venerdì, febbraio 13, 2015

Collaborazioni #1: San Valentino con i romanzi Neri Pozza (parte 1)

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Oggi inauguriamo la collaborazione con Neri Pozza Editore, però, dato che le novità per San Valentino sono davvero tante, farò un post per volta contenente quattro-cinque libri da farvi conoscere. Vi auguro come sempre una buona lettura.

LUCY FOLEY - IL LIBRO DELL'AMORE PERDUTO
Kate è una giovane fotografa che ha appena perso la madre, la famosa ballerina June Darling. Come se quel dolore non fosse già abbastanza, sua nonna Evie le rivela che June non era figlia sua, ma le era stata affidata da una signora che voleva restare anonima. Kate è sconvolta: deve assolutamente saperne di più. Partendo da una serie di lettere che la madre biologica aveva scritto a June fingendosi un’ammiratrice, e da un disegno firmato dal celebre artista Tom Stafford che ritrae una donna misteriosa, Kate decide di rintracciare Tom e chiedergli se la donna del ritratto è la sua vera nonna. Tom Stafford, però, è uno degli artisti più famosi d’America, mettersi in contatto con lui non è una cosa da poco. Quando Kate, però, mostra il ritratto alla sorella di Tom, lei decide di aiutarla e le dà l’indirizzo di una casa in Corsica, dove il fratello le svelerà la verità. Tom e Alice (così si chiama la protagonista del ritratto) erano stati vicini di casa da bambini, ma si erano persi ed erano tornati a incontrarsi prima nel 1928, a Londra, e poi di nuovo nel 1939, a Parigi. Il mondo è molto diverso da quello della loro infanzia. Il crollo delle borse ha ridotto alla fame molte famiglie e per le strade c’è chi parla di una Seconda Guerra mondiale alle porte. Eppure loro si sentono ancora innamorati come allora. Allora perché, come racconta Tom, Alice lo ha lasciato senza una spiegazione? Serviranno altre ricerche, per scoprire che Alice se n’era andata per occuparsi della figlia che portava in grembo (June), e lasciare a Tom la possibilità di diventare il grande artista che aveva sempre sognato. Il libro dell’amore perduto – i cui diritti sono già stati acquistati in più di dieci paesi – è un romanzo straordinario, pieno di poesia, che segue le vite di due innamorati attraverso l’Europa del Novecento. Ricostruendo epoche e atmosfere con l’abilità di una storica, e consegnandoci una delle più belle storie d’amore scritte negli ultimi anni, Lucy Foley ci parla di quelle esistenze che continuano a sfiorarsi, ma sono destinate a perdersi; e dell’amore più puro e infinito che esista: quello che poteva essere e non è stato.

«Il libro dell’amore perduto è magico, e Lucy Foley è un’autrice destinata a diventare una star».
Kimberley Young, HarperCollins

Lucy Foley è laureata in Letteratura inglese alla Durham University e specializzata in Modern Fiction alla UCL. Ha lavorato a lungo come editor presso la casa editrice inglese Hodder & Stoughton. Attualmente vive a Londra. Il libro dell’amore perduto, i cui diritti sono già stati acquistati in tutto il mondo, è il suo primo romanzo.

DAVID NICHOLLS - NOI
Douglas e Connie si conoscono alla fine degli anni Ottanta, quando il muro di Berlino era ancora in piedi. Trent’anni e dottore in biochimica, Douglas trascorreva allora i giorni feriali e gran parte del weekend in laboratorio a studiare il moscerino della frutta, ildrosophila melanogaster. Connie, invece, divideva il suo tempo con una «combriccola di artistoidi», come li chiamavano i genitori di Douglas: aspiranti attori, commediografi e poeti, musicisti e giovani brillanti che rincorrevano carriere improbabili, facevano tardi la sera e si radunavano a volte a casa di Karen, la sorella di Douglas piuttosto promiscua in fatto di amicizie, a bere e discutere animatamente. Ed è durante una festa nel minuscolo appartamento di Karen, in mezzo a sedici persone accalcate intorno a un asse da stiro, che Douglas si imbatte per la prima volta in Connie: capelli ben tagliati e lucenti, un viso stupendo, una voce sensuale, distinta ed elegante con i suoi vestiti vintage cuciti su misura, attillati e perfetti. Sono trascorsi piú di vent’anni da allora e Douglas e Connie sono sposati da decenni e hanno un figlio, Albie. Douglas ha cinquantaquattro anni e la sensazione di scivolare verso la vecchiaia come la neve che cade dal tetto. Connie è sempre attraente e Douglas la ama cosí tanto che non sa nemmeno come dirglielo, e dà per scontato che concluderanno le loro vite insieme. Una sera, però, a letto, Connie proferisce le parole che Douglas non avrebbe mai voluto sentire: «Il nostro matrimonio è arrivato al capolinea, Douglas. Penso che ti lascerò». Una storia finita, aggiunge Connie, con i diciassette anni di Albie che sta andando via di casa per proseguire i suoi studi d’arte altrove. Una storia da suggellare con un ultimo viaggio da fare insieme: il Grand Tour nelle maggiori città d’arte europee per preparare Albie a entrare nel mondo degli adulti, come facevano nel Settecento. Douglas, cui la vita sembra letteralmente inconcepibile senza Connie, decide che non può terminare tutto cosí, che l’amore non può svanire solo perché si è finito di occuparsi di un figlio. Accetta perciò di partire per quell’ultima vacanza insieme, un Grand Tour non per diventare piú colto, sofisticato e ricco d’esperienza come facevano nel Settecento, ma per riconquistare la moglie, e quel figlio che sembra scontento dell’uomo che sua madre ha scelto per metterlo al mondo. Romanzo commovente e irresistibile, atteso in tutto il mondo dopo lo strepitoso successo di Un giorno, Noi, selezionato per il Man Booker Prize 2014, è stato accolto dall’entusiasmo della critica e del pubblico nei numerosi paesi in cui è apparso.

«Al di là della struttura brillante e della storia romantica posta al centro, ciò che qui davvero conquista è lo sguardo di Douglas Peterson, la sua visuale leggermente fuori asse rispetto a quella dominante nel resto del mondo». 
Paolo Giordano, Corriere della Sera

«Nicholls racconta un matrimonio lungo vent'anni con una scrittura viva e modernissima».
Massimilano Parente, il Giornale

«Nicholls racconta come pochi altri libri il lento mutare dei rapporti umani, la drammatica parabola discendente dell'amore».
Massimiliano Parente, il Giornale

«Ma David Nicholls rende esilarante ciò che è lo spauracchio di ogni coppia: con ritmo serrato e humor britannico racconta l'ultimo viaggio di una famiglia attraverso le città d'arte d'Europa. Una sorta di Grand Tour dei giorni nostri».
Manuella Sasso, Diva e Donna

«David Nicholls torna con una storia densa, polemica, artigliante, feroce, ma sempre dolcissima, dal titolo breve che rimbomba come un'esplosione: Noi».
Francesco Mannoni, Giornale di Brescia

«Occorrono leggerezza e profondità in dosi uguali e ironia anche un po' caustica per scrivere di (buoni) sentimenti. David Nicholls possiede la misura».
D.Repubblica.it

«Noi è un libro in cui Nicholls conferma le sue grandi capacità di disegnare personaggi credibili, incerti e pieni di umanità».
Coming soon.it

«Dopo Un giorno lo scrittore inglese torna a parlare di sentimenti: assumendo il viaggio come momento rivelatorio, affronta le dinamiche coniugali e il rapporto fra genitori e figli con una narrazione che oscilla fra presente e passato e un finale aperto che spiazza il cuore».
Marzia Fontana, il Venerdì


David Nicholls ha lavorato a lungo con la BBC realizzando adattamenti shakespeariani e numerose serie di successo, premiate con due nomination per i BAFTA Awards. Tra i suoi romanzi Le domande di Brian (BEAT 2011), Il sostituto (BEAT 2012) e Un giorno(Neri Pozza 2010), da cui è stato tratto un celebre film diretto da Lone Scherfig, con Anne Hathaway e Jim Sturgess.

MARIE-MADELEINE PIOCHE DE LA VERGNE - LA PRINCIPESSA DI CLEVES
Un giorno, alla corte di Enrico II e Caterina de’ Medici, fa la sua apparizione una giovane donna di stupefacente bellezza. La sua grazia abbaglia tutti i cortigiani, ma la misteriosa adolescente sembra del tutto impermeabile alle lusinghe della galanteria e della mondanità; la madre, infatti, le ha ispirato sentimenti virtuosi e l’ha messa in guardia contro le insidie amorose. Il principe di Clèves, tuttavia, riesce a conquistare la sua stima e a sposarla. L’amore-passione è ancora, per l’eroina di questo romanzo – che è a giusto titolo considerato il primo, sorprendente esempio di romanzo psicologico moderno – un territorio sconosciuto. Il destino le farà incontrare, intempestivamente, un uomo giovane e bello, fra i più desiderati della corte: il duca di Nemours. I due si innamorano a prima vista durante un ballo memorabile che è fra le pagine più note della letteratura francese, ma il duca preferisce non manifestare subito i segni della propria passione; e la principessa, dal canto suo, si oppone con tutte le forze a un sentimento che la turba per la sua natura indecifrabile e la violenza che lo caratterizza. La ferma volontà di restare fedele a un marito premuroso e buono, che nutre per lei un amore profondo, le impedisce peraltro di contemplare la possibilità di una relazione adulterina. Inizia così un romanzo di formazione singolare, che sovverte radicalmente il copione galante e anticipa temi e atmosfere della grande stagione del romanzo settecentesco. La madre della ragazza, che intuisce subito il pericolo, le presenta il suo innamorato come un disinvolto libertino, ma l’espediente, inutile dirlo, non sortisce l’effetto sperato; al contrario. Ecco dunque dipanarsi da questo momento una trama articolata secondo una drammaturgia al tempo stesso rigorosa e incalzante, che culmina nella scena della confessione al marito, da parte dell’eroina, della propria passione per un altro uomo; scena “scandalosa” quant’altre mai, perché incrina un codice basato sulla strategia della dissimulazione che governa il sistema claustrofobico della corte. Poco più di un secolo dopo, un altro inedito personaggio femminile farà la sua comparsa sulla scena letteraria francese: quella presidentessa di Tourvel delle Relazioni pericolose che, discendente diretta della Princesse, capovolge a sua volta in maniera irrevocabile le regole del gioco erotico libertino spianando la strada all’avvento dell’eroina romantica moderna.

Marie-Madeleine Pioche de la Vergne, meglio conosciuta come Madame de La Fayette (dal nome del marito), nacque a Parigi il 18 marzo 1634. Dopo la separazione dal conte de La Fayette, diventò dama di corte di Enrichetta d’Inghilterra, cognata del re, e fu amica intima di Madame de Sévigné, di cui scrisse un ritratto. La principessa di Clèves (1678) è la sua opera più famosa e ottenne da subito un grande successo. Ebbe una lunga relazione con La Rochefoucauld, conclusasi solo con la morte dell’autore delle Maximes nel 1680. Morì il 25 maggio 1693.

RICHARD C. MORAIS - AMORE, CUCINA E CURRY
Hassan Haji, secondogenito di sei figli, è nato sopra il ristorante di suo nonno, in Napean Sea Road a Bombay, vent’anni prima che fosse ribattezzata Mumbai. Ed è cresciuto guardando la figura esile di sua nonna che sfrecciava a piedi nudi sul pavimento di terra battuta della cucina, passava svelta le fettine di melanzana nella farina di ceci, dava uno scappellotto al cuoco, gli allungava un croccante di mandorle e rimproverava a gran voce la zia. Tutto nel giro di pochi secondi. E ha capito infine come va il mondo osservando suo padre, il grande Abbas, girare tutto il giorno per il suo locale a Bombay come un produttore di Bollywood, gridando ordini, mollando sberle sulla testa degli sciatti camerieri e accogliendo col sorriso sulle labbra gli ospiti. Naturale che quando l’intera famiglia Haji, i sei figli di età compresa tra i cinque e i diciannove anni, il grande Abbas, la nonna vedova, la zia e suo marito, lo zio Mayur, si trasferisce, dopo la tragica scomparsa della madre di Hassan, prima a Londra e poi a Lumière, nel cuore della Francia, sia proprio lui, Hassan, a prendere il posto della nonna Ammi ai fornelli della Maison Mumbai, il ristorante aperto a Villa Dufour dal grande Abbas. Un locale magnifico per gli Haji, con un’imponente insegna a grandi lettere dorate su uno sfondo verde Islam, e la musica tradizionale indostana che riecheggia dagli altoparlanti di fortuna che zio Mayur ha montato in giardino. Peccato che abbia di fronte, dall’altra parte della strada, un albergo a diverse stelle, Le Saule Pleureur, il salice piangente, con un’insegna che si muove impercettibilmente con il vento, il giardino roccioso coperto di muschio, le vecchie stalle dalle finestre con i vetri a piombo. Peccato poi che la proprietaria del locale, una dal sindaco, sostenendo che un albergo come Le Saule Pleureur, che vede ai fornelli lei, la vestale dell’arte culinaria francese, la chef degli chef apprezzata da gente come Valéry Giscard d’Estaing e il Barone de Rothschild, la gloria dell’establishment gastronomico francese proveniente da una delle più illustri e antiche famiglie di grandi hôteliers della Loira, premiata con ben due stelle dalla guida Michelin, non può avere dall’altro lato della via un bistrò indiano che spande la puzza di cibi unti per tutto il vicinato! Popolato di personaggi eccentrici, ricco di divertenti disavventure culturali, ambientazioni vivaci e squisite ricette, descritte con dovizia di particolari, Amore, cucina e curry svela le trame interne all’esclusivo mondo dell’haute cuisine francese e narra la storia toccante di un ragazzo indiano che si conquista il proprio posto nel mondo. Precedentemente apparso col titoloMadame Mallory e il piccolo chef indiano, il romanzo viene ora riproposto in una nuova edizione, in contemporanea con l'uscita del film omonimo diretto dal Premio Oscar di Chocolat.

«Un romanzo ricco di fascino, scritto in maniera brillante, sensuale ed evocativa».
Joanne Harris, autrice di Chocolat

«Una storia di rivalità tra ristoranti, e di lotta per accaparrarsi le stelle Michelin, raccontata divinamente».
Simon Beaufoy, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura di The Millionaire


Richard C. Morais è un americano nato a Lisbona che ha trascorso gran parte della sua vita in Europa. La sua carriera nel mondo del giornalismo è iniziata a New York nel 1984. Nel 1986 si è trasferito a Londra, dove ha vissuto e lavorato per 17 anni come corrispondente di Forbes. Madame Mallory e il piccolo chef indiano è il suo primo romanzo.

Vi saluto con una citazione di Lucy Foley: "People are here to do reckless things, stupid things they might later regret, though the point of it all is in not regretting. For the idea of the party is youth.” ― Lucy Foley/ "Le persone sono qui per fare cazzate, cose stupide di cui potrebbero pentirsene più avanti, sebbene il punto di tutto ciò non è pentirsene. Il divertimento è gioventù."
(Lucy Foley)

Giada

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