domenica, marzo 10, 2024

RECENSIONE DI THE FINAL GAMBIT (THE INHERITANCE GAMES #3) DI JENNIFER LYNN BARNES

Buon pomeriggio, Fantastics! A rilento, ma sto continuando a leggere - anche se, sapete, la mia mente va sempre al mio, di romanzo. Beh, raga! Questo è un finale come si deve! E' così che dovrebbe essere il finale di una saga, o una serie, epica. Così. E' così che dovrebbe essere ogni capitolo finale.

PREMESSA
Okay, ho esagerato coi libri in prestito. La mia voglia di scrivere il mio romanzo sta crescendo esponenzialmente, giorno dopo giorno, e non so se riuscirò a leggerli tutti. Quello che so, senza ombra di dubbio, è che The Final Gambit (un gioco di parole tra 'lo sgambetto finale' e 'la scommessa finale') è un romanzo stupendo. Intenso. Meraviglioso. E mi sono innamorata ancora di più dei fratelli Hawthorne, quindi dovete recuperarlo assolutamente anche voi. Se avete letto i precedenti due romanzi, sapete di cosa parlo. E' una serie mystery interessante, ma penso che in futuro la rileggerò in inglese perché i giochi di parole rendono di più, e meglio, che in italiano. Per il resto, cinque stelle super super meritate!

TRAMA (DA SPERLING&KUPFER.IT)
«Scommetterei tutto quello che ho su di te, anzi, su di noi, contro tutto il mondo.»

Avery e i fratelli Hawthorne sono tornati. E, in questa nuova sfida, chi vince prende tutto. Anche in amore. Un segreto inconfessabile, un cuore confuso, una partita che si decide all'ultima mossa: il terzo volume di The inheritance Games.

Avery Kylie Grambs è finalmente vicina all'obiettivo: le bastano ancora poche settimane a Casa Hawthorne e finalmente otterrà l'eredità di Tobias. Ma a che prezzo? I paparazzi le stanno sempre alle costole, subisce pressioni da ogni dove e il pericolo è ormai una costante della sua vita. Incredibile a dirsi, l'unico aspetto positivo della situazione sono i quattro fratelli Hawthorne. E sono proprio loro gli alleati di Avery, quando un visitatore inatteso si presenta alla porta di Casa Hawthorne, chiedendo l'aiuto della ragazza e cambiando all'improvviso tutte le carte in tavola. In un istante diviene subito chiaro a tutti che ci sono un altro indovinello da risolvere e un'altra partita da giocare. E agli Hawthorne non piace proprio perdere… Il terzo volume di The Inheritance Games, la saga bestseller di Jennifer Lynn Barnes che sta facendo impazzire i lettori di tutto il mondo. Spericolati e sempre determinati a vincere, gli Hawthorne con i loro indovinelli saranno presto oggetto di una serie tv realizzata dagli Amazon Studios.

RECENSIONE
Posso fremere dalla voglia di rimettere mano al mio, di romanzo. Posso essere impaziente di farlo. Ma, almeno, qualche sfizio prima di tornare a scrivere me lo devo concedere. Terminare questa trilogia mi sembrava il minimo, considerato quanto ho amato i due precedenti romanzi. E, per scrivere bene, bisogna imparare dai migliori, no? Ecco, io considero la Barnes una delle migliori sul mercato.

La storia riprende da dov'era terminato il romanzo precedente: Avery e i fratelli Hawthorne sono ad un vicolo cieco: non sanno chi li minaccia, con chi stanno giocano e se il gioco a cui stanno giocando sia un gioco del vecchio o meno. Avery sta tentando di dimostrare a Jameson, con tutte le sue forze, che è davvero innamorata di lui. Ma noi, lettori, ci chiediamo insieme a lei cosa sarebbe successo se Grayson non fosse stato 'spezzato' e incapace di andare avanti dopo Emily, se la storia tra loro due avrebbe funzionato. Col senno di poi, la risposta ci viene data da Avery stessa. Lei non vuole un ragazzo ligio al dovere, impostato. Lei vuole il rischio. Vuole sentire l'adrenalina che precede lo svelare un mistero. E, sopra ogni cosa, vuole giocare. Perché ha sempre amato i giochi da, oserei definire, intellettuali. Ma il mistero di chi stia giocando con loro rimane, ed Avery e gli Hawthorne sono costretti a giocare alle regole del misterioso nemico… fino a quando alla porta di Casa Hawthorne non si presenta Eve. E, con il suo arrivo, gli equilibri in Casa Hawthorne vengono irrimediabilmente messi sottosopra: amicizie vengono messe alla prova, così come la fiducia degli uni verso gli altri e verso lo staff della Casa.


Avery, però, comincia a scavare (anche letteralmente, btw) nel passato della famiglia Hawthorne, per scoprire gli oscuri segreti di Tobias Hawthorne. E sì, quel miliardario di successo non era la persona che tutti credevano che fosse - o, per meglio dire, che i suoi nipoti, che aveva plasmato a sua immagine e somiglianza, credevano che fosse. Insieme alla delusione per aver conosciuto la vera faccia di Tobias, e ciò che lega il mistero di Toby Hawthorne, i fratelli sono ad un bilico. In fondo, lasciar andare i condizionamenti a cui siamo sempre stati abituati, fin da piccoli, è difficile. E serve un elemento shock, che si trova in Eve (e non vi dirò in cosa o per cosa) affinché ciò avvenga. I fantasmi del passato sono tornati per azzannare Avery. Riuscirà la nostra quasi diciottenne a tenergli testa?

Ah, raga! Adoro la Barnes! La adoro follemente! Penso sia una delle migliori in circolazione. E ora che è uscito The Brothers Hawthorne voglio leggere pure quello lol! Menzione speciale per le coppie nate, inaspettatamente, tra il secondo e il terzo romanzo: Nash e Libby (occhi e cuoricino!) e Max... Scoprirete voi con chi!

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo che vi consiglio caldamente di recuperare al più presto:
"Una volta Max mi aveva chiesto di immaginarmi in bilico sull'orlo di una scogliera a picco sull'oceano. Ed era proprio così che mi sentivo in quel momento, perché l'amore non è semplicemente una scelta - sono centinaia, migliaia di scelte.
Ogni giorno è una scelta."
(Avery Kylie Grambs)


xoxo,
Giada

martedì, febbraio 27, 2024

RECENSIONE DI REGNO DI CARNE E FUOCO (BLOOD AND ASH #2) DI JENNIFER L. ARMENTROUT

Buona sera, Fantastics! Ieri sera, finalmente, ho finito Regno di Carne e Fuoco e onestamente… wow!
Questo romanzo è tanta, ma davvero tanta roba! Per come era partito, non credevo mi sarebbe piaciuto così tanto, ma zia Armentrout, proprio come zia Maas; sa come conquistare il mio cuore <3 

PREMESSA
Quando ho iniziato Regno di Carne e Fuoco, stavo ancora frequentando il corso Caaf. Allora, non riuscivo nemmeno a scrivere il mio romanzo, alla sera, perché tornavo a casa troppo stanca. Adesso, invece, con la bella novità di cui non voglio ancora parlarvi per scaramanzia, ma è una cosa bella, tranquilli <3 Quindi, spero di riuscire ad abbandonarvi nel blog per poter tornare a scrivere al più presto, ma nel frattempo, godiamoci queste settimane di lettura. La Armentout, come la Maas, sa come conquistarmi. E io amo i romanzi spicy e smut. Più spicy c'è, meglio è! Ecco, devo dire che è molto meglio della trilogia di Caldo come il fuoco, se amate le scene esplicite e molto più grafiche - di tutto, per intenderci. 

TRAMA (DA GOODREADS)
Un tradimento... Tutto ciò in cui Poppy ha sempre creduto è una menzogna, compreso l’uomo di cui si è innamorata. L’unica certezza che le è rimasta è che nessuno è più pericoloso di lui: l’Oscuro, il Principe di Atlantia. E che lo combatterà con tutte le sue forze. Una scelta... Casteel Da’Neer è un uomo dai mille nomi e dai mille volti. Le sue bugie sono seducenti come le sue carezze; le sue verità sensuali come il suo morso. Poppy sa che non può darsi, che ai suoi occhi lei è solo uno strumento con cui raggiungere uno scopo. Ma ha bisogno di lui per ritrovare suo fratello Ian e scoprire se è diventato un Asceso senz’anima. Certo, lavorare con Casteel anziché contro di lui presenta dei rischi: quel ragazzo è una costante tentazione, e ha per lei dei piani che potrebbero rivelarsi una fonte inesauribile di piacere oppure di dolore, piani che la costringeranno a guardare oltre ciò che ha sempre pensato di lui e di se stessa… Un segreto... In attesa del ritorno del principe, ad Atlantia è cresciuto lo scontento: si agitano venti di guerra e Poppy è al centro dell’inquietudine che pervade il regno. Il re intende usarla per mandare un messaggio al regno rivale. I Caduti la vogliono morta. I Wolven sono sempre più imprevedibili. E più la sua capacità di percepire il dolore e le emozioni degli altri cresce, più gli Atlantiani la temono. Perché in gioco ci sono oscuri segreti, segreti antichi che tutti vorrebbero nascondere. E quando la terra inizia a tremare e il cielo a sanguinare potrebbe essere già troppo tardi…

RECENSIONE
Wow! Wow! Wow! Al momento sono ancora con la testa a quella incredibile scena finale, che aveva un che di biblico. Davvero, wow! Atlantia mi ha ricordato, in effetti, la Gerusalemme dei film su Gesù che mi facevano vedere da bambina, tipo quello su Mosè. Tanti elementi, degli dei, me l'hanno ricordato. E non so se la Armentrout abbia preso ispirazione dalla mitologia cristiana o meno, ma è una cosa a cui non riesco a smettere di pensare. E' davvero un'idea geniale!

Regno di Carne e Fuoco riprende da dov'era terminato il romanzo precedente: Poppy che non sa ancora cos'è, e grazie a Casteel pensa di essere una Empate. I suoi poteri, dal primo romanzo a questo, si sono inspiegabilmente fortificati e non ne capisce il motivo. A ciò si aggiunge il suo rapporto travagliato con Casteel - che un giorno sono pane, un giorno polenta come direbbero qui in Veneto. Sta ragazza cambia idea ogni cinque minuti, ma almeno ha la decenza di ammetterlo lol Casteel, in questo romanzo poi, è un sottone di prima categoria. Sul serio, può anche essere un crudele assassino a sangue freddo, ma quando c'è Poppy nei paraggi si scioglie e diventa un cinnamon roll umano (beh, in questo caso Elementale) E io AMO quando ci sono questi trope! Una cosa che non ho amato molto, però, è stato l'uso del misunderstanding trope, tante volte sarebbe potuto esser evitato. Per il resto, i Wolven mi hanno ricordato, forse ancora di più in questo romanzo, i lupi di Twilight. I Craven sono simili agli Strigoi - sto guardando Vampire Academy, e ho anche studiato filologia germanica, quindi parlo con cognizione di causa delle somiglianze tra di loro. 

Per il resto, come ho letto in una recensione di Goodreads, questo è: il romanzo delle domande. Poppu fa, anche a ragione, un miliardo di domande. E chiarisce tante cose che, in Sangue e Cenere, non erano molto chiare. E aiuta, ancora di più, a comprendere Casteel. Io sono ancora ferma agli abusi e stupri che ha subito per 50 anni - un po' con Rhys di ACOTAR. In fondo, i due si somigliano molto. Non vedo l'ora di conoscere Xaden Riorson e il Darkling solo per conoscere i dark lords più quotati del Bookstagram lol 

E' stato bello vedere l'evoluzione di Poppy, qui. E una cosa che mi ha incuriosito tantissimo è stata quella nenia terrificante che lei cantava nel sonno. Stavo aspettando il momento in cui si sarebbe fatto riferimento ai papaveri, visto che Poppy in inglese significa proprio papavero. Ma credo che non ci sarà solo il significato del fiore, c'è ben altro dietro... E io ho già prenotato nella Rete Bibliotecaria il terzo, perché col cavolo che resisto, che aspetto per leggerlo! 

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico super spicy romanzo, che vi consiglio assolutamente di recuperare non appena ne avete l'occasione:
"Non dovresti mai dimenticare che prima eri un accessorio, mentre adesso sei uno strumento."
(Casteel a Poppy)

xoxo,
Giada

sabato, febbraio 03, 2024

RECENSIONE DI BASTA UN CAFFE' PER ESSERE FELICI (FINCHE' IL CAFFE' E' CALDO #2) DI TOSHIKAZU KAWAGUCHI

Buona sera, Fantastics! Non sono mai stata una fan delle raccolte di romanzi, fino ad ora. Ho sempre preferito i romanzoni (sì, ti sto guardando per bene Regno di Carne e Fuoco di Jennifer Armetrout), tuttavia questo autore giapponese è stata una scoperta incredibile. E, non conoscendo proprio per niente la letteratura giapponese (o asiatica, in generale), per me è stata una gran bella cosa sperimentare qualcosa che non sia prodotto da autori o autrici occidentali. 

PREMESSA
Quando ho finito Finché il caffè è caldo, avevo già deciso che volevo leggere il sequel. Sono ancora nel mood di romanzi brevi. O raccolte di racconti - e voi meglio di me sapete quanto io sia una mood reader. Quindi, sono ancora indecisa se iniziare la Armentrout o leggere il terzo (così sarei a 3/5 romanzi di Kawaguchi letti). Vediamo come arriverò a casa dopo il corso, lunedì. Per ora, se fosse per me, li inizierei insieme. Ho bisogno di molto smut per sopperire al dolore che mi hanno portato questi romanzi. Perché, davvero raga, Kawaguchi ti scava un buco nel petto, ti spezza il cuore e poi te lo ricompone. A livello emotivo, queste storie sono state molto più toste del precedente. Molto molto più toste. Vi consiglio di leggerle solo se siete di umore alto, perché altrimenti vi riducete col magone come me. O piangete. In ogni caso, i vostri occhi non rimarranno asciutti.

TRAMA (DA GOODREADS)
Accomodati a un tavolino. Gusta il tuo caffè. Lasciati sorprendere dalla vita. L'aroma dolce del caffè aleggia nell'aria fin dalle prime ore del mattino. Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può essere protagonisti di un'esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l'esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata. Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro. È così per Gotaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno. Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto. Tutti loro hanno qualcosa in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. Questo è l'unico modo per guardare al futuro senza rimpianti e dare spazio a un nuovo inizio.

RECENSIONE
Basta un caffè per essere felici è un romanzo doloroso. Non può sembrare, dalla cover. Ma lo è. 
Pochi romanzi mi hanno ferito come mi ha ferito questo romanzo, davvero. Kawaguchi si riconferma l'autore che è capace di spezzarmi il cuore coi suoi romanzi brevi e dolorosi, dai finali tristi e felici - allo stesso tempo, ovviamente - ma siccome mi segna errore 'dolceamari', beccatevi questa definizione.

Kawaguchi è lo scrittore dell'animo umano. Di questo ormai ne ho la conferma. Il suo modo di descrivere lo spettro delle emozioni umane, dalla gioia al dolore, fino alla disperazione più totale è qualcosa di straordinario. E, per me, quando uno scrittore tocca le corde del mio cuore mi ha conquistata, totalmente. Completamente.

In questa raccolta di romanzi, la storyline principale si è spostata di 6 anni nel futuro rispetto a quella precedente. Il 'futuro' che veniva rappresentato nel romanzo precedente, per intenderci. E dato che il futuro è sempre mutevole, e cambia con le nostre intenzioni e le nostre azioni, la situazioni che vengono descritte sono in parte collegate al romanzo precedente (con apparizioni dei personaggi che hanno viaggiato nel tempo nel romanzo precedente) e in parte modificate da eventi di cui i personaggi, di questo romanzo per intenderci, di cui non hanno alcun controllo. Abbiamo Gotaro, che ha preso in affidamento la figlia del suo amico più caro dopo che lui e la moglie sono morti in un incidente d'auto, Katsuki, che soffre di una malattia terminale che l'ha separato dalla sua fidanzata, Yukio che si sente perso e disperato e vuole salutare la madre, morta l'anno prima, quando non aveva denaro per andare a Tokyo; e Kiyoshi che vuole dire addio alla moglie con amore. 

Ogni personaggio ha sofferto molto, in modo diverso, ma ha sofferto. E la sofferenza, così come le occasioni perse, hanno un effetto causa-effetto nei personaggi. Proprio come nella vita vera, non ci si libera del dolore ignorandolo o mettendolo da parte in un angolo della mente. Bisogna affrontarlo. Non importa se si piangerà, nel frattempo. L'unico modo per superarlo, e vedere la vita con nuovi occhi è affrontarlo. Ed è questo che fa, ogni personaggio che decide di affrontare il viaggio nel futuro o nel passato. Affronta i suoi conti in sospeso, ma anche il suo dolore e la sua sofferenza. 

La scrittura dei giapponesi è molto delicata. E, almeno, qui non ho trovato paragrafi che sembravano tratti da Wikipedia. In ogni caso, Kawaguchi è l'autore che sa parlare al mio cuore.

Vi saluto con una citazione, spero non spoilerosa, tratta da questo magnifico romanzo:
"Yukio era stordito da questa sensazione misteriosa. La luce non era aumentata, eppure ogni cosa su ci posava gli occhi aveva un aspetto più fresco e luminoso. La sua vita di disperazione era diventata una vita di speranza. Il modo di pensare si era radicalmente trasformato.
'Non è il mondo a essere cambiato, sono io...' "
(Yukio)

xoxo,
Giada

martedì, gennaio 30, 2024

RECENSIONE DI FINCHE' IL CAFFE' E' CALDO (FINCHE' IL CAFFE' E' CALDO #1) DI TOSHIKAZU KAWAGUCHI

Buona sera, lettori! E' passato un po' di tempo da quando non tornavo qui, ma d'altronde si fa di necessità virtù, no? Questa è la mia necessità fatta virtù. La vita, negli ultimi tempi, è stata piena di eventi belli e brutti, in cui la scrittura è stata la mia costante. Ora, invece, sto cercando di aggrapparmi all'altra cosa, oltre alla scrittura, che mi dà pace e serenità. E che mantiene la mia mente attiva, nelle storie dei miei personaggi, quando torno troppo stanca dal corso alla sera: leggere libri. 

PREMESSA
Quando ho trovato "Finché il caffè è caldo" di Kawaguchi, non mi aspettavo molto. Volevo qualcosa di easy. Semplice. Qualcosa di non troppo lungo, perché il corso CAAF ha prosciugato ogni mia energia creativa e, quando ci sono giornate di grosse spiegazioni, non riesco a scrivere il mio libro come vorrei.
Avrei potuto essere frustrata, piangere o incazzarmi. Non ho fatto niente di tutto ciò. Ho cercato la soluzione alternativa. Non guarderò serie tv, anche perché significherebbe non pensare nemmeno al mio, di romanzo. Quindi mi accontento di questo, leggere. E voi sapete, quanto io ami farlo. 

Kawaguchi tratta tematiche molto simili a ciò che scrivo nei miei libri, ma certi eventi sono stati un vero pugno nello stomaco, inaspettati e dolorosi come solo chi tratta di temi vicini ai miei sa esserlo.

TRAMA (DA GOODREADS)
Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici.
ECCO LE 5 REGOLE DA SEGUIRE:
1. Sei in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e aspetta solo te.
2. Siediti e attendi che il caffè ti venga servito.
3. Tieniti pronto a rivivere un momento importante della tua vita.
4. Mentre lo fai ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi.
5. Non dimenticarti la regola fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.

In Giappone c'è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare.
Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kōtake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutte scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.

Finché il caffè è caldo è diventato un caso editoriale in Giappone, dove ha venduto oltre un milione di copie. Poi ha conquistato tutto il mondo e le classifiche europee a pochi giorni dall’uscita. Un romanzo pieno di fascino e mistero sulle occasioni perdute e sull’importanza di quelle ancora da vivere.

RECENSIONE
Sarà che sono stata male fino a poche ore fa. Sarà che sono in preciclo potente. Sarà che sono reduce da una settimana di discussioni e litigate, in cui sono volate parole grosse. Ma questo libro è stato un colpo al cuore. Mi ha fatto davvero molto male. Il fatto poi, che tratti dei temi così vicini ai miei romanzi ha aumentato a dismisura la mia voglia di scrivere il mio romanzo, che ora non posso fare perché torno a casa troppo, decisamente troppo, stanca ora di sera. 

Un caffè misterioso, senza nome e in una provincia non ben identificata del Giapponese, situato in una locale sotto la strada, è famoso per permettere a chi lo desidera di poter viaggiare nel tempo. Si può viaggiare nel passato, o nel futuro. Ma si può farlo una volta soltanto, non più di una. Si ha una sola occasione per poter fare ciò che si desidera. In questo contesto, conosciamo i proprietari del caffè: Nagare, marito di Kei. Kazu, la sorella di Kei. E tutti i clienti abituali: abbiamo la donna in carriera Fumiko, che ha appena rotto col suo fidanzato; Hirai che gestisce un bar alternativo e super frequentato dall'altra parte della strada e che scappa ogni giorno dalle costanti visite di sua sorella Kumi; Kotake, che convive col marito affetto da demenza senile che comporta una perdita delle memoria Kei che convive da tutta la vita in una condizione di insufficienza al cuore che le ha ridotto la vita e che, inevitabilmente, le impedirà di vedere il suo bambino crescere. 

Tutte e tre, in un modo o nell'altro, si sentiranno attratti dalla prospettiva di vedere il passato o il futuro. Non possono cambiarlo, questa è la regola. E non possono nemmeno alzarsi dalla sedia, altrimenti verrebbero sbalzati nel presente di colpo. Tutte e tre, in qualche modo, hanno un'occasione persa nella loro vita che vorrebbero recuperare per sistemare le cose o, perlomeno, dare un'occhiata a come sarebbero le cose se invece di scappare, fossero rimasti lì. E sono proprio quelle occasioni perse, quelle parole non dette, quei sentimenti non espressi, il perno di questo romanzo breve. Non posso dire di più, perché in quanto breve rischierei davvero di rovinarvi la lettura. Ma merita. Merita davvero tanto questo piccolo romanzo. 

E' la prima volta che sperimento un autore dell'Est, quindi certe descrizioni qui sarebbero considerate puro e mero infodump. Come la descrizione degli abiti - io le amo e le metto sempre, ma qui erano proprio rese in stile infodump. Certe volte, i paragrafi sembravano presi da Wikipedia, ma mi sono piaciuti ugualmente. Insomma, sebbene abbia le sue pecche, l'ho amato infinitamente e ho già preso i due sequel. Perché non mi sono mai sentita attratta dalla letteratura asiatica? Avrei dovuto sperimentarla prima d'ora, per la miseria! Devo assolutamente sperimentare altri autori!

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo breve, che vi consiglio di leggere:
"Kazu è ancora convinta che, se vuole, la gente troverà sempre la forza di superare tutte le difficoltà che si presenteranno. Serve solo cuore. E se /quella/ sedia ha il potere di cambiare il cuore delle persone, di sicuro un senso deve averlo."
(Kazu)

xoxo,
Giada 
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