LUCY FOLEY - IL LIBRO DELL'AMORE PERDUTO
Kate è una giovane fotografa che ha appena perso la madre, la famosa ballerina June Darling. Come se quel dolore non fosse già abbastanza, sua nonna Evie le rivela che June non era figlia sua, ma le era stata affidata da una signora che voleva restare anonima. Kate è sconvolta: deve assolutamente saperne di più. Partendo da una serie di lettere che la madre biologica aveva scritto a June fingendosi un’ammiratrice, e da un disegno firmato dal celebre artista Tom Stafford che ritrae una donna misteriosa, Kate decide di rintracciare Tom e chiedergli se la donna del ritratto è la sua vera nonna. Tom Stafford, però, è uno degli artisti più famosi d’America, mettersi in contatto con lui non è una cosa da poco. Quando Kate, però, mostra il ritratto alla sorella di Tom, lei decide di aiutarla e le dà l’indirizzo di una casa in Corsica, dove il fratello le svelerà la verità. Tom e Alice (così si chiama la protagonista del ritratto) erano stati vicini di casa da bambini, ma si erano persi ed erano tornati a incontrarsi prima nel 1928, a Londra, e poi di nuovo nel 1939, a Parigi. Il mondo è molto diverso da quello della loro infanzia. Il crollo delle borse ha ridotto alla fame molte famiglie e per le strade c’è chi parla di una Seconda Guerra mondiale alle porte. Eppure loro si sentono ancora innamorati come allora. Allora perché, come racconta Tom, Alice lo ha lasciato senza una spiegazione? Serviranno altre ricerche, per scoprire che Alice se n’era andata per occuparsi della figlia che portava in grembo (June), e lasciare a Tom la possibilità di diventare il grande artista che aveva sempre sognato. Il libro dell’amore perduto – i cui diritti sono già stati acquistati in più di dieci paesi – è un romanzo straordinario, pieno di poesia, che segue le vite di due innamorati attraverso l’Europa del Novecento. Ricostruendo epoche e atmosfere con l’abilità di una storica, e consegnandoci una delle più belle storie d’amore scritte negli ultimi anni, Lucy Foley ci parla di quelle esistenze che continuano a sfiorarsi, ma sono destinate a perdersi; e dell’amore più puro e infinito che esista: quello che poteva essere e non è stato.
«Il libro dell’amore perduto è magico, e Lucy Foley è un’autrice destinata a diventare una star».
Kimberley Young, HarperCollins
Lucy Foley è laureata in Letteratura inglese alla Durham University e specializzata in Modern Fiction alla UCL. Ha lavorato a lungo come editor presso la casa editrice inglese Hodder & Stoughton. Attualmente vive a Londra. Il libro dell’amore perduto, i cui diritti sono già stati acquistati in tutto il mondo, è il suo primo romanzo.
«Il libro dell’amore perduto è magico, e Lucy Foley è un’autrice destinata a diventare una star».
Kimberley Young, HarperCollins
Lucy Foley è laureata in Letteratura inglese alla Durham University e specializzata in Modern Fiction alla UCL. Ha lavorato a lungo come editor presso la casa editrice inglese Hodder & Stoughton. Attualmente vive a Londra. Il libro dell’amore perduto, i cui diritti sono già stati acquistati in tutto il mondo, è il suo primo romanzo.
Douglas e Connie si conoscono alla fine degli anni Ottanta, quando il muro di Berlino era ancora in piedi. Trent’anni e dottore in biochimica, Douglas trascorreva allora i giorni feriali e gran parte del weekend in laboratorio a studiare il moscerino della frutta, ildrosophila melanogaster. Connie, invece, divideva il suo tempo con una «combriccola di artistoidi», come li chiamavano i genitori di Douglas: aspiranti attori, commediografi e poeti, musicisti e giovani brillanti che rincorrevano carriere improbabili, facevano tardi la sera e si radunavano a volte a casa di Karen, la sorella di Douglas piuttosto promiscua in fatto di amicizie, a bere e discutere animatamente. Ed è durante una festa nel minuscolo appartamento di Karen, in mezzo a sedici persone accalcate intorno a un asse da stiro, che Douglas si imbatte per la prima volta in Connie: capelli ben tagliati e lucenti, un viso stupendo, una voce sensuale, distinta ed elegante con i suoi vestiti vintage cuciti su misura, attillati e perfetti. Sono trascorsi piú di vent’anni da allora e Douglas e Connie sono sposati da decenni e hanno un figlio, Albie. Douglas ha cinquantaquattro anni e la sensazione di scivolare verso la vecchiaia come la neve che cade dal tetto. Connie è sempre attraente e Douglas la ama cosí tanto che non sa nemmeno come dirglielo, e dà per scontato che concluderanno le loro vite insieme. Una sera, però, a letto, Connie proferisce le parole che Douglas non avrebbe mai voluto sentire: «Il nostro matrimonio è arrivato al capolinea, Douglas. Penso che ti lascerò». Una storia finita, aggiunge Connie, con i diciassette anni di Albie che sta andando via di casa per proseguire i suoi studi d’arte altrove. Una storia da suggellare con un ultimo viaggio da fare insieme: il Grand Tour nelle maggiori città d’arte europee per preparare Albie a entrare nel mondo degli adulti, come facevano nel Settecento. Douglas, cui la vita sembra letteralmente inconcepibile senza Connie, decide che non può terminare tutto cosí, che l’amore non può svanire solo perché si è finito di occuparsi di un figlio. Accetta perciò di partire per quell’ultima vacanza insieme, un Grand Tour non per diventare piú colto, sofisticato e ricco d’esperienza come facevano nel Settecento, ma per riconquistare la moglie, e quel figlio che sembra scontento dell’uomo che sua madre ha scelto per metterlo al mondo. Romanzo commovente e irresistibile, atteso in tutto il mondo dopo lo strepitoso successo di Un giorno, Noi, selezionato per il Man Booker Prize 2014, è stato accolto dall’entusiasmo della critica e del pubblico nei numerosi paesi in cui è apparso.
«Al di là della struttura brillante e della storia romantica posta al centro, ciò che qui davvero conquista è lo sguardo di Douglas Peterson, la sua visuale leggermente fuori asse rispetto a quella dominante nel resto del mondo».
«Al di là della struttura brillante e della storia romantica posta al centro, ciò che qui davvero conquista è lo sguardo di Douglas Peterson, la sua visuale leggermente fuori asse rispetto a quella dominante nel resto del mondo».
Paolo Giordano, Corriere della Sera
«Nicholls racconta un matrimonio lungo vent'anni con una scrittura viva e modernissima».
Massimilano Parente, il Giornale
«Nicholls racconta come pochi altri libri il lento mutare dei rapporti umani, la drammatica parabola discendente dell'amore».
Massimiliano Parente, il Giornale
«Ma David Nicholls rende esilarante ciò che è lo spauracchio di ogni coppia: con ritmo serrato e humor britannico racconta l'ultimo viaggio di una famiglia attraverso le città d'arte d'Europa. Una sorta di Grand Tour dei giorni nostri».
Manuella Sasso, Diva e Donna
«David Nicholls torna con una storia densa, polemica, artigliante, feroce, ma sempre dolcissima, dal titolo breve che rimbomba come un'esplosione: Noi».
Francesco Mannoni, Giornale di Brescia
«Occorrono leggerezza e profondità in dosi uguali e ironia anche un po' caustica per scrivere di (buoni) sentimenti. David Nicholls possiede la misura».
D.Repubblica.it
«Noi è un libro in cui Nicholls conferma le sue grandi capacità di disegnare personaggi credibili, incerti e pieni di umanità».
Coming soon.it
«Dopo Un giorno lo scrittore inglese torna a parlare di sentimenti: assumendo il viaggio come momento rivelatorio, affronta le dinamiche coniugali e il rapporto fra genitori e figli con una narrazione che oscilla fra presente e passato e un finale aperto che spiazza il cuore».
Marzia Fontana, il Venerdì
David Nicholls ha lavorato a lungo con la BBC realizzando adattamenti shakespeariani e numerose serie di successo, premiate con due nomination per i BAFTA Awards. Tra i suoi romanzi Le domande di Brian (BEAT 2011), Il sostituto (BEAT 2012) e Un giorno(Neri Pozza 2010), da cui è stato tratto un celebre film diretto da Lone Scherfig, con Anne Hathaway e Jim Sturgess.
«Nicholls racconta un matrimonio lungo vent'anni con una scrittura viva e modernissima».
Massimilano Parente, il Giornale
«Nicholls racconta come pochi altri libri il lento mutare dei rapporti umani, la drammatica parabola discendente dell'amore».
Massimiliano Parente, il Giornale
«Ma David Nicholls rende esilarante ciò che è lo spauracchio di ogni coppia: con ritmo serrato e humor britannico racconta l'ultimo viaggio di una famiglia attraverso le città d'arte d'Europa. Una sorta di Grand Tour dei giorni nostri».
Manuella Sasso, Diva e Donna
«David Nicholls torna con una storia densa, polemica, artigliante, feroce, ma sempre dolcissima, dal titolo breve che rimbomba come un'esplosione: Noi».
Francesco Mannoni, Giornale di Brescia
«Occorrono leggerezza e profondità in dosi uguali e ironia anche un po' caustica per scrivere di (buoni) sentimenti. David Nicholls possiede la misura».
D.Repubblica.it
«Noi è un libro in cui Nicholls conferma le sue grandi capacità di disegnare personaggi credibili, incerti e pieni di umanità».
Coming soon.it
«Dopo Un giorno lo scrittore inglese torna a parlare di sentimenti: assumendo il viaggio come momento rivelatorio, affronta le dinamiche coniugali e il rapporto fra genitori e figli con una narrazione che oscilla fra presente e passato e un finale aperto che spiazza il cuore».
Marzia Fontana, il Venerdì
David Nicholls ha lavorato a lungo con la BBC realizzando adattamenti shakespeariani e numerose serie di successo, premiate con due nomination per i BAFTA Awards. Tra i suoi romanzi Le domande di Brian (BEAT 2011), Il sostituto (BEAT 2012) e Un giorno(Neri Pozza 2010), da cui è stato tratto un celebre film diretto da Lone Scherfig, con Anne Hathaway e Jim Sturgess.
Marie-Madeleine Pioche de la Vergne, meglio conosciuta come Madame de La Fayette (dal nome del marito), nacque a Parigi il 18 marzo 1634. Dopo la separazione dal conte de La Fayette, diventò dama di corte di Enrichetta d’Inghilterra, cognata del re, e fu amica intima di Madame de Sévigné, di cui scrisse un ritratto. La principessa di Clèves (1678) è la sua opera più famosa e ottenne da subito un grande successo. Ebbe una lunga relazione con La Rochefoucauld, conclusasi solo con la morte dell’autore delle Maximes nel 1680. Morì il 25 maggio 1693.
«Un romanzo ricco di fascino, scritto in maniera brillante, sensuale ed evocativa».
Joanne Harris, autrice di Chocolat
«Una storia di rivalità tra ristoranti, e di lotta per accaparrarsi le stelle Michelin, raccontata divinamente».
Simon Beaufoy, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura di The Millionaire
Richard C. Morais è un americano nato a Lisbona che ha trascorso gran parte della sua vita in Europa. La sua carriera nel mondo del giornalismo è iniziata a New York nel 1984. Nel 1986 si è trasferito a Londra, dove ha vissuto e lavorato per 17 anni come corrispondente di Forbes. Madame Mallory e il piccolo chef indiano è il suo primo romanzo.
Vi saluto con una citazione di Lucy Foley: "People are here to do reckless things, stupid things they might later regret, though the point of it all is in not regretting. For the idea of the party is youth.” ― Lucy Foley/ "Le persone sono qui per fare cazzate, cose stupide di cui potrebbero pentirsene più avanti, sebbene il punto di tutto ciò non è pentirsene. Il divertimento è gioventù."
(Lucy Foley)
Giada