sabato, luglio 03, 2021

RECENSIONE DI SPADA DI VETRO (REGINA ROSSA #2) DI VICTORIA AVEYARD

Buon pomeriggio, Fantastics! Sono reduce da almeno tre ore di visione de La Casa de Papel, e non capisco perché Netflix mi segni un altro episodio, quando TVTime dice che la prima stagione ne ha solo nove di episodi. Boh. Ad ogni modo, ieri notte ho terminato questo secondo romanzo della serie Regina Rossa della Aveyard, e vi basti sapere che ero tentata di lanciare il libro contro il muro da quando nervoso e rabbia mi aveva provocato la sua protagonista.

PREMESSA
Non sono una fan di Mare Barrow, per niente. Anzi, come avrete potuto leggere dalla mia ultima recensione, la reputo uno dei personaggi peggio riusciti della Aveyard in tutto il piacevole cast di contorno che ha creato. Mare Barrow è una stupida che si crede furba e intelligente. Dovete saperlo, se leggerete anche questo romanzo. O meglio, se vi sottoporrete al supplizio della sua voce narrante. Perché una cosa va detta: la voce narrante di Mare è estremamente irritante. Fastidiosa. Tutto il suo personaggio lo è. Ad ogni modo, non mi dilungo oltre, tanto penso sia chiaro che io abbia dato due stelle a tutto ciò.

TRAMA (DA AMAZON)
Il suo sangue è rosso - come quello della gente comune - ma lo straordinario potere di controllare i fulmini, che nessun Argenteo possiede, rende Mare Barrow un'arma sulla quale il Palazzo vorrebbe riuscire a mettere le mani. Tutta la corte la considera un'eccezione, ma non appena Mare riesce a sfuggire a Maven, il principe - e prima ancora l'amico - che l'ha tradita, scopre una verità sconvolgente: lei non è affatto un'eccezione. Perché di giovani Rossi e Argentei ne esistono molti altri.

Inseguita da Maven, diventato un sovrano crudele e vendicativo, Mare fa di tutto per trovare e reclutare altri guerrieri Novisangue che si uniscano alla lotta dei ribelli contro il re oppressore. Nel farlo, però, entra in un territorio molto pericoloso, dove rischia di diventare proprio come i mostri che sta cercando di sconfiggere.

Riuscirà a sopportare il peso delle vite che dovranno essere spezzate durante la ribellione? O la slealtà e il tradimento subiti l'avranno indurita per sempre?

Nel secondo elettrizzante romanzo di Victoria Aveyard, la lotta dell'esercito ribelle contro un mondo ingiusto, dove è considerato normale segregare le persone in base al colore del loro sangue, costringerà Mare ad affrontare il lato oscuro che piano piano si è fatto largo nel suo animo.

RECENSIONE
Spada di Vetro non è un buon romanzo, voglio essere onesta con voi. Se già nel primo libro avevo trovato Mare terribilmente insopportabile e molto stupida, in questo è addirittura peggiorata. La cosa peggiore, in tutto questo, è che non si prende le sue responsabilità da sedicente leader, ma fa la vittima e si autocommisera. Allo stesso tempo, si reputa la migliore, la più furba, la più brava, quella che ce l'ha di traverso bla bla bla. Perdonatemi questa uscita infelice, ma come intro non riesco a trovare di meglio. Sul serio. In Spada di Vetro, Mare è perfino peggiore di quanto fosse nel primo.

Il romanzo riprende da dov'era terminato il primo: Mare che giunge nell'isola di Tuck, insieme ai suoi compagni d'arme (e d'avventura): il capitano Farley, Shade (il fratello che riteneva morto) e Cal (il mio cucciolo adorabile). Quanto è accaduto nel Circo delle Ossa ha lasciato un trauma evidente in Mare, che soffre di una evidente PTSD ma che non vuole prendersi neanche cinque minuti di pausa per affrontare e, di conseguenza, venire a patti con gli eventi precedenti. Ha ucciso delle persone. Lei non l'aveva mai fatto prima di allora. E questo, se all'inizio le provoca un senso di colpa, se ne dimentica molto in fretta. L'involuzione, ulteriore, del personaggio di Mare è il tema indiscutibile di questo sequel. La nostra egocentrica, egoista e piena di complessi di superiorità, eroina, torna all'ovile. Ma non smette di manipolare quelli che reputava i suoi amici neanche per un momento. Non smette di manipolare Cal neanche per un istante. La cosa che mi ha fatto più rabbia è stato il suo ritenersi la più furba, la più brava, la più scaltra, l'unica e la sola capace di cambiare le cose; quando si fa fregare continuamente. Sì, lettori. Un personaggio che si ritiene così scaltro e furbo, non dovrebbe venire fregato con un nonnulla. Invece accade. Praticamente per più della metà del romanzo, è la sola cosa degna di nota che accade. Per il resto, abbiamo i pensieri ossessivi e fastidiosi di Mare, che sono stati messi per spingerci ad empatizzare con la povera eroina che ha subito torture nel Circo, quando ci sono personaggi che hanno subito ben peggio (come Cal e Farley), ma che non sono cambiati. Infatti, la cosa di cui manca Mare è empatia. L'empatia che spingerebbe il lettore a simpatizzare per lei, cosa che invece non accade. Invece, il lettore viene subissato dalle sue manie di protagonismo, le sue manie egoistiche, le sue continue manipolazioni. La sua vuotezza che la rende un personaggio piatto. Sì, perché di tutto il cast di personaggi lei è la sola completamente piatta e fastidiosa. Per rendervi l'idea di quanto io non tolleri, non sopporti e non regga più il suo personaggio, vi dico solo che quanto avviene verso pagina 400 del romanzo non mi fa pena. Per niente. Ho esultato, quando Maven fa quello che fa. Quindi, Victoria, so che volevi spingere i lettori a empatizzare con Mare, ma per quanto mi riguarda non hai centrato l'obiettivo. Anzi, hai acutizzato ancora di più le caratteristiche che la rendono insopportabile e fastidiosa. Irritante.

In genere non lo faccio, ma stavolta devo. Farley, il capitano donna, di cui in seguito si scoprirà una cosa banalmente ovvia che io avevo già intuito a inizio romanzo; diventa un Deus Ex Machina vivente. Va bene che è un fantasy. Va bene che c'è la sospensione della realtà. Va bene tutto, ma non riesco e non posso credere che dovunque lei vada riesca sempre a trovare un tunnel o una via di fuga, anche in situazioni surreali. Mi dispiace, ma ad un certo punto mi sono messa a ridere quando Mare le ha detto "A meno che tu, Farley, non abbia altri assi nella manica." Dai, anche no. Il legame di Farley con Shade, anche questo è palese. Quando vomita, qualunque lettore intuisce dove voglia andare a parare l'autrice. Di solito è sempre e solo una cosa. Di solito il personaggio principale è sveglio abbastanza da capirlo. Ma Mare no. E' talmente cieca e sorda ai bisogni e alle necessità altrui, talmente presa dal fatto che il mondo giri solo e soltanto su di lei, che non si rende conto di una cosa ovvia. Come non si è nemmeno accorta che tra suo fratello e Farley c'era del tenero. 

Cal. Oh, my Cal. E' il personaggio trattato peggio dalla Aveyard. Cal ha seguito Mare nella sua battaglia contro il suo stesso fratello, unito dalla rabbia e dal desiderio di vendetta per quanto accaduto poco prima degli avvenimenti nel Circo delle Ossa. Ma questo povero ragazzo non viene mai definito come tale. Anzi, per Mare non è un ragazzo. Un essere umano. Lei vede in lui solo il suo titolo. Il suo ex titolo. Il suo sangue. Non vede nient'altro che questo. E si riferisce a lui solo come 'il principe esiliato', 'il principe decaduto'. Okay, Mare. Ma non è solo un principe o ex tale. E' un ragazzo. Hai presente? Un ragazzo con sentimenti. Un ragazzo che viene manipolato da tutti, mentre cerca di fare la cosa giusta. L'unico, con un po' di senno in testa, che cerca di evitare una guerra civile - cosa che invece è ciò che Mare vuole. Ed è ciò che avrà, perché sia mai che questa irritante eroina riesca a non ottenere ciò che vuole. Non mi frega che l'abbia ottenuto con cicatrici o sangue. La maggior parte del tempo Mare si autocommisera, fa la parte della martire e della vittima di turno, quando non è migliore dei suoi carnefici. Si reputa tanto al di sopra degli Argentei. Si reputa migliore di loro, anche col suo potere, ma alla fine fa la stessa cosa che fanno loro, se non peggio. E molto peggio, aggiungerei. 

L'unico personaggio che mi piaceva, Shade, non ha una bella fine. Ve lo dico, ma non in che modo. Shade è un bellissimo personaggio, poco tridimensionale, ma sempre più di Mare e Gisa. Ma almeno Gisa ha un po' di personalità, cosa che Mare non ha. Giustamente, l'unico bel personaggio per cui faccio il tifo non finisce bene. Va beh. Avrei dovuto aspettarmelo.

Menzione d'onore per i reclutati. Sì, ovvio. In una emulazione di bassa lega di Katniss Everdeen, Mare recluta tutti i novosangue per salvarli dalla morte certa, dato che lei è stata così stupida a far leggere la lista di Julian a Maven. Ve l'ho già detto che in questo romanzo Mare si instupidisce ancora di più? No? E' così, purtroppo. Tra i ragazzi che recluta, all'inizio dando loro la possibilità di scegliere, alla fine ce n'è una che si ribella. C'è una ragazzina che non vuole obbedirle, e cioè Cameron. Cameron è l'unica, ve lo giuro, a dirle in faccia quello che tutti i lettori pensano di Mare. Praticamente questo è il Canto della Rivolta Parte 2 con l'aggiunta di un personaggio sanguinario, ribelle, ma di valore, che è Cameron. Una ragazzina con le palle, l'unica che tiene testa a quella decerebrata di Mare. 

I temi trattati sarebbero anche piacevoli, se non fossero trattati con superficialità. L'autrice avrebbe potuto approfondire la PTSD, i traumi subiti da Mare nel Circo, oppure il narcisismo di Mare; perfino una descrizione più profonda del lutto sarebbe stata migliore. Avrebbe accresciuto l'empatia. Invece no. Va bene anche questo. Accontentiamoci. Oltre a ciò, devo sottolineare due grossi errori di traduzione che non ho potuto ignorare. Ricordiamoci che la lingua originale di Spada di Vetro è l'inglese, questi sono i due errori che ho trovato io:
  • "(...) Torna a posare lo sguardo suk mio collo, sulle cicatrici lasciate dai fulmini e che si protendono verso la spina dorsale. Con una confidenza che mi sorprende, ripercorre quelle linee con il dito, come se celassero qualche indizio. (...)". Confidence non significa confidenza. Confidence significa sicurezza. E non me lo dico per fare la maestrina di turno, ma perché sono laureata in lingue e so quello che dico. Basterebbe aprire un vocabolario di inglese. 
  • Non trovo il punto del libro dove c'è scritto, ma circa a metà dice 'abbiamo subito troppe fatalità." Ecco, io qui ho iniziato a schiumare dalla rabbia. Fatalties non significa fatalità, ma vittime o morti. Un vocabolario no, eh?
A parte questi due grossi errori di traduzione, la narrazione dal POV di Mare è molto lenta. Piena di descrizioni. Molto, molto narrata. Molto, molto lenta. La sua voce, in un flusso di coscienza dovrebbe spingere il lettore a empatizzare per lei, ma alla fine quest'ultimo si ritrova a fare il tifo per il resto del cast. Oh, il cast di personaggio di contorno è l'unica cosa bella. Beh, io ho dato due stelle sia per quello, sia per i tre personaggi che hanno salvato il romanzo (Cal, Farley e Cameron), altrimenti avrei dato una stella. E sarebbe stato comunque troppo.

Quindi, perché mi ostino a continuare? Ormai ve lo sareste chiesti anche voi. In realtà, per quanto Mare sia un personaggio fastidioso, irritante, da prendere a schiaffi ogni volta che un suo pensiero viene esplicitato o quando manipola le persone credendosi la migliore, devo riconoscere alla Aveyard la capacità di tenere il lettore incollato alle pagine. Se il libro fosse stato scritto da un altro POV, e vorrei leggere il POV di Cal o di Maven, penso che non solo sarebbe stato più interessante ma anche diecimila volte più piacevole. La scorrevolezza è il suo unico punto a favore. E' come quelle serie tv trash di cui non riesci a fare a meno. Se voi avete amato Mare, mi dispiace. Leggerò il seguito ma solo perché spero migliori. Perché spero maturi, finalmente. E non solo a parole, com'è capace lei. Ma con azioni. 

Non vi metto nessuna citazione perché, proprio come l'altra volta, non ne ho.

xoxo,
Giada

sabato, giugno 26, 2021

RECENSIONE DI QUESTO CANTO SELVAGGIO (I MOSTRI DI VERITY #1) DI VICTORIA SCHWAB

Buon giorno, Fantastics! Prima che la calura del primo pomeriggio la faccia da padrone, e anche prima che io mi metta a fare il resto dei miei impegni quotidiani (molto presto tornerò anche al mio romanzo, btw), ci tenevo tanto a recensire Questo canto selvaggio della Schwab. Anche perché, se dopo mi guardo The Umbrella Academy, temo che perderò la verve che ho adesso, quindi è meglio approfittarne.

PREMESSA
Da ormai un anno seguo una blogger che ammiro molto, si chiama Blood of Booktube, e mi hanno incuriosito molto le sue storie su Addie LaRue (non preoccupatevi, anche Addie arriverà in questo porto, dato che muoio dalla curiosità di leggerla) e sulla Schwab in generale. Non avevo molte aspettative, anche se sono stata 'chiamata' dalla cover di questo romanzo perché, su, è bellissima. L'accoppiata nero/bianco e rosso è favolosa. Io la adoro! Comunque sì, ho dato a Questo canto selvaggio cinque stelline, ma ne avrei volute dare molte di più, perché l'ho adorato per i temi trattati e per il concetto di 'mostro' in generale. 
A voi è piaciuto? Non vi è piaciuto? Raccontatemi nei commenti! 

TRAMA (DA GOODREADS) 
Per anni Verity City è stata teatro di crimini e attentati, finché ogni episodio di violenza ha cominciato a generare mostri, creature d'ombra appartenenti a tre stirpi: i Corsai e i Malchai, avidi di carne e sangue umani, e i Sunai, più potenti, che come implacabili angeli vendicatori con il loro canto seducente catturano e divorano l'anima di chi si sia macchiato di gravi crimini. Ora la città è attraversata da un muro che separa due mondi inconciliabili e difende una fragile tregua: al Nord lo spietato Callum Harker offre ai ricchi protezione in cambio di denaro, mentre al Sud Henry Flynn, che ha perso la famiglia nella guerra civile, si è messo a capo di un corpo di volontari pronti a dare la vita pur di difendere i concittadini e ha accolto come figli tre Sunai. In caso di guerra la leva più efficace per trattare con Harker sarebbe la figlia. Così August, il più giovane Sunai, si iscrive in incognito alla stessa accademia di Kate per tenerla sotto controllo. Ma lei, irrequieta, implacabile e decisa a tutto pur di dimostrare al padre di essere sua degna erede, non è un'ingenua...

RECENSIONE
Sono ancora piuttosto gasata per il finale di questo bellissimo romanzo, perciò non preoccupatevi se ogni tanto passo da un argomento all'altro ad cazzum, ma raga... non posso farcela! Questo canto selvaggio è veramente un romanzo complesso, pieno di intensità e dolore. E' un romanzo che ti scava dentro, mettendoti faccia a faccia coi tuoi demoni interiori - coi tuoi mostri interiori. Non è un fantasy. E' un trattato di psicologia sotto forma di fantasy YA distopico. 

Katherine 'Kate' Harker è una ragazza di diciassette anni che vuole tornare a casa. Anche se definire casa un mondo diviso in due, da due comandanti, non è proprio la definizione appropriata. Il mondo di Kate Harker gira attorno a suo padre, Callum Harker, capo della regione nord di Verity, in lotta perpetua contro Henry Flynn, che guida e controlla la regione sud. Kate, fin dall'inizio, ci appare come una ragazza smarrita. Sì, mi ha dato quest'impressione. E' una ragazza smarrita che vuole far colpo su un padre che non la considera abbastanza. Non la considera abbastanza per essere una Harker. Non la considera abbastanza per sopravvivere a North City. Non la considera e basta. Tutto l'opposto di Callum è, invece, Henry Flynn. Flynn, il capo della milizia di South City, che insieme ai suoi figli si occupa di ripulire il mondo da persone che hanno portato il male nel mondo. Tuttavia, anche se umano, Flynn sa comunicare coi 'mostri'. E qui veniamo ad August. August, che Kate conosce alla Colton (una scuola privata all'interno della zona verde della città, città divisa in aree dal più grande pericolo al più piccolo, ovvero dalla zona rossa alla zona verde), sembra un ragazzo. In realtà, è ben altro. E' un Sunai. Ma desidera ardentemente essere umano. Desidera ardentemente sentirsi umano.

Il mondo distopico in cui veniamo catapultati presenta tre creature mostruose, tutte nate dalla violenza, dall'aggressività e dall'odio reciproco. Ci sono i Malchai, forse la peggior specie, che viene descritta come una razza dalla voce tanto dolce quanto viscida e che si diverte a uccidere a caso. Ci sono i Corsai, una specie di vampiri che si nutrono di carne umana. Infine ci sono i Sunai, che sono un mistero per chiunque a Verity City. Quando i Sunai cedono all'oscurità, qualcosa di molto brutto accade. Qualcosa che cambia per sempre gli equilibri del mondo. Questo dettaglio, in particolare, mi ha ricordato una frase di Nietzsche:

“Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te”
In fondo, è in parte ciò che accade a gran parte degli adulti di Verity City (per non farvi spoiler). Alla fine, i veri mostri non sono i mostri veri e propri, ma gli umani. Questo assunto mi ha sempre colpito molto, ma credo che sia il romanzo più adatto a cui applicarlo.

Quando un Sunai cede all'oscurità, è come se guardasse dentro l'abisso. E' come se si ritrovasse faccia a faccia con le cose da cui voleva scappare. Come se si trovasse faccia a faccia con la parte di sé, il suo Io più oscuro, e dovesse affrontarlo una volta per tutte.

E' scritto in terza persona esterna, non focalizzata. Quindi spesso leggiamo inizi di capitoli con il nome del personaggio coinvolto, oppure all'interno dello stesso capitolo sono presenti i due POV: quello di Kate, e quello di August. Una cosa che ho apprezzato davvero molto è stato l'inizio dei capitoli, con le lineette barrate stile carcercato... non so perché, ma mi ha ricordato quello. Come nei film, quando i prigionieri segnano quanti giorni sono fermi lì e quanti mancano alla loro libertà.

Vi saluto con una citazione tratta da questo bellissimo romanzo, di cui leggerò il seguito che non ho trovato in altra edizione, se non quella con la cover blu di Our Dark Duet
"(...) La maggior parte delle persone vuole scappare. Dalla propria testa. Dalla propria vita. Una storia è il modo più semplice per farlo."
(Katherine Harker)

xoxo,
Giada

venerdì, giugno 18, 2021

RECENSIONE DI ROYALS DI RACHEL HAWKINS

Buona sera, Fantastics! Ho appena finito, e molto a fatica, il mio primo romanzo di Rachel Hawkins: forse sarebbe stato meglio che mi fossi approcciata a questa autrice con la trilogia fantasy di Incantesimo, perché questa sottospecie di chick-lit misto royal è stato davvero molto pessimo. Personalmente, penso che sia stato il romanzo peggiore che io abbia letto in questo 2021. In assoluto.

PREMESSA
Ho sentito parlare molto di Rachel Hawkins, in Italia è nota soprattutto proprio per la trilogia che volevo cominciare. Col senno di poi, sarebbe davvero stato meglio che lo avessi fatto. Royals non è un granché. Non l'ho trovato particolarmente interessante. E se, all'inizio, mi stava simpatica Daisy, col passare del tempo mi è stata sempre più sulle palle. Le sue battute spiritose, all'inizio piacevoli e geek, sono diventate sempre più pesanti e insopportabili. Proprio come la sua palese gelosia nei confronti di Eleanor, anche se una parte di me può capirla in questo. Una parte di me aveva empatizzato con lei per questo, ma poi è andato tutto allo scatafascio. A voi è piaciuto? Vi va di parlarne nei commenti?

TRAMA (DA AMAZON)
«Dolce, romantico, semplicemente adorabile.» Buzzfeed
Il vero principe azzurro arriva quando meno te lo aspetti

Daisy Winters ha una vita normale. Vive in Florida, ha sedici anni, capelli color rosso fuoco da sirenetta, impossibili da domare, un lavoro part-time in un supermercato, e una sorella a dir poco perfetta che si è appena fidanzata. In effetti, il futuro cognato non è un ragazzo qualunque: è l’erede al trono di Scozia! Per Daisy, che non ha alcun desiderio di stare sotto i riflettori, si preannunciano mesi impegnativi. Costretta a cancellare i suoi piani estivi, Daisy vola nel Vecchio Continente, per conoscere i regali parenti dello sposo, tra cui il bellissimo principe Sebastian, sempre al centro delle attenzioni dei tabloid con la sua vita sregolata e la sua discutibile cricca di amici, tanto aristocratici quanto affascinanti e turbolenti. Nonostante cerchi di mantenere un basso profilo, Daisy viene risucchiata da questo mondo sfavillante e dai suoi scandali: riuscirà a trasformarsi in una vera Lady senza rinunciare a essere se stessa?

RECENSIONE
Royals, come dicevo più su, era partito con le migliori premesse. Empatizzare con la protagonista, la geek Daisy Winters sembrava facile, in fondo aveva i miei stessi interessi e andava matta per una specie di saga sci-fi che ricordava molto Star Trek. Il problema di questo romanzo è, in sostanza, la sua protagonista: Daisy. 

Daisy Winters è la sorella minore della nuova fidanzata dell'erede al trono di Scozia, Eleanor. Da ormai tre anni, Daisy è costretta a vivere all'ombra della sorella. E' costretta a rinunciare alle cose che le piacciono. E' costretta a rinunciare agli eventi che le interessavano, proprio perché prima di qualsiasi cosa sua, veniva la sorella. Qui, sarò sincera, Daisy mi aveva conquistata. La capivo. La capisco. Non so da quanto tempo mi sento così. Non so da quanto tempo sento che le mie cose vengono sempre dopo. Quindi, è stato facile entrare in empatia con lei. Ma quando il suo ex ragazzo diffonde, su TMZ, una dichiarazione falsa, all'improvviso l'interesse della corte reale si focalizza su di lei ed è, perciò, costretta ad andarsene dal nord della Florida e trasferirsi, per l'estate, in Scozia.

In Scozia, oltre ad appassionarsi agli usi e costumi della regione, le viene affibbiato un finto fidanzato. Fatalità, proprio il ragazzo che a Daisy stava sulle palle e fatalità quello a cui faceva sempre battutine della malora pensando di essere simpatica. Questo continuo spingere sull'ironia e sul sarcasmo, se all'inizio poteva anche risultare piacevole da leggere, a lungo andare diventava quasi fastidioso. Inoltre, penso che questo romanzo avesse bisogno di una notevole ripassata dal correttore bozze e, sopra ogni cosa, un buon editing. Daisy non viene approfondita molto, come personaggio. Proprio come Ellie. 

Tutto il romanzo è scritto dal POV di Daisy, pensieri compresi. In certi punti mi ha ricordato, un po', un mix tra Mare e America. Questo è tanto dire, perché penso che siano due delle protagoniste più irritanti e fastidiose degli ultimi YA che ho letto.

Non ho alcuna citazione da postarvi, perciò vi saluto qui.

xoxo,
Giada

domenica, giugno 13, 2021

RECENSIONE DI TALON (TALON #1) DI JULIE KAGAWA

Buona sera, Fantastics! Nonostante tutto, e il fatto che io stia faticando per rimettere mani al mio romanzo (il fatto che questa settimana io non sia stata tanto bene non ha aiutato), quasi una settimana fa ho iniziato a leggere Talon. A dir la verità, non avevo mai letto un romanzo sui draghi prima d'ora (sì, mai letto neanche Eragon di Paolini), ed è stata una piacevole sorpresa! 

PREMESSA
Come vi dicevo, non ho mai letto un romanzo sui draghi prima d'ora. Non ho nemmeno avuto la fase Eragon-fantasy, perché al periodo ero una Twilighter di prima categoria xD Ad ogni modo, sono felice di aver rimesso le mani nella mia biblioteca personale e averlo recuperato! Mi è piaciuto veramente tanto!
E poi la ship principale è una bomba! Cioè... adoro la Kagawa! Quattro stelle sono un po' poche, lo ammetto, ma va più che bene. Insomma, di primo acchito l'ho trovato molto bello. E' stata una sfida con me stessa che ho superato.

TRAMA (DA AMAZON)
Ci fu un tempo in cui i draghi furono cacciati fino quasi all'estinzione dai cavalieri dell'Ordine di San Giorgio. Da allora, nascosti sotto sembianze umane, i draghi di Talon sopravvissuti al massacro si sono moltiplicati e hanno acquisito maggiore forza e astuzia nel corso dei secoli: non manca molto a quando saranno pronti a diventare i padroni del mondo, senza che gli esseri umani nemmeno se lo immaginino. Ember e Dante Hill sono gli unici esemplari di draghi fratello e sorella, addestrati per infiltrarsi nella società degli uomini. Ember non vede l'ora di vivere come una teenager qualunque e godersi quell'unica estate di libertà che le sarà concessa, prima di ricoprire il ruolo a lei destinato dentro il regno di Talon. Ma l'Ordine è sulle loro tracce per terminare quanto non era stato fatto nel passato: annientarli tutti. Il cacciatore di draghi Garret Xavier Sebastian, però, non può uccidere, a meno che non sia sicuro di aver trovato la propria preda. E niente è certo quando si tratta di Ember Hill.

RECENSIONE
Prima di partire con la recensione vera e propria, è doverosa una premessa, riguardo questo young adult coi controfiocchi: non è solo un fantasy YA, ma anche un urban. Una cosa che non è stata sottolineata nei siti dove sono andata, ma che mi sento in dovere di dirvi ora. Sì, il contesto è decisamente urban con una notevole, notevolissima percentuale, di fantasy. E' un fantasy che strizza l'occhio ai suoi predecessori, in certi punti mi ha ricordato perfino la serie tv Merlin e in altre dei film sui draghi che ho visto, ma non ho termini di paragone di valore con cui confrontarlo. Tuttavia, Talon è di sicuro un ottimo romanzo. Un romanzo che sì, presenta qualche pecca, ma è molto molto godibile.

Ma veniamo a noi: Ember Hill è una ragazza di sedici anni ribelle, impaziente di vivere e sperimentare la libertà, alla larga dal deserto in cui è stata rinchiusa fino a quel momento con suo fratello Dante. Ma Ember non è una ragazza. E' un drago. Fin da subito, la scrittrice ci ricorda che, nel loro universo, le femmine di drago sono considerate molto preziose, a causa di un evento del passato che ha rischiato di estinguere quasi completamente la loro specie. Un evento che vede protagonista, infatti, l'Ordine di San Giorgio. La scrittrice ch'è in me si è messa a saltellare a quest'entrata in scena di un ordine militare segreto, con un nome simile poi. Perché? Secondo la leggenda cristiana, San Giorgio uccise il drago che voleva ammazzare una fanciulla - non chiedetemi altri dettagli, questo è ciò che ricordo - e questo flebile quanto interessante collegamento con la mitologia cristiana mi ha esaltato da matti!

Ember e Dante, in realtà, non sono stati spostati a Crescent Beach per puro caso: sono lì per continuare il loro addestramento. Un addestramento al termine del quale verranno inseriti, con un ruolo ufficiale, nella società di Talon. Talon è, a tutti gli effetti, un'altra società segreta che vive e si mescola al comune mondo degli umani e il cui scopo è oscuro a tutti. Talon non è ciò che appare, e la ribelle Ember non lo comprende subito. Sarà l'incontro, non tanto casuale, con Riley a farle cambiare idea. Ma, allo stesso tempo, un altro incontro però stavolta apparentemente casuale, con Garret cambierà il suo mondo.

Garret Xavier Sebastian è un ragazzo tutto d'un pezzo. E' una macchina da guerra, pronto a eseguire gli ordini dei suoi superiori senza battere ciglio. Il soldato, però, si ritrova a mettere in dubbio tutte le sue convinzioni e i dettami con cui è cresciuto perché resosi conto, alla fine, di provare qualcosa per lei. Perché resosi conto di provare qualcosa per il nemico.

Nonostante io abbia trovato qualche lieve errorino e un triangolo inaspettato, che secondo me poteva esser risparmiato ai fini della trama, ho amato molto questo romanzo. In realtà, io non volevo nemmeno finirlo prima. Non volevo nemmeno finirlo oggi, a dire il vero. Leggevo sempre più piano e in orari discutibili per tenermi questo bellissimo libro anche per i giorni successivi.

Il romanzo presenta 3 POV principali, tutti in prima persona: Ember, Riley, Garret. Ember è molto ingenua, la sua ingenuità però non è fastidiosa, è tenera. Mi ha fatto molta molta tenerezza quella cucciola di drago che vuole solo essere libera di vivere la sua vita come meglio crede. Riley è il classico ragazzaccio, il bad boy di turno, ma è molto altro ancora che non vi dirò per evitarvi spoiler. E Garret, oh, se esistesse penso gli salterei addosso instantemente! 

Purtroppo non ho sottolineato molto, poiché a mio avviso non era un romanzo molto sottolineabile. 
Vi auguro una buona serata,
xoxo,
Giada

martedì, giugno 08, 2021

RECENSIONE DI REGINA ROSSA DI VICTORIA AVERYARD

Buon pomeriggio, Fantastics! Oggi sono un po' acciaccata e ho appena preso una pastiglia per il mal di testa che, da due giorni, non mi molla. No, non temete. Non è covid. E' solo PMS potente, resa ancor più potente dal caldo favoloso di questi giorni <3

PREMESSA
Sto recuperando le letture in arretrato, come ben saprete, e una sera osservando le mie mensole ho detto: dai su, recuperiamo Regina Rossa. La cover è una bomba! E' di una bellezza mozzafiato! Inoltre sono in attesa di recuperare tutta la trilogia della Bardugo, una tappa obbligata prima di guardarmi Shadow & Bone su Netflix (se mi conoscete bene, saprete che leggo e guardo serie tv quando sono in pausa dalla scrittura, e in effetti, è così). Insomma, Regina Rossa aveva tutte le premesse per essere il prossimo grande romanzo internazionale (a giudicare dal fatto che verrà fatta una serie tv, penso sia proprio così), ma dal mio punto di vista questo primo romanzo presenta delle falle enormi. E una protagonista irritante. E cieca. E fastidiosa. Insomma, Mare Barrow non è sicuramente tra le mie protagoniste preferite di distopici. 
Quanto a irritazione per la sua personalità, e una marea di altre cose, fa a gara con America. Sì, America, la protagonista di The Selection - un'altra che ho mal tollerato e che avrei preso a schiaffi.

TRAMA (DA AMAZON)
Il mondo di Mare Barrow è diviso dal colore del sangue: rosso o argento. Mare e la sua famiglia sono Rossi, povera gente, destinata a vivere di stenti e costretta ai lavori più umili al servizio degli Argentei, valorosi guerrieri dai poteri sovrannaturali che li rendono simili a divinità. Mare ha diciassette anni e ha già perso qualsiasi fiducia nel futuro. Finché un giorno si ritrova a Palazzo e, proprio davanti alla famiglia reale al completo, scopre di avere un potere straordinario che nessun Argenteo ha mai posseduto. Eppure il suo sangue è rosso… Mare rappresenta un'eccezione destinata a mettere in discussione l'intero sistema sociale. Il Re per evitare che trapeli la notizia la costringe a fingersi una principessa Argentea promettendola in sposa a uno dei suoi figli. Mentre Mare è sempre più risucchiata nelle dinamiche di Palazzo, decide di giocarsi tutto per aiutare la Guardia Scarlatta, il capo dei ribelli Rossi. Questo dà inizio a una danza mortale che mette un nobile contro l'altro e Mare contro il suo cuore. Regina Rossa apre una nuova serie fantasy vivida e seducente dove la lealtà e il desiderio rischiano di esseri fatali e l'unica mossa certa è il tradimento.

RECENSIONE
Fantasy? Questo non è un fantasy. E' un distopico sulla falsariga di Hunger Games e Divergent (come detto sulla fascetta gialla presente su Amazon): a meno che quei due romanzi non abbiano cambiato genere di botto, non ha senso. Tutto questo non è fantasy. Presenta, semmai, elementi fantasy.

In un mondo distopico, un mondo ormai diviso in Rossi e Argentei, Mare Barrow cerca di sopravvivere giorno per giorno. Cerca di sopravvivere, rubando agli altri poveri rossi come lei, per poter sfamare la sua famiglia. Mare ci viene presentata come una testa calda, una bella ragazza dalla linguaccia  e da un brutto carattere, che vive nell'ombra della sua sorellina di quattordici anni, l'unica con un dono vero e proprio (niente di magico o chissà che, ndr) e che ha accettato il suo destino: ovvero, quello di andare al fronte, in guerra, contro gli Argentei. Mare non perde occasione di ricordare al lettore ch'è rossa, di quanto difficile è la sua vita, di quanto le dà fastidio che gli argentei abbiano tutto e loro niente, di quanto loro siano degli dèi e loro delle nullità. La prima volta che ho letto queste esternazioni, pensavo fosse uno sfogo e okay. La seconda volta, stavo per dire: 'ho capito, l'hai già detto nel capitolo prima'. Alla quarta, è iniziata a starmi sui maroni. 

Mare incontra per caso Cal, senza sapere che lui in realtà è l'erede al trono e, specialmente dopo quanto accaduto per causa sua a sorella, lo accetta. Durante il Torneo, durante il quale verrà assegnata la futura consorte all'erede, rischia di cadere in un campo elettrificato e scopre il suo potere: quello di produrre fulmini. Generarli, dall'interno. Il Re e la Regina, una vipera di donna che nella sua cattiveria almeno è rimasta coerente dall'inizio alla fine, la obbligano a diventare la promessa sposa di Maven. OOOOh, Maven. Su di lui ne avrei tante da dire. Maven si presenta come il fratellino incapace messo in ombra dal maggiore, molto più abile e corteggiato di lui. Maven, insomma, è l'outsider. Il reietto. Il non-amato. Questo spinge Mare a empatizzare con lui, come una stupida. Perché sì, la si può definire solo una stupida. C'è un detto che dice: 'La mela non cade mai troppo lontana dall'albero', e Mare avrebbe dovuto rendersi conto che c'era qualcosa che non andava. Era palese che lui dicesse sempre tutto quello che lei voleva sentirsi dire. Era palese che lui le facesse credere ciò che voleva.

Non capisco perché la gente gridi alla grande rivelazione shock. Io avevo capito chi fosse il vero cattivo, e non quello che aveva fatto credere Maven a Mare, già da metà romanzo. Sapete, quando una persona si presenta troppo perfetta, troppo brava, troppo buona... le cose iniziano a puzzare. Era palese. Palese. Palese. Andiamo, volete dirmi che Mare non si è fatta due domande? Volete dirmi che Mare non si è chiesta come mai il reietto (o finto tale), abbia iniziato a empatizzare con lei dopo averla quasi respinta il giorno in cui è stato promesso a lei? E poi, su. Maven è una Hela o un Loki di seconda mano. E se conoscete Loki, sapete quando lui abbia daddy issues. 

Il romanzo è scritto in prima persona, proprio come Raccontami di un giorno perfetto, ma solo dal POV di Mare. Ecco, a volte ho avuto l'impressione che i suoi pensieri fossero solo exposition. Ovvero, un modo per dare informazioni. Informazioni e basta. 

Regina Rossa aveva tutte le potenzialità per essere uno dei migliori romanzi che avessi mai letto. Ma Mare è davvero un personaggio irritante e fastidioso. E' ingenua fino al midollo (anche se si ritiene furba e scaltra, MADDOVVEEEEE?), stupida (bisogna essere ciechi per non capire che una persona, tra l'altro la più vicina a chi ti odia, nasconda qualcosa di losco) e anche piuttosto irritante. Gosh, l'ho detto di nuovo lol. Non ho provato compassione per lei. Ho provato compassione per le persone che sono finite nei guai a causa sua, e sono moltissime. Farley mi è piaciuta tanto, così come Cal. Oh, Cal. Cal è un personaggio che viene bistrattato in ogni modo. Mi auguro che nel prossimo ottenga qualche gioia, e che Mare venga rimessa al suo posto.

Comunque, sebbene io gli abbia dato due stelle, confido che il prossimo migliori. Lo spero di cuore.

Nel frattempo vi saluto senza una citazione (non ne ho trovata nessuna da sottolineare, sorry),
xoxo,
Giada

venerdì, giugno 04, 2021

RECENSIONE DI RACCONTAMI DI UN GIORNO PERFETTO DI JENNIFER NIVEN

Buon giorno, Fantastics! Sono passati più di sei mesi, se non di più, dall'ultima volta che sono rientrata nel blog. La verità è che non riesco, e temo che non riuscirò mai, a esser costante qui come desidero. Ogni volta che annuncio una cosa, finisco inevitabilmente con perdermi in mille altre cose. Ecco per cui vi comunico che aggiornerò il blog quando ne ho voglia - qualcuno di voi direbbe a cazzum - ma è così. 

Ho tante cose in ballo, tra cui la stesura del mio romanzo. Leggere  leggo, ma non sempre mi ricordo di postare qui le recensioni. Specialmente ora che ho aperto il mio blog 'alternativo', su Instagram. Infatti, nel mio profilo IG, ci sono soprattutto recensioni di film e serie tv, cose che guardo con molta frequenza... oddio, sono più una tipa da film che da serie tv. Ad ogni modo, se sono qui è sempre per un motivo che conoscete fin troppo bene: sono in pausa dalla scrittura, una pausa in parte non voluta. Ma va beh.

Guardiamo il lato positivo. Ho potuto leggere questa perla di romanzo. 

PREMESSA
Come vi dicevo più su, sono una grande appassionata di film. Il motivo principale per cui ho scelto questo romanzo, oltre che per il mio bisogno di angst e dolore, è perché c'è il film su Netflix e non volevo guardarlo senza prima aver letto il romanzo. Che dire... questo romanzo è un pugno nello stomaco. 
Fa male. Malissimo. Ma, in fondo, è giusto che sia così: per i temi che tratta, per la profondità dei personaggi, per le emozioni che ho vissuto sfogliando le pagine, cinque stelle sono davvero troppo poche per questo romanzo. Ne merita tante, tantissime. Oh, ed è in lizza per diventare uno dei miei romanzi preferiti del 2021, se non IL mio romanzo preferito del 2021. 

TRAMA (DA GOODREADS) 
*** Vincitore premio ""Mare di Libri"" ***
*** Finalista al Premio Andersen 2016 nella categoria Miglior Libro oltre i 15 anni ***

È una gelida mattina di gennaio quella in cui Theodore Finch decide di salire sulla torre campanaria della scuola per capire come ci si sente a guardare di sotto. L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione a sei piani d’altezza. Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo. Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare. Sono due anime fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto. È in quel preciso istante che i due ragazzi provano per la prima volta la vertigine che li legherà nei mesi successivi. I giorni, le settimane in cui un progetto scolastico li porterà alla scoperta dei luoghi più bizzarri e sconosciuti del loro Paese e l’amicizia si trasformerà in un amore travolgente, una drammatica corsa contro il tempo. E alla fine di questa corsa, a rimanere indelebile nella memoria sarà l’incanto di una storia d’amore tra due ragazzi che stanno per diventare adulti. Quel genere d’incanto che solo le giornate perfette sono capaci di regalare. Raccontami di un giorno perfetto è un romanzo commovente e coraggioso. Una storia che spezza il cuore in tutti i modi possibili e ci ricorda che cosa significa essere vivi.

«Un vero inno alla vita. Ogni adolescente dovrebbe leggere Raccontami di un giorno perfetto» - Corriere della Sera

«Uno straordinario caso letterario» - Sette - Corriere della Sera

«Un romanzo che è una contagiosa voglia di riscossa» - TuttoLibri-La Stampa

«Jennifer Niven è la regina della letteratura Young Adult» - la Repubblica

«Una storia d’amore profonda, un viaggio straordinario nelle paure degli adolescenti» - Vanity Fair

«Incantevole e crudele al tempo stesso» - Famiglia Cristiana

«Un caso letterario che parla ai ragazzi con grande sincerità» - Ansa

RECENSIONE
Scrivere ciò che provo, a distanza di ore, su questo libro mi è difficile. Il che è raro, per me, non trovare le parole per descrivere un romanzo - ormai sono blogger da quasi nove anni, scrivo romanzi da quattordici anni... vivo di parole. Le parole sono sempre stato un nutrimento per l'anima, per me. Le parole ci sono sempre state, anche quando pensavo di non averne più, per esprimere i miei sentimenti attraverso i miei personaggi. O meglio, attraverso le loro vicissitudini: se mi conoscete, saprete che per me i personaggi devono soffrire, per poter crescere. E' un processo che spinge il lettore a identificarsi con loro, ma che permette anche a te di buttare fuori quelle ferite che non si sono mai rimarginate. 

Raccontami di un giorno perfetto non è il tipico romanzo YA che leggerete, a tratti mi ha ricordato un coming-of-age, ovvero quel genere di romanzo che racconta le difficoltà dell'adolescente di passare dall'adolescenza all'età adulta. Non è un romanzo leggero. Affatto. Se lo leggerete, dovete tenere presente tutto ciò. Tenevi i fazzoletti a portata di mano. 

Theodore Finch è un ragazzo di diciassette anni strano. Anche se, definirlo strano sarebbe un eufemismo bello e buono. Tende a fissarsi sulle cose in modo ossessivo. Ma, allo stesso tempo, è dotato di una grande intelligenza, una sensibilità fuori dal comune e una visione del mondo molto interessante. Dirvi le cose che ho imparato leggendo questo romanzo occuperebbe gran parte del post, quindi non mi dilungherò oltre. Finch ha perso ben cinque settimane di scuola, e nessuno in casa sua se n'è accorto: né sua madre, che cerca ancora di rimanere a galla nella sua grigia vita dopo esser stata lasciata dal marito violento, la sorella maggiore Kate che non sa quasi nulla di lui e la piccola Decca, che soffre molto per la costruzione della nuova famiglia del padre. Perché Finch ha perso cinque settimane? Lui lo definisce, all'inizio del libro, il Grande Sonno. In realtà, è una forte depressione scaturita proprio dal divorzio, ma che ha radici molto più profonde. Molto, molto profonde. Violet Markey è un'ex cheerleader che ha messo tutta la sua vita in pausa dopo la morte della sorella Eleanor, in un un'incidente d'auto. A differenza di Finch, che presenta sbalzi d'umore, scatti d'ira violenti, fissazioni ossessive; Violet è in piena PTSD (sindrome post-traumatica) insieme ad un grandissimo senso di colpa del sopravvissuto: ha perso ogni interesse per ciò che amava fare, a partire dalla scrittura. 

Quando Violet si arrampica sulla torre campanaria della scuola, contemplando il suicidio, trova lì anche Finch. In parte, Finch non rivela la vera motivazione per cui si trova lì. Io ho avuto la sensazione che lui provasse 'l'attrazione per il vuoto', ovvero quella sensazione che ognuno di noi almeno una volta nella vita ha provato, di buttarsi sotto il treno o di provare cosa vorrebbe dire schiantarsi al suolo. Okay, solo una di queste l'ho sperimentata una volta io, e fa davvero molta paura. Finch salva Violet, ma fa credere a tutta la scuola che sia avvenuto il contrario, perché è già considerato da tutti Lo Schizzato. 

"Posso farti una domanda? Secondo te esiste un giorno perfetto?"
"Cosa?"
"Un giorno perfetto, dall'inizio alla fine. Un giorno in cui non succede niente di tragico, o di triste, o di ordinario. Secondo te esiste?"
"Non lo so."
"Te ne è mai capitato uno?"
"No."
"Nemmeno a me. Ma lo sto cercando."
La storia di Violet e Finch comincia così. In modo molto particolare, come particolari sono loro. 
Finch spinge Violet, in più di un'occasione, a uscire dalla sua zona comfort. La spinge a riappropriarsi di quel che l'incidente le aveva tolto, e anche se alcune cose possono sembrare stupide o troppo infantili, lentamente le restituiscono la Violet di un tempo. La Violet che ama scrivere. La Violet che guida senza problemi. La Violet che torna a divertirsi. Ma, allo stesso tempo, Finch cerca disperatamente di attirare l'attenzione di sua madre. Il suo modo di comportarsi è, fin dall'inizio, una chiara richiesta d'aiuto. Una muta richiesta d'aiuto. Lo spostare i mobili in camera. L'uscire in piena notte senza che nessuno gli dica nulla. Lo sparire per settimane senza che nessuno nella sua famiglia lo noti o chieda di lui. Sono tutte piccole richieste d'aiuto, che sono passate inosservate alla madre di Finch, perfino alla sorella che s'interessa di più a lui e alla sua vita: Kate. 

Man a mano che proseguivo la lettura, mi rendevo conto di una cosa. Il dolore è il fil rouge di questo romanzo. Un dolore dalle mie sfaccettature. Un dolore che viene rappresentato in un ogni sua forma.

"Ma cos'è il dolore, se non amore perseverante?"
(Visione, WandaVision)

Violet subisce, a livello inconscio, tutte e cinque le fasi del lutto. E' una cosa evidente, se siete reduci come me dalla visione di WandaVision, o se siete appassionati di psicologia (come me, anche in questo caso). L'ho notato alle due, ieri sera. La sua accettazione del dolore e del passato, è culminata con il climax del romanzo (che non vi dirò, per evitarvi spoiler). Un climax che mi ha spezzato il cuore. Un climax che ha ridotto il mio cuore in mille pezzi. 

Ho così tanto, e allo stesso tempo così poco da dire, riguardo questo romanzo. 
Sono ancora sopraffatta dalle emozioni che mi ha trasmesso. 
Sono ancora sopraffatta da tutto. 

Posso solo dirvi che merita, nonostante qualche errore di traduzione:
- confetti in inglese non significa il confetti italiano, ma significa coriandoli; 
- Brodway scritto così mi ha fatto venire l'orticaria
- il nome di Eleanor che cambiava e diventava Elenor in certi punti

E' raro, da parte mia, dare una votazione così alta a un romanzo che presenta questi errori. Non è mai successo. Neanche una volta. Quindi, capitemi: sono sorpresa quanto voi. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio di leggere il prima possibile:
"Tu sei tutti i colori in uno, nel loro massimo splendore."
(Theodore Finch)

xoxo,
Giada

venerdì, gennaio 22, 2021

RECENSIONE DI A FIOR DI PELLE (A POUND OF FLESH) DI SOPHIE JACKSON

Buona sera, Fantastics! Sembra passato un secolo da quando ho scritto qui l'ultima volta, non ho nemmeno pubblicato il mio wrap up di fine 2020, ma onestamente mi va bene così. Non sempre le cose vanno come vogliamo, e dobbiamo prenderne atto e andare avanti.

I miei primi 21 giorni del nuovo anno sono stati *lunghissimi*, super super lunghi! Oltre ad aver scritto dapprima a giorni alterni il mio romanzo, alla fine ho preso pure un colpo d'aria che mi ha costretta a letto fino alla settimana scorsa. Sì, insomma, e questo ha provocato un simil-blocco che sto sistemando nel modo che conosco sempre: Supernatural e libri da leggere. Diciamo che questo simil-blocco è stato anche provocato da una serie di discussioni che non mi hanno aiutato, ma come dicevo prima: non sempre le cose vanno come vogliamo, prendiamone atto e cerchiamo di trarre il meglio da ogni cosa!

PREMESSA
Cavolo, non ricordo nemmeno quando ho cominciato a leggere la prima volta questo romanzo! So solo che l'ho messo in pausa proprio per tornare a scrivere, e invece stavolta sono riuscita a finirlo! Mi sento un po' arrugginita con le recensioni, quindi vediamo se riesco a trasmettermi di nuovo la miriade di emozioni che mi ha donato questo bellissimo libro <3 Da quando posto di più su Instagram ho un po' messo da parte il blog, ma non ho dimenticato da dove sono partita e, sopra ogni cosa, perché ho scelto di aprire il blog otto anni fa. Non ho dimenticato le mie origini. 

TRAMA (DA GOODREADS)
Dopo aver assistito all’omicidio di suo padre quando era solo una bambina, Kat da anni sogna il misterioso ragazzo che l’ha salvata dal fare la stessa fine. Ora, a 24 anni, Kat insegna letteratura inglese in un carcere di New York per onorare la memoria del padre, un sognatore prestato alla politica.
Tra i detenuti c’è Wes Carter, un ragazzo dal passato difficile, bello quanto pericoloso, misterioso e brillante, amante dei libri e della musica eppure così impulsivo da mettersi costantemente nei guai.
Tra loro cominciano a esserci scintille: ma Kat scopre presto che dietro le continue provocazioni di Carter, dietro quell’aria rude e quei modi bruschi c’è molto di più. E a rendere il loro rapporto ogni giorno più difficile è l’attrazione che esplode: immediata, intensa, fuori controllo.
Ma la famiglia di Kat e i suoi amici potranno mai accettare l’idea che nella sua vita ci sia un “cattivo ragazzo” come Carter? E la scoperta del ruolo che ebbe Carter la notte della morte del padre di Kat li costringerà ad allontanarsi o finirà per unirli ancora di più? Nata su una piattaforma on line, la serie A Pound of Flesh è stata scaricata 4 milioni di volte e ha avuto 20 mila recensioni, prima di essere comprata all’asta da un editore americano per una cifra da capogiro. Ora è in corso di pubblicazione in 13 Paesi.

RECENSIONE
Wow. Wow. Wow. Che romanzo, ragazzi! Questo è il genere di romanzo che manda la mia ispirazione alle stelle - e così è successo, credetemi! - ma, a parte questo, è davvero molto molto molto bello! Molto intenso e carico di angst come piace a me. 

Dunque, partiamo dal principio. Katherine Lane è la figlia di una figura di spicco della società americana, ora non ricordo se fosse un senatore o un semplice imprenditore, ma di fatto il padre di Katherine Lane è una persona che non passa inosservata né per il suo impegno nel campo sociale, né per ciò che fa per la sua famiglia. Sedici anni prima l'inizio vero e proprio, ci viene presentato attraverso un flashback, che lo mostra morente per strada. E Katherine venire salvata da un misterioso ragazzino, che la trascina lontano i malfattori che hanno ucciso il suo papà di fronte ai suoi occhi.

Ora Katherine Lane ha venticinque anni, un lavoro stabile come insegnante al penitenziario Arthur Kill e si sveglia ancora di soprassalto a causa degli incubi provocati da quel giorno traumatico. Sua madre, la fredda e cinica Eva, si è chiusa in sé stessa. Ma, allo stesso tempo, è talmente preoccupata per Katherine che cerca in tutti i modi di impedirle di fare ciò che ama: ovvero insegnare. Fin dall'inizio, non ve lo nego, Eva mi stava davvero sui maroni. Tuttavia, poi mi sono messa nei suoi panni e ho compreso le sue paure. Mi sono chiesta se una madre qualsiasi non si sarebbe comportata allo stesso modo, dopo aver perso suo marito in una sparatoria dove anche la sua bambina ha rischiato la vita. Alla fine, se ci si mette d'impegno, si arriva a comprendere anche i motivi che spingono Eva a essere una madre soffocante, assillante e anche molto irrispettosa. Qui, all'Arthur Kill, Katherine conosce Wesley Carter, o meglio, "Carter" come preferisce essere chiamato. Carter è un giovane uomo complicato, anzi, definire complicato sarebbe un bell'eufemismo, ma ha un cuore buono che emerge sotto la coltre di arroganza, ironia e sarcasmo dietro cui si cela. Devo confessarvi che entrare in empatia con Carter è stato davvero semplice, per me. La sua storia personale, la sua backstory, è qualcosa di tremendamente doloroso che l'ha reso l'uomo ch'è oggi, ma che non ha intaccato i suoi ideali e i suoi principi.

L'attrazione, dapprima mentale e poi sempre più sessuale, crepita fin dall'inizio tra loro. Katherine non riesce a capire perché la sua vicinanza le sia così familiare, e Carter prega che non si ricordi e poi si ricordi del lui bambino che fece ciò che ha fatto. Qui non vado oltre, per non spoilerare. Vi dico solo che la loro relazione è proibita dato che lei è la sua insegnante, in carcere. Se per caso la loro relazione venisse alla luce, lei rischierebbe molto più di lui. Katherine non solo rischia il suo lavoro, ma anche la sua carriera come insegnante. 

Per una libbra di carne (a pound of flesh): c'è un motivo preciso per cui il sottotitolo del romanzo è stato reso questo, ed ha a che vedere con la grande passione di entrambi per la lettura. Carter è molto intelligente e brillante, e possiede una vasta conoscenza che lo rende uno dei ragazzi dei miei sogni... Per non dire altro. Vi dico solo: leggete il Mercante di Venezia di Thomas Mann. E' a questo libro che fa riferimento "A fior di pelle": è questo libro il fil rouge di tutto ciò.

Ci sono state delle cose che non mi sono piaciute, come per esempio alcuni comportamenti di Kat nei confronti di Carter, e il modo di agire del suo migliore amico Max. Tuttavia, sono solo opinioni soggettive e non hanno nulla a che vedere con la bontà in sé del romanzo. 

Se amate i New Adult con un pizzico di forbidden romance, questo è il libro che fa per voi! L'angst, lo slow burn, il sesso bollente tra i due protagonisti, le verità sconvolgenti rivelate e le discussioni lo rendono sicuramente uno dei romanzi più belli letti finora (e finalmente, voglio dire! I primi due del 2021 li ho messi come DNF!).

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio caldamente di leggere. Comunque volevo metterne una di quelle che mi sono trascritta, e mi sono resa conto che non posso farlo perché contiene un mega spoiler. Attingo alle citazioni di Goodreads!
"“I want you,” he murmured into her ear, before placing another kiss in the hollow behind her ear. “God help me, I don’t care if it’s against the rules. I want you so fucking much.”She turned her head, looking him straight in the eye, and smiled like a vixen. “I want you, too.”
(Katherine Lane & Wesley Carter)


xoxo,
Giada

mercoledì, novembre 18, 2020

RECENSIONE DI BREAKING THE RULES DI SAGARA LUX

Buona sera, Fantastics! In questi mesi mi è successo *di tutto*, da problemi di salute di svariata natura al fatto che ho dedicato molto tempo al mio romanzo - che non è ancora finito, ad ogni modo - e proprio per potermici dedicare al meglio ho deciso di prendermi un po' di tempo per fare altre cose, tra cui anche riprendere le recensioni per un breve periodo di tempo. Non so per quanto, sia chiaro. Ma farò altre cose che mi piacciono, per tornare carica più che mai. 

PREMESSA
Come saprete da tempo, ormai, Sagara Lux è una delle mie autrici italiane preferite in assoluto. Volevo dedicarmi a "Breaking the Rules" una volta raggiunto il primo giro di boa del mio romanzo, ma la voglia di leggere ha preso il sopravvento... e ora eccomi qui, finalmente, a parlarvi del sequel di "Making the Rules", un sequel coi controfiocchi che vi terrà incollati alle sue pagine. 

Vi racconto una chicca: in questi giorni, la voglia di sapere come andava a finire la storia, mi ha portata a leggere fino quasi alle due di notte, per poi provare a dormire e non riuscirci perché ero così esaltata ed euforica che volevo vedere cos'altro sarebbe successo! Per dirvi, l'altro ieri mi sono svegliata alle due e mezza e non riuscivo più a prendere sonno. Così ho preso in mano "Breaking the Rules" e ho letto un po', ma l'euforia e l'adrenalina che lascia questo romanzo molto forti. Ve lo garantisco!

SINOSSI (DA GOODREADS)
JAKE LEWIS.
È determinato e brutale; una bestia assetata di sangue. Non avrei dovuto incrociare il suo sguardo.
Ma è successo.
Mi ha inseguita. Braccata. Rinchiusa in una gabbia da cui è certo non potrò più scappare.
Se crede di spaventarmi, si sbaglia di grosso.
C’è già un uomo nei miei incubi.
E non è lui.

JILLIAN ALLEN.
Doveva essere un lavoro semplice; uno come tanti.
Poi l’ho sfiorata. Assaggiata.
E tutto è cambiato.
Da quando l’ho presa, non riesco a smettere di guardarla.
Le ho promesso che non l’avrei toccata, ma ho mentito.

Con il suo canto, l’uccellino ha risvegliato la bestia che è dentro di me.
E ora ha fame.

RECENSIONE
Questa sono io non appena ho finito di leggere

Sagara Lux è una garanzia, una certezza assoluta nel panorama italiano letterario: quando pubblica qualcosa, so per certo che mi piacerà. E' stato così anche stavolta, e penso che andrà sempre così, perché i suoi romanzi sono capaci di scavarmi dentro, nell'animo, e di rimanerci per molti giorni. 
L'aspetto che preferisco sempre dei suoi libri, è la capacità di mescolare sapientemente erotismo, sesso con sentimenti profondi. Davvero, quando io dico che adoro un autore, lo dico perché è sul serio così <3 Sagara è un'autrice italiana fantastica, e non smetterò mai di consigliarvi i suoi romanzi :)

Ma partiamo dal principio. Se avete letto "Making the Rules", sapete più o meno come finisce. Ecco, la storia non riprende proprio da lì, Sagara ci conduce attraverso la storia di due personaggi complessi e, allo stesso tempo, fragili, come Jake e Jillian. Jillian, che abbiamo conosciuto nel romanzo precedente come essere la sorella minore di Sharon Allen… Forse una delle protagoniste femminili più cazzute di cui abbia letto negli ultimi anni, intelligente e brillante come poche. Sì, ho un grandissimo bias quando si tratta di Sharon. Dopo Amanda, Darren, Genz e Iryna, è diventata ufficialmente una delle donne letterarie che preferisco, nate dalla penna di Sagara. Ma anche Jillian non è da meno, ve lo garantisco. Sarà pure la minore, ma non è una ragazzina che non sa quel che vuole. 

Nessuno si aggrappa alla luce, se non ha dentro di sé una buona dose di oscurità.
(Jake Lewis)

Abbiamo già incontrato anche Jake, solo ch'era rimasto nello sfondo del libro precedente, sebbene abbia svolto molte azioni fondamentali per Rules. Conoscere la storia di Jake mi ha quasi fatto piangere, sarò sincera. Anche la storia di Jillian non è tutta rosa e fiori, leggendo capirete la motivazione dietro i suoi incubi e la sua paura del bosco... davvero, la sensibilità di Sagara nel trattare questi argomenti delicati si è vista molto! Ho sentito le loro emozioni sulla pelle: ogni sorriso, ogni lacrima, ogni allontanamento. Tutto. Ed è proprio questo che dovrebbe fare un autore: coinvolgerti attraverso i sentimenti e le emozioni dei suoi personaggi - uno dei motivi per cui ho dato cinque stelle è proprio questo: la capacità di trasmettere emozioni forti e trattare argomenti sensibili con delicatezza. Non tutti lo fanno, ed è una cosa davvero ammirevole che testimonia l'impegno dell'autrice. 

I personaggi sono tridimensionali, complessi, a volte guidati dalle loro emozioni e per questo agiscono in modo tutto diverso da come si erano prefissati. E' del tutto normale, però. Qualunque persona lo fa, ogni giorni. Qualunque persona agisce così, anche in modo inconscio. Ambienti, personaggi a tutto tondo, grammatica e forma perfetta... Non so cos'altro dire, se non che è un libro da cinque stelle e che dovete recuperarlo assolutamente! <3

Vi saluto con una citazione tratta da questo bellissimo romanzo, in attesa di leggere i vostri commenti a riguardo, qui sul blog o su Instagram:
"I predatori veri non si nascondono tra gli alberi: ti vengono incontro con un sorriso."
(Jake a Jillian)

xoxo,
Giada

domenica, settembre 27, 2020

RECENSIONE DI A UN METRO DA TE DI RACHEL LIPPINCOTT

Buona sera, Fantastics! Ne è passato di tempo da quando sono rientrata su Blogger! Adesso c'è pure una nuova interfaccia che sta provocando problemi a molte persone, ma se devo esser sincera non ci ho messo molto ad abituarmici :) La trovo molto più intuitiva e pratica, rispetto all'altra ch'era molto più semplicistica. Okay, ammetto di aver scelto Blogger al posto di Wordpress proprio per questo, però devo dire che questo aggiornamento non mi dispiace.

PREMESSA

A Dicembre ho visto il film di "A un metro da te", e devo dire che l'ho trovato molto struggente e colmo di significati profondi. Sapevo cosa aspettarmi, quindi, quando ho cominciato a leggere il romanzo da cui è tratto il film. Ecco, vi basti dire che se vi è piaciuto il film, il libro vi piacerà ancora di più. Io l'ho trovato intenso in egual modo, se non di più, per via di alcune scelte stilistiche che hanno fatto in modo di accentuare le emozioni dei protagonisti, Will e Stella.

TRAMA (DA GOODREADS)
A Stella piace avere il controllo su tutto, il che è piuttosto ironico, visto che da quando è bambina è costretta a entrare e uscire dall'ospedale per colpa dei suoi polmoni totalmente fuori controllo. Lei però è determinata a tenere testa alla sua malattia, il che significa stare rigorosamente alla larga da chiunque o qualunque cosa possa passarle un'infezione e vanificare così la possibilità di un trapianto di polmoni. Una sola regola tra lei e il mondo: mantenere la "distanza di sicurezza". Nessuna eccezione.

L'unica cosa che Will vorrebbe poter controllare è la possibilità di uscire una volta per tutte dalla gabbia in cui è costretto praticamente da sempre. Non potrebbe essere meno interessato a curarsi o a provare la più recente e innovativa terapia sperimentale. L'importante, per lui, è che presto compirà diciotto anni e a quel punto nessuno potrà più impedirgli di voltare le spalle a quella vita vuota e non vissuta, un viaggio estenuante da una città all'altra, da un ospedale all'altro, e di andare finalmente a conoscerlo, il mondo.

Will è esattamente tutto ciò da cui Stella dovrebbe stare alla larga. Se solo lui le si avvicinasse troppo, infatti, lei potrebbe veder sfumare la possibilità di ricevere dei polmoni nuovi. Anzi, potrebbero rischiare la vita entrambi. L'unica soluzione per non correre rischi sarebbe rispettare la regola e stare lontani, troppo lontani, uno dall'altra. Però, più imparano a conoscersi, più quella "distanza di sicurezza" inizia ad assomigliare a "una punizione", che nessuno dei due si è meritato. Dopo tutto, che cosa mai potrebbe accadere se, per una volta, fossero loro a rubare qualcosa alla malattia, anche solo un po' dello spazio che questa ha sottratto alle loro vite? Sarebbe davvero così pericoloso fare un passo l'uno verso l'altra se questo significasse impedire ai loro cuori di spezzarsi?

RECENSIONE
"A un metro da te" è uno young adult romance che parla della Fibrosi Cistica, senza fronzoli e senza abbellimenti vari. "A un metro da te" è una storia delicata, ma anche molto potente, che vi penetrerà nella pelle e vi accompagnerà per giorni e giorni. Lasciandovi con una sensazione di frustrazione che non troverà mai realizzazione, e di tenerezza per lo sviluppo della storia d'amore di Will e Stella.

Stella è una ragazza di diciassette anni che convive con la FC, che le ha intaccato i polmoni, sin da quando aveva sei anni. Da quand'aveva quell'età, il Saint Grace's è diventata la sua seconda casa, ed è proprio in quell'ospedale che ha potuto conoscere le persone che l'hanno accompagnata nel suo profondo quanto doloroso processo di crescita da ragazzina a giovane donna. Vi dirò la verità, in Stella mi sono rivista: è una maniaca del controllo, è una ragazza che ha bisogno di avere tutto sotto controllo per stare in pace con sé stessa e fa liste su liste di cose che vorrebbe fare, ma che non ha mai fatto a causa della FC. Sia chiaro, io non ho la FC, ma in alcuni aspetti del carattere di Stella mi sono rivista. Avete presente quando trovate quei personaggi che sembra siano fatti proprio per voi? Quei personaggi che vi assomigliano così tanto, che non potete fare a meno di chiedervi dove inizi lui e dove cominciate voi? Ecco, per me Stella è stato questo. 

La vita di Stella cambia quando, al Saint Grace's, arriva Will. Un ricco ragazzo disilluso, che ha contratto il B. Cepacia, una malattia ancor più debilitante - se già la FC riduce molto le aspettative di vita di una persona, il B. Cepacia le riduce ancor più drasticamente, e dà loro un'aspettativa di vita molto molto bassa. Will ha uno spirito ribelle, sotto al quale nasconde tutte le sue insicurezze e la sua consapevolezza che non gli resta molto da vivere, quindi si chiede per quale ragione fare le terapie prescritte dalla dottoressa Hamid. Ma quando conosce Stella, per puro caso, di fronte al TIN, le cose per lui non saranno mai più le stesse: da allora, inizierà a seguire le terapie e a fare in modo di migliorare almeno un po' le sue condizioni di salute.

Un libro scritto a POV alternato, in prima persona, Stella/Will che permette al lettore di interiorizzare e provare empatia per questi due personaggi che vivono una vita che, dopo tutto, non è davvero vita. Ed è questo il messaggio che mandano a tutti i lettori, malati di FC e no, e cioè che la vita è troppo corta per dare troppo peso a ciò che dicono che le persone o ciò che fanno per limitarci in ogni modo. Dobbiamo coltivare i nostri interessi. Lottare per ciò che vogliamo veramente. E prendere atto di ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, perché è questo ciò che mi hanno insegnato Stella e Will.

Un romanzo che vi consiglio caldamente di leggere, se avete amato in precedenza "Colpa delle stelle" e "Io prima di te". 

Vi saluto con una citazione tratta da questo stupendo libro:
"Sono stufa di desiderare le cose.
Non possiamo avere tante cose, ma possiamo avere questo.
Lo so."
(Stella)

xoxo,
Giada

sabato, luglio 04, 2020

RECENSIONE DI DESTINY - UN AMORE IN GIOCO DI LINDSEY SUMMERS

Buon giorno, Fantastics! Strano a dirsi, ma quest'anno ho raggiunto e superato per ben due volte la quantità di romanzi da leggere nel 2020, e so che tutto questo non sarebbe accaduto se non avessi avuto l'operazione chirurgica due settimane fa - e molte altre cose che sono successe, tre mesi fa. Insomma, mi manca come l'aria scrivere i miei libri, ma non riesco a stare seduta molto e l'ultima volta che ho scritto una recensione qui stavo per sentirmi male proprio per questo. L'unico modo che ho per superare tutto questo è, detta stretta, 'mettermela via' e lasciare che il mio corpo si riprenda.

PREMESSA
Una notte non riuscivo a prendere sonno, ed ero molto MOLTO propensa a cominciare a leggere la saga di Shadowhunters di Cassandra Clare. Ciò che mi fece desistere, a riguardo, fu la consapevolezza che la Clare non mi avrebbe addormentato come speravo - erano le quattro del mattino, mi serviva un romanzo piuttosto noioso o quanto meno tendente al noioso - perciò ho optato per "Destiny - un amore in gioco" di Lindsey Summers. Malgrado le buone premesse della prima parte, questo romanzo è calato sensibilmente in qualità e in molte altre cose, nella seconda parte, portandomi da un punteggio di quattro stelline a due. Perché? Lo scoprirete solo leggendo la recensione. 

TRAMA (DA GOODREADS)
Puoi innamorarti di qualcuno che non hai mai incontrato?

Per Keeley sarebbe stato già un disastro aver preso il telefono sbagliato, l’ultimo giorno di scuola appena prima di partire per le vacanze estive. Ma il disastro si trasforma in una vera catastrofe quando scopre di aver preso per errore quello dell’odioso, egocentrico Talon, che tra l’altro è appena partito per il ritiro di football… con il suo telefono. Con riluttanza, i due decidono di inoltrarsi reciprocamente i rispettivi messaggi per una settimana. E così, giorno dopo giorno, Keeley inizia a conoscere un altro lato di Talon, che non le dispiace per nulla. C’è molto oltre la facciata dell’atleta sbruffone che la maggior parte delle persone vede. E inizia a esserci molto di più anche nel cuore di Keeley riguardo a Talon. Troppo. Messaggio dopo messaggio, riesce a esprimersi come non le era mai capitato, e sente che potrebbe davvero diventare la persona che ha sempre voluto essere. E quando i due finalmente, dopo sette lunghi giorni, si incontrano per scambiarsi i telefoni, scocca la magica scintilla. Ma, mentre Keeley ha giocato a carte scoperte, Talon nasconde un segreto che li riguarda. Qualcosa che potrebbe cambiare la loro relazione. E quando Keeley lo verrà a sapere, potrà fidarsi ancora di lui?

90 milioni di lettori su Wattpad
Il libro che è diventato uno straordinario caso del passaparola

L’amore romantico ha una nuova straordinaria voce. Anzi due

È arrivato il nuovo fenomeno destinato a scalare le classifiche di tutto il mondo

«Divertente, stuzzicante e scritto in modo brillante. Destiny. Un amore in gioco è il romanzo più romantico e stupefacente che abbia mai letto. 5 stelle di platino!»

«Quando Keeley e Talon si incontrano il cuore mi batteva così forte che pensavo mi sarebbe schizzato fuori dal petto. Amo questo romanzo, vorrei viverci dentro, anzi vorrei che Talon uscisse fuori dalle pagine!»

«Ho cominciato a leggerlo per scherzo, ma più andavo avanti e più mi ritrovavo coinvolta nei dialoghi di Keeley e Talon e mi sembrava di non poterne più fare a meno»

RECENSIONE
Aaah! Era partito così bene questo romanzo! Aveva tutto ciò che doveva avere un libro per farmi sentire bene: spiritoso, leggero e anche divertente. Perché è calato così tanto? Perché? Beh, in realtà credo di saperlo il motivo, ma comunque è stata una delusione totale. Da come veniva promosso al tempo, nel 2017, mi aspettavo MOLTO di più e, perlomeno, mi aspettavo che i temi trattati venissero quantomeno approfonditi un pochino. Non dico tantissimo. Il giusto.

Keely Brewer è la sorella gemella di Zachary, ed è una ragazzina di diciassette anni che non sa cosa fare della sua vita. E' una lettrice accanita, ma si comporta come una decerebrata. E' la migliore amica di Nicky, che però la mette da parte perché deve studiare, mostrando chiari segni di egocentrismo e, anche se vogliamo, di egoismo. La caratteristica principale, e anche l'unica, di Keeley sembra essere la sua capacità di perdere i cellulare - in sei mesi ne ha già persi tre! - Ecco, partiamo da qui. I suoi genitori non vengono descritti come ricchi, e presumo che per uno smartphone funzionante ci vogliano molti soldi. Non sto parlando di iphone, ma anche di semplici sottomarche. Se io, a diciassette anni, avessi perso tre telefoni in sei mesi, i miei mi avrebbero mandata a zappare la terra per guadagnarmelo, invece di buttare via altri soldi per me. Insomma, recupera all'ultimo secondo il cellulare che aveva lasciato allo stand del luna park, senza nemmeno controllare lo schermo o accenderlo, e se ne va. Nel cuore della notte, perché prima Talon non se n'era reso conto (perdonatemi, ma lo reputo altamente improbabile! Gli adolescenti hanno sempre il cellulare in mano, figurarsi se se ne rendono conto in piena notte che non è il loro cellulare, quello che hanno in mano!). 

Un messaggio dopo l'altro, Keeley e Talon cominciano a messaggiare. Lui ci prova apertamente con lei, e viene descritto come il bad boy della Crosswell, la scuola rivale alla Edgewood, quella che frequenta Keeley. In realtà, penso solo che Talon sia un ragazzo sbruffone, arrogante e che se la tira, ma è l'unico che dimostra un po' di forza di carattere in questo romanzo. Perché Keeley non ne ha. Sin dall'inizio del libro, si fa trattare come uno zerbino (e un taxi) da suo fratello, che viene a prenderlo a ogni festa dove va, quando si ubriaca. Gli fa da babysitter, in poche parole. 

Tralasciando le situazioni quasi nonsense e i plot twist inesistenti (la rivalità tra i due capitani delle squadre, gli scherzi reciproci con la vernice blu e l'introduzione di un tema molto delicato, troppo delicato, per essere trattato in questo modo), arriviamo finalmente al momento in cui la verità verrà a galla. Sarò sincera, non mi è piaciuto com'è stato trattato il tema della diffusione delle foto intime in internet, proprio per niente. E non mi è piaciuto com'è stato liquidato. Se si vuole parlare di temi sensibili, ci si documenta e non si liquida il tutto nel giro di un paio di pagine con un 'mi dispiace'. 

Ho avuto la sensazione che il romanzo fosse 'povero', in ogni senso: povero di trama, di caratterizzazione dei personaggi - sia principali che minori -, povero di sostanza. Keeley è un personaggio che dovrebbe essere principale, ma è inesistente: non si sa molto di lei, se non che si comporta come un'oca senza personalità. A dire il vero, penso che lei non possa nemmeno fare a gara con Tessa ed Abby, loro almeno erano insopportabili per il loro carattere e il loro modo di fare. Keeley è, invece, piatta e anche noiosa. Zach, a differenza sua, dovrebbe atteggiarsi da maturo, ma per tutto il romanzo non fa altro che essere infantile e incazzarsi per la qualsiasi, arrivando perfino a costringere la sorella a visitare il college dove vorrebbe andare lui, adducendo una scusa senza senso. 

Amo gli YA, ne sono appassionata da sempre, ma uno YA deve avere sostanza. Una cosa che mi aspetto in ogni romanzo. Non mi si può propinare un libro del genere e sperare che ottenga un risultato positivo. Non mi sembra di chiedere molto, se non personaggi ben caratterizzati e una trama consistente, che tratti dei temi veri e propri. Ecco... non so se dirlo o meno, ma trovo questo romanzo dimenticabile: non ha niente di memorabile, in nessun senso.

Non ho trovato alcuna citazione da riportarvi qui, perciò vi saluto.

xoxo,
Giada

sabato, giugno 27, 2020

RECENSIONE DI ELITE - OSSESSIONE E POTERE DI LAURELIN PAIGE

Buona sera, Fantastics! Premetto che oggi è una giornata molto calda, ed è anche il primo giorno che sto abbastanza bene da riuscire a stare seduta per almeno una quindicina di minuti, anche se il punto in cui sono stata operata di ciste pilonidale plurirecidiva mi fa un po' male. Ho passato dei giorni altalenanti, abbastanza difficili e facili nel contempo, ma sono qui per dirvi che manterrò il blog aggiornato quanto la mia situazione di saluta lo permetta. 

PREMESSA
Pensavo di riuscire a finire di leggere questo romanzo prima della data X, ovvero la data della mia operazione, ma ahimé non ci sono riuscita. Tuttavia, devo dire che Sabrina, Donovan e Weston mi hanno fatto compagnia in questi giorni e, come sempre, la lettura si è rivelata il mio porto sicuro dove rifugiarmi nei momenti difficili. Ho ricevuto sostegno da persone insospettabili, un sostegno che ho apprezzato davvero molto e a cui sono grata ogni giorno. D'altro canto, ho anche ricevuto una mazzata sulla faccia da quelle persone che ritenevo più vicine a me... okay, solo una persona, in particolare. Ma non importa. Ormai non ha nemmeno più senso che io mi arrabbi per queste cose. Credo nel karma e nella restituzione del bene fatto, quindi non me ne curo nemmeno più molto. Contano solo le persone che sono al mio fianco adesso, che sono rimaste sia nei momenti difficili che in quelli belli, e a loro sono grata con tutto il cuore per la loro vicinanza e il loro sostegno. La storia di Donovan e Sabrina mi ha tenuta incollata alle pagine di questo favoloso romanzo edito Always Publishing, una CE che vi consiglio fin d'ora, tradotto da Dio e di cui non vedo l'ora di leggere in sequel. Spero che la mia recensione vi piaccia, buona lettura!

TRAMA (DA GOOREADS)
C'era una volta una ragazza, povera e bellissima, che aveva un unico desiderio: entrare a far parte dell’élite.
Sabrina è una giovane brillante, ma di origini modeste. Appena giunta ad Harvard, grazie a una borsa di studio, non può fare a meno di restare ammaliata dal fascino dorato dell’élite d’America e dal suo rampollo, il carismatico e spensierato donnaiolo Weston King.
Le insidie di quel mondo esclusivo sono più oscure di quanto Sabrina riesca a immaginare e a salvarla dal suo destino sarà l’enigmatico e tenebroso Donovan Kincaid, amico di Weston. Ma l’affascinante Donovan non è un cavaliere in armatura scintillante e, nonostante la chimica bruciante che lo unisce alla innocente Sabrina, non esita a schiacciarla e a spezzarle il cuore. Il sogno dorato di Sabrina all’improvviso si infrange, e quel mondo irraggiungibile diventa solo un ricordo lontano.


Dieci anni dopo, Sabrina è una pubblicitaria affermata quando dal suo passato riemerge Weston King, l’uomo che lei ha idealizzato, insieme a un’offerta di lavoro irrinunciabile. Ma il suo segreto più torbido e la sua fantasia più proibita, la figura cupa e diabolica che popola i suoi sogni, è Donovan Kincaid, che lei aveva giurato di non rivedere mai più.
Sabrina viene riammessa nel mondo di lusso e privilegi dei due uomini tanto ricchi quanto pericolosi, e rincomincia una partita che in realtà non si era mai conclusa, in un gioco di passione, controllo, gelosia e potere messo in moto dieci anni prima.
Come un’ombra, Donovan non è mai veramente uscito dalla vita di Sabrina, e torna prepotente a ossessionarla, sconvolgerla, sedurla, per poi cercare di respingerla e di tenerla lontano con ogni mezzo dal mondo di cui non vuole che faccia parte.
Ma ora Sabrina è una donna adulta, che conosce le regole che vigono nell’Élite e non si lascerà spezzare... neanche dall’amore.

Il magistrale racconto di un amore proibito in una favola di passione, segreti, bugie, tradimento, gelosia e potere.
Questo è il mondo dell’Élite.

RECENSIONE
Premetto che, quando scoprii questo romanzo nel catalogo delle biblioteche padovane, ero entrata in fissa per Elite (Netflix) e morivo dalla voglia di leggere qualcosa che avesse a che fare con una élite di ricconi che si comportavano da stronzi con chi aveva meno fortuna di loro. Non chiedete. Non so per quale ragione io sia così fissata con queste cose. Il fatto è che amo i romanzi, così come i telefilm, che parlano di persone ricche che si comportano male - forse, è una delle tante qualità che io e Sabrina abbiamo in comune. Ad ogni modo, dire che mi è piaciuto sarebbe un eufemismo bello e buono. Io ho amato questo romanzo dalla prima all'ultima pagina, e anche se in questo momento sto facendo fatica a stare seduta a causa della garza che copre la mia ferita in zona saccocigea, sono decisa a raccontarvi le mie impressioni su questo romanzo fantastico.

Sabrina Lind è una diciassettenne che, studiando e faticando, è riuscita a entrare ad Harvard. Harvard, da sempre è una delle università della Ivy League, costose e riservate a una ristretta cerchia di persone che provengono da famiglie altolocate. Sabrina è ossessionata da Weston, un donnaiolo molto bello, che passa da una ragazza all'altra come se niente fosse. Tuttavia, è anche a causa di Weston che Sabrina conosce Donovan Kincaid. Ecco, Donovan è tutto ciò che mi attrae: oscuro, misterioso, pericoloso. Ed è anche tutto ciò che attrae lei, tanto che non si risparmia in termini poco carini nei suoi confronti non appena può. Infatti, Donovan è l'assistente del professore di Etica del marketing, e quando le loro strade si incrociano a causa, soprattutto, di un'insufficienza che Donovan le ha dato, ci saranno fulmini e saette. L'attrazione tra di loro diventa subito palpabile, irresistibile; ma lui non si fa remore a usarla e gettarla via come un preservativo - avrei detto calzino, ma considerato il personaggio, trovo questo termine molto più appropriato - usato.

Dieci anni dopo, Sabrina è una pubblicitaria affermata che si è presa cura della dolce e simpatica Audrey, la sua sorellina minore. Ma, anche se sono passati anni, non è riuscita a togliersi dalla testa il tenebroso Donovan - a cui continuava a fare ricorso, nelle sue fantasie, per scappare alla sindrome post-traumatica da stress provocata dal tentativo di stupro ad una festa. La sindrome post-traumatica è descritta davvero molto bene, è molto molto realistica ed è un pugno nello stomaco. Dopo aver realizzato la sua fantasia segreta, quella di farsi Weston, Sabrina torna però tra le braccia di Donovan anche se fa di tutto per non farlo. Si contraddice, si arrabbia, se la prende con lui e con sé stessa, ma non può negare l'attrazione sessuale che c'è tra loro.

Okay, mi da' un po' fastidio stare seduta ora e faccio fatica a concentrarmi nella scrittura della recensione. Spero di farcela a finirla, tanto lo so che dovrò stendermi nel letto per un po' dopo, a guardarmi 365 dni. Il famoso film appena uscito su Netflix, di una serie che spero almeno venga tradotta in inglese. 

Un romanzo bollente, che mantiene le aspettative che mi ero fatta: oscuro, potente, intenso. Un romanzo che tratta temi per niente leggeri, e che non è per tutti gli stomaci, ma è un romanzo talmente meraviglioso che sarebbe un peccato non leggerlo. A parte qualche lieve refuso, non ho riscontrato errori di altro genere, in quanto l'ho trovato perfetto sia nella forma che nel contenuto.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, invitandovi a leggerlo non appena ne avete l'occasione, perché è veramente intenso e strappamutande.
"Avevo trascorso troppo tempo a desiderare la vita cui sentivo di essere nata. Era il momento di uscire allo scoperto e andare a prendermela."
(Sabrina Lind)

xoxo,
Giada

venerdì, giugno 12, 2020

RECENSIONE THE ELITE DI KIERA CASS

Buon pomeriggio, Fantastics! Tre ore fa ho finito di leggere il sequel di "The Selection" di Kiera Cass, e personalmente, non ne sono molto entusiasta. Se avete letto la mia recensione su Goodreads, sapete più o meno come la penso a riguardo, quindi in questa recensione vi racconterò nel dettaglio - senza fare spoiler, ovviamente! - di questo romanzo che mi ha deluso su molte molte cose. Vi basti sapere che mi sono ritrovata d'accordo con le recensioni dei lettori sia americani che inglesi, in quanto loro hanno sottolineato le stesse cose che ho notato io durante la lettura.

PREMESSA
Lo stato d'ansia in cui vivo, a causa dell'operazione chirurgica che avrò tra circa una settimana e mezza, mi rende inquieta. Non vi nascondo che non ho mai letto così tanto in un mese, solo quando avevo appena aperto il blog avevo questo ritmo di lettura, ma anche questo va contestualizzato a dovere: non potevo, non riuscivo a scrivere i miei libri perché la mia testa era su altri libri. E quindi eccomi qui, a divorare un romanzo dietro l'altro, nel disperato tentativo di calmare la mia inquietudine. Sono orgogliosa della mia Challenge, non lo nego. Ma mi manca come l'aria scrivere il mio libro. Mi manca come se mi avessero amputato un braccio e io fossi menomata - chi di voi scrive romanzi può capirmi e capire quello che provo in questo momento. 

Ad ogni modo, alla fine ho deciso di continuare la saga di The Selection e, se il primo l'avevo salvato grazie a due personaggi, in questo ho trovato gran poche cose che reputo salvabili. Diciamo che si fa prima a dire le cose che non mi sono piaciute, che quelle che mi sono piaciute xD 

TRAMA (DAL SITO SPERLING & KUPFER)
Trentacinque ragazze. Così era cominciata la Selezione. Un reality show che, per molte, rappresentava l'unica possibilità di trovare finalmente la via di uscita da un'esistenza di miseria. L'occasione di una vita. L'opportunità di sposare il principe Maxon e conquistare la corona. Ma ora, dopo le prime, durissime prove, a Palazzo sono rimaste soltanto sei aspiranti: l'Elite. America Singer è la favorita, eppure non è felice. Il suo cuore, infatti, è diviso tra l'amore per il regale e bellissimo Maxon e quello per il suo amico di sempre, Aspen, semplice guardia a Palazzo. E più America si avvicina al traguardo più è confusa. Maxon le sa regalare momenti di pura magia e romanticismo che la lasciano senza fiato. Con lui, America potrebbe vivere la favola che ha sempre desiderato. Ma è davvero ciò che vuole? Perché allora ogni volta che rivede Aspen si sente trascinare dalla nostalgia per la vita che avevano sognato insieme? America ha un disperato bisogno di tempo per riflettere. Mentre lei è tormentata dai dubbi, il resto dell'Elite però sa esattamente ciò che vuole e America rischia così di vedersi scivolare via dalle dita la possibilità di scegliere… Perché nel frattempo la Selezione continua, più feroce e spietata che mai.

RECENSIONE
Era dai tempi di "After" che non mi ritrovavo davanti a una protagonista femminile così irritante, incostante, incoerente e fastidiosa. Perdonatemi, amanti di The Selection, ma America in questo romanzo ha dato tutto il peggio di sé su tutta la linea - ma, soprattutto, ho avuto l'impressione che in questo romanzo si tentasse in tutti i modi di saldare gli enormi buchi di trama del precedente romanzo. Sì, lo so che non ve ne ho parlato la settimana scorsa. Tuttavia, una parte di me sperava che in questo libro la trama generale o i personaggi migliorassero almeno un po', che acquisissero almeno un arc narrativo sensato e coerente con l'ambiente e la trama della storia principale. Niente di tutto questo.

Andiamo con ordine. "The Elite" riprende da dov'era terminato "The Selection": con Maxon che ha deciso, a causa dei disordini nel Regno, di restringere il numero delle candidate alla Selezione da ventisette a sei. Un'élite che, in teoria, dovrebbe acquisire maggiori doveri e maggiori impegni anche dal punto di vista socio-economico. Bhahahah. Niente di tutto questo nemmeno qui. Qualitativamente, l'ho trovato persino peggiorato rispetto al primo romanzo, ma niente. Questi libri, per quanto trash, sono una droga per me. Un po' come quella serie tv trash di cui tutti parlano e che voi volete vedere, per vedere se effettivamente è così trash come tutti dicono e formarvi un'idea vostra a riguardo. Insomma, America è ancora confusa nei confronti del principe Maxon, però continua a comportarsi come una 'ribelle' a palazzo, facendo di testa sua. Questo, non la fa brillare agli occhi del re Clarkson. 

La Selezione continua, e stavolta è più spietata che mai. Le ragazze sono disposte a tutto pur di farsi notare da Maxon, e la competizione si sposta su più fronti: dai ricevimenti - che a quanto pare sono organizzati all'acqua di rose da delle ragazzine di 17 anni circa senza l'aiuto di nessuno - a una festa riesumata da Maxon. Sì, perché l'elemento centrale di questo romanzo è la scoperta della vera faccia di Gregory Illéa. E qui, devo dirvi che il "Gregory Illéa" mi ha ricordato troppo il romanzo di Suzanne Collins, "Gregor" di Suzanne Collins. Vi giuro, per quanto mi sforzassi di non associarlo a quel libro, che tra l'altro non ho nemmeno ancora letto, la mia mente andava sempre lì. 

America è sempre la stessa incoerente e contraddittoria ragazza di "The Selection", che porta avanti una specie di simil-relazione clandestina con il suo ex pur sapendo quello che ha subito la mia sua migliore amica - che poi, la Cass non ci ha mostrato molti momenti di 'comunanza' o 'sorellanza' tra loro, quindi il loro rapporto è stato sviluppato di punto in bianco ed è diventato subito profondo - e Maxon. E' sempre indecisa. Chiede sempre tempo. Si comporta veramente da stronza, passatemi il termine e scusatemi il francesismo. Solo Tessa era così fastidiosa, e solo Abby Abernathy si comportava così. Ci sono degli stereotipi che speravo andassero via o almeno venissero attenuati in questo romanzo, ma no. La bionda ricca deve essere sempre una stronza. In genere tendo a tifare per i 'buoni' se così si possono chiamare, nei romanzi, ma stavolta mi sono sentita di parteggiare solo per Celeste. Di tutti i personaggi presenti in questo libro, è la più coerente. 

Credo che la cosa che mi abbia fatto abbassare il punteggio così tanto, a parte l'irritazione provocata da America e dai suoi pensieri e azioni monodimensionali - era che, in fondo, tutti i personaggi fossero piatti e monodimensionali, poco coerenti in tutto e per tutto. Anche le fazioni che attaccano di continuo il Palazzo, a cosa servono le guardie? Solo per difendere i reali? Non per attaccare i nemici? I pensieri di America, perché il romanzo è scritto dal suo POV, così come le sue emozioni, sono descritte quasi in modo automatico. Non ci viene data una connotazione emotiva, di ciò che la circonda. Tutto è superficiale, descritto superficialmente anche le sue relazioni. La backstory di Maxon e della regina l'ho trovata un po' buttata a caso, per giustificare il suo comportamento nei confronti delle ragazze e soprattutto, riguardo ai lettori. 

Insomma, ho avuto la sensazione che il romanzo avrebbe dovuto finire nel primo libro. Questo, sembra passare da zero azione nel primo a cento, in questo, nel giro di un secondo e senza un motivo logico o apparente. E' come se questo testo fosse un goffo tentativo di dare sostanza agli eventi di "The Selection", una sostanza che non trova riscontro nel romanzo perché, in fondo, ciò che avviene è come se fosse una versione ridotta del primo. Il finale mi ha delusa tantissimo. E anche ciò che ha detto America riguardo un'azione compiuta durante un progetto, che me l'aveva quasi fatta piacere e l'aveva fatta evolvere.

Tuttavia, questi libri sono una droga. Una droga perché sono frivoli, non pretendono di essere distopici, ma un simil-fantasy a tema romantico - il triangolo d'amore presente in entrambi. Perché, insomma, distopico questo non è, come invece avevo detto ch'era l'altro. Speravo che questo venisse approfondito a dovere, o quantomeno venissero giustificate certe azioni o spiegati certi comportamenti, ma niente. Sembra che questa sia la versione cheap di "The Hunger Games"

Non posso salutarvi con una citazione tratta dal romanzo, perché mi sono appena resa conto che non ne ho. Quindi, spero di averne qualcuna quando leggerò "The One", sì, poiché anche se trovo America insopportabile voglio vedere se i romanzi migliorano almeno un po'.

xoxo,
Giada
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