mercoledì, agosto 30, 2023

RECENSIONE DI CITTA' DI OSSA (THE MORTAL INSTRUMENTS #1) DI CASSANDRA CLARE

Buona sera, Fantastics! Lo so, lo so. Non è da me iniziare a scrivere una recensione a quasi le cinque del pomeriggio, ma i 2 capitoli extra dell'edizione del 2020 ne sono valsi assolutamente la pena! Diciamo che leggerei più che volentieri il resto dei romanzi della Clare dal POV di Jace, se fosse possibile. Ma so che, invece, me ne aspettano altri 5 dal POV di Clary Fray. Il che non è un male, eh! Solo che, come ogni first installment i personaggi non sanno niente di nulla e si comportano da ingenui e sciocchi... ma Clary neanche tanto. Quindi un punto a suo favore, no?

PREMESSA
La voglia di leggere (o, meglio, ri-leggere) Città di Ossa mi è venuta quando, a inizio convalescenza, mi sono resa conto che non avevo finito di guardare Shadowhunters su Netflix. La serie tv, almeno per quanto riguarda il romanzo che ho letto io, è molto coerente. Coerente come può esserlo una serie tv, s'intende. Ovvio che qualcosa venga, per forza di cose, modificato e adattato. Un'altra cosa che mi ha fatto venire voglia di ri-leggerla è stato il fatto che, nel 2013, quando ancora non avevo il blog, avevo letto la prima edizione. E mi era piaciuta, ma non avevo questo spazio nel web in cui parlarne. Ma l'anno dopo, quando ho aperto il blog, ero nella mia Classics Era e non avevo voglia di rileggerlo. Questa nuova edizione è ottima in certe parti, non molto bella in altre. Ci sono tante cose che non mi sono piaciute, e ve ne parlerò meglio tra poco. Tuttavia, merita molto più della precedente. 

TRAMA (DA IBS.IT)
Al Pandemonium Club di New York si fanno strani incontri. Seguendo un ragazzo dai capelli blu nel magazzino del locale, Clary vede tre guerrieri coperti di rune tatuate circondarlo e trafiggerlo con una spada trasparente come il cristallo. Vorrebbe chiamare aiuto, ma non rimane nessun cadavere, nessuna goccia del sangue nero esploso sull'elsa e soprattutto nessuno da accusare, perché i guerrieri sono Shadowhunter, cacciatori di demoni, e nessun altro, tranne Clary, può vederli. Da quella notte il suo destino si lega sempre più a quello dei giovani cacciatori, soprattutto al magnetico Jace: poteri che non aveva mai avuto e ricordi sepolti nella memoria cominciano a riaffiorare come se qualcuno avesse voluto tenerglieli nascosti fino a ora. Clary desidera solo ritrovare la madre misteriosamente scomparsa, ma sarà coinvolta in una feroce lotta per la conquista della Coppa Mortale, una lotta che la riguarda molto più di quanto non creda.

RECENSIONE

"Tutte le storie sono vere." 
Quante volte, da bambini, abbiamo desiderato che le storie fantastiche con creature mitiche come fate, guerrieri magici, poteri di vario tipo, vampiri, licantropi fossero vero? Da parte mia, ho sempre desiderato avere poteri. Forse per questo, la prima saga che iniziai a scrivere aveva, come protagonisti, proprio ragazzi comuni che scoprivano i loro poteri e una responsabilità, sulle spalle, non indifferente. Complici Heroes e i film di Spiderman, quelli con Tobey Maguire, la mia prima saga è nata da tutto questo. Poi sono cresciuta, ed è cresciuta anche la mia scrittura con me.

Clarissa Fray è una ragazza di quindici anni semplice: vive a New York con sua madre Jocelyn, sa che suo padre era un eroe di guerra ch'è morto per il suo Paese, è un'artista (disegna e pittura quasi con la stessa abilità di sua madre), ma sente che le manca qualcosa. Sin da quando era piccola, Jocelyn è sempre stata vaga, con lei, quando le chiedeva di suo padre. E, l'unica figura che sostituiva questo ruolo altrimenti vacuo, è stata Luke Garroway. Tutto cambia quando, durante la notte di Halloween (almeno così si evince dal primo capitolo), Clary e il suo migliore amico Simon vanno al Pandemonium, il locale più figo della città. Lì Clary vede tre tizi tutti tatuati che inseguono un altro dai capelli blu. E, quando li trova nel magazzino che cercano di ucciderlo, decide di intervenire. E' così che Clary scopre di avere la Vista, ma anche che ha un blocco mentale che le impedisce di ricordare eventi passati. Inizia quindi la 'nuova' vita di Clary: viene condotta all'istituto dagli Shadowhunters, con cui non riesce a legare (specie con Isabelle, che non tollera minimanente all'inizio e Alec che la tratta con supponenza) e conosce Hodge Starkweather, il capo dell'Istituto di New York. Nel primo romanzo che pone le basi per tutto l'universo degli Shadowhunters, vediamo Clary venire a patti col suo essere una Shadowhunter, con la sua capacità di usare le rune - e anche crearle, anche se ancora non lo sa - e l'evoluzione del suo rapporto non solo con Simon, ma anche con Isabelle e Alec. Clary, però, si ritroverà in una guerra comandata proprio dal famigerato Valentine Morgenstern, capo del Circolo e colui che iniziò per primo la Rivolta all'interno del Conclave anni prima. Valentine è affascinante, cattivo, molto cattivo e molto attraente. Ma non solo: Valentine è un grandissimo bugiardo e un abile manipolatore e, col senno di poi, Jace avrebbe davvero dovuto dare retta a Clary a tal proposito. (Ps. Ma nel Mondo Invisibile non esistono i test di paternità? Se Jace era così sicuro che Valentine fosse suo padre, avrebbe potuto chiederlo per averne la conferma!) 

Questa traduzione è ottima, rispetto a quella del 2013. Tuttavia ci sono delle cose che mi hanno dato sui nervi. Il romanzo è scritto il terza persona focalizzata, dal POV di Clary. Il POV passa da essere focalizzato, a venire sbalzato fuori dal personaggio con termini come 'la ragazza fece, disse, bla bla' e l'uso de 'il ragazzo' specie nelle scene di combattimento, è a dir poco confusionario. L'uso di questi termini non solo confonde il lettore, ma fa uscire il lettore da dentro il personaggio che sta parlando. Fa perdere la magia della voce narrante, anche se in terza persona. Poi l'estrema ripetizione di 'a gran carriera' , quando ci sono mille modi di dire la stessa cosa, io proprio non lo so. E per fortuna ch'è stata revisionata e rivista dalle proprietarie del fansite numero 1 della Clare in Italia. Boh. Io mi aspettavo una traduzione perfetta, così bella da non trovare nemmeno un errore. Ma l'estrema ripetitività di 'gran carriera' e il fatto che 'la ragazza' viene usato come panacea per tappare i buchi, io dire anche no, eh? Per non parlare delle ripetitività, anche inutile, di quelle metafore per immagini. Alcune erano belle da leggere. Ma leggere in continuazione 'era bla bla come' per due/tre volte nello stesso paragrafo anche no, va bene? Belle le metafore, ma quando vengono abusate danno fastidio e annoiano. E va bene che qui sono usate per rendere il modo di 'ragionare per immagini' di Clary, come dice lei stessa, ma a me non sono piaciute affatto. 

Ecco perché, alla fine, ho deciso di dargli 4 stelle. Perché, nonostante tutto, ho amato la storia di Jace e Clary. E perché, nonostante tutto, sono ancora curiosa di sapere come continua. Visto che, al tempo, non l'ho mai saputo. E la serie tv conta fino a un certo punto.

Vi lascio con una citazione tratta da questo splendido romanzo, che vi invito a recuperare se non l'avete ancora fatto. O se, come me, arrivate tardi alla rilettura:
"Se c'era una cosa che stava imparando da tutta quella faccenda, era quanto fosse facile perdere tutto ciò che pensava sarebbe stato suo per sempre."
(Clarissa Fray)

xoxo,
Giada

mercoledì, agosto 23, 2023

RECENSIONE DI UN PICCOLO FAVORE DI DARCEY BELL

Buon pomeriggio, Fantastics! Questa recensione doveva arrivare alle due del pomeriggio, non alle quattro passate - ho Daredevil che mi aspetta, e devo arrivare alla midseason prima di guardare l'ultima stagione di Ragnarok <3 Finalmente ho finito Un piccolo favore e, vi dirò, ero molto curiosa. Il film mi è piaciuto molto, e se c'è una cosa che hanno in comune sia libro che film è la psicopatia di Emily lol 

PREMESSA
Come vi dicevo, mesi fa ho visto il film Un piccolo favore su Netflix. Mi è piaciuto molto. Thriller psicologico, con personaggi altamente discutibili e grigi come piace a me. Ho un debole per i personaggi grigi, i moralmente discutibili personaggi che, nonostante compiano azioni indicibili, li adori. Ecco perché amo gli anti-eroi. Ma qui non si può dire che siano anti-eroi, quanto piuttosto tre criminali - a modo loro - con evidenti turbe psicologiche e sessuali (I can see you, Stephanie!). Mi aspettavo grandi cose da questo libro, visto come mi era piaciuto il film, ma il libro si becca 3.5 stelline, senza infamia e senza lode. Sarebbe potuto essere meglio? Sì. Lo è stato? Nope. 

TRAMA (DA IBS.IT)
Un thriller psicologico ad alto tasso adrenalinico, ricco di imprevisti e colpi di scena, denso di segreti e rivelazioni, che scivola tra amore e lealtà, morte e vendetta.

Tutto ha inizio con un piccolo favore tra madri. «Puoi passare tu a prendere Nicky?» chiede Emily alla sua migliore amica, Stephanie. E Stephanie, mamma di Miles, è felice di dare una mano, guidata dall'urgenza di essere utile, di sentirsi in qualche modo importante per gli altri. Quel giorno però Emily non torna a prendere suo figlio, e non risponderà alle telefonate, né ai messaggi. Stephanie, preoccupata, smarrita, si avvicina al marito della sua amica, Sean, gli sta accanto e si prende cura di lui e del bambino. E col passare dei giorni si innamora. Poi la notizia. Un corpo è stato ritrovato nelle acque del lago, e la polizia conferma: si tratta di Emily. Suicidio, il caso è chiuso. Ma è davvero così? Presto, Stephanie si renderà conto che niente è come sembra, e dietro l'amicizia, l'amore, o anche la semplicità di un piccolo favore, si nascondono invece una mente subdola e un disegno perverso e diabolico. Un piccolo favore è un thriller psicologico ad alto tasso adrenalinico, ricco di imprevisti e colpi di scena, denso di segreti e rivelazioni, che scivola tra amore e lealtà, morte e vendetta. Qui Darcey Bell ci presenta due figure femminili opposte, eppure per certi versi affini, di cui il lettore capirà presto di non potersi fidare.

RECENSIONE

Un piccolo favore si può riassumere con questa gif. Avevo alte aspettative - non avrei dovuto farlo, dato che non lo faccio mai, ma stavolta non ci sono riuscita - che sono state deluse da quel finale meh. Meh meh meh. The villain gets away with it. Lasciandosi alle spalle una scia di distruzione e casini. Da una criminale psicopatica e psicotica come Emily, e da una super mamma iper nevrotica e paranoica, mi aspettavo di meglio. Molto meglio. 

Emily e Stephanie vivono in Connecticut, sono vicine di casa e, all'apparenza, sembrano due mamme qualunque. Emily è una donna in carriera che lavora per Dennis Nylon, uno stilista ubriacone e drogato. Stephanie convive con le conseguenze delle sue azioni, ovvero la morte di suo marito e del suo amato fratello in un incidente d'auto. Ma non solo, Stephanie nasconde un grande segreto. Un grandissimo segreto che ci viene praticamente svelato all'inizio del romanzo: quando aveva diciotto anni, ha ricevuto la visita, inaspettata, del suo fratellastro Chris. Da quel momento, per quanto sbagliata fosse stata, l'attrazione tra loro è scoppiata e andavano a letto continuamente, insieme. L'incesto di Stephanie è stata la cosa più interessante di tutto questo piccolo romanzo. Un incesto dal quale è nato Miles, a cui Stephanie tiene più della sua stessa vita. Stephanie tiene anche un blog dove scrive della sua vita - edulcorata e finta - da mamma. Si discosta dalla verità, perché sa che se le sue lettrici scoprissero la verità, la lincerebbero. Emily, dal canto suo, ha grossi problemi psicologici. Dopo un passato di droga, alcolici e violenza domestica, è scappata dalla sua casa di famiglia e si è rifugiata nella costa Ovest. Sua sorella, la famosa gemella di cui nessuno sa, nella costa Est degli USA. Penso che due persone più piene di casini non si potessero incontrare, e invece Emily ha fatto in modo che la sua strada s'incrociasse con quella di Stephanie. 

Emily, per quanto psicopatica e psicolabile, è il fiore all'occhiello di questo romanzo. Un personaggio cattivo che sa di essere cattivo. Un personaggio senza scrupoli, crudele e diretto. Emily attacca bottone con Stephanie allo scopo di avere "un'amica" che parli della sua scomparsa, quando Sean, suo marito, avrà incassato la polizza assicurativa sulla sua vita. Ma Stephanie è un'impicciona, la classica vicina ficcanaso che vuole sapere tutto quello che fai e quando lo fai, a che ora della notte ecc, quindi non crede subito alla morte della sua cara amica Emily. L'elemento in più che c'è nel romanzo e che, secondo me, avrebbe reso il film migliore, non c'è. Ma non cambia nulla. 
Questo è uno dei pochi casi in cui il film è meglio del libro, garantito. 

Il romanzo presenta uno stile che mi ha messo un po' in confusione, all'inizio. C'è Stephanie che parla con le sue lettrici del blog, ovvero il POV visto attraverso ciò che si 'legge' nel suo blog. C'è il POV vero e proprio di Stephanie, che fa avanti e indietro tra passato e presente. C'è il POV di Emily, e anch'esso fa avanti e indietro tra passato e presente. E infine c'è il POV di Sean. La strategia narrativa utilizzata è quella del mockumentary, o una sorta di mockumentary, in cui il protagonista - il protagonista, o la voce narrante inaffidabile - si confessa al lettore. 

Mi aspettavo molto di meglio, sincera. Vi consiglio di vedere il film.

Vi saluto con una citazione, di Emily, di questo romanzo. Nonostante tutto, se v'ispira, leggetelo. Fatemelo sapere, poi!
"Mi ricordo di questo: nelle partite in cui c'è una posta in gioco molto alta c'è sempre un giocatore che gli altri chiamano 'pollo'. E alla fine della partita, state certi che il pollo avrà perso tutti i suoi soldi.
George Clooney disse: 'Se non capisci chi è il pollo, ci sono buone possibilità che il pollo sia tu."
(Emily)

xoxo,
Giada

mercoledì, agosto 16, 2023

RECENSIONE DE I SETTE MARITI DI EVELYN HUGO DI TAYLOR JENKINS REID

Buon pomeriggio, Fantastics! E benvenuti nella nuovissima rubrica "Giada legge libri popolari su Booktok e ne rimane soddisfatta". E' sempre un terno al lotto, quando si leggono libri popolari in quella piattaforma. Piattaforma che, tra l'altro, non frequento nemmeno poi molto. Io scopro che sono popolari su Booktok sempre dopo lol No, va bene, ho una lista di libri famosi sul Booktok che mi interessano, e questo era in cima alla lista, insieme a Una vita come tante <3 

PREMESSA
Questa copertina mi ha stregata fin dalla prima volta che l'ho vista, su Instagram. Solo dopo, ho scoperto che era un libro famoso su Booktok. Adoro i romanzi ambientati negli anni '50 e '60, anni fa mi lessi tutto Il Grande Gatsby e lo amai profondamente. I sette mariti di Evelyn Hugo non è solo un romanzo di costume, ma è anche un manifesto a favore delle coppie LTGBQ+ ed io, essendo bisessuale io stessa, mi sono rivista in Evelyn. In fondo, Evelyn ha espresso quello che penso anche io: perché dover scegliere? Perché doversi attaccare, per forza, un'etichetta addosso? Ognuno è fatto com'è fatto, le sue preferenze sessuali non ci riguardano e, anzi, se lo amiamo veramente dovremmo appoggiarlo e sostenerlo. Quindi, tanto di cappello per aver reso la bisessualità come si deve, Taylor Jenkins Reid. L'ho apprezzato davvero tanto! Inoltre l'ho trovato un romanzo molto profondo, forse al pari di 4321 di Paul Auster. Ovvio, perciò, che 5 stelline erano il minimo che potessi dare. 



TRAMA (DA LIBRIMONDADORI.IT)
DOPO ANNI VISSUTI LONTANO dai riflettori, la ex “divina” di Hollywood Evelyn Hugo, autentica icona della storia del cinema, è finalmente pronta a svelare la sua verità. E anche quella sui suoi sette mariti, naturalmente. Per farlo, sceglie Monique Grant, una reporter semisconosciuta. La più stupefatta è proprio Monique: perché proprio lei? E perché proprio adesso?

Si dà il caso che per la giornalista non sia proprio un gran momento: dopo pochi mesi dalle nozze il marito l’ha lasciata, e a trentacinque anni la sua vita professionale sembra già arrivata a un punto morto. L’incarico di scrivere la biografia di Evelyn Hugo potrebbe essere l’occasione che aspettava per dare una svolta alla sua carriera.

E così, nello splendido appartamento di Manhattan dell’attrice, Monique ascolta affascinata le parole di Evelyn: dagli esordi nella Los Angeles degli anni Cinquanta fino alla decisione di ritirarsi dalle scene trent’anni dopo, passando per i numerosi matrimoni, l’attrice rivela una storia di feroce ambizione, amicizia inattesa, e un grande amore proibito. Monique si sente sempre più vicina alla leggendaria star: a mano a mano che il racconto di Evelyn si avvicina alla conclusione, appare chiaro che le loro vite sono legate in modo drammatico e ineludibile.

RECENSIONE

Wow! Oh, wow! Ho finito I sette mariti di Evelyn Hugo ieri notte all'una e mezza, ma il turbine di emozioni che mi ha lasciato dentro continuo a provarlo ancora adesso. Che romanzo magistrale! Che romanzo profondo! Mi ha scavato dentro come pochi hanno fatto, quest'anno! La gif di Emma Stone sono io, ieri sera, dopo averlo finito... e con quel finale poteva solo essere questa la gif adatta.

Ma andiamo con ordine. (Ovvero: non lasciamoci prendere troppo dall'emozione e concentriamoci). Evelyn Herrera è una cubana che emigra, negli anni '40, negli Stati Uniti. E' una bambina che vive in un contesto familiare abusivo, quindi vi avverto dei TW in questo caso, con suo padre ubriacone e con sua madre che ne subisce le violenze giorno dopo giorno. Quando si sviluppa, Evelyn diventa una ragazzina magra con un bel paio di tettone. Questa è la sua caratteristica fisica principale. E poi, dopo la morte di sua madre, che sognava di diventare un'attrice di cinema famosa, decide di realizzare il suo sogno. Così inizia con piccole parti, smette di andare a scuola, fino a quando la sua strada non si incrocia con quella di Harry Cameron. Harry è un produttore cinematografico, colui che legge gli script e decide quali sono più adatti agli attori del suo studio di New York, i Sunset Studios. Ormai siamo negli anni '50, il periodo di transizione dai film in bianco e nero e muti, a quelli a colori e parlati. Evelyn si ritrova così a cavalcare l'onda di questo genere di film, adattandosi e cambiando personalità esternamente e internamente per trovare l'accettazione del pubblico. Si tinge i capelli di biondo e li accorcia. Devo dire che, questo cambiamento, mi ha ricordato molto Marylin Monroe. In realtà, quando ho letto la trama del romanzo per la prima volta, ho subito pensato che lei fosse una via di mezzo tra Elizabeth Taylor (famosa per aver avuto tanti mariti) e Marylin Monroe (la cui vita è molto simile a quella di Evelyn). 

Evelyn mi guardò intensamente. "Capisci cosa sto cercando di dirti? Quando ti viene data l'occasione di cambiare la tua vita, devi essere pronta a fare di tutto perché succeda. Il mondo non ti regala niente, tocca a te prendere tutto quello che ti serve. Se c'è una cosa che dovresti imparare da me, probabilmente è proprio questa."
(Evelyn Hugo a Monique Grant)

Evelyn conosce Don Adler, il suo primo marito. Il primo marito, che si rivela essere un ubriacone violento. E qui ho pensato: dopotutto, alla fine, le ragazze finiscono per scegliere l'uomo che più somiglia al loro papà. So che è un luogo comune, ma la prima storia d'amore di Evelyn (manovrata dagli Studious) me l'ha ricordato. E' proprio durante le riprese di Piccole Donne, il remake girato da Harry Cameron, che Evelyn conosce Celia St. James. Celia, oh, dolce piccola Celia! Celia, il cui vero nome è Cecilia Jamison, è una ragazza di diciannove anni quando approda agli Studious - Evelyn ne ha già ventuno - e il tuo talento prorompente spaventa le sue colleghe. Quella che doveva nascere come inimicizia tra due talentuose attrici, si rivelerà essere la miccia della loro attrazione. Perché Celia è segretamente, come Harry, omosessuale. E nell'America degli anni '50 e '60, le persone potevano essere messe psichiatrica o arrestate per l'omosessualità. Ma Evelyn non si riconosce in questa etichetta, sebbene sia fin troppo cosciente che uscire allo scoperto procurerebbe loro più problemi che benefici. Questo è Evelyn: un'abile giovane donna capace di studiare le mosse successive, al fine di ottenere ciò che vuole. E' l'unica che capisce, fin dall'inizio, che deve essere lei a manovrare la narrazione dei media per far sì che dicano ciò che vuole lei. Ha il totale controllo della narrazione, e li manipola a suo piacimento. Evelyn non sa bene come definirsi, non vuole farlo, ma sa che le piacciono sia gli uomini che le donne; perché si è innamorata di entrambi nel corso degli anni. E, nonostante i suoi numerosi matrimoni e il drama per motivi (a mio avviso, sensati) tra lei e Celia, il suo unico grande amore è sempre stato uno solo: Celia St. James.

Volevo darle tante cose. Volevo che ciò che era mio fosse anche suo. Mi chiesi se fosse così che si ci sentiva quando si amava qualcuno. Sapevo già cosa significava essere innamorati. Avevo provato quel sentimento in prima persona, lo avevo portato sullo schermo. Ma amare qualcuno era un'altra cosa. Amare era preoccuparsi per l'altro. Unire i propri destini e pensare: "Succeda quel che succeda, lo affronteremo io e te insieme."
(Evelyn Hugo)

I numerosi mariti di Evelyn sono, alla fin fine, soltanto una copertura. Un'abile mossa per nascondere ciò che è veramente agli occhi del mondo. E Celia, finalmente, lo accetterà. Ma, come prevedibile, la felicità non dura molto. E due personaggi molto importanti muoiono, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di Evelyn. Monique, dal canto suo, ancora non capisce perché abbia scelto proprio lei per narrare la sua biografia... e il plot twist che la riguarda, sarà una cosa molto dolorosa e molto intensa. Monique, dapprima indecisa se rimanere sposata con David oppure divorziare, alla fine prende la decisione più giusta per sé. Perché non c'è un'età giusta per trovare il vero amore, ed è meglio sapere cosa si vuole e cosa cercare, che accontentarsi di ciò che passa il convento.

Per la prima volta dopo tanto tempo, mi sembrava di avere una famiglia.
Non capisci veramente quanto hai corso, quanto hai sudato, quanto sei stanco fino a quando qualcuno non si ferma dietro di te e di dice: "Va tutto bene, adesso puoi lasciarti cadere. Ti prendo io."
Così mi lasciai cadere.
E Harry mi prese.
(Evelyn Hugo)

Un romanzo estremamente realistico, che presenta una narrazione che fa avanti e indietro tra passato (la storia della vita di Evelyn Hugo) e il presente (il POV di Monique Grant). Un romanzo che colpisce dritto al petto, senza tante cerimonie, perché è quello il suo scopo. Un romanzo sincero, dissacrante, che mostra le numerose sfaccettature che possiede una persona dentro di sé. 

Vi lascio, su questa lunghezza d'onda, con una citazione che rende perfettamente il senso del libro:
"Nessuno si merita niente." replica Evelyn. "Dipende tutto dalla voglia di andarti a prendere quello che desideri. E tu, Monique, sei una che ha dimostrato di averla, quella voglia. Quindi sii sincera con te stessa. Nessuno è mai solo vittima o carnefice. Siamo tutti una via di mezzo. La gente che si schiera da una parte o dall'altra non solo si illude, è anche penosamente banale."
(Evelyn Hugo a Monique Grant)

xoxo,
Giada

giovedì, agosto 10, 2023

RECENSIONE DE IL REGNO DEI MALVAGI (KINGDOM OF THE WICKED #1) DI KERRI MANISCALCO

Buon pomeriggio, Fantastics! Benvenuti a un altro episodio di "Giada legge libri trash e poi si arrabbia perché non rispettano le sue aspettative", il romanzo di oggi è Il Regno dei Malvagi, super popolare su Bookstagram e Booktok, di Kerri Maniscalco! Che dire? Questo libro è davvero brutto, ma con quel finale mi auguro (e spero con tutto il cuore) che migliori nel sequel, altrimenti non riesco a spiegarmi tanta (immeritata) popolarità.

PREMESSA
A gennaio, quando ero nella mia fase acuta di lettura, volevo recuperare Il Regno dei Malvagi. Poi, dato il mio bisogno di scrivere il mio di romanzo, ho accantonato questa lettura a favore della mia scrittura. Una buona scelta, dato che in due mesi ho scritto più di 300 pagine e che ora sto abbastanza da schifo per riuscire a continuare a farlo. Ma, tornando a noi... I Tortellini di Spaghetti Fantasy mi avevano avvertito che questo libro era brutto, davvero molto brutto, ma io speravo di smentirli. Insomma, fino a quando non l'avrei letto, non avrei potuto dare un giudizio. La cover, poi, mi ispirava un sacco. Cioè, fantasy dark? Count me in! Peccato che non solo sono stata estremamente delusa da questo romanzo, ma mi ha pure fatta incazzare come solo pochi romanzi, da quando sono blogger, ci sono riusciti. I motivi li troverete sotto, e sono tanti, ma cercherò di stringere perché Cobra Kai mi aspetta su Netflix. Tanto ho già deciso quale sarà la mia prossima lettura, e spero in un palate cleaser per togliermi di dosso tutta questa bruttura. 

TRAMA (DA LIBRIMONDADORI.IT)
Emilia e Vittoria sono gemelle; appartengono a una delle tredici famiglie di streghe nascoste a Palermo ma, come tutte, stanno bene attente a celare la loro vera natura. Per questo lavorano da Mare e Vino, il rinomato ristorante di famiglia, come due normalissime ragazze.

Una sera, però, Vittoria non si presenta al lavoro. Sarà proprio Emilia a trovare il cadavere profanato della sorella. Distrutta dal dolore, decide che farà di tutto per scoprire chi sia il brutale assassino e vendicarla. Anche a costo di usare la magia nera, da tempo messa al bando. Anche a costo di allearsi con Ira, uno dei sette Principi dell’inferno, i Malvagi. Fin da quando era piccola, le hanno sempre detto di guardarsi da loro, ma Ira giura di essere dalla sua parte, e di aver ricevuto l’incarico di risolvere il mistero degli omicidi che stanno insanguinando la Sicilia. Ciò che Emilia dovrebbe ricordarsi è che, quando si ha a che fare con i Malvagi, niente è come sembra.

RECENSIONE
Santo cielo, raga! Questo romanzo è la perfetta depiction di come il mondo letterario italiano sputa merda sugli autori self e gli rompe le palle per le ricerche fatte/non fatte, e fa passare questo per romanzo per bellissimo e top. Ne ho letti di romanzi brutti, da quando sono blogger. Ne ho letti, anche fuori il mio range di età, che ho amato da una parte e odiato dall'altra. Ne ho letti di talmente brutti da essere come una droga, che ti spingevano ad andare avanti a leggere solo per scoprire quale altra stronzata avrebbe fatto la protagonista (Kiss me like you love me, per esempio), ma questo... Questo li supera tutti. Tutti. Ci ho messo due settimane a finirlo, e non mi succede mai. Io i fantasy me li mangio a colazione. Ero curiosa di scoprire questo. Ci ho messo tutta la mia buona volontà, ma non sono proprio riuscita a mandarlo giù. Sorry not sorry.

Il Regno dei Malvagi comincia con Emilia Di Carlo, una strega di diciotto anni, molto introversa, chiusa in se stessa e amante dei libri. Il completo opposto della sua ribelle e procace sorella gemella, Vittoria. Emilia è innamorata del frate del convento, il bel Antonio. Ma Emilia, però, non è una strega qualunque. E' una delle 13 streghe degli astri (o delle ombre, non ho ancora ben capito quale delle due lei sia) sparse per tutta Palermo, che non possono avere contatti ma con cui lei ha contatti, vedi Claudia Santorini (e scusate, qui ho riso forte. Perché è inverosimile che in Italia ci siano cognomi così assurdi, come quello di un'isola greca) che dapprima è sua amica, poi cambia e diventa la sua amica del cuore e poi alla fine diventa la sua migliore amica. Vittoria viene uccisa brutalmente dai Malvagi, i Principi dell'Inferno che dapprima viene detto che non possono lasciare i loro Regni o devono farlo solo su invito, e poi scopri che gironzolano in giro per Palermo come se niente fosse senza alcuna costrizione magica. La cosa più assurda di tutte è, senza dubbio, il periodo storico in cui è ambientato il romanzo. Quando Emilia parla (perché è tutto scritto in prima persona, col suo POV) sembra che il romanzo sia ambientato ai giorni nostri, ma no. La Maniscalco ci dice che, invece, è ambientato nel Regno d'Italia nel 1800. Il Regno d'Italia ha avuto luogo tra il 1861 e 1946, quindi potrebbe essere ambientato in uno qualsiasi di questi anni, data la vaghezza con cui viene descritta ogni cosa. A ciò si aggiunge l'assurdità del ristorante della famiglia (l'autrice ci fa sapere, nella dedica, che lei ha un ristorante di famiglia in Sicilia, btw) e che quindi Emilia e Vittoria (cioè, prima che lei morisse malamente) dovevano occuparsi dei servizi serali e del mattino. Tralasciando l'elemento della lunga coda al loro ristorante, i ristoranti manco esistevano nel periodo storico vago indicato, quindi mo non ha nessunissimo senso. Le do atto solo per aver descritto dei piatti davvero invitati nel libro, ma solo questo. Se avesse messo lo stesso impegno in che so, fare ricerche per il libro, sarebbe stata una scelta molto più saggia. Come qualcuno ha detto su Goodreads, questo non è né uno YA né un NA Dark Fantasy, è un libro di cucina. 

Emilia evoca, contro la sua volontà, il Principe Ira. Ira, la cui unica caratteristica è l'esser figo, a quanto pare. E la santerellina inizia a metter in dubbio tutte le credenze che le sono state inculcate dalla Nonna fin da quando era una bambina. Una cosa che mi ha lasciato davvero perplessa è che gli americani pensano che gli italiani siano solo questo: cucina, tanto cibo e mercati dove contrattare il prezzo delle cose. Ma sul serio? Siamo solo questo??? I Principi dell'Inferno dovrebbero essere dei personaggi crudeli, sanguinari, egoisti. Ma sono delle macchiette. Macchiette, vi giuro. E po' Emilia è un plot armor senza uguali; qualunque cosa le succeda, lei sopravvive sempre. Mi ha ricordato i personaggi di Riverdale o di Teen Wolf, dove non muore mai nessuno veramente. O dove nessuno si ferisce a tal punto da rischiare di morire. Tra l'altro, Emilia si comporta malissimo con Ira, che in realtà è piuttosto gentile nei suoi confronti. Emilia è una idiota. L'ho detto su Instagram, su Goodreads, e lo dico anche qua. E' una idiota decerebrata. Passa da essere una santerellina e una boriosa arrogante odiosa, e personalmente l'avrei presa a schiaffi più di qualche volta. Vittoria, il personaggio davvero interessante, è morto all'inizio quindi non si fa nada. Ma poi vogliamo parlare dei Principi dell'Inferno? La struttura del loro mondo è vaga, ancor più vaga della Sicilia del Regno d'Italia della Maniscalco, e pensavo che il diavolo fosse un'entità a se stante e non che fosse il Principe Superbia. Ma poi perché??? Che senso ha?? Questa cosa mi ha mandata tantissimo in confusione, non ne capivo davvero il motivo. Gli editor dicono sempre che, anche quando siamo in un contesto fantasy, le regole devono essere ben chiare. Cioè, non puoi cambiarle dal giorno alla notte senza una motivazione plausibile. Quindi, Kerri, perché hai reso il diavolo nella figura di Superbia, quando ce l'hai menata per 300 pagine facendoci credere che fossero due cose diverse???

Giuro, ci ho provato a farmelo piacere. Fino a pagina 200 pensavo 'è così brutto che è pure bello' (allego gif esplicativa sotto), ma poi è stata una fiera dello stereotipo italiano e dell'assurdo. Voglio dire, se volevo dell'assurdo scritto bene mi leggevo il Realismo Magico e non questo libro brutto. Perché è davvero brutto. Molto molto brutto. 



Il finale mi ha incuriosita molto, quindi spero che migliori col tempo. Se c'è una cosa che After mi ha insegnato è che anche i libri brutti possono migliorare col tempo, basta averne fiducia. Ti concedo una seconda chance, Maniscalco. Ma solo perché mi ritengo una persona di ampie vedute e disposta a riprovarci. Spero, però, che tu non mi deluda. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi invito comunque a leggere.
"Quella non era una favola. Nessuno l'avrebbe strappata dall'abbraccio della morte. Io avrei dovuto proteggerla."
(Emilia Di Carlo)

xoxo,
Giada

venerdì, agosto 04, 2023

RECENSIONE DI QUESTE GIOIE VIOLENTE (THESE VIOLENT DELIGHTS #1) DI CHLOE GONG

Buon pomeriggio, Fantastics! Finalmente, dopo tanto, ho recuperato il super famoso Queste gioie violente, palese riferimento a Romeo e Giulietta e, spoiler, ho usato la stessa cit anche nel primo romanzo della mia saga. Quindi, da amante di Shakespeare e delle sue opere da sempre, non potevo perdermi il retelling che impazza nel Bookstagram e nel Booktok, obv.

PREMESSA
Queste gioie violente l'ho trovato per la prima volta l'anno scorso, per puro caso, scorrendo la home di Instagram. Nel profilo di una blogger che ora seguo assiduamente, ovvero Arcadia. Quindi, nel caso, passate anche sul suo profilo Ig e date un'occhiata alla sua recensione del romanzo, okay? In realtà stavolta non avevo alte aspettative, solo perché ho avuto la geniale idea di scorrere le recensioni su Goodreads - solo le prime tre, btw - ed erano tutte e tre negative. Super negative, oserei dire. Ma questo è il secondo libro che leggo dopo l'operazione, quindi in un certo senso ci sono affezionata. I riferimenti all'opera di Romeo e Giulietta ci sono, credetemi. In piccoli dettagli, ma ci sono. E, in fondo, non è forse nei dettagli che si cela il diavolo? Okay, sono decisamente sotto l'influsso del romanzo. Di solito, quando mi capita, mi ritrovo a parlare/scrivere come il romanzo che ho appena finito di leggere. E questo, dopotutto, per me significa che, a modo suo, il romanzo ha fatto centro su di me.

TRAMA (DA MONDADORI.IT)
Corre l’anno 1926 e a Shanghai, scintillante come non mai, si respira un’aria di dissolutezza. Una faida sanguinosa tra due gang nemiche tinge di rosso le strade, lasciando la città inerme nella morsa del caos. Al centro di tutto c’è la diciottenne Juliette Cai che, dopo un passato lontano dagli affari di famiglia, ha deciso ora di prenderne in mano le redini e assumere il ruolo che le spetta di diritto nella Gang Scarlatta, un’organizzazione di criminali completamente al di sopra della legge. Ma non sono gli unici a voler imporre il proprio controllo sulla città. A contendere il loro potere, infatti, ci sono i Fiori Bianchi, nemici da generazioni. E dietro ogni loro mossa, c’è il loro rampollo, Roma Montagov, il primo amore di Juliette… ma anche il primo ad averla tradita.

Quando gli affiliati di entrambe le gang iniziano a mostrare segni di instabilità, che culminano in suicidi cruenti, si diffondono strane voci. Si parla di contagio, di follia, di mostri nascosti nell’ombra. A mano a mano che le morti si accumulano, Juliette e Roma sono costretti a mettere da parte le armi – e il rancore che provano l’una per l’altro – e a iniziare a collaborare. Se non riusciranno a fermare il caos che sta sconvolgendo la loro gente e Shanghai, non resterà più nulla su cui esercitare il loro dominio.

In questa spettacolare e originalissima rivisitazione del classico di Shakespeare, Chloe Gong conduce i lettori in un viaggio avventuroso e commovente durante il quale violenza e passione si mescolano nei destini dei giovani protagonisti.

RECENSIONE
E' da dieci minuti che cerco la gif perfetta per questo intro di recensione, ma non riesco a trovarla. Quindi, si fa senza gif di intro. Queste gioie violente è un romanzo carino, un retelling di Romeo e Giulietta ambientato nel 1926 nella città coloniale di Shanghai, a sua volta divisa tra i popoli colonizzatori (Francia, Inghilterra) e divisa tra le bande di gangster che comandano la città (La Gang Scarlatta e i Fiori Bianchi). La divisione tra la Gang Scarlatta e i Fiori Bianchi è un palese richiamo alla guerra tra famiglie ambientata a Verona, tra i Montecchi e i Capuleti - a un certo punto, Juliette assegna come nome falso proprio Montecchi a Roma Montagov. 

Erano tutti orribili, spietati e pieni di odio, ma d'altro canto lo era anche Juliette. La minuscola differenza era che lei era anche cauta, sempre pronta a controllare quanto di quell'odio lasciava trapelare affinché esso guidasse la sua mano.
(Juliette Cai)

Ma andiamo con ordine. Juliette Cai è l'erede della più feroce e crudele gang di Shanghai, la Gang Scarlatta. Allo stesso modo, Roma Montagov è l'erede della gang rivale, i Fiori Bianchi. Siamo nel 1926, e sono passati quattro lunghi anni da quando Roma e Juliette sono stati insieme come coppia, andando contro il volere dei loro padri. Juliette è stata spedita a New York, dove ha dovuto nascondere la sua 'cinesità', se così si può chiamare, e adattarsi ai modi di fare e allo stile di vita americano. La morte di tutta la servitù, specie di Tata, a cui era affezionata l'hanno segnata profondamente. Roma Montagov l'ha tradita e lei lo odia profondamente per questo. Roma ha dovuto fare ciò che doveva per salvare la faccia e l'apparenza, perché il suo potere stava rischiando di venir spodestato. E se non avesse avuto la gang, la sua famiglia a coprirgli le spalle, sarebbe rimasto senza nulla. Juliette è una ragazza di diciannove anni fredda, calcolatrice e molto astuta. A volte, così tanto badass da risultare una stronza patentata. Roma, dal canto suo, è tutto passione. Tutto impulsi. Tuttavia, l'amore che provavano l'uno per l'altra non è morto, anzi, vive ancora sotto le ceneri delle persone che erano quattro anni prima e vive in quelle che sono state costrette a diventare ora. 

Un tempo, Roma sarebbe stato in grado di leggerle dentro. Ma ormai erano passati quattro anni. Lui era cambiato. E anche lei.
(Juliette Cai)

Juliette incontra, pur contro il suo volere, un mercante di droga appena arrivato in città: Walter Dexter. Un inglese viscido, con un figlio altrettanto viscido, che possiede una villa nella trincerata Concessione francese. Paul Dexter ha messo gli occhi su Juliette e la vuole, ma lei lo liquida con finta gentilezza. Un mostro emerge dalle acque del fiume Hangpu, un drago da cui eruttano insetti che si insediano all'interno dell'ospite conducendolo alla follia. E, con lo scopo di fermare la follia dilagante a Shanghai, che porta le persone a tranciarsi la gola con le proprie mani, Juliette decide di stringere un'alleanza con il suo peggior nemico: Roma Montagov. Dapprima timorosa che Roma le rubi le informazioni per usarle contro di lei, alla fine Juliette si renderà conto che non è solo il suo di cuore a sanguinare per gli eventi che sono seguiti la sua spedizione in America. 

Il problema dell'odio era che, quando l'emozione iniziale si affievoliva, le reazioni rimanevano lì. I pugni serrati e le vene che ardevano, la vista sfocata e il battito cardiaco accelerato. E, in preda a quelle reazioni, Juliette non aveva il controllo su ciò che avrebbero potuto scatenare.
Come la nostalgia.
(Juliette Cai)

Un romanzo molto lento, devo dirvelo. Per buona parte della prima parte, era pieno di similitudini e/o metafore che rallentavano la lettura (come se/come X), poi la seconda parte è migliorata e quelle metafore sono sparite per lasciar posto a una narrazione più immaginifica, vivida e cinematografica. Tuttavia, il ritmo narrativo non è stato per niente distribuito bene. Si passa da un ritmo molto lento, fino a metà delle 388 pagine, per poi accelerare di botto nelle ultime 50. Ecco, questo non mi è piaciuto affatto. Una delle cose che ho apprezzato di più, oltre ai riferimenti all'opera di Romeo e Giulietta di Shakespeare, sono senza dubbi i personaggi di contorno: Kathleen e Rosalind Lang (personaggio che conosco solo grazie al film su Disney+, sulla cugina di Giulietta), Benedikt Montagov e Marshall Seo. Benedikt e Marshall proprio amore folle, raga. Forse la miglior coppia/non coppia in un romanzo. Dico questo perché, in un paese retrogrado com'era la Cina degli anni '20, anche l'omosessualità latente era considerato un male o una sorta di crimine. Quindi, tanto di cappello per il cast di contorno, l'ho amato follemente. E non vedo l'ora che arrivino in Italia i due romanzi su Rosalind Lang. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo a cui ho dato 4 stelle, e vi invito a leggerlo. Perché, insomma, è un romanzo carino e, dopotutto, l'ho trovata una bella lettura:
"Roma non aveva paura. Aveva paura solo del potere altrui. I mostri e le cose che camminavano di notte erano forti, ma non erano certo potenti. C'era una bella differenza."
(Roma Montagov)

xoxo,
Giada

venerdì, luglio 28, 2023

RECENSIONE DI 4321 DI PAUL AUSTER

Buon pomeriggio, Fantastics! Ebbene sì, eccomi qui, dopo due settimane post operatorie belle toste. Vi confesso che, se non avessi avuto la compagnia di questo mattone, perché è un mattone come si deve, non so se sarei riuscita a superare indenne la prima settimana. I libri, scriverli come leggerli, sono sempre stati di grande conforto. Lo sono ancora e lo saranno sempre. Questa premessa-prima-della-premessa, per dirvi che è un romanzo stupendo, un vero capolavoro e che ne ho amato ogni singola frase. Ogni singolo capitolo. E' davvero IL romanzo del 2023, per me!

PREMESSA
Se ricordate uno dei miei primi post di Gennaio, su Instagram, uno dei mattoni in tbr era proprio 4321. Al tempo, dovevo assolutamente scrivere il mio di romanzo - è ancora il mio pensiero fisso, btw, insieme ad altre cose che non vi sto qua a citare, altrimenti faremmo notte - quindi l'ho messo in pausa. Sapevo che dovevo aspettare il momento giusto per poterlo apprezzare davvero. E, per fortuna, ho atteso. L'attesa ne è valsa la pena perché, come vi dicevo, per me è il romanzo del 2023. Il meglio del meglio. Un gioiello di narrativa contemporanea. La descrizione, nell'aletta interna, lo definisce un romanzo virtuale. Una moltitudine, quella sul retro. Per me è un capolavoro perché ricorda l'Effetto Farfalla, e come una sola azione diversa possa cambiare il corso dell'esistenza di una sola persona. Tuttavia, è anche un metaromanzo, quindi è molto molto di più di un mattone sulla Storia Americana a partire dagli anni '40 fino agli anni '70 del 1900. E' molto molto di più.

TRAMA (DA IBS.IT)
Paul Auster ha scritto una sinfonia maestosa suonando i tasti del destino e del caso: un libro che mette d'accordo Borges e Dickens, un'avventura vertiginosa e scatenata, unica e molteplice come la vita di ognuno.

«La cosa migliore che abbia mai fatto Auster, e una delle migliori uscite negli ultimi tempi, non solo in America. Che audacia, quale inventiva, quanta profumata carne al fuoco!» – Alessandro Piperno

«Un romanzo ponderoso, con una combinatoria non immediata, se non fosse per la cristallina scrittura di Auster che dà il suo meglio nel tratteggiare come i diversi personaggi reagiscono alle ordinarie catastrofi – incendi di negozi in cui si è investito tutto, fratelli che truffano fratelli, l’adorata fidanzata che bacia un altro: la vita, in poche parole – che si para loro davanti.» – Riccardo Staglianò, il venerdì - la Repubblica

Cosa sarebbe successo se invece di quella scelta ne avessimo fatta un'altra? Che persone saremmo oggi se quel giorno non avessimo perso il treno, se avessimo risposto al saluto di quella ragazza, se ci fossimo iscritti a quell'altra scuola, se... A volte per raccontare una vita non basta una sola storia. Il 3 marzo 1947, a Newark, nasce il primo e unico figlio di Rose e Stanley: Archie Ferguson. Da questo punto si dipanano quattro sentieri, le quattro vite possibili, eppure reali, di Archie. Campione dello sport o inquieto giornalista, attivista o scrittore vagabondo, le sue traiettorie sono diverse ma tutte, misteriosamente, incrociano lei, Amy. Traduzione di Cristiana Mennella.

COME COMINCIA
Secondo la leggenda di famiglia, il nonno di Ferguson partí a piedi da Minsk, sua città natale, con cento rubli cuciti nella fodera della giacca, viaggiò a ovest fino ad Amburgo passando per varsavia e Berlino, comprò il biglietto per una nave chiamata Empress of China che attraversò l'Atlantico in mezzo a violente tempeste invernali ed entrò nel porto di New York il primo giorno del ventesimo secolo. Mentre aspettava di essere interrogato da un funzionario dell'immigrazione a Ellis Island, il nonno di Ferguson attaccò un discorso con un altro ebreo russo. Quello gi disse: Scordati il nome Reznikoff. Qui non te ne fai niente. Per la tua nuova vita in America ti serve un nome americano, uno che suona bene in americano. Poiché nel 1900 l'inglese era ancora una lingua straniera per lui, Isaac Reznikoff chiese suggerimento al piú esperto e maturo compatriota. Di' che ti chiami Rockefeller, fece quello. Cosí vai sul sicuro. Passò un'ora, poi un'altra ora, e quando si accomodò per rispondere alle domande del funzionario, il diciannovenne Reznikoff aveva già dimenticato il nome che gli era stato suggerito da quell'uomo. Nome?, chiese il funzionario. Battendosi la fronte indispettito, lo stanco immigrato se ne uscí in yiddish, Ikh hob fargessen (Non me lo ricordo piú)! E fu cosí che Isaac Reznikoff cominciò la sua nuova vita in America come Ichabod Ferguson.

RECENSIONE
Ah, raga. Cominciare questa recensione è difficile non solo perché faccio fatica a stare seduta, ma anche perché ho così tanto da dire che non avete idea. In più ci sono delle cose che vorrei dire, ma non posso dire, perché sarebbero spoiler e visto che me lo sono goduto appieno io, non ve lo voglio rovinare. Dovete godervi anche voi, fino all'ultima pagina, questo capolavoro della letteratura.

4321 è un romanzo multistrato, multidimensionale. Una sorta di multiverso. Comincia con il nonno di Archie Ferguson, un immigrato bielorusso che cerca fortuna in America negli anni '40, e quando giunge a Ellis Island e gli chiedono di cambiare nome, da Rockfeller che voleva alla fine si ritrova Ferguson come cognome. Da qui comincia la storia del padre di Archie e dei suoi fratelli, Lew e Arnold. E, soprattutto, del tacituro e stacanovista Stanley Ferguson. Alla fine, per un mero atto di fuga dalla solitudine, Rose Adler sposerà Stanley. E dalla loro unione, piuttosto difficoltosa perché al tempo le donne incinta fumavano come ciminiere, nascerà Archie. La sua infanzia si divide in 4 parti diverse, 4 multiversi in cui avvengono cose diverse che lo plasmano come persona, ma una caratteristica di ognuna di loro è che hanno sempre, e dico sempre, qualche elemento in comune. In questo modo, sebbene l'Archie della storia 1 e della storia 2 siano diversi, sono sempre molto simili. Un fil rouge, attraverso tutto il romanzo, saranno proprio i suoi interessi. Archie atleta di basket, Archie atleta eccellente di baseball costretto a rinunciare a una carriera a causa di un incidente provocato da sua zia, Archie letterato brillante e sagace, Archie attivista politico e cittadino che aspira a un mondo più giusto nei confronti di tutti - e contro qualsiasi guerra. La Storia s'intreccia con la storia di Archie, come fa notare lui con una analogia di cerchi concentrici, fino a quando non si sovrapporranno entrambe nella sua vita e sarà impossibile distinguere l'una dall'altra. 

La domanda era: qual era il mondo abitato da Ferguson in quel momento, e in che modo era cambiato quel mondo?
(Archie Ferguson)

In ogni storia, che sia la 1234, vediamo Archie diventare adolescente e innamorarsi, fare le prime esperienze di vita, lottare per amore - amore non solo di Amy, ma anche del suo misterioso e silenzioso padre - fino a quando non diventerà adulto. In alcuni scenari, l'e se... presente è davvero sconvolgente, e quando muore, perché in due scenari possibili Archie muore e sta a voi scoprire quali, il libro presenta una pagina bianca con come unica indicazione lo scenario presente. Tipo: 2.2., 2.3, 2.4. Ero davvero, ma davvero convinta che la storia originale, la storia di partenza fosse la numero 1, e invece mi sbagliavo! Così come ho scoperto, tramite un blog, che si potevano leggere le diverse storylines in base a come si voleva, e non in modo lineare come ho fatto io! Adesso capisco perché alcuni siti letterari lo definiscano 'una scatola magica', non esiste definizione migliore per questo romanzo! 

I sentimenti sono sentimenti, scrisse, e noi non siamo responsabili di quello che sentiamo. Di quello che facciamo sì, ma non di quello che sentiamo.
(Archie Ferguson ad Amy Schneiderman)

Archie, che viene sempre chiamato Ferguson, ha anche velleità artistiche. E, sebbene la sua formazione venga condotta in ogni scenario da zia Mildred, la volitiva e intelligente sorella maggiore di Rose, abbiamo sempre il possibile compagno di zia Mildred che contribuisce: può essere zio Don o zio Henry, ma c'è sempre qualcuno che si occupa di cibare la mente sveglia e attenta di Archie. La cosa che ho amato di più, forse, è stato il modo in cui Archie si approccia alla sessualità e alla sua scoperta della sessualità. Qualcosa di aperto mentalmente, così bello che mi è sciolto il cuoricino. Naturalmente, l'omosessualità era considerata un crimine all'epoca, quindi molto omosessuali vivevano nascosti in mezzo alla folla di etero per salvarsi la pelle. Anche i bisessuali non se la passavano bene, però. 

Perché scegliere?, chiedeva. A volte vogliamo affondare i denti in un hamburger succulento, altre volte invece niente è più squisito di un uovo sodo o un cracker. L'arte è un banchetto, concludeva, e ogni piatto in tavola ci chiama, chiedendoci di essere mangiato e apprezzato.
(Archie Ferguson a proposito dell'arte)

Un romanzo molto impegnativo a livello intellettuale. Un romanzo che ti costringe a pensare, ma che arriva dritto al tuo cuore sempre e comunque, in ogni scenario possibile. Perché Archie è umano, anche quando diventa metanarrativo. Ed è su questa parola che vorrei concludere la recensione, perché 4321 è un romanzo di metanarrativa. Quindi, dato che non posso dire altro, potete guardare gli episodi meta di Supernatural per caprie a cosa mi riferisco quando lo definisco metanarrativo <3

Vi saluto con una citazione, invitandovi a recuperarlo assolutamente e al più presto:
"Ma tu continua a scrivere, Archie, non darmi retta. Non hai bisogno di consigli, solo di impegnarti. Come scisse una volta il tuo caro Edgar Allan Poe a un aspirante scrittore: siate audace, leggete molto, scrivete molto, pubblicate poco, state lontani dai piccoli ingegni, e non abbiate paura di nulla."
(Mrs Baldwin ad Archie Ferguson)

xoxo,
Giada

mercoledì, luglio 12, 2023

RECENSIONE DI BLOOD & HONEY (LA STREGA E IL CACCIATORE #2) DI SHELBY MAHURIN

Buon pomeriggio, Fantastics! Stamattina sono andata a Ferrara per gli esami pre-operatori, in vista dell'operazione chirurgica di lunedì. Quindi sono ancora un po' fuori fase, dato che mi sono alzata molto presto e che non sono più abituata a dormire alla mattina, o per quel che vale, da mezzogiorno fino al pomeriggio. Per me è tutto tempo sprecato. Ad ogni modo, ieri sera ho finito - ho finito mio malgrado, perché mi stava piacendo un sacco e lo stavo centellinando per non finirlo - il meraviglioso sequel di Serpent & Dove. E adesso watch me prenotare il final installment, perché anche se voglio leggere Eppure cadiamo felici di Enrico Galliano, voglio troppo sapere come finisce la trilogia de La Strega e il Cacciatore.

PREMESSA
La trilogia de La Strega e il Cacciatore mi è piaciuta fin dall'inizio, per il suo modo di trattare temi forti come la famiglia e i traumi legati ad eventi violenti. Ma il trope che la Mahurin ha usato, finora è senza dubbio la found family. Il nostro cast di personaggi è, di fatto, una found family. Sono personaggi che non hanno una famiglia d'origine o l'hanno rinnegata per cercare loro stessi, e hanno trovato negli amici e nell'amore quel senso di unità e famiglia che mancava loro. Indubbiamente, molti di questi personaggi potenti hanno issues. Prendiamo Lou, che ha le mommy issues. Reid, che in questo romanzo subisce un'evoluzione notevole per un evento non da poco avvenuto alla fine di Serpent & Dove. Perfino Coco ha delle issues, che definirei aunt issues - scusatemi, stavo per scrivere tante issues, perché zia in francese si dice così. L'unica cosa bella è che questo romanzo mi ha fatto recuperare, molto più dell'altro, i miei rudimenti di francesi. E gliene sono molto grata. Quando ero alle medie ero una delle più brave in questa lingua, e se all'università non avessi scelto portoghese, avrei sicuramente scelto francese. Cioè, se non ci fosse stato il limite delle tre lingue. Il mio sogno resta quello di prendere un'altra laurea nelle lingue che ho lasciato fuori dalla prima, per poterle approfondire come ho sempre voluto. Il francese è tra di esse.

TRAMA (DA IBS.IT)
La posta in gioco è sempre più alta. la magia più pericolosa. la passione più rovente... Lou e Reid sono in fuga da tutti. Dalla congrega, dalla Chiesa e dal re. Per sopravvivere hanno bisogno di alleati. Alleati potenti. Ma il loro aiuto ha un prezzo. Cosa dovranno sacrificare per pagarlo?

Sfuggiti per un soffio al pugnale di Morgane, Lou e Reid sono di nuovo insieme... ma le streghe della congrega, gli uomini del re e gli chasseur continuano a dar loro la caccia. Non c'è più tempo, ormai, e il cerchio si stringe inesorabile... Erano certi che insieme avrebbero superato ogni cosa. Ma quando Morgane li attira in un crudele gioco del gatto col topo, i due giovani sono costretti a chiedere aiuto a La Voisin, regina delle Dames Rouges e nemica giurata della congrega di Lou. Mentre Lou, convinta di non avere alternative se vuole salvare suo marito e i loro amici, percorre i sentieri più oscuri della magia, Reid, benché riluttante, deve esplorare i suoi nuovi poteri. Hanno giurato di essere una cosa sola fino alla fine dei loro giorni...

RECENSIONE
Sì, sì lo so. Di solito si dice che i sequel non sono mai belli come il romanzo d'origine. Il primo. Beh, Shelby Mahurin è la dimostrazione che non è affatto così. Attendo di avere tra le mie mani Il Regno di Carne e Fuoco di Jennifer Armentrout per poter dire lo stesso, perché anche se mi piacque molto la serie Caldo come il fuoco, sono sicura che mi darà grandi soddisfazioni con questo sequel. Poi lo sapete, oh. Io adoro i villain e gli anti-heroes. Blood & Honey è un romanzo, stavolta, nel quale riponevo molte aspettative. Mi sono resa conto che, per quanto mi impegni a non partire con alte aspettative con nessun romanzo, stavolta è stato impossibile non averle. Blood of Booktube aveva messo su Instagram una gif esplicativa di una scena in questo romanzo, ed ero molto curiosa di leggerlo. Però non c'era. Va beh.

Niente che valga la pena di avere è facile.
(Reid Diggory)

Ma partiamo dal principio. Louise Le Blanc e Reid Diggory stanno scappando dalla Dame des Sorcières e anche dai Cacciatore di Re Auguste, che danno loro la caccia dopo quanto avvenuto a Chateau Le Blanc. A Chateau, dove Reid ha scoperto di avere i poteri e di essere, di fatto, una strega maschio - maschi che vennero banditi dallo Chateau per ordine di Morgane - e ha salvato la vita di Lou. Uccidendo il vescovo, ovvero l'unico padre che lui abbia mai conosciuto. Perché il suo vero padre, Re Auguste, è uno stronzo di merda. Beh, scusate il francesismo, ma lo è. Auguste è uno dei personaggi peggiori, lineare e che non subisce alcuna evoluzione. Proprio come Morgane. In un certo senso, possiamo considerare lui e Morgane due villain comprimari. Louise, andando contro il suo istinto, decide di seguire le decisioni di Reid e di tentare di stringere un'alleanza con Le Dames Rouges, la tipologia di streghe di sangue da cui proviene Coco, e i loup garou. Una cosa che ho amato alla follia è stato legger - sentir nominare - La Bestia del Gevaudan. Dove sono i miei fan di Teen Wolf, eh? Venite fuori, su! Se siete fan di Teen Wolf, non potrete aver collegato le due cose! Io ho fatto un salto nel letto quando ho letto della Bestia del Gevaudan... Beh, l'ho fatto anche quando l'ho letto nella mappa a inizio libro! Guardatela bene, non saltatela! E' fondamentale!

"Un segreto è una bugia ben vestita, ma alcuni segreti vanno mantenuti per forza."
(Morgane Le Blanc)

Mentre Louise scopre che i suoi poteri si stanno espandendo e, lentamente, sta diventando sempre più disposta a sacrificare pezzi di sé e ricordi per essere più potente di sua madre; Reid combatte contro i sentimenti contrastanti dell'aver scoperto di essere una strega. Si trincera dietro i traumi, la razionalità, fino ad arrivare alla negoziazione e all'accettazione di ciò che è davvero. Ansel, dal canto suo, avevo dimenticato com'era esteticamente porello, ho dovuto andare a cercare fanart su Pinterest (stavolta, però, ero già ben oltre la metà del romanzo quindi non ho beccato spoiler) per ricordare com'era, è un ragazzo fragile sia fisicamente che emotivamente, ma vuole aiutare. E sarà il suo buon cuore, suo malgrado, la sua stessa rovina. Coco, invece, intercederà presso La Voisin affinché aiuti Lou. Menzione d'onore per Nicholina, lo spirito mangia-cuori più inquietante di cui abbia mai letto.

"E tu come sei diventata così, Louise? Tutti facciamo delle scelte. Tutti ne paghiamo le conseguenze."
(Nicholina)

Un romanzo che alza sensibilmente l'asticella rispetto al precedente. Non solo i personaggi si ritrovano più e più volte a che fare con la morte, ma si ritrovano a fare i conti anche con i loro traumi - come vi dicevo più su - e i loro problemi irrisolti. In questo romanzo, quello centrale come in ogni trilogia che si rispetti, le difficoltà per i protagonisti diventano più toste. E i personaggi si ritrovano a chiedersi se vogliano soccombere agli eventi, oppure vogliano far qualcosa per far sì che questi vadano come desiderano. Affinché ognuno di loro abbia il futuro per cui ha lottato finora.

"Vivi oggi, Reid, per poter vivere domani. (...)"
(Beau)

Un sequel che vi consiglio caldamente, scritto in modo molto easy, con una scrittura fluida e accattivante e dal quale non riuscirete a staccarvi. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo:
"La sua vita valeva più del mio orgoglio ferito. Più tardi, alla fine di tutta quella storia, gli avrei mostrato quanto si sbagliava a proposito della magia. A proposito di me."
(Louise Le Blanc)


xoxo,
Giada

giovedì, luglio 06, 2023

RECENSIONE DI THE ATLAS SIX (THE ATLAS #1) DI OLIVIE BLAKE

Buona sera, Fantastics! Ci ho messo un bel po' a finire di trascrivere le citazioni tratte dal romanzo, sapete che è mia consuetudine farlo, dato che la maggior parte dei libri che recensiscono appartengono alla biblioteca del mio comune. Era da un pezzo che rimandavo la lettura di questo romanzo, fortunatamente sono riuscita a recuperarlo grazie alla Rete Bibliotecaria Padovana, e anche se non si sa quando, nel 2023 uscirà il sequel, mi sa tanto che lo leggerò in inglese come sto per fare con Fourth Wing - sì, finalmente il corriere me l'ha consegnato e, dopo l'operazione, quel magnifico romantasy sarà tutto mioooo!


PREMESSA
Vi confesso che conoscevo, di fama, The Atlas Six. E' un dark academia, quindi ambientato in un'accademia per maghi super segreta ed elitaria, che ha come obiettivo quello di conservare e studiare i testi dell'antica Biblioteca di Alessandria. Sì, vi ricordate quella che abbiamo studiato alle medie e alle superiori, e che andò distrutta in un incendio? Qualunque appassionato lettore o potenziale scrittore ha sempre desiderato, almeno una volta, poter leggere i testi che andarono distrutti in quel maledetto incedio. Io, per quanto mi riguarda, lo considero una delle più grandi perdite del mondo civile. Ma qui, in questo setting fantasy, la Biblioteca è sopravvissuta. Ha finto di morire. I personaggi di Riverdale e Supernatural ne sanno qualcosa a tal proposito *wink wink* Ad ogni modo, l'ho amato. L'ho amato profondamente! 
Penso sia uno dei migliori romanzi del 2023, a mani basse.

TRAMA (DA LA FELTRINELLI.IT)
Segreti. Tradimenti. Potere. Benvenuti nella Società Alessandrina.

«Cos'altro se non la morte potrebbe conferire una tale vita alla conoscenza che proteggiamo?»

Ogni dieci anni, ai sei maghi più talentuosi in circolazione viene offerta la possibilità di conquistarsi un posto nella Società Alessandrina, l'istituzione più segreta ed esclusiva del mondo, che garantirà loro potere e prestigio oltre ogni limite. In occasione della nuova iniziazione, il misterioso Atlas Blakely sceglie: Libby Rhodes e Nico de Varona, due fisicisti che controllano gli elementi e sono in competizione da tempo immemore; Reina Mori, una naturalista che comprende il linguaggio della vita stessa; Parisa Kamali, una telepatica per cui la mente non conosce segreti; Callum Nova, un empatico in grado di far fare agli altri qualunque cosa; e Tristan Caine, capace di smascherare qualsiasi illusione. Ciascuno dei prescelti dovrà dimostrare di meritare l'accesso alla Società e lottare con tutte le sue forze per ottenerlo, sebbene ciò significhi stringere alleanze con i nemici giurati e tradire gli amici più fidati. Perché, anche se i candidati straordinari sono sei, i posti nella Società sono solo cinque. E nessuno vuole essere eliminato. Costi quel che costi.
Venduto in oltre 18 Paesi, The Atlas Six, primo volume della trilogia di Olivie Blake, è divenuto un caso editoriale internazionale grazie a Tik Tok ancor prima della pubblicazione, ha esordito nella classifica del New York Times ed è già attesissimo dai lettori di tutto il mondo.

COME COMINCIA
Forse erano materiale ormai trito e ritrito tutti i riferimenti alla biblioteca reale di Alessandria che erano già circolati per il mondo. La storia aveva dimostrato che la biblioteca tolemaica era un argomento dal fascino inesauribile; vuoi perché l'ossessione per ciò che poteva contenere non aveva altro freno se non i limiti dell'immaginazione, vuoi perché le brame dell'umanità sono più intense quando condivise collettivamente. In linea generale, tutti gli uomini amano il proibito e, in molti casi, la conoscenza è precisamente questo, e ancora di più la conoscenza perduta. Ritrito o no, ognuno trova qualcosa a cui anelare quando pensa alla biblioteca di Alessandria; siamo sempre stati una specie particolarmente sensibile al richiamo del lontano ignoto.
Si dice che, prima di essere distrutta, la biblioteca contenesse oltre quattrocentomila papiri di storia, matematica, scienza, ingegneria e anche magia. Molte persone erroneamente presumono che il tempo sia un pendio con un'inclinazione costante, un arco regolare di crescita e progresso, ma quando la storia viene scritta dai vincitori il racconto spesso può mal rappresentare la forma. In realtà, il tempo come lo viviamo noi procede semplicemente come un'onda, con un andamento più circolare che lineare. Le tendenze sociali e gli stigmi cambiano, e la direzione in cui si muove la conoscenza non è sempre in avanti. Lo stesso vale per la magia.
La verità poco nota è che la biblioteca di Alessandria andò a fuoco per salvarsi.

RECENSIONE
Beh, raga. Non c'è altra gif giusta per esprimere ciò che sento in questo momento. The Atlas Six (che pochi secondi fa avevo chiamato The Atlas Paradox, il sequel. Va beh, tanto sarà mio anche quello lol) è un romanzo incredibile. E' un trattato sulla forma dell'universo, sulla composizione dell'universo e su ciò che compone noi stessi come persone. Perché, come ogni romanzo fantasy che si rispetti, non riguarda solo l'aspetto 'magico' di per sé, ma soprattutto il lato umano. E' questo, in fondo, che mi fa amare ogni volta questo genere letterario e, soprattutto, il motivo per cui ho sempre amato scrivere fantasy: puoi canalizzare e analizzare i comportamenti umani e le emozioni degli umani attraverso un contesto fantasy. Il fantasy è molto profondo. Basta solo esser disposti a comprenderlo. 

La grandezza non è facile; questo Dalton non lo disse, né aggiunse che la grandezza non veniva mai offerta a chi non era pronto a farsene carico.
(Dalton Ellery)

The Atlas Six, dal canto suo, non è da meno. Ogni personaggio è un tassello che compone una sfaccettatura delle emozioni e dei traumi umani. Un coping mechanism che differenzia, a modo suo, ogni personaggio. Abbiamo Libby Rhodes, una fisicista capace di cose inimmaginabili, che oltre ai suoi witty banter con Nicolàs de Varona (l'ho amato alla follia, questo personaggio!), sta ancora cercando di elaborare il lutto per sua sorella, morta per una malattia degenerativa non specificata - e, penso, non volutamente specificata. Potrebbe essere qualunque cosa. Nicolàs, che si crede borioso e arrogante, quando in realtà ha il cuore tenero e cerca di sobbarcarsi i problemi altrui perché è questo, in fondo, il suo modo di dimostrare affetto. Anche le continue discussioni e il rapporto chiaramente disfunzionale e codipendente con Libby sono un chiaro esempio di quanto i due siano fatti l'uno per l'altra. Non preoccupatevi. Non è uno spoiler, per quanto io abbia sperato fino alla fine un threesome tra Libby, Nico e Tristan. Tristan, le cui daddy issues hanno plasmato, a suo modo, il suo potere di vedere oltre le illusioni. Callum Nova, un empatico che all'apparenza non sente nulla, che si comporta in modo cinico e da stronzo solo perché sente troppo. Quel "Io sento immensamente" mi ha colpito come un pugno in pieno stomaco, perché anche io sono così. Anche io ho sempre l'impressione di sentire troppo. Troppo. Poi c'è Reina Mori, una figlia illegittima di una delle famiglie giapponesi più potenti, che è una batteria per la Natura. La Natura che le parla in un modo totalmente divertente e quasi infantile. Talmente potente da non riuscire a controllare niente del suo potere, nemmeno una briciola. Parisa Kamali. Beh, Parisa è sicuramente il personaggio più interessante di tutti, una femme fatale che sa cosa vuole e non si vergogna a usare il sesso, il proprio corpo, per ottenerlo. Ma come tutti i personaggi ben costruiti, anche la bellissima Parisa nasconde un segreto che la rende fragile. I personaggi di contorno, se così si possono chiamare, sono altrettanto interessanti: c'è Gideon Drake, l'amico di Nico, che tenta di scappare dalle grinfie della sua madre-sirena criminale  che lo vuole usare e vuole usare il suo particolare potere; c'è Dalton Ellery, la marionetta di Atlas, cioè è una cosa palese a chiunque lo legga. Un uomo che non sa nemmeno più chi è e cosa vuole dalla sua vita. E' una totale marionetta. C'è Atlas Blakely, enigmatico, misterioso. E infine c'è Ezra Fowler, il noioso fidanzato di Libby. 

"Siamo così per via di quello che abbiamo, non per quello che ci manca." disse Callum, all'improvviso insofferente. "Chi sarebbe Parisa se non avesse visto i pensieri di suo fratello? E se Reina non fosse stata sfruttata da quando è nata?"
(Callum Nova a Tristan Caine)

Allora, premetto che io avevo già capito chi era il vero villain e il complice del villain già a pagina 200. Quindi il grandioso colpo di scena che avrebbe dovuto sconvolgermi, non mi ha sconvolto affatto. Insomma, devo decidermi a iniziare i libri games. Sono troppo brava a trovare i colpevoli. Ad ogni modo, ogni capitolo è in terza persona e presenta il titolo del POV di quel personaggio. La terza persona ha aiutato molto, probabilmente se fosse stato in prima sarebbe stato troppo confusionario. Inoltre la caratterizzazione è molto ben fatta, con elementi e pensieri e manie che solo determinati personaggi avrebbero. E' stato facile empatizzare con loro, con tutti e sei, a dir la verità. Quando uno scrittore ci riesce, per me è sempre un gran punto a suo favore, perché vuol dire che è riuscito ad appassionarmi alla storia. Completamente. E se uno scrittore mi conquista, mi fa venire voglia di leggere anche il resto della saga o della trilogia. Per fortuna, questo è stato il caso. Voglio dire, come sempre sono partita senza aspettative, ma almeno non sono stata delusa. Sarebbe stato tremendo!

"La guerra è come il compromesso: entrambe le parti devono perdere qualcosa per vincere."
(Parisa Kamali a Dalton Ellery)

La Società Alessandrina e la sua diretta rivale, Il Forum, sono molto interessanti. Spero nel sequel di trovare risposte su come sono strutturate entrambe, perché sono molto curiosa.

Inoltre, il senso di circolarità del romanzo, con Dalton che parla ai potenziali candidati e il fatto che sia lui, alla fine, sempre a parlare, è molto bella. Dà un senso di simmetria, come direbbe Atlas Blakley. 

Vi lascio con una citazione tratta da questo magnifico romanzo, a cui ho dato 5 stelle, e di cui non vedo l'ora di leggere il sequel. Tanto già lo so, non resisterò ad aspettare finché arriva quello italiano. Prenderò quello in inglese. 
"Perché il problema della conoscenza, Rhodes, è la brama inesorabile che suscita. Più sai, meno ti sembra di sapere. Per cui, spesso gli uomini perdono la ragione nell'inseguirla."
(Atlas Blakely a Libby Rhodes)

xoxo,
Giada

venerdì, giugno 30, 2023

RECENSIONE DI PERCY JACKSON E GLI DEI DELL'OLIMPO - LA BATTAGLIA DEL LABIRINTO (PERCY JACKSON & THE OLYMPIANS #4) DI RICK RIORDAN

Buona sera, Fantastics! Nonostante il brutto tempo, e il brutto tempo mi lascia sempre un umore 'meh' addosso, sono riuscita a finire il quarto romanzo della saga di Percy Jackson. I fan accaniti ritengono che sia il migliore di tutti, e in certi punti lo è davvero, ma io non sono riuscita a tollerare la totale idiozia di Percy. Cioè, posso capire che abbia un buon cuore e che voglia aiutare i suoi amici, ma tante volte si comporta come un vero e completo idiota! Ecco perché gli ho dato 4 stelline. Davvero, ho apprezzato il romanzo; solo che avrebbe potuto dare di più, molto di più. 

PREMESSA
Ammetto che l'ho iniziato solo perché era lì da fine Maggio, e onestamente ero molto curiosa di vedere in quali guai e in quali avventure si sarebbe cacciato Percy, stavolta. Solo che, come dicevo prima, se Percy non si fosse comportato come un idiota o, se preferite, un totale imbecille la maggior parte delle volte avrei dato un voto molto più alto a questo romanzo. Annabeth è la mia preferita, e Luke che è diventato tipo un Luke 2.0, un villain upgrade è stato magnifico! L'aspetto che ho apprezzato di più è stato, senza ombra di dubbio, il modo in cui è stato affrontato il tema della morte di un famigliare o di un amico. Inoltre, penso che Nico Di Angelo sia nel pieno dei 4 stadi del lutto. Il primo era la rabbia, qui forse vediamo come comincia la negoziazione. Cioè, lo spero per il bene di Percy. Io avrei reagito come Nico, sincera. Perché non importa come zio Rick ce la meni, è stata colpa di Percy in tutto e per tutto.

TRAMA (DA AMAZON.IT)
La guerra tra gli dei dell'Olimpo e i Titani è alle porte, e ancora una volta il Campo Mezzosangue è in pericolo: gira voce che Luke e il suo esercito siano a un passo dall'invasione. E se i confini del Campo non fossero sicuri come una volta? Per difendersi, Percy, Annabeth e Grover devono addentrarsi nel Labirinto di Dedalo, che forse nasconde una via d'accesso al Campo. Un tempo a Creta e ora nel sottosuolo nordamericano, il Labirinto è un mondo sotterraneo che nasconde pericoli e insidie indicibili, e gli insegnamenti di Quintus, il nuovo istruttore di tecniche da combattimento, si rivelano preziosissimi. Percy e i suoi amici lotteranno con nemici sempre più potenti e terrificanti, scopriranno la verità sulla scomparsa del dio Pan e dovranno scontrarsi con il terribile segreto custodito da Crono. L'ultima sfida ha inizio... e questo è solo la prima delle battaglie. Età di lettura: da 12 anni.

RECENSIONE
Beh, raga. Di solito i romanzi di Percy Jackson mi gasano abbestia ma questo posso solo dire di averlo apprezzato. Cioè, l'ho apprezzato davvero molto. Percy non sembra poi cambiare o migliorare più di tanto, e in fondo è così, almeno fino a circa metà romanzo. Poi sembra crescere. Crescere davvero. Bisogna riconoscerglielo, almeno questo. 

Il romanzo riprende da dov'era terminato il terzo, ovvero da Percy che va all'ennesimo orientamento scolastico e si ritrova a combattere per la propria vita. A scappare dagli ennesimi mostri mandati per ucciderlo. La cosa che è evidente, nei romanzi di zio Rick, è che nonostante ci sia la possibilità che sia un eroe dei Tre Pezzi Grossi che può portare il mondo (della mitologia greca) al successo o alla sua totale distruzione, il trope del Chosen One qui è sempre più evidente. Voglio dire, la saga non si chiamerebbe Percy Jackson e X se non fosse lui il Chosen One, il Prescelto. Una tecnica narrativa ingegnosa, quella di mettere la possibilità che sia qualcun altro il Prescelto, ma dato che sono ormai al quarto romanzo posso affermare con sicurezza che sarà Percy quell'eroe. L'eroe di quella tanto temuta quanto famosa profezia che tutti sembrano conoscere. Percy e il Campo Mezzosangue sono in fermento per quell'estate, dove finalmente potranno fare ciò che vogliono mentre evitano di morire in qualche missione. Tuttavia, Annabeth riceve una missione dall'Oracolo di Delfi e, insieme ai suoi side-characters deve avventurarsi nel Labirinto di Dedalo, per trovare l'inventore e impedirgli di parteggiare per i Crono e i Titani, che si stanno risvegliando e voglio distruggere sia il mondo degli umani che quello dei mezzosangue. Al fianco di Annabeth ci sono gli amici di sempre: Percy, Grover, Tyson (se gli succede qualcosa, giuro che vengo a casa tua a prenderti, zio Rick!). Nonostante Chirone sia contrario al numero pari dei partecipanti alla missione, per una questione di numerologia mitologica che ha senso a mio avviso, gli amici s'imbarcano nell'ennesima avventura. 

Di tutti i personaggi, forse quello che ho amato di più è stato proprio Dedalo. Dedalo, che ha ingannato la morte e si è nascosto all'interno del suo Labirinto come un coniglio per tremila anni, che finalmente decide di affrontare le conseguenze delle sue azioni. Trovo Dedalo un uomo grigio, cioè non è né buono né cattivo, semplicemente è umano. E, in quanto tale, imperfetto. Certo, ha commesso azioni discutibili ma è pronto ad assumersene la colpa. Mi aspettavo una resa dei conti più sanguinosa tra lui e il Re Minosse, ma questo è uno YA per pre-adolescenti, quindi è logico che anche negli Inferi non sia finita come speravo. Non posso dire di più, altrimenti ve lo spoilero davvero tutto!

Niente, ve lo consiglio! Ve lo consiglio davvero tanto, se amate la mitologia greca. E qui non dico altro, altrimenti finisco per ripetermi come faccio ogni volta che parlo di questa saga.

Nessuna citazione in chiusura, sorry :(

xoxo,
Giada

martedì, giugno 27, 2023

RECENSIONE DI DALLA MIA FINESTRA (HERMANOS HILDAGOS #1) DI ARIANA GODOY

Buon pomeriggio, Fantastics! Ebbene sì, finalmente ho recuperato anch'io il tanto famoso romanzo spagnolo A través de mi ventana, conosciuto in Italia come Dalla mia finestra, l'ennesima trilogia pop uscita da Wattpad. Stendiamo un velo pietoso su questo romanzo, perché non ci sono parole...
Non ci sono parole a sufficienza per descrivere la quantità di cringe e vuoto cosmico presenti. 
Non ci sono. 

PREMESSA
Quando ci sono romanzi molto chiacchierati, non ce la faccio. E' più forte di me. L'hype è troppo forte. Devo sapere, assolutamente, se i romanzi sono all'altezza dei film (e viceversa). In questo caso, posso già dirvi che, per quanto pessimo, il film di Netflix è sempre meglio del libro. Dalla mia finestra è un libro vuoto. Talmente frivolo da essere vuoto, all'altezza di The Kissing Booth. Il che è tanto dire, considerato che il libro di The Kissing Booth è brutto quasi quanto il film. Qui, per fortuna, si salvano almeno 3 personaggi, tra cui il co-protagonista. Mi dispiace, ma Raquel non sono riuscita a reggerla. Le sue uscite cringe, i suoi pensieri usciti dai cioccolatini con le frasi cit emozionanti e melense dentro. Una Captain Ovvio di come ne ho lette, poche, nel corso della mia carriera di blogger letteraria. Sul serio, è terribile. 
Totalmente e terribilmente cringe, tanto che mi sono ritrovata a ridere da sola per il nonsense di alcune scene a random. Una stella è stato anche troppo, ma Ares, Daniela e Yoshi la meritavano. 

TRAMA (DA SPERLING&KUPFER.IT)
Raquel ha un'unica, grande ossessione: Ares Hidalgo, il suo affascinante e misterioso vicino. Passa il tempo a sbirciarlo dalla finestra e a immaginare un mondo in cui lui si accorga della sua esistenza. Finché finalmente, un giorno, quel mondo diventa realtà. Tuttavia, le cose non vanno esattamente come Raquel ha programmato, perché il loro primo incontro ufficiale è uno scontro per un futile motivo: la password del wifi. Ma ormai è fatta, Raquel ha la sua attenzione ed è decisa a farlo innamorare di sé, nonostante le ambivalenze di Ares nei suoi confronti. Tra litigi, baci infuocati e tanta passione, Raquel riuscirà a conquistare una volta per tutte il cuore del ragazzo che ama da sempre, oppure dovrà rinunciarvi?

Ariana Godoy è un'autrice di origine venezuelana che vive nel North Carolina. Dalla mia finestra è il suo esordio, un successo da 200 milioni di letture, che dopo aver scalato le classifiche spagnole ha conquistato anche i lettori italiani. Il romanzo è diventato un film originale Netflix, e il seguito Attraverso te, di cui viene presentato qui un estratto, è atteso con fibrillazione da tutti i fan.

RECENSIONE

La gif esplicativa, in intro di recensione, per rendere come mi sono immaginata Raquel che stalkera il suo vicino di casa. Joe Goldberg, una garanzia quando si tratta nel prendere a riferimento personaggi chiaramente insalubri e con qualche (grosso) problema mentale. Dalla mia finestra è un romanzo scorrevole, come vi dicevo. La cosa bella è che i capitoli sono molto molto corti, e si vede che è tratto da Wattpad proprio da questo. Tuttavia, questo non basta per rendere buono un romanzo. Dico 'buono', perché devo ancora trovare il fenomeno di Wattpad che mi faccia dire 'Capolavoro', termine che finora si è aggiudicata solo la mia adorata Victoria Schwab. Punto tutto su 'Culpa  mia', la nuova 'Wattpad Sensation', il cui film mi è piaciuto davvero molto - e mi è sembrato una versione migliore e molto molto fica di Kiss me like you love me - Let the game begin di Kira Shell. 

Raquel Mendoza è una ragazza di diciotto anni... pardon, diciassette (nel primo capitolo dice di averne già diciotto, cinque capitoli dopo ne ha diciassette ed è minorenne) vacua, frivola, superficiale. Non ci sono termini positivi con cui descriverla, sorry. Non ha una personalità, una caratteristica che sia una, o anche solo la dignità - a quanto pare, le piace farsi usare dal bad boy di turno, perderci la verginità insieme e dopo lottare per starci insieme. In questo, il richiamo ad After è stato palese - ma almeno, in After, almeno Tessa aveva una personalità. Cioè, per quanto discutibile, almeno Tessa aveva una personalità. Ed era coerente con le sue passioni. Come ha detto una ragazza su Goodreads 'Raquel, como le rezas a la Virgen de Las Abdominales, rézale también a La Virgen de La Dignitad'. Dignità. Una cosa che Raquel non sembra affatto avere, in 400 e passa pagine. Ringrazio dio solo perché la versione italiana aveva 402 pagine e non 440. Ho trovato estremamente cringe e, al limite del ridicolo, le sue chiusure di capitolo 'missione investigatrice, attivata' oppure la peggiore di tutte, 'si prospetta una notte/sera/giornata/serata interessante'. Ora, io non so quanti anni avesse Ariana Godoy quando ha scritto Dalla mia finestra, ma in tantissime cose Raquel sembra infantile. Molto infantile. Lo dico per pura curiosità, perché davvero non comprendo come un personaggio, che dovrebbe essere il principale e quindi reggere la maggior parte della trama ed essere il centro degli avvenimenti, sia così vuoto. Vuoto, vuoto, vuoto. Se le ragazzine aspirano a diventare lei, a questo punto è meglio che puntino su Abby Abernathy. Neanche Tessa. A onor del vero, a Tessa va riconosciuto che almeno studia, quando non si fa montare come un mobile dell'Ikea da Hardin. Ares, di cui si sa solo che è il figlio di mezzo di una grandissima azienda americana - perché sì, come tutti i romanzi Wattpad che si rispettino, è ambientato negli USA - e che aspira a qualcosa di diverso per sé. La cosa più posh della famiglia di Ares Hildalgo è che tutti i figli hanno i nomi degli dei greci: c'è Ares, il nostro focoso protagonista (non rispecchia nemmeno il suo nome, mi aspettavo un personaggio iroso, violento e che fa a botte con tutti, visto che Ares è il dio della guerra), Artemis (scusate, qui ogni volta che lo leggevo mi si parava davanti l'immagine di Artemis, il gatto di Marta delle Sailor Moon) e Apolo (il più piccolo, che dovrebbe essere un festaiolo ubriacone, e invece è un introverso ragazzino di 15 anni che si fa montare da una quasi 18 enne, sorry not sorry). Ecco, i fratelli Hildalgo sono stati tutti traumatizzati dal tradimento della loro madre, una donna spocchiosa e altezzosa, e dal padre che ha deciso di perdonarla. Allo stesso modo, Raquel viene da una storia simile. Insomma, hanno entrambi daddy issues, e molto molto grandi. Alla fine, Ares finalmente affronta la sua stalker personale e si definisce perfino lui stesso stalker (spoiler: non lo è, per niente.), dando inizio con una scusa banale alla loro focosa storia d'amore.

Vi mentirei se vi dicessi che la storia non mi ha intrattenuto, ecco perché, a livello di intrattenimento, è da 4 stelle. Sul serio, una delle poche note positive è senza dubbio la sua scorrevolezza. E i capitoli super corti, in pieno stile Wattpad. I personaggi non hanno alcun tipo di sviluppo, sul serio. Sono identici a quando la storia è cominciata, fatto salvo forse per Ares e Yoshi. Il resto, vuoto. Il vuoto totale. Dalla mancanza personalità e dignità di Raquel, alla sua stupidità e le sue uscite da cioccolatini con i bigliettini delle cit dentro, mi dispiace. Non posso dare più di una stella. Nemmeno i personaggi, quelli davvero buoni e meritevoli, riescono a salvare la bruttezza di questo romanzo. Sul serio, sputate fuori il prossimo romanzo 'Wattpad Sensation', perché sono qui. Davvero, vediamo se ne uscirà finalmente uno buono, degno di essere chiamato Romanzo. 

Vi saluto con una delle poche citazioni non cringe di Raquel e nella quale mi sono rivista, io:
"Odio essere disturbata mentre dormo, è una delle poche cose che proprio non sopporto. Di solito sono una persona tranquilla ma, se vengono svegliata, esce fuori il mio lato peggiore."
(Raquel Mendoza)

xoxo,
Giada
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