domenica, dicembre 10, 2017

RECENSIONE de L'unica mia eccezione di Anna G.

Buona sera, bloggers e lettori! A poche settimane dalla fine dell'anno, ho preso coscienza che nemmeno impegnandomi quanto sto facendo ora, riuscirò mai a completare la mia Goodreads Reading Challenge. E con questo sono tre anni che non raggiungo il mio obiettivo annuale. Ma non importa, ci riproverò, mettendo la stessa quantità di libri, anche l'anno prossimo.

PREMESSA
"Contro ogni regola" mi ha fatto conoscere e amare David Tremblay e Charlotte Leclerc, lasciandomi in sospeso con un finale a cliffhanger terribile. "L'unica mia eccezione", il sequel e finale della duologia No Rules, ci ripresenta gli stessi personaggi, che si ritrovano a fare i conti con le conseguenze delle loro azioni.

TRAMA (DA GOODREADS)
«È il dio romano Giano chiuso in un paio di ali. Sta a significare che, come lui, ogni persona ha due facce, una buona e una cattiva, un passato e un futuro e vanno comprese entrambe nella persona che amiamo».

Questo è l’ultimo insegnamento che David ha voluto lasciarle.
E lei lo aveva compreso il suo lato oscuro e malato, si era lasciata vivere e lo aveva amato, come mai aveva fatto nella sua vita.
Anche nel loro ultimo incontro, nel loro ultimo bacio.
Charlotte sente ancora sulle labbra il sapore di quell’ultimo aspettami che le aveva chiesto.
Distante chilometri, dopo essere scappata, cercherà di rifarsi una vita attendendo con ansia il suo ritorno perché, ne è certa, un giorno potranno viversi in pace. Lontano dai cattivi, lontano da Blumas, in una nuova esistenza serena.

Ma Charlotte non ha fatto i conti con il più terribile dei maligni : il destino. Lo stesso destino che l’aveva trascinata allo Sweet Hollow, e che le darà filo da torcere.
È un maremoto di emozioni e colpi di scena, quello in cui si trova catapultata, dove solo il cuore conosce la verità.
Perché contro ogni regola si è innamorata di lui,
contro ogni regola la sua anima gli apparterrà per sempre,
contro ogni regola dovrà lottare in nome del loro amore.

IL ROMANZO FA PARTE DELLA DUOLOGIA "NO RULES".
CONTRO OGNI REGOLA - VOLUME 1
L'UNICA MIA ECCEZIONE - VOLUME 2

RECENSIONE
"L'unica mia eccezione" è il sequel molto atteso di "Contro ogni regola", un romanzo senza alcun dubbio interessante e coinvolgente, ma che a mio avviso presenta alcune lacune che vi spiegherò più avanti. Il romanzo riprende da dove "Contro ogni regola" era finito, presentandoci Liam e Ryan che fanno i conti con la morte del loro amico David, e Charlotte che vive una vita vuota e grigia a Praga. Per Charlotte è molto difficile proseguire con la sua vita, voltare pagina, perché l'amore malato che c'era tra lei e David le è entrato così sotto pelle da renderle impossibile vivere una vita normale. Una vita nella quale non si deve preoccupare di Jason Blumas. Sì, perché in un ultimo disperato tentativo, David Tremblay si è sacrificato per lei, affinché scappasse all'estero e potesse iniziare una nuova vita senza di lui al suo fianco. Purtroppo per Charlotte fare tutto questo è quasi impossibile, dato che le manca da morire l'amore della sua vita.

O sarà semplicemente che la mia indole è stata contaminata da quella di un uomo. Un uomo che ha distrutto la mia esistenza. O che mi ha salvata. 
Il cielo è per chi sogna, io ho bisogno della mia. Una realtà che, ora, appare spaventosa.
(Charlotte Lerclerc)

Al suo fianco ci sono Blanka e Viktor, i due amici di Liam che l'hanno portata in salvo. Per gran parte della prima parte del romanzo vediamo Charlotte trascinarsi in un grigiore intenso, che ha come fil rouge il dolore e la sofferenza per la perdita di David. Le cose nella sua vita cominciano a cambiare quando conosce il direttore della KK, un'agenzia di moda. che le da un lavoro. Qualche giorno dopo Charlotte farà conoscenza con l'attraente Pavel, e sebbene una parte di lei voglia voltare pagina, non lo farà perché fedele a David. Quando sulla sua scrivania cominciano a comparire degli strani biglietti, la paura torna ad attanagliarla, facendole temere il peggio.

Il romanzo presentai POV di Charlotte e di altri vari personaggi, presentando le diverse emozioni e i diversi pensieri che essi provano. Devo ammettere che tale struttura mi ha un po' perplessa, più che altro perché non sono POV alternati. E siamo arrivati alla parte che è più difficile da scrivere per me, poiché parlerò delle motivazioni che mi hanno spinto a dare 3,5 stelle. Innanzitutto devo dirvi che, per gran parte del romanzo, pensavo che avrei dato tre stelle. Perché? Vi chiederete voi. Come prima cosa, ci sono tantissimi avverbi in -mente, che rallentano la lettura. Mi capita di segnalare la presenza di tali avverbi solo se sono davvero molti, e mi dispiace dirlo, ma questo è il caso. La seconda cosa che devo segnalare è l'uso scorretto di determinati verbi: "...Se riesco a far appioppare sul mio volto un'espressione quanto meno tranquilla" (La Treccani dice che va usato in questi casi: 1. Legare ai pioppi (le viti); piantare a pioppi (un terreno). 2. fig. Dare, affibbiare: a. una bastonata, un pugno; infliggere: a. una multa, una contravvenzione, un lavoro ingrato; addossare, attribuire: appiopparono a lui tutta la responsabilità; gli appiopparono un nomignolo veramente ridicolo.), "Guido, corro, mangio i chilometri, me ne frego della velocità e della foga con la quale mi sto avvicendando in città, (...)" (Sempre la Treccani, dà queste definizioni per "avvicendare": Fare, o mettere a vicenda ora una cosa ora un’altra: a. il lavoro e il riposo; a. il grano col trifoglio, nella rotazione delle colture; anche di persone: a. i reparti combattenti; a. i soldati di guardia alla polveriera. Rifl. con valore reciproco, succedersi a vicenda: ci avvicendiamo nei turni di assistenza; spesso sostantivato:l’avvicendarsi delle stagioni. ◆ Part. pass. avvicendato, anche come agg.: colture avvicendate.), "Sopravvenendo a qualsiasi consiglio e regola che Klein ha cercato di impormi, (...)"/ "(...), posso combattere Jason da lontano, sopravvenendo a ciò che ho promesso a Charlotte, (...)" (La Treccani dice questo del verbo sopravvenire: a. Con riferimento a persone, arrivare, giungere dove già sono altri, per lo più all’improvviso e inaspettatamente (cfr. il sinon. sopraggiungere), b. Con riferimento a fatti ed eventi, verificarsi a seguito di altri fatti, modificando la situazione che s’era precedentemente determinata, c. Con sign. più generico, giungere, venire, 2. tr., ant. Sopraggiungere; cogliere di sorpresa, raggiungere inaspettatamente). "Le ho intentate tutte, qualsiasi causa mi invogliasse a non pensare alla mia povera (...)" (Sempre la Treccani, dice: Promuovere un’azione giudiziaria: i.un processo, una lite; i. causa a (o contro) un debitore insolvente. Nell’uso letter. ant., anche con il sign. generico di tentare, cercar di fare, o intraprendere: i. guerra, i. un’impresa. In questo caso sarebbe stato preferibile usare solo tentare). Verbi rari o desueti, alcuni derivati da calchi linguistici: "Le sue labbra sono escandescenti" (Treccani: [dal lat. excandescens -entis, part. pres. di excandescĕre «accendersi», der. di candere «scintillare, essere acceso»], raro. – Che dà in escandescenze.), "La puzza di cenere che perpetra l'aria." (Da la Treccani: Commettere intenzionalmente, mandare a effetto azioni disoneste, malvagie o illecite: p. un delitto, un misfatto, un tradimento; tutte le ingiustizie e le turpitudini che qua si perpetrano (Pirandello). "Distraendomi con il suo lungo eloquio" (Okay, ammetto che non sapevo cosa significasse eloquio prima di leggerlo, perciò ecco la definizione della Treccani: Il parlare, il modo di parlare:esporre con facile, con ornato e.; abbondanza di eloquio.), "Inizio un breve scambio conversativo con lui". (Treccani: Proprio della conversazione, colloquiale; anche, affabile: parlare con tono conversativo.)  Espressioni dialettali o forme dialettali che stonano col contesto: "Smuove la sicurezza" (la cintura, ndr), "Le sue labbra sono escandescenti" (Treccani: [dal lat. excandescens -entis, part. pres. di excandescĕre «accendersi», der. di candere «scintillare, essere acceso»], raro. – Che dà in escandescenze.), "Ho qualche ora per prepare un bagaglio, e lei mi sta aiutando, ma l'unica cosa che sembra spassionarla è la figura da idiota che ho fatto con il capo." (Treccani: Sfogarsi con altri delle proprie pene, delle proprie preoccupazioni, dei proprî crucci: la signora, ... cominciò a spassionarsi del cattivo governo che della povera sua casa s’era fatto delle artiglierie borboniche (G. Bandi); quel poveretto si veniva a spassionare con me (Bacchelli)). Errori nelle varie forme del congiuntivo: "Quasi come se abbia sentito i miei pensieri, Charlotte mi prende entrambe le mani e se le porta sul cuore", "Se David fosse morto davvero, questo posto è l'ultimo dove saresti voluta essere.", "Il fatto che vorrebbe colpirmi una seconda volta mi ricorda da morire il temperamento di sua figlia", "Il mio amico riprende la ragione e decide di aiutarmi, nonostante come lo stia trattando", "Mi chiedo come sia possibile che tutti, ultimamente, mi abbandonano". Errori di vario tipo su genere e numero ("Sono una ragazza abbastanza sveglia da capire che questo tipo di discorsi, incentrati sull'evidenziare le caratteristiche di un dipendente, ha come fine un unico obiettivo: la promozione o il licenziamento"), genere e pronome relativo ("La leggerezza con il quale sostiene la frase che ho appena pronunciato (...)").

Mi dispiace moltissimo aver abbassato il punteggio generale, tuttavia gli errori presenti erano troppo grandi. Non sono una maestrina, non sono nessuno a dire il vero, ma sto male ogni volta che faccio queste analisi perché non è facile nemmeno per me scriverle. Spero che vogliate comunque dare una possibilità al libro di Anna, perché la storia è bella, però la mia analisi verte maggiormente sulla forma e sto male quando una storia con dell'ottimo potenziale viene penalizzata in questo modo.

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro, che vi consiglio comunque di leggere, così da potermi dire le vostre impressioni a riguardo.
"Le tenebre mi hanno ingannata, le tenebre mi hanno salvata. 
Da quelle stesse tenebre ritroverò la luce."
(Charlotte Leclerc)

xoxo,
Giada

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