura nel magico mondo di Narnia è conclusa e un po' mi dispiace abbandonare i personaggi che ho conosciuto, non vivere più le loro avventure perché ho vissuto con loro delle bellissime avventure, ho amato, ho sofferto, ho pianto insieme a loro. Credo che quando si legga un buon libro ci si senta sempre così... E quando lo si finisce, si ha l'impressione di abbandonare un amico al quale sei legato da un profondo sentimento di rispetto, amore e amicizia. Ma non è tutto perduto: le storie belle come questa vivranno per sempre nel mio cuore, perché è proprio così che dovrebbe essere. Tu puoi finire di leggere un romanzo bellissimo e far fatica a distaccarti da esso, ma sai che quest'ultimo vivrà sempre nel tuo cuore perché esso è ormai parte di te.

Vi lascio con una citazione tratta da "L'ultima battaglia", si tratta della fine del romanzo, quella che mi ha più scioccato:
Lucy disse: "Abbiamo paura di dovercene andare, Aslan. Altre volte ci hai inviato di nuovo nel nostro mondo."
"Non abbiate paura." disse Aslan: "Non avete ancora capito?"
I cuori battevano all'impazzata, animati da una debole speranza.
"C'è stato un grave incidente ferroviario." disse Aslan con voce pacata: "Voi e i vostri genitori, come dite nella Terra delle ombre, siete morti. La lunga notte è finita: inizia il nuovo giorno. Il sogno è terminato e questo è il momento del Grande Risveglio."
Nel pronunciare queste parole perse l'aspetto del leone, dopodiché accaddero cose tanto belle e meravigliose che non posso raccontarle in questo libro. Noi ci feriamo qui e possiamo solo aggiungere che vissero per sempre felici e contenti. Ma fu solo l'inizio della Vita Vera. La vita nel mondo originario e le magnifiche avventure a Narnia non erano state che la copertina, il titolo della Grande Storia. Ora, finalmente, cominciava il Primo Capitolo di un libro fantastico che sulla terra nessuno aveva mai letto. Il Libro che narra la Storia Eterna e che, di pagina in pagina, si fa sempre più avvincente e straordinario.

Giada


domenica, maggio 25, 2014

L'ultima battaglia, C.S. Lewis (prima parte)

Buon giorno, bloggers e lettori! Oggi vi parlerò dell'ultimo romanzo delle "Cronache di Narnia", ovvero "L'ultima battaglia", un romanzo avvincente, interessante e a parer mio anche molto forte per certi aspetti - il finale ha provocato in me uno shock dal quale sto ancora cercando riprendermi. Prima di cominciare a commentarlo però, vorrei dirvi un paio di cose: vivere le avventure dei personaggi di questi sette romanzi, affrontare con loro le battaglie, provare le loro stesse potenti emozioni che stavano provando mi rende difficile abbandonare il magnifico e magico mondo di Narnia... Eppure il mio viaggio in quel mondo è finito - anche perché è finito il libro! Chiunque di voi abbia letto interamente tutte le "Cronache" credo mi capisca, provi una forte nostalgia ma allo stesso tempo sai che proverai sempre un grande amore verso quei personaggi che ti hanno insegnato tanto, che ti hanno dato molto. Questi libri rimarranno per sempre nel mio cuore, ne sono certa, non si dimenticano dei libri che ti danno tutte queste emozioni.




"L'ultima battaglia" è ambientato a Laghetto Calderone, un luogo che si trova vicino alla Landa della Lanterna Verde, da cui passano tutti i criminali e i malavitosi diretti a Narnia. In questo posto vivono uno scimmione parlante, Cambio e il suo "amico" l'asino Enigma, metto "amico" fra virgolette perché non è davvero tale, piuttosto è un suo servo che è sempre d'accordo con tutto quello che dice. Lo scimmione si accorge che fra le acque turbinose del laghetto galleggia un pezzo di pelle di leone, manda Enigma nelle gelide acque a prenderlo e non appena ce l'ha in mano, oltre ad affermare con enfasi che non crede minimamente all'esistenza del vero Aslan (sono passati tantissimi secoli da quando Jill ed Eustachio hanno aiutato il principe Rilian) perciò dopo aver mandato Enigma a prendere delle banane e delle arance al mercato (che secondo lui non ci sono a Narnia) cuce la pelle di leone e la appiccica sopra ad Enigma: l'asino si dovrà fingere il grande e potente leone Aslan.

Nel frattempo a Narnia, Tirian, l'ultimo re viene a sapere da una fonte che non ricordo bene come si chiami che stanno uccidendo e rendendo schiavi gli animali parlanti di Narnia e che gli alberi magici nei quali hanno vissuto fino a quel momento indisturbate le naiadi e le driadi stanno venendo tagliati e arsi per volere di Aslan (così almeno è ciò che si dice in tutta Narnia), Tirian corre perciò ai boschi del Confine Occidentale - ed è proprio qui che scopriamo che in quell'antica foresta c'erano gli alberi d'oro e d'argento e l'Albero della Protezione piantato da due bambini per volere di Aslan il giorno della Creazione di Narnia. Grande amico di Tirian è l'unicorno Diamante, che ha vissuto con lui grande avventure e grandi battaglie, è un animale parlante molto gentile, elegante e cordiale ma sa essere molto spietato in battaglia. Tirian e Diamante scoprono così che sono i Calormeniani che stanno schiavizzando gli animali parlanti di Narnia per il proprio tornaconto, i  due si fanno prendere da una rabbia cieca e uccidono gran parte di quei Calormeniani. Per Tirian il leone Aslan era solo una leggenda, un mito antico e non sa se credere o meno che sia davvero Aslan quello che ha ordinato una cosa del genere, perché lui non l'ha mai visto di persona, ma dicono che sia molto cattivo e furente. Tirian si sente in colpa per aver ucciso tutte quelle persone, perciò decide di consegnarsi al loro sovrano, il fantomatico Aslan, di cui uno scimmione sempre affamato è l'intermediario. Quando Tirian si ritrova davanti a tutti gli animali parlanti di Narnia che credono davvero che lo scimmione sia agli ordini di Aslan, alcuni protestano (e per questo motivo vengono accusati dallo scimmione di essere dei miscredenti) altri invece accettano in silenzio il volere di Aslan; l'orso ricorda ad ognuno di loro che Aslan si è sempre fatto vedere quando voleva parlare con loro, non gli serviva un intermediario; il gatto Rosso si dimostra dalla parte dei Calormeniani. I Calormeniani picchiano Tirian e lo legano ad un albero, in un momento di delirio causato prima dal caldo e dalla sete, poi dal freddo e dalla fame e in un momento di delirio, ripensando ai suoi avi che erano stati aiutati da dei bambini umani provenienti da un altro mondo chiede il loro aiuto e si ritrova nelle sala dove sono riuniti Digory, Polly, Peter, Eustachio, Jill e Lucy (Susan non c'è, scopriremo più tardi dov'è) e subito Peter si presenta come Peter il re Supremo di Narnia, ma Tirian non riesce a spiaccicare parola. In seguito a quella visione, gli animali di Narnia, seppur intimoriti da Aslan, daranno da mangiare e da bere a Tirian, il quale si riprenderà.


Il giorno dopo per sua fortuna giungeranno da Tirian, Jill ed Eustachio, chiamati da Aslan per aiutarlo. I nostri protagonisti incontrano dei nani, e dicono loro che non è il vero Aslan quello che dice agli uomini e agli animali di fare una cosa del genere, ma i nani sono diffidenti, non si fidano e dicono che non vogliono essere governati né da un leone né da un re, vogliono essere governati da nani. Si dimostrano piuttosto poco grati a Tirian, Eustachio e Lucy che li hanno appena salvati dalla schiavitù. Tirian, Jill ed Eustachio raggiungono una capanna per la notte dove ci sono armi e una sostanza che trasforma la loro pelle da chiara a scura, come quella dei Calormeniani. Jill ed Eustachio si allenano con la spada e con il tiro con l'arco, mangiano e bevono vino e alla fine stanchi si addormentano. Il giorno seguente Tirian vuole liberare il suo amico Diamante e attaccare i Calormeniani, cosciente che di sicuro saranno molti di più di loro e si incontreranno alla Roccia Bianca. Gli animali di solito si riunivano di sera davanti al fuoco, il quale a sua volta si trovava davanti ad una Stalla (il luogo in cui si trovano è appunto chiamato la Collina della Stalla) lì lo scimmione fa la sua farsa, mentre dice a tutti gli animali che Aslan e Tash (il dio dei Calormeniani, e teniamo presente che Rashid il capo dice che non crede in lui) sono la stessa persona, sono la stessa cosa e pertanto sarebbe preferibile chiamarlo come Tashlan. Jill è molto abile nel muoversi nelle foreste di Narnia ed è così silenziosa che Tirian dice che se non fosse umana avrebbe detto che era figlia di una delle naiadi, Jill sparisce per un momento e scopre che nella Stalla non c'è il vero Aslan ma un asino travestito da leone. I tre vanno a liberare Diamante e Jill presenta loro Enigma, il fantomatico Aslan. Il piano di Tirian è cambiato e adesso il loro obbiettivo è dimostrare a tutti, nani compresi, che colui che si spacciava per  Aslan non è affatto il vero Aslan ma proprio quando decidono di smascherare lo scimmione davanti a tutti, quest'ultimo cambia le carte in tavola dicendo che c'è un asino che si spaccia per Aslan, che è un impostare e che Tashlan lo punirà.
Improvvisamente il cielo si oscura e un odore di cadavere in putrefazione comincia a farsi forte nell'aria: un uomo dalle tante braccia, dal becco da uccello e dalle ali orribili investe durante il suo passaggio parte del territorio, che muore: quello è il dio Tash, chiamato dai miscredenti che non credevano in lui, è venuto per vendicarsi.


Intanto nella Stalla succede qualcosa di strano. Lo scimmione dice che lì dentro alla Stalla c'è Tashlan e che punirà chiunque e sfida gli animali parlanti ad entrare lì dentro, dove ci sono due guardie Calormeniane pronte ad attaccare e uccidere una delle due persone che si avventureranno lì dentro. Il Rosso, il gatto che era in combutta con i Calormeniani per schiavizzare il popolo libero di Narnia va per primo dentro e dopo che tutti vedono la luce blu, il gatto esce spaventato e perde l'uso della parola. Poi un giovane cavaliere di Calormen, tale Elmeth (o un nome simile) bellissimo che sparisce dentro la Stalla dopo un lampo di luce simile a quello che ha reso muto il gatto. Ne esce il corpo di uomo più vecchio ucciso, il che fa pensare ai nostri protagonisti che ci siano davvero delle guardie. Eustachio viene catturato e gettato nella Stalla.Tirian affronta i nemici, che lo vogliono spingere dentro la Stalla come offerta sacrificale per il dio, con l'obbiettivo di placare la sua sete di vendetta, ma alla fine fa la cosa più ingegnosa: trascina con sé Rishda, il capo dei Calormeniani. Dentro alla Stalla c'è proprio Tash, che porta via con sé il Calormeniano miscredente e mangia vivo lo scimmione. Improvvisamente i nostri protagonisti si ritrovano in un luogo bellissimo: un prato dall'erba morbida, il sole e il cielo azzurro, limpido, proprio oltre la porta della Stalla.. In quel luogo si ritrovano anche Peter, Edmund, Lucy, Polly e Digory; i quali indossano i meravigliosi e comodi abiti di Narnia ed Edmund racconta che tutti erano sul treno in viaggio per Bristol insieme ai loro genitori (dei Pevensie), poi hanno sentito un colpo, Edmund ricorda d'essersi sbucciato il ginocchio,il quale è guarito in fretta e si sono ritrovati qui. I nani non vogliono essere imbrogliati (come il titolo del libro) e non credono a nulla, compare Aslan che dona loro cibo della miglior qualità ma loro vedono solo quello che vogliono vedere ed Aslan dice che non può far niente per coloro che non vogliono vedere. Aslan ruggisce e le stelle cadono una ad una dal cielo, le stelle non sono come quelle del nostro mondo, ma sono bellissime persone e il cielo diventa tutto buio: a Narnia è calata la Notte, ormai tutti si trovano nel Regno delle Ombre. Successivamente Aslan chiama il gigante Tempo, che con il suo corno provoca maremoti, terremoti, insomma distrugge completamente Narnia.

Tutte le creature magiche e i popoli di Narnia (gli uomini della terra di Archen, i Calormeniani, i Narniani) entrano attraverso la porta che porta in quel nuovo mondo, e gli animali, da popolo eletto parlante, perdono il loro dono e diventano comuni animali. Ci sono due fazioni in quel Regno: a destra ci sono le stelle, che guardano con amore Aslan; mentre a sinistra c'è il buio e tutte le persone che sono cariche di odio e disprezzo finiscono nel lato più oscuro e di loro non si sa più nulla. Con un altro cambio di scena magistrale, tutti i personaggi si ritrovano in una Narnia diversa, mentre i personaggi precedentemente incontrati continuano a dire loro "Andate al cuore delle cose!"... In un primo momento nessuno capisce a cosa si riferiscano, perché chiunque dica così corre via verso Ovest. Tutti si mettono a correre, attraversano l'acqua correndo e raggiungono il luogo dove tutto è cominciato: il giardino di Aslan nella Terra di Aslan, dove c'è un cancello dorato, inizialmente intimoriti, alla fine decidono di entrare. Peter, Edmund e Lucy abbracciano il topino Ripicì e Tirian può incontrare finalmente tutti i suoi avi. Susan non c'è perché ha preferito una vita frivola e vuota, invece di preferire Narnia e il bene che Aslan era disposto a fare per lei. Lucy dice ad Aslan che non vuole andarsene, perché questa Narnia dentro la Narnia in cui si trovavano le piace tantissimo e si sente a casa, per Aslan loro non sono abbastanza felici come dovrebbero e dice loro che c'è stato un grave incidente ferroviario e che tutti loro sono morti. Il libro finisce con loro che vivono la loro eterna vita dopo la morte in un luogo idilliaco, ricco di pace, prosperità e gioia: il Paradiso.



Mi si spezza il cuore nell'abbandonare questi romanzi, perché come vi ho già detto mi hanno coinvolto emotivamente. Certo, è chiaro il parallelismo con il Paradiso Terrestre per i buoni nel Regno di Dio alla fine di questo libro, ma mi è dispiaciuto tantissimo terminarlo... Forse non ero pronta, forse semplicemente speravo che vivessero felici e contenti senza morire...Continuo ad avere davanti agli occhi la scena del deragliamento del treno in cui muoiono tutti i personaggi principali, che vengono riportati a Narnia. Mi piange il cuore, lo so, e sto ancora molto male, ma nonostante tutto consiglierei ugualmente a chiunque di leggere "Le Cronache di Narnia" non tanto perché io sono cristiana, beh a dire il vero non molto cristiana, io ho un rapporto altalenante con la religione ma perché queste Cronache trasmettono dei valori molto buoni che sento che i giovani d'oggi non hanno più.

Vi lascio con questa citazione tratta da "L'ultima battaglia" e più precisamente è la chiacchierata fra il fauno Tumnus e Lucy nella Narnia dentro Narnia stessa:
Lucy allora tornò indietro, appoggiò le spalle al muro e guardò il giardino.
"Mi accorgo..." indugiò pensierosa: "Mi rendo conto solo adesso che questo giardino è come la stalla. E' molto più grande visto da dentro che da fuori."
"Ma certo, dolce figlia di Eva." disse il fauno: "Più entri nel cuore delle cose e più grandi diventano. L'interno è sempre più grande dell'esterno."

Giada

sabato, maggio 24, 2014

La sedia d'argento, C.S. Lewis (seconda parte)

Buona sera, bloggers e lettori! Con questo post concluderò il commento su "La sedia d'argento" esponendovi alcune teorie che ho elaborato durante le ore di lezione all'università (sì, quando ci si annoia è meglio utilizzare il tempo che si ha facendo altro senza disturbare gli altri), perciò spero che vi piacciano e apprezzerei se mi diceste se condividete o no le mie teorie, la funzione "commenta" in fondo alla pagina c'è per quello. Il mio viaggio nel mondo di Narnia sta per giungere al termine, per questo ci tengo a far molto bene questa penultima parte. In fondo per me è come dire addio ad un mondo che mi ha fatto compagnia per ben due mesi e con il quale ho vissuto grandi ed intense emozioni.

Ci sono molti elementi simbolici ne "La sedia d'argento" di cui vi voglio parlare, per cui andremo per gradi, dato che sono tutti collegati l'uno all'altro.

Il Regno delle Tenebre della Strega Verde o della Donna dalla Veste Verde ricorda molto chiaramente l'Inferno dantesco, specie per il modo in cui i protagonisti giungono al porto: vengono trasportati su una barca da un essere/uomo, insomma da un navigatore che porta le persone dal mondo precedente al Mondodisotto è un chiaro riferimento a Caronte, il traghettatore delle anime nell'Inferno di Dante.

Il serpente da sempre simboleggia il Male e anche nella Bibbia, Eva viene tentata dal serpente quindi anche in questo il riferimento alla Bibbia mi pare più che evidente. Un altro riferimento alla Bibbia è il cespuglio di rovi, con l'unica differenza che nella Bibbia il cespuglio di rovi è infuocato ed esso che dice a Mosè cosa deve fare per salvare il suo popolo.

Il Monte di Aslan, sia all'inizio che alla fine del romanzo secondo me rappresenta il Monte Golgota, quello dove Gesù ha trascorso le ore del suo calvario, ma bisogna anche notare che nell'accezione comune del termine vuol dire 'ultime dolorose ore di vita' e infatti nel fiume del Monte di Aslan, Aslan fa tornare in vita come fantasma re Caspian X.

Tutto qua, con questo posso dire di aver finito con "La sedia d'argento", vi lascio perciò con questa citazione tratta dal romanzo e si riferisce a quando Jill ed Eustachio arrivano al Palazzo alla corte di Narnia:
Più tardi, quando Jill ed Eustachio salirono sbadigliando al piano di sopra, pronti per andare a letto, lei disse: "Mmmh, che bella dormita faremo stanotte." In effetti era stata una giornata densa di eventi e di novità eccitanti. Ma, come dice il saggio, non si può mai sapere cosa riservi il futuro...

Giada

La sedia d'argento, C.S. Lewis (prima parte)

Buona sera, bloggers e lettori! Stasera vi parlerò de "La sedia d'argento", il penultimo romanzo de "Le Cronache di Narnia", altro romanzo di Lewis che ha toccato il mio cuore per temi e argomenti affrontati e lo commenterò.







Jill Pole è una bambina che frequenta lo Sperimentale insieme al suo compagno di classe Eustachio Clarence Scrubb, il quale è cambiato molto rispetto al trimestre precedente e da antipatico è diventato molto più simpatico e "sopportabile" diciamo così. Jill si nasconde dietro alla palestra della scuola e sta piangendo a causa delle bulle che l'hanno presa di mira, Eustachio la raggiunge e i due parlano; Jill gli fa notare come lui sia cambiato molto rispetto ai tre mesi precedenti. Eustachio confessa perciò alla giovane ragazza che il motivo per cui è cambiato è dovuto all'avventura che ha avuto con il principe Caspian X a Narnia, un luogo magico e incantato che non si trova nel mondo reale, nell'Inghilterra in cui si svolge la storia... Eustachio propone a Jill di chiamare Aslan e di vedere se Lui li riporta a Narnia, intanto però le bulle stanno cercando Jill per farle la festa, così i due corrono fino a quando non attraversano un muro di pietra un portone che solitamente è chiuso e si ritrovano a Narnia. Eustachio e Jill si trovano sul precipizio del Monte di Aslan. Eustachio ha paura (come me) del vuoto e ritrovarsi di fronte un precipizio del genere, talmente profondo da sembrare infinito lo blocca, Jill invece finge di non aver paura e fa la dura perché teme che lui la prenda in giro, in realtà Eustachio voleva solo evitare che cadesse. Jill ed Eustachio litigano ed Eustachio cade giù dal precipizio. La bambina è preoccupata per il suo amico, ma si sente anche molto in colpa per ciò che gli ha fatto, poi improvvisamente trova davanti a sé un leone, ma è anche molto assetata, perciò va in cerca di un ruscello per bere... Il problema è che il leone di cui è tanto terrorizzata la segue. Soltanto in seguito, quando Jill affronterà la sua paura, Aslan le parlerà e Jill gli chiederà se lui li ha portati a Narnia perché glie l'hanno chiesto, Aslan la rimprovera dicendo loro che è stato lui a volerli riportare a Narnia perché lo voleva e non perché loro glie l'hanno chiesto. Aslan dice a Jill i 4 segnali che non deve assolutamente dimenticare, nemmeno quando sarà a Narnia, questi segnali sono:

  1. Non appena Eustachio metterà piede a Narnia incontrerà un vecchio e carissimo amico, una volta fatto questo, lui potrà aiutarli nella loro missione.
  2. Dovranno lasciare Narnia e avventurarsi nel nord fino alle rovine della Città dei Giganti.
  3. Nella Città dei Giganti troveranno delle iscrizioni nella pietra e dovranno seguirle alle lettera.
  4. Infine dovranno ritrovare il principe scomparso, se lo troveranno, lo riconosceranno perché lui gli implorerà di fare qualcosa a suo nome, Aslan.
Aslan fa ripetere a Jill questi segnali a memoria fino a quando non sarà sicuro che lei li sappia bene, una volta essersi assicurato di ciò, soffierà su di lei e la farà volare fino a Narnia. A Narnia Jill incontra di nuovo Eustachio e i due amici sono felici di rivedersi. I due bambini arrivano proprio mentre un uomo anziano sale su un veliero e tutti i Narniani lo salutano commossi, Eustachio sulle prime non capisce che quell'uomo è Caspian X e non lo saluta (come avrebbe dovuto invece fare, secondo il segnale di Aslan). Eustachio e Jill cercano di capire chi era quell'anziano e grazie al gufo Pennalucida vengono a sapere che lui è Caspian X, Eustachio è allibito perché la prima volta che ha visto Caspian X era un ragazzo poco più vecchio di lui, ora invece sembra sul punto di morire. Eustachio ritrova però il nano Briscola su una sedia a rotelle molto grasso e che sembra una palla ed evidentemente sordo, le sue gag comiche sono uno spasso! Ricordo che quando le ho lette mi sono messa a ridere davanti alla CAL1 del Maldura e i ragazzi che passavano avranno pensato che non stavo molto bene! Briscola è anche il Delegato di Caspian X, ma non vuole ricevere i due perché non capisce chi siano, per fortuna, grazie all'intercessione di Pennalucida i tre riescono ad avere una conversazione decente. Quando il gufo Pennalucida sente nominare Aslan dai due ragazzi  e la missione che quest'ultimo ha affidato loro, fa' in modo che essi abbiano delle camere nel Palazzo e si adopera affinché entrambi vivano bene in quel luogo. Il primo periodo che i due bambini vivono a Narnia è bellissimo e paradisiaco, ma Jill teme di dimenticare i segnali perciò cerca di ripeterli ogni volta che può, anche se quel magnifico ambiente la distrae continuamente. Una notte, però, Jill viene svegliata dal gufo che le dice che deve andare via assolutamente dal Palazzo, salire sulla sua groppa e vedere dove la porta; in un luogo buio Jill ritrova Eustachio, e la cosa interessante è che sono circondati da un sacco di gufi: quello infatti è il Parlamento dei Gufi. I gufi vorrebbero che gli umani viaggiassero di notte insieme a loro, perché è durante quella parte del giorno che loro sono più attivi, ma si rendono conto che non possono accompagnarli, non possono portarli nemmeno fino alle rovine dell'Antica Città dei Giganti, perciò Pennalucida decide che li accompagneranno fino alla paluda di Ettins dal paludrone Pozzanghera. 


Il paludrone racconta loro cos'è successo al principe scomparso: la madre di Rilian, della quale si diceva che aveva nelle vene sangue delle stelle, era ad un pic-nic all'aperto con la sua corte quando un serpente è uscito da un albero e l'ha morsa, avvelenandola e facendola morire. Rilian, figlio di Caspian X, è ritornato in quel luogo ogni settimana fino a quando non ha incontrato una donna dalla Veste Verde ed in seguito ha portato con sé lord Drinian per mostrargli quella meraviglia... Qualche tempo dopo, Rilian continuava a darsi pena per trovare il serpente che ha ucciso sua madre, ma durante una di queste spedizioni non è più tornato, il re Caspian X, soffrendo molto e non avendo più nessun con cui condividere la vita, ha deciso di andare verso i Mari dell'Estremo Ovest per compiere un ultimo grande viaggio prima di morire - Caspian X era infatti chiamato "Caspian Il Navigatore" perciò decide di aiutarli nella loro missione di ritrovare Rilian. Pozzanghera è convinto che sia stata la Signora dalla Veste Verde a fare un incantesimo a Rilian. Il percorso per raggiungere le rovine della Città dei Giganti è lungo e difficile, specialmente con i cattivi pronostici del paludrone, tra i quali prevede delle grosse litigate. Il problema è che i nostri protagonisti hanno perso il primo segno e sono in ritardo, devono darsi una mossa a trovare gli altri tre prima che sia troppo tardi. Dopo una serie di disavventure di varia natura, alla fine Eustachio, Jill e Pozzanghera giungono su una collina piatta dove trovano un percorso nascosto, il quale purtroppo non ha uscita; così sono costretti a ritornare al freddo e al vento. Il terreno sopra al quale sono è ricoperto di solchi, e i quattro sono stanchi, assonnati e affamati e avviene la prima grande litigata che Pozzanghera aveva previsto. Successivamente, durante quel tempaccio, i nostri protagonisti incontrano la Donna dalla Veste Verde che sta passeggiando accompagnata dal Cavaliere Silenzioso, la quale instilla in loro il desiderio di giungere dai Giganti "Buoni" per la Festa d'Autunno, ricordandogli che devono dire loro che è stata lei a mandarli. Jill, Eustachio e Pozzanghera litigano di nuovo sul dire o meno ai Giganti chi sono e qual è la loro missione, e dopo molto discutere infine arrivano ad un accordo: andranno dai Giganti ma non diranno loro niente di niente del loro compito. Le porte della Città vengono di solito chiuse di sera, perciò la prima sera i nostri amici la passano fuori, soltanto il giorno seguente entreranno nella città. Al Castello di Harfang (la Città dei Giganti "Buoni") i bambini vengono accolti benissimo e trattati con un grande riguardo, ma Pozzanghera finalmente può avere la sua rivincita e dimostrare che anche lui sa divertirsi.In un primo momento tutto sembra andare bene, fin troppo bene; ecco perché Pozzanghera comincia a sospettare che ci sia qualcosa che non va: quella sera stessa mangeranno insieme ai Giganti un animale parlante di Narnia e Pozzanghera griderà alla punizione di Aslan per non aver rispettato i segni. Quella notte Jill sogna Aslan che le mostra la collina piatta con sopra la scritta SOTTO DI ME e Jill capisce che hanno sbagliato di nuovo. Ma li attende una scoperta ben peggiore dell'aver mangiato un animale parlante di Narnia: i Giganti li vogliono mangiare alla cena per la Festa d'Autunno, perciò devono sbrigarsi e scappare più in fretta che possono dal castello e ordiscono un piano a tal proposito: si fingeranno più felici e adorabili che mai affinché i Giganti pensino che sono felici di stare da loro, dato che la Festa d'Autunno si sta avvicinando. Il giorno in cui decidono di scappare Pozzanghera nota con acume che essi hanno dei vestiti vistosissimi che non li fanno passare inosservati e infatti pochissimo tempo dopo i Giganti si accorgono che sono scappati. 
Mappa del Mondodisotto
Scappa e scappa, finiscono sotto la scritta ed entrano nel Mondodisotto, un luogo oscuro, buio, dove l'unica luce è data dalle lanterne bluastre (e i bambini sono accolti da una specie di Caronte infernale) dove incontrano il Cavaliere Silenzioso che dice che la Donna dalla Veste Verde è la sua protettrice, l'ha salvato e l'ha portato con sé nel Mondodisotto con lui progetta di conquistare il Mondodisopra (ovvero Narnia) con eserciti di nani del mondo sotterraneo che lei ha soggiogato grazie ad un incantesimo (questo però lo scopriamo soltanto verso la fine, però). Il Cavaliere Silenzioso non si toglie mai l'armatura e sembra un pazzo tiranno assetato di potere, lui dice ai bambini e Pozzanghera che ogni sera si tramuta in serpente e morde chiunque senza controllo, uccidendo le persone, e che una volta è scappato e chiede loro se vogliono restare a vederlo; dopo un po' di perplessità tutti decidono di restare ad osservarlo. Il Cavaliere dice loro che non appena lo legheranno alla Sedia d'Argento lui comincerà a pregarli di liberarlo, dapprima con le buone, poi con le cattive minacciandoli e di sicuro non sarà in sé durante tutto ciò... 

La trasformazione non avviene, ma il Cavaliere sembra soffrire molto sulla Sedia, si dimena, urla e li prega di liberarlo e soltanto quando avrà detto "Liberatemi, in nome di Aslan" i nostri protagonisti lo libereranno dalle corde che lo tenevano legato, in seguito lui ridurrà in mille pezzi la sedia, liberandosi dall'incantesimo della Strega. Scopriamo così che il Cavaliere Silenzioso altri non è che Rilian, il figlio di Caspian X, che aveva vagato in giro per le Terre Selvagge del Nord alla ricerca del malvagio Serpente che aveva ucciso sua madre ma era caduto sotto l'incantesimo della Strega. La Strega arriva e scopre che Rilian si è liberato ed è tornato in sé, perciò getta una polverina verde sul fuoco e comincia a suonare uno strumento e in questo modo fa cadere sotto il suo controllo tutti, tranne Pozzanghera che lotta per resistere, e il quale rompe quest'altro incantesimo spegnendo il fuoco salendo sopra alle fiamme con i piedi. La Strega si arrabbia e si trasforma in serpente, prendendo Rilian e cercando di stritolarlo, tutto però si risolve per il meglio grazie al contributo di tutti e Rilian la uccide. Nel momento in cui la Strega muore, il Mondodisotto viene sconquassato da terribili terremoti e da maremoti, tutti coloro che erano soggiogati dalla Strega vengono liberati e i nani di Bism che avevano scavato il passaggio fino a sotto il Palazzo di Narnia tornano nella loro casa, i nani invitano Rilian ad andare nelle profondità della Terra prima che si chiuda il passaggio e ad assaggiare le pietre preziose vive (non morte come quelle del nostro mondo) e anche se Rilian vorrebbe arrivare ai confini interni della Terra, proprio come suo padre Caspian X aveva raggiunto il Confine Orientale del Mondo alla fine decide di non farlo e di agire per salvare la vita a tutti. L'acqua si sta alzando, il corridoio segnato dalle lanterne blu sta scomparendo perché le lanterne si stanno spegnendo, sembra che tutto sia perduto quando Pozzanghera vede che c'è una fessura sopra la parete di terra, Jill ci sale sopra e lancia un grido. Eustachio corre in suo aiuto ma il buco è troppo piccolo per lui e rimane bloccato. Jill si ritrova nel bel mezzo della festa della Danza della Neve di Narnia, in cui le naiadi, le driadi e tutti gli animali danzano e giocano allegramente, chiede aiuto e dopo averlo ottenuto riesce a liberare tutti i suoi amici. Durante quella sera di grande festa, i nostri protagonisti vorrebbero partecipare ma sono molto provati dagli ultimi avvenimenti che dopo essersi riscaldi e aver bevuto un po' di vino caldo si addormentano subito. Caspian X muore e Rilian fa in tempo a dire addio a suo padre, a Narnia, le campane suonano a lutto e suonano così forte che anche sul Monte di Aslan si sentono. Aslan dice a Eustachio di prendere una spina da un cespuglio di rovi e di mettergliela sulla zampa, nell'acqua del fiumiciattolo c'è il corpo dell'ormai vecchio e morto Caspian X: il sangue di Aslan lo riporta in vita e lo fa tornare giovane proprio com'era quando ha conosciuto e subito Caspian X ricorda ad Eustachio la spada che lui ha rotto quando hanno combattuto contro il Serpente marino, Caspian è uno spettro e vuole vedere il mondo degli umani, ma Aslan gli dice che non deve volere le cose sbagliate. Aslan fa prendere loro dal cespuglio due rami che diventano due fruste, poi ruggisce e fa tornare a casa Eustachio e Jill, i quali si vendicano frustando i bulli e le bullette della scuola. Ah, dimenticavo di precisare che lo Sperimentale è una scuola che non insegna ai bambini né latino né storia e nemmeno geografia e la preside non bada a niente di tutto ciò, ma quando si ritroverà davanti i due bambini e il leone farà in modo che tutti le credano ma verrà presa per pazza e mandata via dalla scuola e lo Sperimentale diventerà una buona scuola per ragazzi. Rilian regnerà come re buono e saggio su Narnia.

Questo romanzo è stato particolarmente intenso perché era il penultimo e mi sono sentita ancora più coinvolta, insomma man a mano che avanzavo nella lettura di questa serie di libri il mio coinvolgimento emotivo aumentava sempre di più. 

Bene, vi lascio con una citazione tratta da "La sedia d'argento" e si tratta dell'incontro fra un Caspian X redivivo come fantasma ed Eustachio:
"Oh, Eustachio...Possibile che tu non capisca?"  fece Caspian.
"Ma..." balbettò il ragazzo, stavolta rivolto ad Aslan: "Ma lui non era...Morto?"
"Sì." rispose il leone in tono pacato e sereno con l'ombra di un sorriso (questo almeno sembrò a Jill) : "Lui è morto, molti sono coloro che muoiono. Anch'io sono morto. Pochi sono coloro che non sono morti."
"Adesso capisco cosa ti turba." esclamò Caspian: "Pensi che io sia un fantasma o qualcosa del genere, vero? Lo sarei se fossi apparso a Narnia, perché non appartengo più a quella terra. Ma non si è fantasmi nelle terre che ci appartengono. Se apparissi nel tuo mondo sarei uno spettro, forse, non so; ma a ben rifletterci probabilmente non è nemmeno il vostro, perché adesso siete qui."

Giada

Il viaggio del veliero, C.S. Lewis (seconda parte)

Buon giorno, bloggers e lettori! Chiedo scusa a tutti voi del notevole ritardo con cui scrivo questo post, ma ultimamente sono stata molto impegnata e ho avuto vari problemi di varia natura, questo è il motivo per cui oggi vi darò il mio punto di vista e vi dirò le mie teorie su "Il viaggio del veliero".

"Il viaggio del veliero" è sicuramente uno dei romanzi più interessanti di Lewis che abbia letto e per questo, credo che meriti una particolare attenzione. Sono molte le isole che il principe Caspian X, Edmund e Lucy incontrano nel loro viaggio per salvare i lord amici di Caspian IX, per questo motivo, andremo per punti.


  1. Cair Paravel è la prima isola che incontriamo all'inizio del romanzo, e subito veniamo a sapere, grazie a Peter, che quando lui, suo fratello e le sue sorelle governavano come re e regine a Narnia essa era una penisola e che perciò, con il passare dei secoli si sia trasformata definitivamente in un'isola. Bisogna tener presente che il tempo a Narnia scorre in modo totalmente diverso da come scorre nel mondo reale, per cui ciò che per noi è un anno a Narnia può essere un secolo oppure un giorno.
  2. Terebinthia è l'isola che Caspian X e la sua ciurma di uomini raggiungono. Fa parte delle isole conosciute, nel magico mondo di Narnia. 
  3. Muil, Redhaven, Brenn: anche queste sono isole che Caspian X e i suoi uomini incontrano durante la prima parte del viaggio, anch'esse sono conosciute dai Narniani.
  4. Felimath, Avra e Doorn: in queste isole i nostri protagonisti vengono rapiti e venduti come schiavi ai Calormeniani (che come scopriremo sono un popolo dai lineamenti marcati e dalla pelle scura, che ricordano molto gli islamici, gli indiani o gli arabi e il motivo di queste mie ipotesi ve lo spiegherò quando vi posterò il commento su "L'ultima battaglia", l'ultimo dei sette romanzi). Leggere delle persone che vengono prelevate da queste isole e mandate a lavorare come schiavi per i Calormeniani a Calormen mi ha ricordato molto la tratta degli schiavi che esisteva nel nostro mondo tra il sedicesimo e il diciannovesimo secolo. Chiunque abbia letto il libro può dirmi se la pensa o no come me, lo so che bisogna tener presente che Lewis ha vissuto in un periodo di guerra ed ha partecipato alla I Guerra Mondiale, ma non potrebbe essersi ispirato ad un fatto realmente accaduto, ovvero la tratta degli schiavi? Io sono convinta di questo, perché per me il parallelismo è evidente.
  5. L'Isola del Drago. Nell'Isola del Drago, Eustachio trova il tesoro del drago e immaginandosi cosa avrebbe potuto fare con tutte queste ricchezze si fa prendere dall'avidità, si mette un bracciale magico al polso e si risveglia tramutato in drago. In quest'Isola è chiaro il riferimento alla letteratura Epic Fantasy o Fantasy tradizionale, in cui gli elementi più comuni sono i popoli caratterizzati da un diverso aspetto (nani, folletti, giganti, animali parlanti), la distinzione chiara e netta fra il Bene e il Male, l'uso della magia o di oggetti magici e la presenza di draghi che custodiscono un tesoro proprio dentro una caverna in una montagna. Sì, perché non tutti i fantasy sono uguali e a questo proposito sento il dovere di precisare che il fantasy è un genere letterario molto ampio, e non bisogna partire prevenuti quando si legge un romanzo di questo tipo. Io non sapevo se "Le Cronache di Narnia" mi sarebbero piaciute o meno, cioè sapevo che trattava temi vicini alla Bibbia ma non mi aspettavo che mi sarei ritrovata davanti ad una vera e propria rielaborazione/parafrasi biblica; ma mi è piaciuto - e ve lo dico perché a Gennaio ho letto tutta la trilogia de "Il Signore degli Anelli" ed è difficile per me trovare dei romanzi Epic Fantasy o High Fantasy che possano eguagliarlo. 
  6. L'Isola dell'Acquadoro, rinominata da Ripicì poi L'Isola delle Acquemorte. In quest'Isola i protagonisti trovano un uomo completamente d'oro zecchino sul fondo del lago. La presenza di quell'uomo dentro l'acqua maledetta mi ha ricordato il mito di Re Mida - so che non c'entra per niente, dato che Re Mida aveva il potere di tramutare tutto in oro ma non aveva tramutato se stesso in oro, ma pensavo che fosse interessante dirvelo. 
  7. L'Isola delle Voci. Nell'Isola delle Voci, Lucy sente degli uomini invisibili progettare un attacco al galeone di Caspian X e corre ad avvertirli, questi esseri invisibili chiamati Inettoidi, (in seguito Monopodi e più avanti ancora Inettopodi) hanno letto ad alta voce un incantesimo del mago Coriakin con una bambina e siccome non sopportavano di esser stati tramutati così dal mago, hanno preferito diventare invisibili piuttosto che vivere in quella bruttezza. L'avventura che i nostri protagonisti vivono su quest'isola rappresenta un monito per le persone che si preoccupano troppo del loro aspetto esteriore dando poca importanza a quello interiore. 
  8. L'Isola delle Tenebre. Nell'Isola delle Tenebre, Caspian X e i suoi compagni trovano lord Rhoop, il quale dice loro che in quell'isola tutti i loro sogni si realizzano, ma non dei sogni piacevoli: i loro incubi peggiori. Siccome Lewis ha scritto "Le Cronache di Narnia" pensando ai bambini, mi sembra logico che in quest'isola egli abbia voluto rappresentare la paura più grande di tutti i bambini: la paura del buio. Tutti abbiamo avuto paura del buio quando eravamo piccoli, e tutti ricordiamo che in quel periodo della nostra infanzia ci sembrava di vedere o di sentire cose che non c'erano ma che erano frutto della nostra fantasia o per meglio dire, della nostra immaginazione. 
  9. L'Isola del Tre Dormienti o l'Isola di Ramandu. In quest'isola vicina alla Fine del Mondo, i nostri protagonisti trovano gli ultimi tre lord addormentati in un sonno profondo, provocato dal pugnale di pietra che la Strega Bianca aveva usato per uccidere Aslan ne "Il leone, la strega e l'armadio" sulla Tavola di Pietra. Qui conosciamo Ramandu, una stella in pensione che dice ai protagonisti che devono andare alla Fine del Mondo e lasciare lì un loro compagno e poi tornare indietro, soltanto in questo modo l'incantesimo sui tre lord svanirà. Ripicì si offre come volontario e di lui sappiamo solo che non farà più ritorno da quel luogo incantato. Caspian X si sposerà con la figlia (senza nome) di Ramandu, una stella anch'essa, che gli darà un figlio che comincerà una gloriosa stirpe di re buoni e giusti.


Un'altra cosa che ho notato in questo romanzo è che il sole diventa sempre più forte man a mano che Caspian X, Edmund, Lucy ed Eustachio si avvicinano alla Fine del Mondo, la terra dalla quale viene Aslan. Non hanno più bisogno né di bere né di mangiare né tanto meno di dormire e parlano sottovoce, questo secondo me è un segnale chiaro del fatto che essi si stanno avvicinando al Paradiso. Il Paradiso, nell'immaginazione cristiana comune, è rappresentato come un luogo idilliaco, lussureggiante con un grande cancello dorato (non voglio dire altro, lo capirete quando vi parlerò de "L'ultima battaglia"), ma è anche un luogo in cui tutti non hanno bisogno di fare tutte le cose sopra elencate, perché il semplice fatto di essere vicini ad un luogo sacro fa in modo che non abbiano bisogno delle cose elementari, in quanto il loro spirito è sazio già di per sé.

Aslan si manifesta a tutti loro sotto forma di agnello, prima di tramutarsi in un leone e anche questo è un riferimento cristiano: l'agnello (o Agnus Dei) infatti si riferisce a Gesù Cristo e al suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità - se vi ricordate bene, Aslan si sacrifica sulla Tavola di Pietra ne "Il leone, la strega e l'armadio" per redimere l'umanità, è il Cristo che si è immolato per gli uomini e poi risorge proprio come Gesù Cristo - questo non è altro che un altro dei tanti riferimenti a Gesù e alla Bibbia che Lewis ha messo nelle "Cronache di Narnia".

Adesso vi presento lo schema che ho fatto:

L'Imperatore d'Oltremare (Dio)
Il leone Aslan (Gesù Cristo, figlio di Dio, re del Regno di Cieli)


I fratelli e le sorelle Pevensie (soltanto in questo libro scopriamo il loro cognome) fanno parte della Vecchia Narnia, una Narnia leggendaria a cui Miraz e i suoi sottoposti non vogliono credere perché hanno paura. I Pevensie recuperano nel loro vecchio palazzo di Cair Paravel i doni che Babbo Natale aveva regalato loro ne "Il leone, la strega e l'armadio".

Una mentalità che non approvo, in quanto donna moderna, è il fatto che Edmund continui a rinfaccia alle sorelle Susan e Lucy che sono in grado di usare una mappa, che hanno altro per la testa, che non sanno fare questo e quello. E' chiaramente un punto di vista maschile, ma mi ha fatto girare le scatole durante tutto il romanzo.


Io ho amato molto anche questo romanzo, sebbene per motivi diversi. Le immagini sono molto più vivide che nei romanzi precedenti, la simbologia usata è resa esplicita quando Aslan dice a Lucy che lui c'è nel suo mondo, anche se con un nome diverso. In ogni caso, consiglierei a chiunque di leggerlo.

Vi lascio con una citazione tratta da "Il viaggio del veliero", in cui viene spiegato cosa prova Eustachio dopo essersi trasformato in drago nell'Isola del Drago e il cambiamento che avviene in lui proprio a causa di questa trasformazione:
Il piacere di essere amato, che prima gli era sconosciuto, e ancora più importante quello di amare gli altri, era ciò che impediva a Eustachio di farsi prendere dallo sconforto. Essere un drago era spaventoso. Ogni volta che vedeva la propria immagine riflessa, magari quando sorvolava un lago rabbrividiva dall'orrore. Odiava le enormi ali da pipistrello, l'orlo seghettato della schiena e gli artigli curvi e atroci. Aveva paura di rimanere solo e si vergognava a stare con gli altri.
Il pomeriggio, quando non c'era nessuno che avesse bisogno di lui come borsa dell'acqua calda, sgattaiolava dall'accampamento per andare a rifugiarsi tra il bosco e la spiaggia, raggomitolato su se stesso come un serpente. 

Giada

lunedì, maggio 12, 2014

Il viaggio del veliero, C.S. Lewis (prima parte)

Buon pomeriggio a tutti, lettori e bloggers! Oggi finalmente ho concluso il quinto magnifico racconto delle "Cronache di Narnia", ovvero "Il viaggio del veliero" e ho molto, molto da dirvi perciò penso che sia meglio cominciare raccontandovi tutto ciò che succede nel romanzo e in seguito, dirvi cosa ne penso. Diversamente dal post precedente, su "Il principe Caspian", dividerò questo post in due parti, com'ero solita a fare perché penso che questa Cronaca meriti una particolare attenzione.




"Il viaggio del veliero" (o in inglese: The voyage of 'the Dawn Treader') si svolge a Cambridge e non nelle campagne di Londra, come invece avviene nei primi due libri, e all'inizio di questo libro ci viene detto subito chi sono i protagonisti: Lucy, Edmund ed il cugino Eustachio Clarence Scrubb, il quale non crede alle favole che gli raccontano i suoi cugini Peter, Edmund, Susan e Lucy su un paese fantastico chiamato Narnia e per questo motivo dà loro sempre noia, infastidendoli ogni qualvolta ha tempo e deridendo ciò che lui crede essere un mondo di fantasia. Eustachio non chiama i suoi genitori 'mamma' o 'papà' ma li chiama Alberta e Harold, è un personaggio molto fastidioso e spocchioso, ma che fortunatamente con il proseguire del romanzo migliora. Dunque, i genitori dei Pevensie (finalmente scopriamo il cognome di Peter, Edmund, Susan e Lucy) sono dovuti andare in America e hanno deciso di portare Susan con loro perché è la più bella, lasciando Edmund e Lucy a casa dei suoi zii Harold e Alberta a passare l'estate con il loro antipatico e fastidioso cugino Eustachio. Qui venivano a sapere che Edmund e Lucy avrebbero preferito passare l'estate in campagna con il professor Dirke *rullo di tamburi* sì, proprio lui e proprio come pensavo io: il professor Dirke altri non è che Diggory Dirke, il bambino che abbiamo conosciuto nel primo romanzo delle Cronache: "Il nipote del mago". Inutile dirvi che ho fatto i salti di gioia quando ho scoperto che le mie teorie si erano rivelate esatte, anche perché penso possiate immaginare come mi sia sentita. Edmund e Lucy passano molto tempo insieme a chiacchierare nella cameretta di quest'ultima, cercando di stare il più distante che possono da Eustachio - e anche per ammirare il bellissimo quadro di una nave che ha a prua il muso di un drago e che il dipinto è così realistico da sembrare vero. Eustachio ha avuto qualche esperienza in nave, ma è sempre stato male, perciò anche solo guardare il dipinto gli fa venire il mal di mare. Eustachio chiede ai cugini cosa ci sia tanto di bello in quel dipinto, i tre cominciano a discutere e alla fine vengono trascinati dentro il dipinto dalla magia e finiscono in acqua. Nel libro precedente, ovvero "Il principe Caspian" ci viene detto che Lucy non sa nuotare, qui invece scopriamo che ha fatto molta pratica e che adesso è invece in grado di farlo tranquillamente. I nostri protagonisti vengono salvati da il re Caspian, ormai re di Narnia da 3 anni (anche se i fratelli e le sorelle Pevensie se ne sono andati da Narnia soltanto l'anno prima) che li accoglie nel loro galeone, chiamato "Il veliero dell'alba". Eustachio non la smette di lamentarsi e protesta senza sosta, tanto che scatena fin da subito le ire del valoroso combattente e cavaliere il topino Ripicì. Caspian dà a Lucy la sua cabina e lei si cambia mettendosi gli abiti di quest'ultimo, anche se le vanno grandi; Caspian aggiunge inoltre che Lucy dormirà nella sua cabina mentre Edmund e lui dormiranno nelle amache dove di solito dormono gli uomini che remano la nave quando non c'è bonaccia in mare. Caspian aggiorna i nostri protagonisti: ha delegato il trono al nano Briscola e con il benestare di Aslan ha deciso di passare un anno e un giorno in viaggio per mare alla ricerca dei lord, amici del padre di Caspian,che suo zio Miraz l'Usurpatore aveva mandato ad esplorare i Mari d'Oriente, molto al di là delle Isole Solitarie e in questo modo si era sbarazzato di loro, il compito che si è prefissato Caspian è quello di ritrovarli per riportarli a Narnia oppure vendicare la loro morte nel caso questi ultimi siano morti. Questi lord sono: Revilian, Argoz, Bern, Mavramorn, Octesian, Restimar e Rhoop. Il viaggio comincia anche per i nuovi arrivati, ma si dimostra molto più difficile di quanto avessero immaginato. Eustachio non fa altro che litigare con Ripicì e quando Ripicì lo sfida a duello per mantenere salvo il suo onore di topo parlante di Narnia, Eustachio decide di rifiutare il confronto - Ripicì però, non contento, gli infilza la spada nella mano, facendogli male. Come avrete già capito, Eustachio è il seccatore di questo romanzo e per un bel po' di tempo darà dei grattacapi alla ciurma della nave come quando vedendo Ripicì a poppa lo prenderà per la coda e lo farà roteare in aria, per poi scappare a rifugiarsi da Caspian quando si renderà conto che non doveva fare una cosa del genere. Piccolo #offtopic durante tutto il libro mi sono chiesta dove fosse Peter, perché per tutta la durata del libro sappiamo dov'è Susan e dove sono Edmund e Lucy, ma non sappiamo dov'è lui. Caspian, Edmund, Lucy e la ciurma di marinai (compresi Rhynelf e lord Drinian) approdano a Galma dove Caspian ed Edmund e Lucy vengono catturati per essere venduti come schiavi da un tizio che si chiama Pug, il quale vive del commercio degli schiavi e che cerca di vendere Edmund e Lucy (e alla fine ci riesce) mentre il "povero" Eustachio viene rifiutato persino come forza lavoro da quanto è fastidioso. Caspian finge di essere uno schiavo e viene portato via da un uomo che si rivela essere lord Bern, grazie al quale scopre dove si svolgono le aste degli schiavi e dopo aver abolito quella che io ritengo essere una sorta di moderna forma di tratta degli schiavi, libera tutti.  Siamo nell'isola di Galma e da lì i protagonisti raggiungeranno Terebinthia e in seguito Bren, Muil e le Sette Isole Solitarie: Avra, Doorn e Felimath. A Galma Caspian decide che non ci sarà più governatore e mille e mille scartoffie da riempire per prendere appuntamento con lui, tenendo anche conto che Galma deve un sacco di tributi al regno di Narnia, perciò nominerà al suo posto lord Bern, che diventerà duca dell'isola di Galma. Le avventure dei nostri eroi continuano, e dopo aver passato dei terribili momenti durante la tempesta che ha costretto i marinai e i nostri protagonisti a razionare il cibo e l'acqua (indimenticabile è l'episodio in cui Ripicì è stato posto a guardia del barile d'acqua - perché il rum e il vino erano finiti - e la sua discussione con il febbricitante Eustachio). Dopo questa pericolosa avventura, tutti giungono ad un'isola con una grande spiaggia e una grande foresta, e decidono di accamparsi lì per la notte; purtroppo però Eustachio non è dello stesso avviso e decide di andare in esplorazione tenendo come punto di riferimento il galeone. Eustachio sbaglia però via e si ritrova in una vallata con una grande caverna e con un drago morente che spira proprio davanti all'acqua del lago. Ma Eustachio non ha mai letto i libri che leggono i fratelli e le sorelle Pevensie, perché li riteneva inutili e/o sbagliati, perché se l'avrebbe fatto avrebbe saputo che quando c'è un drago c'è di sicuro un tesoro (mi viene in mente Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien) perciò dopo un primo momento di stupore e dopo aver aspettato che il drago morisse, Eustachio si avvicina al tesoro e avido, si mette al braccio un bracciale che improvvisamente si stringe, e stanco, si addormenta sopra al tesoro. Al momento del suo risveglio, Eustachio crede di ritrovarsi davanti un drago ma soltanto in seguito capirà che è lui il drago che vede, agitato, decide di sorvolare la baia e riesce a vedere dove finisce l'isola e dove si trovano i suoi compagni - sconsolato, dormirà da solo; mentre tutti si danno da fare per cercarlo. Il giorno dopo Eustachio si fa vedere e cerca di comunicare, ma non ci riesce, non ci riesce nemmeno con la coda visto che sulla sabbia ogni volta o cancella lui quello che scrive con la coda o l'acqua del mare gli porta via le scritte. Il drago Eustachio si dimostra essere un buon compagno ed un buon amico, molto meglio di quando era umano e un esempio di questo suo migliorato carattere si ha quando nell'isola piove e lui accende il fuoco, oppure quando si porta sulla spalla i marinai per vedere quanto grande è l'isola o anche solo quando lui riscalda tutti con la sua presenza; ma tutti si chiedono come faranno a portarlo via quando se ne andranno. Eustachio sogna Aslan che gli dice di liberarsi dalla pelle del drago e dopo averla grattata via tre volte non ci riesce, perciò Aslan gli dà un graffione sulla schiena che gli fa un male terribile e poi lo butta nell'acqua di una fontana e lui, gracilino, ne esce e nel raccontare tutto ciò ad Edmund, è convinto che sia un sogno, ma Edmund ribadisce che non lo è e che lui ha davvero incontrato Aslan. Il braccialetto sul suo braccio si è allentato e se lo toglie, Eustachio lo porge a Caspian ma Caspian non lo vuole e lo dona a Lucy, e nemmeno lei lo vuole perciò alla fine lo lanciano in aria e il bracciale finisce sulla punta di una roccia altissima che non è possibile raggiungerla né dal basso né dall'alto. Caspian arriva alla conclusione che forse il drago che Eustachio ha visto morire era uno dei lord amici di suo padre e nomina quell'isola disabitata L'isola del Drago Mentre proseguono verso i Mari d'Oriente, improvvisamente il grande Serpente Marino che tutti volevano incontrare (non avrebbero dovuto desiderarlo, a parer mio) li attacca con l'intento di stritolare la nave e ingegnosa l'idea di Ripicì: spingere il serpente giù da poppa e prua dove si è legato, visto che non si riesce a sconfiggerlo attaccandolo e il suo piano si rivela infallibile perché funziona alla grande. La seconda isola sconosciuta e disabitata che incontrano è un'isoletta identica alla precedente, con l'unica differenza che ha un grande lago dentro al quale c'è un uomo d'oro massiccio al suo interno e terrorizzato, Edmund consiglia a tutti di non bere l'acqua dell'isola, perché anche solo avvicinandosi con le scarpe, le punte di queste ultime sono diventate d'oro massiccio molto pesante - e non dimentichiamo che per sbaglio Edmund ha fatto cadere l'asta di Caspian nel lago perché era diventata pesante e d'oro zecchino come l'uomo dentro l'acqua. Caspian decide di nominare quell'isola L'Isola dell'Acquadoro e dice che nessuno a Narnia dovrà raccontare di questa scoperta, nemmeno al suo fido Drinian... Per fortuna c'è Lucy che ferma la discussione tra Edmund e Caspian riportandoli alla ragione, infatti dice a tutti di andare via da quel posto e Ripicì, che ritiene l'isola un luogo maledetto dalla magia, propone di chiamarla L'Isola delle Acquemorte, titolo che le rimarrà per sempre. La prossima isola che incontreranno è un'isola (stranamente) abitata ma da esseri o creature che non si possono vedere e che stanno pianificando un attacco, che Lucy sente per caso e che corre subito a riferire a Caspian e a Drinian. Il problema è che sono rimasti degli uomini nella barca che di sicuro non prenderanno sul serio i loro compari visto che queste creature sono invisibili e pertanto invece che di una battaglia penseranno che stiano soltanto esercitandosi con le spade, Lucy decide perciò di negoziare con loro. Gli esseri invisibili non sono altro che Inettopodi, esseri che sono sempre d'accordo con il loro capo 'saggio come un libro stampato' ecc. i quali dicono loro che nella casa c'è un mago, invisibile anch'esso, che li ha resi brutti e loro, non resistendo a vivere una vita in tale bruttezza, hanno deciso di tornare visibili ma non vogliono farsi vedere dal mago perciò Lucy deve andare e fare questo per loro, altrimenti daranno guerra ai suoi amici. Lucy accetta. Quella sera stessa, gli Inettopodi fanno una festa e danno molto cibo ai marinai e a Caspian, Edmund e Lucy Lucy è apparentemente calma, ma fa ciò che si era riproposta di fare e siccome si ricorda che gli Inettopodi le avevano detto che il mago ha il passo felpato di un gatto che non si sente quando arriva, sta attenta e raggiunge la stanza dove c'è il libro degli incantesimi: solo il mago e una bambina leggendo insieme quell'incantesimo possono farli tornare normali. Leggere il libro del mago è una delle più belle esperienze di Lucy, che resta incantata dallo stile delle parole e dai disegni delle pagine e quasi si dimentica della sua missione, sfoglia un bel po' di pagine fino a quando non si ritrova davanti all'incantesimo che rende più belli di qualsiasi mortal sospiro e immagina di essere più bella di Susan (la quale è stata mandata negli USA proprio perché considerata la più bella dei Pevensie) e che i regnanti di Narnia e delle Terre vicine e delle Terre del Selvaggio Nord avrebbero dato ferro e fuoco a tutto pur di conquistare il suo cuore, ma la piccola resiste alla tentazione e va avanti. Lucy si ritrova davanti ad un incantesimo che le mostra cosa le persone pensano davvero di lei, e nel vedere che una sua amica dalla debole personalità si è lasciata sopraffare da un'altra più forte, pensa che non voglia esserle più amica e per questo le dà della voltagabbana. Infine trova una bellissima storia che non dimenticherà mai e una volta tornata nel mondo reale  equiparerà ogni storia che leggerà a quella, non riuscendo a fare un confronto degno di questo nome. Dopo tanto leggere alla fine giunge all'incantesimo che rende visibili le cose invisibili e non sapendo se funzioni o no, decide di uscire ma proprio in quel momento incontra Aslan, che la sgrida per essersela presa con la sua compagna di scuola, il quale la accompagna dal mago Coriakin, un suo vecchio amico. Coriakin non è il mago malvagio descritto dagli Inettopodi, e dice che lui ha reso un favore a loro rendendoli 'più brutti' come dicono loro perché distraendosi dal loro aspetto fisico ora sono più belli e più simpatici. Gli Inettopodi ringraziano Lucy ed infine, felici per essere tornati visibili, approvano il loro capo quando dicono che Monottopodi è il nome perfetto per loro, anche se non riescono mai a pronunciarlo nel modo giusto.  Quest'isola sarà nominata da Caspian L'Isola delle Voci. Naviga, naviga per il mare finalmente tranquillo, i nostri eroi si ritrovano improvvisamente davanti ad un massa scura di tenebre, ed è importante notare come da un lato del mare ci sia il sole e il mare sia azzurro mentre pochi metri più avanti ci siano le tenebre più oscure, lì sentono un uomo chiedere aiuto e su ordine di Caspian lo tirano su, lo sconosciuto dice che quell'isola è chiamata 'L'Isola dei sogni che si realizzano' ma non dei sogni belli, degli incubi peggiori chiunque. Di lì a poco, tutti cominciano a sentire delle strane voci, anche Caspian è terrorizzato e ordina ai marinai di fare indietro tutta e di abbandonare quell'isola, ma una forza sembra attirarla a sé - nel momento in cui sembra che tutto possa solo peggiorare, improvvisamente si ritrovano fuori da quell'oscurità, nel caldo sole e nel mare più limpido che abbiano visto. Lo sconosciuto non è altro che lord Rhoop (il lord di cui Caspian non riusciva mai a ricordare il nome) e racconta ai marinai e passeggeri la loro avventura. Ma intanto parliamo un po' di Eustachio, il quale merita una menzione particolare per svariati motivi: dopo essere tornato umano dopo la sua trasformazione in drago, il carattere di Eustachio è migliorato notevolmente, anche se di tanto in tanto aveva delle ricadute che lo rendevano insopportabile a tutti; ha molto più coraggio (pensate che quando il Serpemente Marino ha attaccato il veliero lui si è dato da fare colpendolo con una delle migliori spade di Caspian mandandola in frantumi, ma dimostrando in questo modo la sua lealtà.) e di sicuro ormai crede a ciò che raccontavano i suoi cugini su Narnia e su quel mondo magico. Lord Rhoop non dorme da quando è in quell'isola e nemmeno nella nave riesce a chiudere occhio. Il tempo in mare va migliorandosi sempre di più, e se prima i ragazzi dovevano coprirsi gli occhi quando dovevano guardare il sole, ora cominciano a non averne più bisogno, proprio come sentono di non avere più bisogno di bere e di mangiare sempre e iniziano a parlare a voce bassa (questo davvero non sono riuscita a spiegarmelo, forse parlavano piano man a mano che la luce del sole si intensificava perché si stavano avvicinando ad un luogo sacro e proprio per questo non bisognava parlare ad alta voce in esso), con queste premesse giungono all'Isola dei Tre Dormienti, in cui si ritrovano davanti ad un grande banchetto con seduti a tavola tre uomini apparentemente morti e dalle lunghe barbe che li legano alla tavola. Una bellissima ragazza giunge da loro, dicendogli che suo padre si prenderà cura di loro, perché sono arrivati al principio della Fine del Mondo. Il padre di questa ragazza senza nome (una stella, ad ogni modo) è una stella in pensione che si chiama Ramandu, il quale spiega loro che per liberare i tre dormienti dall'incantesimo bisogna che uno dei compagni di Caspian rimanga nell'Estremo Oriente e il resto del gruppo deve tornare indietro, Ripicì si offre naturalmente volontario dicendo che non abbandonerà quella impresa fino  a quando non vedrà con i suoi occhi ciò che la ninfa gli raccontava a Narnia: "Dove cielo e mar s'incontrano/dove le onde dolci s'infrangono/ o valoroso Ripicì non dubitare/ troverai tutto ciò che cerchi/ a Oriente al di là dal mare", Ramandu propone ai marinai e ai ragazzi di far rimanere lord Rhoop nell'isola, stando vicino ai tre dormienti subirà il loro oblio stando loro vicino e in questo modo potrà recuperare il sonno perduto in questi anni - questo perché lord Rhoop non aveva voluto scendere per nessuna ragione al mondo sull'isola. Caspian e i marinai attraversano l'ultimo mare prima della Fine del Mondo, un meraviglioso, limpido e puro mare dove vivono delle creature marine per niente amichevoli, che con il solo sguardo minacciano i nostri amici; Drinian dice a tutti i passeggeri di non guardare sul fondo del mare, perché quelle creature traggono in inganno e posso spingere le persone a cercare di raggiungerle in fondo all'acqua e morire per causa loro (un po' come le sirene, beh, precisando: le sirene di Harry Potter o dei Pirati dei Caraibi, non so se rendo l'idea), Ripicì cade in acqua e vede le creature, però si accorge che l'acqua è dolce ed è molto più entusiasto di questo che non delle creature che ha visto. Ripicì cita di nuovo ciò che gli ha detto la ninfa: "Dove cielo e mar s'incontrano/dove le onde dolci s'infrangono/ o valoroso Ripicì non dubitare/ troverai tutto ciò che cerchi/ a Oriente al di là dal mare" ed è ancora più deciso di prima a rimanere lì per sciogliere l'incantesimo dei tre dormienti. Il sole è diventato sempre più luminoso e l'acqua è davvero dolce e pesante, che i nostri protagonisti non sentono più il bisogno né di dormire né di mangiare, tutto ciò che basta loro è bere l'acqua che li sazia a volontà. Ah, e parlano sempre solo se necessario, non parlano nemmeno più a bassa voce. Dopo quest'ultima avventura, arrivano ad un tratto di mare completamente ricoperto da ninfee dolci e profumatissime, e Caspian dice di non poter fare a meno di quel profumo anche se a volte sente di non poterlo più sopportare. Ripicì saluta i protagonisti e rimane sulla barca, nessuno dopo la fine della loro avventura l'ha più visto, ma tutti sono sicuri che lui abbia vissuto o viva felice nella terra di Aslan. La cosa incredibile, prima delle fine di tutto il libro è che tutti i personaggi si trovano davanti prima ad un'onda d'acqua dalla quale possono vedere attraverso e poi un muro invisibile ma tangibile. Eustachio precisa che il loro mondo è rotondo, non piano come quello di Narnia e Caspian quasi se la prende con loro perché non glie l'hanno detto subito, in quanto non è una cosa così ovvia per un Narniano come invece lo è per un inglese. Caspian annuncia a tutti che non potrà fare il viaggio di ritorno con tutti, anche se aveva promesso alla figlia di Ramandu che l'avrebbe fatto, Lucy cerca di riportarlo alla ragione ricordandogli che anche lui è il figlio degli uomini e che avrebbe dovuto aspettarsi che prima o poi Aslan gli avrebbe detto che sarebbe tornato nel nostro mondo. Caspian ammette che non era pronto per una notizia del genere, ma decide comunque di tornare nell'Isola dei Tre Dormienti a salutare la figlia di Ramandu. In quel momento tutti si ritrovano su un'isola (dal nome sconosciuto) e mangiano e bevono come se non avessero mangiato e bevuto nulla per tanto tempo, il che è vero. Lucy e i ragazzi trovano un agnello che parla loro e che si trasforma in Aslan, il quale spiega loro il motivo della loro avventura: lui ci sarà sempre nell'altro mondo, anche se con un nome diverso e sotto forme diverse - era questo lo scopo del loro viaggio, capire che lui può esistere anche nel loro mondo. Edmund e Lucy non potranno tornare mai più a Narnia, nonostante lo desiderino ardentemente. Aslan apre loro una porta in cielo e fa tornare Edmund, Lucy ed Eustachio nel mondo reale, a Cambridge. Caspian si sposerà con la figlia di Ramandu e darà vita ad una grande e gloriosa stirpe. Invece per quanto riguarda Edmund, Lucy ed Eustachio, una volta tornati a Cambridge nessuno di loro sarà più lo stesso e di sicuro Eustachio non sarà lo stesso prima della sua grande avventura nei mari di Narnia e nei Mari d'Oriente: infatti sua madre Alberta dirà che è diventato noioso come tanti per colpa dei Pevensie.

Che bel libro, lettori...L'ho amato davvero tanto e ci sono rimasta male quando è finito in quel modo. Di sicuro la tecnica di Lewis nell'associare Aslan a Gesù Cristo ha funzionato alla grande, se non meglio ancora, in questo libro, in quanto è evidente il riferimento a Gesù Cristo nelle ultime due pagine di questo gran bel romanzo. Ci sono però delle cose che non mi sono chiare, dei riferimenti che sento di dover chiarire o per meglio dire, delle teorie che sento di dovervi esporre nel post successivo che arriverà fra qualche giorno.

Vi lascio con questo brano tratto dal libro che mi ha commosso:
"Per favore, agnello." disse Lucy: "è questa la strada per il regno di Aslan."
"Non per voi." rispose l'agnello: "Troverete la strada per il regno di Aslan nel vostro mondo."
"Cosa?" esclamò Edmund: "Anche nel nostro mondo c'è una strada che porta ad Aslan?"
"In ogni via esiste una via che conduce al mio regno." disse l'agnello. Mentre pronunciava queste parole, dal bianco color neve il suo manto si fece marrone, quasi rosso. L'agnello divenne sempre più grande, e a tratto comparve Aslan in persona, gigantesco sulle loro teste mentre dalla criniera piovevano raggi di luce.
"Aslan." lo pregò Lucy: "Puoi dirci come si fa a venire nel tuo regno passando per il nostro mondo?"
"Te lo dirò ogni volta che vorrai." rispose Aslan: "Ma non ti dirò quanto sia lunga o breve la via per arrivarci. Sappi che bisogna attraversare un fiume, ma non temere: io sono colui che costruisce il ponte. Ora venite con me, fra un attimo aprirò in cielo la porta che vi condurrà a casa."
"Aslan, per favore." insistette Lucy: "prima di andare, vuoi dirci quando torneremo a Narnia? Per favore, fai che succeda presto...Ti prego."
"Carissima Lucy." rispose Aslan con gentilezza: "Tu e i tuoi fratelli non farete più ritorno a Narnia."
"Oh, no, Aslan!" esclamarono contemporaneamente Edmund e Lucy, con voce affranta.
"Ormai siete troppo grandi." spiegò il leone: "E' arrivato il momento di avvicinarvi al vostro mondo."
"Sai, non è tanto per Narnia." singhiozzò Lucy: "E' perché non ti vedremo più...Laggiù non ti vedremo più...Come potremo fare a meno di te."
"Sì, che m'incontrerai, amica mia." disse Aslan.
"Siete..Siete anche nel nostro mondo, signore?" chiese Edmund. 
"Sì." spiegò Aslan: "Solo che laggiù ho un altro nome e dovrete imparare a conoscermi con quello. E' questo il motivo per cui siete stati mandati a Narnia: adesso sapete qualcosa di me, anche se non molto. Vi sarà molto più facile riconoscermi nel vostro mondo."
[...]

E questo dialogo fra Edmund ed Eustachio, nell'Isola del Drago:
"Credo che tu abbia incontrato Aslan." rispose Edmund.
"Aslan!" esclamò Eustachio: "Da quando siamo saliti a bordo del Veliero dell'Alba l'ho sentito nominare decine di volte. Non so perché, ma credevo di odiarlo. In quei giorni odiavo tutto e tutti. A proposito, credo di doverti fare.."
"Va bene, va bene." lo interruppe Edmund: "Detto fra noi, ti sei comportato meglio di quanto abbia fatto io durante il mio primo viaggio a Narnia. Tu sei stato solo un po' noioso, io ho tradito i miei compagni."

Giada