G: Ciao Federico! Benvenuto nel blog “Fantasticando sui libri”, ti va di presentarti brevemente?
F: Certo! Da un punto di vista letterario ho maturato un'esperienza nei lontani anni 90, quando voi piccoli lettori dovevate ancora uscire dal guscio, beati voi ^_^, ma il manoscritto all'epoca rimase nel cassetto. Sembra incredibile a dirsi ma internet era agli albori, almeno in Italia, di self-publishing non se ne parlava affatto e tutto era più semplice, forse. Poi ho ripreso la penna in mano a inizio 2011 e non l'ho più posata. Sinora ho pubblicato un romanzo thriller, una trilogia distopica e i primi due episodi di una serie dark-fantasy, oltre a qualche racconto. Escludendo la produzione letteraria, sono un giovane di una certa età ^_^, che vive a Torino, ma che per lavoro passa più tempo su un aereo che con i piedi per terra e non faccio né il pilota, né l'assistente di volo. Questo mi porta lontano dai miei due bimbi, ma ha il lato positivo di lasciarmi un po' di tempo per scrivere, tra un gate e l'altro.
G: Raccontaci la tua esperienza di self-publisher.
F: Auto pubblicarsi è un'esperienza molto interessante e credo che sia un'alternativa valida all'editoria tradizionale. Io ho avuto anche il piacere di essere pubblicato da due case editrici, una piccolissima, only-digital (Flower-ed), e un'altra enorme (Rizzoli), che ha selezionato un mio racconto giallo, per inserirlo in un'antologia il cui lead author era il grandissimo Enrico Pandiani. Per i miei primi due romanzi lunghi, sono passato anch'io attraverso la trafila comune a molti autori, invio email, attesa risposta, invio manoscritto, attesa risposta, declino o no-reply, e delusione finale. Non discuto le scelte degli editori che mi hanno rifiutato, ci mancherebbe, però è un processo per molti versi frustrante. E' vero che si ha una chiara misura del proprio talento, perché i professionisti leggono il tuo scritto e quindi in caso di risposta positiva (che a me non è mai arrivata, almeno da case big), penso si provi la stessa sensazione della vincita alla lotteria. Tuttavia, in caso di risposte negative o di mancate repliche la trafila è lunghissima e, per molti versi, inutile. Conosco molti autori che hanno ritirato il loro romanzo self-published, perché contattati da case editrici maggiori, che volevano pubblicarli. Quindi il self-publishing credo sia un'ottima vetrina per farsi conoscere, da tutti, sia dai lettori che dagli editori.
G: Cosa ne pensi del fantasy moderno?
F: Penso che sia meglio del fantasy tradizionale! Io ho letto Tolkien e le sue atmosfere epiche sono sempre affascinanti, così come quelle evocate dai suoi tanti emulatori, da Terry Brooks (eresia ^_^) in giù. Però credo abbiano fatto il loro tempo. Io ho letto GRR Martin molti anni fa, prima della serie televisiva, e mi sono innamorato della sua visione modernamente sporca di un mondo cavalleresco. Lui è un vero rivoluzionario nel mondo del fantasy, anche se oggi si è un po' perso dietro le sue micro-trame secondarie. Se poi parliamo di Urban Fantasy allora qui si va a toccare uno dei miei mostri sacri e insomma sono pronto per la prossima domanda.
F: Penso che sia meglio del fantasy tradizionale! Io ho letto Tolkien e le sue atmosfere epiche sono sempre affascinanti, così come quelle evocate dai suoi tanti emulatori, da Terry Brooks (eresia ^_^) in giù. Però credo abbiano fatto il loro tempo. Io ho letto GRR Martin molti anni fa, prima della serie televisiva, e mi sono innamorato della sua visione modernamente sporca di un mondo cavalleresco. Lui è un vero rivoluzionario nel mondo del fantasy, anche se oggi si è un po' perso dietro le sue micro-trame secondarie. Se poi parliamo di Urban Fantasy allora qui si va a toccare uno dei miei mostri sacri e insomma sono pronto per la prossima domanda.
G: Quali sono i tuoi libri preferiti?
F: In generale quelli che mi fanno sognare, quindi ho una predilezione per il fantastico. Nella mia vita ho letto moltissima fantascienza, ma anche thriller e spy stories, fantasy e derivati. I miei autori preferiti in sono CJ Cherryh e Vernor Vinge, che scrivono fantascienza classica, hard-sf, e Neil Gaiman che invece è più eclettico ma che ha scritto due urban fanatsy da paura, quando il genere ancora doveva essere inventato, cioè "Nessun dove" e "American Gods".
F: In generale quelli che mi fanno sognare, quindi ho una predilezione per il fantastico. Nella mia vita ho letto moltissima fantascienza, ma anche thriller e spy stories, fantasy e derivati. I miei autori preferiti in sono CJ Cherryh e Vernor Vinge, che scrivono fantascienza classica, hard-sf, e Neil Gaiman che invece è più eclettico ma che ha scritto due urban fanatsy da paura, quando il genere ancora doveva essere inventato, cioè "Nessun dove" e "American Gods".
G: E quali sono invece, quelli che non sopporti?
F: I libri che non mi appassionano sono quelli dove il ritmo dell'azione è carente, a me piace essere aggredito dagli eventi. Ho letto qualche libro ultimamente di scrittori self italiani e molti li ho trovati poco incalzanti, soprattutto troppo estesi nelle scene romantiche e stiracchiati invece in quelle d'azione.
F: I libri che non mi appassionano sono quelli dove il ritmo dell'azione è carente, a me piace essere aggredito dagli eventi. Ho letto qualche libro ultimamente di scrittori self italiani e molti li ho trovati poco incalzanti, soprattutto troppo estesi nelle scene romantiche e stiracchiati invece in quelle d'azione.
G: Raccontaci com’è nata la tua passione per la scrittura.
F: Ogni scrittore o aspirante tale è anche, per forza di cose, un appassionato lettore. Credo sia impossibile ambire a diventare uno scrittore, financo dilettante e occasionale come me, senza nutrire un amore viscerale per la lettura. Alla fine, se si legge molto, si arriva a un punto dove si pensa: "non riesco più a trovare un libro che mi soddisfa completamente". Quello è il momento giusto per iniziare a scriverlo.
G: Come sviluppi il romanzo? Crei delle scalette dove scrivi cosa devi scrivere capitolo per capitolo oppure utilizzi un altro metodo?
F: Il macro-metodo è descritto in molti manuali. L'evento perturbante, l'azione successiva, la falsa vittoria, il momento in cui tutto è perduto e il ritorno dell'eroe, sino al climax finale. E' un tema vecchio come il mondo, da quando esistono i primi cantastorie. Poi chiaramente il "come" sviluppare questo tema è ciò che fa la differenza e anche la tecnica, molti preferiscono narrare le storie al contrario, con continui flashback. Io normalmente parto con un'idea di fondo, che ricalca a grandi linee lo svolgimento ideale della storia nel suo complesso. E poi scrivo delle scalette con le scene, poche parole, però non per tutto il libro, ma solo per la porzione che mi accingo a scrivere. E' un metodo rischioso, perché talvolta si rimane un po' bloccati nell'attesa dell'ispirazione per scrivere la prossima sequenza, e magari si è già finita la precedente. Però sinora io non ho mai sofferto di "blocchi dello scrittore" significativi e inoltre questo metodo è molto flessibile e mi permette di sviluppare in autonomia lo sviluppo della storia, lasciando anche un po' di libertà ai personaggi, che possono quindi emergere dalle pagine e ritagliarsi delle scene per loro, possibilità che sarebbe loro preclusa, se scrivessi tutta la traccia dall'inizio.
G: Preferisci scrivere romanzi oppure racconti brevi?
F : Romanzi. Anche se i racconti brevi sono molto più semplici e danno più soddisfazione, perché sono più facili da distribuire e da far leggere. Ma il godimento che segue alla parola "fine" di un romanzo medio-lungo è assolutamente impagabile.
G: Ascolti la musica mentre scrivi oppure preferisci il silenzio assoluto?
F: Io scrivo in condizioni precarie, perché non scrivo per lavoro, per cui mi ritaglio gli spazi per scrivere in mezzo ad altre attività. Quindi normalmente se scrivo durante la settimana sono in aereo, in albergo, in treno o in situazioni dove magari l'ambiente non è idilliaco. Se scrivo nel weekend di solito ho un paio di esseri umani in miniatura nei pressi che strepitano, quindi ho già tutta la musica che posso desiderare.
F: Ogni scrittore o aspirante tale è anche, per forza di cose, un appassionato lettore. Credo sia impossibile ambire a diventare uno scrittore, financo dilettante e occasionale come me, senza nutrire un amore viscerale per la lettura. Alla fine, se si legge molto, si arriva a un punto dove si pensa: "non riesco più a trovare un libro che mi soddisfa completamente". Quello è il momento giusto per iniziare a scriverlo.
G: Come sviluppi il romanzo? Crei delle scalette dove scrivi cosa devi scrivere capitolo per capitolo oppure utilizzi un altro metodo?
F: Il macro-metodo è descritto in molti manuali. L'evento perturbante, l'azione successiva, la falsa vittoria, il momento in cui tutto è perduto e il ritorno dell'eroe, sino al climax finale. E' un tema vecchio come il mondo, da quando esistono i primi cantastorie. Poi chiaramente il "come" sviluppare questo tema è ciò che fa la differenza e anche la tecnica, molti preferiscono narrare le storie al contrario, con continui flashback. Io normalmente parto con un'idea di fondo, che ricalca a grandi linee lo svolgimento ideale della storia nel suo complesso. E poi scrivo delle scalette con le scene, poche parole, però non per tutto il libro, ma solo per la porzione che mi accingo a scrivere. E' un metodo rischioso, perché talvolta si rimane un po' bloccati nell'attesa dell'ispirazione per scrivere la prossima sequenza, e magari si è già finita la precedente. Però sinora io non ho mai sofferto di "blocchi dello scrittore" significativi e inoltre questo metodo è molto flessibile e mi permette di sviluppare in autonomia lo sviluppo della storia, lasciando anche un po' di libertà ai personaggi, che possono quindi emergere dalle pagine e ritagliarsi delle scene per loro, possibilità che sarebbe loro preclusa, se scrivessi tutta la traccia dall'inizio.
G: Preferisci scrivere romanzi oppure racconti brevi?
F : Romanzi. Anche se i racconti brevi sono molto più semplici e danno più soddisfazione, perché sono più facili da distribuire e da far leggere. Ma il godimento che segue alla parola "fine" di un romanzo medio-lungo è assolutamente impagabile.
G: Ascolti la musica mentre scrivi oppure preferisci il silenzio assoluto?
F: Io scrivo in condizioni precarie, perché non scrivo per lavoro, per cui mi ritaglio gli spazi per scrivere in mezzo ad altre attività. Quindi normalmente se scrivo durante la settimana sono in aereo, in albergo, in treno o in situazioni dove magari l'ambiente non è idilliaco. Se scrivo nel weekend di solito ho un paio di esseri umani in miniatura nei pressi che strepitano, quindi ho già tutta la musica che posso desiderare.
G: Qual è stato il primo libro che hai pubblicato? Raccontacelo.
F: "Soldi, misteri e altre conseguenze", edizioni Flower-ed, 2012. E' un romanzo che si svolge ai giorni nostri e narra le disavventure di Anna. Lei è una giovane analista economica, il cui lavoro e i cui progetti vengono sconvolti dall’incontro imprevisto con un genio della finanza. Trascinata insieme all’amico e collega Rino in giro per il mondo, in un vortice di avventure, vedrà minacciata la sicurezza stessa della sua famiglia.
Una storia che intenzionalmente vuole essere difficile da collocare in un genere predefinito, con una narrazione che ho cercato di rendere veloce ed essenziale. Sono molto affezionato a "Soldi" perché è l'opera che mi ha convinto che anch'io potevo scrivere qualcosa di interessante.
G: Come si intitola invece il tuo ultimo libro? Di cosa parla? Raccontaci.
F: Sto scrivendo una serie che si intitola "Il Codice della Strega". Ad oggi ne usciti due volumi che sono due romanzi brevi. La serie al momento non è conclusa, e ancora credo che manchi parecchio prima di arrivare alle fine. Per come penso alla storia ora, penso che ne scriverò in tutto quattro o cinque volumi. Questi libri narrano le avventure di un gruppo di streghe che, in un lontano futuro post-tecnologico, si trovano a gestire un rischioso incarico, dovendo trasportare una persona sotto copertura, sulla loro nave volante. Questo è solo l'inizio perché subito mille complicazioni e avventure accadono alle povere streghe, costringendole a dividersi e a sudare le proverbiali sette camicie per riunirsi e riportare a casa le loro pellacce. Al momento è uscito il primo volume che si intitola "Kasia", nome della strega capitano dell'aeroscafo e del clan, una donna piena di determinazione e di coraggio e il secondo volume, "Alina", dedicato alla sedicenne nipote di Kasia, che si ritrova inaspettatamente lontana da casa e in acque ostili, ma che forse lì troverà l'amore.
F: "Soldi, misteri e altre conseguenze", edizioni Flower-ed, 2012. E' un romanzo che si svolge ai giorni nostri e narra le disavventure di Anna. Lei è una giovane analista economica, il cui lavoro e i cui progetti vengono sconvolti dall’incontro imprevisto con un genio della finanza. Trascinata insieme all’amico e collega Rino in giro per il mondo, in un vortice di avventure, vedrà minacciata la sicurezza stessa della sua famiglia.
Una storia che intenzionalmente vuole essere difficile da collocare in un genere predefinito, con una narrazione che ho cercato di rendere veloce ed essenziale. Sono molto affezionato a "Soldi" perché è l'opera che mi ha convinto che anch'io potevo scrivere qualcosa di interessante.
G: Come si intitola invece il tuo ultimo libro? Di cosa parla? Raccontaci.
F: Sto scrivendo una serie che si intitola "Il Codice della Strega". Ad oggi ne usciti due volumi che sono due romanzi brevi. La serie al momento non è conclusa, e ancora credo che manchi parecchio prima di arrivare alle fine. Per come penso alla storia ora, penso che ne scriverò in tutto quattro o cinque volumi. Questi libri narrano le avventure di un gruppo di streghe che, in un lontano futuro post-tecnologico, si trovano a gestire un rischioso incarico, dovendo trasportare una persona sotto copertura, sulla loro nave volante. Questo è solo l'inizio perché subito mille complicazioni e avventure accadono alle povere streghe, costringendole a dividersi e a sudare le proverbiali sette camicie per riunirsi e riportare a casa le loro pellacce. Al momento è uscito il primo volume che si intitola "Kasia", nome della strega capitano dell'aeroscafo e del clan, una donna piena di determinazione e di coraggio e il secondo volume, "Alina", dedicato alla sedicenne nipote di Kasia, che si ritrova inaspettatamente lontana da casa e in acque ostili, ma che forse lì troverà l'amore.
G: Meglio ebook o cartaceo?
F: A me piacciono i libri, ma ormai leggo quasi solo più in ebook. In spiaggia, se la sabbia è fine, meglio cartaceo, perché l'ebook si rovina. Sennò mi è indifferente, si tratta solo di un supporto.
G: Saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite.
F: Uno dei miei pezzi preferiti di un autore fantasy ormai famosissimo e che sta a cuore alla padrona di casa:
"Dracarys! Dracarys!"
Tutto attorno a loro, gli schiavisti di Astapor fuggirono, singhiozzarono, implorarono e morirono. L'aria polverosa della piazza del Supplizio fu piena d'acciaio. E di fuoco.
(George RR Martin, Tempesta di Spade, Mondadori)
F: A me piacciono i libri, ma ormai leggo quasi solo più in ebook. In spiaggia, se la sabbia è fine, meglio cartaceo, perché l'ebook si rovina. Sennò mi è indifferente, si tratta solo di un supporto.
G: Saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite.
F: Uno dei miei pezzi preferiti di un autore fantasy ormai famosissimo e che sta a cuore alla padrona di casa:
"Dracarys! Dracarys!"
Tutto attorno a loro, gli schiavisti di Astapor fuggirono, singhiozzarono, implorarono e morirono. L'aria polverosa della piazza del Supplizio fu piena d'acciaio. E di fuoco.
(George RR Martin, Tempesta di Spade, Mondadori)
Come sapete io ho avuto il piacere di leggere la trilogia di Promise, ma devo dire che tutti i libri di Federico m'ispirano un sacco, perciò non posso che consigliarveli perché, a mio avviso, sono molto belli e interessanti. Comprateli!
Giada