PREMESSA
Ricordo perfettamente quando Io sono buio è stato pubblicato, nel 2016. Avevo il blog da tipo due anni, credo, e collaboravo saltuariamente con Fabbri Editori. Una parte di me sperava che mi avrebbero reso parte del lancio di questo romanzo, all'epoca, perché volevo crescere, volevo farmi conoscere, ma ero anche tanto avida di storie. E questa, in particolare, mi aveva attirato particolarmente. Io sono buio è stata una delusione totale, su tutta la linea. Gli ho dato due stelle, ma per quanto mi riguarda potrei benissimo averna data una, perché non mi è piaciuto. E' stata una sofferenza terminare questo romanzo.
TRAMA (DA IBS.IT)
Un triangolo avvelenato in cui forze potenti tendono gli animi: desideri di riscatto, gelosie tremende e un'ambizione sfrenata."La domanda è: cosa sei disposta a sacrificare, figlia del drago? Cosa ti lascerai portare via per conquistare anche tu il potere?»
Una principessa non dovrebbe essere brutale. Ma Lada, figlia di Vlad Dracul, è diversa da ogni altra: affamata di potere fin da piccola, preferisce la lotta e i coltelli alle bambole. L'esatto contrario del fratello Radu, dolce, bellissimo e delicato come un bocciolo di rosa. Quando i due vengono lasciati in ostaggio dal padre, ancora bambini, al sultano dell'Impero Ottomano - prigionieri di un sovrano crudele e sottomessi a una cultura completamente diversa dalla propria - Lada inizia a progettare la sua spietata vendetta. Mentre la ragazza si prepara a combattere, il figlio del sultano Mehmed si mette tra lei e il fratello, spingendoli a diventare rivali. Avvolta in un vortice di passioni turbinose, Lada si troverà di fronte alla scelta più difficile: portare a termine il suo piano o arrendersi all'unico nemico che forse non è in grado di sconfiggere, l'amore.
RECENSIONE
Beh, rag3. Non so da dove cominciare con questa recensione, perché ho così tante cose da dirvi che potrei fare notte. Cioè, non so se rendo l'idea di quanto non mi sia piaciuto questo romanzo. Mi aspettavo un forbidden romance, di cui abbiamo avuto sì e no due pagine in croce, e invece mi sono ritrovata a leggere uno storico-non storico-retelling di Dracula-genderbent che faceva acqua da tutte le parti. Vi ho già accennato il ritmo narrativo, che per me è fondamentale in una storia. Ecco, qui vi spiegherò perché non ha funzionato.
Ma partiamo dal principio. Io sono buio parte proprio dalla nascita dei figli legittimi (perché Vlad ne ha due, di figli illegittimi) di Vlad Dracul: la brutta (o, almeno, è come viene definita fin dall'inizio) Ladislav "Lada" e il delicato, fragile e piagnucolone Radu. Le prime cento pagine riguardano la loro infanzia, nel castello vicino all'Arges e le loro lotte coi boiardi. Lada è una ragazzina rabbiosa, violenta, idrofoba. Cattiva e dura. In realtà, ha sempre agito così nella speranza di entrare nelle grazie del padre. Vlad, che preferiva senza ombra di dubbio il maggiore ed abuser sia di Lada che Radu, ovvero Mircea. In passato ho studiato russo, fino a quando non ho mollato il corso. Ma anche con le mie competenze di base so che ESISTE la versione femminile di Ladislav, ed è LadislavA. Ho capito per quale motivo Vlad ha voluto darle un nome maschile, tuttavia sapevo molto bene anche ciò.
Man a mano che la storia progredisce, siamo resi partecipi dell'entrata di Lada e Radu abbandonano l'età infantile ed entrano nell'adolescenza. La loro adolescenza però, ha come oggetto il venire fatti scappare in piena notte e trasportati in un paese sconosciuto, la Turchia. Non si sa per quale motivo. Lo scopriremo, leggendo, soltanto più avanti. Lada rifiuta di adattarsi all'Impero Ottomano, opponendo resistenza a qualunque cosa. Radu, d'altro canto, si dimostra talmente aperto nei confronti della cultura islamica da prendere in considerazione la possibilità di convertirsi. L'imperialismo non è stato reso nel modo che mi aspettavo, così come tante cose non mi sono sembrate chiare. L'unica cosa che ho capito è che gli ottomani definivano 'cani' i rumeni, gli albanesi e i valacchi. La Valacchia, da cui Vlad Dracul è scappato con la coda in mezzo alle gambe perché Mircea ne ha preso il controllo.
Lada, però, comincia ad affezionarsi sempre di più a Mehmed. Il figlio del sultano. E si ritrova così, nel bel mezzo di una lotta di potere per conquistare Constantinopoli. Il padre di Mehmed non lo considera suo figlio, ma solo un elemento di disturbo da eliminare il più in fretta possibile, in quanto ostacolo per il trono. I giannizzeri sono dei soldati che hanno come scopo nella vita combattere e morire per il sultano, tuttavia non mi sono sentita di accusarli per la loro decisione d'iniziare una rivolta. Succede, quando i ceti più bassi non vengono retribuiti con il dovuto denaro e trattati con il dovuto rispetto. Quindi, anche stavolta, mi sono ritrovata a simpatizzare per i villain. Che novità, eh?
Ora passiamo al punto focale. Il motivo delle mie due stelline. Ho fatto molta molta fatica durante la lettura delle prime 50 pagine. Non so come ho fatto ad arrivare a 100. Da pagina 100 in poi il ritmo è aumentato di botto, venendo rallentato di tanto in tanto da descrizioni lunghissime di ambienti che mi hanno annoiata. Quindi sì, stavo per mollarlo dopo 50 pagine. Pronta a fare DNF, perché insomma, non voglio più perdere tempo. Poi diventa interessante, e mi dico e va beh, ora lo finisco. Mi aspettavo una super storia di forbidden romance, tra una cristiana che odia i traditori islamici e un islamico che rispetta le culture altrui. E nada. L'elemento LTGBQUI, per quanto ben reso, l'ho trovato stonante qui. E' stato come se l'autrice avesse voluto mettere un'accozzaglia di temi, senza riuscire a svilupparne per bene nemmeno uno. E ha dato troppo spazio alla backstory di Lada e Radu, che secondo me ha occupato troppo spazio e ha reso il romanzo di una lentezza terribile. Insomma, quest'accozzaglia di roba mi è sembrata una estrema ratio per tentare di accalappiarsi i lettori usando coppie gay/gay in the closet. C'è un personaggio gay che capirete ch'è gay a distanza di un miglio, tanto è palese.
Mi ha rassicurata vedere che, su Goodreads, non sono stata l'unica a pensarla in questo modo. Ho scoperto delle cose sull'autrice e sul romanzo che non mi hanno fatto piacere. Specialmente il motivo per cui la scrittrice ha voluto scriverlo, e il fatto che tutti gridano al fatto che non si sia documentata. Io non vengo dalla Romania, dall'Albania o dalla Turchia ma sono lettori che provengono da lì che l'hanno detto. Poi oh, bisogna prendere con le pinze ciò che viene scritto su Goodreads - non dimentichiamo il review bombing a Lightlark prima ancora della sua pubblicazione.
Ad ogni modo, non mi sento di consigliarvi questo romanzo. Dal mio punto di vista ce ne sono di migliori in commercio, di questo genere (storico-nonstorico-retelling di Dracula-genderbent). Ma se volete leggerlo, allora fatelo. E venite a commentare, perché sono sempre aperta a una discussione costruttiva!
Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo:
"(...) Certe vittorie non sono che sconfitte travestite."
(Skanderberg a Radu)
xoxo,
Giada
Nessun commento:
Posta un commento