PREMESSA
Per chi mi segue su Instagram, sa che Le notti bianche rientravano tra i 10 libri che avrei voluto leggere prima che finisse il 2024. Era palese che non ci sarei riuscita, ma sapete quanto amo fare liste su liste lol Questo, in particolare, l'avevo scelto perché corto. E corto è stato, solo che non è stato letto nel 2024. Ma nella prima settimana del 2025. I call it a win.
TRAMA (DA LAFELTRINELLI.IT)
«Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse possono esistere solo quando si è giovani.»Un giovane sognatore, nella magia vagamente inquieta delle nordiche notti bianche, incontra una misteriosa fanciulla e vive la sua "educazione sentimentale", segnata da un brusco risveglio con conseguente ritorno alla realtà. Un Dostoevskij lirico, ispirato, comincia a riflettere sulle disillusioni dell'esistenza e dell'amore nell'ultima opera pubblicata prima dell'arresto e della deportazione, esperienze che modificheranno in maniera radicale e definitiva la sua concezione dell'uomo e dell'arte. In questa edizione, al celebre racconto viene affiancata la visione "diurna" di Pietroburgo contenuta nei feuilletons che compongono la Cronaca di Pietroburgo, vero e proprio laboratorio per la scrittura dostoevskiana. Lo stretto legame tra pubblicistica e letteratura, che accompagnerà Dostoevskij negli anni della maturità, viene così a manifestarsi fin quasi dal suo esordio. Il racconto Le notti bianche ha ispirato il film omonimo di Luchino Visconti (1957), con Marcello Mastroianni e Maria Schell, e il film Quattro notti di un sognatore di Robert Bresson (1971).
RECENSIONE
Leggere Le notti bianche mi ha ricordato perché mi sono allontanata dalla letteratura russa, in generale: sono tutti testi tragici, bellissimi ma tragici, che parlano di morte e dolore. Questo, tuttavia, è stato leggermente diverso, anche se le vibes erano le stesse. Cioè la sensazione che mi ha lasciato, a pelle, era esattamente quella di quelle vibes. Credo che gli scrittori russi fossero tutti un po' depressi - e questa è la mia umilissima opinione personale, ma da sempre quando tento con la loro letteratura, ho quest'impressione.
Le notti bianche è un romanzo breve che parla dell'incontro, per quattro notti di fila, del Sognatore e di Nastenka. Il Sognatore è un giovane uomo di ventisei anni disilluso dalla vita, depresso - ve lo dicevo! -ma anche desideroso di scoprire l'amore. L'amore di cui parlano i grandi romanzi della sua epoca - siamo nel 1830 circa, quindi i romanzi di quell'epoca ora non li ricordo, ma è ad essi che fa riferimento. Nastenka è una ragazzina di diciannove anni che vive in una baracca con la nonna cieca, che si occupa della sua virtù sia fisica che morale, e che teme possa rovinarsi la vita con un uomo che la farebbe innamorare di lui e poi scapperebbe via, nel nulla. Non sappiamo nulla del Sognatore, a parte l'età e il fatto che non si sia mai innamorato una volta nella vita. Di Nastenska, invece, sappiamo che desidera scoprire il mondo, l'amore, la vita e invece è costretta a vivere appiccicata alla nonna. La nonna che ama, ma dalla quale si distaccherebbe più che volentieri.
Un condensato di tristezza e malinconia. Davvero, vi consiglio di leggerlo solo se siete di umore alto o non siete reduci dal finale di un alto romanzo intenso, com'è stato per me Dio di illusioni, perché è difficile da digerire. Ammetto di aver letto le note del traduttore, per curiosità accademica e anche la spiegazione dei topos presenti, e tante cose non le ho comprese perché, in fondo, la letteratura dell'Est non ha mai fatto propriamente parte del mio percorso di studi. Sapete quanto io ami il realismo magico, la letteratura sudamericana, tuttavia ritengo che ognuno di noi dovrebbe sforzarsi per andare oltre la propria comfort zone letteraria anche per trovare cose nuove, che possono piacere o non piacere.
I gusti letterari cambiano nel corso degli anni, e io ne sono la prova.
Niente citazioni, perché i brani sono troppo lunghi e non ho voglia di trascriverveli qui.
The Vampire Diaries mi sta aspettando.
xoxo,
Giada
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