sabato, maggio 24, 2014

Il viaggio del veliero, C.S. Lewis (seconda parte)

Buon giorno, bloggers e lettori! Chiedo scusa a tutti voi del notevole ritardo con cui scrivo questo post, ma ultimamente sono stata molto impegnata e ho avuto vari problemi di varia natura, questo è il motivo per cui oggi vi darò il mio punto di vista e vi dirò le mie teorie su "Il viaggio del veliero".

"Il viaggio del veliero" è sicuramente uno dei romanzi più interessanti di Lewis che abbia letto e per questo, credo che meriti una particolare attenzione. Sono molte le isole che il principe Caspian X, Edmund e Lucy incontrano nel loro viaggio per salvare i lord amici di Caspian IX, per questo motivo, andremo per punti.


  1. Cair Paravel è la prima isola che incontriamo all'inizio del romanzo, e subito veniamo a sapere, grazie a Peter, che quando lui, suo fratello e le sue sorelle governavano come re e regine a Narnia essa era una penisola e che perciò, con il passare dei secoli si sia trasformata definitivamente in un'isola. Bisogna tener presente che il tempo a Narnia scorre in modo totalmente diverso da come scorre nel mondo reale, per cui ciò che per noi è un anno a Narnia può essere un secolo oppure un giorno.
  2. Terebinthia è l'isola che Caspian X e la sua ciurma di uomini raggiungono. Fa parte delle isole conosciute, nel magico mondo di Narnia. 
  3. Muil, Redhaven, Brenn: anche queste sono isole che Caspian X e i suoi uomini incontrano durante la prima parte del viaggio, anch'esse sono conosciute dai Narniani.
  4. Felimath, Avra e Doorn: in queste isole i nostri protagonisti vengono rapiti e venduti come schiavi ai Calormeniani (che come scopriremo sono un popolo dai lineamenti marcati e dalla pelle scura, che ricordano molto gli islamici, gli indiani o gli arabi e il motivo di queste mie ipotesi ve lo spiegherò quando vi posterò il commento su "L'ultima battaglia", l'ultimo dei sette romanzi). Leggere delle persone che vengono prelevate da queste isole e mandate a lavorare come schiavi per i Calormeniani a Calormen mi ha ricordato molto la tratta degli schiavi che esisteva nel nostro mondo tra il sedicesimo e il diciannovesimo secolo. Chiunque abbia letto il libro può dirmi se la pensa o no come me, lo so che bisogna tener presente che Lewis ha vissuto in un periodo di guerra ed ha partecipato alla I Guerra Mondiale, ma non potrebbe essersi ispirato ad un fatto realmente accaduto, ovvero la tratta degli schiavi? Io sono convinta di questo, perché per me il parallelismo è evidente.
  5. L'Isola del Drago. Nell'Isola del Drago, Eustachio trova il tesoro del drago e immaginandosi cosa avrebbe potuto fare con tutte queste ricchezze si fa prendere dall'avidità, si mette un bracciale magico al polso e si risveglia tramutato in drago. In quest'Isola è chiaro il riferimento alla letteratura Epic Fantasy o Fantasy tradizionale, in cui gli elementi più comuni sono i popoli caratterizzati da un diverso aspetto (nani, folletti, giganti, animali parlanti), la distinzione chiara e netta fra il Bene e il Male, l'uso della magia o di oggetti magici e la presenza di draghi che custodiscono un tesoro proprio dentro una caverna in una montagna. Sì, perché non tutti i fantasy sono uguali e a questo proposito sento il dovere di precisare che il fantasy è un genere letterario molto ampio, e non bisogna partire prevenuti quando si legge un romanzo di questo tipo. Io non sapevo se "Le Cronache di Narnia" mi sarebbero piaciute o meno, cioè sapevo che trattava temi vicini alla Bibbia ma non mi aspettavo che mi sarei ritrovata davanti ad una vera e propria rielaborazione/parafrasi biblica; ma mi è piaciuto - e ve lo dico perché a Gennaio ho letto tutta la trilogia de "Il Signore degli Anelli" ed è difficile per me trovare dei romanzi Epic Fantasy o High Fantasy che possano eguagliarlo. 
  6. L'Isola dell'Acquadoro, rinominata da Ripicì poi L'Isola delle Acquemorte. In quest'Isola i protagonisti trovano un uomo completamente d'oro zecchino sul fondo del lago. La presenza di quell'uomo dentro l'acqua maledetta mi ha ricordato il mito di Re Mida - so che non c'entra per niente, dato che Re Mida aveva il potere di tramutare tutto in oro ma non aveva tramutato se stesso in oro, ma pensavo che fosse interessante dirvelo. 
  7. L'Isola delle Voci. Nell'Isola delle Voci, Lucy sente degli uomini invisibili progettare un attacco al galeone di Caspian X e corre ad avvertirli, questi esseri invisibili chiamati Inettoidi, (in seguito Monopodi e più avanti ancora Inettopodi) hanno letto ad alta voce un incantesimo del mago Coriakin con una bambina e siccome non sopportavano di esser stati tramutati così dal mago, hanno preferito diventare invisibili piuttosto che vivere in quella bruttezza. L'avventura che i nostri protagonisti vivono su quest'isola rappresenta un monito per le persone che si preoccupano troppo del loro aspetto esteriore dando poca importanza a quello interiore. 
  8. L'Isola delle Tenebre. Nell'Isola delle Tenebre, Caspian X e i suoi compagni trovano lord Rhoop, il quale dice loro che in quell'isola tutti i loro sogni si realizzano, ma non dei sogni piacevoli: i loro incubi peggiori. Siccome Lewis ha scritto "Le Cronache di Narnia" pensando ai bambini, mi sembra logico che in quest'isola egli abbia voluto rappresentare la paura più grande di tutti i bambini: la paura del buio. Tutti abbiamo avuto paura del buio quando eravamo piccoli, e tutti ricordiamo che in quel periodo della nostra infanzia ci sembrava di vedere o di sentire cose che non c'erano ma che erano frutto della nostra fantasia o per meglio dire, della nostra immaginazione. 
  9. L'Isola del Tre Dormienti o l'Isola di Ramandu. In quest'isola vicina alla Fine del Mondo, i nostri protagonisti trovano gli ultimi tre lord addormentati in un sonno profondo, provocato dal pugnale di pietra che la Strega Bianca aveva usato per uccidere Aslan ne "Il leone, la strega e l'armadio" sulla Tavola di Pietra. Qui conosciamo Ramandu, una stella in pensione che dice ai protagonisti che devono andare alla Fine del Mondo e lasciare lì un loro compagno e poi tornare indietro, soltanto in questo modo l'incantesimo sui tre lord svanirà. Ripicì si offre come volontario e di lui sappiamo solo che non farà più ritorno da quel luogo incantato. Caspian X si sposerà con la figlia (senza nome) di Ramandu, una stella anch'essa, che gli darà un figlio che comincerà una gloriosa stirpe di re buoni e giusti.


Un'altra cosa che ho notato in questo romanzo è che il sole diventa sempre più forte man a mano che Caspian X, Edmund, Lucy ed Eustachio si avvicinano alla Fine del Mondo, la terra dalla quale viene Aslan. Non hanno più bisogno né di bere né di mangiare né tanto meno di dormire e parlano sottovoce, questo secondo me è un segnale chiaro del fatto che essi si stanno avvicinando al Paradiso. Il Paradiso, nell'immaginazione cristiana comune, è rappresentato come un luogo idilliaco, lussureggiante con un grande cancello dorato (non voglio dire altro, lo capirete quando vi parlerò de "L'ultima battaglia"), ma è anche un luogo in cui tutti non hanno bisogno di fare tutte le cose sopra elencate, perché il semplice fatto di essere vicini ad un luogo sacro fa in modo che non abbiano bisogno delle cose elementari, in quanto il loro spirito è sazio già di per sé.

Aslan si manifesta a tutti loro sotto forma di agnello, prima di tramutarsi in un leone e anche questo è un riferimento cristiano: l'agnello (o Agnus Dei) infatti si riferisce a Gesù Cristo e al suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità - se vi ricordate bene, Aslan si sacrifica sulla Tavola di Pietra ne "Il leone, la strega e l'armadio" per redimere l'umanità, è il Cristo che si è immolato per gli uomini e poi risorge proprio come Gesù Cristo - questo non è altro che un altro dei tanti riferimenti a Gesù e alla Bibbia che Lewis ha messo nelle "Cronache di Narnia".

Adesso vi presento lo schema che ho fatto:

L'Imperatore d'Oltremare (Dio)
Il leone Aslan (Gesù Cristo, figlio di Dio, re del Regno di Cieli)


I fratelli e le sorelle Pevensie (soltanto in questo libro scopriamo il loro cognome) fanno parte della Vecchia Narnia, una Narnia leggendaria a cui Miraz e i suoi sottoposti non vogliono credere perché hanno paura. I Pevensie recuperano nel loro vecchio palazzo di Cair Paravel i doni che Babbo Natale aveva regalato loro ne "Il leone, la strega e l'armadio".

Una mentalità che non approvo, in quanto donna moderna, è il fatto che Edmund continui a rinfaccia alle sorelle Susan e Lucy che sono in grado di usare una mappa, che hanno altro per la testa, che non sanno fare questo e quello. E' chiaramente un punto di vista maschile, ma mi ha fatto girare le scatole durante tutto il romanzo.


Io ho amato molto anche questo romanzo, sebbene per motivi diversi. Le immagini sono molto più vivide che nei romanzi precedenti, la simbologia usata è resa esplicita quando Aslan dice a Lucy che lui c'è nel suo mondo, anche se con un nome diverso. In ogni caso, consiglierei a chiunque di leggerlo.

Vi lascio con una citazione tratta da "Il viaggio del veliero", in cui viene spiegato cosa prova Eustachio dopo essersi trasformato in drago nell'Isola del Drago e il cambiamento che avviene in lui proprio a causa di questa trasformazione:
Il piacere di essere amato, che prima gli era sconosciuto, e ancora più importante quello di amare gli altri, era ciò che impediva a Eustachio di farsi prendere dallo sconforto. Essere un drago era spaventoso. Ogni volta che vedeva la propria immagine riflessa, magari quando sorvolava un lago rabbrividiva dall'orrore. Odiava le enormi ali da pipistrello, l'orlo seghettato della schiena e gli artigli curvi e atroci. Aveva paura di rimanere solo e si vergognava a stare con gli altri.
Il pomeriggio, quando non c'era nessuno che avesse bisogno di lui come borsa dell'acqua calda, sgattaiolava dall'accampamento per andare a rifugiarsi tra il bosco e la spiaggia, raggomitolato su se stesso come un serpente. 

Giada

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