venerdì, luglio 28, 2023

RECENSIONE DI 4321 DI PAUL AUSTER

Buon pomeriggio, Fantastics! Ebbene sì, eccomi qui, dopo due settimane post operatorie belle toste. Vi confesso che, se non avessi avuto la compagnia di questo mattone, perché è un mattone come si deve, non so se sarei riuscita a superare indenne la prima settimana. I libri, scriverli come leggerli, sono sempre stati di grande conforto. Lo sono ancora e lo saranno sempre. Questa premessa-prima-della-premessa, per dirvi che è un romanzo stupendo, un vero capolavoro e che ne ho amato ogni singola frase. Ogni singolo capitolo. E' davvero IL romanzo del 2023, per me!

PREMESSA
Se ricordate uno dei miei primi post di Gennaio, su Instagram, uno dei mattoni in tbr era proprio 4321. Al tempo, dovevo assolutamente scrivere il mio di romanzo - è ancora il mio pensiero fisso, btw, insieme ad altre cose che non vi sto qua a citare, altrimenti faremmo notte - quindi l'ho messo in pausa. Sapevo che dovevo aspettare il momento giusto per poterlo apprezzare davvero. E, per fortuna, ho atteso. L'attesa ne è valsa la pena perché, come vi dicevo, per me è il romanzo del 2023. Il meglio del meglio. Un gioiello di narrativa contemporanea. La descrizione, nell'aletta interna, lo definisce un romanzo virtuale. Una moltitudine, quella sul retro. Per me è un capolavoro perché ricorda l'Effetto Farfalla, e come una sola azione diversa possa cambiare il corso dell'esistenza di una sola persona. Tuttavia, è anche un metaromanzo, quindi è molto molto di più di un mattone sulla Storia Americana a partire dagli anni '40 fino agli anni '70 del 1900. E' molto molto di più.

TRAMA (DA IBS.IT)
Paul Auster ha scritto una sinfonia maestosa suonando i tasti del destino e del caso: un libro che mette d'accordo Borges e Dickens, un'avventura vertiginosa e scatenata, unica e molteplice come la vita di ognuno.

«La cosa migliore che abbia mai fatto Auster, e una delle migliori uscite negli ultimi tempi, non solo in America. Che audacia, quale inventiva, quanta profumata carne al fuoco!» – Alessandro Piperno

«Un romanzo ponderoso, con una combinatoria non immediata, se non fosse per la cristallina scrittura di Auster che dà il suo meglio nel tratteggiare come i diversi personaggi reagiscono alle ordinarie catastrofi – incendi di negozi in cui si è investito tutto, fratelli che truffano fratelli, l’adorata fidanzata che bacia un altro: la vita, in poche parole – che si para loro davanti.» – Riccardo Staglianò, il venerdì - la Repubblica

Cosa sarebbe successo se invece di quella scelta ne avessimo fatta un'altra? Che persone saremmo oggi se quel giorno non avessimo perso il treno, se avessimo risposto al saluto di quella ragazza, se ci fossimo iscritti a quell'altra scuola, se... A volte per raccontare una vita non basta una sola storia. Il 3 marzo 1947, a Newark, nasce il primo e unico figlio di Rose e Stanley: Archie Ferguson. Da questo punto si dipanano quattro sentieri, le quattro vite possibili, eppure reali, di Archie. Campione dello sport o inquieto giornalista, attivista o scrittore vagabondo, le sue traiettorie sono diverse ma tutte, misteriosamente, incrociano lei, Amy. Traduzione di Cristiana Mennella.

COME COMINCIA
Secondo la leggenda di famiglia, il nonno di Ferguson partí a piedi da Minsk, sua città natale, con cento rubli cuciti nella fodera della giacca, viaggiò a ovest fino ad Amburgo passando per varsavia e Berlino, comprò il biglietto per una nave chiamata Empress of China che attraversò l'Atlantico in mezzo a violente tempeste invernali ed entrò nel porto di New York il primo giorno del ventesimo secolo. Mentre aspettava di essere interrogato da un funzionario dell'immigrazione a Ellis Island, il nonno di Ferguson attaccò un discorso con un altro ebreo russo. Quello gi disse: Scordati il nome Reznikoff. Qui non te ne fai niente. Per la tua nuova vita in America ti serve un nome americano, uno che suona bene in americano. Poiché nel 1900 l'inglese era ancora una lingua straniera per lui, Isaac Reznikoff chiese suggerimento al piú esperto e maturo compatriota. Di' che ti chiami Rockefeller, fece quello. Cosí vai sul sicuro. Passò un'ora, poi un'altra ora, e quando si accomodò per rispondere alle domande del funzionario, il diciannovenne Reznikoff aveva già dimenticato il nome che gli era stato suggerito da quell'uomo. Nome?, chiese il funzionario. Battendosi la fronte indispettito, lo stanco immigrato se ne uscí in yiddish, Ikh hob fargessen (Non me lo ricordo piú)! E fu cosí che Isaac Reznikoff cominciò la sua nuova vita in America come Ichabod Ferguson.

RECENSIONE
Ah, raga. Cominciare questa recensione è difficile non solo perché faccio fatica a stare seduta, ma anche perché ho così tanto da dire che non avete idea. In più ci sono delle cose che vorrei dire, ma non posso dire, perché sarebbero spoiler e visto che me lo sono goduto appieno io, non ve lo voglio rovinare. Dovete godervi anche voi, fino all'ultima pagina, questo capolavoro della letteratura.

4321 è un romanzo multistrato, multidimensionale. Una sorta di multiverso. Comincia con il nonno di Archie Ferguson, un immigrato bielorusso che cerca fortuna in America negli anni '40, e quando giunge a Ellis Island e gli chiedono di cambiare nome, da Rockfeller che voleva alla fine si ritrova Ferguson come cognome. Da qui comincia la storia del padre di Archie e dei suoi fratelli, Lew e Arnold. E, soprattutto, del tacituro e stacanovista Stanley Ferguson. Alla fine, per un mero atto di fuga dalla solitudine, Rose Adler sposerà Stanley. E dalla loro unione, piuttosto difficoltosa perché al tempo le donne incinta fumavano come ciminiere, nascerà Archie. La sua infanzia si divide in 4 parti diverse, 4 multiversi in cui avvengono cose diverse che lo plasmano come persona, ma una caratteristica di ognuna di loro è che hanno sempre, e dico sempre, qualche elemento in comune. In questo modo, sebbene l'Archie della storia 1 e della storia 2 siano diversi, sono sempre molto simili. Un fil rouge, attraverso tutto il romanzo, saranno proprio i suoi interessi. Archie atleta di basket, Archie atleta eccellente di baseball costretto a rinunciare a una carriera a causa di un incidente provocato da sua zia, Archie letterato brillante e sagace, Archie attivista politico e cittadino che aspira a un mondo più giusto nei confronti di tutti - e contro qualsiasi guerra. La Storia s'intreccia con la storia di Archie, come fa notare lui con una analogia di cerchi concentrici, fino a quando non si sovrapporranno entrambe nella sua vita e sarà impossibile distinguere l'una dall'altra. 

La domanda era: qual era il mondo abitato da Ferguson in quel momento, e in che modo era cambiato quel mondo?
(Archie Ferguson)

In ogni storia, che sia la 1234, vediamo Archie diventare adolescente e innamorarsi, fare le prime esperienze di vita, lottare per amore - amore non solo di Amy, ma anche del suo misterioso e silenzioso padre - fino a quando non diventerà adulto. In alcuni scenari, l'e se... presente è davvero sconvolgente, e quando muore, perché in due scenari possibili Archie muore e sta a voi scoprire quali, il libro presenta una pagina bianca con come unica indicazione lo scenario presente. Tipo: 2.2., 2.3, 2.4. Ero davvero, ma davvero convinta che la storia originale, la storia di partenza fosse la numero 1, e invece mi sbagliavo! Così come ho scoperto, tramite un blog, che si potevano leggere le diverse storylines in base a come si voleva, e non in modo lineare come ho fatto io! Adesso capisco perché alcuni siti letterari lo definiscano 'una scatola magica', non esiste definizione migliore per questo romanzo! 

I sentimenti sono sentimenti, scrisse, e noi non siamo responsabili di quello che sentiamo. Di quello che facciamo sì, ma non di quello che sentiamo.
(Archie Ferguson ad Amy Schneiderman)

Archie, che viene sempre chiamato Ferguson, ha anche velleità artistiche. E, sebbene la sua formazione venga condotta in ogni scenario da zia Mildred, la volitiva e intelligente sorella maggiore di Rose, abbiamo sempre il possibile compagno di zia Mildred che contribuisce: può essere zio Don o zio Henry, ma c'è sempre qualcuno che si occupa di cibare la mente sveglia e attenta di Archie. La cosa che ho amato di più, forse, è stato il modo in cui Archie si approccia alla sessualità e alla sua scoperta della sessualità. Qualcosa di aperto mentalmente, così bello che mi è sciolto il cuoricino. Naturalmente, l'omosessualità era considerata un crimine all'epoca, quindi molto omosessuali vivevano nascosti in mezzo alla folla di etero per salvarsi la pelle. Anche i bisessuali non se la passavano bene, però. 

Perché scegliere?, chiedeva. A volte vogliamo affondare i denti in un hamburger succulento, altre volte invece niente è più squisito di un uovo sodo o un cracker. L'arte è un banchetto, concludeva, e ogni piatto in tavola ci chiama, chiedendoci di essere mangiato e apprezzato.
(Archie Ferguson a proposito dell'arte)

Un romanzo molto impegnativo a livello intellettuale. Un romanzo che ti costringe a pensare, ma che arriva dritto al tuo cuore sempre e comunque, in ogni scenario possibile. Perché Archie è umano, anche quando diventa metanarrativo. Ed è su questa parola che vorrei concludere la recensione, perché 4321 è un romanzo di metanarrativa. Quindi, dato che non posso dire altro, potete guardare gli episodi meta di Supernatural per caprie a cosa mi riferisco quando lo definisco metanarrativo <3

Vi saluto con una citazione, invitandovi a recuperarlo assolutamente e al più presto:
"Ma tu continua a scrivere, Archie, non darmi retta. Non hai bisogno di consigli, solo di impegnarti. Come scisse una volta il tuo caro Edgar Allan Poe a un aspirante scrittore: siate audace, leggete molto, scrivete molto, pubblicate poco, state lontani dai piccoli ingegni, e non abbiate paura di nulla."
(Mrs Baldwin ad Archie Ferguson)

xoxo,
Giada

mercoledì, luglio 12, 2023

RECENSIONE DI BLOOD & HONEY (LA STREGA E IL CACCIATORE #2) DI SHELBY MAHURIN

Buon pomeriggio, Fantastics! Stamattina sono andata a Ferrara per gli esami pre-operatori, in vista dell'operazione chirurgica di lunedì. Quindi sono ancora un po' fuori fase, dato che mi sono alzata molto presto e che non sono più abituata a dormire alla mattina, o per quel che vale, da mezzogiorno fino al pomeriggio. Per me è tutto tempo sprecato. Ad ogni modo, ieri sera ho finito - ho finito mio malgrado, perché mi stava piacendo un sacco e lo stavo centellinando per non finirlo - il meraviglioso sequel di Serpent & Dove. E adesso watch me prenotare il final installment, perché anche se voglio leggere Eppure cadiamo felici di Enrico Galliano, voglio troppo sapere come finisce la trilogia de La Strega e il Cacciatore.

PREMESSA
La trilogia de La Strega e il Cacciatore mi è piaciuta fin dall'inizio, per il suo modo di trattare temi forti come la famiglia e i traumi legati ad eventi violenti. Ma il trope che la Mahurin ha usato, finora è senza dubbio la found family. Il nostro cast di personaggi è, di fatto, una found family. Sono personaggi che non hanno una famiglia d'origine o l'hanno rinnegata per cercare loro stessi, e hanno trovato negli amici e nell'amore quel senso di unità e famiglia che mancava loro. Indubbiamente, molti di questi personaggi potenti hanno issues. Prendiamo Lou, che ha le mommy issues. Reid, che in questo romanzo subisce un'evoluzione notevole per un evento non da poco avvenuto alla fine di Serpent & Dove. Perfino Coco ha delle issues, che definirei aunt issues - scusatemi, stavo per scrivere tante issues, perché zia in francese si dice così. L'unica cosa bella è che questo romanzo mi ha fatto recuperare, molto più dell'altro, i miei rudimenti di francesi. E gliene sono molto grata. Quando ero alle medie ero una delle più brave in questa lingua, e se all'università non avessi scelto portoghese, avrei sicuramente scelto francese. Cioè, se non ci fosse stato il limite delle tre lingue. Il mio sogno resta quello di prendere un'altra laurea nelle lingue che ho lasciato fuori dalla prima, per poterle approfondire come ho sempre voluto. Il francese è tra di esse.

TRAMA (DA IBS.IT)
La posta in gioco è sempre più alta. la magia più pericolosa. la passione più rovente... Lou e Reid sono in fuga da tutti. Dalla congrega, dalla Chiesa e dal re. Per sopravvivere hanno bisogno di alleati. Alleati potenti. Ma il loro aiuto ha un prezzo. Cosa dovranno sacrificare per pagarlo?

Sfuggiti per un soffio al pugnale di Morgane, Lou e Reid sono di nuovo insieme... ma le streghe della congrega, gli uomini del re e gli chasseur continuano a dar loro la caccia. Non c'è più tempo, ormai, e il cerchio si stringe inesorabile... Erano certi che insieme avrebbero superato ogni cosa. Ma quando Morgane li attira in un crudele gioco del gatto col topo, i due giovani sono costretti a chiedere aiuto a La Voisin, regina delle Dames Rouges e nemica giurata della congrega di Lou. Mentre Lou, convinta di non avere alternative se vuole salvare suo marito e i loro amici, percorre i sentieri più oscuri della magia, Reid, benché riluttante, deve esplorare i suoi nuovi poteri. Hanno giurato di essere una cosa sola fino alla fine dei loro giorni...

RECENSIONE
Sì, sì lo so. Di solito si dice che i sequel non sono mai belli come il romanzo d'origine. Il primo. Beh, Shelby Mahurin è la dimostrazione che non è affatto così. Attendo di avere tra le mie mani Il Regno di Carne e Fuoco di Jennifer Armentrout per poter dire lo stesso, perché anche se mi piacque molto la serie Caldo come il fuoco, sono sicura che mi darà grandi soddisfazioni con questo sequel. Poi lo sapete, oh. Io adoro i villain e gli anti-heroes. Blood & Honey è un romanzo, stavolta, nel quale riponevo molte aspettative. Mi sono resa conto che, per quanto mi impegni a non partire con alte aspettative con nessun romanzo, stavolta è stato impossibile non averle. Blood of Booktube aveva messo su Instagram una gif esplicativa di una scena in questo romanzo, ed ero molto curiosa di leggerlo. Però non c'era. Va beh.

Niente che valga la pena di avere è facile.
(Reid Diggory)

Ma partiamo dal principio. Louise Le Blanc e Reid Diggory stanno scappando dalla Dame des Sorcières e anche dai Cacciatore di Re Auguste, che danno loro la caccia dopo quanto avvenuto a Chateau Le Blanc. A Chateau, dove Reid ha scoperto di avere i poteri e di essere, di fatto, una strega maschio - maschi che vennero banditi dallo Chateau per ordine di Morgane - e ha salvato la vita di Lou. Uccidendo il vescovo, ovvero l'unico padre che lui abbia mai conosciuto. Perché il suo vero padre, Re Auguste, è uno stronzo di merda. Beh, scusate il francesismo, ma lo è. Auguste è uno dei personaggi peggiori, lineare e che non subisce alcuna evoluzione. Proprio come Morgane. In un certo senso, possiamo considerare lui e Morgane due villain comprimari. Louise, andando contro il suo istinto, decide di seguire le decisioni di Reid e di tentare di stringere un'alleanza con Le Dames Rouges, la tipologia di streghe di sangue da cui proviene Coco, e i loup garou. Una cosa che ho amato alla follia è stato legger - sentir nominare - La Bestia del Gevaudan. Dove sono i miei fan di Teen Wolf, eh? Venite fuori, su! Se siete fan di Teen Wolf, non potrete aver collegato le due cose! Io ho fatto un salto nel letto quando ho letto della Bestia del Gevaudan... Beh, l'ho fatto anche quando l'ho letto nella mappa a inizio libro! Guardatela bene, non saltatela! E' fondamentale!

"Un segreto è una bugia ben vestita, ma alcuni segreti vanno mantenuti per forza."
(Morgane Le Blanc)

Mentre Louise scopre che i suoi poteri si stanno espandendo e, lentamente, sta diventando sempre più disposta a sacrificare pezzi di sé e ricordi per essere più potente di sua madre; Reid combatte contro i sentimenti contrastanti dell'aver scoperto di essere una strega. Si trincera dietro i traumi, la razionalità, fino ad arrivare alla negoziazione e all'accettazione di ciò che è davvero. Ansel, dal canto suo, avevo dimenticato com'era esteticamente porello, ho dovuto andare a cercare fanart su Pinterest (stavolta, però, ero già ben oltre la metà del romanzo quindi non ho beccato spoiler) per ricordare com'era, è un ragazzo fragile sia fisicamente che emotivamente, ma vuole aiutare. E sarà il suo buon cuore, suo malgrado, la sua stessa rovina. Coco, invece, intercederà presso La Voisin affinché aiuti Lou. Menzione d'onore per Nicholina, lo spirito mangia-cuori più inquietante di cui abbia mai letto.

"E tu come sei diventata così, Louise? Tutti facciamo delle scelte. Tutti ne paghiamo le conseguenze."
(Nicholina)

Un romanzo che alza sensibilmente l'asticella rispetto al precedente. Non solo i personaggi si ritrovano più e più volte a che fare con la morte, ma si ritrovano a fare i conti anche con i loro traumi - come vi dicevo più su - e i loro problemi irrisolti. In questo romanzo, quello centrale come in ogni trilogia che si rispetti, le difficoltà per i protagonisti diventano più toste. E i personaggi si ritrovano a chiedersi se vogliano soccombere agli eventi, oppure vogliano far qualcosa per far sì che questi vadano come desiderano. Affinché ognuno di loro abbia il futuro per cui ha lottato finora.

"Vivi oggi, Reid, per poter vivere domani. (...)"
(Beau)

Un sequel che vi consiglio caldamente, scritto in modo molto easy, con una scrittura fluida e accattivante e dal quale non riuscirete a staccarvi. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico romanzo:
"La sua vita valeva più del mio orgoglio ferito. Più tardi, alla fine di tutta quella storia, gli avrei mostrato quanto si sbagliava a proposito della magia. A proposito di me."
(Louise Le Blanc)


xoxo,
Giada

giovedì, luglio 06, 2023

RECENSIONE DI THE ATLAS SIX (THE ATLAS #1) DI OLIVIE BLAKE

Buona sera, Fantastics! Ci ho messo un bel po' a finire di trascrivere le citazioni tratte dal romanzo, sapete che è mia consuetudine farlo, dato che la maggior parte dei libri che recensiscono appartengono alla biblioteca del mio comune. Era da un pezzo che rimandavo la lettura di questo romanzo, fortunatamente sono riuscita a recuperarlo grazie alla Rete Bibliotecaria Padovana, e anche se non si sa quando, nel 2023 uscirà il sequel, mi sa tanto che lo leggerò in inglese come sto per fare con Fourth Wing - sì, finalmente il corriere me l'ha consegnato e, dopo l'operazione, quel magnifico romantasy sarà tutto mioooo!


PREMESSA
Vi confesso che conoscevo, di fama, The Atlas Six. E' un dark academia, quindi ambientato in un'accademia per maghi super segreta ed elitaria, che ha come obiettivo quello di conservare e studiare i testi dell'antica Biblioteca di Alessandria. Sì, vi ricordate quella che abbiamo studiato alle medie e alle superiori, e che andò distrutta in un incendio? Qualunque appassionato lettore o potenziale scrittore ha sempre desiderato, almeno una volta, poter leggere i testi che andarono distrutti in quel maledetto incedio. Io, per quanto mi riguarda, lo considero una delle più grandi perdite del mondo civile. Ma qui, in questo setting fantasy, la Biblioteca è sopravvissuta. Ha finto di morire. I personaggi di Riverdale e Supernatural ne sanno qualcosa a tal proposito *wink wink* Ad ogni modo, l'ho amato. L'ho amato profondamente! 
Penso sia uno dei migliori romanzi del 2023, a mani basse.

TRAMA (DA LA FELTRINELLI.IT)
Segreti. Tradimenti. Potere. Benvenuti nella Società Alessandrina.

«Cos'altro se non la morte potrebbe conferire una tale vita alla conoscenza che proteggiamo?»

Ogni dieci anni, ai sei maghi più talentuosi in circolazione viene offerta la possibilità di conquistarsi un posto nella Società Alessandrina, l'istituzione più segreta ed esclusiva del mondo, che garantirà loro potere e prestigio oltre ogni limite. In occasione della nuova iniziazione, il misterioso Atlas Blakely sceglie: Libby Rhodes e Nico de Varona, due fisicisti che controllano gli elementi e sono in competizione da tempo immemore; Reina Mori, una naturalista che comprende il linguaggio della vita stessa; Parisa Kamali, una telepatica per cui la mente non conosce segreti; Callum Nova, un empatico in grado di far fare agli altri qualunque cosa; e Tristan Caine, capace di smascherare qualsiasi illusione. Ciascuno dei prescelti dovrà dimostrare di meritare l'accesso alla Società e lottare con tutte le sue forze per ottenerlo, sebbene ciò significhi stringere alleanze con i nemici giurati e tradire gli amici più fidati. Perché, anche se i candidati straordinari sono sei, i posti nella Società sono solo cinque. E nessuno vuole essere eliminato. Costi quel che costi.
Venduto in oltre 18 Paesi, The Atlas Six, primo volume della trilogia di Olivie Blake, è divenuto un caso editoriale internazionale grazie a Tik Tok ancor prima della pubblicazione, ha esordito nella classifica del New York Times ed è già attesissimo dai lettori di tutto il mondo.

COME COMINCIA
Forse erano materiale ormai trito e ritrito tutti i riferimenti alla biblioteca reale di Alessandria che erano già circolati per il mondo. La storia aveva dimostrato che la biblioteca tolemaica era un argomento dal fascino inesauribile; vuoi perché l'ossessione per ciò che poteva contenere non aveva altro freno se non i limiti dell'immaginazione, vuoi perché le brame dell'umanità sono più intense quando condivise collettivamente. In linea generale, tutti gli uomini amano il proibito e, in molti casi, la conoscenza è precisamente questo, e ancora di più la conoscenza perduta. Ritrito o no, ognuno trova qualcosa a cui anelare quando pensa alla biblioteca di Alessandria; siamo sempre stati una specie particolarmente sensibile al richiamo del lontano ignoto.
Si dice che, prima di essere distrutta, la biblioteca contenesse oltre quattrocentomila papiri di storia, matematica, scienza, ingegneria e anche magia. Molte persone erroneamente presumono che il tempo sia un pendio con un'inclinazione costante, un arco regolare di crescita e progresso, ma quando la storia viene scritta dai vincitori il racconto spesso può mal rappresentare la forma. In realtà, il tempo come lo viviamo noi procede semplicemente come un'onda, con un andamento più circolare che lineare. Le tendenze sociali e gli stigmi cambiano, e la direzione in cui si muove la conoscenza non è sempre in avanti. Lo stesso vale per la magia.
La verità poco nota è che la biblioteca di Alessandria andò a fuoco per salvarsi.

RECENSIONE
Beh, raga. Non c'è altra gif giusta per esprimere ciò che sento in questo momento. The Atlas Six (che pochi secondi fa avevo chiamato The Atlas Paradox, il sequel. Va beh, tanto sarà mio anche quello lol) è un romanzo incredibile. E' un trattato sulla forma dell'universo, sulla composizione dell'universo e su ciò che compone noi stessi come persone. Perché, come ogni romanzo fantasy che si rispetti, non riguarda solo l'aspetto 'magico' di per sé, ma soprattutto il lato umano. E' questo, in fondo, che mi fa amare ogni volta questo genere letterario e, soprattutto, il motivo per cui ho sempre amato scrivere fantasy: puoi canalizzare e analizzare i comportamenti umani e le emozioni degli umani attraverso un contesto fantasy. Il fantasy è molto profondo. Basta solo esser disposti a comprenderlo. 

La grandezza non è facile; questo Dalton non lo disse, né aggiunse che la grandezza non veniva mai offerta a chi non era pronto a farsene carico.
(Dalton Ellery)

The Atlas Six, dal canto suo, non è da meno. Ogni personaggio è un tassello che compone una sfaccettatura delle emozioni e dei traumi umani. Un coping mechanism che differenzia, a modo suo, ogni personaggio. Abbiamo Libby Rhodes, una fisicista capace di cose inimmaginabili, che oltre ai suoi witty banter con Nicolàs de Varona (l'ho amato alla follia, questo personaggio!), sta ancora cercando di elaborare il lutto per sua sorella, morta per una malattia degenerativa non specificata - e, penso, non volutamente specificata. Potrebbe essere qualunque cosa. Nicolàs, che si crede borioso e arrogante, quando in realtà ha il cuore tenero e cerca di sobbarcarsi i problemi altrui perché è questo, in fondo, il suo modo di dimostrare affetto. Anche le continue discussioni e il rapporto chiaramente disfunzionale e codipendente con Libby sono un chiaro esempio di quanto i due siano fatti l'uno per l'altra. Non preoccupatevi. Non è uno spoiler, per quanto io abbia sperato fino alla fine un threesome tra Libby, Nico e Tristan. Tristan, le cui daddy issues hanno plasmato, a suo modo, il suo potere di vedere oltre le illusioni. Callum Nova, un empatico che all'apparenza non sente nulla, che si comporta in modo cinico e da stronzo solo perché sente troppo. Quel "Io sento immensamente" mi ha colpito come un pugno in pieno stomaco, perché anche io sono così. Anche io ho sempre l'impressione di sentire troppo. Troppo. Poi c'è Reina Mori, una figlia illegittima di una delle famiglie giapponesi più potenti, che è una batteria per la Natura. La Natura che le parla in un modo totalmente divertente e quasi infantile. Talmente potente da non riuscire a controllare niente del suo potere, nemmeno una briciola. Parisa Kamali. Beh, Parisa è sicuramente il personaggio più interessante di tutti, una femme fatale che sa cosa vuole e non si vergogna a usare il sesso, il proprio corpo, per ottenerlo. Ma come tutti i personaggi ben costruiti, anche la bellissima Parisa nasconde un segreto che la rende fragile. I personaggi di contorno, se così si possono chiamare, sono altrettanto interessanti: c'è Gideon Drake, l'amico di Nico, che tenta di scappare dalle grinfie della sua madre-sirena criminale  che lo vuole usare e vuole usare il suo particolare potere; c'è Dalton Ellery, la marionetta di Atlas, cioè è una cosa palese a chiunque lo legga. Un uomo che non sa nemmeno più chi è e cosa vuole dalla sua vita. E' una totale marionetta. C'è Atlas Blakely, enigmatico, misterioso. E infine c'è Ezra Fowler, il noioso fidanzato di Libby. 

"Siamo così per via di quello che abbiamo, non per quello che ci manca." disse Callum, all'improvviso insofferente. "Chi sarebbe Parisa se non avesse visto i pensieri di suo fratello? E se Reina non fosse stata sfruttata da quando è nata?"
(Callum Nova a Tristan Caine)

Allora, premetto che io avevo già capito chi era il vero villain e il complice del villain già a pagina 200. Quindi il grandioso colpo di scena che avrebbe dovuto sconvolgermi, non mi ha sconvolto affatto. Insomma, devo decidermi a iniziare i libri games. Sono troppo brava a trovare i colpevoli. Ad ogni modo, ogni capitolo è in terza persona e presenta il titolo del POV di quel personaggio. La terza persona ha aiutato molto, probabilmente se fosse stato in prima sarebbe stato troppo confusionario. Inoltre la caratterizzazione è molto ben fatta, con elementi e pensieri e manie che solo determinati personaggi avrebbero. E' stato facile empatizzare con loro, con tutti e sei, a dir la verità. Quando uno scrittore ci riesce, per me è sempre un gran punto a suo favore, perché vuol dire che è riuscito ad appassionarmi alla storia. Completamente. E se uno scrittore mi conquista, mi fa venire voglia di leggere anche il resto della saga o della trilogia. Per fortuna, questo è stato il caso. Voglio dire, come sempre sono partita senza aspettative, ma almeno non sono stata delusa. Sarebbe stato tremendo!

"La guerra è come il compromesso: entrambe le parti devono perdere qualcosa per vincere."
(Parisa Kamali a Dalton Ellery)

La Società Alessandrina e la sua diretta rivale, Il Forum, sono molto interessanti. Spero nel sequel di trovare risposte su come sono strutturate entrambe, perché sono molto curiosa.

Inoltre, il senso di circolarità del romanzo, con Dalton che parla ai potenziali candidati e il fatto che sia lui, alla fine, sempre a parlare, è molto bella. Dà un senso di simmetria, come direbbe Atlas Blakley. 

Vi lascio con una citazione tratta da questo magnifico romanzo, a cui ho dato 5 stelle, e di cui non vedo l'ora di leggere il sequel. Tanto già lo so, non resisterò ad aspettare finché arriva quello italiano. Prenderò quello in inglese. 
"Perché il problema della conoscenza, Rhodes, è la brama inesorabile che suscita. Più sai, meno ti sembra di sapere. Per cui, spesso gli uomini perdono la ragione nell'inseguirla."
(Atlas Blakely a Libby Rhodes)

xoxo,
Giada
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