martedì, novembre 18, 2025

RECENSIONE DI ORBITAL DI SAMANTHA HARVEY

Buon pomeriggio, Fantastics! E' una bella e fredda giornata di quasi fine novembre, ma per me è ancora un giorno molto triste, perché non riesco a smettere di pensare alla mia amata Luna, ch'è andata sotto una macchina. La mia amata Luna, la mia gattina nera dagli occhi verdi che amava esplorare il territorio attorno casa nostra, è stata investita quasi una settimana fa e io ne sento ancora tantissimo la mancanza… Motivo per cui non sono riuscita a farmi coinvolgere totalmente da questo romanzo breve, iniziato quando lei è morta :(

PREMESSA
Quando ho prenotato questo libro in biblioteca, pensavo che l'avrei letto presto. Poi sono successe tantissime cose, nel frattempo, e l'ho messo da parte. Quando l'ho iniziato, la mia gattina Luna è stata investita da una macchina, e leggere del pianeta Luna non è stato affatto il massimo. Quando ho iniziato questo libro stavo piangendo, piangendo tantissimo per la mia gattina, quindi non sono riuscita a farmi coinvolgere totalmente dal libro. Quindi sì, mi è piaciuto. Ma non tanto quanto mi sarei aspettata o mi aspettassi, perché sembrava un romanzo da cinque stelle e alla fine io gliene ho date solo 3,5.

TRAMA (DA LAFELTRINELLI.IT)
Libro vincitore del Booker Prize 2024

Orbital è un'elegia alla bellezza dell'universo e del nostro pianeta, una fotografia nitida e luminosa delle relazioni tra esseri umani in cerca di salvezza.

«Elegante ed essenziale, questo romanzo è una lettura che fa riflettere.» - Kirkus Review

«Il Moby Dick dei cieli.» - The New Yorker

«In Orbital, la scrittrice Samantha Harvey racconta la Terra vista da 400 chilometri di distanza con una voce lirica ma asciutta, appassionata, dolente.» - La Lettura

«Se i romanzi appaiono quando si ha bisogno di loro, questo un suo scopo lo ha: suggerire una prospettiva a un mondo che una prospettiva sembra non avercela più.» - Laura Pezzino, Tuttolibri


Sei astronauti viaggiano in orbita attorno alla terra, nell'ultima missione da compiere a bordo della stazione spaziale prima che venga smantellata. Vengono dall'America, dalla Russia, dall'Italia, dalla Gran Bretagna e dal Giappone, e hanno lasciato le loro vite dietro di sé per osservare la terra muoversi sotto di loro. Li vediamo nei brevi momenti di intimità in cui ricevono notizie da casa, contemplano le loro foto, preparano pasti disidratati, dormono a mezz'aria in assenza di gravità. E soprattutto, siamo con loro mentre studiano il silenzioso pianeta blu, su cui scorre intensa la vita da cui sono esclusi.

RECENSIONE
Ho già fatto le dovute premesse a questo romanzo, che non ribadisco di nuovo perché due volte penso siano sufficienti. In realtà, a me piace sperimentare nuovi generi letterari, ma penso che sia necessario essere anche nella disposizione d'animo adatta per poterne godere, e non fare come me. Insomma, forse era meglio se mi fossi buttata sul Marchio di Atena di Riordan lol

Altra premessa: ho già sperimentato uno space opera, e non è un genere che fa per me. Questo viene etichettato come space opera, ma su Goodreads le recensioni lo definiscono più come una creative nonfiction, e penso che ciò si adatti molto meglio al romanzo di per sé che non space opera. 

Orbital parla di sei astronauti che attraversano l'orbita spaziale per compiere degli esperimenti. Dal modulo, che ha come direzione la Luna, vedono il mondo e spicchi di mondo cambiare, mutare e trasformarsi sotto di loro, rendendoli degli spettatori silenziosi, passivi di ciò che accade. Come il tifone. Il tifone che è un ottimo device per parlare del clima, della natura e del cambiamento climatico globale. I sei astronauti si chiamano Shaun, Chie, Nell, Pietro e Roman, e provengono da Giappone, Italia, USA, Russia. 

Ho apprezzato molto come si toccassero dei temi importanti come la religione, la presenza/assenza di Dio stesso e dei cambiamenti climatici globali. Il tifone è un mezzo interessante per trattarli, ed è stato usato a dovere, cioè senza renderlo ovvio che fosse un device per trasmettere un messaggio.

Vorrei potervi dire che ho amato follemente questo romanzo, ma non è così. Ho amato, senza dubbio, le descrizioni della natura e del pianeta, il modo poetico e lirico di descriverlo... un modo che mi ha ricordato Discovery Channel (o Geo&Geo), però insomma, finisce lì. Proprio come finisce lì la descrizione dell'infanzia dei personaggi, troppo vaga e tutte troppo simili - ciò ha reso i personaggi piatti, più piatti di quanto fosse necessario, in realtà.

Sicuramente proverò a leggere qualcos'altro della Harvey, sperando che non sia un altro creative nonfiction/space opera.

xoxo,
Giada

giovedì, novembre 13, 2025

RECENSIONE DI PROVACI ANCORA = THE DO OVER DI LYNN PAINTER

Buona sera, Fantastics! A questo giro riesco a scrivere meglio ancora al pc, perché ieri mentre preparavo la cena mi si è rotta un'altra unghia, quindi sono più corte del solito lol Intendo molto molto corte, a livello ansia pre-operatoria ed è stranissimo per me, dopo aver passato 2 mesi con le unghie lunghissime stile strega lol Ad ogni modo, finalmente ho terminato di leggere Provaci ancora *rullo di tamburi*

PREMESSA
Quando ho letto il primo romanzo di Lynn Painter, non avevo aspettative. A dir la verità pensavo fosse un romanzo trashissimo senza arte né parte. Un romanzo senza una morale, fatto soltanto per intrattenere - il che, credetemi, non c'è nulla di male... ma con Lynn Painter mi sono abituata a tutt'altro. Sono romanzi-commedie d'amore molto divertenti, ma con un fondo sotto di insegnamenti che mi piace davvero tanto. 
Voglio dire che un romanzo non deve per forza fare la morale o insegnare qualcosa, va benissimo anche che sia solo per intrattenimento (è per questo che ci sono i romanzi trash), però vi confesso che amo tanto i libri di Lynn Painter. Nel giro di poco tempo è diventata una delle mie autrici preferite, dopo Emily Henry.

TRAMA (DA MONDADORI STORE)
Emilie Hornby è una figlia e studentessa modello, compila liste di pro e contro per ogni aspetto della sua vita, e ama avere tutto sotto controllo. Per questo, quando il giorno di San Valentino nulla va secondo i suoi piani, le crolla il mondo addosso. A darle il colpo di grazia ci pensa Josh, il ragazzo che, almeno sulla carta, sembrava il fidanzato perfetto. Bello, studioso, e affidabile... o così credeva Emilie, prima di scoprirlo a baciarsi con la sua ex nel parcheggio della scuola. Quella sera Emilie va a letto desiderando solo di lasciarsi alle spalle gli eventi catastrofici della giornata, ma al suo risveglio realizza che, per qualche strano scherzo del destino, è di nuovo la mattina del 14 febbraio. Si ritrova così intrappolata in un circolo vizioso temporale, che la costringe a rivivere all'infinito la festa degli innamorati più disastrosa di sempre. Un'unica costante sembra accompagnare ogni versione di quella terribile giornata, per quanto lei cerchi di evitarla: l'incontro-scontro con Nick Stark, il suo compagno di banco musone, che le rivolge a stento la parola. Che l'universo stia cercando di dirle qualcosa?

RECENSIONE
aaaaaaah aaaaaah aaaaah

*respiro profondo*
*riprende la concentrazione*

Iniziare a recensire Lynn Painter mi fa sempre questo effetto, perché mi gasa proprio. Il che mi sarà utile, visto che tra poco finirò la quinta stagione di Blackish e spero che sia di una tacca più divertente di quella precedente, visto che era triste da morire. Ad ogni modo, Lynn Painter si riconferma la grande scrittrice che è: capace di mixare elementi da commedia romantica a elementi che donano profondità ai personaggi, senza tuttavia rendere il romanzo noioso. E non è una cosa da poco, voglio dire, pure le rom-com che vediamo in tv sono noiose se non sono fatte come si deve.

Dovete sapere che la cosa che mi ha attratta di più in assoluto, di questo libro, è stato il time loop. Io ho i film con questo device, questo mezzo narrativo, diciamo. Quindi, quando ho letto nella trama che c'era, mi ci sono fiondata subito. Subitissimo! Comunque se amate questo genere di film, vi consiglio Totally Killer e Auguri per la tua morte (sì, sono entrambi horror comedies)

Emilie Hornby (ho colto il riferimento a Simonetta Agnello Hornby, è stata la prima cosa a cui ho pensato leggendo il suo cognome) è un'eterna romantica, ma allo stesso tempo è una maniaca del controllo. Deve avere tutta la sua vita sotto controllo, specialmente la parte romantica - ecco perché ha un file excel con gli elementi che deve avere un ragazzo affinché la loro storia (o pre-storia) possa funzionare alla grande. Un elenco di caselline da spuntare, ecco cosa. Emilie deve passare il giorno di San Valentino, a scuola, insieme al suo ragazzo: Josh. Josh è, sulla carta, il ragazzo perfetto: gestisce tutti i gruppi di dibattito, è intelligente, gentile, generoso e bla bla. Noioso, a mio avviso. Il suo compagno di laboratorio, Nick Stark, è tutt'altro: alto, buio, tenebroso e uno che sta decisamente sulle sue. Non gli piace, o almeno così pare, stare insieme agli altri. 

I San Valentini ripetuti avvicineranno e riavvicineranno Emilie e Nick più e più volte, fino a quando entrambi non s'innamoreranno perdutamente l'uno dell'altro. Il fatto è che Emilie e Nick sono fatti per stare insieme, sono la coppia perfetta (stavolta non sulla carta) e quindi non potranno mai funzionare. Ma Nick si comporta così perché nasconde un segreto doloroso. Un segreto che ha nascosto a tutti, da quanto male gli fa. Un segreto che lo ha isolato dal mondo intero. 

Come sempre, Lynn Painter fa centro. E' un romanzo divertente, pieno di riferimenti e reference a Taylor Swift, e allo stesso tempo è un romanzo molto profondo, doloroso perfino, che mostra quanto i personaggi siano rotondi e stratificati. Also, sono convinta che il catalizzatore che ha portato Emilie nel time loop sia stato la pepiera vecchia di 50 anni di sua nonna.

Ho amato tutto. Tutto. 
Dall'inizio alla fine. Un romanzo da super cinque stelle.

Off to the next one (Lynn ti prego scrivi altri libri, che li voglio leggere tutti)

xoxo,
Giada

venerdì, novembre 07, 2025

RECENSIONE DI CECITA' DI JOSE' SARAMAGO

Buon pomeriggio, Fantastics! Recensione necessaria, oggi, anche se non sto molto bene soltanto per 'espellere' i miei pensieri riguardo questo capolavoro. Non preoccupatevi, non è un'espressione nuova per me; quando scrivo i miei libri e devo affrontare scene pesanti a livello emotivo le definisco allo stesso modo: in un certo qual modo restano nel tuo 'sistema nervoso', finché non te ne liberi e puoi passare oltre. 

PREMESSA
Come vi ho già detto su Instagram, José Saramago era l'autore che avevo scelto ai tempi dell'università per la tesi di laurea di letteratura portoghese… fino a quando non ho trovato Jorge Amado e me ne sono innamorata. Quindi, il pensiero di leggere i suoi romanzi è sempre stato nel retro della mia mente, ma la vita succede, e poi alla fine mi è passato di mente. Sono felice di averlo recuperato, finalmente. Vediamo se riuscirò anche a leggere Una vita come tante e Rayuela. 

TRAMA (DA AMAZON.IT)
In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.

RECENSIONE
Homo homini lupus (Thomas Hobbes)
Voglio esordire con questa premessa, sia perché ho letto che Ensaio sobre a cegueira (titolo originale portoghese) è ispirato a questa massima; sia perché mi ha ricordato cosa ho scritto nella recensione de La Ballata dell'Usignolo e del Serpente della Collins. Come vi ho parlato, lungamente, di come secondo me il libro mettesse in scena i condizionamenti del luogo in cui una persona vive e che lo conducono a compiere scelte, a compiere certe evoluzioni personali che li portano nella direzione condizionata dalla società. Il Presidente Snow è, infatti, un prodotto della società di Capitol.

Cecità è un romanzo disturbante. Non è per stomaci leggeri. Infatti, da amante del dark romance e del dark fantasy, sono stata colpita dalla profondità dei temi trattati, e anche del modo in cui sono stati trattati, come piace a me: senza fronzoli, direttamente. Insomma, non leggetelo se volete avere sonni tranquilli o non volete sentirvi inquieti e agitati durante il giorno - avevo dimenticato che è questo l'effetto che fanno i romanzi che trattano temi pesanti, specialmente a livello emotivo.

In una metropoli qualsiasi, che potrebbe davvero essere una qualsiasi città del mondo, scoppia un'epidemia di cecità. Si comincia col paziente zero, il primo cieco. E poi il medico, la moglie del primo cieco, una donna che fa la prostituta che diventa cieca mentre è con un cliente. La cosa significativa è che nessuno di questi personaggi, a parte le poche descrizioni fisiche - in questo caso non me ne sono lamentata, perché sapete quanto io ami le descrizioni fisiche dei personaggi - sono caratterizzati da pochi elementi: una benda su un occhio, un occhiale, un odore pungente. Tutto ciò ha reso i personaggi universali, sulla stessa linea della città, in fondo. Cosa rende universale una cosa se non la mancanza di descrizioni specifiche che ne sottolineano l'individualità? 

Tutte queste persone vengono portate in un ex manicomio abbandonato, lercio, senza servizi igienici funzionati. Lasciati a sé stessi da un governo che ha troppa paura di prendersene la responsabilità e che li tratta come lebbrosi - tanto da mettere in appostamento anche l'esercito con l'ordine di sparare a vista. La cosa che mi ha fatto stare male - ecco, magari non leggetelo in preciclo o col ciclo imminente - è stato come l'esercito si sia augurato di uccidere i ciechi imprigionati nel manicomio, quando alla fine essi stessi sono diventati ciechi. E', in fondo, ciò che sento le persone dire riguardo ai migranti: si augurano che i migranti col barcone affondino affinché il governo non debba prendersene la responsabilità. E tutto ciò non vi fa paura? Cioè, questo romanzo è stato scritto nel 1995, e già allora Saramago aveva evidenziato come un essere umano può diventare crudele, anche a parole, con un altro essere umano quando si trova in una posizione di potere elevata rispetto a lui. Come lo percepisca come un nemico, fino a diventare uguale a chi definiva nemico. 

L'epidemia di cecità - hello, Covid-19 - colpisce tutto lo Stato, e i ciechi che vivono nel manicomio vengono dimenticati. Non ricevono più cibo. E il cibo che hanno ricevuto viene mantenuto dalla Camerata due, che costringe prima le persone a dare i pochi beni di valore rimasti loro e poi esprime violenza sessuale nei confronti delle donne. La richiesta delle donne come metodo di pagamento per poter mangiare mi ha ricordato i grandi conflitti del mondo - al momento, ricordo con estrema chiarezza le foto della guerra in Sudan che mi hanno fatto stare male per giorni e giorni - dove le donne vengono usate come merce di scambio o vengono semplicemente considerate dei giocattoli da usare a proprio piacimento dai soldati. Qui, è stata la stessa cosa. Il manicomio diventa un luogo di violenza di ogni genere. Un luogo di pura crudeltà. Un luogo dove, in assenza di uno dei cinque sensi, gli istinti più beceri dell'essere umano vengono a galla; rendendolo poco diverso dagli animali. L'essere umano, spogliato della sua umanità, diventa un animale. 

La moglie del medico, l'unica la cui vista ancora funziona è costretta ad assistere a tutto ciò. Al degrado ambientale e sociale (l'isolamento provoca anche questo - oh, guardate il film sull'esperimento di Zimbardo). Fino a quando scoppia un incendio e finalmente i carcerati possono scappare, guidati proprio dalla moglie del medico. Cosa succede alla società, quando non c'è più nessuno a guidarla? Saramago ci mostra come l'anarchia iniziale, basata sulla legge di Darwin e sul principio che solo il più forte prevale, i gruppi di ciechi cominciano ad organizzarsi e sopravvivere come meglio possono. Certo, muore un sacco di gente. Le strade sono luride. Non c'è più acqua. Non c'è quasi più nulla. Vogliamo parlare della scena del magazzino del supermercato, dove tutti i ciechi sono precipitati giù per la scala ripida e sono morti chiusi in quella scatola putrescente? Credo di non aver mai letto una cosa più scioccante di questa, e credetemi, ne ho lette di molto scioccante nel corso di questi 11 anni di blogging. 

Alla fine, proprio com'era arrivata, l'epidemia di cecità se ne va. 

Voglio parlarvi di un altro tema trattato da questo romanzo: la cecità stessa. Sì, perché è la protagonista essenziale di questo libro. E' una protagonista anch'essa, non è solo una conseguenza. La cecità, più volte descritta nel libro, non è una cecità solo fisica. Siamo ciechi quando lasciamo l'umanità spegnersi. Siamo ciechi quando lasciamo che la violenza abbia la meglio sul nostro senso civico e senso di condivisione. Siamo ciechi quando non aiutiamo il prossimo. Siamo ciechi quando decidiamo di voltarci dall'altra parte, invece di aiutare. Siamo ciechi quando ci lasciamo guidare dagli istinti animali, dimenticando che c'è un altro essere umano di fronte a noi, e che come tale merita rispetto.

La cecità non è solo fisica. La cecità è morale. In un certo senso, definisco questo romanzo anche una cautionary tale su ciò che ci rende umani; su cosa evitare che, in situazioni di grande crisi, la nostra umanità di spegna e ci metta uno contro l'altro. 

Spero che guardiate anche il film - io devo finirlo, oggi. Avevo iniziato ieri sera, ma non mi sembrava il caso di guardarlo all'1 di notte considerato che dopo, ne sono sicura, avrei fatto gli incubi. 

Bello. Bellissimo.
Un romanzo da recuperare assolutamente.

xoxo,
Giada
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...