PREMESSA
A gennaio, quando ero nella mia fase acuta di lettura, volevo recuperare Il Regno dei Malvagi. Poi, dato il mio bisogno di scrivere il mio di romanzo, ho accantonato questa lettura a favore della mia scrittura. Una buona scelta, dato che in due mesi ho scritto più di 300 pagine e che ora sto abbastanza da schifo per riuscire a continuare a farlo. Ma, tornando a noi... I Tortellini di Spaghetti Fantasy mi avevano avvertito che questo libro era brutto, davvero molto brutto, ma io speravo di smentirli. Insomma, fino a quando non l'avrei letto, non avrei potuto dare un giudizio. La cover, poi, mi ispirava un sacco. Cioè, fantasy dark? Count me in! Peccato che non solo sono stata estremamente delusa da questo romanzo, ma mi ha pure fatta incazzare come solo pochi romanzi, da quando sono blogger, ci sono riusciti. I motivi li troverete sotto, e sono tanti, ma cercherò di stringere perché Cobra Kai mi aspetta su Netflix. Tanto ho già deciso quale sarà la mia prossima lettura, e spero in un palate cleaser per togliermi di dosso tutta questa bruttura.
TRAMA (DA LIBRIMONDADORI.IT)
Emilia e Vittoria sono gemelle; appartengono a una delle tredici famiglie di streghe nascoste a Palermo ma, come tutte, stanno bene attente a celare la loro vera natura. Per questo lavorano da Mare e Vino, il rinomato ristorante di famiglia, come due normalissime ragazze.Una sera, però, Vittoria non si presenta al lavoro. Sarà proprio Emilia a trovare il cadavere profanato della sorella. Distrutta dal dolore, decide che farà di tutto per scoprire chi sia il brutale assassino e vendicarla. Anche a costo di usare la magia nera, da tempo messa al bando. Anche a costo di allearsi con Ira, uno dei sette Principi dell’inferno, i Malvagi. Fin da quando era piccola, le hanno sempre detto di guardarsi da loro, ma Ira giura di essere dalla sua parte, e di aver ricevuto l’incarico di risolvere il mistero degli omicidi che stanno insanguinando la Sicilia. Ciò che Emilia dovrebbe ricordarsi è che, quando si ha a che fare con i Malvagi, niente è come sembra.
RECENSIONE
Santo cielo, raga! Questo romanzo è la perfetta depiction di come il mondo letterario italiano sputa merda sugli autori self e gli rompe le palle per le ricerche fatte/non fatte, e fa passare questo per romanzo per bellissimo e top. Ne ho letti di romanzi brutti, da quando sono blogger. Ne ho letti, anche fuori il mio range di età, che ho amato da una parte e odiato dall'altra. Ne ho letti di talmente brutti da essere come una droga, che ti spingevano ad andare avanti a leggere solo per scoprire quale altra stronzata avrebbe fatto la protagonista (Kiss me like you love me, per esempio), ma questo... Questo li supera tutti. Tutti. Ci ho messo due settimane a finirlo, e non mi succede mai. Io i fantasy me li mangio a colazione. Ero curiosa di scoprire questo. Ci ho messo tutta la mia buona volontà, ma non sono proprio riuscita a mandarlo giù. Sorry not sorry.Il Regno dei Malvagi comincia con Emilia Di Carlo, una strega di diciotto anni, molto introversa, chiusa in se stessa e amante dei libri. Il completo opposto della sua ribelle e procace sorella gemella, Vittoria. Emilia è innamorata del frate del convento, il bel Antonio. Ma Emilia, però, non è una strega qualunque. E' una delle 13 streghe degli astri (o delle ombre, non ho ancora ben capito quale delle due lei sia) sparse per tutta Palermo, che non possono avere contatti ma con cui lei ha contatti, vedi Claudia Santorini (e scusate, qui ho riso forte. Perché è inverosimile che in Italia ci siano cognomi così assurdi, come quello di un'isola greca) che dapprima è sua amica, poi cambia e diventa la sua amica del cuore e poi alla fine diventa la sua migliore amica. Vittoria viene uccisa brutalmente dai Malvagi, i Principi dell'Inferno che dapprima viene detto che non possono lasciare i loro Regni o devono farlo solo su invito, e poi scopri che gironzolano in giro per Palermo come se niente fosse senza alcuna costrizione magica. La cosa più assurda di tutte è, senza dubbio, il periodo storico in cui è ambientato il romanzo. Quando Emilia parla (perché è tutto scritto in prima persona, col suo POV) sembra che il romanzo sia ambientato ai giorni nostri, ma no. La Maniscalco ci dice che, invece, è ambientato nel Regno d'Italia nel 1800. Il Regno d'Italia ha avuto luogo tra il 1861 e 1946, quindi potrebbe essere ambientato in uno qualsiasi di questi anni, data la vaghezza con cui viene descritta ogni cosa. A ciò si aggiunge l'assurdità del ristorante della famiglia (l'autrice ci fa sapere, nella dedica, che lei ha un ristorante di famiglia in Sicilia, btw) e che quindi Emilia e Vittoria (cioè, prima che lei morisse malamente) dovevano occuparsi dei servizi serali e del mattino. Tralasciando l'elemento della lunga coda al loro ristorante, i ristoranti manco esistevano nel periodo storico vago indicato, quindi mo non ha nessunissimo senso. Le do atto solo per aver descritto dei piatti davvero invitati nel libro, ma solo questo. Se avesse messo lo stesso impegno in che so, fare ricerche per il libro, sarebbe stata una scelta molto più saggia. Come qualcuno ha detto su Goodreads, questo non è né uno YA né un NA Dark Fantasy, è un libro di cucina.
Emilia evoca, contro la sua volontà, il Principe Ira. Ira, la cui unica caratteristica è l'esser figo, a quanto pare. E la santerellina inizia a metter in dubbio tutte le credenze che le sono state inculcate dalla Nonna fin da quando era una bambina. Una cosa che mi ha lasciato davvero perplessa è che gli americani pensano che gli italiani siano solo questo: cucina, tanto cibo e mercati dove contrattare il prezzo delle cose. Ma sul serio? Siamo solo questo??? I Principi dell'Inferno dovrebbero essere dei personaggi crudeli, sanguinari, egoisti. Ma sono delle macchiette. Macchiette, vi giuro. E po' Emilia è un plot armor senza uguali; qualunque cosa le succeda, lei sopravvive sempre. Mi ha ricordato i personaggi di Riverdale o di Teen Wolf, dove non muore mai nessuno veramente. O dove nessuno si ferisce a tal punto da rischiare di morire. Tra l'altro, Emilia si comporta malissimo con Ira, che in realtà è piuttosto gentile nei suoi confronti. Emilia è una idiota. L'ho detto su Instagram, su Goodreads, e lo dico anche qua. E' una idiota decerebrata. Passa da essere una santerellina e una boriosa arrogante odiosa, e personalmente l'avrei presa a schiaffi più di qualche volta. Vittoria, il personaggio davvero interessante, è morto all'inizio quindi non si fa nada. Ma poi vogliamo parlare dei Principi dell'Inferno? La struttura del loro mondo è vaga, ancor più vaga della Sicilia del Regno d'Italia della Maniscalco, e pensavo che il diavolo fosse un'entità a se stante e non che fosse il Principe Superbia. Ma poi perché??? Che senso ha?? Questa cosa mi ha mandata tantissimo in confusione, non ne capivo davvero il motivo. Gli editor dicono sempre che, anche quando siamo in un contesto fantasy, le regole devono essere ben chiare. Cioè, non puoi cambiarle dal giorno alla notte senza una motivazione plausibile. Quindi, Kerri, perché hai reso il diavolo nella figura di Superbia, quando ce l'hai menata per 300 pagine facendoci credere che fossero due cose diverse???
Giuro, ci ho provato a farmelo piacere. Fino a pagina 200 pensavo 'è così brutto che è pure bello' (allego gif esplicativa sotto), ma poi è stata una fiera dello stereotipo italiano e dell'assurdo. Voglio dire, se volevo dell'assurdo scritto bene mi leggevo il Realismo Magico e non questo libro brutto. Perché è davvero brutto. Molto molto brutto.
Il finale mi ha incuriosita molto, quindi spero che migliori col tempo. Se c'è una cosa che After mi ha insegnato è che anche i libri brutti possono migliorare col tempo, basta averne fiducia. Ti concedo una seconda chance, Maniscalco. Ma solo perché mi ritengo una persona di ampie vedute e disposta a riprovarci. Spero, però, che tu non mi deluda.
Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi invito comunque a leggere.
"Quella non era una favola. Nessuno l'avrebbe strappata dall'abbraccio della morte. Io avrei dovuto proteggerla."
(Emilia Di Carlo)
xoxo,
Giada
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