sabato, novembre 30, 2024

RECENSIONE DI LE COORDINATE DELLA FELICITA' - DI SOGNI, VIAGGI E PURA VITA - DI GIANLUCA GOTTO

Buon pomeriggio, Fantastics! E benvenuti nella mia prima recensione di un testo di nonfiction italiano - i miei primi esperimenti sono sempre stati di libri americani o inglesi, quindi è una gran prima volta anche per me :) Nello specifico, è la mia prima lettura di un'autobiografia, un'autobiografia che mi ha dato speranza e luce in un momento di grande crisi personale - sempre le solite cose, non serva che ve le ripeta di nuovo per l'ennesima volta.

PREMESSA
Giuneitesti ha letto 'Succede sempre qualcosa di meraviglioso' di Gianluca Gotto, quest'estate. L'ho segnato, ovviamente, nella mia TBR, perché sapete quanto io ami i libri introspettivi, dolorosi e intensi. Ecco, poi nella Rete Bibliotecaria ho trovato 'Le coordinate della felicità' e ne sono stata attratta subito. Ho rimandato, perché avevo altre letture in sospeso - in realtà, ora ne ho ben 10, ma andrò con calma. Mi voglio godere ogni singolo libro, visto che non so ancora come e quando mi verrà fatta l'operazione, ma almeno non sarà chirurgica. Sarà plastica, di ricostruzione. E non so ancora nulla di nulla, se non che, perlomeno, ora mi sento più rincuorata. Anche se il preciclo mi sta distruggendo, oggi. In realtà sono almeno un paio di giorni che mi fa stare male, quindi cercherò di non divagare troppo nella recensione e di raccontarvi in cosa ho trovato questo libro così splendido da dargli cinque stelline.

TRAMA (DA AMAZON.IT)
"Io la sognavo una vita così. Una vita in cui poter girare per l'Asia per mesi, per poi svegliarmi una mattina a Bali e decidere su due piedi di voler tornare in Europa. Passare un paio di giorni a Bangkok per mangiare pad thai e salutare l'Oriente. Andare a trovare mia nonna a Torino, poi salire a bordo della mia casa su ruote e ripartire. E alla prima sera on the road, guardando le stelle, discutere con la mia anima gemella della prossima meta. Oppure viaggiare e basta, senza meta, inseguendo solo ed esclusivamente le coordinate della felicità. Sognavo di poter fare della stanza di una guest-house o della hall di un aeroporto il mio ufficio e del mondo intero la mia casa. Poter lavorare in remoto da qualsiasi punto del pianeta e guadagnarmi da vivere facendo ciò che più amo. La sognavo una vita così: libera. E vi dico la verità, da qualche parte tra la testa e il cuore sentivo di potercela fare per davvero, fin dal primo giorno. Forse è quello che ha fatto la differenza: crederci. Crederci sempre."

RECENSIONE
Per affrontare questa recensione, che spero non diventi lunghissima o infinita, come quella che stava diventando su Instagram - ci sono stata per un pelo dentro le 2k parole, è doverosa una premessa: ero in un momento molto buio, di crisi personale, quando ho iniziato questo libro dieci giorni fa. Mi sentivo stanca, esausta, dal mandare ventimila CV in giro per tutta la provincia di Padova, fare colloqui, smarcare truffe di lavoro e via dicendo. Non vedevo la luce in fondo al tunnel. Ero davvero molto più di morale, e il fatto che in ospedale avessero sbagliato a farmi la risonanza magnetica e poi avessero dato la colpa a me, è stato quello che mi ha dato il colpo di grazie. Quindi thanks but no thanks a quegli utenti di Goodreads che hanno criticato la supponenza e l'arroganza di Gianluca in questo libro, una cosa che io non ho visto. Io posso solo dire che mi ha aiutato. Mi ha dato la speranza.

Gianluca Gotto racconta la sua vita, in questa autobiografia, e parte da quando era un ragazzo di vent'anni che frequentava l'università di Torino. Una facoltà a caso, che sentiva imposta e su cui non aveva voce in capitolo. Era infelice, e non ne capiva il motivo. Io, a differenza sua, ho fatto una facoltà che amavo. Ho sempre amato ciò che studiavo, quindi questa parte non è risuonata molto con me. Tuttavia, la sua insoddisfazione l'ha spinto a chiedersi cosa lo rendesse davvero felice. Perché si sentisse così. Perché non desiderava le stesse cose che volevano gli altri suoi coetanei. 

E la risposta è arrivata quando la sua insoddisfazione, così grande, l'ha spinto a prenotare un viaggio di sola andata per l'Australia insieme alla sua ragazza, Claudia. Ammiro la sua intraprendenza, in passato forse non avrei colto lo spirito che spinge una persona ad andarsene, ma a dieci anni dai miei vent'anni, se non avessi avuto tutti questi problemi di salute, sono sicura che avrei fatto l'Erasmus per il Brasile. E poi sarei rimasta lì. Perché ho sempre amato il calore e l'affetto delle persone del Sud America. Forse, in passato non mi sarei buttata. Ora, invece, è una cosa sento di poter dire che farei. Banalmente, mi trasferirei anche solo a Milano, per lavorare negli uffici di qualche multinazionale che ho incontrato nei colloqui di Joinrs. E, se a Gianluca stava stretta la routine, la quotidianità, per me è ciò che voglio. E' una cosa di cui sento di aver bisogno perché mi fa stare bene, purché mi lasci il tempo di coltivare le mie passioni: questo blog, la scrittura di tutti i miei romanzi e la loro pubblicazione, e il condividere le mie letture su Instagram, dove ho conosciuto, in undici anni di blogging, tante persone appassionate di libri come me. Non è una cosa da sottovalutare, il trovare le tue persone. Può fare la differenza. 

Gianluca mi ha insegnato il valore del sacrificio e nel credere nei propri sogni, fino alla fine. E in una delle frasi che è diventato il mio mantra:

Disciplina, rispetto e studio, le stesse tre caratteristiche fondamentali per diventare un giocatore di poker vincente secondo Peter. Probabilmente erano tre concetti validi in qualsiasi aspetto della vita.

Questo mi ha fatto riflettere molto su ciò che voglio, e mi ha dato la spinta a organizzarmi per una cosa che non dirò da nessuna parte per scaramanzia. Solo che mi ha spinto a organizzare il mio tempo, in modo da concedermi relax e non stressarmi troppo, dato che la prima volta non è andata bene. Gianluca mi ha dato lo spunto per cambiare prospettiva, grazie alle sue parole. E avere un atteggiamento positivo nei confronti anche delle cose brutte che mi sono capitate in passato, perché la vita è così. Le cose brutte capitano. Conta solo come le affrontiamo. E se facciamo ciò che amiamo, se coltiviamo i nostri sogni senza, tuttavia, dare meno valore al resto. 

Se c'è una cosa che Gianluca mi ha insegnato, è che se lavori sodo anche quando nessuno guarda - specialmente quando nessuno guarda, alla fine tutta la tua fatica e i tuoi sacrifici verranno ripagati. Devi solo avere fede nell'Universo, e donare amore, dare amore e buoni sentimenti.

Un libro bellissimo, profondo, che mi ha colpita dritta al cuore.
(ora vado a finire di trascrivere le citazioni, perché lunedì lo riporto in biblioteca)

Vi saluto con una frase molto bella, che mi ha colpito molto:
": promisi a me stesso che avrei reso la mia vita la storia migliore che avrei mai potuto immaginare."
(Gianluca)

Sì, Gianluca. E' una promessa che ho fatto anche io a me stessa, dopo aver letto la tua esperienza.

xoxo,
Giada

sabato, novembre 23, 2024

RECENSIONE DE IL RE MALVAGIO (THE FOLK OF THE AIR #2) DI HOLLY BLACK

Buona sera, Fantastics! Quanto si sono accorciate le giornate, vero? Io lo trovo di una tristezza infinita, davvero. Qui sta già diventando sera, e sono solo le 16.15, una cosa allucinante e orribile per me, che amo il caldo e il sole. Ad ogni modo, i'm on my way per quanto riguarda la lettura della saga di The Folk of the Air, ora sono esattamente a metà! E cazzo, se Cardan è il Wicked King, è un Bastard King!

PREMESSA
Allurrra, ho un sacco di romanzi da leggere che mi scadono - i prestiti della biblioteca, dopo 2 rinnovi, scadono e bisogna restituirli - quindi, alla fine, ho deciso di leggere questo. L'avevo già rinnovato due volte, e avevo il pepe sul culo per quanto riguarda il terminarlo. Cioè, lo avrei letto in ogni caso, questa era solo la spinta che mi serviva per proseguire con la saga. Jude, oh Jude, penso sia uno dei personaggi femminili più badass di cui io abbia mai letto. Una ragazza forte, tosta e anche molto sensibile. Sebbene lo nasconda, è chiaramente molto sensibile. Insomma, preservare la propria sanità mentale nel Regno degli Elfi non dev'essere una cosa facile da fare. Chissà se gli Elfi hanno gli psicologi lol

TRAMA (DA LIBRIMONDADORI.IT)
Devi essere abbastanza forte da colpire e colpire e colpire ancora senza stancarti.

Le piaceva la sua rabbia, il suo fuoco. La rabbia era sempre meglio della paura. Sempre meglio che ricordarsi di essere una mortale che viveva in mezzo ai mostri.


Per tenere al sicuro il fratello più piccolo, Jude è stata costretta a legare a sé Cardan, il re malvagio, mettendogli a disposizione, in cambio, il proprio potere, indispensabile per mantenere saldo il trono.

Ma per la ragazza la convivenza con lui non è affatto semplice, visto che alla già difficile situazione della corte, dove le alleanze sono tutto tranne che stabili, si somma l’estrema imprevedibilità di Cardan. Quest’ultimo, infatti, incapace di liberarsi della fascinazione che prova per Jude, fa di tutto per umiliarla e comprometterne la credibilità.

Inoltre, qualcuno di molto vicino alla ragazza sta per tradirla, minacciando la sua vita e quella di chiunque lei ami.

Venuta a conoscenza del pericolo imminente, Jude, sempre in lotta coi suoi sentimenti per Cardan, si lancia alla ricerca del traditore…

RECENSIONE
WHAT A FUCKING RIDE IT WASSSSS! Il Re Malvagio non soffre di sicuro della sindrome dei sequel, ovvero che non reggono il confronto con l'originale, perché per la miseria, questo romanzo breve è TANTA TANTA ROBAAAA! E quel finale? Una bomba!

Jude Duarte ha manipolato Cardan Greenbriar, affinché salisse al trono. Facendo in modo che Farnia (in originale Oak) lo incoronasse come legittimo erede al trono, dopo il massacro della famiglia di Cardan alla fine del romanzo precedente. Cardan non vuole essere Re, vuole solo divertirsi, bere, ubriacarsi e scopare con chiunque e dovunque, fregandosene dell'apparenza a cui dovrebbe badare un Re. Jude, infatti, macchina e trama alle sue spalle, nascondendogli segreti e cose che, invece, potrebbero tornargli utili. Al suo fianco ci sono La Corte delle Ombre, la rete di spie di Palazzo, con Bomba, Blatta e il Fantasma. Tuttavia, la Regina del Mare, Orlagh, vuole concludere il matrimonio di quella stronzetta di Nicasia, sua figlia, con Cardan o muoverà guerra alla terra. La terra, che risponde alla magia di Cardan, e che influenza i suoi abitanti in modo palese.

Cardan è un personaggio grigio, morally grey, che si muove in primo piano rispetto alle macchinazioni di Jude. Infatti, si considera la sua marionetta. Ma non sono solo i nemici veri e propri a macchinare contro di lui, anche il suo stesso Gran Generale, il padre di Jude, lo fa. Ed è deciso più che mai a rovesciare la neonata monarchia per poterla controllare lui stesso, e distruggerla dall'interno.

Devo dire che 'il gioco di troni, re e regine' mi ha ricordato moltissimo Game of Thrones, sebbene questa sia una versione fatata del mondo di Martin. Gli Elfi e tutto il Piccolo Popolo sono come lo ricordavo: infido, cattivo, pronto a raggirarti alla prima occasione buona e ad approfittare degli umani non appena può. In fondo, mi ha ricordato The Darkness, dove le fate sono esattamente così. E sì, lo so che l'avevo detto anche con la recensione del primo romanzo della saga, Il Principe Crudele, ma le mie opinioni non sono cambiate in merito. 

Penso che Cardan sia follemente innamorato di Jude, e che il modo contorto che ha di dimostrarlo - esiliandola nella Terra degli Umani, tenere distanza da lei dopo averla salvata agli Abissi e da Orlagh - lo dimostrino in modo palese. Ma Cardan, YOU BITCH!

NON MI RIPRENDERO' MAI DA QUEL FINALE.
MAI.

(Ora voglio La Regina del Nulla, però)

Anche a sto giro ho fatto l'orecchia a moltissime pagine, e sono troppo gasata per sfogliare il libro a cercarne una che mi piaccia da mettere qui. E sì, anche perché voglio finire di vedere Cruel Intentions (2024), la serie. Perché stasera mi concedo una pausa dalle serie tv e mi guardo un paio di film.

xoxo,
Giada

lunedì, novembre 18, 2024

RECENSIONE DI REVOLUTIONARY ROAD DI RICHARD YATES

Buona sera, Fantastics! Sono state due settimane ricche di emozioni, e non è ancora finita, ma almeno penso che il peggio sia passato - wait till dovrò pentirmi di averlo scritto, per altre notizie. Ad ogni modo, finalmente sono riuscita a finire Revolutionary Road e ne sono davvero felicissima! Anche Yates rientrava tra gli autori da sperimentare quest'autunno, o in caso contrario nella primavera del 2025, e sono felice di averlo sperimentato :)

PREMESSA
Non ricordo chi, dei blogger che seguo su Ig, abbia letto questo romanzo. Forse Malitia in Wonderland, tantissimi anni fa. So solo che, da quando l'ho visto, non ho fatto altro che pensarci. Avete presente i film di critica sociale, a tratti horror e splatter, come The Menu o Ready or not? ecco, una cosa simile. Revolutionary Road mi ha ricordato The Menu, senza assassino folle compreso, chiaramente. E devo dire che ho provato tanta, ma tanta di quella rabbia per Frank e per come faceva gaslighting ad April che non avete idea. Mi ha ricordato una coppia che conosco, alla lontana. Impegnata soprattutto a mantenere le apparenze nella società, piuttosto che esser sincera con sé stesso. O meglio, rifiutandosi di esser sincera con sé stessi, e mantenendo i loro grossi problemi familiari dietro porte chiuse. Il che è la realtà dei paeselli in cui viviamo, no? Il complesso di Revolutionary Hill è proprio questo.

TRAMA (DA IBS.IT)
È il 1955; i Wheeler sono una coppia middle class dei sobborghi benestanti di New York, che coltiva il proprio anticonformismo con velleità ingenua, quasi ignara della sua stessa ipocrisia: la loro esistenza scorre fra il treno dei pendolari, le cenette alcoliche con i vicini, le recite della filodrammatica locale, ma Frank e April si sentono destinati a una vita creativa e di successo, possibilmente in Europa. Nella storia della giovane famiglia in apparenza felice la tensione è nascosta ma crescente, il lieto fine impossibile, e l'inevitabile esplosione arriva con una potenza da dramma shakespeariano.

RECENSIONE
Sapete, non leggo un romanzo di satira sociale dai tempi della quinta superiore e del terzo anno di università, all'incirca. Leggerlo, è stato come tornare sui banchi di scuola. E mi ha ricordato anche come, nonostante siano passati tanti anni, la società in fondo non sia cambiata di una virgola.

E' il 1950, Frank ed April Wheeler si sono appena trasferiti a Revolutionary Hill, nel complesso di Revolutionary Road gestito dalla zelante e cinguettante Helen Givings. La loro famiglia è composta da Frank, grande lavoratore nell'azienda ch'era stata di suo padre, la Knox Machines; April fa la casalinga, e i loro due bambini: Michael e la bimba di cui ora mi sfugge il nome. All'apparenza, sono la famiglia perfetta. Amorevole, cordiale, gentile. Ma sotto questa facciata, si nascondono i demoni del passato che si uniscono a quelli del presente e che rendono l'atmosfera pesante. Frank è infelice nella sua relazione con April, sente di essere a punto morto della vita e fa un lavoro che odia e che gli richiede il minimo indispensabile. April è una casalinga a cui comincia a stare stretta la vita nel paesello di cui tutti sanno tutto di tutti, sebbene provino a nascondersi qualche segreto. April è una donna nevrotica e piena di rabbia, tuttavia sin dall'inizio della sua relazione con Frank ha sempre messo in chiaro di non volere figli. Ma, per una qualche ragione che all'inizio nemmeno lei riesce a spiegarsi, si è sempre trovata ad averne. Due, per l'esattezza. Il fatto che April non voglia figli è reso chiaro sin dal principio, ed è una cosa a cui Frank si è sempre opposto con grande forza. Tanto da risuonare le parole che ora, gli americani stessi, dicono alle loro mogli o compagne dopo l'elezione di Trump:

your body, my choice
il tuo corpo, la mia scelta
Perché quello che fa Frank, sin dall'inizio della loro relazione, è costringerla a qualcosa che non vuole. A fare figli. Opporsi all'aborto con tutte le sue forze. April, in poche parole, non ha alcun potere decisionale sulla propria vita e sul proprio corpo. E questa cosa, in tutta sincerità, mi ha fatto incazzare. Frank, d'altro canto, è un finto stakanovista. Odia il suo lavoro, e credo che abbia scelto quella ditta solo per fare un dispetto al padre - il fatto che non si sia messo in contatto con loro per anni, dopo la guerra, ne è un sintomo chiaro e tondo - e ha una relazione extraconiugale che non lo soddisfa appieno. Allo stesso modo, con lo stesso stile a stampino voluto, abbiamo Shep Campbell, ex ragazzaccio che ha messo la testa a posto per la ragazza di cui è accontentato, Milly; mentre sogna di farsi April. E quando succede, il suo sogno d'amore viene brutalmente fatto a pezzi.

L'infelicità, l'insoddisfazione e l'inquietudine che regnano su questo romanzo sono palpabili. La ricca società del ceto medio, all'apparenza felice, è in realtà felice. Si sente persa, sperduta in un mare di cose di cui non sa cosa farsene.

Un romanzo crudo, diretto, senza fronzoli. Un romanzo corale - perché abbiamo moltissimi POV con flashbacks che si uniscono al presente, cioè non vengono nemmeno distaccati dal capitolo originario - con i POV perfino dei bambini, di Howard Givings, di Helen Givings; di Shep Campbell e di Frank. E la cosa tremenda, che ha rispecchiato ancor di più la società, è che né Milly né April hanno un POV loro. Le loro vite vengono conosciute attraverso la voce dei loro mariti, come se solo i loro mariti dessero loro un'aura di tangibilità.

Super consigliato, e pure attuale per i temi che tratta.

Se volete incazzarvi col genere maschile e promuovere i diritti delle donne, è il libro giusto per voi.

Vi lascio con una citazione tratta da questo romanzo, prima di filare a guardare La Ultima (con Aitana Ocana e Miguel Bernardeu) che devo finire assolutamente per iniziare Sense8:
"Le persone intelligenti e sensate dovevano fare buon viso a cattivo gioco di fronte a situazioni del genere, così come facevano con le assurdì ben maggiori rappresentate da impieghi in città mortalmente noiosi e da abituazioni suburbane mortalmente noiose. Le circostanze economiche potevano obbligarti a vivere in un ambiente del genere, ma ciò che contava era non farsi contaminare. L'importanre era, sempre, ricordare chi eri."
(Frank Wheeler)

xoxo,
Giada

mercoledì, novembre 13, 2024

RECENSIONE DE IL REGNO DELLE FIERE (KINGDOM OF THE WICKED #3) DI KERRI MANISCALCO

Buon pomeriggio, Fantastics! Ho un mal di testa atroce, e non ne capisco il motivo. O meglio, spero che sia quello che penso. Nei momenti di forte stress emotivo mi viene sempre un mal di testa terribile che si protrae per ore e ore uff. Ad ogni modo, ho finalmente finito la trilogia dedicata a Emilia Di Carlo e non riesco ancora a crederciii! Gioia e giubilo nel Regno!

PREMESSA
Quando l'ho prenotato un mese fa in biblioteca, pensavo di avere tutto il tempo del mondo per leggerlo. Invece no. Invece, l'ho dovuto finire a tempo record per restiruirlo entro il 14/11, dato che qualcuno l'aveva prenotato dopo di me. E, anche perché Guida il tuo carro sulle ossa dei morti mi ha abbassato così tanto l'umore che, pur non avendone completamente voglia, ho iniziato Revolutionary Road - stasera lo riprendo. Quindi il trash di Emilia & company è stato ben accolto, da parte mia. Ero molto curiosa di vedere come sarebbe finita la storia di quella fastidiosa e idiota di Emilia, e devo dire che le è andata fin troppo bene... Voglio dire, ci sono talmente tanti deus ex machina da far ridere un bambino, ma tuttavia era esattamente ciò che volevo. La Giada che aveva aperto il blog nel 2014 probabilmente l'avrebbe fatto a pezzi. Detestato, addirittura. Invece ora vi dico che l'ho amato. Era esattamente quello di cui avevo bisogno.

TRAMA (DA OSCARMONDADORI.IT)
Emilia è sconvolta da ciò che ha scoperto sulla gemella Vittoria. Ma, prima di affrontare i fantasmi del passato, brama di rivendicare il suo re, l’affascinante Principe Ira. Non vuole solo il suo corpo, anela al suo cuore e alla sua anima: le uniche cose che l’enigmatico demone non può concederle.

Quando un illustre membro della Casata dell’Avarizia viene ucciso, prove schiaccianti incastrano proprio Vittoria, ed Emilia è decisa ad andare fino in fondo e scoprire chi sia quella sorella che credeva di conoscere.

Insieme a Ira metterà in atto un peccaminoso gioco di inganni per trovare l’omicida e placare i disordini che stanno nascendo tra streghe, demoni, mutaforma e le creature più pericolose di tutte: le Fiere. Emilia era stata avvertita: quando si ha a che fare con i Malvagi, nulla è come sembra. Ma se i veri cattivi fossero sempre stati più vicini di quanto credesse?

RECENSIONE
Da dove cominciare, questa recensione? Beh, innazitutto parto col dirvi che ho amato questo romanzo proprio per il suo essere orgogliosamente trash in ogni suo più piccolo aspetto. Credetemi, lo è. Lo è abbestia, ma è proprio questo che lo rende magnificamente fluido e scorrevole. E' bellissimo nel suo essere brutto, capite? Percepitelo così: it's so bad that it's good

Emilia Di Carlo vuole sapere perché sua sorella, la sua amatissima gemella Vittoria, sta facendo la stronza a destra e a manca nel Regno Dei Vizi. Quando muore, all'apparenza, la comandante di Invidia, Vittoria è accusata di omicidio - è la dea della morte, dopotutto, è il suo pane quotidiano ammazzare la gente a random, come poi dimostrerà fisicamente ad Emilia. Emilia, ancora con la bontà e l'ingenuità di un'umana, è decisa a difendere sua sorella, così insieme al quasi-marito Ira, s'imbarca in un'avventura tra i Regni per scagionarla. Il tutto ciò, ovviamente, condito da abbondanti scene di sesso. Okay, posso dire che questo è stato decisamente il lato migliore del romanzo. Il sesso. Tanto, ma tanto sesso. Emilia e Ira non si contengono, e hanno un kink per l'essere visti, come dimostrato poi sulla gondola nel Regno di Gola. 

In un susseguirsi di eventi, scopriamo che non c'è solo una maledizione: ce ne sono due, e sono interconnesse. La prima, lanciata da Sursea (un nome peggiore non potevi trovarne Kerri, eh?) su tutti i Principi dei Vizi, per punirli per aver spezzato il cuore della sua bambina. La figlia della Prima Strega, una ragazza che ha rinunciato a tutto per salvaguardare il suo cuore e non avere più niente a che fare coi demoni di ogni sorta. E la seconda, che riguarda direttamente Ira ed Emilia, che devono sacrificare il loro reciproco amore per non perdersi un'altra volta. Questa parte, oh... Sapete quanto amo quando i due lovers si struggono a vicenda l'uno per l'altro e sono disposti a non vedersi più, a rinunciare a chi amano, pur di vederli felici. 

La mia anima angst è andata a nozze con questo, perché è uno dei miei trope e micro-trope preferiti. Quando i personaggi sono disposti a rinunciare l'uno all'altro per il reciproco bene. Hold on, my dear heart. 

I plot twist non mi hanno sorpreso, voglio dire, avevo capito chi erano le Fiere e chi era la vera figlia della Prima Strega da molto prima della big revelation... Tuttavia, dato che finisce a tarallucci e vino, mi aspetto grandi cose dai romanzi degli altri Vizi. Specialmente per i miei preferiti, in ordine sparso: Accidia, Superbia, Invidia, Lussuria, Gola. Spero che il 2025 porti tanti altri di questi romanzi, perché sono davvero curiosa di vedere cos'avrà in serbo per noi la Maniscalco del mio cuor.

Ora, avrei un paio di citazioni da scrivervi, ma il mal di testa non dà tregua.
Quindi ci salutiamo qui, come avevo già fatto tempo fa, con la promessa di ritornare su questo post per aggiungere le citazioni che non ho ancora aggiunto.

xoxo,
Giada

martedì, novembre 05, 2024

RECENSIONE DI GUIDA IL TUO CARRO SULLE OSSA DEI MORTI DI OLGA TOKARCZUK

Buon pomeriggio, Fantastics! Sapete quando vi siete programmati le prossime giornate, e pensate che finirete di leggere un libro almeno entro i 4 giorni successivi, così per farvi un'idea? Ecco, oggi non avevo in programma di finirlo, ma sono felice allo stesso tempo di averlo fatto lol Tra questo e One Day, la serie, devo dire che il mio umore non era proprio al top - anche se penso che ciò sia da addurre, semplicemente, al fatto che mi stia arrivando il ciclo e mi rende molto più sensibile ed emotiva di quanto io non sia già di mio. Percepitemi così, d'accordo?

PREMESSA
Quando mi sono iscritta a Women's Reading, il gruppo aveva in lettura questo romanzo. L'ho rimandato, all'epoca, perché non era il suo momento. L'ho rimandato ancora - Juniper & Thorn mi sta guardando malissimo, però ho le scadenze anche della biblioteca da aspettare e visto che sono già al secondo e ultimo rinnovo di almeno 3 romanzi, devo dare la precedenza a quelli. Insomma, alla fine è arrivato il suo momento. Un romanzo esistenziale, e dovete leggerlo quando siete di buon umore e non sull'orlo di una crisi di nervi come ho fatto io, veramente tosto in certi punti. Credo che questo sia il mio allenamento per Una vita come tante. Non credete che me ne sia dimenticata. Datemi il tempo di smaltire, ed entro dicembre prometto di recuperarlo. In realtà lo sto promettendo soprattutto a me stessa, perché muoio dalla curiosità. Così come la mia voglia - e non mi è ancora passata - di recuperare I Miserabili - thanks Miss Nerily. Ne è valsa la pena, rimandare. Perché, nonostante tutto, mi sono goduta appieno questo romanzo.

TRAMA (TRA LAFELTRINELLI.IT)
Con la sua prosa precisa e pungente Olga Tokarczuk ricorre ai modi del noir classico per virare verso il thriller esistenziale e affrontare temi come la follia, il femminismo, i diritti degli animali, l'ingiustizia verso gli emarginati.

A Olga Tokarczuk è stato assegnato il Premio Nobel per la Letteratura 2018.

«Una miscela sorprendente di thriller, commedia e trattato politico scritta da una donna di straordinaria intelligenza e sensibilità anarchica» – Sarah Perry, autrice del Serpente dell'Essex

«Un romanzo di sovversiva eleganza» – New Statesman

«"Guida il tuo carro sulle ossa dei morti" vi farà venir voglia di leggere tutto quello che ha scritto Olga Tokarczuk» – Financial Times

Una cosa è certa: queste case non ci saranno più, il mio sforzo è insignificante, sta sulla punta di uno spillo, proprio come la mia vita. Dovremmo ricordarcene sempre.


Janina Duszejko, insegnante d'inglese e appassionata delle poesie di William Blake, è un'eccentrica sessantenne che preferisce la compagnia degli animali a quella degli uomini e crede nell'astronomia come strumento per porre ordine nel caos della vita. Quando alcuni cacciatori vengono trovati morti nei dintorni del suo villaggio, Janina si tuffa nelle indagini, convinta com'è che di omicidi si tratti. Con la sua prosa precisa e pungente Olga Tokarczuk ricorre ai modi del noir classico per virare verso il thriller esistenziale e affrontare temi come la follia, il femminismo, l'ingiustizia verso gli emarginati, i diritti degli animali: surreale, acuto, melanconico, sconcertante, il suo romanzo interroga il presente anche quando sembra parlare di tutt'altro.

RECENSIONE
Adesso che sono finalmente riuscita a leggere - e terminare - Guida il tuo carro sulle ossa dei morti, posso dire che per fortuna l'ho letto in un momento della mia vita in cui, nonostante le crisi di nervi dovute allo stress per l'ennesima operazione chiurugica, sono a mio agio con il tema della morte. Forse perché, e non so se ve ne ho già parlato, nei romanzi che scrivo io il tema della morta è sempre presente, in un modo o nell'altro. E' il mio modo per esorcizzarla. E, ne sono convinta, forse per questo mi sento a mio agio a leggerne. Tuttavia, come sapete, il mio unico limite sono i romanzi come Gideon La Nona. Ecco, quel genere di romanzi così dark, e che hanno come protagonista la morte, scheletri e via dicendo, sono il mio limite. 

Tornando a noi, questo romanzo ha come protagonista Janina Dusnejko, una signora di sessant'anni che vive nella steppa, in una Terra di Nessuno, tra la Polonia e la Repubblica Ceca. Questo villaggio, sperduto e isolato dal mondo esterno, è popolato da poche case e un circolo di cacciatori. Janina, fervente ecologista e amante degli animali, a mio avviso soffre di allucinazioni visive - quando vede la Nonna e la Mamma nella cantina - e di una strana malattia che le irrigidisce le articolazioni, impedendole di muoversi e di riuscire a parlare. Tuttavia, questo non le impedisce di agire come protettrice degli animali, guidata dagli Oroscopi di tutte le persone del circondario. E così, quelle persone che hanno nomi arzigogolati e strani, diventano: Buona Novella, Dyzio, Piede Grande, Il Presidente, ecc. Questo facilita le cose da una parte, ma secondo me accentua ancora di più la sua stramberia. Insomma, fino a metà del romanzo, Janina è una vecchina strampalata, particolare - tanto che perfino nella scuola dove insegna inglese, viene vista come una signora dalle abitudini bizzarre e poco igieniche. I personaggi che ruotano attorno alla sua vita da emarginata, perché questo sono le persone che si sono ritirate dal mondo e che sopravvivono come possono in quel luogo per niente ameno, sono particolari a modo loro. Specialmente il signore dalla cura maniacale - proprio come l'ordine, allo stesso modo maniacale - che ha il figlio - che noi conosceremo come Cappotto Nero, della Polizia - ed è vicino diretto di Janina. 

Un romanzo in cui esistenzialismo, morte ed ecologia si mescolano in modo bizzarro. Strano. 
Ho sentito la mancanza di un pareggiamento di conti karmico tra ciò che ha fatto Janina - e la violenza, per impedire altra violenza, non è mai la risposta giusta - e il male che ha fatto. Non vi dirò quale. 
Però, ecco, visto che si è parlato tanto di etica e morale, volevo che pagasse lo scotto delle sue azioni. 

E il narratore inaffidabile? Devo fare i miei complimenti a Olga per questo, perché avevo puntato tutto sul killer sbagliato lol Mi sa che devo affinare ancora di più i miei sensi, altrimenti non ne vengo fuori al prossimo romanzo thriller o noir lol In quel caso, la trama ha plottato il twist alla grande!

Devo ancora, per l'ennesima volta, trascrivere le poche cit, quindi se mi va tornerò qui sopra a rimetterle. In ogni caso, se avete voglia di sperimentare un romanzo particolare, ve lo consiglio.

xoxo,
Giada
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