sabato, giugno 27, 2020

RECENSIONE DI ELITE - OSSESSIONE E POTERE DI LAURELIN PAIGE

Buona sera, Fantastics! Premetto che oggi è una giornata molto calda, ed è anche il primo giorno che sto abbastanza bene da riuscire a stare seduta per almeno una quindicina di minuti, anche se il punto in cui sono stata operata di ciste pilonidale plurirecidiva mi fa un po' male. Ho passato dei giorni altalenanti, abbastanza difficili e facili nel contempo, ma sono qui per dirvi che manterrò il blog aggiornato quanto la mia situazione di saluta lo permetta. 

PREMESSA
Pensavo di riuscire a finire di leggere questo romanzo prima della data X, ovvero la data della mia operazione, ma ahimé non ci sono riuscita. Tuttavia, devo dire che Sabrina, Donovan e Weston mi hanno fatto compagnia in questi giorni e, come sempre, la lettura si è rivelata il mio porto sicuro dove rifugiarmi nei momenti difficili. Ho ricevuto sostegno da persone insospettabili, un sostegno che ho apprezzato davvero molto e a cui sono grata ogni giorno. D'altro canto, ho anche ricevuto una mazzata sulla faccia da quelle persone che ritenevo più vicine a me... okay, solo una persona, in particolare. Ma non importa. Ormai non ha nemmeno più senso che io mi arrabbi per queste cose. Credo nel karma e nella restituzione del bene fatto, quindi non me ne curo nemmeno più molto. Contano solo le persone che sono al mio fianco adesso, che sono rimaste sia nei momenti difficili che in quelli belli, e a loro sono grata con tutto il cuore per la loro vicinanza e il loro sostegno. La storia di Donovan e Sabrina mi ha tenuta incollata alle pagine di questo favoloso romanzo edito Always Publishing, una CE che vi consiglio fin d'ora, tradotto da Dio e di cui non vedo l'ora di leggere in sequel. Spero che la mia recensione vi piaccia, buona lettura!

TRAMA (DA GOOREADS)
C'era una volta una ragazza, povera e bellissima, che aveva un unico desiderio: entrare a far parte dell’élite.
Sabrina è una giovane brillante, ma di origini modeste. Appena giunta ad Harvard, grazie a una borsa di studio, non può fare a meno di restare ammaliata dal fascino dorato dell’élite d’America e dal suo rampollo, il carismatico e spensierato donnaiolo Weston King.
Le insidie di quel mondo esclusivo sono più oscure di quanto Sabrina riesca a immaginare e a salvarla dal suo destino sarà l’enigmatico e tenebroso Donovan Kincaid, amico di Weston. Ma l’affascinante Donovan non è un cavaliere in armatura scintillante e, nonostante la chimica bruciante che lo unisce alla innocente Sabrina, non esita a schiacciarla e a spezzarle il cuore. Il sogno dorato di Sabrina all’improvviso si infrange, e quel mondo irraggiungibile diventa solo un ricordo lontano.


Dieci anni dopo, Sabrina è una pubblicitaria affermata quando dal suo passato riemerge Weston King, l’uomo che lei ha idealizzato, insieme a un’offerta di lavoro irrinunciabile. Ma il suo segreto più torbido e la sua fantasia più proibita, la figura cupa e diabolica che popola i suoi sogni, è Donovan Kincaid, che lei aveva giurato di non rivedere mai più.
Sabrina viene riammessa nel mondo di lusso e privilegi dei due uomini tanto ricchi quanto pericolosi, e rincomincia una partita che in realtà non si era mai conclusa, in un gioco di passione, controllo, gelosia e potere messo in moto dieci anni prima.
Come un’ombra, Donovan non è mai veramente uscito dalla vita di Sabrina, e torna prepotente a ossessionarla, sconvolgerla, sedurla, per poi cercare di respingerla e di tenerla lontano con ogni mezzo dal mondo di cui non vuole che faccia parte.
Ma ora Sabrina è una donna adulta, che conosce le regole che vigono nell’Élite e non si lascerà spezzare... neanche dall’amore.

Il magistrale racconto di un amore proibito in una favola di passione, segreti, bugie, tradimento, gelosia e potere.
Questo è il mondo dell’Élite.

RECENSIONE
Premetto che, quando scoprii questo romanzo nel catalogo delle biblioteche padovane, ero entrata in fissa per Elite (Netflix) e morivo dalla voglia di leggere qualcosa che avesse a che fare con una élite di ricconi che si comportavano da stronzi con chi aveva meno fortuna di loro. Non chiedete. Non so per quale ragione io sia così fissata con queste cose. Il fatto è che amo i romanzi, così come i telefilm, che parlano di persone ricche che si comportano male - forse, è una delle tante qualità che io e Sabrina abbiamo in comune. Ad ogni modo, dire che mi è piaciuto sarebbe un eufemismo bello e buono. Io ho amato questo romanzo dalla prima all'ultima pagina, e anche se in questo momento sto facendo fatica a stare seduta a causa della garza che copre la mia ferita in zona saccocigea, sono decisa a raccontarvi le mie impressioni su questo romanzo fantastico.

Sabrina Lind è una diciassettenne che, studiando e faticando, è riuscita a entrare ad Harvard. Harvard, da sempre è una delle università della Ivy League, costose e riservate a una ristretta cerchia di persone che provengono da famiglie altolocate. Sabrina è ossessionata da Weston, un donnaiolo molto bello, che passa da una ragazza all'altra come se niente fosse. Tuttavia, è anche a causa di Weston che Sabrina conosce Donovan Kincaid. Ecco, Donovan è tutto ciò che mi attrae: oscuro, misterioso, pericoloso. Ed è anche tutto ciò che attrae lei, tanto che non si risparmia in termini poco carini nei suoi confronti non appena può. Infatti, Donovan è l'assistente del professore di Etica del marketing, e quando le loro strade si incrociano a causa, soprattutto, di un'insufficienza che Donovan le ha dato, ci saranno fulmini e saette. L'attrazione tra di loro diventa subito palpabile, irresistibile; ma lui non si fa remore a usarla e gettarla via come un preservativo - avrei detto calzino, ma considerato il personaggio, trovo questo termine molto più appropriato - usato.

Dieci anni dopo, Sabrina è una pubblicitaria affermata che si è presa cura della dolce e simpatica Audrey, la sua sorellina minore. Ma, anche se sono passati anni, non è riuscita a togliersi dalla testa il tenebroso Donovan - a cui continuava a fare ricorso, nelle sue fantasie, per scappare alla sindrome post-traumatica da stress provocata dal tentativo di stupro ad una festa. La sindrome post-traumatica è descritta davvero molto bene, è molto molto realistica ed è un pugno nello stomaco. Dopo aver realizzato la sua fantasia segreta, quella di farsi Weston, Sabrina torna però tra le braccia di Donovan anche se fa di tutto per non farlo. Si contraddice, si arrabbia, se la prende con lui e con sé stessa, ma non può negare l'attrazione sessuale che c'è tra loro.

Okay, mi da' un po' fastidio stare seduta ora e faccio fatica a concentrarmi nella scrittura della recensione. Spero di farcela a finirla, tanto lo so che dovrò stendermi nel letto per un po' dopo, a guardarmi 365 dni. Il famoso film appena uscito su Netflix, di una serie che spero almeno venga tradotta in inglese. 

Un romanzo bollente, che mantiene le aspettative che mi ero fatta: oscuro, potente, intenso. Un romanzo che tratta temi per niente leggeri, e che non è per tutti gli stomaci, ma è un romanzo talmente meraviglioso che sarebbe un peccato non leggerlo. A parte qualche lieve refuso, non ho riscontrato errori di altro genere, in quanto l'ho trovato perfetto sia nella forma che nel contenuto.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, invitandovi a leggerlo non appena ne avete l'occasione, perché è veramente intenso e strappamutande.
"Avevo trascorso troppo tempo a desiderare la vita cui sentivo di essere nata. Era il momento di uscire allo scoperto e andare a prendermela."
(Sabrina Lind)

xoxo,
Giada

venerdì, giugno 12, 2020

RECENSIONE THE ELITE DI KIERA CASS

Buon pomeriggio, Fantastics! Tre ore fa ho finito di leggere il sequel di "The Selection" di Kiera Cass, e personalmente, non ne sono molto entusiasta. Se avete letto la mia recensione su Goodreads, sapete più o meno come la penso a riguardo, quindi in questa recensione vi racconterò nel dettaglio - senza fare spoiler, ovviamente! - di questo romanzo che mi ha deluso su molte molte cose. Vi basti sapere che mi sono ritrovata d'accordo con le recensioni dei lettori sia americani che inglesi, in quanto loro hanno sottolineato le stesse cose che ho notato io durante la lettura.

PREMESSA
Lo stato d'ansia in cui vivo, a causa dell'operazione chirurgica che avrò tra circa una settimana e mezza, mi rende inquieta. Non vi nascondo che non ho mai letto così tanto in un mese, solo quando avevo appena aperto il blog avevo questo ritmo di lettura, ma anche questo va contestualizzato a dovere: non potevo, non riuscivo a scrivere i miei libri perché la mia testa era su altri libri. E quindi eccomi qui, a divorare un romanzo dietro l'altro, nel disperato tentativo di calmare la mia inquietudine. Sono orgogliosa della mia Challenge, non lo nego. Ma mi manca come l'aria scrivere il mio libro. Mi manca come se mi avessero amputato un braccio e io fossi menomata - chi di voi scrive romanzi può capirmi e capire quello che provo in questo momento. 

Ad ogni modo, alla fine ho deciso di continuare la saga di The Selection e, se il primo l'avevo salvato grazie a due personaggi, in questo ho trovato gran poche cose che reputo salvabili. Diciamo che si fa prima a dire le cose che non mi sono piaciute, che quelle che mi sono piaciute xD 

TRAMA (DAL SITO SPERLING & KUPFER)
Trentacinque ragazze. Così era cominciata la Selezione. Un reality show che, per molte, rappresentava l'unica possibilità di trovare finalmente la via di uscita da un'esistenza di miseria. L'occasione di una vita. L'opportunità di sposare il principe Maxon e conquistare la corona. Ma ora, dopo le prime, durissime prove, a Palazzo sono rimaste soltanto sei aspiranti: l'Elite. America Singer è la favorita, eppure non è felice. Il suo cuore, infatti, è diviso tra l'amore per il regale e bellissimo Maxon e quello per il suo amico di sempre, Aspen, semplice guardia a Palazzo. E più America si avvicina al traguardo più è confusa. Maxon le sa regalare momenti di pura magia e romanticismo che la lasciano senza fiato. Con lui, America potrebbe vivere la favola che ha sempre desiderato. Ma è davvero ciò che vuole? Perché allora ogni volta che rivede Aspen si sente trascinare dalla nostalgia per la vita che avevano sognato insieme? America ha un disperato bisogno di tempo per riflettere. Mentre lei è tormentata dai dubbi, il resto dell'Elite però sa esattamente ciò che vuole e America rischia così di vedersi scivolare via dalle dita la possibilità di scegliere… Perché nel frattempo la Selezione continua, più feroce e spietata che mai.

RECENSIONE
Era dai tempi di "After" che non mi ritrovavo davanti a una protagonista femminile così irritante, incostante, incoerente e fastidiosa. Perdonatemi, amanti di The Selection, ma America in questo romanzo ha dato tutto il peggio di sé su tutta la linea - ma, soprattutto, ho avuto l'impressione che in questo romanzo si tentasse in tutti i modi di saldare gli enormi buchi di trama del precedente romanzo. Sì, lo so che non ve ne ho parlato la settimana scorsa. Tuttavia, una parte di me sperava che in questo libro la trama generale o i personaggi migliorassero almeno un po', che acquisissero almeno un arc narrativo sensato e coerente con l'ambiente e la trama della storia principale. Niente di tutto questo.

Andiamo con ordine. "The Elite" riprende da dov'era terminato "The Selection": con Maxon che ha deciso, a causa dei disordini nel Regno, di restringere il numero delle candidate alla Selezione da ventisette a sei. Un'élite che, in teoria, dovrebbe acquisire maggiori doveri e maggiori impegni anche dal punto di vista socio-economico. Bhahahah. Niente di tutto questo nemmeno qui. Qualitativamente, l'ho trovato persino peggiorato rispetto al primo romanzo, ma niente. Questi libri, per quanto trash, sono una droga per me. Un po' come quella serie tv trash di cui tutti parlano e che voi volete vedere, per vedere se effettivamente è così trash come tutti dicono e formarvi un'idea vostra a riguardo. Insomma, America è ancora confusa nei confronti del principe Maxon, però continua a comportarsi come una 'ribelle' a palazzo, facendo di testa sua. Questo, non la fa brillare agli occhi del re Clarkson. 

La Selezione continua, e stavolta è più spietata che mai. Le ragazze sono disposte a tutto pur di farsi notare da Maxon, e la competizione si sposta su più fronti: dai ricevimenti - che a quanto pare sono organizzati all'acqua di rose da delle ragazzine di 17 anni circa senza l'aiuto di nessuno - a una festa riesumata da Maxon. Sì, perché l'elemento centrale di questo romanzo è la scoperta della vera faccia di Gregory Illéa. E qui, devo dirvi che il "Gregory Illéa" mi ha ricordato troppo il romanzo di Suzanne Collins, "Gregor" di Suzanne Collins. Vi giuro, per quanto mi sforzassi di non associarlo a quel libro, che tra l'altro non ho nemmeno ancora letto, la mia mente andava sempre lì. 

America è sempre la stessa incoerente e contraddittoria ragazza di "The Selection", che porta avanti una specie di simil-relazione clandestina con il suo ex pur sapendo quello che ha subito la mia sua migliore amica - che poi, la Cass non ci ha mostrato molti momenti di 'comunanza' o 'sorellanza' tra loro, quindi il loro rapporto è stato sviluppato di punto in bianco ed è diventato subito profondo - e Maxon. E' sempre indecisa. Chiede sempre tempo. Si comporta veramente da stronza, passatemi il termine e scusatemi il francesismo. Solo Tessa era così fastidiosa, e solo Abby Abernathy si comportava così. Ci sono degli stereotipi che speravo andassero via o almeno venissero attenuati in questo romanzo, ma no. La bionda ricca deve essere sempre una stronza. In genere tendo a tifare per i 'buoni' se così si possono chiamare, nei romanzi, ma stavolta mi sono sentita di parteggiare solo per Celeste. Di tutti i personaggi presenti in questo libro, è la più coerente. 

Credo che la cosa che mi abbia fatto abbassare il punteggio così tanto, a parte l'irritazione provocata da America e dai suoi pensieri e azioni monodimensionali - era che, in fondo, tutti i personaggi fossero piatti e monodimensionali, poco coerenti in tutto e per tutto. Anche le fazioni che attaccano di continuo il Palazzo, a cosa servono le guardie? Solo per difendere i reali? Non per attaccare i nemici? I pensieri di America, perché il romanzo è scritto dal suo POV, così come le sue emozioni, sono descritte quasi in modo automatico. Non ci viene data una connotazione emotiva, di ciò che la circonda. Tutto è superficiale, descritto superficialmente anche le sue relazioni. La backstory di Maxon e della regina l'ho trovata un po' buttata a caso, per giustificare il suo comportamento nei confronti delle ragazze e soprattutto, riguardo ai lettori. 

Insomma, ho avuto la sensazione che il romanzo avrebbe dovuto finire nel primo libro. Questo, sembra passare da zero azione nel primo a cento, in questo, nel giro di un secondo e senza un motivo logico o apparente. E' come se questo testo fosse un goffo tentativo di dare sostanza agli eventi di "The Selection", una sostanza che non trova riscontro nel romanzo perché, in fondo, ciò che avviene è come se fosse una versione ridotta del primo. Il finale mi ha delusa tantissimo. E anche ciò che ha detto America riguardo un'azione compiuta durante un progetto, che me l'aveva quasi fatta piacere e l'aveva fatta evolvere.

Tuttavia, questi libri sono una droga. Una droga perché sono frivoli, non pretendono di essere distopici, ma un simil-fantasy a tema romantico - il triangolo d'amore presente in entrambi. Perché, insomma, distopico questo non è, come invece avevo detto ch'era l'altro. Speravo che questo venisse approfondito a dovere, o quantomeno venissero giustificate certe azioni o spiegati certi comportamenti, ma niente. Sembra che questa sia la versione cheap di "The Hunger Games"

Non posso salutarvi con una citazione tratta dal romanzo, perché mi sono appena resa conto che non ne ho. Quindi, spero di averne qualcuna quando leggerò "The One", sì, poiché anche se trovo America insopportabile voglio vedere se i romanzi migliorano almeno un po'.

xoxo,
Giada

domenica, giugno 07, 2020

RECENSIONE DI THE SELECTION DI KIERA CASS

Buon pomeriggio, Fantastics! Urgh, è stato difficile non scrivere 'bloggers e lettori' come ho fatto per tutti questi anni, ma devo disabituarmi. Per quanto sia una vera impresa e le vecchie abitudini siano dure a morire, sono decisa a usare il mio nuovo metodo per rivolgermi a voi. Oggi sto abbastanza bene, rispetto ai giorni scorsi. O meglio, ho ancora mal di pancia, ma si è attenuato. Sono ancora molto in ansia per l'operazione a cui devo sottopormi e mi rompe il fatto che dovrò aspettare per scrivere ancora, ma non importa. Ho imparato che più attendo di fare una cosa, più il risultato finale sarà ancora più soddisfacente. 

PREMESSA
Dopo aver letto Iron Flowers di Stacy Banghart, uno dei migliori distopici dell'anno e aver letto nella quarta di copertina che era in parte ispirato ad Hunger Games e a The Selection, morivo dalla curiosità di leggere The Selection di Kiera Cass. Insomma, se doveva avere ispirato una scrittrice del calibro della Banghart, e credetemi, per me la Banghart è diventata una delle migliori autori di distopico in assoluto, doveva essere un bel romanzo. Forse mi aspettavo troppo. O forse, semplicemente, continuavo a paragonarlo ad Iron Flowers, e in questo ho sbagliato, ma non posso dire che io lo abbia amato follemente, così come non posso dire di averlo odiato. E' una via di mezzo. Un romanzo carino, di certo, ma che non ha fatto scoppiare la scintilla dentro di me per farmi dire 'è favoloso!'. 

TRAMA (DAL SITO IBS)
Uno spettacolo sfavillante come un diamante. Una competizione feroce come la vita. Un gioco pericoloso come l'amore. Molti anni dopo la Quarta guerra mondiale, in un Paese lontano, devastato dalla miseria e dalla fame, l'erede al trono sceglie la propria moglie con un reality show. Spettacolare. Così, per trentacinque ragazze la Selezione diventa l'occasione di tutta una vita. L'opportunità di sfuggire a un destino di fatica e povertà. Di conquistare il cuore del bellissimo principe Maxon, e di sognare un futuro migliore. Un futuro di feste, gioielli e abiti scintillanti. Ma per America Singer è un incubo.

RECENSIONE
Sebbene io l'abbia finito ieri notte all'una e un quarto, sono ancora piuttosto indecisa su cosa scrivere in questa recensione. Qualitativamente, l'ho trovato inferiore sia ad Hunger Games che ad Iron Flowers, ci sono livelli di trash inimmaginabili in questo romanzo. Livelli di trash che è impossibile non notare... voglio dire, tutto il romanzo di per sé è molto molto trash. Oggettivamente, è un romanzo carino. Piacevole, perfino. E sì, mi sto stupendo anche io di ciò che vi sto dicendo.

In un futuro distopico, alla Terza Guerra Mondiale è seguita una Quarta Guerra Mondiale e gli Stati Uniti, come li conosciamo noi oggi, sono risorti dalle ceneri del vecchio Stato che erano e sono diventato il Regno di Illéa, governato dai sovrani. Il Regno di Illéa è una monarchia totalitaria, ma pratica la censura sul suo popolo in modi particolari che non vi spiegherò, ma che dovrete scoprire. Questo elemento è comune in tutti i distopici: uno Stato, in passato libertario e repubblicano, che viene gestito o da un regime totalitario o da una monarchia al fine di mantenere l'ordine nel Mondo in cui tutti vivono e mantenere il popolo in una condizione d'ignoranza per poterli manovrare e far fare loro ciò che vogliono. La popolazione è divisa in casate: ci sono gli Uno, i Due e i Tre che sono i più benestanti e i ricchi, mentre dal Quattro a scalare sono tutte casate di poveri. Fino a raggiungere gli Otto, che sono i vagabondi e i senzatetto. Nel Regno di Illèa, le regole sono ben chiare per tutti: è consigliabile sposarsi solo tra membri delle stesse casate, perché in caso di matrimonio la ragazza deve adattarsi allo stile di vita del marito. Ah, e il sesso è fuorilegge prima del matrimonio per il rischio di rimanere incinta. 

Fatte queste dovute premesse, parliamo di lei. La nostra protagonista. America Singer ha sedici anni, ma tante volte si comportava - e si è comportata - per buona parte del romanzo come se ne avesse dodici o undici. E' una Cinque, quindi lavora insieme alla sua famiglia sin da quando aveva come minimo sette anni. E, grazie ai loro avi, è costretta a svolgere un lavoro (che tuttavia ama) grazie al fatto che suo nonno era un'artista: quindi lei viene pagata per cantare, disegnare, scolpire e dipingere. Cavolo, nonostante il contesto di povertà e miseria, non è niente male! Ad ogni modo, America Singer è molto molto frivola, ed è anche follemente innamorata di Aspen Leger, con cui si frequenta da due anni di nascosto dai suoi genitori. Perché? Perché sua madre vuole che lei faccia la domanda per partecipare alla Selezione, ma ignora che lei sia innamorata di Aspen, che ai suoi occhi è solo un suo caro amico. Non posso girarci intorno: America non mi è piaciuta per quasi tutto il romanzo, si è salvata a trenta pagine dalla fine per poi cadermi su una cosa che non mi sarei mai aspettata da lei.

Non potevamo permetterci il lusso di nutrire desideri: noi avevamo necessità.
(America Singer)

Così, America fa la domanda per La Selezione e, a sorpresa, viene Selezionata! In questo modo, guadagna molta popolarità, e comincia a domandarsi cosa l'aspetterà a Palazzo una volta che conoscerà tutte le altre trentacinque ragazze che competeranno con lei per Maxon. Il principe Maxon è, inizialmente, un ragazzo molto ingessato, ma mi ha fatto molta tenerezza. E' il totale opposto di Aspen, che se da principio era nevrotico e stacanovista, diventa più mascolino e virile. Insomma, Maxon mi è piaciuto quasi più di Aspen, in quanto è un personaggio che si scopre poco alla volta. Scoprirlo e conoscerlo, è sempre una bellissima sorpresa. Quindi, posso dirlo senza tanti giri di parole, che il romanzo si è salvato grazie a loro due e al triangolo amoroso (sebbene non esplicitato), in cui America si troverà coinvolta. 

I personaggi hanno davvero poco spessore psicologico, tante volte li ho trovati monodimensionali e noiosi, salvo qualche raro caso in cui ho assistito a picchi di eventi che hanno mostrato qualche lato del loro carattere. Sarò sincera: per gran parte della sera, pensavo di dare due stelle a questo romanzo. Non mi ha fatta impazzire, così come non mi ha fatto dire che l'ho odiato. C'erano elementi come le domande impostate così: '?...' che non ho capito e che mi hanno infastidito, ma devo confessarvi che in gran parte il mio basso punteggio è dovuto alla monodimensionalità dei personaggi. Sono piatti, non c'è altro da aggiungere. Inoltre, come già accennato, America è molto superficiale: solo qualche volta vediamo altro in lei, oltre che i problemi che si pone per i ragazzi e come risolvere il suo cuoricino spezzato da Aspen. Ma, tuttavia, devo contestualizzare anche questo. Il romanzo è pensato per un contesto YA, suppongo, quindi in parte mi sento di giustificare la superficialità di America. Una cosa che proprio non mi è andata giù è stato l'enorme uso di tell, don't show, ovvero tutto l'opposto di ciò che si insegna a uno scrittore. Le emozioni erano meccaniche, tanto da apparirmi vuote. E po', ragazzi, sarebbe potuto essere davvero un ottimo romanzo se avessero dato un po' di spessore ai personaggi.

Adesso lo so, vi starete chiedendo per quale ragione io abbia dato tre stelle (e cioè la sufficienza) a un romanzo che, per la maggior parte del tempo, non mi ha fatta impazzire? Perché bisogna riconoscere che, nonostante tutte queste pecche, il romanzo scivola via in fretta. E' molto fluente, nonostante l'enorme quantità di trash e credetemi, il trash non è dato dalla Selezione di per sé ma dall'atteggiamento e dal comportamento dei personaggi, America per prima. L'idea del Reality Show di per sé è buona, ma America è la componete principale di trash. Quindi, per quanto io in genere avrei cassato totalmente un romanzo simile, mi sento di salvarlo con una sufficienza per riconoscere la sua scorrevolezza e il fatto che, ad ogni fine di capitolo, ti veniva voglia di continuare la lettura. A questo punto, spero solo che la serie Netflix sia migliore del libro - con After è stato così, per me.

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro, e vi invito a commentare e a farmi sapere se l'avete letto e cosa ne pensate a riguardo. Confrontiamoci, su!
"Era un piano semplice e brillante. A volte, il modo migliore di conservare un segreto è quello di esporlo in bella vista."
(America Singer)

xoxo,
Giada
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