sabato, maggio 24, 2014

Il viaggio del veliero, C.S. Lewis (seconda parte)

Buon giorno, bloggers e lettori! Chiedo scusa a tutti voi del notevole ritardo con cui scrivo questo post, ma ultimamente sono stata molto impegnata e ho avuto vari problemi di varia natura, questo è il motivo per cui oggi vi darò il mio punto di vista e vi dirò le mie teorie su "Il viaggio del veliero".

"Il viaggio del veliero" è sicuramente uno dei romanzi più interessanti di Lewis che abbia letto e per questo, credo che meriti una particolare attenzione. Sono molte le isole che il principe Caspian X, Edmund e Lucy incontrano nel loro viaggio per salvare i lord amici di Caspian IX, per questo motivo, andremo per punti.


  1. Cair Paravel è la prima isola che incontriamo all'inizio del romanzo, e subito veniamo a sapere, grazie a Peter, che quando lui, suo fratello e le sue sorelle governavano come re e regine a Narnia essa era una penisola e che perciò, con il passare dei secoli si sia trasformata definitivamente in un'isola. Bisogna tener presente che il tempo a Narnia scorre in modo totalmente diverso da come scorre nel mondo reale, per cui ciò che per noi è un anno a Narnia può essere un secolo oppure un giorno.
  2. Terebinthia è l'isola che Caspian X e la sua ciurma di uomini raggiungono. Fa parte delle isole conosciute, nel magico mondo di Narnia. 
  3. Muil, Redhaven, Brenn: anche queste sono isole che Caspian X e i suoi uomini incontrano durante la prima parte del viaggio, anch'esse sono conosciute dai Narniani.
  4. Felimath, Avra e Doorn: in queste isole i nostri protagonisti vengono rapiti e venduti come schiavi ai Calormeniani (che come scopriremo sono un popolo dai lineamenti marcati e dalla pelle scura, che ricordano molto gli islamici, gli indiani o gli arabi e il motivo di queste mie ipotesi ve lo spiegherò quando vi posterò il commento su "L'ultima battaglia", l'ultimo dei sette romanzi). Leggere delle persone che vengono prelevate da queste isole e mandate a lavorare come schiavi per i Calormeniani a Calormen mi ha ricordato molto la tratta degli schiavi che esisteva nel nostro mondo tra il sedicesimo e il diciannovesimo secolo. Chiunque abbia letto il libro può dirmi se la pensa o no come me, lo so che bisogna tener presente che Lewis ha vissuto in un periodo di guerra ed ha partecipato alla I Guerra Mondiale, ma non potrebbe essersi ispirato ad un fatto realmente accaduto, ovvero la tratta degli schiavi? Io sono convinta di questo, perché per me il parallelismo è evidente.
  5. L'Isola del Drago. Nell'Isola del Drago, Eustachio trova il tesoro del drago e immaginandosi cosa avrebbe potuto fare con tutte queste ricchezze si fa prendere dall'avidità, si mette un bracciale magico al polso e si risveglia tramutato in drago. In quest'Isola è chiaro il riferimento alla letteratura Epic Fantasy o Fantasy tradizionale, in cui gli elementi più comuni sono i popoli caratterizzati da un diverso aspetto (nani, folletti, giganti, animali parlanti), la distinzione chiara e netta fra il Bene e il Male, l'uso della magia o di oggetti magici e la presenza di draghi che custodiscono un tesoro proprio dentro una caverna in una montagna. Sì, perché non tutti i fantasy sono uguali e a questo proposito sento il dovere di precisare che il fantasy è un genere letterario molto ampio, e non bisogna partire prevenuti quando si legge un romanzo di questo tipo. Io non sapevo se "Le Cronache di Narnia" mi sarebbero piaciute o meno, cioè sapevo che trattava temi vicini alla Bibbia ma non mi aspettavo che mi sarei ritrovata davanti ad una vera e propria rielaborazione/parafrasi biblica; ma mi è piaciuto - e ve lo dico perché a Gennaio ho letto tutta la trilogia de "Il Signore degli Anelli" ed è difficile per me trovare dei romanzi Epic Fantasy o High Fantasy che possano eguagliarlo. 
  6. L'Isola dell'Acquadoro, rinominata da Ripicì poi L'Isola delle Acquemorte. In quest'Isola i protagonisti trovano un uomo completamente d'oro zecchino sul fondo del lago. La presenza di quell'uomo dentro l'acqua maledetta mi ha ricordato il mito di Re Mida - so che non c'entra per niente, dato che Re Mida aveva il potere di tramutare tutto in oro ma non aveva tramutato se stesso in oro, ma pensavo che fosse interessante dirvelo. 
  7. L'Isola delle Voci. Nell'Isola delle Voci, Lucy sente degli uomini invisibili progettare un attacco al galeone di Caspian X e corre ad avvertirli, questi esseri invisibili chiamati Inettoidi, (in seguito Monopodi e più avanti ancora Inettopodi) hanno letto ad alta voce un incantesimo del mago Coriakin con una bambina e siccome non sopportavano di esser stati tramutati così dal mago, hanno preferito diventare invisibili piuttosto che vivere in quella bruttezza. L'avventura che i nostri protagonisti vivono su quest'isola rappresenta un monito per le persone che si preoccupano troppo del loro aspetto esteriore dando poca importanza a quello interiore. 
  8. L'Isola delle Tenebre. Nell'Isola delle Tenebre, Caspian X e i suoi compagni trovano lord Rhoop, il quale dice loro che in quell'isola tutti i loro sogni si realizzano, ma non dei sogni piacevoli: i loro incubi peggiori. Siccome Lewis ha scritto "Le Cronache di Narnia" pensando ai bambini, mi sembra logico che in quest'isola egli abbia voluto rappresentare la paura più grande di tutti i bambini: la paura del buio. Tutti abbiamo avuto paura del buio quando eravamo piccoli, e tutti ricordiamo che in quel periodo della nostra infanzia ci sembrava di vedere o di sentire cose che non c'erano ma che erano frutto della nostra fantasia o per meglio dire, della nostra immaginazione. 
  9. L'Isola del Tre Dormienti o l'Isola di Ramandu. In quest'isola vicina alla Fine del Mondo, i nostri protagonisti trovano gli ultimi tre lord addormentati in un sonno profondo, provocato dal pugnale di pietra che la Strega Bianca aveva usato per uccidere Aslan ne "Il leone, la strega e l'armadio" sulla Tavola di Pietra. Qui conosciamo Ramandu, una stella in pensione che dice ai protagonisti che devono andare alla Fine del Mondo e lasciare lì un loro compagno e poi tornare indietro, soltanto in questo modo l'incantesimo sui tre lord svanirà. Ripicì si offre come volontario e di lui sappiamo solo che non farà più ritorno da quel luogo incantato. Caspian X si sposerà con la figlia (senza nome) di Ramandu, una stella anch'essa, che gli darà un figlio che comincerà una gloriosa stirpe di re buoni e giusti.


Un'altra cosa che ho notato in questo romanzo è che il sole diventa sempre più forte man a mano che Caspian X, Edmund, Lucy ed Eustachio si avvicinano alla Fine del Mondo, la terra dalla quale viene Aslan. Non hanno più bisogno né di bere né di mangiare né tanto meno di dormire e parlano sottovoce, questo secondo me è un segnale chiaro del fatto che essi si stanno avvicinando al Paradiso. Il Paradiso, nell'immaginazione cristiana comune, è rappresentato come un luogo idilliaco, lussureggiante con un grande cancello dorato (non voglio dire altro, lo capirete quando vi parlerò de "L'ultima battaglia"), ma è anche un luogo in cui tutti non hanno bisogno di fare tutte le cose sopra elencate, perché il semplice fatto di essere vicini ad un luogo sacro fa in modo che non abbiano bisogno delle cose elementari, in quanto il loro spirito è sazio già di per sé.

Aslan si manifesta a tutti loro sotto forma di agnello, prima di tramutarsi in un leone e anche questo è un riferimento cristiano: l'agnello (o Agnus Dei) infatti si riferisce a Gesù Cristo e al suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità - se vi ricordate bene, Aslan si sacrifica sulla Tavola di Pietra ne "Il leone, la strega e l'armadio" per redimere l'umanità, è il Cristo che si è immolato per gli uomini e poi risorge proprio come Gesù Cristo - questo non è altro che un altro dei tanti riferimenti a Gesù e alla Bibbia che Lewis ha messo nelle "Cronache di Narnia".

Adesso vi presento lo schema che ho fatto:

L'Imperatore d'Oltremare (Dio)
Il leone Aslan (Gesù Cristo, figlio di Dio, re del Regno di Cieli)


I fratelli e le sorelle Pevensie (soltanto in questo libro scopriamo il loro cognome) fanno parte della Vecchia Narnia, una Narnia leggendaria a cui Miraz e i suoi sottoposti non vogliono credere perché hanno paura. I Pevensie recuperano nel loro vecchio palazzo di Cair Paravel i doni che Babbo Natale aveva regalato loro ne "Il leone, la strega e l'armadio".

Una mentalità che non approvo, in quanto donna moderna, è il fatto che Edmund continui a rinfaccia alle sorelle Susan e Lucy che sono in grado di usare una mappa, che hanno altro per la testa, che non sanno fare questo e quello. E' chiaramente un punto di vista maschile, ma mi ha fatto girare le scatole durante tutto il romanzo.


Io ho amato molto anche questo romanzo, sebbene per motivi diversi. Le immagini sono molto più vivide che nei romanzi precedenti, la simbologia usata è resa esplicita quando Aslan dice a Lucy che lui c'è nel suo mondo, anche se con un nome diverso. In ogni caso, consiglierei a chiunque di leggerlo.

Vi lascio con una citazione tratta da "Il viaggio del veliero", in cui viene spiegato cosa prova Eustachio dopo essersi trasformato in drago nell'Isola del Drago e il cambiamento che avviene in lui proprio a causa di questa trasformazione:
Il piacere di essere amato, che prima gli era sconosciuto, e ancora più importante quello di amare gli altri, era ciò che impediva a Eustachio di farsi prendere dallo sconforto. Essere un drago era spaventoso. Ogni volta che vedeva la propria immagine riflessa, magari quando sorvolava un lago rabbrividiva dall'orrore. Odiava le enormi ali da pipistrello, l'orlo seghettato della schiena e gli artigli curvi e atroci. Aveva paura di rimanere solo e si vergognava a stare con gli altri.
Il pomeriggio, quando non c'era nessuno che avesse bisogno di lui come borsa dell'acqua calda, sgattaiolava dall'accampamento per andare a rifugiarsi tra il bosco e la spiaggia, raggomitolato su se stesso come un serpente. 

Giada

lunedì, maggio 12, 2014

Il viaggio del veliero, C.S. Lewis (prima parte)

Buon pomeriggio a tutti, lettori e bloggers! Oggi finalmente ho concluso il quinto magnifico racconto delle "Cronache di Narnia", ovvero "Il viaggio del veliero" e ho molto, molto da dirvi perciò penso che sia meglio cominciare raccontandovi tutto ciò che succede nel romanzo e in seguito, dirvi cosa ne penso. Diversamente dal post precedente, su "Il principe Caspian", dividerò questo post in due parti, com'ero solita a fare perché penso che questa Cronaca meriti una particolare attenzione.




"Il viaggio del veliero" (o in inglese: The voyage of 'the Dawn Treader') si svolge a Cambridge e non nelle campagne di Londra, come invece avviene nei primi due libri, e all'inizio di questo libro ci viene detto subito chi sono i protagonisti: Lucy, Edmund ed il cugino Eustachio Clarence Scrubb, il quale non crede alle favole che gli raccontano i suoi cugini Peter, Edmund, Susan e Lucy su un paese fantastico chiamato Narnia e per questo motivo dà loro sempre noia, infastidendoli ogni qualvolta ha tempo e deridendo ciò che lui crede essere un mondo di fantasia. Eustachio non chiama i suoi genitori 'mamma' o 'papà' ma li chiama Alberta e Harold, è un personaggio molto fastidioso e spocchioso, ma che fortunatamente con il proseguire del romanzo migliora. Dunque, i genitori dei Pevensie (finalmente scopriamo il cognome di Peter, Edmund, Susan e Lucy) sono dovuti andare in America e hanno deciso di portare Susan con loro perché è la più bella, lasciando Edmund e Lucy a casa dei suoi zii Harold e Alberta a passare l'estate con il loro antipatico e fastidioso cugino Eustachio. Qui venivano a sapere che Edmund e Lucy avrebbero preferito passare l'estate in campagna con il professor Dirke *rullo di tamburi* sì, proprio lui e proprio come pensavo io: il professor Dirke altri non è che Diggory Dirke, il bambino che abbiamo conosciuto nel primo romanzo delle Cronache: "Il nipote del mago". Inutile dirvi che ho fatto i salti di gioia quando ho scoperto che le mie teorie si erano rivelate esatte, anche perché penso possiate immaginare come mi sia sentita. Edmund e Lucy passano molto tempo insieme a chiacchierare nella cameretta di quest'ultima, cercando di stare il più distante che possono da Eustachio - e anche per ammirare il bellissimo quadro di una nave che ha a prua il muso di un drago e che il dipinto è così realistico da sembrare vero. Eustachio ha avuto qualche esperienza in nave, ma è sempre stato male, perciò anche solo guardare il dipinto gli fa venire il mal di mare. Eustachio chiede ai cugini cosa ci sia tanto di bello in quel dipinto, i tre cominciano a discutere e alla fine vengono trascinati dentro il dipinto dalla magia e finiscono in acqua. Nel libro precedente, ovvero "Il principe Caspian" ci viene detto che Lucy non sa nuotare, qui invece scopriamo che ha fatto molta pratica e che adesso è invece in grado di farlo tranquillamente. I nostri protagonisti vengono salvati da il re Caspian, ormai re di Narnia da 3 anni (anche se i fratelli e le sorelle Pevensie se ne sono andati da Narnia soltanto l'anno prima) che li accoglie nel loro galeone, chiamato "Il veliero dell'alba". Eustachio non la smette di lamentarsi e protesta senza sosta, tanto che scatena fin da subito le ire del valoroso combattente e cavaliere il topino Ripicì. Caspian dà a Lucy la sua cabina e lei si cambia mettendosi gli abiti di quest'ultimo, anche se le vanno grandi; Caspian aggiunge inoltre che Lucy dormirà nella sua cabina mentre Edmund e lui dormiranno nelle amache dove di solito dormono gli uomini che remano la nave quando non c'è bonaccia in mare. Caspian aggiorna i nostri protagonisti: ha delegato il trono al nano Briscola e con il benestare di Aslan ha deciso di passare un anno e un giorno in viaggio per mare alla ricerca dei lord, amici del padre di Caspian,che suo zio Miraz l'Usurpatore aveva mandato ad esplorare i Mari d'Oriente, molto al di là delle Isole Solitarie e in questo modo si era sbarazzato di loro, il compito che si è prefissato Caspian è quello di ritrovarli per riportarli a Narnia oppure vendicare la loro morte nel caso questi ultimi siano morti. Questi lord sono: Revilian, Argoz, Bern, Mavramorn, Octesian, Restimar e Rhoop. Il viaggio comincia anche per i nuovi arrivati, ma si dimostra molto più difficile di quanto avessero immaginato. Eustachio non fa altro che litigare con Ripicì e quando Ripicì lo sfida a duello per mantenere salvo il suo onore di topo parlante di Narnia, Eustachio decide di rifiutare il confronto - Ripicì però, non contento, gli infilza la spada nella mano, facendogli male. Come avrete già capito, Eustachio è il seccatore di questo romanzo e per un bel po' di tempo darà dei grattacapi alla ciurma della nave come quando vedendo Ripicì a poppa lo prenderà per la coda e lo farà roteare in aria, per poi scappare a rifugiarsi da Caspian quando si renderà conto che non doveva fare una cosa del genere. Piccolo #offtopic durante tutto il libro mi sono chiesta dove fosse Peter, perché per tutta la durata del libro sappiamo dov'è Susan e dove sono Edmund e Lucy, ma non sappiamo dov'è lui. Caspian, Edmund, Lucy e la ciurma di marinai (compresi Rhynelf e lord Drinian) approdano a Galma dove Caspian ed Edmund e Lucy vengono catturati per essere venduti come schiavi da un tizio che si chiama Pug, il quale vive del commercio degli schiavi e che cerca di vendere Edmund e Lucy (e alla fine ci riesce) mentre il "povero" Eustachio viene rifiutato persino come forza lavoro da quanto è fastidioso. Caspian finge di essere uno schiavo e viene portato via da un uomo che si rivela essere lord Bern, grazie al quale scopre dove si svolgono le aste degli schiavi e dopo aver abolito quella che io ritengo essere una sorta di moderna forma di tratta degli schiavi, libera tutti.  Siamo nell'isola di Galma e da lì i protagonisti raggiungeranno Terebinthia e in seguito Bren, Muil e le Sette Isole Solitarie: Avra, Doorn e Felimath. A Galma Caspian decide che non ci sarà più governatore e mille e mille scartoffie da riempire per prendere appuntamento con lui, tenendo anche conto che Galma deve un sacco di tributi al regno di Narnia, perciò nominerà al suo posto lord Bern, che diventerà duca dell'isola di Galma. Le avventure dei nostri eroi continuano, e dopo aver passato dei terribili momenti durante la tempesta che ha costretto i marinai e i nostri protagonisti a razionare il cibo e l'acqua (indimenticabile è l'episodio in cui Ripicì è stato posto a guardia del barile d'acqua - perché il rum e il vino erano finiti - e la sua discussione con il febbricitante Eustachio). Dopo questa pericolosa avventura, tutti giungono ad un'isola con una grande spiaggia e una grande foresta, e decidono di accamparsi lì per la notte; purtroppo però Eustachio non è dello stesso avviso e decide di andare in esplorazione tenendo come punto di riferimento il galeone. Eustachio sbaglia però via e si ritrova in una vallata con una grande caverna e con un drago morente che spira proprio davanti all'acqua del lago. Ma Eustachio non ha mai letto i libri che leggono i fratelli e le sorelle Pevensie, perché li riteneva inutili e/o sbagliati, perché se l'avrebbe fatto avrebbe saputo che quando c'è un drago c'è di sicuro un tesoro (mi viene in mente Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien) perciò dopo un primo momento di stupore e dopo aver aspettato che il drago morisse, Eustachio si avvicina al tesoro e avido, si mette al braccio un bracciale che improvvisamente si stringe, e stanco, si addormenta sopra al tesoro. Al momento del suo risveglio, Eustachio crede di ritrovarsi davanti un drago ma soltanto in seguito capirà che è lui il drago che vede, agitato, decide di sorvolare la baia e riesce a vedere dove finisce l'isola e dove si trovano i suoi compagni - sconsolato, dormirà da solo; mentre tutti si danno da fare per cercarlo. Il giorno dopo Eustachio si fa vedere e cerca di comunicare, ma non ci riesce, non ci riesce nemmeno con la coda visto che sulla sabbia ogni volta o cancella lui quello che scrive con la coda o l'acqua del mare gli porta via le scritte. Il drago Eustachio si dimostra essere un buon compagno ed un buon amico, molto meglio di quando era umano e un esempio di questo suo migliorato carattere si ha quando nell'isola piove e lui accende il fuoco, oppure quando si porta sulla spalla i marinai per vedere quanto grande è l'isola o anche solo quando lui riscalda tutti con la sua presenza; ma tutti si chiedono come faranno a portarlo via quando se ne andranno. Eustachio sogna Aslan che gli dice di liberarsi dalla pelle del drago e dopo averla grattata via tre volte non ci riesce, perciò Aslan gli dà un graffione sulla schiena che gli fa un male terribile e poi lo butta nell'acqua di una fontana e lui, gracilino, ne esce e nel raccontare tutto ciò ad Edmund, è convinto che sia un sogno, ma Edmund ribadisce che non lo è e che lui ha davvero incontrato Aslan. Il braccialetto sul suo braccio si è allentato e se lo toglie, Eustachio lo porge a Caspian ma Caspian non lo vuole e lo dona a Lucy, e nemmeno lei lo vuole perciò alla fine lo lanciano in aria e il bracciale finisce sulla punta di una roccia altissima che non è possibile raggiungerla né dal basso né dall'alto. Caspian arriva alla conclusione che forse il drago che Eustachio ha visto morire era uno dei lord amici di suo padre e nomina quell'isola disabitata L'isola del Drago Mentre proseguono verso i Mari d'Oriente, improvvisamente il grande Serpente Marino che tutti volevano incontrare (non avrebbero dovuto desiderarlo, a parer mio) li attacca con l'intento di stritolare la nave e ingegnosa l'idea di Ripicì: spingere il serpente giù da poppa e prua dove si è legato, visto che non si riesce a sconfiggerlo attaccandolo e il suo piano si rivela infallibile perché funziona alla grande. La seconda isola sconosciuta e disabitata che incontrano è un'isoletta identica alla precedente, con l'unica differenza che ha un grande lago dentro al quale c'è un uomo d'oro massiccio al suo interno e terrorizzato, Edmund consiglia a tutti di non bere l'acqua dell'isola, perché anche solo avvicinandosi con le scarpe, le punte di queste ultime sono diventate d'oro massiccio molto pesante - e non dimentichiamo che per sbaglio Edmund ha fatto cadere l'asta di Caspian nel lago perché era diventata pesante e d'oro zecchino come l'uomo dentro l'acqua. Caspian decide di nominare quell'isola L'Isola dell'Acquadoro e dice che nessuno a Narnia dovrà raccontare di questa scoperta, nemmeno al suo fido Drinian... Per fortuna c'è Lucy che ferma la discussione tra Edmund e Caspian riportandoli alla ragione, infatti dice a tutti di andare via da quel posto e Ripicì, che ritiene l'isola un luogo maledetto dalla magia, propone di chiamarla L'Isola delle Acquemorte, titolo che le rimarrà per sempre. La prossima isola che incontreranno è un'isola (stranamente) abitata ma da esseri o creature che non si possono vedere e che stanno pianificando un attacco, che Lucy sente per caso e che corre subito a riferire a Caspian e a Drinian. Il problema è che sono rimasti degli uomini nella barca che di sicuro non prenderanno sul serio i loro compari visto che queste creature sono invisibili e pertanto invece che di una battaglia penseranno che stiano soltanto esercitandosi con le spade, Lucy decide perciò di negoziare con loro. Gli esseri invisibili non sono altro che Inettopodi, esseri che sono sempre d'accordo con il loro capo 'saggio come un libro stampato' ecc. i quali dicono loro che nella casa c'è un mago, invisibile anch'esso, che li ha resi brutti e loro, non resistendo a vivere una vita in tale bruttezza, hanno deciso di tornare visibili ma non vogliono farsi vedere dal mago perciò Lucy deve andare e fare questo per loro, altrimenti daranno guerra ai suoi amici. Lucy accetta. Quella sera stessa, gli Inettopodi fanno una festa e danno molto cibo ai marinai e a Caspian, Edmund e Lucy Lucy è apparentemente calma, ma fa ciò che si era riproposta di fare e siccome si ricorda che gli Inettopodi le avevano detto che il mago ha il passo felpato di un gatto che non si sente quando arriva, sta attenta e raggiunge la stanza dove c'è il libro degli incantesimi: solo il mago e una bambina leggendo insieme quell'incantesimo possono farli tornare normali. Leggere il libro del mago è una delle più belle esperienze di Lucy, che resta incantata dallo stile delle parole e dai disegni delle pagine e quasi si dimentica della sua missione, sfoglia un bel po' di pagine fino a quando non si ritrova davanti all'incantesimo che rende più belli di qualsiasi mortal sospiro e immagina di essere più bella di Susan (la quale è stata mandata negli USA proprio perché considerata la più bella dei Pevensie) e che i regnanti di Narnia e delle Terre vicine e delle Terre del Selvaggio Nord avrebbero dato ferro e fuoco a tutto pur di conquistare il suo cuore, ma la piccola resiste alla tentazione e va avanti. Lucy si ritrova davanti ad un incantesimo che le mostra cosa le persone pensano davvero di lei, e nel vedere che una sua amica dalla debole personalità si è lasciata sopraffare da un'altra più forte, pensa che non voglia esserle più amica e per questo le dà della voltagabbana. Infine trova una bellissima storia che non dimenticherà mai e una volta tornata nel mondo reale  equiparerà ogni storia che leggerà a quella, non riuscendo a fare un confronto degno di questo nome. Dopo tanto leggere alla fine giunge all'incantesimo che rende visibili le cose invisibili e non sapendo se funzioni o no, decide di uscire ma proprio in quel momento incontra Aslan, che la sgrida per essersela presa con la sua compagna di scuola, il quale la accompagna dal mago Coriakin, un suo vecchio amico. Coriakin non è il mago malvagio descritto dagli Inettopodi, e dice che lui ha reso un favore a loro rendendoli 'più brutti' come dicono loro perché distraendosi dal loro aspetto fisico ora sono più belli e più simpatici. Gli Inettopodi ringraziano Lucy ed infine, felici per essere tornati visibili, approvano il loro capo quando dicono che Monottopodi è il nome perfetto per loro, anche se non riescono mai a pronunciarlo nel modo giusto.  Quest'isola sarà nominata da Caspian L'Isola delle Voci. Naviga, naviga per il mare finalmente tranquillo, i nostri eroi si ritrovano improvvisamente davanti ad un massa scura di tenebre, ed è importante notare come da un lato del mare ci sia il sole e il mare sia azzurro mentre pochi metri più avanti ci siano le tenebre più oscure, lì sentono un uomo chiedere aiuto e su ordine di Caspian lo tirano su, lo sconosciuto dice che quell'isola è chiamata 'L'Isola dei sogni che si realizzano' ma non dei sogni belli, degli incubi peggiori chiunque. Di lì a poco, tutti cominciano a sentire delle strane voci, anche Caspian è terrorizzato e ordina ai marinai di fare indietro tutta e di abbandonare quell'isola, ma una forza sembra attirarla a sé - nel momento in cui sembra che tutto possa solo peggiorare, improvvisamente si ritrovano fuori da quell'oscurità, nel caldo sole e nel mare più limpido che abbiano visto. Lo sconosciuto non è altro che lord Rhoop (il lord di cui Caspian non riusciva mai a ricordare il nome) e racconta ai marinai e passeggeri la loro avventura. Ma intanto parliamo un po' di Eustachio, il quale merita una menzione particolare per svariati motivi: dopo essere tornato umano dopo la sua trasformazione in drago, il carattere di Eustachio è migliorato notevolmente, anche se di tanto in tanto aveva delle ricadute che lo rendevano insopportabile a tutti; ha molto più coraggio (pensate che quando il Serpemente Marino ha attaccato il veliero lui si è dato da fare colpendolo con una delle migliori spade di Caspian mandandola in frantumi, ma dimostrando in questo modo la sua lealtà.) e di sicuro ormai crede a ciò che raccontavano i suoi cugini su Narnia e su quel mondo magico. Lord Rhoop non dorme da quando è in quell'isola e nemmeno nella nave riesce a chiudere occhio. Il tempo in mare va migliorandosi sempre di più, e se prima i ragazzi dovevano coprirsi gli occhi quando dovevano guardare il sole, ora cominciano a non averne più bisogno, proprio come sentono di non avere più bisogno di bere e di mangiare sempre e iniziano a parlare a voce bassa (questo davvero non sono riuscita a spiegarmelo, forse parlavano piano man a mano che la luce del sole si intensificava perché si stavano avvicinando ad un luogo sacro e proprio per questo non bisognava parlare ad alta voce in esso), con queste premesse giungono all'Isola dei Tre Dormienti, in cui si ritrovano davanti ad un grande banchetto con seduti a tavola tre uomini apparentemente morti e dalle lunghe barbe che li legano alla tavola. Una bellissima ragazza giunge da loro, dicendogli che suo padre si prenderà cura di loro, perché sono arrivati al principio della Fine del Mondo. Il padre di questa ragazza senza nome (una stella, ad ogni modo) è una stella in pensione che si chiama Ramandu, il quale spiega loro che per liberare i tre dormienti dall'incantesimo bisogna che uno dei compagni di Caspian rimanga nell'Estremo Oriente e il resto del gruppo deve tornare indietro, Ripicì si offre naturalmente volontario dicendo che non abbandonerà quella impresa fino  a quando non vedrà con i suoi occhi ciò che la ninfa gli raccontava a Narnia: "Dove cielo e mar s'incontrano/dove le onde dolci s'infrangono/ o valoroso Ripicì non dubitare/ troverai tutto ciò che cerchi/ a Oriente al di là dal mare", Ramandu propone ai marinai e ai ragazzi di far rimanere lord Rhoop nell'isola, stando vicino ai tre dormienti subirà il loro oblio stando loro vicino e in questo modo potrà recuperare il sonno perduto in questi anni - questo perché lord Rhoop non aveva voluto scendere per nessuna ragione al mondo sull'isola. Caspian e i marinai attraversano l'ultimo mare prima della Fine del Mondo, un meraviglioso, limpido e puro mare dove vivono delle creature marine per niente amichevoli, che con il solo sguardo minacciano i nostri amici; Drinian dice a tutti i passeggeri di non guardare sul fondo del mare, perché quelle creature traggono in inganno e posso spingere le persone a cercare di raggiungerle in fondo all'acqua e morire per causa loro (un po' come le sirene, beh, precisando: le sirene di Harry Potter o dei Pirati dei Caraibi, non so se rendo l'idea), Ripicì cade in acqua e vede le creature, però si accorge che l'acqua è dolce ed è molto più entusiasto di questo che non delle creature che ha visto. Ripicì cita di nuovo ciò che gli ha detto la ninfa: "Dove cielo e mar s'incontrano/dove le onde dolci s'infrangono/ o valoroso Ripicì non dubitare/ troverai tutto ciò che cerchi/ a Oriente al di là dal mare" ed è ancora più deciso di prima a rimanere lì per sciogliere l'incantesimo dei tre dormienti. Il sole è diventato sempre più luminoso e l'acqua è davvero dolce e pesante, che i nostri protagonisti non sentono più il bisogno né di dormire né di mangiare, tutto ciò che basta loro è bere l'acqua che li sazia a volontà. Ah, e parlano sempre solo se necessario, non parlano nemmeno più a bassa voce. Dopo quest'ultima avventura, arrivano ad un tratto di mare completamente ricoperto da ninfee dolci e profumatissime, e Caspian dice di non poter fare a meno di quel profumo anche se a volte sente di non poterlo più sopportare. Ripicì saluta i protagonisti e rimane sulla barca, nessuno dopo la fine della loro avventura l'ha più visto, ma tutti sono sicuri che lui abbia vissuto o viva felice nella terra di Aslan. La cosa incredibile, prima delle fine di tutto il libro è che tutti i personaggi si trovano davanti prima ad un'onda d'acqua dalla quale possono vedere attraverso e poi un muro invisibile ma tangibile. Eustachio precisa che il loro mondo è rotondo, non piano come quello di Narnia e Caspian quasi se la prende con loro perché non glie l'hanno detto subito, in quanto non è una cosa così ovvia per un Narniano come invece lo è per un inglese. Caspian annuncia a tutti che non potrà fare il viaggio di ritorno con tutti, anche se aveva promesso alla figlia di Ramandu che l'avrebbe fatto, Lucy cerca di riportarlo alla ragione ricordandogli che anche lui è il figlio degli uomini e che avrebbe dovuto aspettarsi che prima o poi Aslan gli avrebbe detto che sarebbe tornato nel nostro mondo. Caspian ammette che non era pronto per una notizia del genere, ma decide comunque di tornare nell'Isola dei Tre Dormienti a salutare la figlia di Ramandu. In quel momento tutti si ritrovano su un'isola (dal nome sconosciuto) e mangiano e bevono come se non avessero mangiato e bevuto nulla per tanto tempo, il che è vero. Lucy e i ragazzi trovano un agnello che parla loro e che si trasforma in Aslan, il quale spiega loro il motivo della loro avventura: lui ci sarà sempre nell'altro mondo, anche se con un nome diverso e sotto forme diverse - era questo lo scopo del loro viaggio, capire che lui può esistere anche nel loro mondo. Edmund e Lucy non potranno tornare mai più a Narnia, nonostante lo desiderino ardentemente. Aslan apre loro una porta in cielo e fa tornare Edmund, Lucy ed Eustachio nel mondo reale, a Cambridge. Caspian si sposerà con la figlia di Ramandu e darà vita ad una grande e gloriosa stirpe. Invece per quanto riguarda Edmund, Lucy ed Eustachio, una volta tornati a Cambridge nessuno di loro sarà più lo stesso e di sicuro Eustachio non sarà lo stesso prima della sua grande avventura nei mari di Narnia e nei Mari d'Oriente: infatti sua madre Alberta dirà che è diventato noioso come tanti per colpa dei Pevensie.

Che bel libro, lettori...L'ho amato davvero tanto e ci sono rimasta male quando è finito in quel modo. Di sicuro la tecnica di Lewis nell'associare Aslan a Gesù Cristo ha funzionato alla grande, se non meglio ancora, in questo libro, in quanto è evidente il riferimento a Gesù Cristo nelle ultime due pagine di questo gran bel romanzo. Ci sono però delle cose che non mi sono chiare, dei riferimenti che sento di dover chiarire o per meglio dire, delle teorie che sento di dovervi esporre nel post successivo che arriverà fra qualche giorno.

Vi lascio con questo brano tratto dal libro che mi ha commosso:
"Per favore, agnello." disse Lucy: "è questa la strada per il regno di Aslan."
"Non per voi." rispose l'agnello: "Troverete la strada per il regno di Aslan nel vostro mondo."
"Cosa?" esclamò Edmund: "Anche nel nostro mondo c'è una strada che porta ad Aslan?"
"In ogni via esiste una via che conduce al mio regno." disse l'agnello. Mentre pronunciava queste parole, dal bianco color neve il suo manto si fece marrone, quasi rosso. L'agnello divenne sempre più grande, e a tratto comparve Aslan in persona, gigantesco sulle loro teste mentre dalla criniera piovevano raggi di luce.
"Aslan." lo pregò Lucy: "Puoi dirci come si fa a venire nel tuo regno passando per il nostro mondo?"
"Te lo dirò ogni volta che vorrai." rispose Aslan: "Ma non ti dirò quanto sia lunga o breve la via per arrivarci. Sappi che bisogna attraversare un fiume, ma non temere: io sono colui che costruisce il ponte. Ora venite con me, fra un attimo aprirò in cielo la porta che vi condurrà a casa."
"Aslan, per favore." insistette Lucy: "prima di andare, vuoi dirci quando torneremo a Narnia? Per favore, fai che succeda presto...Ti prego."
"Carissima Lucy." rispose Aslan con gentilezza: "Tu e i tuoi fratelli non farete più ritorno a Narnia."
"Oh, no, Aslan!" esclamarono contemporaneamente Edmund e Lucy, con voce affranta.
"Ormai siete troppo grandi." spiegò il leone: "E' arrivato il momento di avvicinarvi al vostro mondo."
"Sai, non è tanto per Narnia." singhiozzò Lucy: "E' perché non ti vedremo più...Laggiù non ti vedremo più...Come potremo fare a meno di te."
"Sì, che m'incontrerai, amica mia." disse Aslan.
"Siete..Siete anche nel nostro mondo, signore?" chiese Edmund. 
"Sì." spiegò Aslan: "Solo che laggiù ho un altro nome e dovrete imparare a conoscermi con quello. E' questo il motivo per cui siete stati mandati a Narnia: adesso sapete qualcosa di me, anche se non molto. Vi sarà molto più facile riconoscermi nel vostro mondo."
[...]

E questo dialogo fra Edmund ed Eustachio, nell'Isola del Drago:
"Credo che tu abbia incontrato Aslan." rispose Edmund.
"Aslan!" esclamò Eustachio: "Da quando siamo saliti a bordo del Veliero dell'Alba l'ho sentito nominare decine di volte. Non so perché, ma credevo di odiarlo. In quei giorni odiavo tutto e tutti. A proposito, credo di doverti fare.."
"Va bene, va bene." lo interruppe Edmund: "Detto fra noi, ti sei comportato meglio di quanto abbia fatto io durante il mio primo viaggio a Narnia. Tu sei stato solo un po' noioso, io ho tradito i miei compagni."

Giada

martedì, aprile 29, 2014

Il principe Caspian, C.S. Lewis

Buon pomeriggio, lettori e bloggers! Oggi vi voglio commentare il terzo libro della saga della Cronache di Narnia, ovvero "Il principe Caspian". Il libro è molto molto diverso dal film con quel figo di Ben Barnes, quindi penso che sia meglio raccontarvi bene la storia.



E' bene che sappiate che "Il principe Caspian" è un libro che ha luogo un anno dopo le avventure di Peter, Edmund, Susan e Lucy a Narnia, dove loro erano re e regine e Peter era il re Supremo. Peter, Edmund, Susan e Lucy si trovano nella stazione ferroviaria di Londra e si devono separare perché i ragazzi devono andare nella scuola maschile, che si trova molto distante dal collegio femminile delle due sorelle. Ma proprio mentre stanno aspettando il treno, palesemente in ritardo, una magia li trascina e li riporta in un luogo disabitato ed in mezzo al mare. In un primo momento, tutti sono felici di essere finiti in quel luogo assolato con l'acqua cristallina e passano un bel po' di tempo a giocare e a schizzarsi con l'acqua, ma poi comincia a venir loro sete ed è chiaro che non possano bere l'acqua del mare perché è salata - decidono perciò di percorrere tutta l'isola (perché è in un'isola che si trovano) per cercare un punto di confluenza da cui potrebbe sgorgare l'acqua, però non lo trovano e alla fine decidono di tornare indietro e di addentrarsi nella fitta foresta. Percorrere la foresta non è affatto facile, perché la vegetazione è molto intricata, però dopo molte fatiche e i piedi bagnati perché immersi nell'acqua alla fine riescono ad uscire e si trovano davanti ad un albero di mele profumatissime e decidono di coglierne un po' per mangiarle infine trovano un pozzo coperto da fogliame dentro al quale c'è della buonissima acqua fresca. Rinfrescati e sazi, decidono di cercare un posto dove ripararsi durante la notte e trovano davanti a sé le rovine di un palazzo e alla fine decidono di entrarvi. Nel palazzo Peter da ordini precisi: Susan va a cogliere le mele dagli alberi e prendere l'acqua per tutti insieme a Lucy, mentre Edmund e Peter vanno a prendere dei pezzi di legno per accendere un fuoco. Lucy confessa di avere una strana sensazione, come se ci fosse già stata in quel palazzo e anche Peter ammette di aver avuto la stessa sensazione. E così, grazie a Peter, i ragazzi si rendono conto che si trovano nelle rovine di Cair Paravel (o Casa di Aslan), il loro palazzo quando erano re e regine di Narnia e il fatto che sia tutto ciò l'hanno capito grazie ad una serie di cose: il meleto, che si trova nella stessa posizione nella quale loro avevano piantato quando regnavano a Narnia, il pozzo che si trova a sud proprio come il loro quando regnavano e le dimensioni del palazzo sono uguali a quello che secoli e secoli prima era il loro. Edmund però non capisce per quale motivo il palazzo sia ridotto così, in fondo sono andati via da Narnia soltanto un anno prima...Peter gli ricorda che a Narnia il tempo scorre molto più velocemente che nel mondo reale, che quando loro erano re e regine di Narnia erano diventati adulti e avevano alle spalle secoli e secoli di esperienze. A Lucy viene un'idea per provare che quello sia davvero il palazzo di Cair Paravel: trovare la stanza del tesoro, nascosta dietro una parete, così mentre Susan fa la lagnosa e la mammina (scusate, ma in questo libro Susan mi è diventata un po' antipatica) e dice loro di non aprire la parete, nessuno la ascolta e i suoi fratelli e la piccola Lucy la spingono a smettere di lamentarsi e ad aiutare, infine riescono ad entrare nella stanza del tesoro, una stanza ricca di oggetti preziosi che appartenevano loro. I fratelli e le sorelle prendono i loro doni: la spada e lo scudo di Peter, la boccetta di cristallo che contiene un liquido che fa guarire in fretta e la faretra, le frecce e l'arco di Susan. I bambini dormono sereni, dopo aver portato al piano di sopra i loro doni. Il mattino dopo, mentre vanno in cerca di qualcos'altro da mangiare che non siano mele, si imbattono in due loschi individui che vogliono uccidere un nano, Susan interviene e colpisce con una freccia quegli individui, più tardi scopriremo che erano Telmarini, i quali erano convinti che in quel luogo ci fossero dei fantasmi. Susan salva il nano, che rivela loro di essere un nemico pubblico e con un grandissimo flashback conosciamo la storia di principe Caspian, il legittimo erede al trono di Narnia, che gli è stato usurpato da re Miraz l'Usurpatore. Caspian Decimo è figlio del Nono Caspian e di sua moglie, i quali sono morti precocemente e per questo, Caspian è stato cresciuto da suo zio Miraz - il quale ha allontanato dal castello la vecchia nutrice di Caspian perché gli aveva raccontato della Vecchia Narnia, una Narnia delle leggende di cui Miraz ha chiaramente paura e come lui tutti i Telmarini. Caspian non ha mai provato amore o affetto per lo zio, e quando il suo tutore (che è il sostituto della sua vecchia nutrice) gli rivela delle grandi, grandissime cose sulla Vecchia Narnia lui si sente improvvisamente parte di quel magico e leggendario mondo e, inoltre, gli dice che lui non è un nano "puro" ma un nano dal sangue misto (per metà umano e per metà nano, per intenderci). I nani, come le altre creature magiche sono stati costretti a nascondersi e ancora adesso la Vecchia Narnia vive clandestinamente in angoli remoti del regno per sfuggire alle grinfie di Miraz, che non vuole credere che esistano ancora abitanti o animali della vecchia Narnia; scopriamo così che gli animali parlanti sono quasi del tutto spariti e che sono regrediti ad uno stadio primitivo animale, dimenticando la loro umanità, quelli che sono sopravvissuti, cioè i clandestini, come detto in precedenza, vivono segretamente in angoli remoti dove i Telmarini non andrebbero mai. Anche gli alberi non parlano più (okay, questo mi ha ricordato chiaramente la rivolta degli alberi ne "Il Signore degli Anelli: le due torri", quando gli alberi si ribellano al dominio di Sauron e vanno a combattere per riprendersi il loro territorio) e le naiadi, le driadi e gli altri spiriti del bosco dormono un sonno profondo perché gli uomini hanno tagliato tutti gli alberi e la loro vita, la loro vitalità si è sopita. Quando nasce il figlio di re Miraz e di sua moglie, il tutore sveglia Caspian nel bel mezzo della notte e gli dice che deve assolutamente scappare perché Miraz ha sempre ucciso tutti quelli che si mettevano fra lui e il trono sul quale voleva sedersi e siccome lui è l'erede al trono legittimo rischia la vita. Caspian fa ciò che lui gli dice ed insieme al cavallo scappa, finendo poi per cadere e farsi del male e ritrovarsi perciò in mezzo a tre nani (Briscola, Tartufello e Nikabik) e un tasso parlante. Gli animali parlanti si fidano di lui, ma i nani faticano a farlo, specialmente Nilkabrik, che lo tratta con diffidenza; non appena però il giovane ragazzo gli dice che è contro re Miraz i nani, gli animali e Caspian si alleano, ma il cavallo scappa. Il periodo in cui Caspian vive a stretto contatto con la natura incontaminata, lontano dagli sfarzi del castello e in mezzo a ciò che ha sempre sognato di incontrare: gli abitanti della Vecchia Narnia, la Narnia che viveva durante il periodo d'oro del regno del re Supremo Peter. Intanto Peter, Edmund, Susan e Lucy cercano un modo per uscire dall'isola e grazie a Briscola (o comunemente chiamato P.C.A. ovvero Piccolo Caro Amico) saltano sulla barca rubata a coloro che volevano uccidere Briscola ed insieme cercano di raggiungere il fortino nel quale si sta nascondendo Caspian insieme ad un folto numero di alleati (giganti, animali parlanti, il famosissimo topino Ripicì e il fratello Picirì). Caspian ha affrontato fino ad adesso le truppe di re Miraz malamente, nel senso che non è riuscito a sconfiggerlo e sul campo di battaglia è stato versato molto sangue dei suoi amici; perciò l'arrivo di re Peter è stato provvidenziale, ma in particolare per due motivi: Nikabrik aveva pensato di chiedere aiuto alle streghe e ai lupi mannari, ma i nani e gli altri abitanti di Narnia non volevano averi nulla a che fare perché erano gentaglia, e come seconda cosa, siccome quando Caspian ha suonato il corno magico di Susan (il suo dono mancava infatti dalla stanza del tesoro) non è successo nulla e Aslan non è arrivato ha deciso di riportare in vita la Strega Bianca, che aveva soggiogato Narnia con un'incantesimo gettandola in un inverno eterno (e dove non era mai Natale, sempre inverno e mai Natale), Peter e Briscola, dopo aver origliato alla porta la battaglia che è avvenuta in quella piccola sala (chiamiamola 'sala del consiglio') dove Peter si presenta come re Supremo. Ma facciamo un piccolo passo indietro, Briscola non credeva che i re e le regine dell'Antica Narnia esistessero veramente o che esistessero ancora, come non credeva che esistessero, o che il corno della regina Susan funzionasse veramente o che Aslan esistesse davvero...Ma Edmund ha deciso di sfidarlo a spada dimostrandogli così che lui è davvero Re Edmund il Giusto che governava Narnia, allo stesso modo Susan centra una mela lontanissima con una freccia e per non far star male il suo piccolo amico da' la colpa ad una folata di vento che è arrivata proprio quando lui stava per scoccare la freccia, infine il nano mostra la sua ferita di guerra a Lucy che lo cura..In questo modo lui ormai crede che le leggende che si raccontavano sull'Antica Narnia erano vere. Peter cerca di arrivare al castello di Miraz per affrontarlo, sconfiggerlo e ridare il trono al suo legittimo proprietario ma prima Peter e i suoi fratelli e le sue sorelle devono raggiungere il fortino e attraversano una gola profonda che secoli prima, mentre erano loro al potere era solo un fiumiciattolo, Peter arriva al Guado di Beruna dove ormai c'è solo un ponte, lì Lucy vede Aslan ma gli altri no, vicino ad esso tutti decidono di appartarsi per dormire. Ma la piccola Lucy non riesce a dormire, si alza e cerca di risvegliare gli alberi ma gli sembra che manchi qualcosa alla sua formula per il risveglio, infatti in fondo alla via scorge Aslan (ormai invecchiato) e gli si avvicina. Aslan dice a Lucy che deve svegliare tutti i suoi amici e digli che lui c'è anche se non lo vedono - è interessante come Aslan si manifesti all'inizio sempre e solo alla più piccola del gruppo, questo mi ricorda le apparizioni Mariane, infatti se non erro la Madonna si manifesta sempre ai bambini perché i bambini sono puri di cuore e per questo si manifesta loro - Lucy sveglia tutti e nessuno le crede, perciò Edmund ricorda loro che è stata Lucy a scoprire per prima Narnia un anno prima e che anche allora non le avevano creduto, perciò sarebbe il caso di crederle ora. Alla fine Susan, la più scettica, riesce a vedere Aslan e chiede scusa alla sorellina. Aslan guida la comitiva verso il fortino di Caspian e lì si incontrano e accade quanto vi ho raccontato prima. Peter e Caspian vogliono evitare una guerra, una battaglia, perciò Peter decide di mandare un messo con un messaggio da parte sua invitandolo a restituire il trono a Caspian altrimenti dovrà affrontare lui, il re Supremo in uno scontro. Re Miraz è deciso a non arrendersi, non vuole cedere, vuole continuare a dominare Narnia ma nel frattempo due del suo esercito cercano un modo per farlo fuori con un pretesto e lasciar cadere Narnia nell'anarchia, senza una guida che la governi. La cosa bella è che non appena entrati a Narnia Peter, Edmund, Susan e Lucy hanno recuperato la memoria dei bei tempo andati, delle battaglie vinte, delle magnifiche feste e i magnifici banchetti che si tenevano a Cair Paravel in compagnia di nani, naiadi, driadi e quant'altro e hanno recuperato anche le loro abilità (Edmund nel combattere con spada, Peter nel combattere con la spada e lo scudo e Susan, che però era già in grado di tirare con l'arco e le frecce, recuperare la sua straordinaria abilità resa più strabiliante dall'aria di Narnia). Miraz decide di affrontare Peter, e i due dell'esercito che volevano tradirlo, quando vedono che Miraz è a terra gridano al tradimento e comincia la guerra. A guerra finita, Caspian può governare tranquillamente Narnia ma scopriamo che lui non è originario di Narnia o di Telmar (i cui abitanti hanno paura delle foreste e dell'acqua) ma del mondo umano, in quanto i suoi antenati arrivarono su un'isola nel bel mezzo del mare e lì entrarono in contatto con le creature di quel posto e procrearono, per questo Caspian in quanto umano ha il diritto di sedere sul trono di Narnia a Cair Paravel. Aslan, Lucy e Susan liberano i cittadini di Narnia, e il leone restituisce la libertà e la vita a quelle persone che erano costretto entro limitati codici comportamentali/ di apparenza sotto la dittatura di Miraz e...Cosa molto più importante, fa tornare in vita la vecchia nutrice di Caspian che era sul punto di morte, con il suo alito della vita e risveglia gli spiriti della foresta, le naiadi, le driadi e le ninfe; inoltre Bacco torna in città e anche il Vecchio sopra l'Asino e in città il vino scorre a fiumi, un vino dolce molto profumato. I prigionieri di guerra, per la maggior parte Telmarini, sono intimoriti da Aslan; il quale propone loro di andare attraverso una porta trasparente e di tornare nella loro isola originaria, alcuni preferiscono attraversare quella porta, altri preferiscono rimanere. Il topino Ripicì ha combattuto valorosamente durante la guerra ed è rimasto senza coda e siccome è un topo parlante la coda è la sola dignità che gli rimane affinché le persone lo prendano sul serio. I topini alleati di Ripicì dicono che se lui non ha la coda (alla quale il magico intruglio di Lucy non ha fatto effetto) anche loro si taglieranno la coda per non lasciarlo solo. Aslan fa ricrescere la coda a Ripicì, il quale riacquista l'equilibrio che senza la coda non aveva. In seguito, Aslan parlerà in privato con Susan e Peter, i quali sono troppo vecchi ormai per Narnia e non vi potranno più entrare; mentre ciò sarà permesso invece ad Edmund e Lucy. I topini vorrebbero attraversare la porta per dimostrare ai prigionieri di guerra che non c'è niente di pericoloso al di là di essa, ma Aslan li avvisa che in quell'altro mondo sarebbero trattati come fenomeni da baraccone, Peter dice ai suoi fratelli e alle sue sorelle che è arrivato il momento di andare e porge loro i loro vecchi abiti (una cosa importante che non vi ho detto è che mentre esploravano le rovine di Cair Paravel, Edmund aveva usato la sua torcia ed aveva sempre fame, tratto che rimanda costantemente a ciò che era il suo peccato originale: l'ingordigia) ed insieme tornano a Londra. Lì Edmund si ricorda di aver lasciato a Narnia la sua pila.

Ho amato molto questo libro per l'introduzione del personaggio di Caspian e per le analogie con Amleto, in cui io rivedo il personaggio di Claudio, lo zio di Amleto, che ha ucciso re Amleto e che progetta di uccidere pure lui per ottenere il trono e governare il regno al posto suo in re Miraz, il quale ha ucciso il fratello e la moglie. L'unica differenza qui è che re Miraz non si risposa ma ha un figlio suo da sua moglie e che vuole uccidere Caspian affinché il trono appartenga a suo figlio e non a Caspian.

Bene, vi lascio con una citazione de "Il principe Caspian":
"Ecco il peggior difetto delle ragazze." rimarcò Edmund ad uso e costumo di Peter e del nano "non riescono a ficcarsi in testa una mappa o una bella cartina"
"Perché le nostre teste sono troppo piene, caro Edmund." ribatté Lucy per le rime.

Giada

martedì, aprile 22, 2014

Il cavallo e il ragazzo, C.S. Lewis (seconda parte)

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Con oggi si conclude il mio commento su "Il cavallo e il ragazzo" di C.S. Lewis, e siccome non ho trovato fonti utili per concludere tutto ciò, dovrete avvalervi della mia opinione.

CREDENZE CRISTIANE
Il romanzo è permeato di riferimenti alla cristianità, primo fra tutti quello del leone Aslan che viene rappresentato come un potente leone nel quale si rivede il personaggio biblico di Gesù Cristo. Lui è figlio dell'Imperatore al di là del Mare ed è sempre lui che dirige il percorso di Shasta, anche prima che quest'ultimo realizzi che Aslan lo fa con uno scopo preciso, come: rincorrere Aravis e Uinni appena scappate dal palazzo del padre di lei per farle incontrare con Shasta e Bri, salvare la vita di Shasta dopo il naufragio in mare dei suoi rapitori e spingerlo verso la casa del rozzo pescatore Arshish, graffiare la schiena di Aravis come punizione per aver dato del sonnifero alla sua serva la quale è stata punita per causa sua e punire il perfido Rabadash trasformandolo in un asino (o come viene scritto nel libro, in un Asino).

I RUOLI AUTORITARI
Per quanto riguarda i ruoli autoritari, il padre adottivo di Shasta, Arshish  lo costringe a lavori eccessivi e lo picchia quando è di cattivo umore. Arshish finge di opporsi alla vendita di suo figlio durante la visita del Tarkaan, ma lui in realtà sta solo cercando di contrattarlo per un prezzo più alto (le famose sette e quindici mezzelune). Shasta è felice quando viene a sapere che non è figlio di Arshish perché sa che un figlio amerebbe suo padre, ma lui non lo fa. Si è sempre sentito in colpa per non aver mai amato Arshish.

Bri è l'autorità che agisce su Shasta e agisce come suo mentore. Bri alterna momenti in cui è duro con Shasta a quelli in cui è gentile con lui. Lui prende in giro Shasta per il suo modo di cavalcare e gli dice che si siede sulla sella come un sacco di patate, ma lo dice senza cattiveria. Bri è lo stratega autore della loro fuga e la guida durante il loro viaggio. Lui è preoccupato della sua dignità e di cosa gli altri cavalli parlanti potrebbero dire di lui.

Aravis dice che la sua matrigna la odia. La matrigna organizza ad Aravis un fidanzamento con Ahosta Tarkaan, un uomo vecchio per niente attraente. Suo padre accetta la coppia e viene facilmente ingannato quando Aravis decide di scappare.

Re Edmund colpisce Shasta quando lo vede per la prima volta, ma la narrazione subito precisa che lo schiaffo non era stato fatto per fare del male a Shasta. Re Edmund crede che Shasta sia il principe Corin, un giovane fuggiasco che spaventa le guardie scomparendo nella città straniera di Tashbaan. Shasta sta in silenzio mentre re Edmund lo corregge per le sue malefatte, mentre Shasta ammira il re. Shasta desidera di aver potuto fargli una migliore impressione. Re Edmung è preoccupato dal fatto che sua sorella la regina Susan sarà costretta ad un matrimonio con il principe Rabadash di Calormen. Re Edmund combatte coraggiosamente e dimostra cortesia, educazione nei confronti dei suoi nemici ed è paziente con il principe Corin.

La regina Susan è profondamente preoccupata per l'assenza del principe Corin e veniamo a sapere dalla narrazione che era stata molto vicino a lui dopo la morte di sua madre. Lei ascolta il saggio consiglio di suo fratello e riconosce che la sua storia con il Principe Rabadash è imprudente dopo aver visto il suo crudele comportamento.

Il signor Tumnus, il fauno, interpreta il silenzio di Shasta come un segno di stanchezza e gentilmente si raccomanda che il ragazzo riposi e si rinfreschi. Lui gli racconta storie per intrattenerlo ed incoraggiarlo e gli porta un pasto completo. Shasta si affeziona immediatamente ai Narniani adulti. Lui li rispetta, ma decide di non dire loro la verità su sé stesso perché la sua educazione con Arshish lo ha convinto che confidandosi con gli adulti porta sempre ad una perdita di divertimento o di libertà. Il principe Corin è scioccato all'idea di mantenere segreta la verità agli adulti.

Il principe Rabadash offende suo padre, il Tisroc di Calomen. Quando le persone si riferiscono ai loro genitori, si suppone che loro dicano sempre "O padre mio" o "O delizia dei miei occhi", ma Rabadash salta la frase per fargli sapere che è arrabbiato. Lui dà a Tisroc del codardo. Tisroc incoraggia  l'immotivato attacco di Rabadash alla Terra di Archen e Narnia. Lui privatamente pianifica di rinnegarlo se il suo attacco fallisce.

L'Eremita della Via del Sud (così scritto nella traduzione del libro che ho) è un uomo gentile. Lui dà a Shasta istruzioni vitali, e lui si preoccupa per Bri e Uinni che pendono dalle labbra di Aravis. Lui la chiama "figlia Aravis" e lei lo chiama "padre". Il principe Corin combatte nella battaglia contro Rabadash contro gli ordini di Re Edmund. Re Luni è un padre amorevole di Principe Corin e più tardi di Shasta (Principe Cor).

ALTRE FEDI O SISTEMI DI PENSIERO/CREDO RELIGIOSI
Arshish dice che gli dei ricompensano quelli che si prendono cura dei poveri. Il re di Calormen, Tisroc, è considerato come una divinità minore. Il suo nome non può essere menzionato senza aggiungere la frase "possa egli vivere in eterno" perché loro non sono Narniani e solo gli schiavi e i giullari parlano con ammirazione di Tisroc. Quando Shasta scopre che non è il figlio di Arshish, lui entusiasticamente pensa di essere il figlio di un dio.

Aravis dice che la sua famiglia discende dal dio Tash e spera che la pace degli dei dimori su sua madre. Mentre racconta la sua storia, Aravis giura per gli dèi di Carlomen e brevemente si appella a loro. Lei ha mentito a suo padre dicendogli che sarebbe andata a svolgere dei riti sacri per la dea delle promesse spose, ma lei scappa dalla sua casa senza farlo.

Bri suggerisce che se lui, Shasta, Aravis e Uinni si separano in Tashbaan, loro si possono incontrare alle Tombe degli Antichi Re che si trovano al di fuori della città. Lui dice che nessun Calormeniano li disturberebbe perché tutti credono che ci siano ghoul che infestino le tombe. Aravis e Shasta pensano che le tombe siano infestate, anche se loro dichiarano l'opposto.

Il tempio di Tash è un punto di riferimento/un monumento conosciuto in Tashbaan. Rabadash attacca la Terra di Archen nel nome di Tash, e molti altri personaggi menzionano Tash o tutti gli dei Calormeniani come un gruppo unico.

Il signor Tumnus è una mitologica creatura con la parte superiore del corpo di un umano e le gambe di una capra.

Quando Shasta crede di essere sul punto di morire, lui si chiede cosa succeda alle persone dopo la morte. E rivolge alcuni pensieri agli stregoni e ai demoni che abitano Narnia, che è soggetta ad un eterno magico
inverno, il che era vero durante il regno della Strega Bianca.

Aravis dice che è sono stati fortunati che il leone che li ha attaccati non le ha fatto molto male, peggio di quanto non credesse, ma l'Eremita della Via del Sud le dice che lui non crede nella fortuna. Quando Shasta nacque, un centauro profetizzò che lui avrebbe salvato la Terra di Archen dal più grande pericolo che questa Terra abbia mai conosciuto. E così lui ha fatto, Shasta (Cor) ha salvato la Terra di Archen.

PROFANITA' E SCENE DI VIOLENZA
Bri era un cavallo da guerra, un destriero, ma lui non vorrà raccontare a Shasta troppe storie di battaglie perché lui non è orgoglioso di aver combattuto nelle guerre di Tisroc come uno schiavo. Lui dice che lui sarebbe felice di combattere nelle battaglie di Narnia in futuro.La testa di una persona sarà tagliata nella battaglia fra i soldati di Rabadash e le armate di Narnia e della Terra di Archen.

Queer (strano, bizzarro, curioso, stravagante e nell'accezione volgare del termine significa anche gay od omosessuale) è usato per denotare qualcosa di inusuale mentre gay è usato alcune volte per riferirsi a qualcosa di gioioso o dai colori vivaci. A*** è usato per riferirsi a Rabadash nella forma di Asino.

BACI/SESSO/OMOSESSUALITA'
Il principe Rabadash è chiamato l'innamorato della regina Susan, ma nessun contatto intimo è sottointeso e il termine usato sembra essere usato solo nella corte. Re Edmund crede che il principe Rabadash costringerà la regina Susan ad essere sua moglie o sua schiava. Edmund nota che vivere con Rabadash al di fuori del matrimonio sarebbe un destino molto peggiore per sua sorella. Prima di attaccare la Terra di Archen il principe Rabadash dice che ai suoi soldati che gli permette di prendere come prigioniere delle donne e renderle di loro proprietà.

NOTE
Rubare: Shasta è preoccupato circa l'usare denaro rubato dal precedente padrone di Bri. Bri dice che loro non devono rubare ma razionalizza tutto ciò dicendo che dato che sono prigionieri nella terra del nemico, tutto ciò che loro prendono come aiuto durante il loro viaggio conta come il bottino di guerra. Più tardi, quando Shasta deve rubare cibo dalle fattorie, Bri lo chiama "scorrerie". E anche, sebbene Shasta e Bri scappino via insieme, Shasta sa che se lui fosse catturato, lui verrebbe impiccato come un ladro di cavalli.

Alcol: Aravis da alla sua serve del vino con della droga dentro per farla addormentare. Shasta riceve del vino con il suo pasto. Le guardie arrestano il Principe Corin, il quale regala loro del vino per pacificarsi con loro. Corin scappa dalle guardie dopo che questi ultimi sono svenuti dal troppo bere.

Fumare: Due nani fumano pipe.

Suicidio: Aravis decide di commettere suicidio trafiggendo il proprio cuore con un pugnale, in questo modo lei non avrebbe dovuto sposare un uomo vecchio, brutto e immorale. Uinni ferma Aravis prima che lei possa ferire sé stessa.

Con questo concludo definitivamente la cronaca "Il cavallo e il ragazzo" e vi lascio con una citazione tratta da questo stupendo romanzo: "Una delle cose peggiori che derivano dall'essere schiavi e costretti a fare le cose contro la propria volontà, è il fatto che quando non c'è più nessuno a costringerti ti manca persino la forza di obbligarti a fare qualcosa da solo". Il narratore.

Giada

lunedì, aprile 21, 2014

Il cavallo e il ragazzo, C.S. Lewis (prima parte)

Buona sera, bloggers e lettori! Finalmente ho finito di leggere questo romanzo breve molto bello e molto interessante, il quale è una sorta di storia minore parallela alla storia principale (come quelle che scrivo io, parallele alla storia principale della mia saga).


Questa storia ha luogo durante il periodo d'oro del regno del re Supremo di Narnia Peter e ha per protagonista Shasta, un ragazzo di umili origini adottato da un rozzo pescatore di nome Arshish che lo fa lavorare giorno e notte per un salario misero e il quale gli dà come cibo ogni giorno solo un tozzo di pane. Shasta vive vicino al mare, ma ha sempre desiderato vedere cosa c'è nel mondo oltre quella distesa d'acqua e se è possibile vivere una vita diversa dalla sua. Lentamente, il lettore onnisciente ci racconta le emozioni di questo ragazzino e scopriamo che quest'ultimo vive in una delle terre più lontane di Calormen, un regno governato da Rabadash, uno spietato dittatore che tiranneggia sui suoi pari con violenze e punizioni corporali di ogni tipo, accecato dal desiderio di salire al trono e con una sete di potere insaziabile, la quale è tale perché è l'ultimo di tanti fratelli. Un giorno nella casa del pescatore si presenta un tarkaan, un nobile e ricco signore di Calormen, che vuole comprare Shasta per sette mezzelune (questa è la moneta che si usa nel mondo magico di Lewis) e il padre adottivo di Shasta si perde in tantissimi giri di parole e un sacco di citazioni dai grandi poeti del passato, fino a quando i due arrivano ad un accordo sul prezzo del ragazzo e l'uomo invita il tarkaan a dormire nella sua umile dimora. Sentendo il pescatore raccontare come l'ha trovato, il ragazzo si immagina ricchezze di ogni tipo e sogna una vita migliore, infatti Shasta non è figlio suo ma l'ha salvato dopo che una tempesta in mare aveva fatto morire le persone che erano in barca con lui; riflettendo Shasta si avvicina al cavallo e si augura che questo possa parlare perché non sa cosa fare e spera che parlando con un animale - il quale sembra palesemente un comune cavallo - possa aiutarlo nel prendere la giusta decisione, o magari una sola decisione che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. Ma...Ecco che il cavallo parla! Shasta non era preparato per una sorpresa del genere e crede d'essersi immaginato ogni cosa, ma il cavallo Brindodondandodà gli risponde e gli dice che lui sa parlare e che il suo padrone è un ragazzo cattivo che lo tratta male e che probabilmente renderà lui schiavo se non scappa al più presto. Shasta e Bri decidono di scappare insieme e dopo che il ragazzo ha preso la sella e il resto dell'attrezzatura gli insegna a cavalcare. Le prime ore di cavalcata si rivelano durissime per Shasta che ha male alle gambe e Bri, preoccupato per lui, lo fa scendere e si rotola nell'erba, Shasta gli dice che è buffo e il cavallo se la prende con lui perché vuole avere un atteggiamento rispettabile e un modo di fare impeccabile quando tornerà a Narnia, non vuole assomigliare ai comuni cavalli muti. Scopriamo così la storia di Bri: Bri è un animale parlante proveniente dal regno di Narnia, una terra rigogliosa, bella e pacifica governata dal re Supremo Peter e dal re Edmund insieme alle loro sorelle Susan e Lucy, ma che è stato rapito quando era solo un puledrino e si è guadagnato il rispetto degli umani facendo ciò che gli dicevano di fare, e soprattutto non parlando, comportandosi come un animale muto e stupido come sono tutti i comuni animali della terra; ma in realtà lui è uno dei più valorosi destrieri di quel magico mondo. Bri ne parla con nostalgia e insieme a Shasta decide puntare verso Nord, verso Narnia; ma c'è un dettaglio particolare che devo assolutamente raccontarvi: nel titolo originale, in inglese, non è scritto "The horse and the boy" come probabilmente molti avranno notato, andando in internet ma "The horse and his boy" questo perché secondo Bri sono gli umani che appartengono ai cavalli e non il contrario. Il viaggio si rivela abbastanza duro all'inizio sia per Bri che per Shasta, ed è importante notare l'uso ricorrente da parte di Bri di "verso il Nord e verso Narnia" e di come Bri ipotizzi che nel sangue di Shasta scorra sangue del Nord, perché lui ha sempre provato questo ardente desiderio di andare verso Nord. In questo modo, capiamo che Narnia si trova a Nord. Ma durante il viaggio Shasta e Bri vengono inseguiti da dei leoni (o così sembra, stando alla descrizione delle loro emozioni e dei loro pensieri) e in questo modo incontrano Aravis, una nobile tarkana promessa sposa ad un ricchissimo uomo, il gran visir, che lei non ama, Ahosta tarkaan, e Uinni, una giovane cavalla parlante, anch'essa proveniente da Narnia e rapita quando era solo una piccola puledrina. Dopo una serie di discussioni fra l'ignorante ma buono Shasta e l'altezzosa (questa è la prima impressione che si ha di lei) Aravis decidono di proseguire insieme il cammino verso Nord. In un primo momento sembra che solo Aravis e Bri leghino fra loro, in quanto c'è un'antipatia palpabile fra lei e e Shasta, e in una di queste chiacchierate viene nominato per la prima volta "re Luni di Anvard". Shasta si sente tagliato fuori e sente la mancanza delle cavalcate e dei momenti passati da solo con Bri. Un giorno, Bri invita la giovane tarkaana a raccontare la sua storia: scopriamo così che discende da una nobile famiglia: "Mi chiamo Aravis tarkaana e sono l'unica figlia di Kdrash tarkaan, figlio di Rishti tarkaan, figlio di Ilsombreh Tisroc, figlio di Ardeeb Tisroc, discendente in linea diretta del dio Tash. Mio padre è il signore della provincia di Calavar, ed è uno dei pochi che abbia il diritto di rimanere in piedi e con le scarpe al corpsetto di Tisroc (possa egli vivere in eterno). Mia madre - che gli déi proteggano il suo sonno - è morta e mio padre si è risposato. Uno dei miei fratelli è caduto in battaglia contro i ribelli del lontano Ovest, l'altro è ancora bambino. La moglie di mio padre, mia matrigna, mi odia fino al punto di non sopportare che io viva a palazzo, perché faccio ombra ai suoi occhi e la nascondo la luce del sole. Così è riuscita a convincere mio padre a promettermi in sposa ad  Ahosta tarkaan." Lo stile di Lewis in questo passo ricorda molto quello di Tolkien quando elenca le origini del Re della Terra di Mezzo e rimanda senza dubbio alle saghe nordiche della mitologia norrena, nei quali gli scrittori originali si riferivano in questo modo ai loro avi. Aravis è una ragazza forte e ha deciso di sottrarsi al volere del padre scappando di casa, uno dei bellissimi palazzi di Tashbaan e per farlo decide di fingere di andare tre giorni a compiere dei sacrifici in un luogo sacro accompagnata da una sua serva fidata e la notte della fatidica sera, di darle un intruglio che la addormenterà. Ma prima di arrivare a Narnia, il gruppo deve attraversare Tashbaan, luogo nel quale Aravis è molto conosciuta e nel quale ha un'amica oca molto stupida chiamata Lasaralin, le Tombe degli Antichi Re (che si trovano fra il deserto e le montagne), il Grande Deserto Centrale ed infine Narnia. Ma per attraversare Tashbaan devono travestirsi da gente povera, nascondere la cotta di maglia e la scimitarra di Aravis e trascinare il destriero Bri e la cavalla Uinni come se fossero dei normalissimi cavalli, e per questo motivo decidono di sfilacciare loro la coda, cosa che costerà tantissimo a Bri che si preoccupa di quale sarà il suo aspetto una volta raggiunta Narnia, si preoccupa di cosa diranno di loro i Narniani e i suoi amici animali, ma per la causa decide di compiere ugualmente questo grandissimi sacrificio e perciò di sacrificare il suo fiero aspetto per una causa nobile. Siccome c'è un corteo a Tashbaan, un corteo nel quale sfilano re Edmund, la regina Susan, mastro Tumnus e Peridan. La regina Susan si trova a Tashbaan perché il prinicipe Rabadash, uno dei tantissimi figli di Tisroc (il famoso Tisroc al quale veniva augurato di vivere in eterno continuamente) e quando vede Shasta scoppia a piangere e improvvisamente uno delle tante persone presenti al corteo gli dà uno schiaffo dandogli dello "scavezzacollo", e tutti lo chiamano "principe Corin; quest'ultimo viene poi portato dai Narniani nel castello che Rabadash ha disposto per loro, Shasta è pallido in volto per svariati motivi, il primo fra tutti è perché non ha mangiato molto e il secondo senza dubbio dipende dal fatto che non se l'aspettava di venire scambiato per questo Corin e spera di uscire da questo impiccio. Rabadash vuole sposare a tutti i costi "quella barbara" di Susan, ma lei non vuole e si oppone con tutte le forze al suo volere; stare per qualche settimana nei palazzi di Rabadash ha fatto capire a tutti come lui sia buono solo di facciata e che non lo è in realtà, in quanto in privato tiranneggia i suoi simili facendo anche loro del male, il problema si pone quando Susan rifiuterà apertamente il principe, il quale per vendetta considererà tutti loro dei prigionieri e loro non potranno più scappare da Tashbaan, mastro Tumnus in poco tempo organizza un piano perfetto: Edmund dirà a Rabadash che sia lui che Susan e il resto della sua gente dovranno partire con lo Splendido Splendente (il galeone) per andare a sconfiggere i giganti cattivi in una terra lontana, e invece di andare in quella terra, loro torneranno nella loro amata Narnia e nel loro castello di Cair Paravel. Okay, devo dirvelo, quando ho letto Splendido Splendente a me è venuta in mente la pubblicità che facevano su un caffè che si chiama più o meno così, una pubblicità che risale addirittura alla mia infanzia! A volte la mia memoria mi sorprende! In quel momento però, Peridian svela anche un sentiero segreto per arrivare a Narnia che passa per le Tombe degli Antichi re e per il Grande Deserto e si trova in un punto talmente piccolo che se ci si passa non ci si rende nemmeno conto del passaggio che si è attraversato, Shasta tiene bene a mente tutto ciò per riferirlo ai suoi amici. Quando tutti i Narniani se ne sono andati, Shasta apre gli occhi e si ritrova davanti alla sua copia perfetta, il suo sosia Corin, il famoso principe Corin che tutti stavano cercando, il quale era andato a picchiare chiunque offendesse la regina Susan o il suo onore. Shasta, Bri, Uinni e Aravis erano d'accordo di incontrarsi alle Tombe degli Antichi re, teatro delle manifestazioni di esseri demoniaci chiamati ghoul e il primo a raggiungere le Tombe è proprio Shasta. Shasta resta chiuso fuori dalla città e una volta raggiunte le Tombe decide di aspettare lì i suoi amici nel timore che questi fantomatici ghoul si manifestino, e lì incontra un gattino che sembra aver familiarità con quel luogo tetro che gli fa compagnia durante la notte e lo salva con il calore del suo corpo, ma quando lui gli racconta che una volta ha tirato sassate ad un gatto, il gatto prima lo graffia sulla schiena e poi se ne va e Shasta rimane completamente solo. Dopo il passaggio dei Narniani segue quello di Lasaralin, l'amica stupida di Aravis e lei attira la sua attenzione e sale nella lettiga con lei, nascondendovisi perché pochi secondi prima aveva visto il suo promesso sposo. Lasaralin si è appena sposata con un ricco tarkaan e si stupisce nel vedere la sua amica vestita come una mendicante, Aravis salta nella lettiga e la prega di non dire niente della sua presenza nel palazzo in cui vive e di aiutarla a trovare un modo per uscire da Tashbaan. Lasaralin si perde per un sacco di tempo in chiacchiere inutili e frivole che infastidiscono tantissimo Aravis, la quale alla fine a forza di insistere riesce finalmente a farsi dire dov'è questo posto (che altro non è che un vecchio palazzo di Tisroc nel quale non entra più nemmeno la servitù e che Lasaralin fortunatamente conosce) ma quando riescono ad entrarvi nel vecchio palazzo entra anche Tisroc con suo figlio Rabadash, il quale altro non è che un servitore di suo padre e che è disposto a morire per ottenere il potere che tanto brama, e non riuscendo a far sua Susan "la regina dei barbari" decide di conquistare Anvar con la forza e da lì entrare a Narnia e conquistare Cair Paravel soggiogando in questo modo Susan e il regno di Narnia. Rabadash viene picchiato da suo padre, che dice al servo che non si preoccupa se suo figlio morirà, d'altronde ce ne ha tanti e molti sono morti proprio per il desiderio di conquistare il trono quando morirà, ma siccome non è ancora morto tutti devono augurargli vita eterna. Aravis ringrazia Lasaralin per il suo aiuto e le augura ogni felicità nel suo bellissimo palazzo, e le dice che quella vita non fa per lei, dato che non può e non vuole venire soggiogata ad un uomo che non ama neanche minimamente. Gli amici si incontrano alle Tombe degli Antichi Re e da lì tutti continuano il lungo e duro viaggio attraverso il Grande Deserto e insieme trovano la via che re Edmund e il fauno avevano consigliato loro di prendere per arrivare prima di Rabadash ad Anvard, proprio mentre sono usciti dal Grande Deserto, un grosso leone sbuca fuori dal nulla e graffia la schiena ad Aravis, la quale perde molto sangue e viene soccorsa da l'Eremita della Via del Sud, un uomo saggio che vede il futuro in uno stagno e che soccorre subito Aravis ed ordina a Shasta di avvertire subito re Luni dell'imminente arrivo dell'esercito di duecento uomini di Rabadash. Shasta corre a più non posso e proprio mentre è quasi arrivato giunge ad un bivio e non sapendo che strada percorrere sente il rumore degli zoccoli dei cavalli di Rabadash e poi vede questo famigerato uomo di persona, Shasta è nascosto fra i cespugli, organizzarsi per prendere Anvar, Narnia e Cair Paravel poi vede che prendono la strada di destra invece di quella di sinistra e lui decide di prendere la strada più lunga, ovvero quella sinistra anche se la allunga molto di più il percorso e che dà su un profondo burrone - lì, proprio in quel punto Shasta sente qualcosa, che lui chiama "La Cosa" alitargli alito caldo addosso (lo stesso alito con il quale Aslan libera ne "Il leone, la strega e l'armadio" le creature di Narnia dall'incantesimo che rende le persone di pietra della Strega Bianca) che lo tiene al sicuro e si mette fra lui e il burrone. Shasta raggiunge finalmente Anvard e avverte re Luni dell'imminente arrivo delle truppe di Rabadash e il re lo abbraccia con affetto facendogli capire che è molto felice di vedere, ma Shasta continua a non capire per quale motivo il re sia così felice e con lui lo siano tutti i suoi sudditi. Shasta combatte al fianco di re Luni e di quello che non sa essere il suo fratello gemello nella grande battaglia contro l'esercito di Rabadash e Anvard esce vittoriosa da quella guerra, costringendo catturando il perfido Rabadash. La cosa strana che ho notato è che mentre nel primo libro, ovvero "Il leone, la strega e l'armadio" nessuno aveva paura dei leoni, qui Shasta, Bri, Uinni e anche Aravis hanno paura dei leoni, questo però è da ricercarsi nelle antiche fobie che gli anziani tramandavano ai giovani, che hanno sempre detto loro che a Narnia c'era un demone sotto forma di leone, cose non vere ma che non spiegano per quale motivo Bri abbia tanta paura dei leoni o di Aslan il leone in generale. Bri, Uinni e Aravis, ormai guarita, restano ancora per qualche tempo nella casa dell'Eremita della Via del Sud e in quel breve periodo Bri capisce di aver peccato d'orgoglio e grazie all'Eremita di rende conto di non essere un grande destriero ma di essere solo un cavallo normale come tutti gli altri. Alla porta dell'Eremita giunge Shasta completamente vestito nuovo e alla fine scopriamo che Shasta non è altri che il fratello gemello di Corin, e cioè Cor. Aravis gli chiede scusa per il suo comportamento e gli fa i complimenti per essere tornato indietro a salvarla quando il leone l'ha graffiata sulla schiena quella volta, infatti Cor è molto coraggioso e da adulto sarà ricordato proprio per quello mentre suo fratello gemello Corin è il più bravo a tirare pugni e una volta sconfisse un orso che aveva perso diciamo il suo lato "umano" in favore di quello "primitivo". Così Cor (Shasta) ha trovato una nuova famiglia che gli vuole molto bene e che l'ha cercato in lungo e in largo, ha combattuto per lui quando una perfida spia di corte, passata dalla parte del nemico (Tisroc) aveva aiutato quest'ultimo a rapire Cor e mentre re Luni ha dato vita ad una battaglia a mare aperto per riprendersi suo figlio, la spia è riuscita a metterlo su una barca e l'ha lasciato scorrere su di essa nella Freccia Sinuosa mentre un valoroso cavaliere morì per salvarlo. Quando era piccolo, la profezia di un centauro disse che Cor avrebbe salvato la Terra di Archen da un grande pericolo e così è stato. Cor presenta suo padre Aravis e gli chiede se può vivere con loro visto che è scappata dalla sua terra, il padre acconsente e vivranno insieme andando d'accordo e litigando di tanto in tanto e alla fine si sposeranno e avranno un valoroso figlio. Ma che cosa ne è stato di Rabadash? Dopo la fine della battaglia tutti, re Luni incluso, volevano ucciderlo, la regina Lucy voleva dargli un'altra possibilità ed Edmund anche (e questa frase mi ha colpito il cuore) perché lui ha conosciuto un traditore e anche i traditori possono redimersi. Alla fine Aslan arriva e lo punisce nel migliore dei modi: gli dice che ora è diventato un umano e che se vuole ritornare nella sua forma originaria deve andare nel tempio di Tash (dea o dio al quale tutti nel libro fanno riferimento ed invocano nel momento di maggiore bisogno) al quale ha consacrato la sua promessa alla festa dell'autunno ma se andrà oltre questo tempio per quindici chilometri l'incantesimo sarà irreversibile e rimarrà un asino per tutta la vita. Questa punizione servirà a Rabadash per diventare un sovrano migliore e più buono e infatti dopo la morte di Tisroc, quando salirà al trono, verrà ricordato inizialmente come "Rabadash il Pacifico" e in seguito come "Rabadash il Ridicolo". Dunque, vi ho già detto che Aravis e Cor si sposeranno...Mi resta solo da dirvi che anche Uinni e Bri staranno insieme ma non si sposeranno e non faranno figli (il perché non lo so, ma cercherò qualche saggio). Ah, dimenticavo, Lucy racconterà a tutti il giorno della festa ad Archen di come è arrivata a Narnia attraverso l'armadio, racconto che tutti conoscevano al di fuori di Aravis e Cor.

Un libro che vi consiglio caldamente di leggere per la bellezza della favola moderna e dei significati impliciti insiti in essa, ma solo dopo aver letto "Il nipote del mago" e "Il leone, la strega e l'armadio".

Ora vi lascio con un dialogo che mi è rimasto molto impresso, mi ha colpito tantissimo:
"Maestà, avresti tutto il diritto di fargli tagliare la testa" intervenne Peridan "perché grazie alla sua aggressione insensata si è comportato né più né meno come un assassino."
"E' vero, ma anche un traditore può redimersi. Una volta ho conosciuto uno che lo ha fatto." concluse Edmund pensieroso. 

Giada

venerdì, aprile 18, 2014

Addio a Gabriel García Marquez

Buon pomeriggio a tutti, lettori e bloggers! Ieri notte il quotidiano spagnolo El País ha annunciato la morte di Gabriel García Marquez, lo scrittore e giornalista colombiano ottantasettenne morì a Città del Messico - ottenne il premi nobel nel 1982 grazie ad opere come "Cent'anni di solitudine".



Scompare uno dei più grandi scrittori del ventesimo secolo. Il narratore e giornalista colombiano, vincitore del premio nobel nel 1982, fu il creatore di opere classiche come "Cent'anni di solitudine", "L'amore ai tempi del colera", "Nessuno scrive al colonnello", "L'autunno del patriarca" e "Cronaca di una morte annunciata". Nacque ad Ataraca nel 6 marzo del 1927 e fu l'artefice di un territorio eterno, senza tempo, chiamato Macondo dove convivono immaginazione, realtà, mito, sogno e desiderio. Con lui la letteratura si aprì a percorsi meravigliosi. García Marquez fu uno dei protagonisti dell'universalizzazione del 'boom' del romanzo latinoamericano.

fonte: http://elpais.com/tag/gabriel_garcia_marquez/a/

Con la morte di Marquez se ne va uno dei più grandi scrittori della letteratura latinoamericana, mi dispiace soltanto non aver letto le sue opere, che più e più volte mi ero prefissata di fare, ma una volta terminato C.S. Lewis mi dedicherò alla lettura dei suoi romanzi e vi farò sapere cosa ne penso a riguardo.

Vi lascio con la citazione che la mia amica Michela ha lasciato nel suo gruppo de "El Internado Italia" su Facebook: "Uno se muere cuando debe, sino quando puede." (traduzione: uno muore quando deve, non quando può).

Giada

giovedì, aprile 17, 2014

Il leone, la strega e l'armadio, C.S. Lewis (seconda parte)

Buon pomeriggio a tutti, lettori e bloggers! Oggi concluderò il saggio di Matt Brennan sull'analisi delle Cronache di Narnia, riprendendolo da dove l'avevo interrotto la volta scorsa.

Questo è seguito:
Forse il migliore esempio di arrendevolezza alla tentazione può essere trovato nel secondo libro delle "Cronache di Narnia" (la prima Cronaca, comunque, che Lewis scrisse): "Il leone, la strega e l'armadio". Il personaggio di Edmund combatte contro la tentazione per tutto il tempo in Narnia, e come Digory, la sua tentazione è la Strega Bianca. Diversamente dal "Nipote del mago", ad ogni modo, l'uso del tema della Tentazione, da parte di Lewis ne "Il leone, la strega e l'armadio" ha come fonte primaria le storie della tentazione sia di Gesù che di Giuda.

Mantenendo la precedente distinzione in mente, un attento esame del Nuovo Testamento dell'insegnamento riguardante la tentazione si dimostra utile. Giacomo illustra alcuni insegnamenti chiave del Cristianesimo riguardanti prove e tentazioni: "Il fratello di umili condizioni si rallegri della sua posizione, Lui [Dio] scelte di darci la vita attraverso la Parola della Verità e noi dobbiamo essere le primizie di tutto di ciò che Lui ha creato." (Giacomo 1:9,18). Quando scrisse di un un buon Cristiano che si ritrova faccia a faccia con la tentazione, Giacomo pone enfasi sulla giustizia di un uomo in una posizione umile. Lui da' anche molta importanza al concetto della "parola della Verità" nell'umanità. Il personaggio di Edmund aderisce a nessuno di questi due principi.

Il primo significativo peccato di Edmund è quello di soccombere alla tentazione della golosità (King, 1998). La Strega Bianca gli offre Delizie Turche. La descrizione della sua golosità e del comportamento decadente è molto chiaro: "At first Edmund tried to remeber that it was rude to speak with one's mouth full, but soon he forgot about this and thought only of trying to shovel down as much Turkish Delight as he could, and the more the ate the more he wanted to eat" Questa scena non mostra solo l'immagine di Eva soccombere alla tentazione mangiando il Frutto della Conoscenza, ma anche il Nuovo Testamento della teologia di Paolo: "molti vivono come nemici della Croce di Cristo. Il loro destino è la distruzione, il loro dio è il loro stomaco e la loro gloria è la loro vergogna. La loro mente è solo nelle cose terrene." (Filippo 3:18,19).

Edmund continua a riempire la sua mente con desideri terreni ma anche soccombendo alla tentazione di migliore la sua umile posizione (Giacomo 1:9) quando la Strega Bianca lo alletta con la prospettiva del principato: "I think I would like to make you the Prince - some day when you bring the others to visit me.". Questa tentazione del potere assomiglia molto alla storia di Gesù tentato da Satana nel deserto. Satana, come la Strega, tenta Gesù con il potere in cambio di un servizio: "Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:'Tutte queste cose io ti darò, se prostrandomi mi adorerai.'  (Matteo 4:8-9). In aggiunta a soccombere a queste varie tentazioni, Edmund decide di non rivelare la sua conoscenza della Strega ai suoi fratelli e alle sue sorelle e conseguentemente finisce col mentirgli riguardo la scoperta di Narnia: "Lucy and I have been playing - pretending that all her story about the country in the wardrobe is true". Facendo ciò, Edmund soddisfa l'antitesi delle virtù di Paolo del Buon Crisitano di fronte alla tentazione (Giacomo 1:18).

Lewis intreccia magistralmente questi temi biblici della tentazione con il personaggio di Edmund. Ma il personaggio di Edmund è, in effetti, molto più un allegoria di Giuda; il traditore (Matteo 26). Edmund tradisce i suoi fratelli e le sue sorelle e i Castori andando a cercare la Strega Bianca nel capitolo 8. Tutto ciò a cui riesce a pensare erano i suoi desideri e voleri terreni: "Turkish Delight and to be a prince". Confrontando questo mero bambino a Giuda, comunque, è una vera e propria allegoria di un romanzo per bambini. Per affrontare ciò Lewis crea l'idea della Strega dando ad Edmund Delizie Turche incantate: "She knew, though Edmund did not, that this was enchanted Turkish Delight and that anyone who tasted it would want more and more of it, and would even, if they were allowed, to gon on eating it till they kill themselves." Facendo desiderare ad Edmund le Delizie Turche la colpa della Strega non è sua, Lewis allevia alcune delle offese di Edmund, prendendo ancora una volta immagini bibliche e ammorbidendole per renderle piacevole al giovane pubblico. E alla fine, naturalmente, Edmund è perdonato per il suo tradimento; un evento che coinvolge i più importanti temi allegorici delle Cronache di Narnia: Aslan diventa sinonimo di Gesù Cristo.

Prima di continuare, bisogna dire che molti accademici sono andati troppo lontano nel decostruire le Cronache di Narnia; teorizzando circa cosa intedesse Lewis con i "veri" significati di tutte quelle immagini simboliche della Bibbia, analizzare i libri in questo modo è perdere il punto di vista di Lewis (Schakel, 1979, p.xiii). Nel 1954, a Lewis è stato chiesto di spiegare il parallelo di Asla-Cristo a dei ragazzi delle superiori del Maryland. Lui rispose: "Io non ho detto a me stesso: 'rappresentiamo Gesù come se Lui fosse nel nostro mondo per mezzo del leone in Narnia', ho detto: 'Supponiamo che ci sia una terra come Narnia e che il Figlio di Dio, nel momento in cui diventò Uomo nel nostro mondo, diventò un leone qui e dopo immaginare cosa potrebbe essere successo.'" Tenendo questo in mente, esso costituisce già di per sé una prolifica prova  da esaminare per capire come Lewis relazione Aslan al personaggio biblico di Gesù , perché l'analisi fornisce una migliore comprensione dell'abilità di Lewis: l'uso di motivi biblici per creare accattivanti storie per bambini.

Edmund incarna molte caratteristiche di Giuda, includendo anche le caratteristiche del tradimento, e la somiglianza di Aslan a Gesù è evidente nel modo in cui lui perdona Edmund. Lewis, comunque, ha specificatamente evitato l'allegoria di Gesù che non perdona Giuda (Marco 14:21) e invece si rivolge ai più generali insegnamenti Cristiani sul perdono: "Se qualcuno è colto in un peccato, tu sei responsabile della sua gentile rigenerazione...Porta entrambi agli oneri e in questo modo tu riempirai la legge di Cristo." (Gal 6:1-2). In questo modo, Lewis riesce a diluire la narrazione biblica in una lettura libera da sensi di colpa per i bambini. Il perdono di Aslan ad Edmund è espresso nel salvataggio di Edmund dalla Strega Bianca. La Strega, comunque, reclama la vita di Edmund come se fosse suo compito prenderla: "You at least know the Magic which the Emperor put inro Narnia at the very beginning. You know hat every traitor belongs to me as my lawful prey and that for every treachery I have a right to kill." . Aslan offre la propria vita in cambio di quella di Edmund, quest'azione è il peccato di Edmund, ma l'atto è anche quello simbolico del Cristo morente per i peccati dell'umanità. Il peccato di Edmund di tradimento diventa un simbolo per tutti i peccati umani e Aslan lo paga con la propria vita, come fece Cristo: "Mentre eravamo tutti peccatori, Dio morì per noi." (Rom 5:8). 

Questi eventi impostano la narrazione dell'esecuzione di Aslan. La precedente descrizione è molto simile, nell'immaginario comune, a quella della morte di Cristo nella Bibbia. Lucy e Susan, due dei quattro bambini protagonisti del romanzo, accompagnano Aslan alla sua esecuzione: "And both the girls cried bitterly (tough they hardly never knew why) and clung to the lion". Gesù stesso ebbe molti seguaci come i bambini: "Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano lamento e cordoglio per lui." (Luca 23:27). Quando è nelle mani della Strega, Aslan è soggetto all'umiliazione e al ridicolo: "Stop!' said the Witch. 'Let him first be shaved'...They worked about his face putting on the muzzle...he was surroundend by the whole crowd of creatures kicking him, hitting him, spitting on him, jeering at him.". L'immaginario è, ancora una volta, notevolmente simile a quello dei Vangeli: "Gli uomini che tenevano Gesù lo schernivano percotendolo, poi lo bendarono e gli domandavano:'Indovina profeta, chi ti ha percosso?'. E dicevano molte altre cose su di lui, bestemmiando. (Luca 22:63-65).

La resurrezione di Aslan coinvolge lo stesso tipo di allusione biblica. Nel Vangelo di Luca, le donne che hanno seguito Gesù andarono alla sua tomba: "Ora, nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto, esse, e le altre donne con loro si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato. E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. Ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù." (Luca 24: 1-3) nello stesso modo, dopo che Lucy e Susan hanno tolto la museruola, esse lasciano la Tavola di Pietra dove lui ha subito l'esecuzione. Il mattino presto del giorno seguente loro ritornano alla Tavola di Pietra e la trovano rotta in due e un Aslan risorto stare davanti a loro. La rottura della Tavola di Pietra è ovviamente non così simile alla pietra della tomba di Gesù e come quest'ultima è la cortina del tempio ad essere lacerata. L'immagine è più allusiva ancora se si pensa alla rottura delle tavole contenenti i Comandamenti nel libro dell'Esodo. Quest'ultima correlazione, comunque, non è tanto un'allegoria esplicita quant'è l'esempio del comando di Lewis dell'immaginario biblico come un espediente letterario. 

Lewis, in seguito, ha ri-narrato la storia della morte e resurrezione di Gesù nel contesto di Aslan e di Narnia. Lui ha usato alcuni mezzi, comunque, per trasformare questo pesante contenuto in materiale per un romanzo per ragazzi. L'ovvia differenza nella rielaborazione di Lewis della storia biblica è l'uso di Aslan il leone e della regione di Narnia. C'è l'uso di un leone immaginario nella Bibbia:

  • "Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa, chi oserà farlo alzare?" (Genesi 49:9)
  • "La collera del re è simile al ruggito del leone, chiunque lo eccita rischia la vita" (Proverbi 20:2)
  • "Loro seguiranno il Signore, lui ruggirà come un leone." (Hosea 11:10)
Ma molto più importante è il riferimenti ai leoni nel Libro della Rivelazione (Libro dell'Apocalisse), in quanto si riferisce (noi lo crediamo) a Cristo: "Non piangere, ecco uno degli anziani della tribù di Giuda, la Radice di Davide, ha vinto per aprire il libro e sciogliere i sette sigilli." (Apocalisse 5:5). Evidentemente, la scelta di Lewis di un leone per rappresentare Cristo non è completamente originale, comunque, per altre ragioni Lewis decise di scegliere quest'animale per rappresentare Gesù. Per esempio, forse lui presuppose che i bambini avrebbero compatito la morte di un animale che la morte di una figura storica. Lewis usa una simile tecnica usando la "Profonda Magia" (eng: Deep Magic) per spiegare i miracolosi eventi che hanno luogo, come la resurrezione: " 'It is more magic' they looked around. There, shining in the sunrise, larger than they had seen him before, shaking his mane (for it had apparently grown again), stood Aslan himself". Il giovane pubblico per il quale le Cronache Narnia erano destinate avrebbe trovato molto più semplice da comprendere il significato della magia piuttosto che le teologiche implicazioni che sollevano le storie della Bibbia della resurrezione. Infine, Lewis usa i bambini come i protagonisti principali delle Cronache di Narnia. Immediatamente lui stabilisce una connessione per i giovani lettori che la Bibbia raramente offre. I bambini sono anche più propensi a relazionarsi alla figura di un Messia che tratta costantemente i bambini con rispetto e amore, una figura come Aslan.

Le Cronache di Narnia hanno già stabilito se stesse come un'opera senza tempo della letteratura. Esse attraggono sia gli atei che i timorati di Dio, sia persone incolte che scolarsi, sia bambini che adulti. Una comprensione dell'allegoria biblica non è essenziale per il loro apprezzamento. Un'analisi critica di questi lavori, comunque, permette al lettore di apprezzare pienamente l'incredibile dono di Lewis di semplificare narrative complesse e la sua abilità di creare bellissime fantasie per i bambini. Questo, a sua volta, permette al lettore di guadagnare sia una profonda comprensione di Lewis come un abile e creativo scrittore e un profondo appagamento nel leggere la sua arte. Essere capaci di apprezzare C.S. Lewis come un artigiano vuol dire avere la gioia di far conoscere a chiunque i suoi lavori.

Bene, con questa traduzione ho concluso l'analisi del primo libro delle "Cronache di Narnia", in questo momento sto leggendo il seguito delle Cronache, ovvero il romanzo "Il cavallo e il ragazzo" o forse dovrei dire "Il cavallo e il suo ragazzo", ma vi racconterò meglio tutto ciò in seguito. 

Vi lascio con una citazione tratta da "Il cavallo e il ragazzo" di C.S. Lewis: "Nessuno è più apprezzato di colui che sopporta con tenacia i piccoli impedimenti" Tisroc al principe Rabadash. 

mercoledì, aprile 16, 2014

Il leone, la strega e l'armadio, C.S. Lewis (prima parte)

Buon pomeriggio a tutti, bloggers e lettori! Oggi vi parlo di un libro che ho finito la settimana scorsa e che mi è piaciuto tantissimo... Ormai avrete capito a cosa mi riferisco, sì, si tratta del "Il leone, la strega e l'armadio", il primo romanzo che Lewis scrisse per le "Cronache di Narnia"!

Il libro comincia in medias res, ponendo i lettori subito nel bel mezzo dell'azione, e la voce onnisciente che narra la storia (ovvero quella di Lewis stesso, il quale ha dedicato questo primo libro a Lucy) racconta tutto ciò che accade. Peter, Susan, Edmund Lucy sono tre bambini, fratelli e sorelle, che vengono mandati durante la seconda guerra mondiale alla residenza di uno strano signore nella campagna londinese, nella cui casa solitamente la signora Macready fa fare dei giri turistici ai visitatori. Peter e i suoi fratelli giocano in giro per la grande casa e un giorno, giocando a nascondino, Lucy trova una stanza vuota con un grande armadio dentro - decide perciò di entrarci per nascondersi. Lucy comincia a sentire qualcosa pungerle la testa e a sentire freddo senza motivo, dato che è in un armadio, e siccome non sente il fondo del mobile decide di andare a vedere quanto profondo è quest'ultimo, ma la sua sorpresa è enorme quando scopre che l'armadio porta in un altro mondo. La cosa bella è che l'entrata a Narnia (Lucy ancora non sa come si chiami quel luogo) si trova proprio vicino ad un lampione (il famoso lampione con il quale la Regina Jadis voleva colpire e uccidere Aslan ne "Il nipote del mago"), lì la bambina incontra un fauno, un essere per metà uomo e per metà cavallo e scopre che si trova a Narnia e il fauno continua a rivolgersi con lei come 'figlia di Eva'. Il fauno Tumnus invita Lucy a casa sua e i due bevono il the e mangiano insieme, lì il signor Tumnus confessa che quando i figli di Adamo e di Eva entraranno a Narnia dovranno essere consegnati alla Strega Bianca e si pente per quello che stava per fare, perciò la invita ad andarsene e a tornare a casa sua; Lucy lo fa ed esce dall'armadio. Quando dice ai suoi fratelli e ad Edmund che dentro l'armadio c'è un mondo magico, nessuno le crede, ed Edmund comincia a prenderla in giro e a non darle tregua fino a quando non ci finisce lui stesso nell'armadio. A me sono piaciuti molto i dialoghi fra Susan, Peter e il misterioso padrone di casa (che secondo me è, e credo di non sbagliarmi, l'anziano Digory), nei quali Susan e Peter gli dicono che Lucy non ha mai detto bugie e non avrebbero motivo di non crederle, mentre Edmund è un gran bugiardo e fino a questo momento si è sempre comportato male con la piccolina di famiglia. L'anziano Digory si domanda cosa mai insegnino a scuola, perché se Lucy non ha detto bugie e loro sanno che non le ha mai dette, devono crederle, per quanto incredibile sia quello che ha detto. E po', come fanno loro ad essere sicuri che non ci sia davvero un mondo dentro l'armadio? D'altro canto non ci sono mai stati. L'episodio nel quale Edmund rincorre Lucy e finisce nell'armadio con lei è molto interessante, soprattutto perché lui incontra la Strega Bianca e lei invece va di nuovo a trovare il fauno. La Strega Bianca, che abbiamo già conosciuto nel precedente romanzo, si compra l'affetto di Edmund dandogli da mangiare delle caramelle gommose, le quali però, essendo magiche, lasciano una traccia della loro magia nera negli occhi di chi le mangia e gli estorce la promessa di riuscire a portare Narnia suo fratello e le sue sorelle. Usciti dall'armadio, Lucy ed Edmund ritrovano Susan e Peter e Lucy e Lucy invita Edmund a dire cos'ha visto, a dire la verità, ma Edmund non lo fa e se ne sta zitto. Peter se la prende con lui e i due litigano, e per un breve periodo nessuno dei fratelli o delle sorelle va nella stanza dell'armadio. Lucy ed Edmund si riconciliano, ma lui medita vendetta verso suo fratello Peter. Un giorno, mentre la signora Mcready sta facendo fare il tour della casa ad un gruppo di turistici, i bambini scappano e si nascondono, perché quest'ultima gli aveva detto che non li voleva fra i piedi quando faceva quelle cose, casualmente tutti finiscono nella stanza dell'armadio e decidono di nascondersi là dentro; ma con grande loro stupore scoprono davvero che c'è un mondo al di là del fondo dell'armadio, ed è posto nel quale fa molto freddo. Peter consiglia a tutti di mettersi le pellicce, loro lo fanno ed insieme decidono di andare ad esplorare quel luogo.
Lucy decide di presentare i suoi fratelli e le sue sorelle al fauno Tumnus, ma quando tutti vanno nella loro comoda e accogliente casa, scoprono che è stato portato via dalle guardie della Regina Bianca e di solito le persone che vanno nel Palazzo di Charn non tornano più indietro. Edmund è ancora arrabbiato con Peter. Nel frattempo i bambini, alla ricerca di Tumnus, si imbattono nella signora e il signor Castoro, due animaletti parlanti che gli offrono protezione e cibo e gli danno delle informazioni utili sul perché in quel luogo è sempre inverno e mai Natale: la Strega Bianca ha gettato un incantesimo su Narnia, che si romperà solo con l'arrivo di Aslan. Edmund scopre grazie a loro dove si trova il Castello della Strega Bianca e nascondendosi dietro ad una tenda in quella pratica e calda casetta, scappa e va da lei.  La Regina Bianca non accoglie Edmund come la volta precedente, ricoprendolo di moine, ma gli chiede secca se è riuscito a portare suo fratello e le sue sorelle con lui e lui le risponde di sì e spera che gli dia ancora una volta le caramelle gommose, ma invece gli dà un tozzo di pane con un po' di muffa e un po' d'acqua; il lupo terribile che stava di guardia al castello si scopre essere il capitano dei lupi che girano Narnia in cerca di esseri umani. Susan, Lucy e Peter intanto sono ancora dalla signora e il signor Castoro e poco dopo si accorgono che Edmund è scappato e il signor Castoro gli dice che aveva visto nei suoi occhi l'artificio della malefica strega. Edmund confessa alla Strega dove si trovano suo fratello e le sue sorelle, e come ricompensa viene legato dal brutto nano e trascinato in giro per Narnia mentre la Strega va nella sua carrozza a tutta velocità - qualcosa però sta cambiando. Il signor e la signora Castoro, Lucy, Peter e Susan si mettono in viaggio per raggiungere la Tavola di Pietra con l'intento di incontrare Aslan prima che arrivi la Strega e li catturi; ma durante il viaggio incontrano la persona che non si sarebbero mai aspettati d'incontrare: Babbo Natale in persona! Peter ricorda ai castori che loro avevano detto che non era mai Natale a Narnia, e loro gli dicono che con l'arrivo di Babbo l'incantesimo si sta spezzando. Babbo Natale consegna a Peter una spada e uno scudo, a Susan un arco, una faretra piena di frecce e un corno d'avorio ed infine a Lucy una bottiglietta di cristallo ed un piccolo pugnale, nella bottiglietta c'è un cordiale che  fa guarire velocemente le ferite. Qualcosa sta cambiando a Narnia: l'inverno sta scomparendo e sta ritornando la primavera (e secondo la profezia, la primavera sarebbe ritornata con il ritorno di Aslan e i due figli di Adamo e le due figlie di Eva che avrebbero regnato su Cair Paravel). La Strega Bianca, diretta alla Tavola di Pietra è decisa a raggiungere gli umani e ad uccidere Aslan ma si accorge che la natura non è più fredda e gelida com'era prima: l'erba è di nuovo verde, gli alberi hanno germogliato e dappertutto c'è profumo di fiori, perfino il lago gelato è tornato ad essere un normale lago. Siccome non può più camminare con la slitta, il nano la invita a scendere e a proseguire a piedi; e così facendo Edmund viene strattonato da una parte all'altra e non può godersi il bel panorama; in quel momento si rende conto che mentre camminava nella gelida neve senza la pelliccia, si stava solo raccontando delle cose per resistere al freddo e che in fondo al suo cuore, sapeva che la Strega non l'avrebbe mai fatto re e che quest'ultima era davvero cattiva. La Strega Bianca, Edmund e il nano trovano per caso un gruppo di animali intenti a far festa per il ritorno di Babbo Natale e la Strega si arrabbia e con la sua bacchetta magica tramuta tutti gli animali in pietra (la stessa sorte ch'è toccata al fauno Tumnus), poi lo costringe a proseguire legato come uno schiavo. Il signor e la signora Castoro con al seguito Susan, Lucy e Peter arrivano alla Tavola di Pietra e per la prima volta vedono Aslan (che credevano un umano) sentono nei loro cuori una grandissima gioia e serenità, una cosa che non dimenticheranno mai. In quel momento arrivano i lupi che cercano di fare del male a Susan, la quale si arrampica sopra ad un albero e rischia di svenire e cadere fra le fauci del lupo, Peter uccide così il capo dei lupi e viene nominato da Aslan "Peter Flagello dei Lupi" e gli dice di ricordarsi di pulire la spada. Aslan organizza l'attacco contro la Strega Bianca mettendo in campo tutti gli animali e le creature della foresta come le driadi, le naiadi e tutte le creature fatate che popolano i libri delle fiabe dei bambini; dal canto suo anche la Strega sta organizzando un esercito con tutte le creature più malvagie che ci sono a Charn: demoni, mostri e quant'altro. La Strega Bianca si ricorda però che Edmund è un traditore e nel suo regno chi tradisce deve pagare con il sangue il suo tradimento, va perciò da Aslan a dirglielo e alla fine i due si appartano per decidere della sorte di Edmund e da quel momento in poi Aslan avrà sempre un'aspetto depresso e un'aria molto triste - Lucy si accorge che c'è qualcosa che non va, dopo che Aslan e la Strega si sono appartati per parlare la sua gioia e la sua forza sembrano essere scomparsi definitivamente. Le creature del bosco preparano una tenda per la notte agli umani e gli danno delle vesti dai colori forti come rosso, giallo e il verde delle foreste. Durante la notte però né Lucy né Susan riescono a dormire e quando vedono Aslan trascinarsi verso un luogo nei pressi della foresta, decidono di seguirlo e si ritrovano alla Tavola di Pietra. Alla Tavola di Pietra la Strega è circondata da tanti esseri mostruosi e chiede ad Aslan per quale motivo morire per un essere umano, ma Aslan non risponde e lei ordina ai loro seguaci di tagliargli la criniera e di legarlo alla Tavola, i quali obbediscono, ed Aslan si ritrova alzato sulla Tavola come Gesù Cristo e viene ferito a morte dalla Strega. Il leone muore, e le Strega esulta per la sua vittoria. Sembra che tutto debba finire per il peggio a Narnia, Lucy e Susan scoppiano a piangere ma dopo che la Strega se n'è andata e ha lasciato il corpo del povero Aslan sulla Tavola, le due sorelle corrono a slegare il leone e ad accarezzarlo per rendere la sua dipartita meno dolorosa, ma quando lo stanno facendo si accorgono che dei topi vogliano fargli del male, in realtà ben presto si accorgono che lo voglio solo liberare. Qualche istante dopo le bambine vanno via piangendo e in quel preciso istante Aslan ritorna in vita, perché se un innocente viene ucciso al posto di un traditore quest'ultimo tornerà in vita - Susan e Lucy lo abbracciano ed insieme tornano alla tenda. Durante la grande battaglia contro la Strega ed i suoi seguaci, Edmund riesce a tagliare con la spada la bacchetta della Strega, la quale lo ferisce e successivamente quest'ultima morirà per mano di Aslan. A battaglia finita, Aslan si complimenta con tutti e Peter gli corre incontro dicendogli che Edmund ha dimostrato il suo valore e la lealtà distruggendo la bacchetta della strega e che è ferito, Aslan invita Lucy a dargli qualche goccia del cordiale, così Lucy lo fa e in pochi secondi Edmund guarisce. Lucy si prende cura del fratello, ma Aslan le ricorda che non c'è tempo da perdere, deve dare il cordiale alle altre persone che sono rimaste ferite nella battaglia e Lucy obbedisce. A Cair Paravel Peter, Susan, Edmund e Lucy vengono nominati re e regine di Narnia e il narratore onnisciente ricorda: "una volta che si è re e regine di Narnia lo si è per sempre". C'è un balzo temporale che ci fa vedere come il tempo scorra molto più velocemente a Narnia che non nel mondo reale e quello che alle persone normali sembrano tantissimi anni in realtà sono solo minuti. Vediamo i due fratelli e le due sorelle, diventati ormai adulti, governare Narnia e ripulirla dagli strascichi delle malvagità commesse dalla Strega e mentre giocavano alla "Caccia al cervo bianco" si ritrovano per caso vicino al lampione, che gli ricorda loro un'altra vita ed insieme decidono di avvicinarsi e di vedere dove porta quel lampione - cammina, cammina gli adulti rientrano nell'armadio e tornano bambini. La storia finisce con l'anziano Digory che dice loro: "Che cosa insegnano ai ragazzini nelle scuole?".

Bene, dopo questo lungo commento vi lascio con una frase tratta da "Il leone, la strega e l'armadio": "Chi ha un po' di sale in zucca mai e poi si chiuderebbe in un armadio, sia esso magico oppure no".

Giada
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