domenica, ottobre 13, 2024

RECENSIONE DE LO HOBBIT (MIDDLE EARTH #0) DI J.R.R. TOLKIEN

Buon pomeriggio, Fantastics! Non mi sembra ancora vero che dopo ben più di 10 anni, finalmente vi sto postando la recensione di una delle mie saghe del cuore! Ho un belissimo ricordo di tutta la trilogia di LOTR, letta durante l'università e proprio durante il corso di filologia germanica - in un certo senso, è stata filologia germanica a farmi venir voglia di scoprire quest'autore, capostipite del fantasy internazionale, all'epoca. Quindi devo tutto a Paola Mura, la mia prof all'epoca, per avermi trasmesso l'amore per la sua materia e per la cultura celtica, in generale <3 

PREMESSA
Non avete idea da quanti anni rimandavo questa occasione. Non era mai il momento giusto. Finché, complice l'ansia per l'operazione - l'ennesima che dovrò fare - alla fine, finalmente, è giunto il suo momento. Come vi dicevo, amo molto filologia germanica. E' uno degli esami che ricordo con più affetto, dell'università. Difficile, certo. Ma molto interessante. E ricordo proprio che fu grazie alla mia prof Mura, di cui conservo ancora le dispense del suo corso, che iniziai a leggere Tolkien. Inutile dire che il resto è storia. E siamo giunti qui, dopo dieci anni, a postare finalmente la recensione nel blog. Non so nemmeno se rileggerò CS Lewis - lui e Tolkien erano molto amici, ma avevano una visione del mondo completamente diversa - e rileggendo le prime recensioni, mi sono resa conto di quanto sono cambiata durante gli anni. Quindi, di alcuni romanzi farò una nuova recensione perché io sono cambiata. La mia visione del mondo è cambiata, irrimediabilmente. E non trovo giusto non aggiorarvi. In fondo, non sono la stessa persona di dieci anni fa. Quindi, alla fine, ho recuperato Lo Hobbit. E che viaggio è stato! Un viaggio emozionante, doloroso e anche intenso! Ma merita. Merita assolutamente un sacco! E' una lettura più easy rispetto a LOTR, quindi secondo me, se state sperimentando l'high fantasy ci sta. 

TRAMA (DA LAFELTRINELLI.IT)
Per i lettori di tutto il mondo, Lo Hobbit è il primo capitolo del Signore degli Anelli, uno dei massimi cicli narrativi del XX secolo. Questa edizione vede la nuova traduzione della Società Tolkieniana Italiana, e le splendide illustrazioni di Alan Lee.

Gli hobbit sono (o erano) gente piccola, alta all'incirca la metà di noi, e più bassa dei barbuti nani. Gli hobbit non hanno barba. In loro c'è poco o niente di magico, a parte quella magia di tipo comune e quotidiano che li aiuta a sparire silenziosi e rapidi quando persone ingombranti e stupide come me e voi gli capitano intorno, con un rumore da elefante che essi sono in grado di sentire a un miglio di distanza.

Pubblicato per la prima volta nel 1937, «Lo Hobbit» è per i lettori di tutto il mondo il primo capitolo del «Signore degli Anelli», uno dei massimi cicli narrativi del XX secolo. Protagonisti della vicenda sono, per l'appunto, gli hobbit, piccoli esseri «dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari», che vivono con semplicità e saggezza in un idillico scenario di campagna: la Contea. La placida esistenza degli hobbit viene turbata quando il mago Gandalf e tredici nani si presentano alla porta dell'ignaro Bilbo Baggins e lo trascinano in una pericolosa avventura. Lo scopo è la riconquista di un leggendario tesoro, custodito da Smaug, un grande e temibile drago. Bilbo, riluttante, si imbarca nell'impresa, inconsapevole che lungo il cammino s'imbatterà in una strana creatura di nome Gollum.

RECENSIONE
Lo Hobbit è stata un'avventura su tutta la linea, una lettura easy e molto intensa, come solo la penna del Maestro del Fantasy può essere. Mi era mancato, il modo di scrivere di Tolkien. La sua scrittura vivida, cinematografica, in fondo capisco perché Peter Jackson si sia ispirato a lui e lo abbia usato come source material per i suoi più grandi successi al box office :)

Ma partiamo dal principio: Lo Hobbit parla di Bilbo Baggins, un hobbit che vive nella Contea di Hobbinton. E' un pantofolaio abitudinario, sebbene da una parte della sua famiglia - la parte Tuc - sia composta da avventurieri. Un giorno si presenta alla sua porta lo stregone buono Gandalf, che lo invita a partecipare a una missione nanesca, ma lui rifiuta. Fino a quando non si ritrova dodici nani nel suo buco-hobbit, ed è quasi costretto ad accettare l'offerta di Gandalf, in quanto gli viene promessa una parte dell'oro che il drago Smaug ha rubato ai nani, in particolar modo ai discendenti di Durin, ovvero i discendenti del nano Thorin. I nani non sono tutti uguali, anzi. Ognuno di loro ha il suo carattere e le sue fisse particolari, in particolare Bombur viene usato come comic relief in quanto grasso - te lo perdono Tolkien, solo perché mi hai fatto ridere un sacco! Il loro viaggio per giungere alla Desolazione di Smaug non è molto semplice, anzi! Si rivela costellato dalle più piccole e grandi difficoltà, ma devo dire che l'anticipazione di Elrond e di Gran Burrone è stata sicuramente una delle cose che mi ha fatto avere gli occhi a cuoricino per gran parte della lettura - e sì, sono reduce dalla seconda stagione de Gli Anelli del Potere, quindi capitemi. Percepitemi così, d'accordo? - e anche l'entrata in scena degli Elfi Silvani - elfi che dapprima sono malvagi, ma poi diventano buoni - gotta love some character development here, no? 

Una cosa che mi ha ricordato una delle leggende celtiche che ho studiato all'università, è stato senza dubbio quella di Bondr - il mutaforma che si trasforma in orso e che guida e aiuta gli orsi nelle vicinanze di Boscotetro. Non ricordo di preciso quale leggenda sia, ma so che è una leggenda. Non appena la troverò, sicuramente la posterò qui, perché so di averla già studiata sei/sette anni fa. Ad ogni modo, ho amato il modo in cui ogni elemento fantasy si mischiasse egregiamente all'elemento di cultura celtica, senza soffocare né l'uno né l'altro. Ma la cosa che mi ha fatto saltare sul letto è stato sicuramente l'entrata in scena de l'Anello. Sì, quell'Anello! E questa cosa mi ha gasata un sacco, ma mi ha fatto anche venir voglia di recuperare lo Sirmallion per leggere la storia de Gli Anelli del Potere, però i 9 libri che ho in prestito mi stanno guardando malissimo... quindi devo darmi una calmata, e andare per gradi. Altrimenti mi ritroverò con 20 libri in prestito, e solo uno restituito.

Ad ogni modo, sono grata a Giuly per avermi coinvolta. E sono felice di essere tornata a Middle Earth insieme agli elfi, agli hobbit, ai nani e a tutte le compagnie.

Vi lascio con un piccolo brano, invitandovi a recuperare Lo Hobbit non appena potete:
"Dov'eri andato, se non sono indiscreto?" disse Thorin a Gandalf mentre cavalcavano. 
"A guardare pià avanti," egli disse.
"E cosa ti ha portato indietro all'ultimo minuto?"
"L'aver guardato indietro," egli disse.
"Chiarissimo!" disse Thorin. "Ma non potresti essere più esplicito?"
"Andai avanti a perlustrare la nostra strada. Presto diventerà pericolosa e difficile. Inoltre ero andato a rifornire la nostra piccola scorta di provviste. Comunque non ero andato molto lontano, quando incontrai un paio di amici di Gran Burrone."
(Gandalf e Thorin)

xoxo,
Giada

martedì, ottobre 08, 2024

RECENSIONE DI PERCY JACKSON E GLI EROI DELL'OLIMPO - L'EROE PERDUTO (THE HEROES OF OLYMPUS #1) DI RICK RIORDAN

Buona sera, Fantastics! Oggi è una giornata un po' meh, nel senso che non sto molto bene e che preferirei andar avanti a guardarmi Kaos - sempre in tema mitologia greca - ma prima voglio a tutti i costi scrivere questa recensione. Almeno, di due libri che sto leggendo ne avrò già recensito almeno uno. E magari Lost aspetterà, stasera, perché voglio finire quella serie per sceglierne un'altra da guardare a spizzichi e bocconi al pomeriggio.

PREMESSA
La saga di Percy Jackson, la prima, mi è entrata nel cuore. Percy è prima un bambino, e poi un ragazzo, spiritoso. Divertente. E dalla lingua lunga. Tuttavia, ha un grande cuore e darebbe la vita per i suoi amici. Una cosa che ha in comune con Jason Grace, che si ritrova con la memoria settata nella mitologia romana. Ecco, avevo dimenticato certe differenze tra la mitologia greca e romana, voglio dire, almeno che uno non lavori con questi due temi o ci stia scrivendo un romanzo, la vedo dura... comunque un po' mi dispiace averlo finito... l'ho tirata lunga una settimana perché non volevo finirlo, ma adesso che l'ho finito mi dispiace un sacco. Non avrei voluto che finisse.

TRAMA (DA RAGAZZIMONDADORI.IT)
Jason si risveglia in uno scuolabus accanto al suo migliore amico Leo e alla sua ragazza Piper. Sarebbe tutto normale, se non fosse per un dettaglio: è la prima volta che li vede, e non ricorda nulla di sé.

Il mistero si infittisce quando una torma di spiriti della tempesta li attacca, e una tale Annabeth Chase plana a bordo di un carro volante in cerca di un certo Percy Jackson, scomparso dal Campo Mezzosangue.
È qui che Jason, Piper e Leo scopriranno di essere semidei e di dover affrontare un'impresa che decreterà il futuro dell'umanità: Era è stata imprigionata, e se non verrà liberata entro il solstizio d'inverno, i giganti risorgeranno per servire il sogno di distruzione di Gea, la perfida dea della terra.

RECENSIONE
Zio Rick è abile nel creare personaggi ai quali è facile affezionarsi, e anche in questo caso ha fatto centro. Jason, Piper e Leo sono personaggi a tutto tondi, dei ragazzi di quindici anni con cui è facile entrare in empatia e per cui è facile tifare. Sono curiosa di scoprire quale sarà la loro hybris - il loro difetto fatale - perchè ogni eroe greco ne ha uno. 

Jason si risveglia in un pulmino insieme a Piper McLean, la sua ragazza, e Leo Valdez diretti allo Skywalk di (scusate, non ricordo il paese). Tutti e tre si trovano in un campo scuola per ragazzi problematici, la Scuola della Natura, che ha lo scopo di insegnare loro come stare nel mondo. Tuttavia, mentre sono in quel paese, vengono attaccati dai ventus, spiriti del vento maligni che vogliono fare del male a Jason e ai suoi amici. E' lì che non solo Jason scoprirà i suoi poteri, ma anche Leo e Piper. Jason è, infatti, figlio di Giove. E, se mentre il resto del gruppo associa ad ogni identità una divinità greca, lui le associa a quelle romane. Ma perché Jason ricorda solo divinità romane non greche? Cosa ci fa al Campo Mezzosangue, dato che palesemente non ha nulla a che fare con loro?

Nel frattempo, Annabeth è alla ricerca disperata di Percy Jackson. Percy, infatti, è scomparso di punto in bianco e nessuno ha idea di dove si trovi. L'arrivo inaspettato del Trio - Jason, Piper e Leo - tutti e tre facenti parte della Grande Profezia e quindi parte dei Sette che guideranno le due fazioni in lotta contro un nemico più grande di loro, perfino più grande dei Titani: ovvero Gea. Gea, la Madre Terra, capace di essere tanto buona quanto crudele. E molto più crudele dei Titani. Questa prima battaglia non è altro che il riscaldamento... riusciranno i nostri semidei a salvare l'Olimpo?

Niente citazioni, oggi. Ma perlomeno ora che sono alla fine delle recensione mi sento un po' meglio.
Vediamo se bere un succo sarà una buona decisione o una pessima decisione.

xoxo,
Giada

martedì, ottobre 01, 2024

RECENSIONE DI CASA DI FOGLIE DI MARK Z. DANIELEWSKI

Buon pomeriggio, Fantastics! Non riesco a crederci nemmeno io, ho davvero finito questo romanzo! Date le premesse, credevo davvero che non ci sarei riuscita. L'Introduzione è stata una delle cose più lunghe, complesse e difficili che abbia mai letto negli ultimi anni. Tuttavia, sono felice di non averlo mollato dopo le prima 6 pagine - anche se, lo confesso, a primo acchito era quella la mia intenzione.

PREMESSA
Qualche mese fa, nel gruppo di Tortellini Chiacchierini, mi è stato consigliato questo romanzo. Sapevo soltanto a grandi linee di cosa trattava, e la prima volta che l'avevo prenotato nella Rete poi mi sono rimessa a scrivere, quindi alla fine l'ho rimandato indietro. Ebbene, sono felice di esser riuscita a leggerlo! Perfetto per la spooky season appena cominciata! E' un libro di metanarrativa molto molto impegnativo, che può essere letto con due chiavi di lettura: una horror e una come una storia d'amore... and guess what? Io l'ho letto come un horror, non poteva essere altrimenti.

TRAMA (DA LAFELTRINELLI.IT)
Impossibile inquadrare in una formula l’inquietante debutto di Mark Z. Danielewski, o anche solo provare a ricostruirne la trama, punteggiata di citazioni, digressioni erudite, immagini e appendici.

«Un'opera carnevalesca che va al di là di ogni canone, ha uno stile deflagrante che confonde i sensi e ha la capacità di destabilizzare il lettore mescolando vero e falso, reale e onirico.» – La Lettura

«Uno degli esemplari più interessanti e riusciti di letteratura ergodica, ovvero di quella letteratura che richiede al lettore uno sforzo maggiore e che consente allo scrittore di intervenire graficamente sul testo in funzione di personaggi e trama (note fitte, parole in colori diversi, font differenti e via dicendo).» – Tiziana Lo Porto, Il Venerdì

«Una delle narrazioni più ardite degli ultimi anni» – Robinson

«Questo romanzo diabolicamente brillante è impossibile da ignorare, metter giù o anche decidersi a finirlo. Se ne comprate una copia potreste persino trovarmi fra le sue pagine, ridotto in miniatura come Vincent Prize ne La Mosca, intrappolato per sempre nella rete delle sue maligne, bellissime pagine.» – Jonatham Lethem


Quando la prima edizione di Casa di foglie iniziò a circolare negli Stati Uniti, affiorando a poco a poco su Internet, nessuno avrebbe potuto immaginare il seguito di appassionati che avrebbe raccolto. All’inizio tra i più giovani – musicisti, tatuatori, programmatori, ecologisti, drogati di adrenalina –, poi presso un pubblico sempre più ampio. Finché Stephen King, in una conversazione pubblicata sul «New York Times Magazine», non indicò Casa di foglie come il Moby Dick del genere horror. Un horror letterario che si tramuta in un attacco al concetto stesso di «narrazione». Qualcun altro l’ha definita una storia d’amore scritta da un semiologo, un mosaico narrativo in bilico tra la suspense e un onirico viaggio nel subconscio. O ancora: una bizzarra invenzione à la Pynchon, pervasa dall’ossessione linguistica di Nabokov e mutevole come un borgesiano labirinto dell’irrealtà. Impossibile inquadrare in una formula l’inquietante debutto di Mark Z. Danielewski, o anche solo provare a ricostruirne la trama, punteggiata di citazioni, digressioni erudite, immagini e appendici. La storia ruota intorno a un misterioso manoscritto rinvenuto in un baule dopo la morte del suo estensore, l’anziano Zampanò, e consiste nell’esplorazione di un film di culto girato nella casa stregata di Ash Tree Lane in cui viveva la famiglia del regista, Will Navidson, premio Pulitzer per la fotografia, che finirà per svelare un abisso senza fine, spalancato su una tenebra senziente e ferina, capace di inghiottire chiunque osi disturbarla.

RECENSIONE
AAAAh! Quanto amo gli horror fatti bene (e scritti bene!). Questo romanzo, questo monumentale romanzo è un horror coi controfiocchi, che presenta due chiavi di lettura - di cui vi avevo già accennato - e di cui io ho scelto la lettura in chiave horror. Ma non è solo questo. Adesso, andrò nel dettaglio a raccontarvi di quest'experience letteraria fuori dal normale (V.M. Straka I see you, tu sei il prossimo!)

Casa di foglie non è un romanzo semplice, anzi. E' difficile da tenere in mano, dato la sua mole. E bisogna leggerlo per bene, non solo le parti dedicate al documentario sulla casa di Will Navidson e la sua famiglia - un fotografo premio Pulitzer che, per tentare di salvare la sua famiglia e il rapporto con sua moglie, decide di trasferirsi in una casa isolata, nelle campagne sperdute della Virginia. Bisogna leggere le note a piè di pagina, dato che è scritto come una sorta di tesi di laurea, con tanto di fake bibliografia e fake citazioni di autori di grosso calibro, come Stanley Rubik, Stephen King e Donna Tartt (trovo ironico tutto ciò, perché il libro che dovrebbe arrivarmi oggi è proprio della Tartt). Ci sono due stili di scrittura diversi, ma sono diversi anche a livello tangibile nel testo, tanto che il fake documentario ha una formattazione diversa, proprio come se tu stessi leggendo un articolo di una persona che ha studiato e si è documentata su La versione di Navidson, che altro non è che un documentario horror sulla casa. Il narratore è Johnny Truant, un ragazzo di circa vent'anni, che vive nella casa dove il suo vicino, un vecchio di nome Zampanò, ha tirato le cuoia. Zampanò ha lasciato un manoscritto incompleto, pieno di citazioni, su questo Will Navidson, i suoi figli, la sua famiglia e chiunque abbia gravitato attorno alla casa. La casa, che influisce sulla salute fisica e mentale delle persone con cui entra in contatto, e che è pervasa da una fredda e totale oscurità che divora qualsiasi cosa. In pieno stile Amytiville, insomma. Perché questo mi ha ricordato. Ma, quasi come a beffarsi del lettore, in una finta serie di interviste condotte da Karen Green - la compagna fedifraga e madre di Chad e Daisy - viene proprio detto ciò: che la casa non è costruita su un cimitero indiano. Peccato, perché sarebbe stata una spiegazione logica, quantomeno. Ma in questo romanzo non c'è niente di logico.

Le note di Johnny, un narratore inaffidabile sin dall'inizio, costituiscono gran parte delle digressioni sulla sua vita e sulla sua storia personale, e fin troppe volte la sua storia personale si fonde con quella di Navidson; tanto che mi sono ritrovata a supporre prima che Navidson fosse in realtà Zampanò. E poi, forse, a mettere in dubbio che tutto questo malloppo sia vero, cioè che sia una storia vera raccontata da Johnny. I traumi che ha subito Johnny da piccolo hanno seriamente compromesso la sua sanità mentale, su questo non c'è alcun dubbio. E le digressioni sono rese in un tale flusso di coscienza che è gran difficile trovare un punto in quel marasma di frasi collegate solo dalla virgola o dalla parentesi tonda. Ti lasciano proprio senza fiato, le sue digressioni. Ho iniziato a sospettare che tutta la storia non fosse reale, cioè non fosse una fake tesina, quando egli stesso ha dichiarato di inventare storie per far colpo sulla gente. Storie che racconta in modo credibile, talmente credibile che la gente non mette in dubbio il fatto che siano vere oppure no. E, secondo me, tutto questo mattone è la rappresentazione del bipolarismo di Johnny che poi... è davvero bipolare, oppure no? Le ultime lettere fanno pensare a tutt'altro. Ah, cavolo, era MOLTO più semplice 4321 di Paul Auster!

La cosa che ho trovato più disturbante e confusionaria, è il fatto che il confine tra la realtà e la fantasia è flebile, labile. Ti ritrovi a mettere in dubbio che ciò che tu stai leggendo sia davvero finto, inventato oppure se è davvero la realtà. In fondo, è questa la bellezza della metanarrativa, no? E' meta proprio per questo: ti fa mettere in dubbio ogni cosa, pure la tua sanità mentale lol

Devo ancora trascrivere le poche citazioni che ho trovato, quindi ci lasciamo qui.
Mi raccomando, se dovete leggerlo prendetevi una settimana o due. Leggete con calma.
Altrimenti questo mattone vi sembrerà insormontabile, e vorrete mollarlo su due piedi.

xoxo,
Giada

martedì, settembre 24, 2024

RECENSIONE DE LA SVASTICA SUL SOLE DI PHILIP K. DICK

Buona sera, Fantastics! Sono un pochino rincoglionita, ma quando trovo testi forti da leggere sento sempre il bisogno di riposare la mente. Mi capita spesso anche quando scrivo scene forti emotivamente, o che presentano una struttura più lunga e dettagliata. E' proprio la mente a richiedere una pausa. E, dopo averla fatta, sono qui per parlavi di quel capolavoro che è La svastica sul sole <3

PREMESSA
Sono anni, ormai, che rimando la visione de L'uomo nell'alto del castello. Da quando ho saputo che è tratto da questo romanzo ucronico, non ho fatto altro che pensarci - come Westworld, insomma, che ho saputo è stato ispirato da un non ben identificato romanzo di Michael Crichton. Alla fine, finalmente, mi sono decisa a leggerlo. L'ho usato come un palate cleanser dopo l'ultimo romanzo - il cui titolo ora non mi viene in mente, btw. Quindi, alla fine quest'anno sono riuscita a spuntare uno dei romanzi che aspettavo di recuperare da una vita di leggere, dalla lista :)

TRAMA (DA IBS.IT)
Stati Uniti d'America, 1962. La schiavitù è di nuovo legale, i pochi ebrei sopravvissuti si nascondono dietro falsi nomi, la California è asservita al Giappone. Vent'anni prima l'asse ha vinto la seconda guerra mondiale, e si è spartito l'America. Sul resto del mondo incombe una realtà da incubo: il credo della superiorità razziale ariana ha soffocato ogni volontà o possibilità di riscatto. L'Africa è ridotta a deserto, vittima di una soluzione radicale di sterminio, mentre l'Italia ha ottenuto solo le briciole dell'immenso potere dell'Europa.

RECENSIONE
Wow. Cavolo, wow. Questo romanzo è un capolavoro, in tutto e per tutto. E' così ricco di significati, spesso sottili, che bisogna prestare molta attenzione alla minima variazione nei dettagli - Manifest mi ha insegnato molto bene, tutto ciò - perciò non è un libro che va letto alla leggera. E' corto, ma l'ho trovato molto pesante. Molto impegnativo, ecco. Non è il tipo di romanzo per staccare la mente, ma a mio avviso rientrare tra i romanzi che spesso definisco 'intellettuali'

Spesso mi sono chiesta cosa sarebbe successo, all'Europa e al Mondo, se la Germania avesse vinto la Seconda Guerra Mondiale? 
Voi non ve lo siete mai chiesto? In quale stato verserebbero le persone a noi vicine? Come vivremmo, noi, se la Germania avesse vinto?

Da questa premessa fondamentale, parte La svastica sul sole: la Germania ha vinto la Seconda Guerra Mondiale, sconfiggendo l'Asse e conquistando tutto ciò su cui poteva mettere gli artigli. Gli ebrei, quelli che sono riusciti a scappare, ora vivono negli USA divisi tra giapponesi e americani, un confine deciso come il Muro di Berlino, che taglia in due gli USA in modo netto. I giapponesi sono razzisti nei confronti dei bianchi, i bianchi lo sono nei confronti dei giapponesi, i cinesi deridono entrambi, mentre i tedeschi pensano solo a conquistare Marte e Venere; mentre hanno sterminato sistematicamente la popolazione dell'Africa facendo test genetici (a tal proposito, voglio ricordare che il Dottor Morte, Mengele, conduceva esperimenti sugli esseri umani contro il loro volere, a scopi eugenetici) fino a sterminare tutta la popolazione africana. Gli ebrei che sono riusciti a scappare vivono negli USA sotto falso nome, ma se vengono trovati, sono costretti a esser spediti a Berlino col primo razzo della Lufthansa per finire nei forni crematori o nei campi di concentramento. In questo terrificante contesto politico, vivono: Frank Frink, ebreo che si è licenziato dal suo lavoro con le auto e di falsificatore di opere folcloristiche americane; Juliana Frink, la sua ex moglie, una donna focosa alla ricerca della verità; Tagomi, un console giapponese della Costa Est degli USA che ha una formazione buddista e si approccia alla vita con spiritualismo; Bayner, uno svedese che è arrivato nella Costa Est degli USA per stringere degli accordi commerciali; infine Robert Childan, un uomo che sinceramente mi è stato sulle palle col suo finto perbenismo; e alla fine ha lasciato perdere quella facciata per mostrare apertamente il suo razzismo nei confronti dei giapponesi. Oh, il razzismo è onnipresente in questo romanzo; e non mi aspettavo nulla di diverso, a esser sincera, perché parla comunque di un regime totalitario.

Allo sfondo politico, che ci mostra l'Inghilterra che ha ingaggiato una Guerra Fredda con la Germania - rispecchiando ciò ch'è successo nella Realtà, con gli USA e la Russia - il fil rouge di questo romanzo sono alti due romanzi: l'I Ching, o Libro del Mutamento, una sorta di Oracolo costantemente usato dal popolo giapponese per conoscere gli eventi futuri tramite quelle che io considero delle rune - si chiamano bastoncini millefoglie, e ciò mi faceva pensare alla torta millefoglie lol. E La cavalletta, scritta da Abendsen, ovvero L'uomo nell'alto del castello. 

Un romanzo arguto, sottile. Un romanzo che parla di ciò che sarebbe potuto succedere, e per farlo l'autore si è basato su elementi reali che ha studiato, per renderlo verosimile. 

Siccome ho tanti brani da trascrivere, e molto lunghi , vi lascio con un pezzetto del brano che mi ha colpito di più:
"(...) Quello che non comprendono è l'impotenza dell'uomo. Io sono debole, piccolo, senza la minima importanza per l'universo. L'universo non si accorge di me, e io vivo senza essere visto. Ma perché questo dovrebbe essere un male? Non è meglio così? Gli dèi distruggono coloro di cui si accorgono. Se sei piccolo potrai scampare alla gelosia di chi è grande."
(H. Wegener)

xoxo,
Giada

venerdì, settembre 20, 2024

RECENSIONE DI CITTA' DI CENERE (THE MORTAL INSTRUMENTS #2) DI CASSANDRA CLARE

Buon pomeriggio, Fantastics! Oggi giungo qui prima del solito, è una cosa inaspettata pure per me lol Durante la lettura di Città di Cenere sono stata molto male, a causa dell'allergia forte e cronica che ho - come se non avessi già abbastanza cose a cui pensare, voglio dire, non me ne servono altre ancora. Insomma, questo sequel ha retto bene il confronto col primo!

PREMESSA
Uno degli obiettivi che avevo messo da parte, per dedicarmi completamente alla scrittura, era proprio finire la lettura di TMI di Cassandra Clare. Odio aver visto la serie tv, ma non conoscere come si deve i libri, quindi visto che è una di quelle serie che sono molto simili - anche se molto teen, rispetto ai miei di standard di cose che scrivo, dato che io scrivo ADULT urban fantasy - ai miei romanzi, quindi ho ricalibrato i miei obiettivi, e alla fine eccomi qui a recuperare almeno la prima parte seguendo l'ordine consigliato dalla Clare. Devo dire che non ho trovato l'ordine di lettura consigliato da nessuna parte, quindi sono dovuta andare in cerca sui siti americani, e a tal proposito farò un post - come per Percy Jackson, perché non sempre è chiaro l'ordine di lettura. Devo dire che l'ho amato molto, in parte anche perché la traduzione è fatta molto molto meglio rispetto a quella del primo, e questo vuol dire molto, quando leggi un libro. Se ricordate bene, è proprio a causa della pessima traduzione che ho mollato Crescent City 2 della Maas, dopo 80 pagine.

TRAMA (DA OSCARMONDADORI.IT)
CLARY: VORREBBE CHE qualcuno le restituisse la sua vecchia, normalissima vita. Ma cosa può esserci di normale quando tua madre è in un coma indotto con la magia e tu sei una Shadowhunter, una cacciatrice di demoni?

Valentine: è l’unica speranza che Clary ha per salvare la madre. Un uomo pericoloso, probabilmente pazzo, sicuramente spietato, che, fra l’altro, è suo padre.

Jace: è il fratello che Clary non sapeva di avere. Bellissimo, magnetico ed esasperante, è disposto a tradire tutto ciò in cui crede, pur di aiutare il padre.

E mentre a New York si moltiplicano gli omicidi, nella Città di Ossa scompare la Spada Mortale. Il sospetto è che dietro i delitti ci sia Valentine. E Clary si trova costretta a scelte che mai avrebbe voluto compiere.

RECENSIONE
Città di Cenere ha rappresentato la S2 della serie su Netflix, quindi benomale sapevo già cosa aspettarmi. Normalmente non vedo prima le serie e dopo leggo il libro, ma sono una mood reader; quindi ogni mia decisione è soggetta ai miei cambi di umore/voglie di lettura del momento ecc. Quindi il ritorno di fiamma della Clare non me l'aspettavo di certo lol Anche perché sto seguendo tre saghe in contemporanea, e per fortuna leggo un romanzo per volta, altrimenti andrei fuori di testa lol

Clary Fray è tornata e non solo deve affrontare il suo tanto crudele quanto bellissimo padre, Valentine Morgenstern, ma deve fare i conti con la realtà: Jace Wayland/Morgenstern è in realtà suo fratello, e non il ragazzo di cui si è innamorata. Devo dire che l'angst potente tra loro due si sente in ogni singola pagina, a Clary fa male star vicino a chi ama e non poterlo amare come vorrebbe, perché altrimenti sarebbe incesto. Ma vogliamo parlare di quel bacio alla Corte Seelie? Lì la trama ha incestato alla grande! E, insomma, io sono totally here for it!

Lo so, lo so. E' sbagliato tifare per la parte incestuosa della trama - ma andiamo, sono cresciuta a pane e GOT, l'incesto è il male minore di questa saga! La chimica tra Jace e Clary è palese, si sente, è tangibile. Ma tangibile sul serio, e cavolo ragazzi, se è meravigliosa! Da una parte è comprensibile il tentativo di Clary di dimenticare Jace con Simon, l'amico di sempre trasformato in un vampiro da Raphael, il vampy del mio cuore - ma è un tentativo inutile, perché l'amicizia tra loro non riesce a trasformarsi nella passione sfolgorante che c'è tra Jace e Clary. Menzione d'onore per Isabelle, una vera e propria ally, e la sorella che chiunque vorrebbe <3 Isabelle la amavo nella serie e la sto amando anche nel romanzo, esattamente com'è stato col primo romanzo di TMI. Alec, oh... il nostro closeted gay sta sperimentando la sua sessualità insieme a Magnus Bane, e anche in questo caso sono totally here for it perché Magnus e Alec sono una ship già salpatissima.

Ho già prenotato Città di Vetro, solo perché sono curiosa di vedere com'è stato gestito, a livello di trama, l'arrivo di Sebastian. E se avete visto la serie tv, sapete chi e cosa è Sebastian. E vogliamo parlare dei poteri di Jace e Clary? Della risposta volutamente non data riguardo al loro sangue e agli esperimenti che Valentine ha fatto su di loro?

Spero che l'abbiate letto anche voi, e che vi sia piaciuto. La prima edizione di questo romanzo risale al 2008, quando io ero knee deep nella mia Twilight Era, uff. E anche House of Night Era, non dimentichiamo. Spero di riuscire a portare anche questi romanzi qui, per rivivere il periodo d'oro vampiresco dei romanzi anche nel blog.

Non ho una citazione per voi, quindi chiuderò qui.

xoxo,
Giada

venerdì, settembre 13, 2024

RECENSIONE DI BOOK LOVERS - UN AMORE TRA I LIBRI DI EMILY HENRY

Buona sera, Fantastics! In questa uggiosa, nuvolosa e piovigginosa giornata di metà settembre ho finito uno dei romanzi transizione - da estate ad autunno, molto in tema - migliori di sempre. Tra poco si avvicina il momento di recuperare Dio di illusioni e Il Cardellino di Donna Tartt, e io non potrei essere più pronta di quanto non lo sia!

PREMESSA
Dopo aver letto Beach Read, sapevo che non avrei resistito. Sapevo che alla fine, una volta aver conosciuto la sua scrittura e il suo stile, alla fine avrei voluto leggere tutti i suoi romanzi. Perdonami Katee Robert, ma Emily Henry sa davvero catturarmi alla grande. Catturarmi come poche scrittrici sono in grado di fare, a dirla tutta. Quando trovo un personaggio che mi somiglia così tanto, difficilmente riesco a staccarmene. O, perlomeno, faccio molta fatica a chiudere il libro e faccio di tutto per rimandare la parola 'fine'. Ecco, in questo caso è stata la stessa cosa. Esattamente come mi sono identificata (in modo spaventoso) in January Andrews, mi sono identificata moltissimo in Nora Stephens. Per certi versi, somiglio veramente tantissimo a entrambe. Forse troppo. E questo mi fa un po' paura, a esser sincera. Forse spero in un finale come il loro.

TRAMA (DA HARPERCOLLINSITALIA.IT)
UN’ESTATE. DUE RIVALI. UN COLPO DI SCENA… DA ROMANZO.
La vita di Nora Stephens è tra i libri, ma lei non è la classica eroina da romanzo, anzi. Non è impavida, non è la ragazza dei sogni e nemmeno quella della porta accanto. A dirla tutta, Nora è un’eroina solo per i suoi autori, perché è l’agente letteraria più spregiudicata di New York e grazie al suo cinismo riesce sempre a spuntare contratti milionari per i suoi clienti.
L’unica persona con cui Nora non riesce a essere spietata è sua sorella. Ecco perché quando Libby la implora di andare a trovarla nel paesino del North Carolina in cui si è trasferita, Nora non riesce a dirle no. E chissà, magari una piccola vacanza potrebbe farle bene. Ma invece dei picnic nei prati e dei battibecchi romantici con affascinanti dottori di campagna o baristi muscolosi che sognava, Nora si scontra con un’amara realtà. L’unico uomo in cui non fa altro che imbattersi è Charlie Lastra, un tenebroso, e molto snob, editor di New York. Potrebbe anche essere una simpatica coincidenza, se non fosse che i due si sono già incontrati molte volte per lavoro… e non è mai stato piacevole. Al contrario, i due si odiano…

RECENSIONE
"Distrazioni." Ripete la parola in tono piatto, come se il concetto non gli fosse familiare. Probabilmente è così. E' stato così anche per me, almeno per un decennio. 
Priorità. Compartimenti stagni. Requisiti. Tutto questo ha sempre funzionato in passato per me, ma adesso una sola spruzzata di spensieratezza mi ha distratto sia da mia sorella sia dalla mia cliente più importante. Dopo quello che è successo con Jakob, dovevo saperlo che non potevo fidarmi di me stessa.
(Nora Stephens)

Cosa non è stato questo viaggio, mamma mia! Cosa non è stato! C'è così tanto che vorrei dire e così poco che riuscirei a buttare giù, in questo momento. Finire il romanzo proprio prima di cena non è stata una grande idea, ecco. E se non scrivo tutto quello che penso ora, non riuscirò a iniziarne uno nuovo stasera. Quindi mi sa che cenerò un po' più tardi lol

Avete presente quando vi ritrovate, per la seconda volta nel giro di un mese, con un romanzo che parla di voi? Ma di voi, voi. Quelli che nascondete sotto strati e strati e che non mostrate a nessuno? Il vostro io più intimo e personale? Leggere i romanzi di Emily Henry ormai è così, per me.

Nora Stephens è un agente letterario, uno dei migliori di New York. Ha la fama di essere crudele, selettiva, e molto molto brava nel suo lavoro. Purtroppo, ha dovuto diventare così, formarsi una corazza dura per sopravvivere in un mondo crudele, quando ha perso la sua mamma da giovanissima. Una mamma ch'era una giovane donna piena di speranze e che credeva nell'amore in modo incondizionato, sebbene soffrisse sempre a causa di quest'ultimo. E così, quando Nora era piccola, ha deciso di non crederci più nemmeno lei. Ha congelato il suo cuore, per non rimanere ferita. Dall'altra parte abbiamo Charlie Lastra, un editor altrettanto crudele, un squalo come Nora, che ha la fama di riconoscere il talento in uno scrittore sin dalle prime pagine. Ma, come tutti, anche lui ha fantasmi e scheletri nel suo armadio. E quando i due si ritroveranno, dopo due anni, a Sunshine Falls - il romanzo in cui è ambientato il romanzo di successo di Dusty, una delle clienti di Nora, le cose cambieranno.
E cambieranno alla grande per entrambi.

Se, da una parte, Libby sogna uno small town romance per la sua sorellona; Nora vive nell'ansia costante di dover sistemare la vita e i problemi della sua sorellina. E' ciò che ha sempre fatto, perché ora dovrebbe essere diverso? Tuttavia, la magia dello small town romance sortirà i suoi effetti su Nora.
E l'incontro con lo stronzo Charlie Lastra le rivelerà molto più cose di sé di quanto si sarebbe mai aspettata. Essere vulnerabili fa paura, ma è anche indice di grande coraggio.

Eh, che dire? Io sono letteralmente ammaliata dai romanzi di Emily Henry. La Rete Bibliotecaria non ha People we meet on vacation, quindi penso che lo comprerò. Nel frattempo, ho la mia pila da smaltire e, credetemi, sono una montagna (letterale) di romanzi.

Quindi, se volete conoscermi bene davvero dovete leggere sia Beach Read che Book Lovers. 
C'è un pezzo di me in entrambe le protagoniste. Sul serio.

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo, che mi sento di consigliarvi - e mi sento di consigliarvi di leggere DOPO Beach Read, perché ci sono riferimenti ai personaggi di quel romanzo. 
"Ci sono sempre riuscita senza sforzo - è per questo che mi sono innamorata della lettura: l'immediata sensazione di fluttuare, la dissoluzione dei problemi del mondo reale, tutte le preoccupazioni improvvisamente confinate dall'altra parte di una superficie metafisica."
(Nora Stephens)

xoxo,
Giada

domenica, settembre 08, 2024

RECENSIONE DI MIDDLE-GAME (ALCHEMICAL JOURNEYS #1) DI SEANAN MCGUIRE

Buon pomeriggio, Fantastics! Buon pomeriggio piovoso a tutti voi, miei cari lettori. L'intro in stile Lady Whistledown non era contemplato, ma anyway eccoci qui. Finalmente oggi pomeriggio, prima della pioggia - mi sono impuntata di finirlo prima che piovesse solo per scattare la foto per l'insta - sono riuscita a finirlo, e ho delle sensazioni contrastanti riguardo questo romanzo. 

PREMESSA
Se mi seguite dall'anno scorso, su Instagram, sapete che Middle-game rientra tra i miei romanzi da leggere per sfoltire la tbr. Sempre complice l'ansia pre-operatoria, e rimandare il ritiro dell'esito della risonanza magnetica sta avendo solo come risultato quello di mettermi ancora più in ansia - alla fine l'ho preso in mano. Devo dire che mi ha lasciata perplessa questo mix di generi diversi - fantasy, sci-fi, horror - e da nessuna parte c'era scritto che questo era una sorta di retelling del Mostro di Frankenstein. Perché questo è, a modo suo e con le dovute modifiche, ma lo è. Lo so perché ho studiato Frankeinstein all'università. Ad ogni modo, devo dire che ho apprezzato il meticoloso lavoro sotto, i concetti tutti concatenati e il fatto che due forze che governino l'universo siano incarnate in due esseri all'apparenza umani. Ma ciò che ho apprezzato di più sono stati i loop temporali e le diverse linee temporali - you don't say, è proprio ciò che mi ha fatto innamorare perdutamente di The Umbrella Academy. 

TRAMA (DA OSCARMONDADORI.IT)
Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell’universo.

Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica.

I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto… non ancora.

E poi c’è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro “padre”. Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé.

Diventare “dei in Terra” è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.

RECENSIONE
A volte la mossa vincente per nascondere qualcosa è piazzarla sotto gli occhi di tutti. Quel che si trova senza doverlo cercare, in fondo, non può in alcun modo essere pericoloso.
(Asphodel Baker)
Così comincia questo lungo lunghissimo romanzo dalle diverse linee temporali: dal principio di tutto. Asphodel Baker era una alchimista, donna, vissuta in un periodo storico in cui le donne venivano considerate alla stregua di vacche da riproduzione e una donna intelligente, come lei, non è stata accettata - neanche di fronte alle evidenti scoperte alchemiche - dalla Congrega degli Alchimisti. Così ha creato James Reed, il mostro di Frankenstein, e una sua collega ha creato Leigh Barrow, una donna algida e malvagia che è stata riportata in vita con la necromanzia - o una sorta di necromanzia. Reed vuole conquistare il mondo, e per farlo ha bisogno delle manifestazioni del linguaggio e della matematica, che ha reincarnato nei cuculi, in molti cuculi, ma nello specifico in Dodger Cheswich e Roger. Scusate, ho appena finito il romanzo e ho già rimosso il suo cognome lol 

Dodger possiede la matematica, è l'essenza stessa della matematica e in quanto tale riesce a vedere il tempo stesso che si muove e scorre, avanti e indietro. Roger, dal canto suo, possedendo il linguaggio è capace di vedere la storia di ogni cosa. Nonostante i numerosi tira e molla e il quasi incest - non potrò mai dimenticarlo, penso - perché c'era una confusione tale nel definire la loro relazione che si è capito che sono fratelli, ma avrebbero potuto esser qualcosa di più. Insieme, con l'aiuto di Erin, devono fermare Reed. Devono fermarlo, prima che sia troppo tardi. E per farlo, devono manifestarsi.

Ho apprezzato il fatto che ogni elemento fosse concatenato all'altro: l'amore per la matematica di Dodger, il legame quantico, l'amore per la letteratura di Roger, i loro modi così diversi di vedere il mondo ma anche così simili. I loop temporali e le linee del tempo diverse che si sovrappongono e poi si dividono, come un multiverso che è e non è un multiverso. E' tutto e niente insieme. Per loro, il mondo invisibile diventa visibile, e tutto è questo è super cervellotico e intellettuale e allo stesso tempo stra prolisso.

Perché è questo l'unico difetto, a parte i termini scientifici e letterari che non conoscevo - il scientific e literary mumble jumble - è che è estremamente prolisso. Sono tre giorni che praticamente mi costringo a finirlo, solo perché ero curiosa di vedere dove sarebbe andata a parare la storia. Ho amato i riferimenti a Il mondo di Oz, che devo recuperare assolutamente. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, e ben presto dovrò fare una lista perché la mia biblioteca deve possedere tutte le nuove uscite Oscar Mondadori:
"(...), ma ha già capito che Dodger non racconta un bel niente se non è obbligata. E' una che i segreti se li tiene stretti, perché quello è l'unico modo di sopravvivere per chi è così tanto sveglio di quanto dovrebbe e così tanto più fragile di quanto non sembri."
(Roger Middleton)

xoxo,
Giada 

lunedì, settembre 02, 2024

RECENSIONE DI ESPIAZIONE DI IAN MCEWAN

Buon pomeriggio, Fantastics! Sono ancora un po' scossa, dal finale di questo libro. Mentirei... Mentirei se vi dicessi che non mi ha scombussolato nel profondo e non mi è entrato sottopelle. Proprio come il librino di Peter Cameron, tanto corto quanto intenso, Espiazione è stato un colpo al cuore. Oltre che la mia seconda, no terza (contando proprio Un giorno questo dolore ti sarà utile) incursione nel mondo della narrativa contemporanea introspettiva. 

PREMESSA
Mesi fa, in piena sacra fiamma della scrittura, ho visto questo film. In inglese lo trovate come Atonement, in italiano come Espiazione - e ha come protagonisti James McAvoy e Keira Knightly. Ecco, se il film mi ha distrutto, il libro mi ha ridotto a brandelli. E' stato molto molto più intenso e doloroso, nonostante io abbia apprezzato la stategia narrativa geniale e immersiva. O forse, proprio per questo. L'ho amato tanto quanto mi ha fatto male. E questo, per me, è un immenso punto a suo favore.

TRAMA (DA IBS.IT)
A tredici anni un amore che sboccia può sembrare un plagio. Una ragazzina che assiste a una violenza può convincersi di aver riconosciuto il responsabile e far condannare un innocente, rovinandolo e rovinandosi. Perché tutta la vita sarà segnata dalle conseguenze. La ragazzina crescerà, diventerà una scrittrice, ma non si libererà del peso dell'ingiustizia inferta a un innocente, alla propria sorella innamorata e in fin dei conti anche a se stessa.

«Un romanzo meraviglioso. Soltanto il geometrico, cristallino McEwan poteva trascinarci con tanta sapienza in tale vertiginoso labirinto» – la Repubblica

All'età di tredici anni, in un caldo giorno d'estate del 1935, Briony Tallis sente di essere diventata una scrittrice. La sera stessa, accusando di un crimine odioso un innocente, commette l'errore che la segnerà per tutta la vita. Eppure la giornata era iniziata sotto i migliori auspici. C'era la commedia da mettere in scena, i cugini arrivati dal nord per trascorrere qualche tempo in casa Tallis, e da Londra era atteso l'amatissimo fratello Leon con un amico, industriale della cioccolata. Soltanto la sorella maggiore Cecilia impensieriva Briony, con quel suo misterioso rapporto che la legava a Robbie Turner, il figlio della loro donna di servizio. Tutti i personaggi entrano in scena ma, nella commedia della vita, non ci sono prove prima della recita e ogni gesto assume un carattere definitivo. Presto, sarà troppo tardi per fermare la macchina dell'ingiustizia e la guerra arriverà a spazzare via il vecchio mondo con le sue raffinate ipocrisie.

RECENSIONE
Non so da dove cominciare questa recensione, sarò onesta. Questo libro, come vi dicevo, mi è arrivato dritto al cuore come pochi hanno fatto, negli ultimi anni. E ora penso di aver finalmente la maturità per apprezzare questo genere di narrativa che, in passato, avrei rifiutato trovandola troppo artificiosa o di difficile lettura. Se scrivo in modo strano o pieno di lirismi, sappiate che è tutta colpa della bookhangover che mi ha provocato questo libro lol

Ma partiamo dal principio. Briony Tallis è una ragazzina di tredici anni che viva in una lussuosa villa nella campagna londinese. Viene da una famiglia agiata, non ha mai conosciuto povertà, e ogni suo interesse è sempre stato soddisfatto senza alcuna remora. Briony non vede l'ora di rivedere i suoi cuginetti, i figli di sua zia Hermione, che arrivano dal nord a causa del divorzio dei suoi genitori. In poche parole, Hermione scarica i figli a sua sorella Emily, che per tutta l'estate dovrà prendersene cura. Briony però è anche una scrittrice in erba, arrogante e decisa a dimostrare alla sua famiglia quanto vale - sebbene sua madre, Emily, sia praticamente una figura assente dalla sua vita a causa delle sue costanti emicranie e suo padre, Jack, sia il Ministro della Difesa dell'interno dell'Inghilterra e non sia mai a casa. In poche parole, è molto più assente della madre - in questo contesto agreste, Briony arruola tutti i cugini per il suo spettacolo teatrale. Anche se loro non lo vogliono, e i due gemelli, i fratelli minori di Lola, Pierrot e Jackson, si contendono il ruolo migliore (il principe-dottore). 

La prima parte si trascina molto lenta, quasi noiosa, fino ad arrivare alla seconda dedicata totalmente alla guerra. Ma è proprio qui la bellezza di questo romanzo: ciò che tu credevi essere il romanzo stesso, in realtà è un romanzo nel romanzo, quindi è volutamente lento e noioso; senza contare che soltanto giunti alla fine si capisce ogni cosa. Nell'ultima parte, chiamata semplicemente 1999, tutto viene chiarito. Ed è questa caratteristica, il fatto che ogni parte - anche io divido i miei libri in parti, quando sono troppo lunghi, quindi ho apprezzato molto tutto ciò - sia uno strato di cipolla da togliere per arrivare al nocciolo della storia vera e propria. Perché quello che abbiamo letto non è un romanzo di fantasia, è la storia vera di Briony Tallis e di come un malinteso, e cioè aver visto ciò che voleva vedere nella sua gelosia infantile, in Robbie Turner lo stupratore di sua cugina, quando non è affatto così. 
E non si può fare a meno di odiare Briony, in ogni periodo della sua vita. Forse, si prova un po' di empatia per lei quando fa l'infermiera, ma il fastidioso e la rabbia nei confronti di questa ragazzina che, convinta, rovina la vita di un innocente e divide due innamorati non può che far molta rabbia.

Bello. Struggente. Potente.
Ian McEwan è uno scrittore lirico, capace nel creare strutture narrative che spingono il lettore a scoprire la vera storia passo dopo passo - in questo mi ha ricordato 4321, perché è strutturato nello stesso modo. Quindi penso proprio che leggerò altri suoi romanzi, perché ho amato troppo questo.

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo:
"Briony imparò una cosa ovvia e semplicissima che aveva sempre saputo, come tutti: ogni persona è, tra le altre cose, un oggetto facile da rompere e difficile da rimparare."
(Briony Tallis)

xoxo,
Giada

martedì, agosto 27, 2024

RECENSIONE DI A STUDY IN DROWNING - LA STORIA SOMMERSA (A STUDY IN DROWNING #1) DI AVA REID

Buona sera, Fantastics! Ho appena finito A study in drowning e sono ancora un po' sconvolta. La mia bookhangover è più reale che mai, perché ero talmente decisa a finire questo romanzo che ho rimandato un sacco di cose da fare pur di finirlo. Non credevo che questa storia mi avrebbe presa, per com'era partita... ero più che mai decisa a mollarla. Invece, mi ha sorpreso!

PREMESSA
Ansia preoperatoria significa solo una cosa: letture folli e disperatissime. Ecco perché, nel giro di neanche una settimana, ho finito anche questo romanzo. Era da gennaio che l'avevo puntato, ma le mie priorità erano altre - se ricordate, stavo frequentando il corso CAAF mentre continuavo a cercare lavoro - quindi leggevo quel che riuscivo, perché neanche in quel caso riuscivo a scrivere il mio romanzo. In realtà, ogni volta che succede, in genere è una bella cosa. Sono le operazioni chirurgiche, a non essere una bella cosa. E, dopo sei operazioni direi che l'ansia che sento sia più che giustificata. Insomma, alla fine ho recuperato A study in drowning, e dopo le reticenze iniziali dovute perlopiù allo stile strano e particolare, alla fine mi ha preso. Solo che non credevo che mi avrebbe preso così tanto!
Il che è una bella cosa, no? 
Quando un libro ci sorprende così tanto, è una bella cosa.

TRAMA (DA IBS.IT)
Romantica, lirica e potente: la storia di Effy e Preston è una favola oscura, una lettura imperdibile e appassionante per tutti i lettori e le lettrici di romantasy e dark academia.

Effy Sayre ha sempre creduto nelle fiabe. Non ha avuto scelta. Fin da bambina, è perseguitata da misteriose visioni del Re delle Fate. Ha trovato conforto solo tra le pagine di Angharad, il romanzo del compianto Emrys Myrddin, che racconta di una giovane che si innamora del Re delle Fate, arrivando però a distruggerlo. Effy, pur amando più di ogni cosa la letteratura, è costretta a frequentare la facoltà di Architettura, perché alle donne di Llyr non è permesso studiare Lettere. Il libro è tutto ciò che la tiene a galla durante i suoi studi alla prestigiosa facoltà di architettura dell’Università del Llyr. Così, quando la famiglia Myrddin indice un bando per ristrutturare la magione dell’autore, Effy è sicura che questo sia il suo destino. Ma Villa Hiraeth è un’impresa impossibile: una casa ammuffita e decrepita sul punto di sgretolarsi nel mare affamato. E quando Effy vi arriva, scopre di non essere sola. Preston Héloury, un giovane e tedioso studioso di letteratura, è determinato a dimostrare che l’autore preferito del Llyr era un truffatore. Mentre i due studenti investigano sull’eredità di Myrddin, mettendo insieme i pezzi attraverso lettere, libri e diari, scoprono che le fondamenta della casa non sono l’unica cosa di cui non ci si può fidare. Forze oscure, sia mortali sia magiche, cospirano contro la ricerca della verità e l’amore che sta nascendo tra i due. Il segreto che vogliono portare alla luce potrebbe cambiare per sempre le sorti dell’intera Llyr…

RECENSIONE
Angharad era l'opera più celebre di Myrddin. Era la storia di una giovane che diventava la sposa del Re delle Fate. Il Popolo Fatato era crudele, scaltro e costantemente insoddisfatto. Considerava gli esseri umani dei giocattoli, divertenti nella loro misera e fragile mortalità. Il fascino del Popolo Fatato lo faceva apparire bello in modo ipnotico, come un serpente le cui squame formassero un disegno ammaliante, ma il cui morso fosse letale.
(Effy riferendosi ad Angharad, opera di Emrys Myrddin)
A study in drowning è un dark fantasy, con tinte dark academia, molto gotico. In più di un'occasione mi ha ricordato Non aver paura del buio (un film horror con Katie Holmes), Cime Tempestose di Emily Bronte (dove una donna impazzita viene rinchiusa nella soffitta) e anche Piranesi di Susanne Clarke (per via della casa che affonda nell'acqua del mare). E' un romanzo difficile da leggere, almeno all'inizio. Ho trovato lo stile in terza persona focalizzata e non del tutto focalizzata particolare - l'ho trovato una quasi onniscenza che rendeva il romanzo strano. Strano e particolare, così lo descriverei.

Effy Sayre è una ragazza di diciotto anni appena iscritta all'università di Caer-Isel, nel Nord di un paese diviso da una guerra intera - una guerra di secessione, tra il Nord e il Sud. Frequenta la facoltà di architettura, per la quale non è portata, solo perché non può entrare nella facoltà di letteratura - considerata altamente elitaria e vietata alle donne. Un giorno, fuori dall'ufficio di Mastro Corbenic, il tutor che la molesta da anni, trova un annuncio dedicato alla ristrutturazione di Villa Hiraeth, la villa dove ha vissuto il suo autore preferito, Emrys Myrddin. Per uno scherzo del destino, si ritroverà a condividere spazi e conoscenze con Preston Héloury, il ragazzo che le ha rubato tutti i libri di Myrddin che voleva prendere in prestito in biblioteca. All'inizio, Effy mi sembrava autistica. Certi suoi modi di fare mi facevano pensare a tutto ciò, e ho pensato che fosse bello che un libro includesse un personaggio che tali caratteristiche; per poi scoprire che in realtà quello che sembrava autismo era un meccanismo di difesa - come la dissociazione a cui si sottoponeva ogni volta che veniva molestata dal tutor - per sopravvivere al mondo che la circondava. Perché Effy crede, da sempre, al Popolo Fatato. E, in particolar modo, crede al Re delle Fate - che ha incontrato quand'era molto piccola. E a cui nessuno ha mai creduto. Preston Héloury è il totale opposto di Effy, dove lei è sognante e romantica, lui è presuntuoso, arrogante e razionale. Crede nei fatti inconfutabili, nient'altro che nei fatti. 

Tuttavia, la vicinanza a Villa Hiraeth li spingerà l'uno verso l'altra. E quelli che erano nemici, diventano dapprima alleati e poi amanti. Insomma, un enemies to reluctant allies to lovers in piena regola. Mito e realtà si fondono in questo romanzo, narrato in modo estremamente strano e particolare, che alterna i POV in terza persona di Effy con qualche dettaglio degli altri personaggi. Ecco, per questo è strano. Non mi ha infastidito molto l'ingenuità di Effy, o il suo cercare sempre un escapismo dal mondo reale perché il mondo reale faceva troppo male - been there done that. Penso che non sia facile, da affrontare, vedere il tuo eroe, il tuo mito, l'uomo che ha creato l'opera che ti ha tenuta a galla nei momenti più difficili, rivelarsi un essere crudele e stronzo. 

Man a mano che le ricerche di Preston ed Effy proseguono, la verità verrà a galla. E non sarà semplice.
Specialmente per Effy, che si è sempre rivista molto in Angharad. 

Un romanzo dark fantasy, dark academia, dalle tinte gotiche molto particolare. Va letto nel mood giusto. Come per le prime 50 pagine di Crescent City, è ostico. Ma poi ne vale la pena. Ho dato quattro stelline, solo perché il momento plot twist l'avevo già intuito da metà romanzo - nonostante lo spoiler che mi sono beccata su Pinterest due giorni fa - e anche perché è il momento clou è avvenuto davvero troppo in fretta. Cavolo, avrei voluto uno scontro di almeno un paio di pagine!

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio comunque di recuperare:
"Tu non sei una cosa sola. Sopravvivere è una cosa che fai, non una cosa che sei. Tu sei coraggiosa e brillante. Sei la persona più vera e piena che io abbia mai conosciuto."
(Preston Héloury ad Effy Sayre)

xoxo,
Giada

giovedì, agosto 22, 2024

RECENSIONE DI PERCY JACKSON E GLI DEI DELL'OLIMPO - LO SCONTRO FINALE (PERCY JACKSON & THE OLYMPIANS #5) DI RICK RIORDAN

Buon pomeriggio, Fantastics! Sono ancora completamente *shocked* dal finale di questo quinto romanzo. Cioè, come si supera un finale del genere? Come? L'ultimo capitolo di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo ha superato ogni mia aspettativa, ogni singola aspettativa che avevo nei suoi confronti.
Cavolo, questo sì ch'è finire in bellezza una saga! 

PREMESSA
Quando il chirurgo mi ha detto che dovevo operarmi, e sono andata in crisi - non riuscendo a scrivere più, a causa dell'ansia e dello stress - ho deciso che avrei finito di leggere la saga di Percy Jackson... e sono a quota 5/17 totali, non male! Ho ancora molto da recuperare, ma non appena arriverò quota 10 potrò dire di ritenermi soddisfatta. In realtà ho tante altre saghe da recuperare, e per me l'operazione e l'ansia pre-operatoria è un motore impressionante - vi giuro, nel giro di 3 settimane ho letto 3 libri uno dietro l'altro! Ad ogni modo, amo. Ho amato questo finale! 

TRAMA (DA RAGAZZIMONDADORI.IT)
La Grande Profezia incombe su Percy Jackson all'avvicinarsi del suo sedicesimo compleanno: una sua decisione salverà o distruggerà l'Olimpo, ma il figlio di Poseidone sa di non avere altra scelta che scendere in guerra e guidare gli altri semidei in battaglia. Le armate nemiche sembrano inarrestabili e ora che una spia si nasconde tra i ragazzi del Campo Mezzosangue, Crono è sempre più vicino alla vittoria. Tanto più che gli dei hanno raccolto la sfida dei Titani e sono impegnati a contenere l'assalto del mostruoso Tifone, lasciando il Signore del Tempo libero di avanzare verso New York per espugnare il Monte Olimpo. Percy e i suoi amici devono fermarlo, ma prima dovranno convincere i divini Zeus, Ade e Poseidone, divisi da una millenaria rivalità, a unire le forze. Per le strade di Manhattan si combatte una guerra per la salvezza del mondo. Riusciranno a sconfiggere Crono prima che riassuma la sua vera forma e diventi invincibile?

RECENSIONE
Poche cose mi lasciano senza parole come un libro scritto bene. Sì, lo so ch'è per bambini. Sì, lo so che l'età di lettura è dai 12 anni in su. Ma cavolo, ragazzi! Ci voleva!

Siamo arrivati alla resa dei conti per Percy Jackson: finalmente la tanto temuta profezia che lo riguarda si compirà, nella settimana in cui compirà 16 anni. Devo dire che una cosa che ho amato molto è stato proprio il fatto che il personaggio di Percy rimanesse coerente dall'inizio alla fine: sì, è una piccola peste ed è molto vivace, ma è un ragazzo dal cuore buono e tiene molto alla sua famiglia. Il mio cuoricino si è sciolto, devo confessarvelo. Ma l'unico modo per sconfiggere Crono, il Signore dei Titani - che sono stati risvegliati da Luke-Crono, è farsi un bagno nello Stige e assumersi la Maledizione di Achille. In questo romanzo in particolare, le similitudini tra Achille, Patrocolo ed Ettore ci sono in una veste del tutto inaspettata e molto bella e dolorosa - vi dico solo di tenere d'occhio l'amicizia inaspettata tra Clarisse e Silena Beauregard, della Casa di Afrodite. 

In un certo senso, riesco sempre a empatizzare coi cattivi. E se Crono voleva solo la distruzione totale dell'Olimpo e degli dei, a me è venuto ancor più facile comprendere cosa ha reso 'cattivo' Luke Castellan. E anche i comportamenti rabbiosi di Nico Di Angelo nei confronti di Percy e dei suoi amici. E' stato facile comprendere la motivazione dietro le loro azioni, e ho provato pena per loro. Ma ehi!
Voglio assolutamente recuperare la storia di Nico Di Angelo e Will Solace! 

Un romanzo con un alto ritmo narrativo, incalzante e che tiene incollato alle pagine. Io non riuscivo a dormire, la notte, dopo averlo letto. Ma forse, e dico forse, perché mi riesce facile immedesimarmi in queste storie. Percy è un bravo ragazzo, l'ho già detto e lo ripeto, ed è facile volergli bene. Mi è dispiaciuto solo che non sia salpata la mia ship RachelxPercy, ma ehi! Ne abbiamo avuta una migliore!

Ora scappo a prendere i prossimi libri in biblioteca!

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo (l'unica, purtroppo):
"Il mondo stava crollando e l'unica cosa che per me contava davvero era che lei (Annabeth) fosse ancora viva."
(Percy Jackson)

xoxo,
Giada 

sabato, agosto 17, 2024

RECENSIONE DI BEACH READ - ROMANZO D'ESTATE DI EMILY HENRY

Buona sera, Fantastics! Non so come ho fatto a finire Beach Read, stavo vivendo l'eterno dilemma del lettore... ovvero amare un libro talmente tanto da volerlo finire per vedere come finisce, a non volerlo finire proprio, per rimanere con la possibilità di scoprire come finirà. Alla fine, la mia curiosità ha avuto la meglio - come sempre, oserei dire - quindi, alla fine, l'ho finito.

PREMESSA
E' dall'anno scorso che giro attorno a questo romanzo, ma per un motivo o per un altro (lavoro nuovo, nuovi impegni, proseguimento del mio romanzo e cazzi e mazzi vari) l'ho sempre rimandato. Come vi dicevo, non è un bel momento per me, e avevo bisogno di una letturina leggera. Insomma, si chiama Beach Read, sarà divertente, no? E lo è stato, ma è stata una rom-com dai toni drammatici e dolorosi, che mi ha fatto piangere, alla fine. E io non piango mai. Mai. I motivi per cui ho pianto sono molteplici, ma il primo fra tutti è che mi sono rivista in entrambi i protagonisti, fragili e spezzati come mi sento io in questo momento. Un momento in cui sono a galla solo grazie ai libri e alle serie tv, perché non ho la testa per scrivere il mio, di romanzo. Non ne ho l'energia mentale. E il mio umore non è dei migliori. Quindi, mi aspettavo una rom-com estiva, ed è ciò che ho avuto; ma parla anche di scrittori ed io stessa, scrivendo, mi sono rivista in January e Gus. 

TRAMA (DA HARPERCOLLINS.IT)
Augustus Everett è un autore amato dalla più intransigente critica letteraria. January Andrews invece scrive deliziose commedie romantiche che scalano regolarmente le classifiche.
Lui è uno scrittore serio, ma non riesce a parlare di sentimenti. Lei è una sostenitrice dell’amore per sempre e del lieto fine. Non hanno niente in comune. A parte che per i prossimi tre mesi saranno vicini di casa. January ha infatti deciso di rifugiarsi nel cottage del padre sul lago Michigan e pensa di trascorrere l’estate raccogliendo le idee e scrivendo un romanzo pieno della felicità che non sa più immaginare: ha da poco scoperto un segreto sui suoi genitori e non crede più nell’amore. Nella veranda accanto alla sua c’è però un vicino di casa inaspettato: Augustus Everett, suo ex compagno di college e soprattutto autore di fama. Anche lui colpito da un paralizzante blocco dello scrittore. Da sempre i due non si sopportano, ma decidono di lanciarsi una sfida per cercare di darsi una mano, o più probabilmente di punzecchiarsi. Si scambieranno il romanzo. E così Augustus dovrà dimostrare di saper scrivere anche un lieto fine e January di sapersi cimentare nella scrittura del Grande Romanzo Americano. E questa scommessa cambierà inevitabilmente tutti i finali…

RECENSIONE
Beach Read - Romanzo d'Estate mi ha piacevolmente sorpreso, a più riprese. Non è solo una rom-com. E' molto, molto di più. E' la storia di due scrittori spezzati, distrutti dentro, che si ritrovano dopo più di sette anni e che, aiutandosi l'un l'altra, rimettono insieme i cocci delle loro vite. January ha appena perso suo padre, il suo amato padre che aveva una doppia vita con la sua amante, ed è tornata nella loro casa di North Bear Shore. Augustus Everett è uno scrittore di narrativa contemporanea, da quel che ho potuto evincere, tipo JD Vance (perdonatemi il paragone, ma è la prima persona che mi è venuta in mente!) con Elegia Americana e sta cercando di rimettere insieme i pezzi della sua vita dopo che un brutto evento l'ha sconvolta - una cosa che non scopriremo dopo più di metà romanzo, quindi no spoiler per voi.

Non mi aspettavo di identificarmi così tanto in January - che nella mia mente si chiama January Jones, l'attrice di Emma degli X-Men - ma quando ha descritto cos'è la scrittura per lei, è sembrato che mi avesse letto nella mente:

Potevo lavorare sulla trama tutto il giorno, ma non serviva a nient ese non mi buttavo a capofitto nella storia, se la storia stessa non mi catturava riscucchiandomi nel suo vortice. Quello era ciò che avevo sempre amato della lettura, ciò che mi aveva spinto a scrivere. La sensazione di un nuovo mondo, tessuto intorno a te come una ragnatela, e l'impossibilità di muoverti finché il disegno completo non si fosse rivelato. (...) 

C'erano storie che meritavano di essere raccontate, storie che non avevo mai preso in considerazione, e provai un fremito di eccitazione al pensiero che forse potevo scriverne una, e farlo con piacere.

Ad un certo punto, mi aspettavo che sarebbe saltato fuori il POV di Gus, ma quando non è successo sono rimasta un po' delusa. Ma quella delusione è sparita presto, perché lggere la storia dal solo POV di January mi ha permesso di identificarmi ancora di più in lei, e io che sono già sofferente per i motivi miei, ero una fontana alla fine della lettura del romanzo.

Bellissimo. Struggente. Doloroso.

Merita tantissimo, e non solo perché io mi sono rivista in loro. Ma perché penso che la storia di January e Gus sia la storia di tanti scrittori, la storia che tante persone non conoscono e di cui loro non vogliono si sappia. Mostrarsi vulnerabili è un rischio, ma quando si è innamorati, ne vale la pena.

Vi saluto con una citazione tratta da questo meraviglioso romanzo, mentre aspetto con impazienza che arrivi Book Lovers, sempre di Emily Henry:
"(...) Ho passato l'estate scorsa pensando che non sarei stata più felice, e adesso, un anno dopo, sono ancora preoccupata, arrabbiata e nauseata, ma anche felice, a tratti. Le cose brutte bob scavano dentro di te fino a renderti un abisso di infelicità. Insieme allo schifo, ci saranno sempre anche le cose meravigliose. Ci saranno persone come Pete e Maggie, e i temporali nel bosco e il sole sulle onde."
(January a Gus)

xoxo,
Giada

lunedì, agosto 12, 2024

RECENSIONE DE IL REGNO DEI DANNATI (KINGDOM OF THE WICKED #2) DI KERRI MANISCALCO

Buon pomeriggio, Fantastics! Un po' dispiaciuta, ieri notte ho finito il secondo romanzo della serie dedicati ai Malvagi della Maniscalco. Beh, che dire... non sono stata per niente delusa! Forse perché mi sono ritrovata davanti esattamente a ciò che mi aspettavo. Una bella e sana dose di trash, qualche scopiazzatura di Sarah J. Maas, ma per il resto... ho amato! Ho amato (quasi) tutto!

PREMESSA
Non è un bel periodo per me, quindi non mi stupisco che mi piacciano questi romanzi. Il primo della Maniscalco non mi era piaciuto, era assurdo e l'ho trovato pessimo sotto molti aspetti. Questo, invece, l'ho amato. Nonostante il cambio di setting molto confusionario. Nonostante il worldbuilding mal reso, e questo mi ha fatto abbassare il punteggio generale a 4 stelle. Nonostante tutto, insomma. E' un romanzo che sarebbe potuto esser molto più corto, ma l'uso estremo del misunderstanding trope ha contribuito ad allungare *enormemente* il brodo - e aggiungerei, anche *inutilmente*. 

TRAMA (DA OSCARMONDADORI.IT)
Desiderosa di vendicare la morte dell’amatissima gemella, Emilia ha venduto l’anima per diventare regina dei Malvagi e, accompagnata dall’ambiguo Principe Ira, è scesa nei Sette gironi. Non impiega molto a scoprire la prima regola della corte dei Malvagi: non fidarsi di nessuno. Più si trattiene all’inferno, infatti, più le appare chiaro che in quel mondo di vizi e seduzione nulla è mai ciò che sembra.

Anche Ira, un tempo suo alleato, potrebbe nascondere dei segreti sulla sua vera natura. E così, in breve tempo, Emilia rimane intrappolata tra Ira e il suo ancor più malvagio fratello, il Principe Superbia, il re dei demoni.

Tra palazzi lussuosi, infidi cortigiani e feste stupefacenti, Emilia dovrà districarsi tra enigmatici e contraddittori indizi per scoprire cosa sia davvero successo a sua sorella. E, al contempo, sarà chiamata a svelare i misteri sul suo stesso passato per trovare le risposte di cui è in cerca. Sempre che i suoi vizi non le mettano i bastoni tra le ruote.

RECENSIONE
Come dicevo più su, non è un bel periodo per me. E, proprio perché non lo è, mi fa apprezzare ancora di più questo genere di romanzi che, in condizioni normali, disprezzerei. Perché, insomma, non sono validi. Dal mio punto di vista, almeno... non sono l'apice del fantasy internazionale, capitemi. Ci sono autori molto più bravi e capaci, in commercio. Ad ogni modo, bisogna riconoscere alla Maniscalco che sa vendere. Ed è brava a farlo. Perché, come dicevo per Katee Robert, il sesso vende. E anche l'estremo ed esasperante slow burn tra Emilia e Ira.

Emilia Di Carlo è tornata, ma non è più in Sicilia - la Sicilia fantasy elaborata dalla Maniscalco. No, è scesa all'Inferno dopo aver venduto l'anima a Superbia, per poter salvare la sua amatissima sorella gemella. E, subito de botto, viene condotta nel Corridoio dei Vizi dove viene 'scelto' il suo Vizio d'elezione - una perdita di tempo e di pagine, considerato ch'è palese quale sia, ovvero l'Ira. La rabbia. La furia, comunque la vogliate chiamare, quella è. Questo 'smistamento' mi ha ricordato la divisione delle Fazioni di Divergent, solo che qui è stato davvero una perdita di tempo, perché il suo vizio d'elezione era palese sin dal romanzo precedente. Questo device è stato un modo come un altro per avvicinare Emilia fisicamente ad Ira, verso il quale lei prova un'evidente attrazione sessuale - ma il suo atteggimento puritano, a tratti bigotto, le impedisce di godersi la scoperta della sua sessualità. Così passa da zero a cento nel giro di cinquanta pagine, e ci prova e riprova con Ira più e più volte. Perché *dan daaan* quando Emilia l'ha evocato, nell'altro romanzo, ha stabilito un fidanzamento parziale con Ira - che non è davvero Ira, btw - e deve decidere se accettare o meno il mating bond con Ira. Sarah J. Maas here? Il mating bond che viene accettato o rifiutato è, in parte, il perno de Il Regno del Dannati. 

Un altro perno è dato, senza ombra di dubbio, dai teschi animati che Emilia riceve e davvero, non riesce a capire chi sia che glieli manda. Ordisce un piano ai danni di Superbia, ai danni di Invidia... e alla fine la soluzione ce l'aveva davanti agli occhi. Palese. Insomma, io avevo già capito chi era da molto prima. 
Ed era una cosa talmente ovvia che mi son messa a ridere, ieri sera. Ira, poi, è un sottone. Ma è un sottone proprio dall'inizio alla fine. Credo di aver letto poche volte di un personaggio maschile così sottone, il primo era senza dubbio Hawke di Sangue e Cenere della Armentrout. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo fantasy, che nonostante tutto vi consiglio di recuperare perché: sì, è trash. Sì, a tratti fa ridere. Sì, Emilia è una idiota e una ingenua dall'ìnizio alla fine con degli sprazzi da girl power/badass moments, ma sempre idiota rimane. Insopportabile. Ma...
leggetelo comunque, è una letturina leggera che ci sta.
"Gli astri influenzano, ma non costringono."
(Ira ad Emilia Di Carlo)

xoxo,
Giada

venerdì, agosto 02, 2024

RECENSIONE DI THE VINCENT BOYS (THE VINCENT BOYS #1) DI ABBI GLINES

Buona sera, Fantastics! Ho rimandato a lungo questa recensione, perché questo libro non mi è piaciuto. Era da tanto, forse dai tempi del Regno dei Malvagi che non trovavo un libro così pessimo. Ma pessimo sul serio, raga. Forse il peggiore del 2024. 

PREMESSA
Quando ho aperto il blog, nel 2014, questo romanzo era molto in voga. Sono quasi 10 anni fa. Ma comunque, il passare degli anni dovrebbe far migliorare un romanzo. Invece no. Tutto l'hype che avevo per questo libricino sparito nel giro di non so quanti giorni, in cui mi trascinavo leggendolo perché non sopportavo nessuno dei protagonisti - a partire proprio da Ash. Insomma, posso già dirvi che non ve lo consiglio. Ci sono romance scritti meglio in circolazione, e anche erotici scritti molto meglio - perché le scene che ci sono qui fanno venir voglia di lavarsi gli occhi con la candeggina, da quanto pessimi sono. 
E penso di aver detto tutto, con questo.

TRAMA (DA AMAZON.IT)
Ashton, brava ragazza di "professione", cerca di non deludere i suoi genitori e gioca il ruolo della fidanzata perfetta di Sawyer Vincent, il ragazzo che tutte vorrebbero. Ma durante le vacanze estive, mentre Sawyer è in campeggio con il fratello, Ashton inizia ad avvicinarsi a Beau, cugino di Sawyer, terribilmente sexy. E terribilmente pericoloso... Il ragazzo da cui tutte dovrebbero stare alla larga. Beau, che ha sempre voluto bene a Sawyer come a un fratello, ama Ashton fin dai tempi dell'asilo, considerandola però la "ragazza di suo cugino" e, dunque, off limits. Che sia giunto il momento di abbandonare le maschere e di lasciarsi andare ai sentimenti veri? Più Ashton e Beau cercano di stare lontani più il desiderio si fa irrefrenabile. La tenera amicizia che li legava da piccoli si trasforma in attrazione travolgente, impossibile da combattere... Come reagirà Sawyer nel trovare la sua ragazza tra le braccia del cugino e migliore amico? C'è sempre una prima volta per "tutto": per l'amore, per la gelosia, per scoprire chi siamo veramente...

RECENSIONE
Sto facendo una cosa che non dovrei mai fare prima di scrivere le recensioni, ovvero sto spulciando le recensioni negative su Goodreads - sono 2k, quindi ne avrei un bel po' da leggere, ma voglio togliermi sto impiccio dalle palle al più presto possibile. Da qui potete capire quanto non mi sia piaciuto questo romanzo. E' brutto a livelli inimmaginabili. Oh god, da dove comincio?

Ashton Gray è la figlia del pastore, in un paesello dell'Alabama, fidanzata col golden boy della città. Viene considerata la brava ragazza del paese, una brava samaritana e una che fa volontariato solo perché costretta dalle pressioni esterne. E fin qui, all'inizio, poteva anche starci. Voglio dire, poteva piacermi. E' un tema a cui, volente o nolente, sono stata vicina anche io in passato. Il problema comincia quando, il ragazzo della suddetta 'brava ragazza', se ne va in montagna con la sua famiglia e lascia la povera sfigata da sola. Avete presente quando la protagonista non sa di essere bella, ma si atteggia a insicura ugualmente? Ecco, uguale. Sono 3 anni che Ash sta con Sawyer Vincent, golden boy come vi dicevo, e gran giocatore, amato da tutti e da tutta la scuola. La nonna che, inizio romanzo le consiglia di darci dentro con il cattivo ragazzo solo per movimentare un po' la sua estate è stata na cosa... Na cosa da far strabuzzare gli occhi. Cioè, stai da tre anni con uno e ti consigliano di TRADIRLO? Così, ad cazzum. Solo per movimentare un po' la tua estate. Cosa vuoi che sia tradire la fiducia altrui, no?

Beau Vincent è il cattivo ragazzo del paesello, il tipico bulletto che risolve tutto a cazzotti. Ed è sempre stato innamorato di Ashton, solo che lei non lo sapeva *gasp scioccato*. Quando lei decide di riavvicinarsi, passano dal riconciliarsi come amici a fare sesso nel giro di venti pagine. Ho avuto l'impressione che la storia corresse, e molto. Infatti è stato così. Ma golden boy torna dalla montagna e si accorge che la sua fidanzata traditrice e finta santerellina gli sta nascondendo qualcosa, e quando alla fine lo affronta lei si stupisce che lui non prenda bene il fatto che l'ha tradito. Ma dai? Ma sul serio?
Veniamo a ciò che mi ha fatto venir voglia di cavarmi gli occhi. Tralasciando il tradimento che vuole essere, in tutti i modi giustificato qui, dal vittimismo e dalla finta innocenza e poca esperienza di Ashton, Beau dovrebbe essere il tipico cattivo ragazzo. Ma passa da dire parolacce *uhmamma mia!* a dire, e cito testualmente:

"La tua patatina è mia."
"Voglio il tuo buchetto caldo."
A "La tua patatina è mia" ho riso più del dovuto, lo confesso. Se un ragazzo lo dicesse a me, io gli riderei in faccia. Non è così che si rende il dirty talk. Se è un cattivo ragazzo che parla di sesso liberamente e dice parolacce a manetta, per quale motivo non dice 'figa' o 'vagina'? Come Anastasia Steele, Ashton passa da puritana e bigotta alla più grande troiona del paese - perdonatemi, ma la sua uscita infelice su cosa rende una persona una troia mi ha fatto rizzare i peli delle braccia. Quindi, una persona è una troia solo perché non è sposata? E' per questo che Honey, la madre single di Beau, viene considerata tale? Ma ora arriviamo anche a quello, no worries.

La madre di Beau, Honey Vincent, ha sicuramente un peso in questa storiella da quattro soldi. Honey è la ragazzaccia del paese che lavora nel bar malfamato e che vive nelle roulotte. Ora, perdonatemi, ma Ashton apparire classista come non so, oltre che criticante a livelli incredibili. E' una madre single che ha cresciuto un figlio da sola, ovvio che non navighi nell'oro, ma ha fatto del suo meglio. Sempre meglio del padre di Ashton, che con un deus ex machina prevedibilissimo, alla fine accetta Beau nella sua vita. 

Ho trovato tutti i personaggi piatti, piatti all'inverosimile, vorrei precisare. Sebbene ci sia il doppio POV, le loro voci sono tutte uguali. Vorrei anche sottolineare che, quando uno ti tradisce, non è tenuto poi a difenderti dai bulli della scuola. Come è già stato sottolineato, Ashton se l'è andata a cercare. E poi... Dio, quanto sono immaturi. Tutti. Tutti i personaggi sono immaturi, dal primo all'ultimo. Non ce n'è uno che si salvi. Dico seriamente. 

Ad ogni modo, avrei piegato delle pagine per mettere le cit. (che avevo quando ho recensito I peccati degli dei), ma onestamente non voglio nemmeno farlo. Sto libro è troppo brutto per spenderci altro tempo dietro. Troppo, e non lo merita.

xoxo,
Giada

domenica, luglio 28, 2024

RECENSIONE DE I PECCATI DEGLI DEI (DARK OLYMPUS #1) DI KATEE ROBERT

Buon pomeriggio, lettori! Ebbene, come avete potuto notare, il mio periodo di serenità ha avuto vita breve. Quattro mesi e mezzo di scrittura folle e appassionata, che mi hanno ricondotto qui, di nuovo. 
Il mio romanzo in stesura ne ha viste di ogni, specialmente per quanto riguarda i miei innumerevoli problemi di salute dell'ultimo anno e mezzo - ça va sans dire - quindi come sapete, quando arrivano notizie poco belle, per me, torno a rifugiarmi tra le pagine di un libro.

PREMESSA
Sabato scorso ero in crisi, dopo aver ricevuto quella notizia. D'accordo, sarà un'operazione più semplice. Un'operazione plastica ed easy, ma comunque un'operazione. La settima, nel giro di nove anni. Ho attraversato tutte le fasi del lutto - e ora sono vicina, per così dire, all'accettazione. Non vi mentirò, dicendovi che mi costa molto non vedere il mio ritorno alla lettura come un fallimento, dato che ero molto vicina al grande giro di boa del mio romanzo in stesura. I miei problemi di salute mi hanno rallentato tantissimo, ci sto impiegando il doppio del tempo che ci metterei solitamente, e mi costa molto anche non lasciarmi andare alla frustrazione, al nervoso e alla rabbia. Ho già accolto quelle emozioni. Le ho lasciate andare. Tuttavia, sento comunque una profonda amarezza per quest'ennesimo piccolo stop. Quindi, dato che ero in crisi, alla fine ho scelto un romanzo trash che avevo nella mia biblioteca personale. Perché lo è, trash, anche se in senso buono. Bisogna riconoscerglielo, e mi ha aiutato durante questa difficile settimana a calmare la mente. Mi ha aiutata più di quanto possiate immaginare.

TRAMA (DA GOODREADS)
Persefone Dimitriou non ha mai conosciuto altro che agio e ricchezza. La sua è sempre stata una vita di privilegi. Ma la realtà è molto diversa da quella facciata di perfezione dietro cui si nasconde la sua famiglia. L’Olimpo è un covo di corruzione e veleni. Poche dinastie si spartiscono il potere e Persefone ha appena saputo che sarà costretta a sposare un uomo influente e pericoloso, per rafforzare le alleanze necessarie a mantenere lo status quo.
Non le resta che fuggire. Verso un mondo misterioso, lontano dalle luci abbaglianti che minacciano di soffocarla. Perché forse l’unica salvezza per lei si nasconde nelle tenebre.
Ade ha trascorso la sua vita nell’ombra, in attesa di riscatto. Ha sempre saputo che prima o poi il suo momento sarebbe arrivato e la comparsa di Persefone rappresenta l’occasione che aspetta da anni. E così si offre di aiutarla a muovere i primi passi in quel luogo oscuro e ostile, dove non avrebbe alcuna speranza di sopravvivere da sola.
Notte dopo notte, Ade e Persefone sentono crescere la forza che li attrae l’uno verso l’altra. Ma lei è fatta di luce, lui è stato forgiato dalle ombre. Appartengono a mondi diversi.
Fino a dove saranno disposti a spingersi per opporsi a un destino che li vuole divisi?

RECENSIONE
La me di cinque anni fa, avrebbe criticato aspramente questo romanzo. La me di cinque anni fa, avrebbe tirato in ballo tutte le fanfic da cui è chiaramente tratto, come per esempio 50 sfumature con "La stanza dei giochi". La me di cinque anni fa, forse non l'avrebbe nemmeno apprezzato. In realtà, cercavo una lettura leggera e, forse per questo, l'ho apprezzato. Non avevo aspettative. Volevo solo una distrazione. Anche trash. Missione compiuta, raga.

Persefone Dimitriu è la figlia di mezzo di Demetra, la dea del raccolto ch'è stata nominata non si sa come tempo fa. E' la perfetta ragazza solare e carina, gentile. Tutto l'opposto delle sue sorelle: Callisto la maggiore, una testa calda, Psiche ed Euridice, la più piccola e la più ingenua. Non ho commentato Psiche, perché mi è sembrata solo un side character non molto ben specificato, ma va beh. Non soffermiamoci troppo su questo. La vita di Persefone cambia quando la madre la consegna in sposa a Zeus, un vecchio viscido che vuole solo ucciderla dopo averla resa l'ennesima Era. Un commento di Goodreads mi ha colpito, in particolare: Demetra era già Demetra o lo è diventata dopo esser stata nominata? Nemmeno io l'ho capito. Tuttavia, questo mi ha ricordato un po' Lore di Alexandra Bracken, solo che lì era tutto molto ben dettagliato - come ci si aspetta da Alexandra Bracken, insomma. 

Persefone, però, non vuole sposarsi con Zeus; quindi scappa dalla città alta (Upper East Side, chiamiamolo così) e scappa nella città bassa (Upper West Side), dove si getta tra le braccia di un figo sconosciuto. Ade, l'uomo. Il mito. Gli propone un patto: deve 'svalutarla' agli occhi di Zeus facendo sesso con lei dovunque, specie in pubblico, affinché Zeus non la voglia più. Inoltre, finiti i 3 mesi di apparente prigionia, vuole scappare via dall'Olimpo. La divisione della città non mi è sembrata molto chiara, era molto vaga - io, perciò, l'ho associata alle due parti di New York che conosco tramite Gossip Girl. Se fosse stata più dettagliata, ecco... sarebbe stato molto meglio. Le scene di sesso si sprecano in questo romanzo, sono una dietro l'altra e mi hanno permesso di scoprire un lato di me che non conoscevo... il kink del sesso in pubblico. Lo ammetto. Lo considero porno per la mente. Nient'altro che porno, perché questo è. Ma, come vi dicevo, non mi posso lamentare. Questo porno è arrivato al momento giusto, per me. Ecco perché gli ho dato 5 stelle.

Ad una lettura più attenta, il romanzo presenza tantissimi buchi di trama e cose senza senso. Ad una lettura superficiale, meramente dettata dal mio bisogno di cose leggere, merita le 5 stelle. Quindi possiamo considerare la votazione generale una sorta di via di mezzo: 3.5, senza infamia e senza lode. Non si può nemmeno considerare un retelling ben fatto, dato che lo stravolge completamente. Ma ehi...
oggi mi compro gli altri romanzi della serie, questo per farvi capire che l'ho amato alla follia!

Niente citazione di chiusura.
Vi saluto qui.

xoxo,
Giada
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