martedì, febbraio 06, 2018

RECENSIONE di The Last Wolf di Maria Vale/ REVIEW of The Last Wolf by Maria Vale

Buon giorno, bloggers e lettori! Oggi esce il romanzo d'esordio di Maria Vale, una promettente autrice americana che pubblica con Sourcebooks Casablanca. Il romanzo in sé mi è piaciuto abbastanza, ma non mi ha entusiasmato da morire. Anyway, spero che la mia recensione vi piaccia. Buona lettura!

PREMESSA
Saranno mesi e mesi che faccio la corte a Sourcebooks perché mi approvi un titolo da recensire, beh non avrei mai pensato che mi avrebbero approvato per "The Last Wolf" e invece è successo! *Yay me!* E' così bello poter leggere le novità d'oltreoceano e poterne parlare con voi mi rende sempre più fiera di poter condividere con voi queste letture.

TRAMA (DA GOODREADS)
Per tre giorni su trenta, quando la luna è piena e la sua legge è di ferro, il Grande Branco del Nord deve essere selvaggio.

Se lei torna dal suo Branco, lo stranierò morirà.
Ma se rimane...

Silver Nilsdottir si trova al livello più basso dell'ordine sociale del suo Branco, con una irrisoria possibilità di trovare un decente compagno e una vita migliore. Fino a quando uno straniero finisce nel loro territorio, ferito e pieno di lividi, e Silver decide di rischiare tutto ciò che possiede per salvare Tiberius Leveraux. Ma Tiberius non è ciò che appare, e nel fragile equilibrio del Branco e dell'essenza primitiva, il destino di tutti i lupi è nelle sue mani...

RECENSIONE
Ho provato una serie di emozioni contrastanti quando ho finito di leggere questo romanzo, ieri. Non solo per via del finale che, cavolo, mi ha lasciata sia sconvolta che perplessa, ma per il libro in generale. Il romanzo d'esordio di Maria Vale verte su Silver Nilsdottir - soprannominata Quicksilver o, da Tiberius stesso, Wildire - un lupo che si trova in fondo alla piramide sociale del Greath North Pack, il Grande Branco del Nord. Silver non vive, cerca solo di sopravvivere e di passare inosservata, perché questo è ciò che spetta a un lupo disabile, a cui manca una parte della gamba, come lei. La decisione che Silver prende di rischiare tutto quello che ha è data dal fatto che non se la sente di lasciare un Mutaforma (Shifter) a morire nella loro proprietà. I Mutaforma sono mal visti dai lupi, e man a mano che la storia prosegue veniamo a conoscenza di dettagli dolorosi che stanno all'origine di tale ostilità. Tiberius viene da una famiglia che ha incrociato i geni del Mutaforma con quelli del lupo, ma non riesce a liberare il suo lato selvaggio a causa del dolore inflittogli da August Levereaux, suo padre. Il Greath North Pack ha delle regole ferree, e spesso vediamo i lupi accettare le punizioni senza battere ciglio e abbassare la testa in segno di rispetto nei confronti del loro Alpha. Questi lupi, però, devono fare i conti col mondo degli umani e all'interno del Branco, ci sono insegnanti appositi che li istruiscono su come comportarsi nel mondo umano. Silver non è mai stata brava a riguardo, mentre Tiberius è solo un uomo che finge di essere un lupo, non un lupo che si comporta da uomo. La relazione tra Tiberius e Silver si sviluppa in modo intenso e coinvolgente, fino al punto in cui uno dei due diventerà il bedfellow dell'altro. 

Il motivo per cui ho dato quattro stelle è che il libro è di sicuro ben scritto, ma i muri di descrizioni che mi sono ritrovata davanti rendevano molto difficile e a tratti noiosa la narrazione, minando quindi il coinvolgimento del lettore. Tuttavia devo ammettere che le regole del Grande Branco del Nord sono davvero molto interessanti, e permettono di scoprire le vite dei personaggi-lupo nel loro ambiente e le loro abitudini.

Inoltre, il romanzo è scritto dal POV di Silver quindi il lettore conosce i suoi pensieri e le sue emozioni filtrate dal suo stesso punto di vista, e tra l'altro lei è sempre la voce narrante. Il romanzo presenta una struttura che alterna i POV di Silver da umana con quelli di Silver da lupo, e nonostante la pesantezza di alcuni descrizioni (che erano, per carità, funzionali anche se hanno rallentato la lettura) molto interessante. Con un altro giro di editing questo romanzo sarebbe stato da 5 stelle.

L'elemento che mi ha fatto dare quattro stelle è stata sicuramente la presenza della Lingua Antica (Old Tongue), che altro non è che l'ata (l'antico inglese), e scommetto che la mia professoressa di filologia germanica sarebbe felice di sapere che anche a distanza di due anni riesco ancora a comprendere e analizzare queste cose! <3 Bello, questo è forse l'elemento più bello di tutto il libro.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo che vi consiglio di leggere se amate i paranormal fantasy incentrati sui mutaforma e i lupi in generale.
"When we are in skin we are anfeald. Single fold. One and singular. But when are wild, we exist beyond the limitations of our poor bodies and weak senses. We are ourselves, but we are also part of the land and the Pack. We are manifold and complex.”
(Silver Nilsdottir) 

xoxo,
Giada



Hi, sweeties! I’m back with another sweet and beguiling fantasy, this is the first I’ve known a debuting writer as Maria Vale. I must say that this book was very intriguing, although sometimes I found it difficult to read because of those long and long descriptions.


PREMISE
I love fantasy, every nuances of this genre is mine bread and butter. I plan to read Anne Rice and her Lestat, Terry Brooks and Stephen King next year, so I think 2018 will be a hard year for everything. Turning back to us, as I was saying, I read fantasy almost always and I do it primarily because I’m a fantasy writer, so I have to read everything I put my hands on. “The Last Wolf” by Maria Vale was quite a surprise, under some aspects. Under others, I didn’t like it.


SYNOPSIS (FROM GOODREADS)
For three days out of thirty, when the moon is full and her law is iron, the Great North Pack must be wild.

If she returns to her Pack, the stranger will die.
But if she stays…

Silver Nilsdottir is at the bottom of her Pack’s social order, with little chance for a decent mate and a better life. Until the day a stranger stumbles into their territory, wounded and beaten, and Silver decides to risk everything on Tiberius Leveraux. But Tiberius isn’t all he seems, and in the fragile balance of the Pack and wild, he may tip the destiny of all wolves…

REVIEW
Since I put the book down I was overwhelmed with the emotions of the ending. I’m still shocked and a little confused, but I will do my best to review this book to you. “The last wolf” is the debut book of Maria Vale, and it’s basically focused on the lives of Silver Nilsdottir, a wolf who is at the bottom of the Pack’s hierarchy. Silver’s life is dull and plain, until she – because Silver, diminutive of Quicksilver is a woman, do I have some Marvel aficionados here? Because the first time I read her complete name, I connected it with the Marvel’s character and with the beautiful Evan Peters that I saw on X-Men Days of Future Past – meets a stranger. This stranger, whose name is Tiberius Levereaux, is a shifter and shifters aren’t well seen from wolves. The difficult relationship between those races is one of the topics that book show you, and there’s a painful and heart-wreacking story behind this that will break your heart in pieces. As the story goes on, we see Silver fighting for Tiberius to remain in the Pack, doing whatever she can to make him stay. Their story begins in an unusual way, with Silver trying to make him understand how important is for the Pack for him to embrace his true nature, his wilderness. I think this book can be placed among paranormal fantasy books, mostly because of the love story which I didn’t expect, between Silver and Tiberius.

This novel was very well written, it was full of details about the Pack’s life and customs, and above all, about their strict rules. Silver is very conscious about her role in the Pack, and she fully accept everything from it, because the wolves that form the Pack are many, but they move as one single entity. I was perplexed at the beginning, because there are many, many walls of descriptions in the books, and this brought me to suffer through them. Maybe they were all important for the book, but they are rendered in a way that bore, most of times. It was interesting to discover this world of wolves who disguises themselves as humans and that have a double life, but really, if it was editing a bit more, maybe I could have given it five stars.

It was written from Silver’s point of view, both when she was in skin (a human) and when she was a wolf. The acoustic and haptic descriptions were so vivid that I thought I was really there. In Plattsbourgh with the John’s Pack. Plus, I loved the fact that they used the runes and the old English, I’ve studied for two years German philology and I was positively surprised when I understood it. That was a good point, an amazing point for me!

I salute you all, with a quote from this book that I invite you to read if you love werewolves books:
“When we are in skin we are anfeald. Single fold. One and singular. But when are wild, we exist beyond the limitations of our poor bodies and weak senses. We are ourselves, but we are also part of the land and the Pack. We are manifold and complex.”
(Silver Nilsdottir)




xoxo,
Giada

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