sabato, gennaio 27, 2018

RECENSIONE de La dama e l'unicorno di Tracy Chevalier

Buon giorno, bloggers e lettori! Dopo molti anni finalmente ho ripreso in mano un romanzo di Tracy Chevalier, credo che ne siano passati almeno dieci da quando ho letto il suo masterpiece. Avevo un bel ricordo dello stile di questa scrittrice, tuttavia questo romanzo non mi ha entusiasmata.

PREMESSA
Conobbi Tracy Chevalier in prima superiore leggendo "La ragazza con l'orecchino di perla". Ecco, questo è stato l'unico suo libro che ho letto, da allora. "La dama e l'unicorno" speravo fosse un romanzo perlomeno all'altezza del suo romanzo migliore. Sono rimasta un po' delusa, in effetti.

TRAMA (DA GOODREADS)
È un giorno della Quaresima del 1490 a Parigi, un giorno davvero particolare per Nicolas des Innocents, pittore di insegne e miniaturista conosciuto a corte per la sua mano ferma nel dipingere volti grandi come un'unghia, e al Coq d'Or e nelle altre taverne al di qua della Senna per la sua mano lesta con le servette di bell'aspetto. Jean Le Viste, il signore dagli occhi come lame di coltello, il gentiluomo le cui insegne sono ovunque tra i campi e gli acquitrini di Saint-Germain-des-Prés, proprio come lo sterco dei cavalli, l'ha invitato nella Grande Salle della sua casa al di là della Senna e in quella sala disadorna, nonostante il soffitto a cassettoni finemente intagliato, gli ha commissionato non stemmi imponenti o vetrate colorate o miniature delicate ma arazzi per coprire tutte le pareti. Arazzi immensi che raffigurino la battaglia di Nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Una commissione da parte di Jean Le Viste significa cibo sulla tavola per settimane e notti di bagordi al Coq d'Or, e Nicolas, che può resistere a tutto fuorché alle delizie della vita, non ha esitato un istante ad accettare. Non ha esitato, però, nemmeno ad annuire davanti alla proposta di Geneviève de Nanterre, moglie di Jean Le Viste e signora di quella casa. Forse perché incantato dalle grazie di Claude, la giovane figlia dei Le Viste, una bellissima fanciulla dall'incarnato pallido, la fronte alta, il naso affilato e i capelli color miele, o forse perché intimorito dagli occhi neri come il ribes di Geneviève de Nanterre, Nicolas ha sorriso quando, nel chiuso della sua stanza, davanti a una finestra aperta che faceva da cornice a una splendida veduta di Saint-Germain-des-Prés, Geneviève gli ha ingiunto di non raffigurare cavalli, elmi o sangue sugli arazzi, ma una dama e un unicorno, simboli di seduzione, della giovinezza e dell'amore...

RECENSIONE
Ci troviamo nella Francia del 1490. Subito veniamo introdotti al personaggio di Nicolas des Innocents, un pittore casanova che cambia donna ogni notte e che lavora quanto basta per permettersi di ubriacarsi al Coq d'Or, una taverna rinomata nella zona. Quando viene assoldato dal mercante di Jean Le Viste, Léon Le Vieux, per realizzare dei dipinti riguardanti la Battaglia di Nancy, a cui però Le Vieux non ha partecipato perché era a Versailles con il Re. Jean Le Viex è un uomo avaro, arrogante e deciso: non gli importa niente che i dipinti per gli arazzi possano essere un piacere per gli occhi, a lui basta che riempiano la grandi pareti della Grande Salle. Ma chi è stato a fare il suo nome, se né Léon né Le Vieux sembrano felici di lavorare con lui? E' presto detto quando scopriamo che è stata la moglie di Le Vieux, Geneviéve de Nanterre a raccomandarlo. Genévieve de Nanterre è una donna fragile e combattuta, il suo unico desiderio è quello di andare nel convento di Chelles, e farsi suora, perché sente che la sua vita come moglie è finita, dato che non è riuscita a dare a Jean un figlio maschio. Le sue tre figlie femmine sono molto diverse l'una dall'altra, e diciamo che Petite Geneviéve e Jeanne restano sullo sfondo per tutto il romanzo, poiché l'unica ragazzina che conosceremo sarà solo Claude. Claude è una ragazzina ormonata e viziatissima, chi a quattordici anni non lo era?, una ragazzina che desidera conoscere i piaceri del sesso; ecco perché tra lei e Nicolas scatta subito la scintilla. Ma Claude deve conservare la propria verginità per il marito a cui è promessa, invece di darsi al primo che incontra. Gli arazzi diventeranno il mezzo tramite cui Nicolas spiegherà a Claude il sesso, e il corno dell'unicorno non è altro che uno dei metodi che ha per attrarre le ragazze a sé. Non dimentichiamo anche che, all'inizio del romanzo, scopriamo che Nicolas ha messo incinta Marie-Céleste, la governante dei Le Vieux e perdere così il lavoro. Marie-Céleste non perdonerà mai Nicolas per questo. 

Ecco, devo ammettere che Nicolas mi è sembrato un ragazzo figo che non si cura degli interessi delle ragazze con cui va insieme. Io speravo che non finisse insieme a Claude, e non vi dirò con chi finirà onde evitare spoiler, però vi dirò solo che quel finale è stato deludente al massimo. L'unica ragazza con cui speravo finisse insieme, la bella Aliénor de la Chapelle, alla fine finisce con qualcun altro. Non è giusto! Per gran parte del romanzo non si è capito quale dovesse essere il senso di tutti i corteggiamenti di Nicolas. Non li si è data alcuna redenzione per le sue malefatte passate e non gli si è data nemmeno una gioia, specialmente dopo quello che ha fatto per Aliénor. 

Il romanzo è diviso in tre parti, ognuna delle quali spiega l'anno e la festività presente: il romanzo infatti inizia nel 1490 e finisce nel 1492. I POV alternati sono cinque, e ho dovuto prendere appunti per ricordarmeli, perché ad ogni capitolo mi aspettavo sbucasse fuori un personaggio nuovo: Nicolas des Innocents, Geneviéve  de Nanterre, Claude Le Viste, George De La Chapelle, Philippe De La Tour, Aliénor De La Chapelle e Christine du Sablon. 

Per quanto il romanzo trattasse la Storia marginalmente, devo dire che l'autrice ha reso abbastanza bene il contesto storico nel quale si svolge il romanzo, descrivendo usi e costumi sia olandesi che francesi in modo piacevole. Devo dire però che più volte, durante la lettura, ho avuto l'impressione di non sapere dove volesse andare a parare il romanzo. Quale fosse lo scopo di questo romanzo. Perché, se all'inizio pensavo fossero gli arazzi che i De La Chapelle dovevano fare per i Le Vieux, poi il romanzo si è perso, diventando un po' dispersivo ed è stato difficile capire quale fosse il messaggio che voleva mandare. Vi avverto lettori, questo romanzo finisce con un finale aperto, quindi secondo me ci sarà un altro romanzo in arrivo. O, visto che questo è stato pubblicato nel 2005, è più facile che sia già uscito e che io non lo sapessi. In ogni caso, controllerò e farò qualche ricerca in merito. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro che definirei "tiepido", niente di entusiasmante o favoloso. 
"Con le femmine è la stessa cosa: ne fotto una, me la godo, poi ne cerco un'altra e non mi guardo più indietro. 
No, non è del tutto vero. C'è una ragazza cui non smetto mai di pensare, benché non l'abbia mai posseduta."
(Nicolas des Innocents)

xoxo,
Giada

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