In questo romanzo ci sono tantissimi riferimenti biblici (come in tutti gli altri libri) ma stavolta sono molto più espliciti che negli altri, nel senso che Lewis non si preoccupa più di rendere velata la simbologia cristiana nei suoi libri.
Dopo che Aslan ha risvegliato il Gigante Tempo - il quale scopriamo nel penultimo libro che si sarebbe svegliato solo quando sarebbe giunta la fine del mondo - il Gigante suona il suo potente corno e provoca una serie di terremoti e maremoti che sconquassano e distruggono Narnia ricordano moltissimo l'Apocalisse della Bibbia, in cui giungono i 4 Cavalieri che portano morte e distruzione nel mondo.
Il Regno delle Tenebre rappresenta le Tenebre che scendono sul mondo dopo che Dio (alias Aslan) ha ordinato al Gigante Tempo di suonare il corno.
Il Giudizio Universale, Giotto, Cappella degli Scrovegni (Padova) |
Il Paradiso è descritto come un luogo ad Ovest di Narnia, immerso in un immenso giardino chiuso da un cancello d'oro dove i personaggi principali ri-incontrano tutti i personaggi che abbiamo incontrato nel corso delle "Cronache di Narnia". E' un posto nel quale tutti vivono pieni di gioia l'armonia che la vita eterna nel Regno dei Cieli è promessa a tutti i "buoni" (un termine piuttosto opinabile, a mio avviso).
L'Ovest in questo caso ha anch'esso un significato molto importante: le vespri sono le preghiere che i cristiani fanno quando giunge la sera, mentre secondo la mitologia norrena ad Ovest c'era un nano che reggeva la volta celeste (come il Gigante Tempo, in quanto si dice che lui faccia la stessa cosa). Secondo me invece ha un significato simbolico molto più intrinseco, da sempre l'Occidente è associato alla morte perché di solito il sole cala ad Ovest e nasce ad Est, quindi il fatto che tutti i personaggi si incontrino in questo magico luogo di eterna gioia proprio ad Ovest significa sì che sono morti ma che vivranno in eterno con Dio.
La trasfigurazione di Aslan in Dio è evidente quando alla fine del libro Lewis dice: " (...) Nel pronunciare queste parole perse l'aspetto del leone, dopodiché accaddero tante cose belle e meravigliose che non posso raccontarle in questo libro".
La simbologia del numero 7 è presente in quanto i libri sono 7. Il numero sette esprime la globalità, l'universalità, l'equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Considerato fin dall'antichità un simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare. Gli antichi riconobbero nel sette il valore identico della monade in quanto increato, poiché non prodotto di alcun numero contenuto tra 1 e 10. Presso i babilonesi erano ritenuti festivi, e consacrati al culto, i giorni di ogni mese multipli di sette. Tale numero fu considerato simbolo di santità dai Pitagorici. I Greci lo chiamarono venerabile, Platone anima mundi. Presso gli Egizi simboleggiava la vita.
La simbologia del numero 4 invece è presente perché sono proprio Peter, Edmund, Susan e Lucy, 4 bambini a liberare Narnia dall'inverno eterno che la Strega Bianca aveva gettato su quel magico mondo. Il numero quattro è il più perfetto tra i numeri, essendo la radice degli altri numeri e di tutte le cose. Esso rappresenta la prima potenza matematica, e la virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. E' l'emblema del moto e dell'infinito, rappresentando sia il corporeo, il sensibile, sia l'incorporeo. Il quattro è scomponibile in 1+3, la monade (l'uno) ed il triangolo, e simboleggia l'Eterno, e l'uomo che porta in sé il principio divino. Il quaternario era il simbolo usato da Pitagora per comunicare ai discepoli l'ineffabile nome di Dio, che per esso significava l'origine di tutto ciò che esiste. Infatti sono sempre due i bambini che vanno a Narnia ne "Il nipote del mago" ed il due è un numero che sta alla base del quattro.
Il dio Tash a mio avviso rappresenta una divinità indiana, mi ha ricordato molto Ganesh o la dea Shiva.
I Calormeniani ricordano molto i popoli indiani o islamici, in quanto ne "Il Cavallo e il ragazzo" l'atmosfera è simile a quella che si respira in quei luoghi, ed è proprio in quei luoghi che avvengono matrimoni combinati nei quali prima del matrimonio gli sposi non si possono né vedere né toccare. Inoltre hanno anche la pelle scura o bronzea e questo a parer mio è un indizio molto importante per fare delle supposizioni circa la popolazione reale alla quale Lewis si sia ispirato per creali.
Infine l'evento che più mi ha sconvolta: l'incidente in treno nel quale muoiono tutti i personaggi (Digory, Polly, Peter, Edmund e Lucy e i genitori dei Pevensie), che secondo me non è stato messo a caso, i buoni in questo caso muoiono perché sono gli eletti che si sono conquistati il diritto di vivere per sempre nel Regno dei Cieli. Ma dov'è Susan? Susan è l'unica a sopravvivere, ma non per scelta di Aslan, ma perché ha scelto di non credere più a lui e a tutte le cose belle che ha vissuto a Narnia.
La mia avventura nel magico mondo di Narnia è conclusa e un po' mi dispiace abbandonare i personaggi che ho conosciuto, non vivere più le loro avventure perché ho vissuto con loro delle bellissime avventure, ho amato, ho sofferto, ho pianto insieme a loro. Credo che quando si legga un buon libro ci si senta sempre così... E quando lo si finisce, si ha l'impressione di abbandonare un amico al quale sei legato da un profondo sentimento di rispetto, amore e amicizia. Ma non è tutto perduto: le storie belle come questa vivranno per sempre nel mio cuore, perché è proprio così che dovrebbe essere. Tu puoi finire di leggere un romanzo bellissimo e far fatica a distaccarti da esso, ma sai che quest'ultimo vivrà sempre nel tuo cuore perché esso è ormai parte di te.
Vi lascio con una citazione tratta da "L'ultima battaglia", si tratta della fine del romanzo, quella che mi ha più scioccato:
Lucy disse: "Abbiamo paura di dovercene andare, Aslan. Altre volte ci hai inviato di nuovo nel nostro mondo."
"Non abbiate paura." disse Aslan: "Non avete ancora capito?"
I cuori battevano all'impazzata, animati da una debole speranza.
"C'è stato un grave incidente ferroviario." disse Aslan con voce pacata: "Voi e i vostri genitori, come dite nella Terra delle ombre, siete morti. La lunga notte è finita: inizia il nuovo giorno. Il sogno è terminato e questo è il momento del Grande Risveglio."
Nel pronunciare queste parole perse l'aspetto del leone, dopodiché accaddero cose tanto belle e meravigliose che non posso raccontarle in questo libro. Noi ci feriamo qui e possiamo solo aggiungere che vissero per sempre felici e contenti. Ma fu solo l'inizio della Vita Vera. La vita nel mondo originario e le magnifiche avventure a Narnia non erano state che la copertina, il titolo della Grande Storia. Ora, finalmente, cominciava il Primo Capitolo di un libro fantastico che sulla terra nessuno aveva mai letto. Il Libro che narra la Storia Eterna e che, di pagina in pagina, si fa sempre più avvincente e straordinario.
Giada
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