Mi sembrava doveroso dedicare oggi un pezzo alla notte degli
#Oscar2016.
Grande Leo, grande Morricone! Ma vi rendete conto che
finalmente il bellissimo e soprattutto bravissimo DiCaprio ce l’ha fatta?! Io
vorrei soffermarmi proprio su queste due figure…
Leonardo DiCaprio, le cui origini come si può ben capire
sono italiane (campane per la precisione), inizia la sua carriera negli anni
Novanta con piccoli spot pubblicitari e qualche comparsa in alcune serie
televisive. Il primo ruolo importante lo otterrà nel 1993, in un film di
Michael-Caton Jones “This boy’s life”
(tradotto in italiano “Voglia di ricominciare”) con Robert De Niro ed Ellen
Barkin. Nonostante avesse solo 17 anni, DiCaprio si distingue fin da subito per
la sua bravura e la sua bella presenza scenica. La prima nomination agli Oscar
è arrivata però con un altro film del 1993 (guardate quanti anni ha dovuto
patire, poverino!), “What’s eating Gill Grape” (in italiano tradotto con “Buon
compleanno Mr. Grape”) in cui DiCaprio interpreta il fratellino disabile di
Johnny Depp (il film meritava l’Oscar a prescindere, solo per il livello di
bellezza che vi era nel cast u.u) dove Leo fu per l’appunto nominato agli Oscar
come Miglior Attore Non Protagonista. Ma ovviamente non lo vinse. Come per i
restanti 23 anni.
Andando avanti, i seguenti tre anni lo vedono impegnato in
altre pellicole che riscuoteranno però non un enorme successo. L’anno decisivo
per l’ascesa del nostro bel Leonardo sarà il 1996: interpreta un moderno Romeo
in “William Shakespeare’s Romeo + Juliet” affiancato nel ruolo di Giulietta da
Claire Danes. Il film fu candidato agli Oscar ma per la Migliore
Scenografia. Ed eccoci nel 1997: esce
nelle sale “Titanic” di James Cameron che
vede come protagonisti DiCaprio e la bellissima Kate Winslet (anche lei volto
ormai conosciuto nel panorama hollywoodiano): il film verrà inserito nei
seguenti anni al sesto posto come uno dei film epici di tutti i tempi e nel
2007 si guadagnerà l’ottantatreesimo posto tra i migliori cento film americani.
Sicuramente oltre ad essere il film che lancia definitivamente Leo nella
costellazione dei principali attori americani, è il film che più ha fatto
discutere (ed ironizzare) per le sue candidature all’Oscar; questo film ha
vinto praticamente tutto quello che si poteva vincere negli Oscar del 1998:
Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura, Miglior Montaggio, Migliori
Costumi, Miglior Effetti Sonori, Miglior
Effetti Speciali; Miglior Attrice Protagonista sarà Kate Winslet e Non
Protagonista Gloria Stuart. Vincerà Golden Globe e svariati altri premi, ma a
Leo NIENTE. Lo hanno fatto morire congelato per non ricevere assolutamente
niente. Tristezza assoluta.
Dopo questa, entra nel cast di “Celebrity” di Woody Allen.
Si dedicherà poi ad un lungo periodo di viaggi (ironicamente, mi viene da
pensare per smaltire l’amarezza per “Titanic”…) e produce dei documentari su
emergenze ambientali del nostro pianeta. Si aggiudicherà delle copertine per
questa iniziativa (e 17 anni dopo, approfondendo il tema in un film di cui ne
sarà regista e protagonista, ne vincerà l’Oscar!). Nel 2002 comincia il
sodalizio con Martin Scorsese nel film “Gangs of New York” in cui reciterà
affianco a Cameron Diaz; il film sbancherà il botteghino, diventando uno dei
più redditizi per il regista. Otterrà 10 nomination all’Oscar ma non ne vincerà
nessuna. Nel 2003 otterrà un Golden Globe per il film “Catch me if you can” (in
italiano “Prova a prendermi”) di Steven Spielberg , che però farà vincere
l’Oscar quello stesso anno a Christopher Walken come Miglior Attore Non
Protagonista (la maledizione continua senza sosta…). La collaborazione con Scorsese produce due
capolavori: “The Aviator” nel 2005 che lo vede impegnato nella produzione e
nella recitazione; nel cast insieme a DiCaprio troviamo Cate Blanchett che
otterrà (ovviamente!) l’Oscar come Migliore Attrice Non Protagonista; il
secondo capolavoro di questo sodalizio sarà “The departed” nel 2006 che lo vede
affiancato da Jack Nicholson, Matt Damon e Mark Wahlberg; il film è stato tra i
più applauditi al Festival Internazionale di Roma di quell’anno e ha vinto
svariati riconoscimenti: Oscar come Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura e
Miglior Montaggio e come Miglior Attore Non Protagonista il titolo viene
riconosciuto a Wahlberg; il nostro Leo si aggiudicherà il Golden Globe. Stessa
sorte toccherà a “Blood Diamond” del 2006, diretto da Edward Zwick che farà
nuovamente avvicinare (e sperare) DiCaprio alla tanto agognata statuetta ma
che, anche per questa volta, non riuscirà ad ottenere. Un romanticissimo
ritorno sulle scene con la meravigliosa Kate Winslet arriverà nel 2008 in
“Revolutionary Road” diretto da Sam Mendes, che farà recitare nuovamente questi due splendori fianco a fianco (li
shippo tantissimo se non si è capito, dopo stanotte poi sto sperando in un
matrimonio con tanti figli ahah!). I due attori, insieme a Kathy Bates hanno
ricevuto ottime critiche. I film che lo vedono impegnato tra il 2010-2012 sono
più genere thriller: “Shutter Island” (2010) ancora una volta diretto da
Scorsese, “Inception” (2010) diretto da Christopher Nolan che ha ricevuto
ottime critiche dal pubblico (quelli che non ci sono usciti di testa!!) e
“Django Unchained” (2012) diretto da Quentin Tarantino che farà nuovamente
sperare Leo in un Oscar ma che li sarà nuovamente soffiato, questa volta da
Christoph Waltz. Terminati questi due anni noir, il 2013 lo vediamo impegnato
in ruolo classico che secondo me li è calzato a pennello: “The Great Gatsby” diretto da Baz Luhrmann. Lo stesso
anno vede DiCaprio in un’ennesima pellicola di Scorsese: “The wolf of Wall
Street” che narra l’ascesa e caduta di Jordan Belfort tra migliaia di eccessi
in droghe, sesso ed alcol. Tralasciando il mio personale e meno che importante
parere sul film che non mi è piaciuto per niente, non per DiCaprio che è stato
come sempre fantastico ma per la storia in sé che ho visto spinta sotto troppi
aspetti, il film ha ricevuto migliaia di riconoscimenti: Oscar, Golden Globe,
David di Donatello, Premio BAFTA e molti altri ancora; non sto a ripeterlo, a
Leo niente.
Ma finalmente, dopo 23 anni di meritevole e splendida
carriera, dopo migliaia di false speranze, di beffe del destino e ironia da
ogni capo del mondo, il 2015 è l’anno della rivincita: Leonardo DiCaprio vince
il tanto agognato Oscar come Miglior Attore Protagonista nel film da lui
prodotto, diretto ed interpretato “The Revenant”. Il film ottiene molti altri
riconoscimenti: Oscar come Miglior Montaggio, Miglior Scenografia, Miglior
Costume, Miglior Trucco, Miglior Effetti Speciali, Miglior Montaggio Sonoro,
Golden Globe, 2016 BAFTA Award e chi più
n ha più ne metta. La rivincita è avvenuta, e che rivincita! Intorno a questo
film erano da mesi le storie che giravano sull’impegno e la tenacia che
DiCaprio vi ha impiegato: oltre ad aver ripreso un tema a lui molto cuore e già
citato precedentemente quale quelle delle emergenze ambientali (attuale più che
mai), le riprese sono state fatte tra la Columbia Britannica e l’Argentina;
DiCaprio ha più volte affermato in varie interviste di essersi sottoposto per
mesi a svariate ore di trucco, svegliandosi ogni mattina alle 3; ha inoltre
affermato di essersi sottoposto a temperature bassissime, anche -40° , di
essersi in questo modo ammalato, preso bronchite e febbre ma di aver proseguito
con le riprese anche perché in questo modo più realistiche.
Beh che dire Leo, ce l’hai fatta! Che possa essere l’inizio
di tanti altri riconoscimenti (perché a carriera stai messo più che bene già da
tempo!)
Scusate per la lunghezza del pezzo, ma un evento di simile
portata meritava un’attenzione maggiore. A domani per il pezzo sul nostro
Maestro, Ennio Morricone.
“ Non date per scontato questo pianeta, come io non ho dato
per scontato questa serata.”
(Leonardo DiCaprio, 29 febbraio 2016, Oscar2016)