lunedì, marzo 31, 2025

RECENSIONE DI CITTA' DEGLI ANGELI CADUTI (THE MORTAL INSTRUMENTS #4) DI CASSANDRA CLARE

Buon pomeriggio, Fantastics! Con tutto quello che mi sta accadendo ultimamente, non pensavo che sarei riuscita a terminare anche questo romanzo della serie TMI, invece ce l'ho fatta! Lo so, la cosa ha sorpreso pure me, perché andiamo, se non sono riuscita a finire La guerra delle due Regine, non credevo che sarei riuscita a terminare anche questo... anche se, considerato il tutto, alla fin fine ci sono solo 400 pagine in più ne La Guerra delle due Regine, rispetto a questo.

PREMESSA
Ultimamente l'unico motivo per cui inizio e finisco i romanzi da leggere è sempre lo stesso: sono già al secondo rinnovo in biblioteca, e devo leggerli assolutamente. In questo caso, ho unito l'utile al dilettevole. Sono super in ansia per l'operazione che dovrò fare il 10 aprile, e sono davvero molto in ansia. Più dell'altra volta, se possibile. Quindi leggere e studiare, al momento (come da ormai 8 mesi fino a questa parte), dato che non riesco a proseguire la scrittura del mio romanzo, è l'unica cosa che riesco a fare. E devo che questo libro è stata una vera e propria bomba, perché da pagina 300 in poi, il ritmo narrativo è aumentato così tanto che ti invogliava a leggere ancora di più. E, ultimissima cosa, Isabelle Lightwood la mia preferita da sempre e per sempre <3 My girl <3

TRAMA (DA AMAZON.IT)
La guerra è conclusa e Clary è tornata a New York, intenzionata a diventare una Cacciatrice di demoni a tutti gli effetti. E finalmente può dire al mondo che Jace è il suo ragazzo. Ma ogni cosa ha un prezzo. C'è qualcuno che si diverte a uccidere gli Shadowhunters, e ciò causa fra Nascosti e Cacciatori tensioni che potrebbero portare a una seconda, sanguinosa guerra. Simon, il migliore amico di Clary, non può aiutarla. Sua madre ha scoperto che è un vampiro e lui non ha più una casa. E come se non bastasse, esce con due ragazze bellissime e pericolose, nessuna delle quali sa dell'altra. Quando anche Jace si allontana senza darle spiegazioni, Clary si trova costretta a penetrare nel cuore di un mistero che teme di svelare fino in fondo: forse è stata lei a mettere in moto la terribile catena di eventi che potrebbe farle perdere tutto ciò che ama. Jace compreso. Amore. Sangue. Tradimento. Vendetta. La posta in gioco non è mai stata così alta per gli Shadowhunters...

RECENSIONE
"O forse è perché le cose più belle sono quelle che il mondo può rompere più facilmente."
(Jocelyn Fray a Clarissa Fairchild)

AAAAAH! QUANTO HO AMATO QUESTO ROMANZO NON SI PUO' SPIEGARE A PAROLEEEE! Bello, bello, davvero molto bello! 

Mi sentite urlare? Perché questo libro è stata una bomba incredibile, qualcosa di inspiegabile, qualcosa di così al cardiopalma che non riuscivo a staccarmi, letteralmente, dal romanzo. In realtà credo d'aver dormito male anche per questo, negli ultimi giorni, non solo perché sono in ansia per l'operazione stessa e anche per il preoperatorio - sono talmente piena di cortisolo da far paura - ma anche perché è così che si mantiene alta l'attenzione del lettore, a distanza di ben 4 romanzi! Ben fatto, Cassandra!

Il romanzo riprende da dov'era terminato il precedente: dal post battaglia di Alicante, dove tanti Shadowhunters hanno perso la vita, tra cui il piccolo Max Lightwood per mano di Sebastian/Jonathan Morgenstern. La morte del piccolo Max sarà sempre una ferita aperta non solo nei Lightwood, ma anche nei lettori stessi, perché è stato davvero crudele uccidere un bambino di soli 9 anni. La vita, per gli Shadowhunters e i loro amici, tuttavia prosegue. Abbiamo Luke Garroway che finalmente è uscito dalla friendzone con Jocelyn Fray e finalmente si sposa con lei, Simon che esce in contemporanea con Isabelle Lightwood e Maia (la licantropa), Alec e Magnus che bisticciano su questioni davvero molto serie. E, sinceramente, sono dalla parte di Alec. Tuttavia, il triangolo più inaspettato e più godurioso di cui leggere è stato senza ombra di dubbio quello tra Maia, Simon e Isabelle. Di sicuro non mi aspettavo che Isabelle fosse una girl's girls, ma è stato bellissimo leggere che invece lo era. Ma l'argomento principale su cui verte Città degli Angeli Caduti è il dolore fisico e mentale che prova Jace nel continuare a sognare, ripetutamente, di uccidere Clary. Jace non sa, però, di esser stato resuscitato quando Jonathan l'ha ucciso, e quindi non ha avuto quel che gli Shadowhunters chiamano 'riti', quando in realtà è una specie di battesimo affinché l'anima del nuovo venuto al mondo non venga influenzato dagli spiriti maligni o dai demoni. Ecco, alla fine, Jace è stato influenzato da un demone. E non un demone qualunque, ma da Lilith in persona.

Nella mia mente, Lilith era la bambina assassina di Supernatural lol Proprio come per il Marchio di Caino, io continuavo a vedere, nella mia mente, Dean che ce l'aveva - e ve lo ricordate quanto era bono Demon Dean, eh??? Insomma, un romanzo molto più maturo. Un romanzo che tratta temi più 'da grandi', se così si può definire, e che mette in scena ciò che Taylor Swift ci aveva insegnato nel 2020. 
No body no crime. Infatti, Jace non ha visto il corpo di Jonathan morire, quando è caduto nel lago. Era palese che fosse ancora vivo, e che influenzasse ancora Jace, ma QUEL FINALE! QUEL FINALE!
AAAH! CHE FINALE MAGNIFICO! ORA VOGLIO LEGGERE IL SEQUEL SUBITOOO!

(scusate, oggi non riesco a contenermi lol Ho amato davvero troppo questo libro)
Vi lascio con una citazione tratta da questo romanzo, mentre vado a prenotarmi nella Rete Bibliotecaria Padovana il sequel:
"Quel genere di amore che può ridurre il mondo in cenere o innalzarlo alla sua gloria."
(Lilith a Clary Fray)

xoxo,
Giada

venerdì, marzo 21, 2025

RECENSIONE DI INTERMEZZO DI SALLY ROONEY

Buon pomeriggio, Fantastics! Ieri sera ho, contro ogni aspettativa, finito il mio primo romanzo di Sally Rooney.  Ho intenzione di recuperare tanti altri suoi romanzi, ma come primo esperimento - primo contatto, è andata bene. E' stato un pugno nello stomaco, esattamente come mi aspettavo che fosse, però ehi... i liked it!

PREMESSA
Ho sentito parlare molto bene e anche molto male di questo romanzo. Era da un botto di tempo che ne rimandavo la lettura, perciò quando ho visto che mi stava per scadere il prestito della biblioteca (come mi sta per succedere con Città degli Angeli Caduti della Clare, che devo finire), ho deciso che l'avrei recuperato. Il problema era che la sua lettura, come gli ultimi 10 libri che ho preso in prestito da gennaio fino ad ora, è andata moltissimo a rilento a causa di ciò che chiameremo come Progetto Segreto 2. Una cosa per cui ho lavorato duramente negli ultimi mesi, ma di cui non dirò assolutamente nulla per scaramanzia. Ad ogni modo, tolto il bagolo di Progetto Segreto 2 (ma avrei anche PS3, PS4 e PS5) ho ricevuto la notizia che non volevo ricevere, ovvero quella della mia operazione. Quindi se sarò MIA dal 10 aprile in poi, sarà per questo motivo. Cercherò in ogni caso di far uscire le recensioni dei libri che leggo, in un modo o nell'altro.

TRAMA (DA EINAUDIEDITORE.IT)
A parte il fatto di essere fratelli, Peter e Ivan Koubek sembrano avere poco in comune. Peter è un avvocato di Dublino sui trent’anni – affermato, abile e apparentemente irreprensibile. Ma, ora che gli è morto il padre, prende farmaci per dormire e si barcamena con fatica fra due relazioni con donne molto diverse: il primo, imperituro amore, Sylvia, e Naomi, una studentessa universitaria per cui la vita è un’unica lunga barzelletta. Ivan è un campione di scacchi ventiduenne. Si è sempre considerato uno sfigato, un paria, l’antitesi del suo disinvolto fratello maggiore. Ora, nelle prime settimane dopo la perdita del padre, incontra Margaret, una donna piú grande che esce da un passato turbolento, e rapidamente e intensamente le loro vite si intrecciano. Per i due fratelli in lutto, e per le persone da loro amate, si apre un interludio, un periodo di desiderio, disperazione e nuove prospettive – l’opportunità di scoprire quante cose un’unica vita possa contenere senza per questo andare in pezzi.

RECENSIONE
Ma l'apparenza esteriore di una persona non definisce i confini delle sue sensazioni interiori, Ivan questo lo sa. Persone scialbe, poco seducenti, non sono affatto immuni dal provare forti passioni.
(Ivan Koubek)
Intermezzo: 1. a. Intervallo, spazio di tempo che serve di pausa tra un atto e l’altro d’una rappresentazione teatrale o d’uno spettacolo in genere. b. non com. Con sign. più generico, pausa, intervallo in un’azione: Né riposato o fatto altro intermezzo Aveano alle percosse furibonde Questi guerrier (Ariosto; cioè: «né questi guerrieri aveano riposato o fatto ecc.»). 2. Breve spettacolo o azione scenica, di carattere leggero e vario, che serve a riempire gli intervalli fra un atto e l’altro o fra due quadri successivi di una rappresentazione drammatica o di un’opera lirica, soprattutto in uso dal sec. 16° al sec. 18°; analogam., nell’uso odierno, i. radiofonico, i. televisivo. In partic., in musica, il termine indicò dapprima un brano comico o farsesco in 2 o 3 parti inserito tra un atto e l’altrodi un’opera seria, che, acquistando in seguito una propria autonomia rappresentativa con caratteri simili al dramma giocoso e all’opera comica, ebbe un ruolo importante nella genesi dell’opera buffa italiana; dal sec. 19° in poi, esso divenne anche sinon. di interludio, solitamente posto fra due atti o fra due quadri di un’opera lirica: l’i. della «Cavalleria rusticana».

Intermezzo è un romanzo contemporaneo crudo, duro, esplicito tanto nei contenuti quanto nel modo in cui vengono trattati i sentimenti dei personaggi stessi. Ivan e Peter Koubek sono due fratelli, ma è come se non lo fossero. O meglio, lo sono solo di nome. Tra di loro ci sono 10 anni di differenza d'età, e si sentono tutti: Ivan ha 22 anni, mentre Peter 32. Il divario generazionale tra i due, appartenenti rispettivamente alla Gen Z e ai Millenial (mi sento chiamata in causa dalla Rooney, tanto perché lo sappiate lol) si sente tutto. Forte e chiaro. 

Questi due fratelli, dopo la morte per leucemia del loro amato padre - beh, amato soprattutto da parte di Ivan, non molto da parte di Peter - dapprima si allontanano e poi si avvicinano l'uno all'altro. Ivan e Peter non sono diversi solo a livello caratteriale, nel lavoro o nelle donne che scelgono di frequentare, ma lo sono anche a livello proprio umano. Ivan è autistico - chiaramente autistico, vorrei precisare - e la cosa si vede bene nei suoi atteggiamenti, nel suo modo di fare con gli altri, e nella sua fissazione con gli scacchi. Gli scacchi, di cui è un prodigio da quando aveva appena 16 anni. Peter invece è un avvocato, che dopo la notizia del cancro del padre, ha perso tutti i punti cardine della sua vita, a partire proprio dalla donna che amava: Sylvia. Sylvia, a causa di un non precisato incidente (che non viene mai spiegato nel romanzo, è solo un incidente) soffre di dolori fortissimi, vomito e non riesce a camminare. Ora, Sally, avrei preferito che mi spiegassi cos'è sto cazzo di incidente, perché nonostante io abbia finito il romanzo non sono ancora riuscita a capirlo. Tuttavia, Sylvia e Peter sono rimasti amici. 'Amici' per modo di dire, perché lui è sottone all'ennesima potenza per lei. E lei ne è perfettamente consapevole. Allo stesso modo, Peter frequenta Naomi, una scapestrata ragazzina di 21 anni senzatetto, che sopravvive grazie ai soldi che le dà. Naomi, aperta di mente e anche un po' frivola, dimostra una profondità d'animo inaspettata verso la fine del libro.

Ivan, invece, dopo una dimostrazione di scacchi comincia a frequentare una donna di 36 anni divorziata, Margaret. La loro storia d'amore è molto dolce, ma ho trovato un po' bleah le loro scene di sesso. Quelle di Peter erano un po' meh, ma le loro erano bleah. Non saprei in che altro modo descriverle. Non erano per niente sensuali o attraenti. O che ti facessero desiderare di essere al posto dei personaggi, come qualche volta capita. 

Il rapporto tra Ivan e Peter, già pessimo prima della notizia di Ivan di frequentare una donna più anziana di lui; peggiora notevolmente quando lo dice al fratello. Da lì in poi, il climax mostra come Peter, in realtà, abbia sempre tenuto al fratello minore. A modo suo, chiaramente. 

Ciò che mi ha colpito molto è che nessuno parlasse dei pensieri suicidi di Peter. NESSUNO.
Ora, io non ho problemi a riguardo. Ma se al mio posto ci fosse stata una persona più sensibile o che magari sta attraversando un brutto periodo (più brutto del mio, voglio specificare), questo ANDAVA DETTO. I pensieri suicidi e l'ideazione suicida di Peter sono un gran brutto pugno nello stomaco, e i lettori devono esserne preparati a riguardo.

Va bene che il romanzo è ambientato nella Dublino post-pandemia. Va bene che è tutto calato ai giorni d'oggi. Ma questo va detto.

Vi lascio con una citazione (finallyyyyyy) tratta da questo romanzo che vi consiglio, con le dovute precauzioni, di leggere:
"Questa è la vita, l'esperienza, questo è tutto ciò che c'è mai stato. Mettere a confronto questo momento con la sua esistenza ordinaria non fa che rivelare quanto siano state limitanti e distorte fino ad allora le sue idee sulla vita."
(Ivan Koubek)

xoxo,
Giada
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