Buon pomeriggio, lettori e bloggers! Oggi vi voglio commentare il terzo libro della saga della Cronache di Narnia, ovvero "Il principe Caspian". Il libro è molto molto diverso dal film con quel figo di Ben Barnes, quindi penso che sia meglio raccontarvi bene la storia.
E' bene che sappiate che "Il principe Caspian" è un libro che ha luogo un anno dopo le avventure di Peter, Edmund, Susan e Lucy a Narnia, dove loro erano re e regine e Peter era il re Supremo. Peter, Edmund, Susan e Lucy si trovano nella stazione ferroviaria di Londra e si devono separare perché i ragazzi devono andare nella scuola maschile, che si trova molto distante dal collegio femminile delle due sorelle. Ma proprio mentre stanno aspettando il treno, palesemente in ritardo, una magia li trascina e li riporta in un luogo disabitato ed in mezzo al mare. In un primo momento, tutti sono felici di essere finiti in quel luogo assolato con l'acqua cristallina e passano un bel po' di tempo a giocare e a schizzarsi con l'acqua, ma poi comincia a venir loro sete ed è chiaro che non possano bere l'acqua del mare perché è salata - decidono perciò di percorrere tutta l'isola (perché è in un'isola che si trovano) per cercare un punto di confluenza da cui potrebbe sgorgare l'acqua, però non lo trovano e alla fine decidono di tornare indietro e di addentrarsi nella fitta foresta. Percorrere la foresta non è affatto facile, perché la vegetazione è molto intricata, però dopo molte fatiche e i piedi bagnati perché immersi nell'acqua alla fine riescono ad uscire e si trovano davanti ad un albero di mele profumatissime e decidono di coglierne un po' per mangiarle infine trovano un pozzo coperto da fogliame dentro al quale c'è della buonissima acqua fresca. Rinfrescati e sazi, decidono di cercare un posto dove ripararsi durante la notte e trovano davanti a sé le rovine di un palazzo e alla fine decidono di entrarvi. Nel palazzo Peter da ordini precisi: Susan va a cogliere le mele dagli alberi e prendere l'acqua per tutti insieme a Lucy, mentre Edmund e Peter vanno a prendere dei pezzi di legno per accendere un fuoco. Lucy confessa di avere una strana sensazione, come se ci fosse già stata in quel palazzo e anche Peter ammette di aver avuto la stessa sensazione. E così, grazie a Peter, i ragazzi si rendono conto che si trovano nelle rovine di Cair Paravel (o Casa di Aslan), il loro palazzo quando erano re e regine di Narnia e il fatto che sia tutto ciò l'hanno capito grazie ad una serie di cose: il meleto, che si trova nella stessa posizione nella quale loro avevano piantato quando regnavano a Narnia, il pozzo che si trova a sud proprio come il loro quando regnavano e le dimensioni del palazzo sono uguali a quello che secoli e secoli prima era il loro. Edmund però non capisce per quale motivo il palazzo sia ridotto così, in fondo sono andati via da Narnia soltanto un anno prima...Peter gli ricorda che a Narnia il tempo scorre molto più velocemente che nel mondo reale, che quando loro erano re e regine di Narnia erano diventati adulti e avevano alle spalle secoli e secoli di esperienze. A Lucy viene un'idea per provare che quello sia davvero il palazzo di Cair Paravel: trovare la stanza del tesoro, nascosta dietro una parete, così mentre Susan fa la lagnosa e la mammina (scusate, ma in questo libro Susan mi è diventata un po' antipatica) e dice loro di non aprire la parete, nessuno la ascolta e i suoi fratelli e la piccola Lucy la spingono a smettere di lamentarsi e ad aiutare, infine riescono ad entrare nella stanza del tesoro, una stanza ricca di oggetti preziosi che appartenevano loro. I fratelli e le sorelle prendono i loro doni: la spada e lo scudo di Peter, la boccetta di cristallo che contiene un liquido che fa guarire in fretta e la faretra, le frecce e l'arco di Susan. I bambini dormono sereni, dopo aver portato al piano di sopra i loro doni. Il mattino dopo, mentre vanno in cerca di qualcos'altro da mangiare che non siano mele, si imbattono in due loschi individui che vogliono uccidere un nano, Susan interviene e colpisce con una freccia quegli individui, più tardi scopriremo che erano Telmarini, i quali erano convinti che in quel luogo ci fossero dei fantasmi. Susan salva il nano, che rivela loro di essere un nemico pubblico e con un grandissimo flashback conosciamo la storia di principe Caspian, il legittimo erede al trono di Narnia, che gli è stato usurpato da re Miraz l'Usurpatore. Caspian Decimo è figlio del Nono Caspian e di sua moglie, i quali sono morti precocemente e per questo, Caspian è stato cresciuto da suo zio Miraz - il quale ha allontanato dal castello la vecchia nutrice di Caspian perché gli aveva raccontato della Vecchia Narnia, una Narnia delle leggende di cui Miraz ha chiaramente paura e come lui tutti i Telmarini. Caspian non ha mai provato amore o affetto per lo zio, e quando il suo tutore (che è il sostituto della sua vecchia nutrice) gli rivela delle grandi, grandissime cose sulla Vecchia Narnia lui si sente improvvisamente parte di quel magico e leggendario mondo e, inoltre, gli dice che lui non è un nano "puro" ma un nano dal sangue misto (per metà umano e per metà nano, per intenderci). I nani, come le altre creature magiche sono stati costretti a nascondersi e ancora adesso la Vecchia Narnia vive clandestinamente in angoli remoti del regno per sfuggire alle grinfie di Miraz, che non vuole credere che esistano ancora abitanti o animali della vecchia Narnia; scopriamo così che gli animali parlanti sono quasi del tutto spariti e che sono regrediti ad uno stadio primitivo animale, dimenticando la loro umanità, quelli che sono sopravvissuti, cioè i clandestini, come detto in precedenza, vivono segretamente in angoli remoti dove i Telmarini non andrebbero mai. Anche gli alberi non parlano più (okay, questo mi ha ricordato chiaramente la rivolta degli alberi ne "Il Signore degli Anelli: le due torri", quando gli alberi si ribellano al dominio di Sauron e vanno a combattere per riprendersi il loro territorio) e le naiadi, le driadi e gli altri spiriti del bosco dormono un sonno profondo perché gli uomini hanno tagliato tutti gli alberi e la loro vita, la loro vitalità si è sopita. Quando nasce il figlio di re Miraz e di sua moglie, il tutore sveglia Caspian nel bel mezzo della notte e gli dice che deve assolutamente scappare perché Miraz ha sempre ucciso tutti quelli che si mettevano fra lui e il trono sul quale voleva sedersi e siccome lui è l'erede al trono legittimo rischia la vita. Caspian fa ciò che lui gli dice ed insieme al cavallo scappa, finendo poi per cadere e farsi del male e ritrovarsi perciò in mezzo a tre nani (Briscola, Tartufello e Nikabik) e un tasso parlante. Gli animali parlanti si fidano di lui, ma i nani faticano a farlo, specialmente Nilkabrik, che lo tratta con diffidenza; non appena però il giovane ragazzo gli dice che è contro re Miraz i nani, gli animali e Caspian si alleano, ma il cavallo scappa. Il periodo in cui Caspian vive a stretto contatto con la natura incontaminata, lontano dagli sfarzi del castello e in mezzo a ciò che ha sempre sognato di incontrare: gli abitanti della Vecchia Narnia, la Narnia che viveva durante il periodo d'oro del regno del re Supremo Peter. Intanto Peter, Edmund, Susan e Lucy cercano un modo per uscire dall'isola e grazie a Briscola (o comunemente chiamato P.C.A. ovvero Piccolo Caro Amico) saltano sulla barca rubata a coloro che volevano uccidere Briscola ed insieme cercano di raggiungere il fortino nel quale si sta nascondendo Caspian insieme ad un folto numero di alleati (giganti, animali parlanti, il famosissimo topino Ripicì e il fratello Picirì). Caspian ha affrontato fino ad adesso le truppe di re Miraz malamente, nel senso che non è riuscito a sconfiggerlo e sul campo di battaglia è stato versato molto sangue dei suoi amici; perciò l'arrivo di re Peter è stato provvidenziale, ma in particolare per due motivi: Nikabrik aveva pensato di chiedere aiuto alle streghe e ai lupi mannari, ma i nani e gli altri abitanti di Narnia non volevano averi nulla a che fare perché erano gentaglia, e come seconda cosa, siccome quando Caspian ha suonato il corno magico di Susan (il suo dono mancava infatti dalla stanza del tesoro) non è successo nulla e Aslan non è arrivato ha deciso di riportare in vita la Strega Bianca, che aveva soggiogato Narnia con un'incantesimo gettandola in un inverno eterno (e dove non era mai Natale, sempre inverno e mai Natale), Peter e Briscola, dopo aver origliato alla porta la battaglia che è avvenuta in quella piccola sala (chiamiamola 'sala del consiglio') dove Peter si presenta come re Supremo. Ma facciamo un piccolo passo indietro, Briscola non credeva che i re e le regine dell'Antica Narnia esistessero veramente o che esistessero ancora, come non credeva che esistessero, o che il corno della regina Susan funzionasse veramente o che Aslan esistesse davvero...Ma Edmund ha deciso di sfidarlo a spada dimostrandogli così che lui è davvero Re Edmund il Giusto che governava Narnia, allo stesso modo Susan centra una mela lontanissima con una freccia e per non far star male il suo piccolo amico da' la colpa ad una folata di vento che è arrivata proprio quando lui stava per scoccare la freccia, infine il nano mostra la sua ferita di guerra a Lucy che lo cura..In questo modo lui ormai crede che le leggende che si raccontavano sull'Antica Narnia erano vere. Peter cerca di arrivare al castello di Miraz per affrontarlo, sconfiggerlo e ridare il trono al suo legittimo proprietario ma prima Peter e i suoi fratelli e le sue sorelle devono raggiungere il fortino e attraversano una gola profonda che secoli prima, mentre erano loro al potere era solo un fiumiciattolo, Peter arriva al Guado di Beruna dove ormai c'è solo un ponte, lì Lucy vede Aslan ma gli altri no, vicino ad esso tutti decidono di appartarsi per dormire. Ma la piccola Lucy non riesce a dormire, si alza e cerca di risvegliare gli alberi ma gli sembra che manchi qualcosa alla sua formula per il risveglio, infatti in fondo alla via scorge Aslan (ormai invecchiato) e gli si avvicina. Aslan dice a Lucy che deve svegliare tutti i suoi amici e digli che lui c'è anche se non lo vedono - è interessante come Aslan si manifesti all'inizio sempre e solo alla più piccola del gruppo, questo mi ricorda le apparizioni Mariane, infatti se non erro la Madonna si manifesta sempre ai bambini perché i bambini sono puri di cuore e per questo si manifesta loro - Lucy sveglia tutti e nessuno le crede, perciò Edmund ricorda loro che è stata Lucy a scoprire per prima Narnia un anno prima e che anche allora non le avevano creduto, perciò sarebbe il caso di crederle ora. Alla fine Susan, la più scettica, riesce a vedere Aslan e chiede scusa alla sorellina. Aslan guida la comitiva verso il fortino di Caspian e lì si incontrano e accade quanto vi ho raccontato prima. Peter e Caspian vogliono evitare una guerra, una battaglia, perciò Peter decide di mandare un messo con un messaggio da parte sua invitandolo a restituire il trono a Caspian altrimenti dovrà affrontare lui, il re Supremo in uno scontro. Re Miraz è deciso a non arrendersi, non vuole cedere, vuole continuare a dominare Narnia ma nel frattempo due del suo esercito cercano un modo per farlo fuori con un pretesto e lasciar cadere Narnia nell'anarchia, senza una guida che la governi. La cosa bella è che non appena entrati a Narnia Peter, Edmund, Susan e Lucy hanno recuperato la memoria dei bei tempo andati, delle battaglie vinte, delle magnifiche feste e i magnifici banchetti che si tenevano a Cair Paravel in compagnia di nani, naiadi, driadi e quant'altro e hanno recuperato anche le loro abilità (Edmund nel combattere con spada, Peter nel combattere con la spada e lo scudo e Susan, che però era già in grado di tirare con l'arco e le frecce, recuperare la sua straordinaria abilità resa più strabiliante dall'aria di Narnia). Miraz decide di affrontare Peter, e i due dell'esercito che volevano tradirlo, quando vedono che Miraz è a terra gridano al tradimento e comincia la guerra. A guerra finita, Caspian può governare tranquillamente Narnia ma scopriamo che lui non è originario di Narnia o di Telmar (i cui abitanti hanno paura delle foreste e dell'acqua) ma del mondo umano, in quanto i suoi antenati arrivarono su un'isola nel bel mezzo del mare e lì entrarono in contatto con le creature di quel posto e procrearono, per questo Caspian in quanto umano ha il diritto di sedere sul trono di Narnia a Cair Paravel. Aslan, Lucy e Susan liberano i cittadini di Narnia, e il leone restituisce la libertà e la vita a quelle persone che erano costretto entro limitati codici comportamentali/ di apparenza sotto la dittatura di Miraz e...Cosa molto più importante, fa tornare in vita la vecchia nutrice di Caspian che era sul punto di morte, con il suo alito della vita e risveglia gli spiriti della foresta, le naiadi, le driadi e le ninfe; inoltre Bacco torna in città e anche il Vecchio sopra l'Asino e in città il vino scorre a fiumi, un vino dolce molto profumato. I prigionieri di guerra, per la maggior parte Telmarini, sono intimoriti da Aslan; il quale propone loro di andare attraverso una porta trasparente e di tornare nella loro isola originaria, alcuni preferiscono attraversare quella porta, altri preferiscono rimanere. Il topino Ripicì ha combattuto valorosamente durante la guerra ed è rimasto senza coda e siccome è un topo parlante la coda è la sola dignità che gli rimane affinché le persone lo prendano sul serio. I topini alleati di Ripicì dicono che se lui non ha la coda (alla quale il magico intruglio di Lucy non ha fatto effetto) anche loro si taglieranno la coda per non lasciarlo solo. Aslan fa ricrescere la coda a Ripicì, il quale riacquista l'equilibrio che senza la coda non aveva. In seguito, Aslan parlerà in privato con Susan e Peter, i quali sono troppo vecchi ormai per Narnia e non vi potranno più entrare; mentre ciò sarà permesso invece ad Edmund e Lucy. I topini vorrebbero attraversare la porta per dimostrare ai prigionieri di guerra che non c'è niente di pericoloso al di là di essa, ma Aslan li avvisa che in quell'altro mondo sarebbero trattati come fenomeni da baraccone, Peter dice ai suoi fratelli e alle sue sorelle che è arrivato il momento di andare e porge loro i loro vecchi abiti (una cosa importante che non vi ho detto è che mentre esploravano le rovine di Cair Paravel, Edmund aveva usato la sua torcia ed aveva sempre fame, tratto che rimanda costantemente a ciò che era il suo peccato originale: l'ingordigia) ed insieme tornano a Londra. Lì Edmund si ricorda di aver lasciato a Narnia la sua pila.
Ho amato molto questo libro per l'introduzione del personaggio di Caspian e per le analogie con Amleto, in cui io rivedo il personaggio di Claudio, lo zio di Amleto, che ha ucciso re Amleto e che progetta di uccidere pure lui per ottenere il trono e governare il regno al posto suo in re Miraz, il quale ha ucciso il fratello e la moglie. L'unica differenza qui è che re Miraz non si risposa ma ha un figlio suo da sua moglie e che vuole uccidere Caspian affinché il trono appartenga a suo figlio e non a Caspian.
Bene, vi lascio con una citazione de "Il principe Caspian":
"Ecco il peggior difetto delle ragazze." rimarcò Edmund ad uso e costumo di Peter e del nano "non riescono a ficcarsi in testa una mappa o una bella cartina"
"Perché le nostre teste sono troppo piene, caro Edmund." ribatté Lucy per le rime.
Giada
martedì, aprile 29, 2014
martedì, aprile 22, 2014
Il cavallo e il ragazzo, C.S. Lewis (seconda parte)
Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Con oggi si conclude il mio commento su "Il cavallo e il ragazzo" di C.S. Lewis, e siccome non ho trovato fonti utili per concludere tutto ciò, dovrete avvalervi della mia opinione.
CREDENZE CRISTIANE
Il romanzo è permeato di riferimenti alla cristianità, primo fra tutti quello del leone Aslan che viene rappresentato come un potente leone nel quale si rivede il personaggio biblico di Gesù Cristo. Lui è figlio dell'Imperatore al di là del Mare ed è sempre lui che dirige il percorso di Shasta, anche prima che quest'ultimo realizzi che Aslan lo fa con uno scopo preciso, come: rincorrere Aravis e Uinni appena scappate dal palazzo del padre di lei per farle incontrare con Shasta e Bri, salvare la vita di Shasta dopo il naufragio in mare dei suoi rapitori e spingerlo verso la casa del rozzo pescatore Arshish, graffiare la schiena di Aravis come punizione per aver dato del sonnifero alla sua serva la quale è stata punita per causa sua e punire il perfido Rabadash trasformandolo in un asino (o come viene scritto nel libro, in un Asino).
I RUOLI AUTORITARI
Per quanto riguarda i ruoli autoritari, il padre adottivo di Shasta, Arshish lo costringe a lavori eccessivi e lo picchia quando è di cattivo umore. Arshish finge di opporsi alla vendita di suo figlio durante la visita del Tarkaan, ma lui in realtà sta solo cercando di contrattarlo per un prezzo più alto (le famose sette e quindici mezzelune). Shasta è felice quando viene a sapere che non è figlio di Arshish perché sa che un figlio amerebbe suo padre, ma lui non lo fa. Si è sempre sentito in colpa per non aver mai amato Arshish.
Bri è l'autorità che agisce su Shasta e agisce come suo mentore. Bri alterna momenti in cui è duro con Shasta a quelli in cui è gentile con lui. Lui prende in giro Shasta per il suo modo di cavalcare e gli dice che si siede sulla sella come un sacco di patate, ma lo dice senza cattiveria. Bri è lo stratega autore della loro fuga e la guida durante il loro viaggio. Lui è preoccupato della sua dignità e di cosa gli altri cavalli parlanti potrebbero dire di lui.
Aravis dice che la sua matrigna la odia. La matrigna organizza ad Aravis un fidanzamento con Ahosta Tarkaan, un uomo vecchio per niente attraente. Suo padre accetta la coppia e viene facilmente ingannato quando Aravis decide di scappare.
Re Edmund colpisce Shasta quando lo vede per la prima volta, ma la narrazione subito precisa che lo schiaffo non era stato fatto per fare del male a Shasta. Re Edmund crede che Shasta sia il principe Corin, un giovane fuggiasco che spaventa le guardie scomparendo nella città straniera di Tashbaan. Shasta sta in silenzio mentre re Edmund lo corregge per le sue malefatte, mentre Shasta ammira il re. Shasta desidera di aver potuto fargli una migliore impressione. Re Edmung è preoccupato dal fatto che sua sorella la regina Susan sarà costretta ad un matrimonio con il principe Rabadash di Calormen. Re Edmund combatte coraggiosamente e dimostra cortesia, educazione nei confronti dei suoi nemici ed è paziente con il principe Corin.
La regina Susan è profondamente preoccupata per l'assenza del principe Corin e veniamo a sapere dalla narrazione che era stata molto vicino a lui dopo la morte di sua madre. Lei ascolta il saggio consiglio di suo fratello e riconosce che la sua storia con il Principe Rabadash è imprudente dopo aver visto il suo crudele comportamento.
Il signor Tumnus, il fauno, interpreta il silenzio di Shasta come un segno di stanchezza e gentilmente si raccomanda che il ragazzo riposi e si rinfreschi. Lui gli racconta storie per intrattenerlo ed incoraggiarlo e gli porta un pasto completo. Shasta si affeziona immediatamente ai Narniani adulti. Lui li rispetta, ma decide di non dire loro la verità su sé stesso perché la sua educazione con Arshish lo ha convinto che confidandosi con gli adulti porta sempre ad una perdita di divertimento o di libertà. Il principe Corin è scioccato all'idea di mantenere segreta la verità agli adulti.
Il principe Rabadash offende suo padre, il Tisroc di Calomen. Quando le persone si riferiscono ai loro genitori, si suppone che loro dicano sempre "O padre mio" o "O delizia dei miei occhi", ma Rabadash salta la frase per fargli sapere che è arrabbiato. Lui dà a Tisroc del codardo. Tisroc incoraggia l'immotivato attacco di Rabadash alla Terra di Archen e Narnia. Lui privatamente pianifica di rinnegarlo se il suo attacco fallisce.
L'Eremita della Via del Sud (così scritto nella traduzione del libro che ho) è un uomo gentile. Lui dà a Shasta istruzioni vitali, e lui si preoccupa per Bri e Uinni che pendono dalle labbra di Aravis. Lui la chiama "figlia Aravis" e lei lo chiama "padre". Il principe Corin combatte nella battaglia contro Rabadash contro gli ordini di Re Edmund. Re Luni è un padre amorevole di Principe Corin e più tardi di Shasta (Principe Cor).
ALTRE FEDI O SISTEMI DI PENSIERO/CREDO RELIGIOSI
Arshish dice che gli dei ricompensano quelli che si prendono cura dei poveri. Il re di Calormen, Tisroc, è considerato come una divinità minore. Il suo nome non può essere menzionato senza aggiungere la frase "possa egli vivere in eterno" perché loro non sono Narniani e solo gli schiavi e i giullari parlano con ammirazione di Tisroc. Quando Shasta scopre che non è il figlio di Arshish, lui entusiasticamente pensa di essere il figlio di un dio.
Aravis dice che la sua famiglia discende dal dio Tash e spera che la pace degli dei dimori su sua madre. Mentre racconta la sua storia, Aravis giura per gli dèi di Carlomen e brevemente si appella a loro. Lei ha mentito a suo padre dicendogli che sarebbe andata a svolgere dei riti sacri per la dea delle promesse spose, ma lei scappa dalla sua casa senza farlo.
Bri suggerisce che se lui, Shasta, Aravis e Uinni si separano in Tashbaan, loro si possono incontrare alle Tombe degli Antichi Re che si trovano al di fuori della città. Lui dice che nessun Calormeniano li disturberebbe perché tutti credono che ci siano ghoul che infestino le tombe. Aravis e Shasta pensano che le tombe siano infestate, anche se loro dichiarano l'opposto.
Il tempio di Tash è un punto di riferimento/un monumento conosciuto in Tashbaan. Rabadash attacca la Terra di Archen nel nome di Tash, e molti altri personaggi menzionano Tash o tutti gli dei Calormeniani come un gruppo unico.
Il signor Tumnus è una mitologica creatura con la parte superiore del corpo di un umano e le gambe di una capra.
Quando Shasta crede di essere sul punto di morire, lui si chiede cosa succeda alle persone dopo la morte. E rivolge alcuni pensieri agli stregoni e ai demoni che abitano Narnia, che è soggetta ad un eterno magico
inverno, il che era vero durante il regno della Strega Bianca.
Aravis dice che è sono stati fortunati che il leone che li ha attaccati non le ha fatto molto male, peggio di quanto non credesse, ma l'Eremita della Via del Sud le dice che lui non crede nella fortuna. Quando Shasta nacque, un centauro profetizzò che lui avrebbe salvato la Terra di Archen dal più grande pericolo che questa Terra abbia mai conosciuto. E così lui ha fatto, Shasta (Cor) ha salvato la Terra di Archen.
PROFANITA' E SCENE DI VIOLENZA
Bri era un cavallo da guerra, un destriero, ma lui non vorrà raccontare a Shasta troppe storie di battaglie perché lui non è orgoglioso di aver combattuto nelle guerre di Tisroc come uno schiavo. Lui dice che lui sarebbe felice di combattere nelle battaglie di Narnia in futuro.La testa di una persona sarà tagliata nella battaglia fra i soldati di Rabadash e le armate di Narnia e della Terra di Archen.
Queer (strano, bizzarro, curioso, stravagante e nell'accezione volgare del termine significa anche gay od omosessuale) è usato per denotare qualcosa di inusuale mentre gay è usato alcune volte per riferirsi a qualcosa di gioioso o dai colori vivaci. A*** è usato per riferirsi a Rabadash nella forma di Asino.
BACI/SESSO/OMOSESSUALITA'
Il principe Rabadash è chiamato l'innamorato della regina Susan, ma nessun contatto intimo è sottointeso e il termine usato sembra essere usato solo nella corte. Re Edmund crede che il principe Rabadash costringerà la regina Susan ad essere sua moglie o sua schiava. Edmund nota che vivere con Rabadash al di fuori del matrimonio sarebbe un destino molto peggiore per sua sorella. Prima di attaccare la Terra di Archen il principe Rabadash dice che ai suoi soldati che gli permette di prendere come prigioniere delle donne e renderle di loro proprietà.
NOTE
Rubare: Shasta è preoccupato circa l'usare denaro rubato dal precedente padrone di Bri. Bri dice che loro non devono rubare ma razionalizza tutto ciò dicendo che dato che sono prigionieri nella terra del nemico, tutto ciò che loro prendono come aiuto durante il loro viaggio conta come il bottino di guerra. Più tardi, quando Shasta deve rubare cibo dalle fattorie, Bri lo chiama "scorrerie". E anche, sebbene Shasta e Bri scappino via insieme, Shasta sa che se lui fosse catturato, lui verrebbe impiccato come un ladro di cavalli.
Alcol: Aravis da alla sua serve del vino con della droga dentro per farla addormentare. Shasta riceve del vino con il suo pasto. Le guardie arrestano il Principe Corin, il quale regala loro del vino per pacificarsi con loro. Corin scappa dalle guardie dopo che questi ultimi sono svenuti dal troppo bere.
Fumare: Due nani fumano pipe.
Suicidio: Aravis decide di commettere suicidio trafiggendo il proprio cuore con un pugnale, in questo modo lei non avrebbe dovuto sposare un uomo vecchio, brutto e immorale. Uinni ferma Aravis prima che lei possa ferire sé stessa.
Con questo concludo definitivamente la cronaca "Il cavallo e il ragazzo" e vi lascio con una citazione tratta da questo stupendo romanzo: "Una delle cose peggiori che derivano dall'essere schiavi e costretti a fare le cose contro la propria volontà, è il fatto che quando non c'è più nessuno a costringerti ti manca persino la forza di obbligarti a fare qualcosa da solo". Il narratore.
Giada
CREDENZE CRISTIANE
Il romanzo è permeato di riferimenti alla cristianità, primo fra tutti quello del leone Aslan che viene rappresentato come un potente leone nel quale si rivede il personaggio biblico di Gesù Cristo. Lui è figlio dell'Imperatore al di là del Mare ed è sempre lui che dirige il percorso di Shasta, anche prima che quest'ultimo realizzi che Aslan lo fa con uno scopo preciso, come: rincorrere Aravis e Uinni appena scappate dal palazzo del padre di lei per farle incontrare con Shasta e Bri, salvare la vita di Shasta dopo il naufragio in mare dei suoi rapitori e spingerlo verso la casa del rozzo pescatore Arshish, graffiare la schiena di Aravis come punizione per aver dato del sonnifero alla sua serva la quale è stata punita per causa sua e punire il perfido Rabadash trasformandolo in un asino (o come viene scritto nel libro, in un Asino).
I RUOLI AUTORITARI
Per quanto riguarda i ruoli autoritari, il padre adottivo di Shasta, Arshish lo costringe a lavori eccessivi e lo picchia quando è di cattivo umore. Arshish finge di opporsi alla vendita di suo figlio durante la visita del Tarkaan, ma lui in realtà sta solo cercando di contrattarlo per un prezzo più alto (le famose sette e quindici mezzelune). Shasta è felice quando viene a sapere che non è figlio di Arshish perché sa che un figlio amerebbe suo padre, ma lui non lo fa. Si è sempre sentito in colpa per non aver mai amato Arshish.
Bri è l'autorità che agisce su Shasta e agisce come suo mentore. Bri alterna momenti in cui è duro con Shasta a quelli in cui è gentile con lui. Lui prende in giro Shasta per il suo modo di cavalcare e gli dice che si siede sulla sella come un sacco di patate, ma lo dice senza cattiveria. Bri è lo stratega autore della loro fuga e la guida durante il loro viaggio. Lui è preoccupato della sua dignità e di cosa gli altri cavalli parlanti potrebbero dire di lui.
Aravis dice che la sua matrigna la odia. La matrigna organizza ad Aravis un fidanzamento con Ahosta Tarkaan, un uomo vecchio per niente attraente. Suo padre accetta la coppia e viene facilmente ingannato quando Aravis decide di scappare.
Re Edmund colpisce Shasta quando lo vede per la prima volta, ma la narrazione subito precisa che lo schiaffo non era stato fatto per fare del male a Shasta. Re Edmund crede che Shasta sia il principe Corin, un giovane fuggiasco che spaventa le guardie scomparendo nella città straniera di Tashbaan. Shasta sta in silenzio mentre re Edmund lo corregge per le sue malefatte, mentre Shasta ammira il re. Shasta desidera di aver potuto fargli una migliore impressione. Re Edmung è preoccupato dal fatto che sua sorella la regina Susan sarà costretta ad un matrimonio con il principe Rabadash di Calormen. Re Edmund combatte coraggiosamente e dimostra cortesia, educazione nei confronti dei suoi nemici ed è paziente con il principe Corin.
La regina Susan è profondamente preoccupata per l'assenza del principe Corin e veniamo a sapere dalla narrazione che era stata molto vicino a lui dopo la morte di sua madre. Lei ascolta il saggio consiglio di suo fratello e riconosce che la sua storia con il Principe Rabadash è imprudente dopo aver visto il suo crudele comportamento.
Il signor Tumnus, il fauno, interpreta il silenzio di Shasta come un segno di stanchezza e gentilmente si raccomanda che il ragazzo riposi e si rinfreschi. Lui gli racconta storie per intrattenerlo ed incoraggiarlo e gli porta un pasto completo. Shasta si affeziona immediatamente ai Narniani adulti. Lui li rispetta, ma decide di non dire loro la verità su sé stesso perché la sua educazione con Arshish lo ha convinto che confidandosi con gli adulti porta sempre ad una perdita di divertimento o di libertà. Il principe Corin è scioccato all'idea di mantenere segreta la verità agli adulti.
Il principe Rabadash offende suo padre, il Tisroc di Calomen. Quando le persone si riferiscono ai loro genitori, si suppone che loro dicano sempre "O padre mio" o "O delizia dei miei occhi", ma Rabadash salta la frase per fargli sapere che è arrabbiato. Lui dà a Tisroc del codardo. Tisroc incoraggia l'immotivato attacco di Rabadash alla Terra di Archen e Narnia. Lui privatamente pianifica di rinnegarlo se il suo attacco fallisce.
L'Eremita della Via del Sud (così scritto nella traduzione del libro che ho) è un uomo gentile. Lui dà a Shasta istruzioni vitali, e lui si preoccupa per Bri e Uinni che pendono dalle labbra di Aravis. Lui la chiama "figlia Aravis" e lei lo chiama "padre". Il principe Corin combatte nella battaglia contro Rabadash contro gli ordini di Re Edmund. Re Luni è un padre amorevole di Principe Corin e più tardi di Shasta (Principe Cor).
ALTRE FEDI O SISTEMI DI PENSIERO/CREDO RELIGIOSI
Arshish dice che gli dei ricompensano quelli che si prendono cura dei poveri. Il re di Calormen, Tisroc, è considerato come una divinità minore. Il suo nome non può essere menzionato senza aggiungere la frase "possa egli vivere in eterno" perché loro non sono Narniani e solo gli schiavi e i giullari parlano con ammirazione di Tisroc. Quando Shasta scopre che non è il figlio di Arshish, lui entusiasticamente pensa di essere il figlio di un dio.
Aravis dice che la sua famiglia discende dal dio Tash e spera che la pace degli dei dimori su sua madre. Mentre racconta la sua storia, Aravis giura per gli dèi di Carlomen e brevemente si appella a loro. Lei ha mentito a suo padre dicendogli che sarebbe andata a svolgere dei riti sacri per la dea delle promesse spose, ma lei scappa dalla sua casa senza farlo.
Bri suggerisce che se lui, Shasta, Aravis e Uinni si separano in Tashbaan, loro si possono incontrare alle Tombe degli Antichi Re che si trovano al di fuori della città. Lui dice che nessun Calormeniano li disturberebbe perché tutti credono che ci siano ghoul che infestino le tombe. Aravis e Shasta pensano che le tombe siano infestate, anche se loro dichiarano l'opposto.
Il tempio di Tash è un punto di riferimento/un monumento conosciuto in Tashbaan. Rabadash attacca la Terra di Archen nel nome di Tash, e molti altri personaggi menzionano Tash o tutti gli dei Calormeniani come un gruppo unico.
Il signor Tumnus è una mitologica creatura con la parte superiore del corpo di un umano e le gambe di una capra.
Quando Shasta crede di essere sul punto di morire, lui si chiede cosa succeda alle persone dopo la morte. E rivolge alcuni pensieri agli stregoni e ai demoni che abitano Narnia, che è soggetta ad un eterno magico
inverno, il che era vero durante il regno della Strega Bianca.
Aravis dice che è sono stati fortunati che il leone che li ha attaccati non le ha fatto molto male, peggio di quanto non credesse, ma l'Eremita della Via del Sud le dice che lui non crede nella fortuna. Quando Shasta nacque, un centauro profetizzò che lui avrebbe salvato la Terra di Archen dal più grande pericolo che questa Terra abbia mai conosciuto. E così lui ha fatto, Shasta (Cor) ha salvato la Terra di Archen.
PROFANITA' E SCENE DI VIOLENZA
Bri era un cavallo da guerra, un destriero, ma lui non vorrà raccontare a Shasta troppe storie di battaglie perché lui non è orgoglioso di aver combattuto nelle guerre di Tisroc come uno schiavo. Lui dice che lui sarebbe felice di combattere nelle battaglie di Narnia in futuro.La testa di una persona sarà tagliata nella battaglia fra i soldati di Rabadash e le armate di Narnia e della Terra di Archen.
Queer (strano, bizzarro, curioso, stravagante e nell'accezione volgare del termine significa anche gay od omosessuale) è usato per denotare qualcosa di inusuale mentre gay è usato alcune volte per riferirsi a qualcosa di gioioso o dai colori vivaci. A*** è usato per riferirsi a Rabadash nella forma di Asino.
BACI/SESSO/OMOSESSUALITA'
Il principe Rabadash è chiamato l'innamorato della regina Susan, ma nessun contatto intimo è sottointeso e il termine usato sembra essere usato solo nella corte. Re Edmund crede che il principe Rabadash costringerà la regina Susan ad essere sua moglie o sua schiava. Edmund nota che vivere con Rabadash al di fuori del matrimonio sarebbe un destino molto peggiore per sua sorella. Prima di attaccare la Terra di Archen il principe Rabadash dice che ai suoi soldati che gli permette di prendere come prigioniere delle donne e renderle di loro proprietà.
NOTE
Rubare: Shasta è preoccupato circa l'usare denaro rubato dal precedente padrone di Bri. Bri dice che loro non devono rubare ma razionalizza tutto ciò dicendo che dato che sono prigionieri nella terra del nemico, tutto ciò che loro prendono come aiuto durante il loro viaggio conta come il bottino di guerra. Più tardi, quando Shasta deve rubare cibo dalle fattorie, Bri lo chiama "scorrerie". E anche, sebbene Shasta e Bri scappino via insieme, Shasta sa che se lui fosse catturato, lui verrebbe impiccato come un ladro di cavalli.
Alcol: Aravis da alla sua serve del vino con della droga dentro per farla addormentare. Shasta riceve del vino con il suo pasto. Le guardie arrestano il Principe Corin, il quale regala loro del vino per pacificarsi con loro. Corin scappa dalle guardie dopo che questi ultimi sono svenuti dal troppo bere.
Fumare: Due nani fumano pipe.
Suicidio: Aravis decide di commettere suicidio trafiggendo il proprio cuore con un pugnale, in questo modo lei non avrebbe dovuto sposare un uomo vecchio, brutto e immorale. Uinni ferma Aravis prima che lei possa ferire sé stessa.
Con questo concludo definitivamente la cronaca "Il cavallo e il ragazzo" e vi lascio con una citazione tratta da questo stupendo romanzo: "Una delle cose peggiori che derivano dall'essere schiavi e costretti a fare le cose contro la propria volontà, è il fatto che quando non c'è più nessuno a costringerti ti manca persino la forza di obbligarti a fare qualcosa da solo". Il narratore.
Giada
lunedì, aprile 21, 2014
Il cavallo e il ragazzo, C.S. Lewis (prima parte)
Buona sera, bloggers e lettori! Finalmente ho finito di leggere questo romanzo breve molto bello e molto interessante, il quale è una sorta di storia minore parallela alla storia principale (come quelle che scrivo io, parallele alla storia principale della mia saga).
Questa storia ha luogo durante il periodo d'oro del regno del re Supremo di Narnia Peter e ha per protagonista Shasta, un ragazzo di umili origini adottato da un rozzo pescatore di nome Arshish che lo fa lavorare giorno e notte per un salario misero e il quale gli dà come cibo ogni giorno solo un tozzo di pane. Shasta vive vicino al mare, ma ha sempre desiderato vedere cosa c'è nel mondo oltre quella distesa d'acqua e se è possibile vivere una vita diversa dalla sua. Lentamente, il lettore onnisciente ci racconta le emozioni di questo ragazzino e scopriamo che quest'ultimo vive in una delle terre più lontane di Calormen, un regno governato da Rabadash, uno spietato dittatore che tiranneggia sui suoi pari con violenze e punizioni corporali di ogni tipo, accecato dal desiderio di salire al trono e con una sete di potere insaziabile, la quale è tale perché è l'ultimo di tanti fratelli. Un giorno nella casa del pescatore si presenta un tarkaan, un nobile e ricco signore di Calormen, che vuole comprare Shasta per sette mezzelune (questa è la moneta che si usa nel mondo magico di Lewis) e il padre adottivo di Shasta si perde in tantissimi giri di parole e un sacco di citazioni dai grandi poeti del passato, fino a quando i due arrivano ad un accordo sul prezzo del ragazzo e l'uomo invita il tarkaan a dormire nella sua umile dimora. Sentendo il pescatore raccontare come l'ha trovato, il ragazzo si immagina ricchezze di ogni tipo e sogna una vita migliore, infatti Shasta non è figlio suo ma l'ha salvato dopo che una tempesta in mare aveva fatto morire le persone che erano in barca con lui; riflettendo Shasta si avvicina al cavallo e si augura che questo possa parlare perché non sa cosa fare e spera che parlando con un animale - il quale sembra palesemente un comune cavallo - possa aiutarlo nel prendere la giusta decisione, o magari una sola decisione che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. Ma...Ecco che il cavallo parla! Shasta non era preparato per una sorpresa del genere e crede d'essersi immaginato ogni cosa, ma il cavallo Brindodondandodà gli risponde e gli dice che lui sa parlare e che il suo padrone è un ragazzo cattivo che lo tratta male e che probabilmente renderà lui schiavo se non scappa al più presto. Shasta e Bri decidono di scappare insieme e dopo che il ragazzo ha preso la sella e il resto dell'attrezzatura gli insegna a cavalcare. Le prime ore di cavalcata si rivelano durissime per Shasta che ha male alle gambe e Bri, preoccupato per lui, lo fa scendere e si rotola nell'erba, Shasta gli dice che è buffo e il cavallo se la prende con lui perché vuole avere un atteggiamento rispettabile e un modo di fare impeccabile quando tornerà a Narnia, non vuole assomigliare ai comuni cavalli muti. Scopriamo così la storia di Bri: Bri è un animale parlante proveniente dal regno di Narnia, una terra rigogliosa, bella e pacifica governata dal re Supremo Peter e dal re Edmund insieme alle loro sorelle Susan e Lucy, ma che è stato rapito quando era solo un puledrino e si è guadagnato il rispetto degli umani facendo ciò che gli dicevano di fare, e soprattutto non parlando, comportandosi come un animale muto e stupido come sono tutti i comuni animali della terra; ma in realtà lui è uno dei più valorosi destrieri di quel magico mondo. Bri ne parla con nostalgia e insieme a Shasta decide puntare verso Nord, verso Narnia; ma c'è un dettaglio particolare che devo assolutamente raccontarvi: nel titolo originale, in inglese, non è scritto "The horse and the boy" come probabilmente molti avranno notato, andando in internet ma "The horse and his boy" questo perché secondo Bri sono gli umani che appartengono ai cavalli e non il contrario. Il viaggio si rivela abbastanza duro all'inizio sia per Bri che per Shasta, ed è importante notare l'uso ricorrente da parte di Bri di "verso il Nord e verso Narnia" e di come Bri ipotizzi che nel sangue di Shasta scorra sangue del Nord, perché lui ha sempre provato questo ardente desiderio di andare verso Nord. In questo modo, capiamo che Narnia si trova a Nord. Ma durante il viaggio Shasta e Bri vengono inseguiti da dei leoni (o così sembra, stando alla descrizione delle loro emozioni e dei loro pensieri) e in questo modo incontrano Aravis, una nobile tarkana promessa sposa ad un ricchissimo uomo, il gran visir, che lei non ama, Ahosta tarkaan, e Uinni, una giovane cavalla parlante, anch'essa proveniente da Narnia e rapita quando era solo una piccola puledrina. Dopo una serie di discussioni fra l'ignorante ma buono Shasta e l'altezzosa (questa è la prima impressione che si ha di lei) Aravis decidono di proseguire insieme il cammino verso Nord. In un primo momento sembra che solo Aravis e Bri leghino fra loro, in quanto c'è un'antipatia palpabile fra lei e e Shasta, e in una di queste chiacchierate viene nominato per la prima volta "re Luni di Anvard". Shasta si sente tagliato fuori e sente la mancanza delle cavalcate e dei momenti passati da solo con Bri. Un giorno, Bri invita la giovane tarkaana a raccontare la sua storia: scopriamo così che discende da una nobile famiglia: "Mi chiamo Aravis tarkaana e sono l'unica figlia di Kdrash tarkaan, figlio di Rishti tarkaan, figlio di Ilsombreh Tisroc, figlio di Ardeeb Tisroc, discendente in linea diretta del dio Tash. Mio padre è il signore della provincia di Calavar, ed è uno dei pochi che abbia il diritto di rimanere in piedi e con le scarpe al corpsetto di Tisroc (possa egli vivere in eterno). Mia madre - che gli déi proteggano il suo sonno - è morta e mio padre si è risposato. Uno dei miei fratelli è caduto in battaglia contro i ribelli del lontano Ovest, l'altro è ancora bambino. La moglie di mio padre, mia matrigna, mi odia fino al punto di non sopportare che io viva a palazzo, perché faccio ombra ai suoi occhi e la nascondo la luce del sole. Così è riuscita a convincere mio padre a promettermi in sposa ad Ahosta tarkaan." Lo stile di Lewis in questo passo ricorda molto quello di Tolkien quando elenca le origini del Re della Terra di Mezzo e rimanda senza dubbio alle saghe nordiche della mitologia norrena, nei quali gli scrittori originali si riferivano in questo modo ai loro avi. Aravis è una ragazza forte e ha deciso di sottrarsi al volere del padre scappando di casa, uno dei bellissimi palazzi di Tashbaan e per farlo decide di fingere di andare tre giorni a compiere dei sacrifici in un luogo sacro accompagnata da una sua serva fidata e la notte della fatidica sera, di darle un intruglio che la addormenterà. Ma prima di arrivare a Narnia, il gruppo deve attraversare Tashbaan, luogo nel quale Aravis è molto conosciuta e nel quale ha un'amica oca molto stupida chiamata Lasaralin, le Tombe degli Antichi Re (che si trovano fra il deserto e le montagne), il Grande Deserto Centrale ed infine Narnia. Ma per attraversare Tashbaan devono travestirsi da gente povera, nascondere la cotta di maglia e la scimitarra di Aravis e trascinare il destriero Bri e la cavalla Uinni come se fossero dei normalissimi cavalli, e per questo motivo decidono di sfilacciare loro la coda, cosa che costerà tantissimo a Bri che si preoccupa di quale sarà il suo aspetto una volta raggiunta Narnia, si preoccupa di cosa diranno di loro i Narniani e i suoi amici animali, ma per la causa decide di compiere ugualmente questo grandissimi sacrificio e perciò di sacrificare il suo fiero aspetto per una causa nobile. Siccome c'è un corteo a Tashbaan, un corteo nel quale sfilano re Edmund, la regina Susan, mastro Tumnus e Peridan. La regina Susan si trova a Tashbaan perché il prinicipe Rabadash, uno dei tantissimi figli di Tisroc (il famoso Tisroc al quale veniva augurato di vivere in eterno continuamente) e quando vede Shasta scoppia a piangere e improvvisamente uno delle tante persone presenti al corteo gli dà uno schiaffo dandogli dello "scavezzacollo", e tutti lo chiamano "principe Corin; quest'ultimo viene poi portato dai Narniani nel castello che Rabadash ha disposto per loro, Shasta è pallido in volto per svariati motivi, il primo fra tutti è perché non ha mangiato molto e il secondo senza dubbio dipende dal fatto che non se l'aspettava di venire scambiato per questo Corin e spera di uscire da questo impiccio. Rabadash vuole sposare a tutti i costi "quella barbara" di Susan, ma lei non vuole e si oppone con tutte le forze al suo volere; stare per qualche settimana nei palazzi di Rabadash ha fatto capire a tutti come lui sia buono solo di facciata e che non lo è in realtà, in quanto in privato tiranneggia i suoi simili facendo anche loro del male, il problema si pone quando Susan rifiuterà apertamente il principe, il quale per vendetta considererà tutti loro dei prigionieri e loro non potranno più scappare da Tashbaan, mastro Tumnus in poco tempo organizza un piano perfetto: Edmund dirà a Rabadash che sia lui che Susan e il resto della sua gente dovranno partire con lo Splendido Splendente (il galeone) per andare a sconfiggere i giganti cattivi in una terra lontana, e invece di andare in quella terra, loro torneranno nella loro amata Narnia e nel loro castello di Cair Paravel. Okay, devo dirvelo, quando ho letto Splendido Splendente a me è venuta in mente la pubblicità che facevano su un caffè che si chiama più o meno così, una pubblicità che risale addirittura alla mia infanzia! A volte la mia memoria mi sorprende! In quel momento però, Peridian svela anche un sentiero segreto per arrivare a Narnia che passa per le Tombe degli Antichi re e per il Grande Deserto e si trova in un punto talmente piccolo che se ci si passa non ci si rende nemmeno conto del passaggio che si è attraversato, Shasta tiene bene a mente tutto ciò per riferirlo ai suoi amici. Quando tutti i Narniani se ne sono andati, Shasta apre gli occhi e si ritrova davanti alla sua copia perfetta, il suo sosia Corin, il famoso principe Corin che tutti stavano cercando, il quale era andato a picchiare chiunque offendesse la regina Susan o il suo onore. Shasta, Bri, Uinni e Aravis erano d'accordo di incontrarsi alle Tombe degli Antichi re, teatro delle manifestazioni di esseri demoniaci chiamati ghoul e il primo a raggiungere le Tombe è proprio Shasta. Shasta resta chiuso fuori dalla città e una volta raggiunte le Tombe decide di aspettare lì i suoi amici nel timore che questi fantomatici ghoul si manifestino, e lì incontra un gattino che sembra aver familiarità con quel luogo tetro che gli fa compagnia durante la notte e lo salva con il calore del suo corpo, ma quando lui gli racconta che una volta ha tirato sassate ad un gatto, il gatto prima lo graffia sulla schiena e poi se ne va e Shasta rimane completamente solo. Dopo il passaggio dei Narniani segue quello di Lasaralin, l'amica stupida di Aravis e lei attira la sua attenzione e sale nella lettiga con lei, nascondendovisi perché pochi secondi prima aveva visto il suo promesso sposo. Lasaralin si è appena sposata con un ricco tarkaan e si stupisce nel vedere la sua amica vestita come una mendicante, Aravis salta nella lettiga e la prega di non dire niente della sua presenza nel palazzo in cui vive e di aiutarla a trovare un modo per uscire da Tashbaan. Lasaralin si perde per un sacco di tempo in chiacchiere inutili e frivole che infastidiscono tantissimo Aravis, la quale alla fine a forza di insistere riesce finalmente a farsi dire dov'è questo posto (che altro non è che un vecchio palazzo di Tisroc nel quale non entra più nemmeno la servitù e che Lasaralin fortunatamente conosce) ma quando riescono ad entrarvi nel vecchio palazzo entra anche Tisroc con suo figlio Rabadash, il quale altro non è che un servitore di suo padre e che è disposto a morire per ottenere il potere che tanto brama, e non riuscendo a far sua Susan "la regina dei barbari" decide di conquistare Anvar con la forza e da lì entrare a Narnia e conquistare Cair Paravel soggiogando in questo modo Susan e il regno di Narnia. Rabadash viene picchiato da suo padre, che dice al servo che non si preoccupa se suo figlio morirà, d'altronde ce ne ha tanti e molti sono morti proprio per il desiderio di conquistare il trono quando morirà, ma siccome non è ancora morto tutti devono augurargli vita eterna. Aravis ringrazia Lasaralin per il suo aiuto e le augura ogni felicità nel suo bellissimo palazzo, e le dice che quella vita non fa per lei, dato che non può e non vuole venire soggiogata ad un uomo che non ama neanche minimamente. Gli amici si incontrano alle Tombe degli Antichi Re e da lì tutti continuano il lungo e duro viaggio attraverso il Grande Deserto e insieme trovano la via che re Edmund e il fauno avevano consigliato loro di prendere per arrivare prima di Rabadash ad Anvard, proprio mentre sono usciti dal Grande Deserto, un grosso leone sbuca fuori dal nulla e graffia la schiena ad Aravis, la quale perde molto sangue e viene soccorsa da l'Eremita della Via del Sud, un uomo saggio che vede il futuro in uno stagno e che soccorre subito Aravis ed ordina a Shasta di avvertire subito re Luni dell'imminente arrivo dell'esercito di duecento uomini di Rabadash. Shasta corre a più non posso e proprio mentre è quasi arrivato giunge ad un bivio e non sapendo che strada percorrere sente il rumore degli zoccoli dei cavalli di Rabadash e poi vede questo famigerato uomo di persona, Shasta è nascosto fra i cespugli, organizzarsi per prendere Anvar, Narnia e Cair Paravel poi vede che prendono la strada di destra invece di quella di sinistra e lui decide di prendere la strada più lunga, ovvero quella sinistra anche se la allunga molto di più il percorso e che dà su un profondo burrone - lì, proprio in quel punto Shasta sente qualcosa, che lui chiama "La Cosa" alitargli alito caldo addosso (lo stesso alito con il quale Aslan libera ne "Il leone, la strega e l'armadio" le creature di Narnia dall'incantesimo che rende le persone di pietra della Strega Bianca) che lo tiene al sicuro e si mette fra lui e il burrone. Shasta raggiunge finalmente Anvard e avverte re Luni dell'imminente arrivo delle truppe di Rabadash e il re lo abbraccia con affetto facendogli capire che è molto felice di vedere, ma Shasta continua a non capire per quale motivo il re sia così felice e con lui lo siano tutti i suoi sudditi. Shasta combatte al fianco di re Luni e di quello che non sa essere il suo fratello gemello nella grande battaglia contro l'esercito di Rabadash e Anvard esce vittoriosa da quella guerra, costringendo catturando il perfido Rabadash. La cosa strana che ho notato è che mentre nel primo libro, ovvero "Il leone, la strega e l'armadio" nessuno aveva paura dei leoni, qui Shasta, Bri, Uinni e anche Aravis hanno paura dei leoni, questo però è da ricercarsi nelle antiche fobie che gli anziani tramandavano ai giovani, che hanno sempre detto loro che a Narnia c'era un demone sotto forma di leone, cose non vere ma che non spiegano per quale motivo Bri abbia tanta paura dei leoni o di Aslan il leone in generale. Bri, Uinni e Aravis, ormai guarita, restano ancora per qualche tempo nella casa dell'Eremita della Via del Sud e in quel breve periodo Bri capisce di aver peccato d'orgoglio e grazie all'Eremita di rende conto di non essere un grande destriero ma di essere solo un cavallo normale come tutti gli altri. Alla porta dell'Eremita giunge Shasta completamente vestito nuovo e alla fine scopriamo che Shasta non è altri che il fratello gemello di Corin, e cioè Cor. Aravis gli chiede scusa per il suo comportamento e gli fa i complimenti per essere tornato indietro a salvarla quando il leone l'ha graffiata sulla schiena quella volta, infatti Cor è molto coraggioso e da adulto sarà ricordato proprio per quello mentre suo fratello gemello Corin è il più bravo a tirare pugni e una volta sconfisse un orso che aveva perso diciamo il suo lato "umano" in favore di quello "primitivo". Così Cor (Shasta) ha trovato una nuova famiglia che gli vuole molto bene e che l'ha cercato in lungo e in largo, ha combattuto per lui quando una perfida spia di corte, passata dalla parte del nemico (Tisroc) aveva aiutato quest'ultimo a rapire Cor e mentre re Luni ha dato vita ad una battaglia a mare aperto per riprendersi suo figlio, la spia è riuscita a metterlo su una barca e l'ha lasciato scorrere su di essa nella Freccia Sinuosa mentre un valoroso cavaliere morì per salvarlo. Quando era piccolo, la profezia di un centauro disse che Cor avrebbe salvato la Terra di Archen da un grande pericolo e così è stato. Cor presenta suo padre Aravis e gli chiede se può vivere con loro visto che è scappata dalla sua terra, il padre acconsente e vivranno insieme andando d'accordo e litigando di tanto in tanto e alla fine si sposeranno e avranno un valoroso figlio. Ma che cosa ne è stato di Rabadash? Dopo la fine della battaglia tutti, re Luni incluso, volevano ucciderlo, la regina Lucy voleva dargli un'altra possibilità ed Edmund anche (e questa frase mi ha colpito il cuore) perché lui ha conosciuto un traditore e anche i traditori possono redimersi. Alla fine Aslan arriva e lo punisce nel migliore dei modi: gli dice che ora è diventato un umano e che se vuole ritornare nella sua forma originaria deve andare nel tempio di Tash (dea o dio al quale tutti nel libro fanno riferimento ed invocano nel momento di maggiore bisogno) al quale ha consacrato la sua promessa alla festa dell'autunno ma se andrà oltre questo tempio per quindici chilometri l'incantesimo sarà irreversibile e rimarrà un asino per tutta la vita. Questa punizione servirà a Rabadash per diventare un sovrano migliore e più buono e infatti dopo la morte di Tisroc, quando salirà al trono, verrà ricordato inizialmente come "Rabadash il Pacifico" e in seguito come "Rabadash il Ridicolo". Dunque, vi ho già detto che Aravis e Cor si sposeranno...Mi resta solo da dirvi che anche Uinni e Bri staranno insieme ma non si sposeranno e non faranno figli (il perché non lo so, ma cercherò qualche saggio). Ah, dimenticavo, Lucy racconterà a tutti il giorno della festa ad Archen di come è arrivata a Narnia attraverso l'armadio, racconto che tutti conoscevano al di fuori di Aravis e Cor.
Un libro che vi consiglio caldamente di leggere per la bellezza della favola moderna e dei significati impliciti insiti in essa, ma solo dopo aver letto "Il nipote del mago" e "Il leone, la strega e l'armadio".
Ora vi lascio con un dialogo che mi è rimasto molto impresso, mi ha colpito tantissimo:
"Maestà, avresti tutto il diritto di fargli tagliare la testa" intervenne Peridan "perché grazie alla sua aggressione insensata si è comportato né più né meno come un assassino."
"E' vero, ma anche un traditore può redimersi. Una volta ho conosciuto uno che lo ha fatto." concluse Edmund pensieroso.
Giada
Questa storia ha luogo durante il periodo d'oro del regno del re Supremo di Narnia Peter e ha per protagonista Shasta, un ragazzo di umili origini adottato da un rozzo pescatore di nome Arshish che lo fa lavorare giorno e notte per un salario misero e il quale gli dà come cibo ogni giorno solo un tozzo di pane. Shasta vive vicino al mare, ma ha sempre desiderato vedere cosa c'è nel mondo oltre quella distesa d'acqua e se è possibile vivere una vita diversa dalla sua. Lentamente, il lettore onnisciente ci racconta le emozioni di questo ragazzino e scopriamo che quest'ultimo vive in una delle terre più lontane di Calormen, un regno governato da Rabadash, uno spietato dittatore che tiranneggia sui suoi pari con violenze e punizioni corporali di ogni tipo, accecato dal desiderio di salire al trono e con una sete di potere insaziabile, la quale è tale perché è l'ultimo di tanti fratelli. Un giorno nella casa del pescatore si presenta un tarkaan, un nobile e ricco signore di Calormen, che vuole comprare Shasta per sette mezzelune (questa è la moneta che si usa nel mondo magico di Lewis) e il padre adottivo di Shasta si perde in tantissimi giri di parole e un sacco di citazioni dai grandi poeti del passato, fino a quando i due arrivano ad un accordo sul prezzo del ragazzo e l'uomo invita il tarkaan a dormire nella sua umile dimora. Sentendo il pescatore raccontare come l'ha trovato, il ragazzo si immagina ricchezze di ogni tipo e sogna una vita migliore, infatti Shasta non è figlio suo ma l'ha salvato dopo che una tempesta in mare aveva fatto morire le persone che erano in barca con lui; riflettendo Shasta si avvicina al cavallo e si augura che questo possa parlare perché non sa cosa fare e spera che parlando con un animale - il quale sembra palesemente un comune cavallo - possa aiutarlo nel prendere la giusta decisione, o magari una sola decisione che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. Ma...Ecco che il cavallo parla! Shasta non era preparato per una sorpresa del genere e crede d'essersi immaginato ogni cosa, ma il cavallo Brindodondandodà gli risponde e gli dice che lui sa parlare e che il suo padrone è un ragazzo cattivo che lo tratta male e che probabilmente renderà lui schiavo se non scappa al più presto. Shasta e Bri decidono di scappare insieme e dopo che il ragazzo ha preso la sella e il resto dell'attrezzatura gli insegna a cavalcare. Le prime ore di cavalcata si rivelano durissime per Shasta che ha male alle gambe e Bri, preoccupato per lui, lo fa scendere e si rotola nell'erba, Shasta gli dice che è buffo e il cavallo se la prende con lui perché vuole avere un atteggiamento rispettabile e un modo di fare impeccabile quando tornerà a Narnia, non vuole assomigliare ai comuni cavalli muti. Scopriamo così la storia di Bri: Bri è un animale parlante proveniente dal regno di Narnia, una terra rigogliosa, bella e pacifica governata dal re Supremo Peter e dal re Edmund insieme alle loro sorelle Susan e Lucy, ma che è stato rapito quando era solo un puledrino e si è guadagnato il rispetto degli umani facendo ciò che gli dicevano di fare, e soprattutto non parlando, comportandosi come un animale muto e stupido come sono tutti i comuni animali della terra; ma in realtà lui è uno dei più valorosi destrieri di quel magico mondo. Bri ne parla con nostalgia e insieme a Shasta decide puntare verso Nord, verso Narnia; ma c'è un dettaglio particolare che devo assolutamente raccontarvi: nel titolo originale, in inglese, non è scritto "The horse and the boy" come probabilmente molti avranno notato, andando in internet ma "The horse and his boy" questo perché secondo Bri sono gli umani che appartengono ai cavalli e non il contrario. Il viaggio si rivela abbastanza duro all'inizio sia per Bri che per Shasta, ed è importante notare l'uso ricorrente da parte di Bri di "verso il Nord e verso Narnia" e di come Bri ipotizzi che nel sangue di Shasta scorra sangue del Nord, perché lui ha sempre provato questo ardente desiderio di andare verso Nord. In questo modo, capiamo che Narnia si trova a Nord. Ma durante il viaggio Shasta e Bri vengono inseguiti da dei leoni (o così sembra, stando alla descrizione delle loro emozioni e dei loro pensieri) e in questo modo incontrano Aravis, una nobile tarkana promessa sposa ad un ricchissimo uomo, il gran visir, che lei non ama, Ahosta tarkaan, e Uinni, una giovane cavalla parlante, anch'essa proveniente da Narnia e rapita quando era solo una piccola puledrina. Dopo una serie di discussioni fra l'ignorante ma buono Shasta e l'altezzosa (questa è la prima impressione che si ha di lei) Aravis decidono di proseguire insieme il cammino verso Nord. In un primo momento sembra che solo Aravis e Bri leghino fra loro, in quanto c'è un'antipatia palpabile fra lei e e Shasta, e in una di queste chiacchierate viene nominato per la prima volta "re Luni di Anvard". Shasta si sente tagliato fuori e sente la mancanza delle cavalcate e dei momenti passati da solo con Bri. Un giorno, Bri invita la giovane tarkaana a raccontare la sua storia: scopriamo così che discende da una nobile famiglia: "Mi chiamo Aravis tarkaana e sono l'unica figlia di Kdrash tarkaan, figlio di Rishti tarkaan, figlio di Ilsombreh Tisroc, figlio di Ardeeb Tisroc, discendente in linea diretta del dio Tash. Mio padre è il signore della provincia di Calavar, ed è uno dei pochi che abbia il diritto di rimanere in piedi e con le scarpe al corpsetto di Tisroc (possa egli vivere in eterno). Mia madre - che gli déi proteggano il suo sonno - è morta e mio padre si è risposato. Uno dei miei fratelli è caduto in battaglia contro i ribelli del lontano Ovest, l'altro è ancora bambino. La moglie di mio padre, mia matrigna, mi odia fino al punto di non sopportare che io viva a palazzo, perché faccio ombra ai suoi occhi e la nascondo la luce del sole. Così è riuscita a convincere mio padre a promettermi in sposa ad Ahosta tarkaan." Lo stile di Lewis in questo passo ricorda molto quello di Tolkien quando elenca le origini del Re della Terra di Mezzo e rimanda senza dubbio alle saghe nordiche della mitologia norrena, nei quali gli scrittori originali si riferivano in questo modo ai loro avi. Aravis è una ragazza forte e ha deciso di sottrarsi al volere del padre scappando di casa, uno dei bellissimi palazzi di Tashbaan e per farlo decide di fingere di andare tre giorni a compiere dei sacrifici in un luogo sacro accompagnata da una sua serva fidata e la notte della fatidica sera, di darle un intruglio che la addormenterà. Ma prima di arrivare a Narnia, il gruppo deve attraversare Tashbaan, luogo nel quale Aravis è molto conosciuta e nel quale ha un'amica oca molto stupida chiamata Lasaralin, le Tombe degli Antichi Re (che si trovano fra il deserto e le montagne), il Grande Deserto Centrale ed infine Narnia. Ma per attraversare Tashbaan devono travestirsi da gente povera, nascondere la cotta di maglia e la scimitarra di Aravis e trascinare il destriero Bri e la cavalla Uinni come se fossero dei normalissimi cavalli, e per questo motivo decidono di sfilacciare loro la coda, cosa che costerà tantissimo a Bri che si preoccupa di quale sarà il suo aspetto una volta raggiunta Narnia, si preoccupa di cosa diranno di loro i Narniani e i suoi amici animali, ma per la causa decide di compiere ugualmente questo grandissimi sacrificio e perciò di sacrificare il suo fiero aspetto per una causa nobile. Siccome c'è un corteo a Tashbaan, un corteo nel quale sfilano re Edmund, la regina Susan, mastro Tumnus e Peridan. La regina Susan si trova a Tashbaan perché il prinicipe Rabadash, uno dei tantissimi figli di Tisroc (il famoso Tisroc al quale veniva augurato di vivere in eterno continuamente) e quando vede Shasta scoppia a piangere e improvvisamente uno delle tante persone presenti al corteo gli dà uno schiaffo dandogli dello "scavezzacollo", e tutti lo chiamano "principe Corin; quest'ultimo viene poi portato dai Narniani nel castello che Rabadash ha disposto per loro, Shasta è pallido in volto per svariati motivi, il primo fra tutti è perché non ha mangiato molto e il secondo senza dubbio dipende dal fatto che non se l'aspettava di venire scambiato per questo Corin e spera di uscire da questo impiccio. Rabadash vuole sposare a tutti i costi "quella barbara" di Susan, ma lei non vuole e si oppone con tutte le forze al suo volere; stare per qualche settimana nei palazzi di Rabadash ha fatto capire a tutti come lui sia buono solo di facciata e che non lo è in realtà, in quanto in privato tiranneggia i suoi simili facendo anche loro del male, il problema si pone quando Susan rifiuterà apertamente il principe, il quale per vendetta considererà tutti loro dei prigionieri e loro non potranno più scappare da Tashbaan, mastro Tumnus in poco tempo organizza un piano perfetto: Edmund dirà a Rabadash che sia lui che Susan e il resto della sua gente dovranno partire con lo Splendido Splendente (il galeone) per andare a sconfiggere i giganti cattivi in una terra lontana, e invece di andare in quella terra, loro torneranno nella loro amata Narnia e nel loro castello di Cair Paravel. Okay, devo dirvelo, quando ho letto Splendido Splendente a me è venuta in mente la pubblicità che facevano su un caffè che si chiama più o meno così, una pubblicità che risale addirittura alla mia infanzia! A volte la mia memoria mi sorprende! In quel momento però, Peridian svela anche un sentiero segreto per arrivare a Narnia che passa per le Tombe degli Antichi re e per il Grande Deserto e si trova in un punto talmente piccolo che se ci si passa non ci si rende nemmeno conto del passaggio che si è attraversato, Shasta tiene bene a mente tutto ciò per riferirlo ai suoi amici. Quando tutti i Narniani se ne sono andati, Shasta apre gli occhi e si ritrova davanti alla sua copia perfetta, il suo sosia Corin, il famoso principe Corin che tutti stavano cercando, il quale era andato a picchiare chiunque offendesse la regina Susan o il suo onore. Shasta, Bri, Uinni e Aravis erano d'accordo di incontrarsi alle Tombe degli Antichi re, teatro delle manifestazioni di esseri demoniaci chiamati ghoul e il primo a raggiungere le Tombe è proprio Shasta. Shasta resta chiuso fuori dalla città e una volta raggiunte le Tombe decide di aspettare lì i suoi amici nel timore che questi fantomatici ghoul si manifestino, e lì incontra un gattino che sembra aver familiarità con quel luogo tetro che gli fa compagnia durante la notte e lo salva con il calore del suo corpo, ma quando lui gli racconta che una volta ha tirato sassate ad un gatto, il gatto prima lo graffia sulla schiena e poi se ne va e Shasta rimane completamente solo. Dopo il passaggio dei Narniani segue quello di Lasaralin, l'amica stupida di Aravis e lei attira la sua attenzione e sale nella lettiga con lei, nascondendovisi perché pochi secondi prima aveva visto il suo promesso sposo. Lasaralin si è appena sposata con un ricco tarkaan e si stupisce nel vedere la sua amica vestita come una mendicante, Aravis salta nella lettiga e la prega di non dire niente della sua presenza nel palazzo in cui vive e di aiutarla a trovare un modo per uscire da Tashbaan. Lasaralin si perde per un sacco di tempo in chiacchiere inutili e frivole che infastidiscono tantissimo Aravis, la quale alla fine a forza di insistere riesce finalmente a farsi dire dov'è questo posto (che altro non è che un vecchio palazzo di Tisroc nel quale non entra più nemmeno la servitù e che Lasaralin fortunatamente conosce) ma quando riescono ad entrarvi nel vecchio palazzo entra anche Tisroc con suo figlio Rabadash, il quale altro non è che un servitore di suo padre e che è disposto a morire per ottenere il potere che tanto brama, e non riuscendo a far sua Susan "la regina dei barbari" decide di conquistare Anvar con la forza e da lì entrare a Narnia e conquistare Cair Paravel soggiogando in questo modo Susan e il regno di Narnia. Rabadash viene picchiato da suo padre, che dice al servo che non si preoccupa se suo figlio morirà, d'altronde ce ne ha tanti e molti sono morti proprio per il desiderio di conquistare il trono quando morirà, ma siccome non è ancora morto tutti devono augurargli vita eterna. Aravis ringrazia Lasaralin per il suo aiuto e le augura ogni felicità nel suo bellissimo palazzo, e le dice che quella vita non fa per lei, dato che non può e non vuole venire soggiogata ad un uomo che non ama neanche minimamente. Gli amici si incontrano alle Tombe degli Antichi Re e da lì tutti continuano il lungo e duro viaggio attraverso il Grande Deserto e insieme trovano la via che re Edmund e il fauno avevano consigliato loro di prendere per arrivare prima di Rabadash ad Anvard, proprio mentre sono usciti dal Grande Deserto, un grosso leone sbuca fuori dal nulla e graffia la schiena ad Aravis, la quale perde molto sangue e viene soccorsa da l'Eremita della Via del Sud, un uomo saggio che vede il futuro in uno stagno e che soccorre subito Aravis ed ordina a Shasta di avvertire subito re Luni dell'imminente arrivo dell'esercito di duecento uomini di Rabadash. Shasta corre a più non posso e proprio mentre è quasi arrivato giunge ad un bivio e non sapendo che strada percorrere sente il rumore degli zoccoli dei cavalli di Rabadash e poi vede questo famigerato uomo di persona, Shasta è nascosto fra i cespugli, organizzarsi per prendere Anvar, Narnia e Cair Paravel poi vede che prendono la strada di destra invece di quella di sinistra e lui decide di prendere la strada più lunga, ovvero quella sinistra anche se la allunga molto di più il percorso e che dà su un profondo burrone - lì, proprio in quel punto Shasta sente qualcosa, che lui chiama "La Cosa" alitargli alito caldo addosso (lo stesso alito con il quale Aslan libera ne "Il leone, la strega e l'armadio" le creature di Narnia dall'incantesimo che rende le persone di pietra della Strega Bianca) che lo tiene al sicuro e si mette fra lui e il burrone. Shasta raggiunge finalmente Anvard e avverte re Luni dell'imminente arrivo delle truppe di Rabadash e il re lo abbraccia con affetto facendogli capire che è molto felice di vedere, ma Shasta continua a non capire per quale motivo il re sia così felice e con lui lo siano tutti i suoi sudditi. Shasta combatte al fianco di re Luni e di quello che non sa essere il suo fratello gemello nella grande battaglia contro l'esercito di Rabadash e Anvard esce vittoriosa da quella guerra, costringendo catturando il perfido Rabadash. La cosa strana che ho notato è che mentre nel primo libro, ovvero "Il leone, la strega e l'armadio" nessuno aveva paura dei leoni, qui Shasta, Bri, Uinni e anche Aravis hanno paura dei leoni, questo però è da ricercarsi nelle antiche fobie che gli anziani tramandavano ai giovani, che hanno sempre detto loro che a Narnia c'era un demone sotto forma di leone, cose non vere ma che non spiegano per quale motivo Bri abbia tanta paura dei leoni o di Aslan il leone in generale. Bri, Uinni e Aravis, ormai guarita, restano ancora per qualche tempo nella casa dell'Eremita della Via del Sud e in quel breve periodo Bri capisce di aver peccato d'orgoglio e grazie all'Eremita di rende conto di non essere un grande destriero ma di essere solo un cavallo normale come tutti gli altri. Alla porta dell'Eremita giunge Shasta completamente vestito nuovo e alla fine scopriamo che Shasta non è altri che il fratello gemello di Corin, e cioè Cor. Aravis gli chiede scusa per il suo comportamento e gli fa i complimenti per essere tornato indietro a salvarla quando il leone l'ha graffiata sulla schiena quella volta, infatti Cor è molto coraggioso e da adulto sarà ricordato proprio per quello mentre suo fratello gemello Corin è il più bravo a tirare pugni e una volta sconfisse un orso che aveva perso diciamo il suo lato "umano" in favore di quello "primitivo". Così Cor (Shasta) ha trovato una nuova famiglia che gli vuole molto bene e che l'ha cercato in lungo e in largo, ha combattuto per lui quando una perfida spia di corte, passata dalla parte del nemico (Tisroc) aveva aiutato quest'ultimo a rapire Cor e mentre re Luni ha dato vita ad una battaglia a mare aperto per riprendersi suo figlio, la spia è riuscita a metterlo su una barca e l'ha lasciato scorrere su di essa nella Freccia Sinuosa mentre un valoroso cavaliere morì per salvarlo. Quando era piccolo, la profezia di un centauro disse che Cor avrebbe salvato la Terra di Archen da un grande pericolo e così è stato. Cor presenta suo padre Aravis e gli chiede se può vivere con loro visto che è scappata dalla sua terra, il padre acconsente e vivranno insieme andando d'accordo e litigando di tanto in tanto e alla fine si sposeranno e avranno un valoroso figlio. Ma che cosa ne è stato di Rabadash? Dopo la fine della battaglia tutti, re Luni incluso, volevano ucciderlo, la regina Lucy voleva dargli un'altra possibilità ed Edmund anche (e questa frase mi ha colpito il cuore) perché lui ha conosciuto un traditore e anche i traditori possono redimersi. Alla fine Aslan arriva e lo punisce nel migliore dei modi: gli dice che ora è diventato un umano e che se vuole ritornare nella sua forma originaria deve andare nel tempio di Tash (dea o dio al quale tutti nel libro fanno riferimento ed invocano nel momento di maggiore bisogno) al quale ha consacrato la sua promessa alla festa dell'autunno ma se andrà oltre questo tempio per quindici chilometri l'incantesimo sarà irreversibile e rimarrà un asino per tutta la vita. Questa punizione servirà a Rabadash per diventare un sovrano migliore e più buono e infatti dopo la morte di Tisroc, quando salirà al trono, verrà ricordato inizialmente come "Rabadash il Pacifico" e in seguito come "Rabadash il Ridicolo". Dunque, vi ho già detto che Aravis e Cor si sposeranno...Mi resta solo da dirvi che anche Uinni e Bri staranno insieme ma non si sposeranno e non faranno figli (il perché non lo so, ma cercherò qualche saggio). Ah, dimenticavo, Lucy racconterà a tutti il giorno della festa ad Archen di come è arrivata a Narnia attraverso l'armadio, racconto che tutti conoscevano al di fuori di Aravis e Cor.
Un libro che vi consiglio caldamente di leggere per la bellezza della favola moderna e dei significati impliciti insiti in essa, ma solo dopo aver letto "Il nipote del mago" e "Il leone, la strega e l'armadio".
Ora vi lascio con un dialogo che mi è rimasto molto impresso, mi ha colpito tantissimo:
"Maestà, avresti tutto il diritto di fargli tagliare la testa" intervenne Peridan "perché grazie alla sua aggressione insensata si è comportato né più né meno come un assassino."
"E' vero, ma anche un traditore può redimersi. Una volta ho conosciuto uno che lo ha fatto." concluse Edmund pensieroso.
Giada
venerdì, aprile 18, 2014
Addio a Gabriel García Marquez
Buon pomeriggio a tutti, lettori e bloggers! Ieri notte il quotidiano spagnolo El País ha annunciato la morte di Gabriel García Marquez, lo scrittore e giornalista colombiano ottantasettenne morì a Città del Messico - ottenne il premi nobel nel 1982 grazie ad opere come "Cent'anni di solitudine".
Scompare uno dei più grandi scrittori del ventesimo secolo. Il narratore e giornalista colombiano, vincitore del premio nobel nel 1982, fu il creatore di opere classiche come "Cent'anni di solitudine", "L'amore ai tempi del colera", "Nessuno scrive al colonnello", "L'autunno del patriarca" e "Cronaca di una morte annunciata". Nacque ad Ataraca nel 6 marzo del 1927 e fu l'artefice di un territorio eterno, senza tempo, chiamato Macondo dove convivono immaginazione, realtà, mito, sogno e desiderio. Con lui la letteratura si aprì a percorsi meravigliosi. García Marquez fu uno dei protagonisti dell'universalizzazione del 'boom' del romanzo latinoamericano.
fonte: http://elpais.com/tag/gabriel_garcia_marquez/a/
Con la morte di Marquez se ne va uno dei più grandi scrittori della letteratura latinoamericana, mi dispiace soltanto non aver letto le sue opere, che più e più volte mi ero prefissata di fare, ma una volta terminato C.S. Lewis mi dedicherò alla lettura dei suoi romanzi e vi farò sapere cosa ne penso a riguardo.
Vi lascio con la citazione che la mia amica Michela ha lasciato nel suo gruppo de "El Internado Italia" su Facebook: "Uno se muere cuando debe, sino quando puede." (traduzione: uno muore quando deve, non quando può).
Giada
Scompare uno dei più grandi scrittori del ventesimo secolo. Il narratore e giornalista colombiano, vincitore del premio nobel nel 1982, fu il creatore di opere classiche come "Cent'anni di solitudine", "L'amore ai tempi del colera", "Nessuno scrive al colonnello", "L'autunno del patriarca" e "Cronaca di una morte annunciata". Nacque ad Ataraca nel 6 marzo del 1927 e fu l'artefice di un territorio eterno, senza tempo, chiamato Macondo dove convivono immaginazione, realtà, mito, sogno e desiderio. Con lui la letteratura si aprì a percorsi meravigliosi. García Marquez fu uno dei protagonisti dell'universalizzazione del 'boom' del romanzo latinoamericano.
fonte: http://elpais.com/tag/gabriel_garcia_marquez/a/
Con la morte di Marquez se ne va uno dei più grandi scrittori della letteratura latinoamericana, mi dispiace soltanto non aver letto le sue opere, che più e più volte mi ero prefissata di fare, ma una volta terminato C.S. Lewis mi dedicherò alla lettura dei suoi romanzi e vi farò sapere cosa ne penso a riguardo.
Vi lascio con la citazione che la mia amica Michela ha lasciato nel suo gruppo de "El Internado Italia" su Facebook: "Uno se muere cuando debe, sino quando puede." (traduzione: uno muore quando deve, non quando può).
Giada
giovedì, aprile 17, 2014
Il leone, la strega e l'armadio, C.S. Lewis (seconda parte)
Buon pomeriggio a tutti, lettori e bloggers! Oggi concluderò il saggio di Matt Brennan sull'analisi delle Cronache di Narnia, riprendendolo da dove l'avevo interrotto la volta scorsa.
Questo è seguito:
Forse il migliore esempio di arrendevolezza alla tentazione può essere trovato nel secondo libro delle "Cronache di Narnia" (la prima Cronaca, comunque, che Lewis scrisse): "Il leone, la strega e l'armadio". Il personaggio di Edmund combatte contro la tentazione per tutto il tempo in Narnia, e come Digory, la sua tentazione è la Strega Bianca. Diversamente dal "Nipote del mago", ad ogni modo, l'uso del tema della Tentazione, da parte di Lewis ne "Il leone, la strega e l'armadio" ha come fonte primaria le storie della tentazione sia di Gesù che di Giuda.
Mantenendo la precedente distinzione in mente, un attento esame del Nuovo Testamento dell'insegnamento riguardante la tentazione si dimostra utile. Giacomo illustra alcuni insegnamenti chiave del Cristianesimo riguardanti prove e tentazioni: "Il fratello di umili condizioni si rallegri della sua posizione, Lui [Dio] scelte di darci la vita attraverso la Parola della Verità e noi dobbiamo essere le primizie di tutto di ciò che Lui ha creato." (Giacomo 1:9,18). Quando scrisse di un un buon Cristiano che si ritrova faccia a faccia con la tentazione, Giacomo pone enfasi sulla giustizia di un uomo in una posizione umile. Lui da' anche molta importanza al concetto della "parola della Verità" nell'umanità. Il personaggio di Edmund aderisce a nessuno di questi due principi.
Il primo significativo peccato di Edmund è quello di soccombere alla tentazione della golosità (King, 1998). La Strega Bianca gli offre Delizie Turche. La descrizione della sua golosità e del comportamento decadente è molto chiaro: "At first Edmund tried to remeber that it was rude to speak with one's mouth full, but soon he forgot about this and thought only of trying to shovel down as much Turkish Delight as he could, and the more the ate the more he wanted to eat" Questa scena non mostra solo l'immagine di Eva soccombere alla tentazione mangiando il Frutto della Conoscenza, ma anche il Nuovo Testamento della teologia di Paolo: "molti vivono come nemici della Croce di Cristo. Il loro destino è la distruzione, il loro dio è il loro stomaco e la loro gloria è la loro vergogna. La loro mente è solo nelle cose terrene." (Filippo 3:18,19).
Edmund continua a riempire la sua mente con desideri terreni ma anche soccombendo alla tentazione di migliore la sua umile posizione (Giacomo 1:9) quando la Strega Bianca lo alletta con la prospettiva del principato: "I think I would like to make you the Prince - some day when you bring the others to visit me.". Questa tentazione del potere assomiglia molto alla storia di Gesù tentato da Satana nel deserto. Satana, come la Strega, tenta Gesù con il potere in cambio di un servizio: "Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:'Tutte queste cose io ti darò, se prostrandomi mi adorerai.' (Matteo 4:8-9). In aggiunta a soccombere a queste varie tentazioni, Edmund decide di non rivelare la sua conoscenza della Strega ai suoi fratelli e alle sue sorelle e conseguentemente finisce col mentirgli riguardo la scoperta di Narnia: "Lucy and I have been playing - pretending that all her story about the country in the wardrobe is true". Facendo ciò, Edmund soddisfa l'antitesi delle virtù di Paolo del Buon Crisitano di fronte alla tentazione (Giacomo 1:18).
Lewis intreccia magistralmente questi temi biblici della tentazione con il personaggio di Edmund. Ma il personaggio di Edmund è, in effetti, molto più un allegoria di Giuda; il traditore (Matteo 26). Edmund tradisce i suoi fratelli e le sue sorelle e i Castori andando a cercare la Strega Bianca nel capitolo 8. Tutto ciò a cui riesce a pensare erano i suoi desideri e voleri terreni: "Turkish Delight and to be a prince". Confrontando questo mero bambino a Giuda, comunque, è una vera e propria allegoria di un romanzo per bambini. Per affrontare ciò Lewis crea l'idea della Strega dando ad Edmund Delizie Turche incantate: "She knew, though Edmund did not, that this was enchanted Turkish Delight and that anyone who tasted it would want more and more of it, and would even, if they were allowed, to gon on eating it till they kill themselves." Facendo desiderare ad Edmund le Delizie Turche la colpa della Strega non è sua, Lewis allevia alcune delle offese di Edmund, prendendo ancora una volta immagini bibliche e ammorbidendole per renderle piacevole al giovane pubblico. E alla fine, naturalmente, Edmund è perdonato per il suo tradimento; un evento che coinvolge i più importanti temi allegorici delle Cronache di Narnia: Aslan diventa sinonimo di Gesù Cristo.
Prima di continuare, bisogna dire che molti accademici sono andati troppo lontano nel decostruire le Cronache di Narnia; teorizzando circa cosa intedesse Lewis con i "veri" significati di tutte quelle immagini simboliche della Bibbia, analizzare i libri in questo modo è perdere il punto di vista di Lewis (Schakel, 1979, p.xiii). Nel 1954, a Lewis è stato chiesto di spiegare il parallelo di Asla-Cristo a dei ragazzi delle superiori del Maryland. Lui rispose: "Io non ho detto a me stesso: 'rappresentiamo Gesù come se Lui fosse nel nostro mondo per mezzo del leone in Narnia', ho detto: 'Supponiamo che ci sia una terra come Narnia e che il Figlio di Dio, nel momento in cui diventò Uomo nel nostro mondo, diventò un leone qui e dopo immaginare cosa potrebbe essere successo.'" Tenendo questo in mente, esso costituisce già di per sé una prolifica prova da esaminare per capire come Lewis relazione Aslan al personaggio biblico di Gesù , perché l'analisi fornisce una migliore comprensione dell'abilità di Lewis: l'uso di motivi biblici per creare accattivanti storie per bambini.
Edmund incarna molte caratteristiche di Giuda, includendo anche le caratteristiche del tradimento, e la somiglianza di Aslan a Gesù è evidente nel modo in cui lui perdona Edmund. Lewis, comunque, ha specificatamente evitato l'allegoria di Gesù che non perdona Giuda (Marco 14:21) e invece si rivolge ai più generali insegnamenti Cristiani sul perdono: "Se qualcuno è colto in un peccato, tu sei responsabile della sua gentile rigenerazione...Porta entrambi agli oneri e in questo modo tu riempirai la legge di Cristo." (Gal 6:1-2). In questo modo, Lewis riesce a diluire la narrazione biblica in una lettura libera da sensi di colpa per i bambini. Il perdono di Aslan ad Edmund è espresso nel salvataggio di Edmund dalla Strega Bianca. La Strega, comunque, reclama la vita di Edmund come se fosse suo compito prenderla: "You at least know the Magic which the Emperor put inro Narnia at the very beginning. You know hat every traitor belongs to me as my lawful prey and that for every treachery I have a right to kill." . Aslan offre la propria vita in cambio di quella di Edmund, quest'azione è il peccato di Edmund, ma l'atto è anche quello simbolico del Cristo morente per i peccati dell'umanità. Il peccato di Edmund di tradimento diventa un simbolo per tutti i peccati umani e Aslan lo paga con la propria vita, come fece Cristo: "Mentre eravamo tutti peccatori, Dio morì per noi." (Rom 5:8).
Questi eventi impostano la narrazione dell'esecuzione di Aslan. La precedente descrizione è molto simile, nell'immaginario comune, a quella della morte di Cristo nella Bibbia. Lucy e Susan, due dei quattro bambini protagonisti del romanzo, accompagnano Aslan alla sua esecuzione: "And both the girls cried bitterly (tough they hardly never knew why) and clung to the lion". Gesù stesso ebbe molti seguaci come i bambini: "Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano lamento e cordoglio per lui." (Luca 23:27). Quando è nelle mani della Strega, Aslan è soggetto all'umiliazione e al ridicolo: "Stop!' said the Witch. 'Let him first be shaved'...They worked about his face putting on the muzzle...he was surroundend by the whole crowd of creatures kicking him, hitting him, spitting on him, jeering at him.". L'immaginario è, ancora una volta, notevolmente simile a quello dei Vangeli: "Gli uomini che tenevano Gesù lo schernivano percotendolo, poi lo bendarono e gli domandavano:'Indovina profeta, chi ti ha percosso?'. E dicevano molte altre cose su di lui, bestemmiando. (Luca 22:63-65).
La resurrezione di Aslan coinvolge lo stesso tipo di allusione biblica. Nel Vangelo di Luca, le donne che hanno seguito Gesù andarono alla sua tomba: "Ora, nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto, esse, e le altre donne con loro si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato. E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. Ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù." (Luca 24: 1-3) nello stesso modo, dopo che Lucy e Susan hanno tolto la museruola, esse lasciano la Tavola di Pietra dove lui ha subito l'esecuzione. Il mattino presto del giorno seguente loro ritornano alla Tavola di Pietra e la trovano rotta in due e un Aslan risorto stare davanti a loro. La rottura della Tavola di Pietra è ovviamente non così simile alla pietra della tomba di Gesù e come quest'ultima è la cortina del tempio ad essere lacerata. L'immagine è più allusiva ancora se si pensa alla rottura delle tavole contenenti i Comandamenti nel libro dell'Esodo. Quest'ultima correlazione, comunque, non è tanto un'allegoria esplicita quant'è l'esempio del comando di Lewis dell'immaginario biblico come un espediente letterario.
Lewis, in seguito, ha ri-narrato la storia della morte e resurrezione di Gesù nel contesto di Aslan e di Narnia. Lui ha usato alcuni mezzi, comunque, per trasformare questo pesante contenuto in materiale per un romanzo per ragazzi. L'ovvia differenza nella rielaborazione di Lewis della storia biblica è l'uso di Aslan il leone e della regione di Narnia. C'è l'uso di un leone immaginario nella Bibbia:
Questo è seguito:
Forse il migliore esempio di arrendevolezza alla tentazione può essere trovato nel secondo libro delle "Cronache di Narnia" (la prima Cronaca, comunque, che Lewis scrisse): "Il leone, la strega e l'armadio". Il personaggio di Edmund combatte contro la tentazione per tutto il tempo in Narnia, e come Digory, la sua tentazione è la Strega Bianca. Diversamente dal "Nipote del mago", ad ogni modo, l'uso del tema della Tentazione, da parte di Lewis ne "Il leone, la strega e l'armadio" ha come fonte primaria le storie della tentazione sia di Gesù che di Giuda.
Mantenendo la precedente distinzione in mente, un attento esame del Nuovo Testamento dell'insegnamento riguardante la tentazione si dimostra utile. Giacomo illustra alcuni insegnamenti chiave del Cristianesimo riguardanti prove e tentazioni: "Il fratello di umili condizioni si rallegri della sua posizione, Lui [Dio] scelte di darci la vita attraverso la Parola della Verità e noi dobbiamo essere le primizie di tutto di ciò che Lui ha creato." (Giacomo 1:9,18). Quando scrisse di un un buon Cristiano che si ritrova faccia a faccia con la tentazione, Giacomo pone enfasi sulla giustizia di un uomo in una posizione umile. Lui da' anche molta importanza al concetto della "parola della Verità" nell'umanità. Il personaggio di Edmund aderisce a nessuno di questi due principi.
Il primo significativo peccato di Edmund è quello di soccombere alla tentazione della golosità (King, 1998). La Strega Bianca gli offre Delizie Turche. La descrizione della sua golosità e del comportamento decadente è molto chiaro: "At first Edmund tried to remeber that it was rude to speak with one's mouth full, but soon he forgot about this and thought only of trying to shovel down as much Turkish Delight as he could, and the more the ate the more he wanted to eat" Questa scena non mostra solo l'immagine di Eva soccombere alla tentazione mangiando il Frutto della Conoscenza, ma anche il Nuovo Testamento della teologia di Paolo: "molti vivono come nemici della Croce di Cristo. Il loro destino è la distruzione, il loro dio è il loro stomaco e la loro gloria è la loro vergogna. La loro mente è solo nelle cose terrene." (Filippo 3:18,19).
Edmund continua a riempire la sua mente con desideri terreni ma anche soccombendo alla tentazione di migliore la sua umile posizione (Giacomo 1:9) quando la Strega Bianca lo alletta con la prospettiva del principato: "I think I would like to make you the Prince - some day when you bring the others to visit me.". Questa tentazione del potere assomiglia molto alla storia di Gesù tentato da Satana nel deserto. Satana, come la Strega, tenta Gesù con il potere in cambio di un servizio: "Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:'Tutte queste cose io ti darò, se prostrandomi mi adorerai.' (Matteo 4:8-9). In aggiunta a soccombere a queste varie tentazioni, Edmund decide di non rivelare la sua conoscenza della Strega ai suoi fratelli e alle sue sorelle e conseguentemente finisce col mentirgli riguardo la scoperta di Narnia: "Lucy and I have been playing - pretending that all her story about the country in the wardrobe is true". Facendo ciò, Edmund soddisfa l'antitesi delle virtù di Paolo del Buon Crisitano di fronte alla tentazione (Giacomo 1:18).
Lewis intreccia magistralmente questi temi biblici della tentazione con il personaggio di Edmund. Ma il personaggio di Edmund è, in effetti, molto più un allegoria di Giuda; il traditore (Matteo 26). Edmund tradisce i suoi fratelli e le sue sorelle e i Castori andando a cercare la Strega Bianca nel capitolo 8. Tutto ciò a cui riesce a pensare erano i suoi desideri e voleri terreni: "Turkish Delight and to be a prince". Confrontando questo mero bambino a Giuda, comunque, è una vera e propria allegoria di un romanzo per bambini. Per affrontare ciò Lewis crea l'idea della Strega dando ad Edmund Delizie Turche incantate: "She knew, though Edmund did not, that this was enchanted Turkish Delight and that anyone who tasted it would want more and more of it, and would even, if they were allowed, to gon on eating it till they kill themselves." Facendo desiderare ad Edmund le Delizie Turche la colpa della Strega non è sua, Lewis allevia alcune delle offese di Edmund, prendendo ancora una volta immagini bibliche e ammorbidendole per renderle piacevole al giovane pubblico. E alla fine, naturalmente, Edmund è perdonato per il suo tradimento; un evento che coinvolge i più importanti temi allegorici delle Cronache di Narnia: Aslan diventa sinonimo di Gesù Cristo.
Prima di continuare, bisogna dire che molti accademici sono andati troppo lontano nel decostruire le Cronache di Narnia; teorizzando circa cosa intedesse Lewis con i "veri" significati di tutte quelle immagini simboliche della Bibbia, analizzare i libri in questo modo è perdere il punto di vista di Lewis (Schakel, 1979, p.xiii). Nel 1954, a Lewis è stato chiesto di spiegare il parallelo di Asla-Cristo a dei ragazzi delle superiori del Maryland. Lui rispose: "Io non ho detto a me stesso: 'rappresentiamo Gesù come se Lui fosse nel nostro mondo per mezzo del leone in Narnia', ho detto: 'Supponiamo che ci sia una terra come Narnia e che il Figlio di Dio, nel momento in cui diventò Uomo nel nostro mondo, diventò un leone qui e dopo immaginare cosa potrebbe essere successo.'" Tenendo questo in mente, esso costituisce già di per sé una prolifica prova da esaminare per capire come Lewis relazione Aslan al personaggio biblico di Gesù , perché l'analisi fornisce una migliore comprensione dell'abilità di Lewis: l'uso di motivi biblici per creare accattivanti storie per bambini.
Edmund incarna molte caratteristiche di Giuda, includendo anche le caratteristiche del tradimento, e la somiglianza di Aslan a Gesù è evidente nel modo in cui lui perdona Edmund. Lewis, comunque, ha specificatamente evitato l'allegoria di Gesù che non perdona Giuda (Marco 14:21) e invece si rivolge ai più generali insegnamenti Cristiani sul perdono: "Se qualcuno è colto in un peccato, tu sei responsabile della sua gentile rigenerazione...Porta entrambi agli oneri e in questo modo tu riempirai la legge di Cristo." (Gal 6:1-2). In questo modo, Lewis riesce a diluire la narrazione biblica in una lettura libera da sensi di colpa per i bambini. Il perdono di Aslan ad Edmund è espresso nel salvataggio di Edmund dalla Strega Bianca. La Strega, comunque, reclama la vita di Edmund come se fosse suo compito prenderla: "You at least know the Magic which the Emperor put inro Narnia at the very beginning. You know hat every traitor belongs to me as my lawful prey and that for every treachery I have a right to kill." . Aslan offre la propria vita in cambio di quella di Edmund, quest'azione è il peccato di Edmund, ma l'atto è anche quello simbolico del Cristo morente per i peccati dell'umanità. Il peccato di Edmund di tradimento diventa un simbolo per tutti i peccati umani e Aslan lo paga con la propria vita, come fece Cristo: "Mentre eravamo tutti peccatori, Dio morì per noi." (Rom 5:8).
Questi eventi impostano la narrazione dell'esecuzione di Aslan. La precedente descrizione è molto simile, nell'immaginario comune, a quella della morte di Cristo nella Bibbia. Lucy e Susan, due dei quattro bambini protagonisti del romanzo, accompagnano Aslan alla sua esecuzione: "And both the girls cried bitterly (tough they hardly never knew why) and clung to the lion". Gesù stesso ebbe molti seguaci come i bambini: "Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano lamento e cordoglio per lui." (Luca 23:27). Quando è nelle mani della Strega, Aslan è soggetto all'umiliazione e al ridicolo: "Stop!' said the Witch. 'Let him first be shaved'...They worked about his face putting on the muzzle...he was surroundend by the whole crowd of creatures kicking him, hitting him, spitting on him, jeering at him.". L'immaginario è, ancora una volta, notevolmente simile a quello dei Vangeli: "Gli uomini che tenevano Gesù lo schernivano percotendolo, poi lo bendarono e gli domandavano:'Indovina profeta, chi ti ha percosso?'. E dicevano molte altre cose su di lui, bestemmiando. (Luca 22:63-65).
La resurrezione di Aslan coinvolge lo stesso tipo di allusione biblica. Nel Vangelo di Luca, le donne che hanno seguito Gesù andarono alla sua tomba: "Ora, nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto, esse, e le altre donne con loro si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato. E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. Ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù." (Luca 24: 1-3) nello stesso modo, dopo che Lucy e Susan hanno tolto la museruola, esse lasciano la Tavola di Pietra dove lui ha subito l'esecuzione. Il mattino presto del giorno seguente loro ritornano alla Tavola di Pietra e la trovano rotta in due e un Aslan risorto stare davanti a loro. La rottura della Tavola di Pietra è ovviamente non così simile alla pietra della tomba di Gesù e come quest'ultima è la cortina del tempio ad essere lacerata. L'immagine è più allusiva ancora se si pensa alla rottura delle tavole contenenti i Comandamenti nel libro dell'Esodo. Quest'ultima correlazione, comunque, non è tanto un'allegoria esplicita quant'è l'esempio del comando di Lewis dell'immaginario biblico come un espediente letterario.
Lewis, in seguito, ha ri-narrato la storia della morte e resurrezione di Gesù nel contesto di Aslan e di Narnia. Lui ha usato alcuni mezzi, comunque, per trasformare questo pesante contenuto in materiale per un romanzo per ragazzi. L'ovvia differenza nella rielaborazione di Lewis della storia biblica è l'uso di Aslan il leone e della regione di Narnia. C'è l'uso di un leone immaginario nella Bibbia:
- "Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa, chi oserà farlo alzare?" (Genesi 49:9)
- "La collera del re è simile al ruggito del leone, chiunque lo eccita rischia la vita" (Proverbi 20:2)
- "Loro seguiranno il Signore, lui ruggirà come un leone." (Hosea 11:10)
Ma molto più importante è il riferimenti ai leoni nel Libro della Rivelazione (Libro dell'Apocalisse), in quanto si riferisce (noi lo crediamo) a Cristo: "Non piangere, ecco uno degli anziani della tribù di Giuda, la Radice di Davide, ha vinto per aprire il libro e sciogliere i sette sigilli." (Apocalisse 5:5). Evidentemente, la scelta di Lewis di un leone per rappresentare Cristo non è completamente originale, comunque, per altre ragioni Lewis decise di scegliere quest'animale per rappresentare Gesù. Per esempio, forse lui presuppose che i bambini avrebbero compatito la morte di un animale che la morte di una figura storica. Lewis usa una simile tecnica usando la "Profonda Magia" (eng: Deep Magic) per spiegare i miracolosi eventi che hanno luogo, come la resurrezione: " 'It is more magic' they looked around. There, shining in the sunrise, larger than they had seen him before, shaking his mane (for it had apparently grown again), stood Aslan himself". Il giovane pubblico per il quale le Cronache Narnia erano destinate avrebbe trovato molto più semplice da comprendere il significato della magia piuttosto che le teologiche implicazioni che sollevano le storie della Bibbia della resurrezione. Infine, Lewis usa i bambini come i protagonisti principali delle Cronache di Narnia. Immediatamente lui stabilisce una connessione per i giovani lettori che la Bibbia raramente offre. I bambini sono anche più propensi a relazionarsi alla figura di un Messia che tratta costantemente i bambini con rispetto e amore, una figura come Aslan.
Le Cronache di Narnia hanno già stabilito se stesse come un'opera senza tempo della letteratura. Esse attraggono sia gli atei che i timorati di Dio, sia persone incolte che scolarsi, sia bambini che adulti. Una comprensione dell'allegoria biblica non è essenziale per il loro apprezzamento. Un'analisi critica di questi lavori, comunque, permette al lettore di apprezzare pienamente l'incredibile dono di Lewis di semplificare narrative complesse e la sua abilità di creare bellissime fantasie per i bambini. Questo, a sua volta, permette al lettore di guadagnare sia una profonda comprensione di Lewis come un abile e creativo scrittore e un profondo appagamento nel leggere la sua arte. Essere capaci di apprezzare C.S. Lewis come un artigiano vuol dire avere la gioia di far conoscere a chiunque i suoi lavori.
Bene, con questa traduzione ho concluso l'analisi del primo libro delle "Cronache di Narnia", in questo momento sto leggendo il seguito delle Cronache, ovvero il romanzo "Il cavallo e il ragazzo" o forse dovrei dire "Il cavallo e il suo ragazzo", ma vi racconterò meglio tutto ciò in seguito.
Vi lascio con una citazione tratta da "Il cavallo e il ragazzo" di C.S. Lewis: "Nessuno è più apprezzato di colui che sopporta con tenacia i piccoli impedimenti" Tisroc al principe Rabadash.
mercoledì, aprile 16, 2014
Il leone, la strega e l'armadio, C.S. Lewis (prima parte)
Buon pomeriggio a tutti, bloggers e lettori! Oggi vi parlo di un libro che ho finito la settimana scorsa e che mi è piaciuto tantissimo... Ormai avrete capito a cosa mi riferisco, sì, si tratta del "Il leone, la strega e l'armadio", il primo romanzo che Lewis scrisse per le "Cronache di Narnia"!
Il libro comincia in medias res, ponendo i lettori subito nel bel mezzo dell'azione, e la voce onnisciente che narra la storia (ovvero quella di Lewis stesso, il quale ha dedicato questo primo libro a Lucy) racconta tutto ciò che accade. Peter, Susan, Edmund Lucy sono tre bambini, fratelli e sorelle, che vengono mandati durante la seconda guerra mondiale alla residenza di uno strano signore nella campagna londinese, nella cui casa solitamente la signora Macready fa fare dei giri turistici ai visitatori. Peter e i suoi fratelli giocano in giro per la grande casa e un giorno, giocando a nascondino, Lucy trova una stanza vuota con un grande armadio dentro - decide perciò di entrarci per nascondersi. Lucy comincia a sentire qualcosa pungerle la testa e a sentire freddo senza motivo, dato che è in un armadio, e siccome non sente il fondo del mobile decide di andare a vedere quanto profondo è quest'ultimo, ma la sua sorpresa è enorme quando scopre che l'armadio porta in un altro mondo. La cosa bella è che l'entrata a Narnia (Lucy ancora non sa come si chiami quel luogo) si trova proprio vicino ad un lampione (il famoso lampione con il quale la Regina Jadis voleva colpire e uccidere Aslan ne "Il nipote del mago"), lì la bambina incontra un fauno, un essere per metà uomo e per metà cavallo e scopre che si trova a Narnia e il fauno continua a rivolgersi con lei come 'figlia di Eva'. Il fauno Tumnus invita Lucy a casa sua e i due bevono il the e mangiano insieme, lì il signor Tumnus confessa che quando i figli di Adamo e di Eva entraranno a Narnia dovranno essere consegnati alla Strega Bianca e si pente per quello che stava per fare, perciò la invita ad andarsene e a tornare a casa sua; Lucy lo fa ed esce dall'armadio. Quando dice ai suoi fratelli e ad Edmund che dentro l'armadio c'è un mondo magico, nessuno le crede, ed Edmund comincia a prenderla in giro e a non darle tregua fino a quando non ci finisce lui stesso nell'armadio. A me sono piaciuti molto i dialoghi fra Susan, Peter e il misterioso padrone di casa (che secondo me è, e credo di non sbagliarmi, l'anziano Digory), nei quali Susan e Peter gli dicono che Lucy non ha mai detto bugie e non avrebbero motivo di non crederle, mentre Edmund è un gran bugiardo e fino a questo momento si è sempre comportato male con la piccolina di famiglia. L'anziano Digory si domanda cosa mai insegnino a scuola, perché se Lucy non ha detto bugie e loro sanno che non le ha mai dette, devono crederle, per quanto incredibile sia quello che ha detto. E po', come fanno loro ad essere sicuri che non ci sia davvero un mondo dentro l'armadio? D'altro canto non ci sono mai stati. L'episodio nel quale Edmund rincorre Lucy e finisce nell'armadio con lei è molto interessante, soprattutto perché lui incontra la Strega Bianca e lei invece va di nuovo a trovare il fauno. La Strega Bianca, che abbiamo già conosciuto nel precedente romanzo, si compra l'affetto di Edmund dandogli da mangiare delle caramelle gommose, le quali però, essendo magiche, lasciano una traccia della loro magia nera negli occhi di chi le mangia e gli estorce la promessa di riuscire a portare Narnia suo fratello e le sue sorelle. Usciti dall'armadio, Lucy ed Edmund ritrovano Susan e Peter e Lucy e Lucy invita Edmund a dire cos'ha visto, a dire la verità, ma Edmund non lo fa e se ne sta zitto. Peter se la prende con lui e i due litigano, e per un breve periodo nessuno dei fratelli o delle sorelle va nella stanza dell'armadio. Lucy ed Edmund si riconciliano, ma lui medita vendetta verso suo fratello Peter. Un giorno, mentre la signora Mcready sta facendo fare il tour della casa ad un gruppo di turistici, i bambini scappano e si nascondono, perché quest'ultima gli aveva detto che non li voleva fra i piedi quando faceva quelle cose, casualmente tutti finiscono nella stanza dell'armadio e decidono di nascondersi là dentro; ma con grande loro stupore scoprono davvero che c'è un mondo al di là del fondo dell'armadio, ed è posto nel quale fa molto freddo. Peter consiglia a tutti di mettersi le pellicce, loro lo fanno ed insieme decidono di andare ad esplorare quel luogo.
Lucy decide di presentare i suoi fratelli e le sue sorelle al fauno Tumnus, ma quando tutti vanno nella loro comoda e accogliente casa, scoprono che è stato portato via dalle guardie della Regina Bianca e di solito le persone che vanno nel Palazzo di Charn non tornano più indietro. Edmund è ancora arrabbiato con Peter. Nel frattempo i bambini, alla ricerca di Tumnus, si imbattono nella signora e il signor Castoro, due animaletti parlanti che gli offrono protezione e cibo e gli danno delle informazioni utili sul perché in quel luogo è sempre inverno e mai Natale: la Strega Bianca ha gettato un incantesimo su Narnia, che si romperà solo con l'arrivo di Aslan. Edmund scopre grazie a loro dove si trova il Castello della Strega Bianca e nascondendosi dietro ad una tenda in quella pratica e calda casetta, scappa e va da lei. La Regina Bianca non accoglie Edmund come la volta precedente, ricoprendolo di moine, ma gli chiede secca se è riuscito a portare suo fratello e le sue sorelle con lui e lui le risponde di sì e spera che gli dia ancora una volta le caramelle gommose, ma invece gli dà un tozzo di pane con un po' di muffa e un po' d'acqua; il lupo terribile che stava di guardia al castello si scopre essere il capitano dei lupi che girano Narnia in cerca di esseri umani. Susan, Lucy e Peter intanto sono ancora dalla signora e il signor Castoro e poco dopo si accorgono che Edmund è scappato e il signor Castoro gli dice che aveva visto nei suoi occhi l'artificio della malefica strega. Edmund confessa alla Strega dove si trovano suo fratello e le sue sorelle, e come ricompensa viene legato dal brutto nano e trascinato in giro per Narnia mentre la Strega va nella sua carrozza a tutta velocità - qualcosa però sta cambiando. Il signor e la signora Castoro, Lucy, Peter e Susan si mettono in viaggio per raggiungere la Tavola di Pietra con l'intento di incontrare Aslan prima che arrivi la Strega e li catturi; ma durante il viaggio incontrano la persona che non si sarebbero mai aspettati d'incontrare: Babbo Natale in persona! Peter ricorda ai castori che loro avevano detto che non era mai Natale a Narnia, e loro gli dicono che con l'arrivo di Babbo l'incantesimo si sta spezzando. Babbo Natale consegna a Peter una spada e uno scudo, a Susan un arco, una faretra piena di frecce e un corno d'avorio ed infine a Lucy una bottiglietta di cristallo ed un piccolo pugnale, nella bottiglietta c'è un cordiale che fa guarire velocemente le ferite. Qualcosa sta cambiando a Narnia: l'inverno sta scomparendo e sta ritornando la primavera (e secondo la profezia, la primavera sarebbe ritornata con il ritorno di Aslan e i due figli di Adamo e le due figlie di Eva che avrebbero regnato su Cair Paravel). La Strega Bianca, diretta alla Tavola di Pietra è decisa a raggiungere gli umani e ad uccidere Aslan ma si accorge che la natura non è più fredda e gelida com'era prima: l'erba è di nuovo verde, gli alberi hanno germogliato e dappertutto c'è profumo di fiori, perfino il lago gelato è tornato ad essere un normale lago. Siccome non può più camminare con la slitta, il nano la invita a scendere e a proseguire a piedi; e così facendo Edmund viene strattonato da una parte all'altra e non può godersi il bel panorama; in quel momento si rende conto che mentre camminava nella gelida neve senza la pelliccia, si stava solo raccontando delle cose per resistere al freddo e che in fondo al suo cuore, sapeva che la Strega non l'avrebbe mai fatto re e che quest'ultima era davvero cattiva. La Strega Bianca, Edmund e il nano trovano per caso un gruppo di animali intenti a far festa per il ritorno di Babbo Natale e la Strega si arrabbia e con la sua bacchetta magica tramuta tutti gli animali in pietra (la stessa sorte ch'è toccata al fauno Tumnus), poi lo costringe a proseguire legato come uno schiavo. Il signor e la signora Castoro con al seguito Susan, Lucy e Peter arrivano alla Tavola di Pietra e per la prima volta vedono Aslan (che credevano un umano) sentono nei loro cuori una grandissima gioia e serenità, una cosa che non dimenticheranno mai. In quel momento arrivano i lupi che cercano di fare del male a Susan, la quale si arrampica sopra ad un albero e rischia di svenire e cadere fra le fauci del lupo, Peter uccide così il capo dei lupi e viene nominato da Aslan "Peter Flagello dei Lupi" e gli dice di ricordarsi di pulire la spada. Aslan organizza l'attacco contro la Strega Bianca mettendo in campo tutti gli animali e le creature della foresta come le driadi, le naiadi e tutte le creature fatate che popolano i libri delle fiabe dei bambini; dal canto suo anche la Strega sta organizzando un esercito con tutte le creature più malvagie che ci sono a Charn: demoni, mostri e quant'altro. La Strega Bianca si ricorda però che Edmund è un traditore e nel suo regno chi tradisce deve pagare con il sangue il suo tradimento, va perciò da Aslan a dirglielo e alla fine i due si appartano per decidere della sorte di Edmund e da quel momento in poi Aslan avrà sempre un'aspetto depresso e un'aria molto triste - Lucy si accorge che c'è qualcosa che non va, dopo che Aslan e la Strega si sono appartati per parlare la sua gioia e la sua forza sembrano essere scomparsi definitivamente. Le creature del bosco preparano una tenda per la notte agli umani e gli danno delle vesti dai colori forti come rosso, giallo e il verde delle foreste. Durante la notte però né Lucy né Susan riescono a dormire e quando vedono Aslan trascinarsi verso un luogo nei pressi della foresta, decidono di seguirlo e si ritrovano alla Tavola di Pietra. Alla Tavola di Pietra la Strega è circondata da tanti esseri mostruosi e chiede ad Aslan per quale motivo morire per un essere umano, ma Aslan non risponde e lei ordina ai loro seguaci di tagliargli la criniera e di legarlo alla Tavola, i quali obbediscono, ed Aslan si ritrova alzato sulla Tavola come Gesù Cristo e viene ferito a morte dalla Strega. Il leone muore, e le Strega esulta per la sua vittoria. Sembra che tutto debba finire per il peggio a Narnia, Lucy e Susan scoppiano a piangere ma dopo che la Strega se n'è andata e ha lasciato il corpo del povero Aslan sulla Tavola, le due sorelle corrono a slegare il leone e ad accarezzarlo per rendere la sua dipartita meno dolorosa, ma quando lo stanno facendo si accorgono che dei topi vogliano fargli del male, in realtà ben presto si accorgono che lo voglio solo liberare. Qualche istante dopo le bambine vanno via piangendo e in quel preciso istante Aslan ritorna in vita, perché se un innocente viene ucciso al posto di un traditore quest'ultimo tornerà in vita - Susan e Lucy lo abbracciano ed insieme tornano alla tenda. Durante la grande battaglia contro la Strega ed i suoi seguaci, Edmund riesce a tagliare con la spada la bacchetta della Strega, la quale lo ferisce e successivamente quest'ultima morirà per mano di Aslan. A battaglia finita, Aslan si complimenta con tutti e Peter gli corre incontro dicendogli che Edmund ha dimostrato il suo valore e la lealtà distruggendo la bacchetta della strega e che è ferito, Aslan invita Lucy a dargli qualche goccia del cordiale, così Lucy lo fa e in pochi secondi Edmund guarisce. Lucy si prende cura del fratello, ma Aslan le ricorda che non c'è tempo da perdere, deve dare il cordiale alle altre persone che sono rimaste ferite nella battaglia e Lucy obbedisce. A Cair Paravel Peter, Susan, Edmund e Lucy vengono nominati re e regine di Narnia e il narratore onnisciente ricorda: "una volta che si è re e regine di Narnia lo si è per sempre". C'è un balzo temporale che ci fa vedere come il tempo scorra molto più velocemente a Narnia che non nel mondo reale e quello che alle persone normali sembrano tantissimi anni in realtà sono solo minuti. Vediamo i due fratelli e le due sorelle, diventati ormai adulti, governare Narnia e ripulirla dagli strascichi delle malvagità commesse dalla Strega e mentre giocavano alla "Caccia al cervo bianco" si ritrovano per caso vicino al lampione, che gli ricorda loro un'altra vita ed insieme decidono di avvicinarsi e di vedere dove porta quel lampione - cammina, cammina gli adulti rientrano nell'armadio e tornano bambini. La storia finisce con l'anziano Digory che dice loro: "Che cosa insegnano ai ragazzini nelle scuole?".
Bene, dopo questo lungo commento vi lascio con una frase tratta da "Il leone, la strega e l'armadio": "Chi ha un po' di sale in zucca mai e poi si chiuderebbe in un armadio, sia esso magico oppure no".
Giada
Il libro comincia in medias res, ponendo i lettori subito nel bel mezzo dell'azione, e la voce onnisciente che narra la storia (ovvero quella di Lewis stesso, il quale ha dedicato questo primo libro a Lucy) racconta tutto ciò che accade. Peter, Susan, Edmund Lucy sono tre bambini, fratelli e sorelle, che vengono mandati durante la seconda guerra mondiale alla residenza di uno strano signore nella campagna londinese, nella cui casa solitamente la signora Macready fa fare dei giri turistici ai visitatori. Peter e i suoi fratelli giocano in giro per la grande casa e un giorno, giocando a nascondino, Lucy trova una stanza vuota con un grande armadio dentro - decide perciò di entrarci per nascondersi. Lucy comincia a sentire qualcosa pungerle la testa e a sentire freddo senza motivo, dato che è in un armadio, e siccome non sente il fondo del mobile decide di andare a vedere quanto profondo è quest'ultimo, ma la sua sorpresa è enorme quando scopre che l'armadio porta in un altro mondo. La cosa bella è che l'entrata a Narnia (Lucy ancora non sa come si chiami quel luogo) si trova proprio vicino ad un lampione (il famoso lampione con il quale la Regina Jadis voleva colpire e uccidere Aslan ne "Il nipote del mago"), lì la bambina incontra un fauno, un essere per metà uomo e per metà cavallo e scopre che si trova a Narnia e il fauno continua a rivolgersi con lei come 'figlia di Eva'. Il fauno Tumnus invita Lucy a casa sua e i due bevono il the e mangiano insieme, lì il signor Tumnus confessa che quando i figli di Adamo e di Eva entraranno a Narnia dovranno essere consegnati alla Strega Bianca e si pente per quello che stava per fare, perciò la invita ad andarsene e a tornare a casa sua; Lucy lo fa ed esce dall'armadio. Quando dice ai suoi fratelli e ad Edmund che dentro l'armadio c'è un mondo magico, nessuno le crede, ed Edmund comincia a prenderla in giro e a non darle tregua fino a quando non ci finisce lui stesso nell'armadio. A me sono piaciuti molto i dialoghi fra Susan, Peter e il misterioso padrone di casa (che secondo me è, e credo di non sbagliarmi, l'anziano Digory), nei quali Susan e Peter gli dicono che Lucy non ha mai detto bugie e non avrebbero motivo di non crederle, mentre Edmund è un gran bugiardo e fino a questo momento si è sempre comportato male con la piccolina di famiglia. L'anziano Digory si domanda cosa mai insegnino a scuola, perché se Lucy non ha detto bugie e loro sanno che non le ha mai dette, devono crederle, per quanto incredibile sia quello che ha detto. E po', come fanno loro ad essere sicuri che non ci sia davvero un mondo dentro l'armadio? D'altro canto non ci sono mai stati. L'episodio nel quale Edmund rincorre Lucy e finisce nell'armadio con lei è molto interessante, soprattutto perché lui incontra la Strega Bianca e lei invece va di nuovo a trovare il fauno. La Strega Bianca, che abbiamo già conosciuto nel precedente romanzo, si compra l'affetto di Edmund dandogli da mangiare delle caramelle gommose, le quali però, essendo magiche, lasciano una traccia della loro magia nera negli occhi di chi le mangia e gli estorce la promessa di riuscire a portare Narnia suo fratello e le sue sorelle. Usciti dall'armadio, Lucy ed Edmund ritrovano Susan e Peter e Lucy e Lucy invita Edmund a dire cos'ha visto, a dire la verità, ma Edmund non lo fa e se ne sta zitto. Peter se la prende con lui e i due litigano, e per un breve periodo nessuno dei fratelli o delle sorelle va nella stanza dell'armadio. Lucy ed Edmund si riconciliano, ma lui medita vendetta verso suo fratello Peter. Un giorno, mentre la signora Mcready sta facendo fare il tour della casa ad un gruppo di turistici, i bambini scappano e si nascondono, perché quest'ultima gli aveva detto che non li voleva fra i piedi quando faceva quelle cose, casualmente tutti finiscono nella stanza dell'armadio e decidono di nascondersi là dentro; ma con grande loro stupore scoprono davvero che c'è un mondo al di là del fondo dell'armadio, ed è posto nel quale fa molto freddo. Peter consiglia a tutti di mettersi le pellicce, loro lo fanno ed insieme decidono di andare ad esplorare quel luogo.
Lucy decide di presentare i suoi fratelli e le sue sorelle al fauno Tumnus, ma quando tutti vanno nella loro comoda e accogliente casa, scoprono che è stato portato via dalle guardie della Regina Bianca e di solito le persone che vanno nel Palazzo di Charn non tornano più indietro. Edmund è ancora arrabbiato con Peter. Nel frattempo i bambini, alla ricerca di Tumnus, si imbattono nella signora e il signor Castoro, due animaletti parlanti che gli offrono protezione e cibo e gli danno delle informazioni utili sul perché in quel luogo è sempre inverno e mai Natale: la Strega Bianca ha gettato un incantesimo su Narnia, che si romperà solo con l'arrivo di Aslan. Edmund scopre grazie a loro dove si trova il Castello della Strega Bianca e nascondendosi dietro ad una tenda in quella pratica e calda casetta, scappa e va da lei. La Regina Bianca non accoglie Edmund come la volta precedente, ricoprendolo di moine, ma gli chiede secca se è riuscito a portare suo fratello e le sue sorelle con lui e lui le risponde di sì e spera che gli dia ancora una volta le caramelle gommose, ma invece gli dà un tozzo di pane con un po' di muffa e un po' d'acqua; il lupo terribile che stava di guardia al castello si scopre essere il capitano dei lupi che girano Narnia in cerca di esseri umani. Susan, Lucy e Peter intanto sono ancora dalla signora e il signor Castoro e poco dopo si accorgono che Edmund è scappato e il signor Castoro gli dice che aveva visto nei suoi occhi l'artificio della malefica strega. Edmund confessa alla Strega dove si trovano suo fratello e le sue sorelle, e come ricompensa viene legato dal brutto nano e trascinato in giro per Narnia mentre la Strega va nella sua carrozza a tutta velocità - qualcosa però sta cambiando. Il signor e la signora Castoro, Lucy, Peter e Susan si mettono in viaggio per raggiungere la Tavola di Pietra con l'intento di incontrare Aslan prima che arrivi la Strega e li catturi; ma durante il viaggio incontrano la persona che non si sarebbero mai aspettati d'incontrare: Babbo Natale in persona! Peter ricorda ai castori che loro avevano detto che non era mai Natale a Narnia, e loro gli dicono che con l'arrivo di Babbo l'incantesimo si sta spezzando. Babbo Natale consegna a Peter una spada e uno scudo, a Susan un arco, una faretra piena di frecce e un corno d'avorio ed infine a Lucy una bottiglietta di cristallo ed un piccolo pugnale, nella bottiglietta c'è un cordiale che fa guarire velocemente le ferite. Qualcosa sta cambiando a Narnia: l'inverno sta scomparendo e sta ritornando la primavera (e secondo la profezia, la primavera sarebbe ritornata con il ritorno di Aslan e i due figli di Adamo e le due figlie di Eva che avrebbero regnato su Cair Paravel). La Strega Bianca, diretta alla Tavola di Pietra è decisa a raggiungere gli umani e ad uccidere Aslan ma si accorge che la natura non è più fredda e gelida com'era prima: l'erba è di nuovo verde, gli alberi hanno germogliato e dappertutto c'è profumo di fiori, perfino il lago gelato è tornato ad essere un normale lago. Siccome non può più camminare con la slitta, il nano la invita a scendere e a proseguire a piedi; e così facendo Edmund viene strattonato da una parte all'altra e non può godersi il bel panorama; in quel momento si rende conto che mentre camminava nella gelida neve senza la pelliccia, si stava solo raccontando delle cose per resistere al freddo e che in fondo al suo cuore, sapeva che la Strega non l'avrebbe mai fatto re e che quest'ultima era davvero cattiva. La Strega Bianca, Edmund e il nano trovano per caso un gruppo di animali intenti a far festa per il ritorno di Babbo Natale e la Strega si arrabbia e con la sua bacchetta magica tramuta tutti gli animali in pietra (la stessa sorte ch'è toccata al fauno Tumnus), poi lo costringe a proseguire legato come uno schiavo. Il signor e la signora Castoro con al seguito Susan, Lucy e Peter arrivano alla Tavola di Pietra e per la prima volta vedono Aslan (che credevano un umano) sentono nei loro cuori una grandissima gioia e serenità, una cosa che non dimenticheranno mai. In quel momento arrivano i lupi che cercano di fare del male a Susan, la quale si arrampica sopra ad un albero e rischia di svenire e cadere fra le fauci del lupo, Peter uccide così il capo dei lupi e viene nominato da Aslan "Peter Flagello dei Lupi" e gli dice di ricordarsi di pulire la spada. Aslan organizza l'attacco contro la Strega Bianca mettendo in campo tutti gli animali e le creature della foresta come le driadi, le naiadi e tutte le creature fatate che popolano i libri delle fiabe dei bambini; dal canto suo anche la Strega sta organizzando un esercito con tutte le creature più malvagie che ci sono a Charn: demoni, mostri e quant'altro. La Strega Bianca si ricorda però che Edmund è un traditore e nel suo regno chi tradisce deve pagare con il sangue il suo tradimento, va perciò da Aslan a dirglielo e alla fine i due si appartano per decidere della sorte di Edmund e da quel momento in poi Aslan avrà sempre un'aspetto depresso e un'aria molto triste - Lucy si accorge che c'è qualcosa che non va, dopo che Aslan e la Strega si sono appartati per parlare la sua gioia e la sua forza sembrano essere scomparsi definitivamente. Le creature del bosco preparano una tenda per la notte agli umani e gli danno delle vesti dai colori forti come rosso, giallo e il verde delle foreste. Durante la notte però né Lucy né Susan riescono a dormire e quando vedono Aslan trascinarsi verso un luogo nei pressi della foresta, decidono di seguirlo e si ritrovano alla Tavola di Pietra. Alla Tavola di Pietra la Strega è circondata da tanti esseri mostruosi e chiede ad Aslan per quale motivo morire per un essere umano, ma Aslan non risponde e lei ordina ai loro seguaci di tagliargli la criniera e di legarlo alla Tavola, i quali obbediscono, ed Aslan si ritrova alzato sulla Tavola come Gesù Cristo e viene ferito a morte dalla Strega. Il leone muore, e le Strega esulta per la sua vittoria. Sembra che tutto debba finire per il peggio a Narnia, Lucy e Susan scoppiano a piangere ma dopo che la Strega se n'è andata e ha lasciato il corpo del povero Aslan sulla Tavola, le due sorelle corrono a slegare il leone e ad accarezzarlo per rendere la sua dipartita meno dolorosa, ma quando lo stanno facendo si accorgono che dei topi vogliano fargli del male, in realtà ben presto si accorgono che lo voglio solo liberare. Qualche istante dopo le bambine vanno via piangendo e in quel preciso istante Aslan ritorna in vita, perché se un innocente viene ucciso al posto di un traditore quest'ultimo tornerà in vita - Susan e Lucy lo abbracciano ed insieme tornano alla tenda. Durante la grande battaglia contro la Strega ed i suoi seguaci, Edmund riesce a tagliare con la spada la bacchetta della Strega, la quale lo ferisce e successivamente quest'ultima morirà per mano di Aslan. A battaglia finita, Aslan si complimenta con tutti e Peter gli corre incontro dicendogli che Edmund ha dimostrato il suo valore e la lealtà distruggendo la bacchetta della strega e che è ferito, Aslan invita Lucy a dargli qualche goccia del cordiale, così Lucy lo fa e in pochi secondi Edmund guarisce. Lucy si prende cura del fratello, ma Aslan le ricorda che non c'è tempo da perdere, deve dare il cordiale alle altre persone che sono rimaste ferite nella battaglia e Lucy obbedisce. A Cair Paravel Peter, Susan, Edmund e Lucy vengono nominati re e regine di Narnia e il narratore onnisciente ricorda: "una volta che si è re e regine di Narnia lo si è per sempre". C'è un balzo temporale che ci fa vedere come il tempo scorra molto più velocemente a Narnia che non nel mondo reale e quello che alle persone normali sembrano tantissimi anni in realtà sono solo minuti. Vediamo i due fratelli e le due sorelle, diventati ormai adulti, governare Narnia e ripulirla dagli strascichi delle malvagità commesse dalla Strega e mentre giocavano alla "Caccia al cervo bianco" si ritrovano per caso vicino al lampione, che gli ricorda loro un'altra vita ed insieme decidono di avvicinarsi e di vedere dove porta quel lampione - cammina, cammina gli adulti rientrano nell'armadio e tornano bambini. La storia finisce con l'anziano Digory che dice loro: "Che cosa insegnano ai ragazzini nelle scuole?".
Bene, dopo questo lungo commento vi lascio con una frase tratta da "Il leone, la strega e l'armadio": "Chi ha un po' di sale in zucca mai e poi si chiuderebbe in un armadio, sia esso magico oppure no".
Giada
domenica, aprile 13, 2014
Il nipote del mago, C.S. Lewis (seconda parte)
Buon pomeriggio a tutti, bloggers e lettori! Finalmente ho trovato il tempo per finire la traduzione del saggio di Matt Brennan su un sito che spiega molte simbologie cristiane usate da Lewis sia nel romanzo "Il nipote del mago" che nelle "Cronache di Narnia". Qui troverete la mia traduzione.
Il leone, la strega e l'armadio e l'allegoria: un'analisi di alcune sezioni del testo delle Cronache di Narnia
Le cronache di Narnia sono senza dubbio i più popolari lavori dello scrittore C.S. Lewis e sebbene siano classificati come romanzi fantasy per bambini, sono popolari anche fra gli studenti e gli adulti, includendo molti cristiani teologici. Nelle "Cronache di Narnia", Lewis descrive il personaggio biblico di Gesù Cristo nel personaggio del leone Aslan, raccontando certi eventi della vita di Gesù Cristo ai bambini in un nuovo contesto semplice per loro da capire, molto più importante, comunque, i bambini si sanno relazionare e sanno godere il fantasy di Narnia. Questo saggio analizzerà "Il nipote del mago" e "Il leone, la strega e l'armadio" (Io invece mi soffermerò principalmente sui punti del saggio che parlano solo del romanzo "Il nipote del mago" in quanto questo post è attinente solo a questo). Per dimostrare che le Cronache non sono tanto allegorie didattiche quanto delle fantasie di bambini ben articolate che incorporano temi che i giovani lettori possono apprezzare.
Sebbene fosse stato scritto come il sesto libro in una serie di sette libri, la storie del "Il nipote del mago" ha luogo alcuni decenni prima di quella del "Il leone, la strega e l'armadio". In questo libro Lewis descrive la creazione della regione di Narnia e come gli umani possano venire associati con questo mondo. La narrazione si può ricondurre alla "Storia della Creazione" nella Genesi, ma la descrizione della creazione di Narnia da parte di Lewis è chiaramente modificata per apparire piacevole e bella ad un pubblico giovane.
Una delle tecniche che Lewis usa per apparire piacevole, per piacere ad un pubblico giovanile è il suo uso dei bambini come personaggi principali, nel "Il nipote del mago", per esempio, Polly e Digory sono presenti lungo tutto l'arco narrativo. Lewis descrive la creazione del mondo di Narnia da parte di Aslan vista da questi due bambini, stabilendo immediatamente un rapporto tra il suo giovane pubblico e la narrazione. Quando essi entrano nell'oscura Narnia agli inizi della sua Creazione, Lewis usare i bambini per descrivere i luoghi attorno ai quali questi ultimi si trovano "We do seem to be somewhere" said Digory "at least I'm standing on something solid". La prima descrizione di Digory di questo nuovo ambiente non solo stabilisce una connessione fra i giovani lettori e la narrazione, ma rappresenta anche il modo di Lewis di raccontare la storia della Creazione: Lewis continua la storia biblica della Creazione, ma non tenta di creare una storia parallela a quella della Genesi. Nella Genesi, dopo aver creato i cieli e la terra, la prima cosa che Dio fa è creare la luce "E Dio disse: che sia luce" (Gen 2:4). E non è, in effetti, fino al secondo giorno che Dio crea le terre asciutte (Gen 1:9-10). Il lettore del "Nipote del mago", comunque, viene a sapere dalla descrizione di un bambino che il mondo di Narnia è ancora immerso nel buio, la terra (o "qualcosa di solido") è già stata creata. Ovviamente, l'obbiettivo primario di Lewis nel raccontare la creazione di Narnia non era quello di fare un'esatta allegoria della Genesi, ma forse di descrivere una serie di immagini della Creazione biblica e di costruire una storia per bambini da esse. Lewis si rifà alla creazione del mondo biblico quando descrive l'introduzione della luce a Narnia. Le stelle canterine sono la prima cosa che i bambini vedono a Narnia, e Lewis usa ancora una volta il personaggio di Digory per stabilire una connessione tra il testo e il giovane lettore: "If you had seen and heard it, as Digory did, you have felt quite certain that it was the stars themselves which were singing". La Genesi, d'altro canto, colpisce la sensibilità degli adulti nella descrizione delle stesse collegandole ad una certa "crescita" (o maturità, dato che il termine "grow-up" significa entrambe le cose) concepita come il calendario: "Dio disse: 'Ci siamo luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni' (Gen 1:14-15). Le stelle canterine sono un'immagine che Lewis prende da Giobbe 38:7. Confrontando questi due passaggi, è evidente che Lewis sceglie di esprimere la sua storia della creazione usando immagini bibliche che non sono semplici per i bambini da capire, ma che sono semplici per i bambini da apprezzare e da rendere partecipi.
Un altro sistema che Lewis usa nelle "Cronache di Narnia" e nel "Il nipote del mago" è la personificazione degli animali. Narnia è una regione di animali parlanti, e i bambini spesso trovano il concetto degli animali e di creature magiche più interessante di un racconto storico, reale di molto tempo fa, come per esempio la realtà di Gerusalemme di 2000 anni fa. Narnia si dimostra essere il perfetto lavoro di letteratura per ragazzi. Confrontando le storie della Genesi, la tecnica di Lewis di rendere gli animali parte centrale di questa narrativa (non dimentichiamo la signora e il signor castoro ne 'Il leone, la strega e l'armadio e la moltitudine di animali che popolano la neonata terra di Narnia) è notevole. Nella Genesi, Dio crea gli animali che abitano la terra il quinto giorno: "E Dio disse: 'La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie'".E così avvenne. Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona". (Gen 1:24-25). L'interessante scelta di parola in questo verso potrebbe essere stata d'ispirazione per Lewis per scrivere la sua creativa descrizione della Creazione degli animali in Narnia, dove gli animali sono letteralmente prodotti dalla terra, fuori dal terreno: "In all directions it (the land) was swelling into humps. They were of a very different size. Some no bigger than mole-hills, some as big as wheel-barrows, two the sizes of cottages. And the humps move and swelled until they burst, and the crumbled earth poured out of them, and from each hump there came out an animal." L'enfasi di Lewis posta nella creazione degli animali è strettamente connessa con l'uso di Aslan il leone come figura o immagine di Dio: "The lion opened his mouth...He was breathing out a long, warm breath; it semmed to sway all the beasts as the wind sways a line of trees". Quest'immagine del respiro che dona la vita è direttamente collegata ad un passaggio nella Genesi "Il Signore Dio creò l'uomo dalla polvere della terra e alitò nei suoi polmoni il respiro della vita e l'uomo diventò un essere umano" (Gen 2:7). Lewis equipara il significato della creazione dell'uomo nella Genesi con la creazione degli animali in Narnia, ed appare naturale, agli occhi di un bambino essere attratti dagli animali rendendoli, dando loro un ruolo centrale nella storia della creazione di Narnia.
Da quando gli animali hanno preso il ruolo dell'uomo nella storia della creazione, i personaggi umani Polly e Digory (e la loro squadra) devono assumere un ruolo leggermente diverso nella Creazione. A questo punto, Lewis introduce il concetto del Male in Narnia e il concetto dell'introduzione del peccato originale in un nuovo mondo. "Before the new, clean world I gave you is seven hours old, a foce of evil has already entred it; waked abd broght hither by this son of Adam" says Aslan. Lewis ha ingegnosamente associato Digory con l'uomo biblico Adamo in due modi:
- L'ovvio collegamento sta nel fatto che Digory è un essere umano maschio e per questo "figlio di Adamo",
- ma una più profonda analisi di questo collegamento mostra che Lewis intende implicitamente che già Adamo per primo portò il peccato nel mondo della Genesi, così Digory è accusato di aver portato il primo Male nel nuovo mondo di Narnia
Lewis descrive inoltre una correlazione tra Adamo e zio Andrew: entrambi portano la morte in un nuovo mondo. L'apostolo Paolo descrive Adamo come colui che portò la morte nel mondo: "Il peccato entrò nel mondo attraverso un uomo, e la morte attraverso il peccato" (Rom 5:12). Zio Andrew, mentre lui non porta la morte dentro Narnia, porta il concetto stesso di morte con sé. Vedendo Aslan, la sua prima reazione è quella di uccidere: "A most disagreeable place. If only I were a younger man and had a gun -". Quest'immagine dell'uomo armato di pistola zio Andrew è visto ancora e ancora nella narrazione: "The first thing is to get a brute shot". Lewis è in grado di associare gli umani non solo con il Male, ma con la razza di Adamo: usando l'immagine di persone che portano la morte e il peccato. Il modo in cui lui raggiunge ciò è molto importante: usando l'immagine dell'assassino di animali, Lewis ancora una volta tocca la sensibilità del giovane pubblico. I bambini sono molto più sensibili alla morte di un animale che di un uomo che ha vissuto con loro tanto tempo fa, un uomo che loro non hanno mai conosciuto. In questo modo, i bambini potrebbero simpatizzare più facilmente con la riservata morte di Aslan simile a quella di Cristo che non di un Gesù storico.
La descrizione dell'entrata del Male a Narnia sarebbe incompleta, naturalmente, senza esaminare il personaggio della Regina Jadis (conosciuta nel "Il leone, la strega e l'armadio" come la Regina Bianca). Come zio Andrew, la strega è l'antagonista di Aslan. Lei desidera distruggere il leone e tenta di ucciderlo con un palo di metallo: "She raised her arm and flung the iron bar straight as its head". Più tardi Aslan rende chiaro che lei è malvagia e che è entrata in Narnia: "The world is not five hours old and an evil has already entred it.", "There is an evil witch abroad in my new land of Narnia". L'allegoria della Strega è ancora poco chiara. Nella storia della Creazione nella Genesi, due elementi malvagi possono essere trovati:
- Il primo è la disobbedienza di Adamo ed Eva ai Comandamenti di Dio (Gen 2:3).
- Il secondo elemento, comunque, non è di origine umana, ma è nel personaggio del serpente (Gen 3).
La Strega ne "Il nipote del mago" può essere vista come un'immagine dell'introduzione del peccato (nella corretta storia della creazione di Narnia) ma più tardi nel romanzo Lewis allude alla sua relazione con il personaggio del serpente.
Questo segna un allontanamento dal tema della Creazione e fa un passo verso il tema della tentazione nelle "Cronache di Narnia". Il tema della tentazione è presente sia nella Bibbia che nelle "Cronache di Narnia" e Lewis spesso modella la sua presentazione della tentazione su storie e personaggi della Bibbia. Un buon esempio di questo fenomeno si ha nel capitolo 13, nel quale è rielaborata la storia dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male. Questo capitolo vede Digory prendere una mela dall'albero argentato del giardino di Aslan; le similarità tra quest'ambientazione e l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male nel Giardino dell'Eden (Gen 2-3) sono ovvi. Il ruolo della Strega, comunque, si evolve e diventa un simbolo del Male messo a confronto con il serpente nella Genesi 3. La strega fa alcuni sforzi per tentare Digory a mangiare la mela: "Do you know what that fruit is?...It is the apple of youth...Eat it, Boy, eat it". Il ruolo della tentazione è analogo al ruolo del serpente quando quest'ultimo parla ad Eva (Gen 3:1-5). Lewis ha anche messo Digory nel ruolo di Adamo ed Eva. La connessione di Digory ad Adamo è resa esplicita da Aslan che si riferisce a lui come "il figlio di Adamo" durante tutto il romanzo. In questa questa rielaborazione della Storia del Giardino dell'Eden, comunque, Lewis ha fatto prendere a Digory la giusta decisione di non mangiare la mela e,invece, di riportarla ad Aslan. Avendo la Strega che mangia la mela, invece, Lewis permette ai ruoli dei protagonisti e degli antagonisti di rimanere chiari e distinti. Manipolando la storia della Caduta dell'Uomo in questo modo, Lewis ha semplificato e contenuto le forze del Bene e del Male in singoli personaggi, rendendo la distinzione facile da capire per i suoi bambini lettori.
Digory non è il solo personaggio ad essere tentato in Narnia. Zio Andrew è tentato durante tutto il romanzo dalla sua avidità; la sua brama di soldi e potere. Lui è sempre intrigante (non in senso buono) ed è visto più volte immaginarsi i molti modi di capitalizzare, di far soldi nella scoperta di Narnia: "The commercial possibilities of this are unboundend...I shall be a millionare.". La sua sete di potere è contrastato con il personaggio del cocchiere, che assomiglia a zio Andrew solo per il fatto che è un uomo maschio adulto. Il cocchiere, comunque, ha una specie di timore di Aslan e della terra di Narnia, ed esprime il suo disgusto verso Andrew per il suo essere incapace di apprezzare il miracolo della creazione di Narnia: "Oh, stow it Guv'nor, do stow it. Watchin' and listinti' the thing at present; not talking.". La loro relazione ha delle reminescenze della storia biblica dell'uomo ricco e di Lazzaro (Luca, 16:19-31). Come Lazzaro ricevette il Regno dei Cieli, il cocchiere diventa il primo re di Narnia, mentre Andrew non è ripagato perché ha ceduto alla tentazione. Questo è un mirabile esempio di come Lewis dia lezioni di Cristianesimo nelle sue storie senza sacrificare la loro leggibilità ad un pubblico giovanile.
Forse il migliore esempio di arrendevolezza alla tentazione può essere trovato nel secondo libro delle "Cronache di Narnia" (la prima Cronaca, comunque, che Lewis scrisse): "Il leone, la strega e l'armadio". Il personaggio di Edmund combatte contro la tentazione per tutto il tempo in Narnia, e come Digory, la sua tentazione è la Strega Bianca. Diversamente dal "Nipote del mago", ad ogni modo, l'uso del tema della Tentazione, da parte di Lewis ne "Il leone, la strega e l'armadio" ha come fonte primaria le storie della tentazione sia di Gesù che di Giuda.
Bene, la mia traduzione del saggio è completa, spero che vi piaccia perché ci ho messo anima e cuore nel tradurla al meglio.
Vi lascio con una citazione tratta da "Il nipote del mago": "La burla, come la giustizia, va di pari passo con la parola." Aslan alla cornacchia.
Giada
venerdì, aprile 11, 2014
Il nipote del mago, C.S. Lewis (prima parte)
Buon giorno a tutti lettori e bloggers! Ieri ho terminato di leggere il primo volume delle bellissime "Cronache di Narnia- il leone, la strega e l'armadio"...Lo avevate capito vero che mi riferivo a questo quando ho postato la vita di C.S. Lewis, vero? Ma oggi non vi voglio parlare del primo volume delle Cronache, non adesso perlomeno, ora vi voglio parlare de "Il nipote del mago", il libro che Lewis concepì per sesto ma che poi decise di usare come prequel delle Cronache e ha fatto una buona scelta, a mio avviso, senza leggere "Il nipote del mago" non si capisce fino in fondo "Le cronache di Narnia- il leone, la strega e l'armadio"; è fondamentale leggerlo se si vuole capire ogni cosa al meglio.
"Il nipote del mago" racconta la storia di due bambini, Polly e Digory, che vivono a Londra e il loro passatempo preferito è esplorare i corridoi che collegano una casa all'altra, facendo così, finiscono nella stanza dove Digory non avrebbe dovuto mai mettere piede: la stanza del suo strano zio Andrew. Lo zio Andrew dice di essere un mago, dice di aver studiato per anni l'arte della magia e soprattutto, dice una cosa che mi ha colpito molto: "Tutto ciò che è grande si raggiunge con il sacrificio", nomina una sua parente, la signora Lefay, la quale era una maga e aveva i poteri esattamente come lui. Lo zio Andrew possiede quattro anelli, due gialli e due verdi, i quali ti portano in mondi alternativi al nostro: i bambini si sentono subito attratti da questi ultimi, ma cercano di non darlo a vedere. Lo zio Andrew dà l'anello verde a Polly che scompare e si ritrova in un luogo idilliaco, fantastico, un luogo di pace e di serenità; in questo modo lo zio Andrew costringe con l'inganno Digory ad andare per scoprire in quale mondo è finita la sua amica e Digory, che si è reso conto del vile inganno di suo zio, inizialmente si arrabbia con lui però poi non esita a mettersi l'anello verde per andare a salvare la sua amica. Anche Digory giunge in quella idilliaca foresta, dove Polly è seduta vicino ad un albero in uno stato di torpore e anche Digory in parte subisce la magia che aleggia in quella foresta, dimenticandosi chi era prima di finirvi e dimenticando perfino Polly..Lentamente però, entrambi recuperano la memoria e si ricordano chi erano e dove sono finiti. La foresta è un luogo lussureggiante e pieno di stagni che portano in mondi diversi. Digory dice che quella foresta è come un corridoio, è un luogo di passaggio dove stazionano tutti i mondi e dal quale puoi andare in qualsiasi posto tu voglia, con gli anelli. I due bambini decidono così di chiamare quel luogo "Foresta di Mezzo" (quando ho letto tutto ciò, la prima cosa che ho pensato è stata: Foresta di Mezzo > Terra di Mezzo > Tolkien, ho fatto un'associazione di idee istantanea!) insomma, per un'appassionata di Tolkien come me ritrovarsi scritto in un altro libro "Foresta di Mezzo" è stato quasi automatico per me pensare alla "Terra di Mezzo" di Tolkien, ecco perché nel post precedente vi ho messo in link agli Inklings, perché dato che c'è scritto così nel libro di Lewis volevo seguiste il mio ragionamento e anche il flusso delle mie emozioni quando vi avrei parlato di tutto ciò. Questo riferimento alla "Terra di Mezzo" è il riferimento più evidente che indica il rapporto fra Lewis e Tolkien, cioè, anch'io farei così se avessi pubblicato i miei libri e volessi omaggiare i miei amici scrittori usando il nome di un loro luogo ma cambiandone l'ambientazione! I bambini decidono di andare ad esplorare gli altri stagni e provano a saltarvi dentro con l'anello verde, ma non funziona, perché rimangono lì e si bagnano i piedi; cambiano all'ora l'anello e dopo aver segnato lo stagno dal quale erano usciti la prima volta, si buttano dentro un altro. Polly e Digory finiscono in un luogo che sembra disabitato e nel quale aleggia un'atmosfera cupa, una cosa che mi ha colpito molto è senza dubbio la descrizione del sole di un colore più scuro di quello del mondo reale, che è giovane ed è molto più chiaro - la terra è una landa desolata e brulla. I due bambini decidono così di andare ad esplorare il palazzo davanti al quale si sono ritrovati e dopo aver girovagato un po' senza una meta precisa, finiscono in una sala piena di statue, le quali sembrano messe dalla più bella, buona e aggraziata a quella più temibile, forte e dallo sguardo terribile. I vestiti non si sono deteriorati col passare degli anni, beh, forse dovrei dire secoli perché in base alle descrizioni dei bambini quelle statue erano là da molti e molti secoli. In quella sala c'è una campana e un martello e un'iscrizione dice che chi leggerà la scritta si sentirà terribilmente attratto dal desiderio di colpirla con il martello e che se non lo farà, passerà tutta la vita chiedendosi come sarebbe stato se invece l'avesse fatto e diventerà pazzo. Polly cerca di dissuadere Digory dal farlo, in quanto è chiaro che il luogo è stato colpito da un incantesimo ed è meglio andarsene da lì, ma Digory non la ascolta e preferisce fare di testa sua, suona così la campana e improvvisamente un terremoto sconquassa tutto il palazzo. E' chiaro che anche Digory era sotto l'influsso dell'incantesimo che incantava quel luogo "maledetto".Una regina alta (come si scoprirà più avanti la regina/ strega è figlia di un gigante) bianca, bellissima ma dall'aspetto molto cattivo si avvicina ai due e chiede chi dei due l'ha risvegliata, quella è la Regina Jadis, che verrà conosciuta nel primo volume delle "Cronache" come la Regina Bianca. La Regina Jadis mostra ai due Charn, il luogo ove viveva secoli e secoli or sono, e che è stato condotto alla rovina dalla sua sete di sangue e di vendetta; in seguito costringe i due bambini a portarla nel loro mondo, dove potrà governare come regina indiscussa. Nessuno dei due vuole far sapere alla strega che hanno degli anelli, ma alla fine quest'ultima lo scoprirà e tenterà di comprarsi la fiducia di Digory. Tornati a Londra, la comitiva finisce nella stanza dello zio Andrew, il quale, dopo un primo momento di spavento fa di tutto per compiacere la bella straniera dal brutto carattere. Scopriamo così che Digory non è imparentato con un vero mago, ma con un sedicente mago, sì, lo zio Andrew non è un vero mago ma ha sempre finto di esserlo; la regina Jadis afferma che nel suo corpo non scorre sangue blu magico e nemmeno in quello di suo zio. Lo zio Andrew corre a sistemarsi per far colpo sulla regina Jadis e chiede ad una donna (di cui non mi ricordo il nome, so solo che era imparentata con lui) si dargli dei soldi per comprare una carrozza e delle vivande, la donna, che non si fida di lui perché nella famiglia Dirke era famoso per aver speso tutti i soldi in brandy e alcolici vari, è molto diffidente nel darglieli, ma alla fine lo fa. La regina Jadis vuole essere trattata come regina e dice che se zio Andrew farà quello che lei vorrà, risparmierà la vita a lui e ai due bambini però zio Andrew non ascolta, non le bada molto, tanto è colpito dalla sua bellezza e dalla forza del suo carattere. Jadis ruba da una gioielleria dei gioielli e fa sbattere la carrozza contro un lampione, subito i commercianti chiedono che sia fatta giustizia, ma la regina fa una magia sul cavallo (che scopriremo poi chiamarsi Fragolino) che lo imbizzarrisce e lo aizza contro i cittadini. Polly, tornata a casa, è in punizione per due ore. Digory compie un'azione molto eroica, cercando di passare sotto il cavallo, ma sente una voce dietro di lui, si volta e vede Polly, insieme, i due riescono a far tornare la regina Jadis nella Foresta di Mezzo (luogo nel quale si era sentita male) però stavolta portano con sé anche il cocchiere, lo zio Andrew e il cavallo. Finiscono poi in uno stagno dove c'è la più totale oscurità (ma sentono di essere sopra qualcosa di duro) e dopo qualche secondo sentono le stelle cantare, in seguito, la melodia diventa più forte perché vedono un leone che canta e cantando dona la vita e la parola agli animali e annuncia che quel giorno è il giorno della fonazione di Narnia. E' risaputo che Lewis fosse un fervente cristiano, ma forse non tutti sanno che decise di scrivere questo romanzo breve in seguito ad un sogno "pieno di leoni"; inoltre il riferimento alla creazione del Mondo e dell'Uomo nel Libro della Genesi della Bibbia è così evidente che mentre lo leggevo dicevo tra me e me: "Aslan è come Dio, un dio sotto forma di animale". Il mondo di Narnia è stato creato da 7 ore e già una creatura malvagia è entrata in questa dolce regione, Aslan decide perciò di mandare Digory (che vuole guarire sua madre) di prendere una mela dall'albero d'argento nel suo lontano giardino ma non dovrà mangiare la mela, il suo intento dovrà rimanere puro, non dovrà nemmeno annusarne il profumo per non venirne tentato e la mela dovrà venire piantata per proteggere Narnia da un pericolo che per il momento è ancora molto lontano. Polly si offre di accompagnarlo e con lui Fragolino (il cavallo) a cui Aslan dona un paio d'ali e gli dà un nuovo nome: "Piumino". Aslan dice anche che il cocchiere, Frank diventerà il primo re di Narnia, ma quest'ultimo gli dice che ha una moglie che non vuole abbandonare, perciò Aslan teletrasporta Nellie a Narnia e poi li nomina i primi re e regina di Narnia. Aslan gli domanda se si prenderanno cura della terra e degli animali parlanti che la abitano, ed entrambi pronunciano il "sì" che li rende effettivamente re e regina. Polly, Digory e Piumino vanno nel giardino ma sia Piumino che Polly si rendono conto che Digory deve fare questa cosa da solo, senza il loro aiuto (visto che è stato lui a risvegliare la strega è suo compito rimediare), ma nel giardino Digory ha uno spiacevole incontro: nel giardino trova infatti la strega che sta mangiando una mela e un rivolo di una sostanza di colore scuro le scende dalle labbra - la mela infatti dona l'eterna giovinezza a chi la mangia, ma spegne ogni sentimento umano (diciamolo così, dato che spegne ogni felicità e ogni entusiasmo e rende infelici) quindi è evidente che la malvagia strega ha preferito un'eterna vita infelice piuttosto che una vita breve ma felice. La strega tenta di convincerlo a mangiare la mela in molti modi, mettendolo contro Aslan, dicendogli che Aslan non farà ciò che spera per sua madre, ma Digory ha la forza di non badarle e dopo aver preso la mela se ne va. La cosa bella è che prima di arrivare a quel giardino, i due bambini hanno viaggiato fino a sera, ma non avevano niente da mangiare perché sono partiti in fretta e furia, perciò Digory decide di piantare delle caramelle e il giorno dopo i bambini faranno colazione con le caramelle cresciute nell'albero delle caramelle. Il sogno di ogni bambino! E vi dico questo perché era anche il mio sogno. Un albero di caramelle! Che cosa meravigliosa! Intanto, vi stavo raccontando di zio Andrew, il sedicente mago imparentato con Digory. Dunque,quando zio Andrew è giunto a Narnia con i bambini e il cocchiere, era molto spaventato e non riusciva a capire come i bambini non potessero avere paura in un ambiente del genere - l'episodio della creazione di Narnia infatti ha affascinato tutti e ha lasciato ogni personaggio presente in quel magico luogo in un silenzio contemplativo - ma lui era solo spaventato e voleva tornare a casa, ecco perché in più di un'occasione ha provato a rubare gli anelli al nipote, il quale però si era preparato per una cosa del genere. Gli animali intanto discutono su che specie appartenga l'uomo, ma zio Andrew non riesce a capire niente di ciò che dicono perché, come dirà in seguito Aslan, ha fatto in modo di non vuole capire ciò che dicono. Ci sono 3 alberi a Narnia, che sono nati dalle sue monete: l'albero d'oro, l'albero d'argento e il lampione, il quale è cresciuto nel terreno dopo che la strega ha provato ad attaccare Aslan. Gli animali "piantano" per terra zio Andrew, il quale, svenuto, non si rende conto di ciò che succede attorno a lui. Quando si risveglierà sarà bagnato fradicio e gli animali provvederanno a dargli da mangiare buttandogli addosso quello che è il loro cibo cercando di capire cosa potrebbe essere di suo gradimento, visto che non ne conoscono la specie. Lo zio sviene di nuovo e si risveglierà soltanto dopo il ritorno di Polly, Digory e Piumino dal giardino. Digory vorrebbe chiedere ad Aslan se può dare da mangiare a sua madre una mela di quell'albero, ma non ne ha il coraggio, infatti ci penserà Polly a chiederlo per lui. Aslan dice che chi mangia la mela vivrà un vita eterna ed infelice, non proverà più nessuna gioia e nessun sentimento di qualsiasi genere, ma Aslan decide di premiare il coraggio di Digory e gli permette di cogliere una mela da dare a sua madre. I bambini tornano perciò nel nostro mondo, o per meglio dire, nel loro mondo, nella Londra dell'epoca e la prima cosa che Digory fa una volta tornato a casa è quello di dare da mangiare la mela a sua madre: la mela infatti è lucente, inonda la stanza con la sua luce ed ha un profumo irresistibile. Digory teme che la mela non faccia effetto, perciò vive i primi giorni in una sorta di tensione. Lo zio Andrew è tornato ad essere quello di una volta: sempre dedito al brandy (Brandy era anche il nome che gli avevano dato gli animali di Narnia) e a ciondolare dalla mattina alla sera. Lentamente la madre di Digory comincia a stare meglio e una volta esser guarita completamente, torna ad essere quella che era sempre stata prima della malattia. Digory pianta il torsolo della mela nel suo giardino e ne cresce un albero, ma non magico come quello di Narnia, e quando Digory è ormai un uomo anziano, un fulmine lo colpisce e i suoi vicini vogliono farci legna da ardere, lui si oppone e decide di fare un armadio. Con quest'ultimo dato interessante finisce "Il nipote del mago", che pone le basi per "Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio".
LO STILE
Il romanzo è scritto dal punto di vista del narratore onnisciente, che tutto sa e tutto vede. Ci sarebbe molto da dire su questo punto, ma preferirei non soffermarmi troppo su questo adesso, visto che breve posterò il commento critico sul romanzo con i dovuti riferimenti alla religione cristiana.
Mi dispiace molto congedarmi da voi, ma gli impegni chiamano e ho da fare, perciò, ecco qui una citazione tratta da questo magnifico libro: "Potete immaginare cosa si provi quando si spera di ottenere qualcosa che si desidera ardentemente: si dubita in continuazione, perché sembra troppo bello per essere vero. Non succede spesso anche a voi?" .
Giada
"Il nipote del mago" racconta la storia di due bambini, Polly e Digory, che vivono a Londra e il loro passatempo preferito è esplorare i corridoi che collegano una casa all'altra, facendo così, finiscono nella stanza dove Digory non avrebbe dovuto mai mettere piede: la stanza del suo strano zio Andrew. Lo zio Andrew dice di essere un mago, dice di aver studiato per anni l'arte della magia e soprattutto, dice una cosa che mi ha colpito molto: "Tutto ciò che è grande si raggiunge con il sacrificio", nomina una sua parente, la signora Lefay, la quale era una maga e aveva i poteri esattamente come lui. Lo zio Andrew possiede quattro anelli, due gialli e due verdi, i quali ti portano in mondi alternativi al nostro: i bambini si sentono subito attratti da questi ultimi, ma cercano di non darlo a vedere. Lo zio Andrew dà l'anello verde a Polly che scompare e si ritrova in un luogo idilliaco, fantastico, un luogo di pace e di serenità; in questo modo lo zio Andrew costringe con l'inganno Digory ad andare per scoprire in quale mondo è finita la sua amica e Digory, che si è reso conto del vile inganno di suo zio, inizialmente si arrabbia con lui però poi non esita a mettersi l'anello verde per andare a salvare la sua amica. Anche Digory giunge in quella idilliaca foresta, dove Polly è seduta vicino ad un albero in uno stato di torpore e anche Digory in parte subisce la magia che aleggia in quella foresta, dimenticandosi chi era prima di finirvi e dimenticando perfino Polly..Lentamente però, entrambi recuperano la memoria e si ricordano chi erano e dove sono finiti. La foresta è un luogo lussureggiante e pieno di stagni che portano in mondi diversi. Digory dice che quella foresta è come un corridoio, è un luogo di passaggio dove stazionano tutti i mondi e dal quale puoi andare in qualsiasi posto tu voglia, con gli anelli. I due bambini decidono così di chiamare quel luogo "Foresta di Mezzo" (quando ho letto tutto ciò, la prima cosa che ho pensato è stata: Foresta di Mezzo > Terra di Mezzo > Tolkien, ho fatto un'associazione di idee istantanea!) insomma, per un'appassionata di Tolkien come me ritrovarsi scritto in un altro libro "Foresta di Mezzo" è stato quasi automatico per me pensare alla "Terra di Mezzo" di Tolkien, ecco perché nel post precedente vi ho messo in link agli Inklings, perché dato che c'è scritto così nel libro di Lewis volevo seguiste il mio ragionamento e anche il flusso delle mie emozioni quando vi avrei parlato di tutto ciò. Questo riferimento alla "Terra di Mezzo" è il riferimento più evidente che indica il rapporto fra Lewis e Tolkien, cioè, anch'io farei così se avessi pubblicato i miei libri e volessi omaggiare i miei amici scrittori usando il nome di un loro luogo ma cambiandone l'ambientazione! I bambini decidono di andare ad esplorare gli altri stagni e provano a saltarvi dentro con l'anello verde, ma non funziona, perché rimangono lì e si bagnano i piedi; cambiano all'ora l'anello e dopo aver segnato lo stagno dal quale erano usciti la prima volta, si buttano dentro un altro. Polly e Digory finiscono in un luogo che sembra disabitato e nel quale aleggia un'atmosfera cupa, una cosa che mi ha colpito molto è senza dubbio la descrizione del sole di un colore più scuro di quello del mondo reale, che è giovane ed è molto più chiaro - la terra è una landa desolata e brulla. I due bambini decidono così di andare ad esplorare il palazzo davanti al quale si sono ritrovati e dopo aver girovagato un po' senza una meta precisa, finiscono in una sala piena di statue, le quali sembrano messe dalla più bella, buona e aggraziata a quella più temibile, forte e dallo sguardo terribile. I vestiti non si sono deteriorati col passare degli anni, beh, forse dovrei dire secoli perché in base alle descrizioni dei bambini quelle statue erano là da molti e molti secoli. In quella sala c'è una campana e un martello e un'iscrizione dice che chi leggerà la scritta si sentirà terribilmente attratto dal desiderio di colpirla con il martello e che se non lo farà, passerà tutta la vita chiedendosi come sarebbe stato se invece l'avesse fatto e diventerà pazzo. Polly cerca di dissuadere Digory dal farlo, in quanto è chiaro che il luogo è stato colpito da un incantesimo ed è meglio andarsene da lì, ma Digory non la ascolta e preferisce fare di testa sua, suona così la campana e improvvisamente un terremoto sconquassa tutto il palazzo. E' chiaro che anche Digory era sotto l'influsso dell'incantesimo che incantava quel luogo "maledetto".Una regina alta (come si scoprirà più avanti la regina/ strega è figlia di un gigante) bianca, bellissima ma dall'aspetto molto cattivo si avvicina ai due e chiede chi dei due l'ha risvegliata, quella è la Regina Jadis, che verrà conosciuta nel primo volume delle "Cronache" come la Regina Bianca. La Regina Jadis mostra ai due Charn, il luogo ove viveva secoli e secoli or sono, e che è stato condotto alla rovina dalla sua sete di sangue e di vendetta; in seguito costringe i due bambini a portarla nel loro mondo, dove potrà governare come regina indiscussa. Nessuno dei due vuole far sapere alla strega che hanno degli anelli, ma alla fine quest'ultima lo scoprirà e tenterà di comprarsi la fiducia di Digory. Tornati a Londra, la comitiva finisce nella stanza dello zio Andrew, il quale, dopo un primo momento di spavento fa di tutto per compiacere la bella straniera dal brutto carattere. Scopriamo così che Digory non è imparentato con un vero mago, ma con un sedicente mago, sì, lo zio Andrew non è un vero mago ma ha sempre finto di esserlo; la regina Jadis afferma che nel suo corpo non scorre sangue blu magico e nemmeno in quello di suo zio. Lo zio Andrew corre a sistemarsi per far colpo sulla regina Jadis e chiede ad una donna (di cui non mi ricordo il nome, so solo che era imparentata con lui) si dargli dei soldi per comprare una carrozza e delle vivande, la donna, che non si fida di lui perché nella famiglia Dirke era famoso per aver speso tutti i soldi in brandy e alcolici vari, è molto diffidente nel darglieli, ma alla fine lo fa. La regina Jadis vuole essere trattata come regina e dice che se zio Andrew farà quello che lei vorrà, risparmierà la vita a lui e ai due bambini però zio Andrew non ascolta, non le bada molto, tanto è colpito dalla sua bellezza e dalla forza del suo carattere. Jadis ruba da una gioielleria dei gioielli e fa sbattere la carrozza contro un lampione, subito i commercianti chiedono che sia fatta giustizia, ma la regina fa una magia sul cavallo (che scopriremo poi chiamarsi Fragolino) che lo imbizzarrisce e lo aizza contro i cittadini. Polly, tornata a casa, è in punizione per due ore. Digory compie un'azione molto eroica, cercando di passare sotto il cavallo, ma sente una voce dietro di lui, si volta e vede Polly, insieme, i due riescono a far tornare la regina Jadis nella Foresta di Mezzo (luogo nel quale si era sentita male) però stavolta portano con sé anche il cocchiere, lo zio Andrew e il cavallo. Finiscono poi in uno stagno dove c'è la più totale oscurità (ma sentono di essere sopra qualcosa di duro) e dopo qualche secondo sentono le stelle cantare, in seguito, la melodia diventa più forte perché vedono un leone che canta e cantando dona la vita e la parola agli animali e annuncia che quel giorno è il giorno della fonazione di Narnia. E' risaputo che Lewis fosse un fervente cristiano, ma forse non tutti sanno che decise di scrivere questo romanzo breve in seguito ad un sogno "pieno di leoni"; inoltre il riferimento alla creazione del Mondo e dell'Uomo nel Libro della Genesi della Bibbia è così evidente che mentre lo leggevo dicevo tra me e me: "Aslan è come Dio, un dio sotto forma di animale". Il mondo di Narnia è stato creato da 7 ore e già una creatura malvagia è entrata in questa dolce regione, Aslan decide perciò di mandare Digory (che vuole guarire sua madre) di prendere una mela dall'albero d'argento nel suo lontano giardino ma non dovrà mangiare la mela, il suo intento dovrà rimanere puro, non dovrà nemmeno annusarne il profumo per non venirne tentato e la mela dovrà venire piantata per proteggere Narnia da un pericolo che per il momento è ancora molto lontano. Polly si offre di accompagnarlo e con lui Fragolino (il cavallo) a cui Aslan dona un paio d'ali e gli dà un nuovo nome: "Piumino". Aslan dice anche che il cocchiere, Frank diventerà il primo re di Narnia, ma quest'ultimo gli dice che ha una moglie che non vuole abbandonare, perciò Aslan teletrasporta Nellie a Narnia e poi li nomina i primi re e regina di Narnia. Aslan gli domanda se si prenderanno cura della terra e degli animali parlanti che la abitano, ed entrambi pronunciano il "sì" che li rende effettivamente re e regina. Polly, Digory e Piumino vanno nel giardino ma sia Piumino che Polly si rendono conto che Digory deve fare questa cosa da solo, senza il loro aiuto (visto che è stato lui a risvegliare la strega è suo compito rimediare), ma nel giardino Digory ha uno spiacevole incontro: nel giardino trova infatti la strega che sta mangiando una mela e un rivolo di una sostanza di colore scuro le scende dalle labbra - la mela infatti dona l'eterna giovinezza a chi la mangia, ma spegne ogni sentimento umano (diciamolo così, dato che spegne ogni felicità e ogni entusiasmo e rende infelici) quindi è evidente che la malvagia strega ha preferito un'eterna vita infelice piuttosto che una vita breve ma felice. La strega tenta di convincerlo a mangiare la mela in molti modi, mettendolo contro Aslan, dicendogli che Aslan non farà ciò che spera per sua madre, ma Digory ha la forza di non badarle e dopo aver preso la mela se ne va. La cosa bella è che prima di arrivare a quel giardino, i due bambini hanno viaggiato fino a sera, ma non avevano niente da mangiare perché sono partiti in fretta e furia, perciò Digory decide di piantare delle caramelle e il giorno dopo i bambini faranno colazione con le caramelle cresciute nell'albero delle caramelle. Il sogno di ogni bambino! E vi dico questo perché era anche il mio sogno. Un albero di caramelle! Che cosa meravigliosa! Intanto, vi stavo raccontando di zio Andrew, il sedicente mago imparentato con Digory. Dunque,quando zio Andrew è giunto a Narnia con i bambini e il cocchiere, era molto spaventato e non riusciva a capire come i bambini non potessero avere paura in un ambiente del genere - l'episodio della creazione di Narnia infatti ha affascinato tutti e ha lasciato ogni personaggio presente in quel magico luogo in un silenzio contemplativo - ma lui era solo spaventato e voleva tornare a casa, ecco perché in più di un'occasione ha provato a rubare gli anelli al nipote, il quale però si era preparato per una cosa del genere. Gli animali intanto discutono su che specie appartenga l'uomo, ma zio Andrew non riesce a capire niente di ciò che dicono perché, come dirà in seguito Aslan, ha fatto in modo di non vuole capire ciò che dicono. Ci sono 3 alberi a Narnia, che sono nati dalle sue monete: l'albero d'oro, l'albero d'argento e il lampione, il quale è cresciuto nel terreno dopo che la strega ha provato ad attaccare Aslan. Gli animali "piantano" per terra zio Andrew, il quale, svenuto, non si rende conto di ciò che succede attorno a lui. Quando si risveglierà sarà bagnato fradicio e gli animali provvederanno a dargli da mangiare buttandogli addosso quello che è il loro cibo cercando di capire cosa potrebbe essere di suo gradimento, visto che non ne conoscono la specie. Lo zio sviene di nuovo e si risveglierà soltanto dopo il ritorno di Polly, Digory e Piumino dal giardino. Digory vorrebbe chiedere ad Aslan se può dare da mangiare a sua madre una mela di quell'albero, ma non ne ha il coraggio, infatti ci penserà Polly a chiederlo per lui. Aslan dice che chi mangia la mela vivrà un vita eterna ed infelice, non proverà più nessuna gioia e nessun sentimento di qualsiasi genere, ma Aslan decide di premiare il coraggio di Digory e gli permette di cogliere una mela da dare a sua madre. I bambini tornano perciò nel nostro mondo, o per meglio dire, nel loro mondo, nella Londra dell'epoca e la prima cosa che Digory fa una volta tornato a casa è quello di dare da mangiare la mela a sua madre: la mela infatti è lucente, inonda la stanza con la sua luce ed ha un profumo irresistibile. Digory teme che la mela non faccia effetto, perciò vive i primi giorni in una sorta di tensione. Lo zio Andrew è tornato ad essere quello di una volta: sempre dedito al brandy (Brandy era anche il nome che gli avevano dato gli animali di Narnia) e a ciondolare dalla mattina alla sera. Lentamente la madre di Digory comincia a stare meglio e una volta esser guarita completamente, torna ad essere quella che era sempre stata prima della malattia. Digory pianta il torsolo della mela nel suo giardino e ne cresce un albero, ma non magico come quello di Narnia, e quando Digory è ormai un uomo anziano, un fulmine lo colpisce e i suoi vicini vogliono farci legna da ardere, lui si oppone e decide di fare un armadio. Con quest'ultimo dato interessante finisce "Il nipote del mago", che pone le basi per "Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio".
LO STILE
Il romanzo è scritto dal punto di vista del narratore onnisciente, che tutto sa e tutto vede. Ci sarebbe molto da dire su questo punto, ma preferirei non soffermarmi troppo su questo adesso, visto che breve posterò il commento critico sul romanzo con i dovuti riferimenti alla religione cristiana.
Mi dispiace molto congedarmi da voi, ma gli impegni chiamano e ho da fare, perciò, ecco qui una citazione tratta da questo magnifico libro: "Potete immaginare cosa si provi quando si spera di ottenere qualcosa che si desidera ardentemente: si dubita in continuazione, perché sembra troppo bello per essere vero. Non succede spesso anche a voi?" .
Giada
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