PREMESSA
Dovevo mettermi a studiare per prepararmi all'esame subito dopo aver letto il primo libro della saga di Promise, ma non ho proprio resistito; perciò ho continuato a leggerla. Ho fatto bene. Se già il primo libro era interessante, questo lo è stato ancora di più.
TRAMA (da Goodreads)
Promise è l'unico pianeta colonizzato al di fuori del sistema solare, ma è precipitato in un'era pre-industriale e non ha più collegamenti con la madre Terra. Un'astronave terrestre atterra sul pianeta dopo secoli di oblio, carica di enigmi. Le fazioni opposte dei promisiani se ne contendono la tecnologia, mentre Haria, una giovane professoressa universitaria dedita all’abuso di stupefacenti, cerca di scoprirne i misteri e di dominarne le forze devastanti, camminando sulla sottile linea della contesa. Sino a scoprire che un'orribile verità si cela in quel messaggero, giunto dal loro passato.
RECENSIONE
Il romanzo precedente era terminato con l'accusa da parte del tribunale militare ad Haria, di aver favorito la fuga dei due prigionieri, Sariso e la guerriera Kyra. Sariso, grazie ad uno stratagemma è riuscito a mettere le due pillole di pscicocola di Haria nella zuppa del soldato Guimar, che ha perso la testa. Gianhosi, furioso sia per la fuga dei prigionieri che per lo stato in cui versava Guimar stesso, dice ai soldati di fare una ricognizione nella tenda della dottoressa e qui scoprono le pillole di psicocola che lei si era portata dietro dalla Città. Gli eventi successivi sono molto forti: Haria viene mandata in prigione, dove attende che le venga fatto il processo. La vita in prigione per lei non è affatto semplice, considerando che lei ha sempre vissuto in una sorta di agio grazie al suo titolo di scienziata. Il guardiano della prigione (in cui non c'è quasi nessuno, perché raramente i Cittadini vengono mandati lì dentro, perciò è sempre vuota) le dà moltissima attenzione e non perde occasione di palparla - forse sarebbe meglio dire molestarla, perché questa è l'impressione che mi ha dato. Dopo che lui le fa una proposta indecente, che lei giustamente rifiuta, le da' una sberla - io in quel momento avrei voluto riempirlo di botte, soprattutto perché non si alzano le mani su una donna, non lo si fa mai, e ancora meno si dovrebbe fare se si è il guardiano di una prigione. Dopo un breve processo, al quale hanno partecipato tre persone, ottiene il suo verdetto: dovrà andarsene dalla Città, sarà messa al Cancello, che per una persona studiata come lei è la punizione più grave che le potessero dare, nonostante avesse avuto delle attenuanti che giocavano a suo favore. Proprio dopo tutto ciò, Haria scopre che sua madre è in punto di morte in ospedale, perciò chiede un permesso speciale per andarla a trovare. Lo ottiene, ma non può stare lì quanto vorrebbe, quindi viene allontanata da lei e mandata al Cancello. Le prime settimane di vita come isolata dapprima sono difficili, poi diventano sempre più facili. Haria però non perde l'occasione di cercare della droga con cui drogarsi, e siccome non ne trova di raffinata (diciamo così) ripiega sugli equiseti, foglie che se vengono strofinate, bollite o bevute hanno un effetto allucinogeno. Qualche giorno dopo, viene scoperta dall'assistente del proprietario e viene trascinata, dopo due giorni di estenuante cammino al suo cospetto. Ranjoo, che decide di farla vivere come cittadina del Popolo Libero e le dice che si guadagnerà da vivere facendo servizi domestici in casa, come sistemare e dare da mangiare durante le riunioni. Proprio quando la ragazza si sta abituando, ritorna la guerriera Kyra, ch'è venuta a prenderla per portarla dal suo capo in una zona molto lontana rispetto a dove si trova lei ora. Ah, dimenticavo di dirvi che vi sono delle Maestrie amministrate dal Maestro, che i popoli che si considerano i veri uomini interstellari biasimano per il loro voler restare attaccati alla Città. Ogni Maestria è controllata da una persona, e se lei vuole coltivare i suoi prodotti deve chiederlo prima a Ranjoo. Haria, dopo una notte insonne ed in cui hanno messo a ferro e fuoco la città, decide alla fine di andare via con Kyra, che la porta da Sariso. Arrivata a questo punto del romanzo, dopo la sua lunga permanenza da Ranjoo, credevo che Haria si sarebbe sentita parte di quella comunità di ribelli, perché mi sarebbe davvero piaciuto se anche lei si fosse ribellata al sistema che l'ha barbaramente espulsa dalla Città, luogo in cui è considerata una risorsa per via della sua grande intelligenza matematica. Invece non è successo nulla di tutto questo. Haria si è data da fare con le equazioni matematiche per riuscire a capire come funzionava il tubo, che secondo lei conteneva o antimateria o un buco nero e alla fine è riuscita ad attivare un meccanismo che permette al tubo di volare. Haria è diventata popolare tra le persone del popolo libero perché queste credono che lei sia dalla loro parte, e io ero sicura che lei sarebbe rimasta con loro, ma alla fine decide di scappare con Fineri (che si è spacciato per un altro, per un contadino appartenente alla Maestria di Korifina) e la soldatessa Gallajio. I tre si dirigono verso una zona paludosa, ma proprio mentre stanno camminando vengono raggiunti da una tempesta di sabbia.
Come nel libro precedente, le descrizioni sono perfette, insieme ai dettagli olfattivi che contribuiscono a rendere più veritiero il romanzo. Ho una perplessità su una scena che avviene dopo la cacciata di Haria dalla Città, in quanto lei sale su un albero e descrive l'ambiente intorno a sé e poi ci si ritrova improvvisamente giù. Questa non è una critica, è semplicemente una cosa che ho notato e che non sono riuscita a togliermi dalla mente. Questa volta, mentre leggevo non facevo altro che chiedermi: dov'è Fineri? Cos'è successo in Città? E' stato bello quando alla fine Haria e Fineri si sono ricongiunti, ma aspetto ancora il momento in cui si diranno che si amano l'un l'altra. E aspetto anche il momento in cui la Gallajio si metterà da parte e accetterà gli eventi sentimenti che Haria e Fineri provano l'uno per l'altra, anche perché, a mio avviso, le scaramucce che lei ha con Haria sono indice di gelosia.
Il colpo di scena che mi ha stupito è stato, quando leggevo, venire a sapere il Direttorio stava sterminando il Popolo Libero per avere il controllo su Promise, dimezzando le loro possibilità di sopravvivenza a lungo termine. La guerra fino a quel momento era stata occultata ai cittadini, in poche parole il Direttorio agiva come una specie di dittatura, decidendo cosa far studiare e cosa no ai cittadini, cosa dirgli e cosa non dirgli. Non me l'aspettavo veramente.
Ho trovato, lo devo dire, dei piccoli errori di battitura, che non hanno però compromesso il libro. Quindi, complessivamente, è stato proprio un buon romanzo.
Vi lascio con una citazione tratta da questo libro:
Come nel libro precedente, le descrizioni sono perfette, insieme ai dettagli olfattivi che contribuiscono a rendere più veritiero il romanzo. Ho una perplessità su una scena che avviene dopo la cacciata di Haria dalla Città, in quanto lei sale su un albero e descrive l'ambiente intorno a sé e poi ci si ritrova improvvisamente giù. Questa non è una critica, è semplicemente una cosa che ho notato e che non sono riuscita a togliermi dalla mente. Questa volta, mentre leggevo non facevo altro che chiedermi: dov'è Fineri? Cos'è successo in Città? E' stato bello quando alla fine Haria e Fineri si sono ricongiunti, ma aspetto ancora il momento in cui si diranno che si amano l'un l'altra. E aspetto anche il momento in cui la Gallajio si metterà da parte e accetterà gli eventi sentimenti che Haria e Fineri provano l'uno per l'altra, anche perché, a mio avviso, le scaramucce che lei ha con Haria sono indice di gelosia.
Il colpo di scena che mi ha stupito è stato, quando leggevo, venire a sapere il Direttorio stava sterminando il Popolo Libero per avere il controllo su Promise, dimezzando le loro possibilità di sopravvivenza a lungo termine. La guerra fino a quel momento era stata occultata ai cittadini, in poche parole il Direttorio agiva come una specie di dittatura, decidendo cosa far studiare e cosa no ai cittadini, cosa dirgli e cosa non dirgli. Non me l'aspettavo veramente.
Ho trovato, lo devo dire, dei piccoli errori di battitura, che non hanno però compromesso il libro. Quindi, complessivamente, è stato proprio un buon romanzo.
Vi lascio con una citazione tratta da questo libro:
"Noi pensiamo che tu sia una persona speciale, come ogni essere umano qui su Promise. Vogliamo solo fermare questo assurdo sterminio. [...]"
(Pusio ad Haria)
Giada