PREMESSA
Quando ho prenotato questo libro in biblioteca, pensavo che l'avrei letto presto. Poi sono successe tantissime cose, nel frattempo, e l'ho messo da parte. Quando l'ho iniziato, la mia gattina Luna è stata investita da una macchina, e leggere del pianeta Luna non è stato affatto il massimo. Quando ho iniziato questo libro stavo piangendo, piangendo tantissimo per la mia gattina, quindi non sono riuscita a farmi coinvolgere totalmente dal libro. Quindi sì, mi è piaciuto. Ma non tanto quanto mi sarei aspettata o mi aspettassi, perché sembrava un romanzo da cinque stelle e alla fine io gliene ho date solo 3,5.
Libro vincitore del Booker Prize 2024
Orbital è un'elegia alla bellezza dell'universo e del nostro pianeta, una fotografia nitida e luminosa delle relazioni tra esseri umani in cerca di salvezza.
«Elegante ed essenziale, questo romanzo è una lettura che fa riflettere.» - Kirkus Review
«Il Moby Dick dei cieli.» - The New Yorker
«In Orbital, la scrittrice Samantha Harvey racconta la Terra vista da 400 chilometri di distanza con una voce lirica ma asciutta, appassionata, dolente.» - La Lettura
«Se i romanzi appaiono quando si ha bisogno di loro, questo un suo scopo lo ha: suggerire una prospettiva a un mondo che una prospettiva sembra non avercela più.» - Laura Pezzino, Tuttolibri
Sei astronauti viaggiano in orbita attorno alla terra, nell'ultima missione da compiere a bordo della stazione spaziale prima che venga smantellata. Vengono dall'America, dalla Russia, dall'Italia, dalla Gran Bretagna e dal Giappone, e hanno lasciato le loro vite dietro di sé per osservare la terra muoversi sotto di loro. Li vediamo nei brevi momenti di intimità in cui ricevono notizie da casa, contemplano le loro foto, preparano pasti disidratati, dormono a mezz'aria in assenza di gravità. E soprattutto, siamo con loro mentre studiano il silenzioso pianeta blu, su cui scorre intensa la vita da cui sono esclusi.
RECENSIONE
Ho già fatto le dovute premesse a questo romanzo, che non ribadisco di nuovo perché due volte penso siano sufficienti. In realtà, a me piace sperimentare nuovi generi letterari, ma penso che sia necessario essere anche nella disposizione d'animo adatta per poterne godere, e non fare come me. Insomma, forse era meglio se mi fossi buttata sul Marchio di Atena di Riordan lol
Altra premessa: ho già sperimentato uno space opera, e non è un genere che fa per me. Questo viene etichettato come space opera, ma su Goodreads le recensioni lo definiscono più come una creative nonfiction, e penso che ciò si adatti molto meglio al romanzo di per sé che non space opera.
Orbital parla di sei astronauti che attraversano l'orbita spaziale per compiere degli esperimenti. Dal modulo, che ha come direzione la Luna, vedono il mondo e spicchi di mondo cambiare, mutare e trasformarsi sotto di loro, rendendoli degli spettatori silenziosi, passivi di ciò che accade. Come il tifone. Il tifone che è un ottimo device per parlare del clima, della natura e del cambiamento climatico globale. I sei astronauti si chiamano Shaun, Chie, Nell, Pietro e Roman, e provengono da Giappone, Italia, USA, Russia.
Ho apprezzato molto come si toccassero dei temi importanti come la religione, la presenza/assenza di Dio stesso e dei cambiamenti climatici globali. Il tifone è un mezzo interessante per trattarli, ed è stato usato a dovere, cioè senza renderlo ovvio che fosse un device per trasmettere un messaggio.
Vorrei potervi dire che ho amato follemente questo romanzo, ma non è così. Ho amato, senza dubbio, le descrizioni della natura e del pianeta, il modo poetico e lirico di descriverlo... un modo che mi ha ricordato Discovery Channel (o Geo&Geo), però insomma, finisce lì. Proprio come finisce lì la descrizione dell'infanzia dei personaggi, troppo vaga e tutte troppo simili - ciò ha reso i personaggi piatti, più piatti di quanto fosse necessario, in realtà.
Sicuramente proverò a leggere qualcos'altro della Harvey, sperando che non sia un altro creative nonfiction/space opera.
xoxo,
Giada














