venerdì, luglio 30, 2021

RECENSIONE DI CALDO COME IL FUOCO DI JENNIFER ARMENTROUT

Buona sera, Fantastics! Oggi è stata una giornata particolarmente intensa, dato che oggi ho ricevuto la mia prima dose di vaccino per il Covid-19 e ieri notte, oltre all'allergia che batteva bene, non sono riuscita a dormire molto a causa dell'ansia che avevo. Insomma, è stato intenso. Ma è andato tutto bene! Zero effetti collaterali - preciso sta cosa perché la sera prima del vaccino ho parlato con una mia compaesana che ha avuto dei tremendi effetti collaterali solo con la prima dose e temeva per la seconda. Ad ogni modo, finalmente posso parlarvi di uno dei romanzi migliori di questo 2021 atipico - come lo sono tutti gli anni, nell'ultimo periodo, btw: "Caldo come il fuoco" di Jennifer Armentrout.

PREMESSA
Ho passato anni e anni a rimandare la lettura di questo romanzo. Non era mai il momento giusto. Non arrivava mai l'occasione giusta per leggerlo. E, siccome avevo notato parecchio hype di fronte ad una delle mie autrici preferite, ero dubbiosa. Di solito, quando qualcosa è caricato di hype o è una ciofeca trash o è un romanzo favoloso. Per fortuna, "Caldo come il fuoco" è risultato essere la seconda e ne sono davvero felice - non so come avrei retto se una delle mie autrici preferite mi avesse deluso!

TRAMA (DA AMAZON)
Il primo bacio potrebbe essere l'ultimo...

Metà demone e metà gargoyle, Layla ha poteri che nessun altro possiede e per questo i Guardiani, la razza incaricata di difendere l'umanità dalle creature infernali, l'hanno accolta tra di loro pur diffidando della sua vera natura. Ma la cosa peggiore, un'autentica condanna, è che le basta un bacio per uccidere qualunque creatura abbia un'anima. Compreso Zayne, il ragazzo con cui è cresciuta e di cui è innamorata da sempre. Poi nella sua vita compare Roth, e all'improvviso tutto cambia. Bello, sexy, trasgressivo, è un demone come lei, e non avendo anima potrebbe baciarlo senza fargli alcun male. Layla sa che dovrebbe stargli lontana, che frequentarlo potrebbe essere molto pericoloso. Ma quando scopre fino a che punto, tutto a un tratto baciarlo sembra ben poca cosa in confronto alla minaccia che incombe sul mondo.

RECENSIONE
Oh My God. Neanche dopo un giorno di pausa, ancora riesco a calmarmi quando penso a questo romanzo. Che figata! Che figata incredibile! Questo libro ha (quasi) tutto ciò che ogni libro deve avere per essere il mio romanzo perfetto: sangue, litigate, sesso. Okay, non presenta sesso; ma uno slow burn tremendamente sexy che non si può ignorare - non si può ignorare il bruciante desiderio di vicinanza che traspare a ogni pagina tra Zayne e Layla; e molto più esplicito nel rapporto tra Layla e Roth. 

"Caldo come il fuoco" ha come protagonista la mezzosangue Layla: una ragazza che possiede sia le caratteristiche dei gargoyle (chiamati qui Guardiani) e dei demoni. E' da quando l'ho letto che non faccio altro che pensare al significato del nome di Layla, un nome che a mio avviso racchiude il suo destino. D'altronde, secondo le popolazioni antiche, il nome conteneva il destino stesso di una persona, no? Ecco, Layla in arabo significa "notte" o "oscurità", lo stesso significato che possiede in ebraico. Considerato come poi la storia si svilupperà, devo ammettere che questa scelta è stata senza dubbio azzeccata. Layla ha la capacità di succhiare via le anime dai corpi sia degli umani che delle creature sovrannaturali, ma nel farlo sta male per giorni e ha le convulsioni come un tossico che si è appena fatto di una dose - così, almeno, lo descrive lei. Layla è una ragazza particolare, nel mondo moderno in cui questo urban fantasy che ha come ambientazione Washington DC (ringrazio i film di Percy Jackson per avermi insegnato i luoghi di maggior interesse, mi è tornato utile anche in questo caso per capire bene il settaggio della location) che viene presa di mira continuamente dalla più popolare della scuola proprio per il suo essere una mezzosangue e vivere insieme ai Guardiani. Il mondo di Layla cambia completamente quando viene avvicinata da un Camaleonte che si era spacciato per un'altra creatura. Una cosa che devo ricordare è che, in quanto metà Guardiana, il suo lavoro dopo la scuola non è un lavoretto part time in un negozio come si vede nei film, ma marcare i demoni per facilitare il lavoro di pulitura da parte dei Guardiani. Il demone di alto rango Roth la salva, e da quel momento tra loro s'instaura una relazione fatta di battutine sarcastiche, ironia e sincerità - almeno, in base alla capacità dei demoni di essere sinceri nelle loro azioni e nell'usare gli altri per i loro scopi personali. Roth, il bellissimo e audace Roth, è stato mandato dal Boss in persona a salvaguardare l'incolumità di Layla. 
Layla, la quale si rivelerà un elemento essenziale nella rivolta tra demoni e Guardiani per il controllo. Okay, non proprio per il controllo, ma in un certo senso è così.

Ho amato i riferimenti alla cultura pop, specialmente alla Trappola del Diavolo di Supernatural e alla formula per evocare/scacciare un demone. L'ho adorato tantissimo, raga! Oltre a ciò, il libro è scritto col POV di Layla, quindi il lettore prova sulla sua pelle ciò che lei prova; facilitando l'empatia col personaggio. E sì, per la prima volta dopo tanto tempo non mi trovo davanti a un personaggio femminile irritante e fastidioso, che si lamenta e basta. Nonostante la valanga di eventi che travolge Layla, e i suoi comprensibili crolli emotivi, lei si rivela una combattente fino al midollo. Affronta di petto ciò che le succede, con coraggio e determinazione. Non mi stupisce che alla fine Roth se ne senta attratto in modo irresistibile, cioè, un personaggio così sfaccettato e complesso farebbe colpo su chiunque! Anche su di me, che quanto a personaggi principali sono un po' esigente.

Ad ogni modo, ho dato cinque stelline a quest'urban fantasy meraviglioso. Più volte vi sentirete #TeamRoth o #TeamZayne a seconda dell'evoluzione, o involuzione, dei personaggi. Ma vi assicuro che amerete ogni singola cosa di questo romanzo. Quello che mi ha fatto scattare e amare i personaggi non è stato il fatto che sia piaciuto a tutti (il romanzo è del 2015), che tutti ne parlassero bene o che Roth sia il mio bad boy ideale, no. E' stato lo slow burn e i quasi-baci. Per Dio, sono stati tutti stupendi!

Non ho trovato citazioni da postarvi, ma non perché non volessi. Stavolta ero troppo presa dal libro per segnarmi qualcosa, giuro! A voi è piaciuto? Per quale team tifate? 

xoxo,
Giada

mercoledì, luglio 28, 2021

TV SERIES LOUNGE: LA CASA DE PAPEL, STAGIONE 1 *SPOILERS*

Buona sera, Fantastics! Postare le recensioni delle stagioni delle serie tv qui si sta rivelando abbastanza tosto, specialmente perché nell'ultimo periodo non mi sento granché bene (sto PMSing hard) e passo il tempo a leggere, fantasticare sul mio romanzo e guardare serie tv. Tornare alla scrittura si sta rivelando difficile, non so per quale ragione, ma ho intenzione di prenderla con calma. Rilassarmi. Liberare la mente. Costringermi sarà solo peggio. Ad ogni modo, penso che stasera sfornerò almeno due recensioni di serie tv, poiché voglio togliermi dalla mente alcune di queste - La Casa de Papel è una di queste.

DETTAGLI
Piattaforma (attuale) in cui vederlo: Netflix
Genere: Mystery, Crime, Heist (rapina)
Consigliato per chi ama: le storie di rapine, le storie su rapinatori
Airing Time/Date: 2017

TRAMA
Spagna. Una donna, che sta parlando a una cabina telefonica viene avvicinata da uno sconosciuto con gli occhiali. Quell'uomo si rivelerà essere Il Professore. Il Professore, un uomo intelligente e furbo, che ha passato gran parte della vita in un letto d'ospedale a causa di una malattia, arruola sette ladri per fare il colpo più grande della storia: rapinare la Zecca dello Stato. Il piano, creato fin nei minimi particolari, prevede una finta sparatoria e una finta rapina, al fine di depistare la polizia. Il problema è che, fin dall'inizio, molte persone rischieranno di morire. Per evitare coinvolgimenti emozionali di ogni sorta, Il Professore impone alla squadra di usare i nomi della città. Tokyo è la voce narrante, una ragazza di quasi trent'anni che è una mina vagante e crea disastri dovunque vada - ma non preoccupatevi, approfondiremo anche lei, in quanto voce narrante della serie. Le relazioni s'intrecciano, dapprima sullo sfondo, arrivando a complicare e danneggiare il piano stesso. La vera domanda è: riuscirà Il Professore a depistare la brava e intelligente Raquel Murillo, una donna che sta cercando di rifarsi una vita? Riuscirà a fregare la polizia? La prima stagione è davvero ben fatta, e mette in moto una serie di eventi che avranno ripercussioni anche più avanti. 

I PERSONAGGI
  • IL PROFESSORE/SALVADOR MARTIN. Il Professore è la punta di diamante della prima stagione, e della serie di per sé. Si avvicina, con finta casualità, a Raquel Murillo in un bar. Il problema è che, ciò ch'è iniziato per un mero gioco di controllo, finisce con l'amore. Eggià, il freddo, timido e controllato professore cede all'amore e alla sensualità. Salvador Martìn è il nome falso con cui si approccia, proprio com'è falso il fatto che lui crei sidro da vendere e che ciò era il desiderio di suo padre. Sergio, così si chiama in realtà, ha deciso di creare il colpo alla Zecca in onore di suo padre. Un tributo che pagherà col sangue - quello del suo team.
  • TOKYO/SILENE DE OLIVEIRA. Tokyo nella prima stagione mi stava simpatica - il trucco di utilizzare il narratore inaffidabile proprio con lei è stata una mossa narrativa geniale. Tokyo è ribelle, scapestrata, irrequieta e molto inaffidabile. Il suo ultimo ragazzo è morto a causa sua. Oltre a ciò, ha una relazione con Rio, un ragazzo di 12 anni più giovane di lei. Nella prima stagione Tokyo è anche sensibile, sebbene sia agli effetti una testa calda e una mina vagante.
  • NAIROBI/AGATA JIMENEZ. Nairobi, nella prima stagione, è interessata solo ai soldi. In effetti, è l'unica a cui importi attenersi al piano del Professore ed è l'unica che si fa in quattro per portarlo al termine. Nairobi è la preferita di tante persone, ed è anche la mia preferita in assoluto.
  • BERLINO/ANDRES DE FONOLLOSA. Berlino è uno psicopatico, che vendeva donne e le faceva prostituire. Un uomo senza alcuna paura né timore che le sue azioni possano avere delle conseguenze, perché talmente narcisista e sicuro di sé da fregarsene degli altri. Berlino è, in qualche modo, una sorta di villain - anzi, è l'antieroe per eccellenza nella prima stagione. E' un uomo con una grave malattia, a cui restano solo sei mesi di vita e decide di andarsene in grande stile, compiendo la rapina del secolo. Alla fine della stagione, con una nonchalance tremenda, ci dice che è il fratello maggiore di Sergio Marquina (Il Professore).
  • RIO/ ANIBAL CORTES. Rio è il più giovane del gruppo. E' un hacker professionista, e sta insieme a Tokyo. Loro sono i primi ad andare contro la prima regola del professore, e cioè quella di non intraprendere relazioni con i membri del team. E' un ragazzo inesperto. Un cucciolo.
  • DENVER. Denver è il figlio di Mosca. Okay, ammetto che all'inizio pensavo avesse un qualche deficit, perché sembrava non starci proprio con la testa. E' palesemente ignorante, a volte ha degli scoppi d'ira violenti e totalmente ingiustificati, ma tiene molto a suo padre.
  • MOSCA. Mosca è il padre di Denver. Ha scelto di trascinarlo in questa ultima rapina perché non voleva lasciarlo da solo, in quanto inaffidabile e in quanto aveva già compiuto svariate rapine. E' un uomo spezzato, che vive con un peso nel cuore terribile.
  • ARTURO ROMAN 'ARTURITO'. Se c'è un personaggio odioso, e vero villain, in questa serie è senza dubbio Arturo Romàn. Arturo ha una relazione segreta, extraconiugale, insieme alla sua segretaria Mònica Gatzambide e non vuole riconoscere il loro bambino. E' un uomo di potere, gretto, stupido e, in poche parole, l'emblema della stupidità e della violenza del potere nell'uomo avido.
  • MONICA GATZAMBIDE. Mònica, che doveva venire ammazzata da Denver su ordine di Berlino, in questa prima stagione, viene nascosta in un bunker da Denver. All'inizio si pensava a una relazione tra loro due basata sulla Sindrome di Stoccolma, ma alla fine Mònica dimostra di esser diventata parte integrante del team. Di esser diventata anch'essa una ladra. E di amare Denver.
  • ALISON PARKER. L'agnellino, qui presente, è la ex Marina di élite. Una ragazza ricca, figlia del console britannico, che vive in Spagna insieme alla sorella. Alison è insicura nella propria pelle, a disagio tra gli altri, messa in disparte ed emarginata. Dopo tutto, lei è la pedina principale di questa scacchiera che è la Zecca dello Stato.
  • HELSINKI & OSLO. Helsinki e Oslo lavorano in coppia, sono due sicari russi che non si fanno problemi a uccidere qualcuno. Oslo viene colpito fortemente in testa da Arturito, e si ritrova ridotto a un vegetale. Infatti, Oslo è il primo della squadra a morire. Tutte le altre, sono solo quasi-morti che servono per far salire la tensione nella serie. Ad ogni modo, Helsinki è un gran bel personaggio, è un orsacchiotto coccoloso e di buon cuore.
  • RAQUEL MURILLO. L'ispettrice Murillo è una donna che viene da un matrimonio distrutto, in cui veniva abusata dal marito che le faceva violenza domestica. Vive per sua madre, affetta da Alzheimer e Paula, sua figlia. S'innamora, quasi per caso, del Professore. 
  • ANGEL RUBIO. Angel, che nei primi episodi viene chiamato 'Angelo' e poi di botto 'Angel', è il vice ispettore. Da sempre è innamorato di Raquel, ma non ha mai avuto il coraggio di fare un passo con lei e non ha mai avuto le palle di lasciare sua moglie per lei. Angel, in questa prima stagione, sembra perfino un buon personaggio; è l'unico ad andare vicino a scoprire la vera identità del Professore. 
  • SUAREZ. Suàrez è a capo della polizia. E' un agente corrotto, che collabora segretamente con Il Professore.
  • IL COLONNELLO PRIETO. Prieto, dirigente dei servizi segreti, ha come unico scopo quello di salvare Alison Parker, fregandosene degli altri ostaggi. Prieto viene mostrato come un uomo spietato, maleducato, pessimo. Un rifiuto vivente, al pari di Arturito.

IL GRANDE COLPO DELLA PRIMA STAGIONE
La prima stagione gira intorno al colpo alla Zecca dello Stato, ma anche ai tentativi del Professore di sviare la Murillo. Devo dire che ho ammirato la caparbietà e la resilienza di quell'uomo - ancora non riesco a concepire il fatto che lui e De Fonollosa siano fratelli, non solo perché non si somigliano affatto, ma perché penso che siano di due madri diverse. Penso che siate d'accordo con me che la prima stagione, insieme alla seconda, sia la migliore. Poi è tutto un calare di qualità con qualche breve picco di risalita. Ecco, diciamo che questa prima stagione è stata davvero il top. 

LA PSICOLOGIA DEI PERSONAGGI
Non potevo saltare questa parte del post, in quanto è una delle mie preferite di sempre. La psicologia dei personaggi è importante tanto nelle serie tv quanto nei libri, e questa non è da meno. Ci sono degli elementi che vengono riproposti più volte, in modo da diventare una sorta di 'marchio del personaggio':
  • LA TIMIDEZZA del Professore viene resa attraverso i tentennamenti della sua voce, e anche col fatto di non riuscire a guardare in faccia l'interlocutore. 
  • Il COLLAR CHOKE con la CROCE è un elemento identificativo di Tokyo.
  • Nairobi è solita usare ONOMATOPEE come chiki pum pum e varie, per spronare le persone a fare le cose. 
  • Berlino è deliziosamente e spudoratamente consapevole del suo NARCISISMO PATOLOGICO.
  • Denver non è consapevole di essere un IGNORANTE.
  • La canzone 'Bella Ciao' dei Partigiani italiani viene presentata sia nei flashback nel casale, che nel bel mezzo della rapina da parte di Tokyo e Nairobi.
  • Mosca è il solo a comprendere quanto corrosiva e testa calda sia Tokyo, questa sua dolcezza protettiva lo rende uno dei personaggi con cui è più facile entrare in empatia, anche se vi confesso che ho tifato anche per quello psicopatico di Berlino, perché io ho un debole per questo tipo di personaggi.
  • La voce narrante è quella di Tokyo, una voce narrante inaffidabile e soggettiva.

CONCLUSIONI
Per concludere, vi consiglierei la prima stagione de La Casa de Papel (Money Heist)? Certo che sì, per quanto palesemente trash, è davvero una serie piacevole e ben fatta da guardare. Almeno la prima stagione lo è - è come una droga di cui non puoi fare a meno. 

A voi è piaciuta? Non vi è piaciuta? Quali erano le vostre ship?

xoxo,
Giada

domenica, luglio 25, 2021

COMICS CORNER: THE UMBRELLA ACADEMY, STAGIONE 1 *SPOILERS*

Buona sera, Fantastics! Oggi sono stata un po' malino, ma grazie alla pastiglia del buscopan sono rimasta giusto in tempo per la mia voglia di cinese al giapponese nel giro di un nanosecondo lol Comunque, al fine di poter continuare la visione di alcune serie tv che ho in programma, sento il bisogno impellente di cacciar fuori tutto quello che ho pensato di alcune che ho giù visto, perciò, beccatevi la recensione dedicata a una delle mie serie tv preferite, ovvero The Umbrella Academy! 


DETTAGLI:
Piattaforma (attuale) in cui vederlo: Netflix
Genere: Drama, Superhero, conflitti tra fratelli e sorelle
Consigliato per chi ama: le storie di supereroi, le famiglie disfunzionali
Tratto: la serie è tratta dai fumetti della Dark Horse Comics
Airing Time/Date: Febbraio 2019

TRAMA
All'interno di un contesto decisamente urban fantasy, un uomo di scienza vestito come un signore dell'alta società ottocentesca - Reginald 'Reggie' Hargreeves - è a capo della Umbrella Academy. Infatti, nel 1989, si verificarono in tutto il mondo delle nascite particolari: delle donne, che non avevano niente quando s'erano svegliate al mattino, si ritrovarono incinte di bambini di punto in bianco e partorirono di lì a poche ore. Hargreeves decise, perciò, di adottarli e di farli crescere. Hargreeves addestrava i bambini a combattere, e a usare tutti i loro poteri. Da subito, ci viene detto che Vanya è la sola degli Hargreeves a non avere poteri. Tramite dei flashback, vediamo come sia sempre stata esclusa dai suoi fratelli, ma anche il rapporto - sebbene non incestuoso, o quasi - tra Alison e Luther. Allo stesso modo, attraverso i ricordi di Klaus, rinchiuso in un cimitero perché affrontasse faccia a faccia la sua paura del vedere le anime dei morti, come lui si sia rinchiuso nell'alcol per poter affrontare meglio tutto ciò. L'assenza di Ben, Numero Sei, si fa sentire. Non sappiamo come Ben sia morto, sappiamo solo che è morto, nient'altro. Assieme a loro c'è Cinque, un ragazzino - il mio preferito - capace di saltare nel futuro, solo che saltando e saltando, alla fine si ritrova in un futuro apocalittico: infatti, tra 10 giorni il mondo finirà, e lui dovrà impedirlo. Ma i suoi poteri non si riattivano subito, e resta bloccato lì. Col passare degli anni, viene assoldato da Handler, una donna senzatempo che può viaggiare e controllare i maggiori eventi temporali, grazie ai suoi agenti. I suoi agenti, Hazel (un uomo) e Cha-Cha (interpretata dalla mitica Mary J Blige) sono sulle sue tracce, perché ha deciso di ribellarsi alla Commissione. 

La prima stagione mette tantissima carne al fuoco, ma risponde anche ad alcune delle domande che ci vengono poste. Il vero nemico, qui, non è il morto Hargreeves e nemmeno Hazel e Cha-Cha, ma è un ragazzo. Un semplice ragazzo che vivevano in un contesto di violenza domestica, Leonard Peabody, che trova nella vendetta la sua unica via di fuga. E anche nel liberare, definitivamente, i poteri soppressi attraverso la droga e i sedativi, di Vanya. Perché sarà proprio lei a scatenare l'apocalisse.

PERSONAGGI
  • NUMERO UNO (LUTHER HARGREEVES). Luther è un po' il fratello maggiore degli Hargreeves, ha sempre sentito sulle spalle una grande responsabilità, sebbene non se ne sia mai tirato indietro. E' un ragazzo che è stato mandato sulla Luna dal padre, lo stesso padre che dopo una missione pericolosa l'ha salvato iniettandogli qualcosa che ha reso il suo petto come quello di una scimmia. Luther è, da sempre, innamorato di Alison. Ci viene mostrato ciò attraverso i flashback, e anche quando i fratelli si riuniscono dopo la morte del padre. Nella prima stagione è un tenerone che possiede la super forza. Un potere, però, che non cambia molto la sua vita.
  • NUMERO DUE (DIEGO HARGREEVES). Diego è senza dubbio il mio preferito. Nella prima stagione, usa il suo potere di curvare la traiettoria dei metalli per aiutare la sua ragazza, una detective. Diego è sempre stato il daddy's boy: il ragazzo con dei complessi di inferiorità a causa del padre, che si ritrova a fare qualsiasi cosa per compiacerlo. Anche cose che non gli piacciono. 
  • NUMERO TRE (ALISON HARGREEVES). In tutta sincerità, Alison non mi stava simpatica nella prima stagione; anche se ha subito poi una lenta evoluzione. Alison è un'attrice diventata famosa grazie ai suoi poteri di manipolazione e controllo mentale, attraverso 'ho sentito delle voci..'. Lei è la prima a capire che bisogna avvertire Vanya, bisogna metterla in guardia da Leonard, ma neanche quando rischia di tagliarle la carotide ancora ce l'ha con sua sorella. Quindi, nonostante tutto, Alison è un buon personaggio. Avrei sperato che ci fosse qualche più scena, anche di flashback, riguardante lei e Luther, perché, insomma, non si può non shipparla insieme a lui. E' madre, e sta divorziando da suo marito per aver usato i suoi poteri con la loro bambina, Claire.
  • NUMERO QUATTRO (KLAUS HARGREEVES). Klaus è un personaggio adorabile, che coccolerei sempre. E' un ragazzo apertamente gay, che vive con libertà la sua sessualità; ma che vive con difficoltà a causa del suo potere. Un grosso trauma del suo passato riguarda un ragazzo che amava, morto tra le sue braccia durante la guerra. Un trauma a seguito del quale comincerà a bere e a drogarsi pesantemente. Affiancato a lui c'è il fantasma di Ben, il fratello morto in circostanze misteriose.
  • NUMERO CINQUE (CINQUE HARGREEVES). Cinque è il mio preferito, penso lo sappiano anche i muri lol. Cinque è un anziano di settant'anni rinchiuso in un corpo di un ragazzino di quindici. La recitazione top dell'attore rende tutto ciò ancora molto più credibile, e questo giovane attore è un talento da tenere d'occhio. Cinque salta troppo in avanti, nel futuro, scoprendo l'apocalisse che li aspetta tra 10 giorni. Sebbene braccato da Hazel e Cha-Cha, due agenti della Commissione, ci tiene alla sua famiglia. Sarcastico e intelligente, è il solo a capire come evitare la realizzazione dell'apocalisse. E' stato un agente sotto le direttive di Handler, una donna senzatempo che può viaggiare nel tempo a suo piacimento. E' uno dei manager 'capi' della Commissione, Handler. Invece Cinque è stato per tanto tempo un agente.
  • NUMERO SEI (BEN HARGREEVES). Ben non si vede, se non grazie a Klaus. E' un fantasma che gli sta sempre vicino. Non sappiamo molto di lui, se non che è morto. Il potere di Ben è quello di evocare tentacoli dal centro del suo petto.
  • NUMERO SETTE (VANYA HARGREEVES).Vanya viene presentata come l'outsider, come quella che non fa davvero parte della Umbrella Academy perché umana. Tuttavia, grazie a Leonard, i suoi poteri si manifesteranno, fino a quando non perderà completamente il controllo in preda alla rabbia. L'apocalisse avviene per causa sua, e sempre per causa sua, il Violino Bianco colpirà a raggio la luna facendo precipitare materiale lunare sulla terra e realizzando l'apocalisse profetizzata all'inizio della stagione.
  • HANDLER. Di Handler sappiamo poco o nulla, se non che è la sottoposta dell'uomo con la testa di pesce - già presente, ad ogni modo, in Hellboy. Handler è una donna spietata, crudele, magnificamente calcolatrice, e a suo modo malvagia. 
  • HAZEL & CHA-CHA. Sono i due agenti alle direttive di Handler e della Commissione, sono coloro che braccano Cinque. Hazel, l'uomo, alla fine deciderà di abbandonare la vita di agente per vivere una vita da come essere umano insieme alla donna di cui si è innamorato, la stessa che conosce Cinque quando viene attirato in un'imboscata che distrugge il bar/luogo dove fanno pancakes.
L'APOCALISSE DELLA PRIMA STAGIONE
Quindi cosa succede, dopo che i fratelli e le sorelle Hargreeves riescono ad evitare la prima apocalisse? Grazie ad Alison, che riesce a far tornare in sé Vanya, che libera tutti loro dalla morsa del suo potere; un raggio bianco colpisce la luna. Provocando, in questo modo, l'apocalisse.

Per salvare tutti, Cinque decide di mandarli in linee temporali diverse. 

LA PSICOLOGIA DEI PERSONAGGI
I personaggi sono ben delineati, coerenti con le loro scelte e la loro evoluzione è lenta ma anch'essa coerente con il percorso compiuto. La situazione degli starcrossed lovers tra ALISON E LUTHER vi renderà molto molto frustrati, perché alla fine non si avvererà, per quanto lo desideriate ardentemente. 

CONCLUSIONI
Ho amato la prima stagione di The Umbrella Academy, senza dubbio. La prima stagione, in genere, è sempre niente male, sono i sequel a preoccupare. Ma, in questo caso, non c'era nulla di cui preoccuparsi, perché gli sceneggiatori hanno mantenuto la parola e hanno prodotto un'altra magnifica stagione. 

Vi è piaciuta The Umbrella Academy? Quali sono i vostri personaggi preferiti? Quali sono quelli che invece non avete sopportato proprio per niente?

xoxo,
Giada

venerdì, luglio 23, 2021

COMICS CORNER: RIVERDALE, STAGIONE 1 *SPOILERS*

Buona sera, Fantastics! Oggi inauguriamo ufficialmente la prima rubrica dedicata ai film e alle serie tv basate/ispirate da fumetti, e partiamo proprio con un telefilm che ha riscosso un notevole successo, sia in Italia che all'estero: Riverdale.


DETTAGLI:
Piattaforma (attuale) in cui vederlo: Netflix
Genere: Teen Drama, Mystery, Thriller, Romance
Consigliato per chi ama: misteri, storie d'amore, conflitti generazionali 
Tratto: la serie è tratta dai fumetti della Archie Comics
Airing Time/Date: Gennaio 2017 - Maggio 2017 (The CW)

TRAMA
Nella tranquilla cittadina di Riverdale, avviene un fatto sconvolgente: nel fiume Sweetwater viene rinvenuto il cadavere di Jason Blossom, fratello gemello di Cheryl. La sua morte misteriosa mette in moto tutta una serie di eventi, collegati tra loro, che condurranno alla scoperta del colpevole. Sullo sfondo di questo grande mistero che ha reso grande la prima stagione, ci sono Josie e le Pussycats e l'arrivo della ricca figlia di papà, Veronica Lodge. Veronica è tornata insieme a sua madre nella cittadina, per scappare dalla stampa: infatti, Hiram Lodge è finito in galera per aver danneggiato tantissime persone, e per lei ed Hermione questo è un nuovo inizio. Fin dall'inizio, Veronica si mette contro la capo cheerleader Cheryl Blossom, in un dance off di ballo sulle note di DJ Turn it up di Yellow Claw e baciando Betty. Il queerbaiting presente nella serie, però, fa riferimento a una cosa davvero avvenuta nei fumetti, ovvero la storia tra Veronica e Betty. Betty, la quale appare come la ragazza della porta accanto, ma nasconde un'animo dark. Riusciranno i nostri eroi a trovare il colpevole?

PERSONAGGI
  • ARCHIE ANDREWS. Archibald Andrew, il Rosso protagonista di Riverdale, è un giovane ragazzo sperduto. Okay, perdonatemi il riferimento agli Sperduti dell'Isola che non c'è di Peter Pan, ma in questa prima stagione, Archie mi è sembrato un ragazzo che non sa chi è. E' comprensibile, visto che ha appena sedici anni. Ama la musica, e il suo adorato padre Fred (divorziato dalla moglie avvocato, nota bene) è uno degli uomini più buoni e gentili di Riverdale, all'inizio non è convinto di ciò. La carriera come musicista è impervia, difficile da raggiungere, e solo pochi sfondano, nonostante ciò, gli crea comunque uno spazio dove poter suonare la chitarra. Archie non è innocente come appare, infatti ha una relazione segreta con la sua insegnante di musica, la signorina Grundy (che io continuavo ad associare a Ted Bundy lol) e tiene nascosto ciò anche al suo migliore amico, Jughead Jones. In realtà, nel corso della prima stagione Archie passa da una ragazza all'altra, non sapendo chi scegliere: lo vediamo prima baciare Veronica a Sette Minuti in Paradiso, poi baciare Josie, infine venire baciato da Cheryl e per poi tornare da Veronica. Il termine che ho associato, a lui, è manwhore. Tutti lo sanno, nessuno lo dice. Archie Andrews è un manwhore. Se l'avesse fatto una ragazza le avrebbero fatto slut shaming, ma se lo fa un ragazzo va tutto bene. Ecco, lo è. Una cosa che ho notato, oltre a ciò, è il suo estremo bisogno di fare sempre la cosa giusta, pur fallendo sempre nel tentativo. Insomma, è molto sfaccettato ma anche incoerente.
  • BETTY COOPER. Betty è la vicina di casa di Archie, di cui è sempre stata innamorata ma che lui ha visto sempre e solo come un'amica. Betty è la tipica ragazza della porta accanto: brava, diligente, obbediente. Soltanto che Betty nasconde un lato oscuro dentro di sé, e non è ancora riuscita a superare la sparizione improvvisa della sorella da casa sua. Polly, infatti, è stata cacciata di casa perché incinta di Jason Blossom - manco fossimo negli '50 dove una gravidanza inaspettata avrebbe, nell'immaginario comune, rovinato la reputazione di qualcuno. La nostra Betty è, fin dall'inizio, uno dei personaggi più interessanti della serie. Intelligente e bella, per me ha brillato in questa prima stagione. Cugina di Cheryl.
  • VERONICA LODGE. Ah, Veronica. A chi non piace la Veronica della prima stagione? Nonostante sia ricca, si comporta da 'brava' ragazza e aiuta tutti i suoi amici, specialmente col denaro. Tuttavia, Veronica si sente in colpa per ciò che Hiram ha fatto agli altri dopo aver saputo cos'è successo al padre di Ethel Muggs, e straccia la sua collana di perle. Camila Mendes è un'attrice davvero molto brava, oltre che bella, e spero che riesca a sfondare nel cinema. Il fatto che sfidi la capo cheerleader in un dance off di ballo, la dice lunga su quanto lei ami la competizione, anche dove non c'è, e il caos che ne deriva. 
  • CHERYL BLOSSOM. Cheryl, nella prima stagione, è una vera e propria stronza. Diciamo le cose come stanno, su. E' difficile empatizzare con lei, qui, nonostante abbia appena perso il suo gemello. Un gemello, tra l'altro, con cui aveva una sorta di relazione incestuosa - anche se non è così. Ecco, Cheryl alla fine tenterà il suicidio perché la madre degenere che possiede le affida tutte le colpe di questo mondo per la sua morte. Viene salvata da Archie, che spacca il ghiaccio e da quel momento si sentirà per sempre in debito con lui.
  • KEVIN KELLER. Il figlio dello sceriffo della città merita una menzione d'onore, in quanto unico personaggio apertamente gay. Kevin si sente rinchiuso in quella cittadina, vorrebbe vivere liberamente la sua sessualità ma è costretto a nascondersi nei boschi. Infatti, lo vediamo baciarsi con Moose e dopo con Joaquin, un Serpent. I Serpent sono e saranno sempre un elemento importante per Riverdale, dalla prima stagione in poi, e non solo perché FP Jones è un figo da paura, ma perché sono la gang che tiene a Riverdale. 
  • JUGHEAD JONES (FORSYTHE PENDELTON III). Jughead è il narratore di Riverdale. Un narratore inaffidabile, che racconta la storia della cittadina dal suo POV. Vive come un senzatetto, rifiutandosi di convivere insieme al padre ubriacone. Man a mano che la storia prosegue, Jughead farà i test per entrare nei Serpents, diventandone infine un membro effettivo, il delegato ufficiale del Re dei Serpents, FP. E' un ragazzo che adora leggere, ed è il solo insieme a Veronica a fornire elementi di cultura pop alla serie. Ama anche scrivere, infatti il suo più grande sogno è veder pubblicati i suoi romanzi. 
  • SWEET PEA & TONI TOPAZ. Sono i due membri più ricorrenti dei Serpents della serie. Toni Topaz è nota per aver interpretato nella serie Disney "La mia babysitter è un vampiro", mentre se avete seguito le mie storie su Instagram sapete quanto io abbia un debole per Sweet Pea. Sweet Pea, di cui non sapremo mai il vero nome, è un membro dei Serpents. Mentre tra Jughead e Toni c'è un breve flirt, al termine del quale scopriamo che Toni in realtà preferisce le ragazze ai ragazzi. 
  • JOSIE E LE PUSSYCATS. Josie è la frontgirl delle Pussycats, quando ancora la serie aveva come elemento principale la musica. E' una giovane ragazza, figlia del sindaco McCoy, decisa a diventare una cantante. Infatti, sarà lei stessa a fornire ad Archie tutto il supporto e l'appoggio disponibile, anche quando non lo merita. Le altre ragazze non sono pervenute per il resto della serie, in quanto cast di contorno.

IL GRANDE MISTERO DELLA PRIMA STAGIONE
Come vi avevo anticipato, ci sono spoiler qui. La prima stagione ruota attorno al mistero della morte di Jason Blossom, che scopriamo voleva scappare da Riverdale insieme a Polly e sposarsi con lei (Nana Rose infatti fa sapere agli ascoltatori dell'anello che Jason le aveva regalato), tuttavia non ricordo se lui sapesse ch'era incinta o meno. Ad ogni modo, Polly è incinta di due gemelli. Cheryl inizia a interessarsi a lei da quel momento, trattandola come una specie di pacco regalo di ceramica da trattare con cura.

Quando ho iniziato il rewatch di Riverdale, ho deciso che avrei risolto i misteri prima dei personaggi. Nella prima stagione, era palese che esso fosse legato a una delle famiglie più potenti della città, i Blossom. Sebbene la serie sia girata, effettivamente, in Canada; i personaggi dicono che si trovi a qualche km da quest'ultimo. A Riverdale, tutto gira sullo sciroppo d'acero, di cui i Blossom sono i detentori assoluti. Tornando a noi, man a mano che ho proseguito col rewatch ho capito che solo qualcuno di vicino ai Blossom poteva aver fatto del male a Jason. Ecco perché non mi ha stupito che fosse stato *proprio* Clifford Blossom ad uccidere suo figlio. I Blossom sono una famiglia malata, malsana, e non mi stupisce che Cheryl si sia comportata come una stronza che vuole difendere il suo territorio quando è arrivata Veronica. 

LA PSICOLOGIA DEI PERSONAGGI E GLI ELEMENTI DISTINTIVI
Da scrittrice e amante del cinema, ho osservato con attenzione questo elemento. La psicologia dei personaggi, la loro gestualità, anche il loro modo di vestire, ci fa capire tanto di loro. La prima serie serviva da base, quindi quanto a evoluzione dei personaggi non ho nulla da dire, se non che tutti sono evoluti per bene rispetto all'inizio, ovvero la scioccate rivelazione della morte di Jason. 

Non so se ci avete fatto caso, ma i personaggi indossano sempre i soliti colori, insieme a degli elementi che li distinguono e che rimandano direttamente ai Comics:
  • Il colore distintivo di VERONICA è il blu scuro, sempre abbinato ad abiti eleganti e alla moda. Il girocollo di perle, chiaro rimando ad Hiram Lodge, qualcosa che la rende un personaggio 'di classe'. Da parte mia, ho empatizzato con Veronica perché le sue battute rimandano sempre a film, serie tv ed elementi della cultura pop che conosco, quindi per me è stato amore a primo frame.
  • Il colore distintivo di BETTY è il rosa chiaro, ma quando diventa DARK BETTY diventa il nero, e dal cotone passa al pizzo nero. 
  • JUGHEAD JONES porta sempre un capello in testa, proprio come nei fumetti, e la sua firma presenta la stessa coroncina che ha in questi ultimi. 
  • I SERPENTS indossano sempre le loro caratteristiche giacche di pelle col serpente sopra. 
  • JOSIE E LE PUSSYCATS sono riconoscibili per le orecchie da gatto, e per esser vestite tutte di nero. Pantaloni aderenti e top neri. 
  • Il colore distintivo di CHERYL è il rosso, ovviamente. Inoltre più volte la vediamo indossare camicie con ciliegie sopra, un chiaro gioco col suo nome: cheryl-cherry blossom (fioritura). 
CONCLUSIONI
La prima stagione di Riverdale è di qualità. E' forse l'unica stagione di qualità, perché poi ci sarà un netto calo, e poi una qualità altalenante per almeno tre stagioni. Il MIDSEASON di solito serve per confermare o fugare sospetti sul possibile assassino, ecco perché di solito si riesce a capire chi è. 

Alla fine della prima stagione, dopo aver mandato in prigione Clifford Blossom, Fred Andrews viene colpito al petto da un criminale con il passamontagna nero addosso e il cappuccio nero: BLACK HOOD. Chi sarà mai questo nuovo criminale? 

Vi è piaciuta la prima stagione di Riverdale? Pensieri, considerazioni? 

Vi attendo nei commenti!

xoxo,
Giada

mercoledì, luglio 21, 2021

RECENSIONE DI CARAVAL (CARAVAL #1) DI STEPHANIE GARBER

Buona sera, Fantastics! Dopo due settimane interminabili, finalmente sono riuscita a finire "Caraval" di Stephanie Garber. Ho sentito parlare benissimo dovunque di questo primo romanzo - è una trilogia, quindi ci sono altri due romanzi in coda - quindi volevo togliermi la curiosità e leggerlo. Non lo avessi mai fatto!Una delle peggiori idee che mi sono venute negli ultimi tempi, e non sono poi molte lol. Ad ogni modo, proseguiamo con le premesse.

PREMESSA
"Caraval" ci viene presentato come un romanzo dark, molto promettente e molto intenso. A dir la verità, mi sono annoiata per la maggior parte del tempo, dato che il POV principale (quello di Rossella Dragna) è a dir poco irritante e fastidioso. Ormai credo abbiate capito che non tollero le protagoniste così. Sfortuna ha voluto che me ne capitasse un'altra di questo stampo. Io non lo capisco. Non capisco come protagoniste così ingenue, fastidiose e irritanti conquistino il cuore del pubblico. Certo, il romanzo ha un lirismo di immagini bellissimo, quasi travolgente, ma basta. Nient'altro. Mi aspettavo molto di meglio.

TRAMA (DA AMAZON)
Il mondo, per Rossella Dragna, ha sempre avuto i confini della minuscola isola dove vive insieme alla sorella Tella e al potente, crudele padre. Se ha sopportato questi anni di forzato esilio è stato grazie al sogno di partecipare a Caraval, uno spettacolo itinerante misterioso quanto leggendario in cui il pubblico partecipa attivamente; purtroppo, l'imminente, combinato matrimonio a cui il padre la sta costringendo significa la rinuncia anche a quella possibilità di fuga. E invece Rossella riceve il tanto desiderato invito, e con l'aiuto di un misterioso marinaio, insieme a Tella fugge dall'isola e dal suo destino… Appena arrivate a Caraval, però, Tella viene rapita da Legend, il direttore dello spettacolo che nessuno ha mai incontrato: Rossella scopre in fretta che l'edizione di Caraval che sta per iniziare ruota intorno alla sorella, e che ritrovarla è lo scopo ultimo del gioco, non solo suo, ma di tutti i fortunati partecipanti. Ciò che accade in Caraval sono solo trucchi ed illusioni, questo ha sempre sentito dire Rossella. Eppure, sogno e veglia iniziano a confondersi e negare la magia diventa impossibile. Ma che sia realtà o finzione poco conta: Rossella ha cinque notti per ritrovare Tella, e intanto deve evitare di innescare un pericoloso effetto domino che la porterebbe a perdere Tella per sempre…

RECENSIONE
Oh My God. Da dove comincio con questa recensione? Ci sono talmente tante cose che non funzionano in questo libro che non so da quale iniziare. A dirla tutta, l'ho trovato un romanzo con un grandissimo potenziale ch'è stato buttato (scegliete voi il posto in cui esso è stato buttato, lettori). Quando ho letto le recensioni in anteprima di colossi come Kirkus Review, ho capito che con ogni probabilità mi trovavo davanti a un caso montato ad arte, e che forse il romanzo si sarebbe rivelato peggiore di quel che avevo sperato. Perché, anche se alcuni di voi non lo sanno, io non mi pongo preconcetti nei confronti di un libro. Di qualsiasi genere esso sia. Mi approccio sempre, speranzosa, a ogni libro. 

"Caraval" vuole essere qualcosa che non è. All'inizio ho pensato al gioco 'mortale' di Caraval come a una sorta di Arena degli Hunger Games, in cui solo uno sopravvive. Non so se sia vero, ma è questa la prima impressione che mi ha dato. Poi, un altro elemento che non mi è chiaro è questo: di che genere è? Come vi avevo già accennato sopra, ero convinta fosse steampunk - un genere che a me piace molto - ma proseguendo la lettura, mi sono resa conto che non lo è. Ero convinta fosse una specie di fantasy, ma non può nemmeno rientrare nello YA, perché manca un TRIGGER WARNING grande come una casa, porca miseria: abuso e violenza domestica. Questo no, non è stato detto da nessuna parte. Pensate a una persona che subisce queste cose, e non ha nessun trigger su libri di questo genere, come si può sentire? Ecco, Rizzoli qui hai cannato alla grande. Il TW ci voleva eccome. Stasera faremo una cosa che ho fatto solo con il secondo romanzo della Aveyard, ovvero andare punto per punto a spiegare cosa è irreale e troppo assurdo perfino per un romanzo fantasy. E a cui non viene data alcuna spiegazione. Forse non è cosa nota, ma se in un romanzo mi viene detto che il sole è verde, tu devi farmi capire e spiegarmi, attraverso i personaggi e il background della location, perché. La mancanza di spiegazioni, di una qualsiasi informazione, mi ha fatta sentire spaesata. Mi sono resa conto che senza queste basilari informazioni non avevo idea di cosa stessi leggendo. 

Rossella Dragna ('Scarlett' in lingua originale, btw) è la sorella minore ingenua, sciocca e ansiosa della più spigliata, irreverente e libertina (almeno questo ci è stato fatto intendere) Donatella. Rossella è un personaggio che definire piatto sarebbe fare un complimento a tutti i personaggi davvero piatti: pensa che l'unico modo per salvare sé stessa e la sorella dalle continue violenze domestiche del padre, il governatore delle Isole Conquistate, sia sposare un emerito sconosciuto. C'è una cosa che mi sento in dovere di dirvi: Rossella ha, fin dall'inizio, l'atteggiamento della povera sfigata di turno. E quella che si sente in dovere di salvare tutto e tutti, con un complesso dell'eroe grande quanto l'Empire State Building,  sacrificando sé stessa. Come? Andando, proprio la settimana del suo matrimonio, a Caraval. Non è tutto. Rossella ha, non si capisce bene perché, la capacità di associare (in modo totalmente random, senza spiegazione alcuna e in modo soggettivo) i colori alle emozioni. Okay, bello. Mi sono piaciute molto le sinestesie, le associazioni anche banali e scontate ad alcune emozioni, ma quel che pensavo fosse una tantum si è rivelata una cosa che è proseguita per tutto il libro. Della serie, buttiamo sinestesie a caso per far sembrare il romanzo poetico e lirico, è ciò che piace: lirismo di immagini. Sì, mi è piaciuto. Ma alla lunga è diventato tedioso. Tedioso, tanto quanto lei. Per metà del romanzo l'unico scopo della vita di Rossella è il suo matrimonio con un conte di cui non sa nulla. E questo ci tiene a ripeterlo quasi ad ogni pagina delle prime 250. Una noia mortale. Poi, bum! Si sveglia, e si rende conto che per salvare sua sorella non deve essere ossessiva nei confronti del suo matrimonio. Raga, io non ce la posso fare. Non le tollero le protagoniste così. 

Proseguiamo con la spalla, o presunta tale, di Rossella: Julian, il bel marinaio. Julian entra in scena, con un nome americano di cui non viene fornita alcuna spiegazione dato che Rossella, Donatella e anche Marcello sono nomi italiani, che la conduce nell'isola di Legend per giocare a Caraval. Julian è il figo, il cattivo ragazzo da cui tutti ti dicono di stare alla larga, ma tu te ne senti sempre attratto. Julian è uno dei tre motivi per cui ho dato due stelle. L'unico che salva, per quanto possibile, questo brutto romanzo. Mi dispiace, so che non mi sono mai abbassata a dirlo, ma è sul serio brutto. 

Man a mano che prosegue la storia, finalmente conosciamo altri personaggi, e due degni di menzione sono Dante e Aiko. Dante è un altro cattivo ragazzo, tutto tatuato, sexy fino al midollo e anche lui all'apparenza cattivo; viene presentato come qualcosa che non è per depistare Rossella. Aiko, invece, è un personaggio con moltissimo potenziale buttato nel libro a random, che svolge il ruolo di 'aiutante' nel bel mezzo di Caraval: una ragazza che ha la capacità di vedere nel futuro, sia esso vicino o lontano. Ma, anche qui, per entrambi non ci viene fornita alcuna spiegazione. Ottimo direi.

Finalmente arriva il turno di Donatella Dragna, che avevano intravisto all'inizio del romanzo in atteggiamenti intimi con Julian. Donatella viene presentata come la ribelle senza giusta causa, che sotto la coltre di stupidità e frivolezza nasconde una mente brillante e acuta. Ottimo, se non fosse che questa sua uscita, a circa 300 pagine sembra un Deus ex machina bello e buono. Donatella cambia dal giorno alla notte, senza spiegazione. Vedete, che sia fantasy, romance, o altro, io odio quando non mi viene data una spiegazione logica. Odio quando le cose vengono buttate a casaccio senza motivo. Donatella viene riscattata nelle ultime 100 pagine di fretta, senza motivo. 

Il villain? All'apparenza, sembra Legend. Legend, che viene presentato come una specie di bestia assetata di sangue e vendetta, potentissimo ma SOLO dentro la sua isoletta. Qui, scusate, mi è venuto da ridere. Tutti hanno paura di lui, ma lui non esce dall'isola perché al di fuori di essa sarebbe solo un comune essere umano. Ora, io non ho capito dove si trovi l'isola dove si svolge il gioco di Caraval. Per più di 300 pagine circa Legend sembra davvero uno degli esseri peggiori mai esistiti, che si diverte a ferire e a giocare con la mente delle persone, nel gioco perverso che è Caraval. Nessuno sa il suo vero nome. E che è, un demone? Un demone, di cui non appena sai il nome hai il controllo su di lui? Mai visto The Conjuring? Tra l'altro, la non presenza di Legend è un fattore molto interessante. Forse l'unico di questo romanzo noiosissimo. Anche il suo legame con Donatella non è stato molto chiaro. In realtà, non è ancora chiaro, ma chissà. Io speravo di vedere Rossella con Legend o Rossella con Dante. 

L'altro vero villain è Marcello Dragna. Un personaggio che si riconosce solo per le prugne, l'anice e un altro elemento che non ricordo, ora come ora. Un padre che si vendica sulle figlie, picchiandole e maltrattandole, se una di loro prova ad andare contro il suo volere. Su Marcello Dragna potrei dire tante cose, anche il fatto che una volta arrivato sull'isola insieme a niente popò di meno che il conte con cui voleva far sposare Rossella, lo invita quasi a violentarla. Ferisce, sia psicologicamente che fisicamente le persone attorno a lui, solo perché governatore.

Ora veniamo alla nota dolente: il motivo delle due stelline. Il lirismo di immagini, a volte banali, non è bastato per far raggiungere la sufficienza a questo romanzo, ormai è chiaro. Non bastano immagini in stile cinematografico per rendere un libro bello - Spada di Vetro della Aveyard me l'ha insegnato - ma serve molto di più, serve qualcosa che qui in Veneto definiremmo 'la ciccia'. Rossella è davvero un personaggio troppo ingenuo, ossessivo, superficiale e sciocco; fa il pari con una sorella che viene presentata in un modo e diventa un Deus Ex Machina di una sorta di scherzo che, se l'avessero fatto a me, avrei preso a insulti Donatella. Tornando a noi, non bastano belle immagini per rendere bello un libro. Così come non basta un'ambientazione fantasmagorica. Ora vi elenco le cose di cui volevo una spiegazione, e di cui ho ottenuto *il vuoto cosmico*:
  • Dov'è la cartina a inizio romanzo? L'ambientazione, specie se in un ambiente fantasy inventato, è importante e deve essere resa bene. Non avevo coordinate, vi giuro. Non sapevo dove fosse cosa, o perché fosse così. Una cartina avrebbe aiutato il lettore a non sentirsi perso.
  • Perché vengono buttati nomi italiani, inglesi e spagnoli a caso? Premesso che all'inizio pensavo che questo fosse una specie di urban fantasy. Lo speravo. Ma non lo è. Non ci viene fornita spiegazione sul perché Marcello, Rossella e Donatella abbiano nomi italiani e tutti gli altri un misto di inglese e spagnolo. L'isola di Caraval, per esempio, ha tutti nomi di luoghi spagnoli. Perché? Perché il resto di questa specie di impero ha nomi italiani? Perché solo alcuni personaggi hanno nomi inglesi? Perché tutto questo spagnolo?
  • Il POV principale di Rossella è stata una scelta pessima. Da lettrice, non sono riuscita a entrare in empatia con lei. Ci ho provato numerose volte, ma zero assoluto. Succede, quando al lettore viene presentato un personaggio noioso, monotematico e piatto. Come per la Aveyard, sono convinta che sarebbe stato meglio usare un altro POV. O per lo meno migliorare questo. 
  • Non si capisce chi sia davvero il villain. Eh già, un'altra nota dolente. Posso capire che questa specie di 74esimi Hunger Games sia un gioco 'al massacro', prima è Legend poi non lo è più. Prima è Julian e poi non lo è più. Prima è Dante e poi non lo è più. Insomma, decidetevi. 
  • I temi trattati con superficialità. A partire dall'abuso e la violenza domestica, per poi culminare in un bigottismo da parte di Rossella altamente irritante. Nemmeno le suore sono così pudiche, andiamo su. In teoria Rossella ha sui vent'anni, ma per tutta la durata del romanzo pensavo ne avesse qui 14 o 15. Temi importanti, trattati con estrema leggerezza.
  • E comunque no, questo non è uno YA. Non spacciamo le cose per quello che non sono. Rizzoli, Caraval non è uno YA. E' un fantasy nemmeno bello da leggere, noioso e banale.
Non so se potrò dare una seconda chance a quest'autrice, ho letto le trame degli altri romanzi e mi sembrano molto più promettenti. Tuttavia, per il momento io e la Garber non siamo compatibili. Forse più avanti ci riproverò. Ora come ora, anche no grazie.

Anche se ho sottolineato alcune cose belle, non posterò la citazione. Mi è venuto un nervosismo acuto a scrivere questa recensione, raga. Tantissimo.

xoxo,
Giada

sabato, luglio 10, 2021

RECENSIONE DI COME STAI? DI VALERIA VEDOVATTI

Buona sera, Fantastics! Ci ho messo un po' a finire questo 'libricino', perdonatemi se non lo chiamo romanzo; perché la stessa Vedovatti ha detto che era un mix tra fantasia e autobiografia. Inoltre non lo posso nemmeno considerare un romanzo vero e proprio, perché dovrebbe avere come minimo 300 pagine per essere considerato tale; pertanto diciamo che questo è un romanzo breve. O 'coso'. 'Coso' lo metto tra virgolette, perché non sapevo davvero come definirlo fino a qualche ora fa.

PREMESSA
Qualche settimana fa è iniziata la mia sfida personale: quella di leggere alcuni libri scritti da influencers. Non so quale malsana idea mi abbia preso, dato che il primo libro con cui ho iniziato questo esperimento, non si è rivelato né molto piacevole né molto interessante. Mi conciliava il sonno, però. Ora non è mia intenzione offendere le Genzers che adorano questa influencer: io stessa la seguo e la trovo una ragazza genuina, simpatica e carina. Ma il libro libro non è un granché. In tutta sincerità, è stato abbastanza noioso. Anzi, molto noioso. E ce l'ho messa tutta per immedesimarmi in Gioia. 

TRAMA (DA GOODREADS)
Gioia ha quindici anni ed è una ragazza allegra e solare. Mai nome fu tanto azzeccato: la gioia sembra proprio l'essenza del suo spirito. Almeno, questo è quello che tutti pensano... Nascosto sotto strati di positività, infatti, esiste un mondo turbolento in cui lei dovrà addentrarsi per diventare grande. Oltre alla scuola, è la ginnastica artistica ad assorbire le sue energie, in equilibrio su un'asse o appesa alle parallele alla ricerca di una vittoria. E poi agli allenamenti c'è Marco: occhi da principe azzurro, fisico scolpito, modi garbati, da lui Gioia aspetta un bacio che continua a non arrivare. Alex, invece, che pratica il parkour e va per la sua strada senza curarsi delle apparenze, vorrebbe conoscerla meglio; ma una come Gioia non dovrebbe dare confidenza a un tipo così "strano", ci tengono a ricordarle "Le Incredibili", le sue migliori amiche. Gioia, sballottata tra quello che pensano gli altri, non ha mai risposto con sincerità alla domanda più semplice: come stai? E per farlo dovrà imparare a dare un colore a tutte le emozioni che prova, quelle positive e anche quelle negative, disegnando un meraviglioso arcobaleno che la renderà finalmente se stessa. Con brio e passione, Valeria Vedovatti ci regala una storia che per la prima volta si può leggere sia attraverso le parole sia attraverso le foto e interpreta l'idea stessa di racconto per immagini, come un tempo è stato il fotoromanzo e adesso, forse, è Instagram.

RECENSIONE
Temo che sarà difficile scrivere la recensione di questa specie di libricino, senza far arrabbiare nessuno. Sono anni che vivo nel web, quello di superficie, e so quanto i fan di un determinato autore possano essere crudeli con chi prova a dire cosa pensa del loro beniamino, o meglio, di un prodotto del loro beniamino. Metto già le mani avanti, raga. Qui recensisco il libro. Non Valeria. E Valeria come persona mi piace molto, adoro il suo sorriso e la sua genuinità, ma questo libro è stato un fiasco. 

Gioia è una ragazza di quindici anni dalla vita apparentemente perfetta: è una delle migliori atlete della sua palestra, è circondata da amici, e muore dietro a un ragazzo che la considera solo un'amica. Devo esser sincera, all'inizio è stato difficile entrare in empatia con Gioia. Mi sembrava troppo 'costruita', 'falsa', 'artefatta'. Insomma, mi trasmetteva tutt'altro. La vita, all'apparenza perfetta, di Gioia è costellata da amiche false e superficiali, un po' come sembra lei (e, per gran parte del libro, lo è) e ragazzi che la considerano solo quando hanno bisogno di qualcosa. Se non eravate tra i più popolari e sempre richiesti, quelli pieni di amici delle medie (il target è proprio questo, 12-13 anni), non potete capire bene cosa sente lei. Sentirsi soli in mezzo a una folla mi è successo tante volte. Troppe. Amici sui quali fai affidamento che spariscono nel momento di maggior bisogno. Successo. Amiche che ti trattano come la sfigata di turno. Successo. In questo senso, per almeno metà di questo libricino, sono riuscita a entrare in empatia con Gioia. L'evoluzione di questa ragazzina è, a tratti piacevole, e a tratti estremamente noiosa. Tante volte ho usato questo libro per addormentarmi, non lo nego. Gioia vive un cambiamento dentro e fuori di sé. Un cambiamento che lei definisce 'copernicano', che la porta a ritrovarsi sola e senza amici e a darsi a ragazzi che non sono davvero interessati a lei, specie più grandi.

Una cosa che ho notato è che Gioia ha palesi daddy issues: vive per compiacere il padre, lo sport che pratica lo fa solo per compiacerlo. Questo ha senso fino a un certo punto. A quindici anni, in teoria, dovresti capire cosa ti piace senza il condizionamento di compiacere parenti e famiglia. Tuttavia, non me la sono sentita di accusarla. E' una cosa su cui ci sono passante anche io. Fare cose per compiacere la famiglia. Essere ciò che desidera la famiglia, mentre ciò che t'interessa viene minimizzato o preso in giro. Ci sono passata, e non è bello. Quel ricordo mi fa ancora male. Quindi l'evoluzione di Gioia, da questo punto di vista, è ben resa. Anche se molto, troppo improvvisa. Un'evoluzione che comincia quando Alex, il compagno di classe brutto e sfigato, le fa notare che i suoi genitori si stanno separando. Una cosa di cui Gioia non si era mai resa conto, fino a quel momento. Una cosa che reputo altamente improbabile, ma ancora: dai 12 ai 15 anni, sei assorbito solo da te stesso. Questo, però, a me non è successo. L'ho visto accadere. Si è talmente assorbiti da sé stessi, dal volersi mostrare per ciò che non si è, dal voler sembrare più grandi di quel che si è e da voler apparire 'fighi', quando invece si è solo insicuri. Si ha solo estremo bisogno di approvazione. 

Grazie ad Alex, il mondo di Gioia va in frantumi. A contribuire ciò è anche la storta alla caviglia. Va bene. E' comprensibile anche questo, anche se non fino in fondo. Gioia continua a fare la corte a un ragazzo che non è innamorato di lei; mentre Zeno, il rockettaro più grande e più figo di tutti, la costringe quasi ad andare al suo concerto. Questo aspetto di Gioia non mi è piaciuto. L'ha resa manipolabile. Malleabile. Una preda facile dei ragazzi più grandi, di cui né suo padre né sua madre si erano resi conto le interessassero. Oltre agli stalking-muti dello 'strambo' della classe (solo perché fa parkour, io boh), e all'exploit di Zeno, c'è Marco. Il beota. 

Questo libricino sarebbe durato 150 pagine al massimo, se non fosse stato per le frasi in caps lock colorate e, soprattutto, se le foto fossero state coerenti con la storia. Un fotoromanzo ha (o aveva) una struttura, le scene erano collegate, qua mi è sembrato che le foto venissero buttate a caso per far sperimentare a Valeria il recitare. La mia impressione può anche essere sbagliata, eh. Ma è quella che ho avuto. Inoltre ho trovato tantissimi errori grammaticali che non vi sto a elencare, altrimenti pubblicherei questo post tra una settimana. E ci stanno, ma visto che è pubblicato da una CE grande come la Rizzoli non mi aspettavo di trovarceli, tutto qua.

Carino. Non raggiungere la sufficienza per un pelo. E la motivazione dietro le 2,5 stelline è semplice: è un libro noioso, a mio avviso, pieno di errori grammaticali e che ha delle foto sconnesse con la semi-storia autobiografica. 

Niente citazione, stasera.

xoxo,
Giada

RECENSIONE DI KISS ME DI W. WINTERS & AMELIA WILDE/REVIEW OF KISS ME BY W. WINTERS & AMELIA WILDE

Buon pomeriggio, Fantastics! Riemergo dopo un paio di giorni intensi, dove non sono stata affatto bene per postare - finalmente - questa recensione. 'Love The Way You Kiss Me' è un romanzo bellissimo, intenso, da togliere il fiato, in lizza per diventare uno dei migliori che abbia letto finora. Scriverei altre centinaia di parole, anticipandovi che troverete una nuova rubrica chiamata Comics Corner - l'altra mia grande passione sono i fumetti e i cinecomics - ma preferisco andare dritta al sodo.

PREMESSA
'Kiss Me' mi aveva attratta, da subito, per la sua copertina. Una copertina interessante, hot, e molto coerente col romanzo. Una cosa non scontata, considerato quante volte mi è successo di trovarne di non coerenti con la trama o con la storia, in generale. Se amate i forbidden con un tocco di dark romance e relazioni BDSM (in questo caso specifico, Dom/Sub), questo romanzo fa per voi! Ripensando a quando mi accanii contro la James perché odiai Anastasia Steele, mi viene da ridere. Ridere di me stessa, perché adesso questa sfumatura dell'erotico è diventata una delle mie preferite, se resa a dovere. Infatti, se resa a dovere, è davvero molto bella.

TRAMA (DA AMAZON)
Dalle autrici USA Today besteller, W. Winter e Amelia Wilde, arriva un peccaminoso romance con un tocco di dark e angst che vi terrà col fiato sospeso... in attesa di sapere qualcosa di più. 

Avrei dovuto sapere, quando il mio sguardo si è posato su di lei, che questo sarebbe stato un errore.

Ero stato assunto per proteggere la donna che aveva perso tutto, eppure c'era un fuoco che bruciava dietro il suo bellissimo sguardo. Lei ricambia il mio, sfidandomi e tentandomi. Chiama quella parte oscura di me che avevo seppellito nel profondo, e che ora desidera addomesticarla. 

Entrambi abbiamo segreti. Entrambi abbiamo un passato che non siamo pronti ad affrontare. Oltre a ciò, entrambi ci siamo persi l'uno nell'altra, cadendo in proibito gioco di controllo e potere. Sottomissione e dominanza. 

Nel momento in cui accetta le mie condizioni, so di aver superato un limite. Una delle tante regole che sono disposto a infrangere. Nessuno può saperlo, neanche un'anima viva, ma so che i segreti non restano mai tali per molto tempo. 

RECENSIONE
'Love The Way You Kiss Me' (ora conosciuto su Amazon come 'Kiss Me') non è un romanzo per tutti. Non è un romanzo per chiunque abbia uno stomaco leggero, perché vengono affrontati temi forti e pesanti. Molto, molto pesanti. Essi, tuttavia, sono resi in un modo magnifico attraverso tutto il libro, e per questo devo fare i miei più sinceri complimenti all'autrice.

Eleanor Burden è una ragazza ricca, nata nella ricchezza, sebbene quest'ultima l'abbia accolta non in un modo piacevole: la sua ricchezza, infatti, è direttamente collegata a un evento traumatico legato alla sua famiglia. Un evento traumatico che la segnerà per sempre, e che condizionerà per sempre la sua vita. L'unica cosa che sappiamo è che, questo evento, è che l'ha spinta sotto i riflettori della fama fin da piccolissima, quando la sua famiglia è stata distrutta. Non sappiamo cosa sia successo nel mezzo, cosa l'abbia spinta a richiedere una guardia del corpo 24h su 24. L'unica cosa che sappiamo è che questi traumi l'hanno resa la giovane donna che è adesso. Zander è un uomo tutto d'un pezzo: muscoloso, dark, sexy. Membro della The Firm, un'agenzia privata di sicurezza, il quale ha avuto un passato turbolento. Ma Zander non è quello che pensi. E' molto di più. E' il bad boy per il quale tutte tifiamo. E, sopra ogni cosa, ha Dom vibes. 

Zander si sente subito attratto da Ella, e sebbene la chimica tra loro sia forte tanto quanto la loro attrazione, lui fa di tutto per evitarlo. Lui la desidera, sia carnalmente che romanticamente. I loro sentimenti si svilupperanno attraverso tutto il romanzo, arrivando fino al climax. Ma, sebbene avvenga ciò, continuiamo a non sapere cosa sia accaduto ad Ella e perché abbia bisogno di esser controllata giorno e notte. Per essere preservata da sé stessa. 

Ho amato il modo in cui i personaggi sono stati resi - il loro modo tridimensionale, intenso, profondo. Il fatto che sia scritto in POV alternato, permette di entrare in empatia coi personaggi. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo, che vi consiglio se amate i dark e i forbidden, o un mix di entrambi con degli elementi di BDSM:
“I made my own happily ever after, and then it was ripped away. In a single moment, my life changed forever.”
(Eleanor “Ella”)

xoxo,
Giada

sabato, luglio 03, 2021

RECENSIONE DI SPADA DI VETRO (REGINA ROSSA #2) DI VICTORIA AVEYARD

Buon pomeriggio, Fantastics! Sono reduce da almeno tre ore di visione de La Casa de Papel, e non capisco perché Netflix mi segni un altro episodio, quando TVTime dice che la prima stagione ne ha solo nove di episodi. Boh. Ad ogni modo, ieri notte ho terminato questo secondo romanzo della serie Regina Rossa della Aveyard, e vi basti sapere che ero tentata di lanciare il libro contro il muro da quando nervoso e rabbia mi aveva provocato la sua protagonista.

PREMESSA
Non sono una fan di Mare Barrow, per niente. Anzi, come avrete potuto leggere dalla mia ultima recensione, la reputo uno dei personaggi peggio riusciti della Aveyard in tutto il piacevole cast di contorno che ha creato. Mare Barrow è una stupida che si crede furba e intelligente. Dovete saperlo, se leggerete anche questo romanzo. O meglio, se vi sottoporrete al supplizio della sua voce narrante. Perché una cosa va detta: la voce narrante di Mare è estremamente irritante. Fastidiosa. Tutto il suo personaggio lo è. Ad ogni modo, non mi dilungo oltre, tanto penso sia chiaro che io abbia dato due stelle a tutto ciò.

TRAMA (DA AMAZON)
Il suo sangue è rosso - come quello della gente comune - ma lo straordinario potere di controllare i fulmini, che nessun Argenteo possiede, rende Mare Barrow un'arma sulla quale il Palazzo vorrebbe riuscire a mettere le mani. Tutta la corte la considera un'eccezione, ma non appena Mare riesce a sfuggire a Maven, il principe - e prima ancora l'amico - che l'ha tradita, scopre una verità sconvolgente: lei non è affatto un'eccezione. Perché di giovani Rossi e Argentei ne esistono molti altri.

Inseguita da Maven, diventato un sovrano crudele e vendicativo, Mare fa di tutto per trovare e reclutare altri guerrieri Novisangue che si uniscano alla lotta dei ribelli contro il re oppressore. Nel farlo, però, entra in un territorio molto pericoloso, dove rischia di diventare proprio come i mostri che sta cercando di sconfiggere.

Riuscirà a sopportare il peso delle vite che dovranno essere spezzate durante la ribellione? O la slealtà e il tradimento subiti l'avranno indurita per sempre?

Nel secondo elettrizzante romanzo di Victoria Aveyard, la lotta dell'esercito ribelle contro un mondo ingiusto, dove è considerato normale segregare le persone in base al colore del loro sangue, costringerà Mare ad affrontare il lato oscuro che piano piano si è fatto largo nel suo animo.

RECENSIONE
Spada di Vetro non è un buon romanzo, voglio essere onesta con voi. Se già nel primo libro avevo trovato Mare terribilmente insopportabile e molto stupida, in questo è addirittura peggiorata. La cosa peggiore, in tutto questo, è che non si prende le sue responsabilità da sedicente leader, ma fa la vittima e si autocommisera. Allo stesso tempo, si reputa la migliore, la più furba, la più brava, quella che ce l'ha di traverso bla bla bla. Perdonatemi questa uscita infelice, ma come intro non riesco a trovare di meglio. Sul serio. In Spada di Vetro, Mare è perfino peggiore di quanto fosse nel primo.

Il romanzo riprende da dov'era terminato il primo: Mare che giunge nell'isola di Tuck, insieme ai suoi compagni d'arme (e d'avventura): il capitano Farley, Shade (il fratello che riteneva morto) e Cal (il mio cucciolo adorabile). Quanto è accaduto nel Circo delle Ossa ha lasciato un trauma evidente in Mare, che soffre di una evidente PTSD ma che non vuole prendersi neanche cinque minuti di pausa per affrontare e, di conseguenza, venire a patti con gli eventi precedenti. Ha ucciso delle persone. Lei non l'aveva mai fatto prima di allora. E questo, se all'inizio le provoca un senso di colpa, se ne dimentica molto in fretta. L'involuzione, ulteriore, del personaggio di Mare è il tema indiscutibile di questo sequel. La nostra egocentrica, egoista e piena di complessi di superiorità, eroina, torna all'ovile. Ma non smette di manipolare quelli che reputava i suoi amici neanche per un momento. Non smette di manipolare Cal neanche per un istante. La cosa che mi ha fatto più rabbia è stato il suo ritenersi la più furba, la più brava, la più scaltra, l'unica e la sola capace di cambiare le cose; quando si fa fregare continuamente. Sì, lettori. Un personaggio che si ritiene così scaltro e furbo, non dovrebbe venire fregato con un nonnulla. Invece accade. Praticamente per più della metà del romanzo, è la sola cosa degna di nota che accade. Per il resto, abbiamo i pensieri ossessivi e fastidiosi di Mare, che sono stati messi per spingerci ad empatizzare con la povera eroina che ha subito torture nel Circo, quando ci sono personaggi che hanno subito ben peggio (come Cal e Farley), ma che non sono cambiati. Infatti, la cosa di cui manca Mare è empatia. L'empatia che spingerebbe il lettore a simpatizzare per lei, cosa che invece non accade. Invece, il lettore viene subissato dalle sue manie di protagonismo, le sue manie egoistiche, le sue continue manipolazioni. La sua vuotezza che la rende un personaggio piatto. Sì, perché di tutto il cast di personaggi lei è la sola completamente piatta e fastidiosa. Per rendervi l'idea di quanto io non tolleri, non sopporti e non regga più il suo personaggio, vi dico solo che quanto avviene verso pagina 400 del romanzo non mi fa pena. Per niente. Ho esultato, quando Maven fa quello che fa. Quindi, Victoria, so che volevi spingere i lettori a empatizzare con Mare, ma per quanto mi riguarda non hai centrato l'obiettivo. Anzi, hai acutizzato ancora di più le caratteristiche che la rendono insopportabile e fastidiosa. Irritante.

In genere non lo faccio, ma stavolta devo. Farley, il capitano donna, di cui in seguito si scoprirà una cosa banalmente ovvia che io avevo già intuito a inizio romanzo; diventa un Deus Ex Machina vivente. Va bene che è un fantasy. Va bene che c'è la sospensione della realtà. Va bene tutto, ma non riesco e non posso credere che dovunque lei vada riesca sempre a trovare un tunnel o una via di fuga, anche in situazioni surreali. Mi dispiace, ma ad un certo punto mi sono messa a ridere quando Mare le ha detto "A meno che tu, Farley, non abbia altri assi nella manica." Dai, anche no. Il legame di Farley con Shade, anche questo è palese. Quando vomita, qualunque lettore intuisce dove voglia andare a parare l'autrice. Di solito è sempre e solo una cosa. Di solito il personaggio principale è sveglio abbastanza da capirlo. Ma Mare no. E' talmente cieca e sorda ai bisogni e alle necessità altrui, talmente presa dal fatto che il mondo giri solo e soltanto su di lei, che non si rende conto di una cosa ovvia. Come non si è nemmeno accorta che tra suo fratello e Farley c'era del tenero. 

Cal. Oh, my Cal. E' il personaggio trattato peggio dalla Aveyard. Cal ha seguito Mare nella sua battaglia contro il suo stesso fratello, unito dalla rabbia e dal desiderio di vendetta per quanto accaduto poco prima degli avvenimenti nel Circo delle Ossa. Ma questo povero ragazzo non viene mai definito come tale. Anzi, per Mare non è un ragazzo. Un essere umano. Lei vede in lui solo il suo titolo. Il suo ex titolo. Il suo sangue. Non vede nient'altro che questo. E si riferisce a lui solo come 'il principe esiliato', 'il principe decaduto'. Okay, Mare. Ma non è solo un principe o ex tale. E' un ragazzo. Hai presente? Un ragazzo con sentimenti. Un ragazzo che viene manipolato da tutti, mentre cerca di fare la cosa giusta. L'unico, con un po' di senno in testa, che cerca di evitare una guerra civile - cosa che invece è ciò che Mare vuole. Ed è ciò che avrà, perché sia mai che questa irritante eroina riesca a non ottenere ciò che vuole. Non mi frega che l'abbia ottenuto con cicatrici o sangue. La maggior parte del tempo Mare si autocommisera, fa la parte della martire e della vittima di turno, quando non è migliore dei suoi carnefici. Si reputa tanto al di sopra degli Argentei. Si reputa migliore di loro, anche col suo potere, ma alla fine fa la stessa cosa che fanno loro, se non peggio. E molto peggio, aggiungerei. 

L'unico personaggio che mi piaceva, Shade, non ha una bella fine. Ve lo dico, ma non in che modo. Shade è un bellissimo personaggio, poco tridimensionale, ma sempre più di Mare e Gisa. Ma almeno Gisa ha un po' di personalità, cosa che Mare non ha. Giustamente, l'unico bel personaggio per cui faccio il tifo non finisce bene. Va beh. Avrei dovuto aspettarmelo.

Menzione d'onore per i reclutati. Sì, ovvio. In una emulazione di bassa lega di Katniss Everdeen, Mare recluta tutti i novosangue per salvarli dalla morte certa, dato che lei è stata così stupida a far leggere la lista di Julian a Maven. Ve l'ho già detto che in questo romanzo Mare si instupidisce ancora di più? No? E' così, purtroppo. Tra i ragazzi che recluta, all'inizio dando loro la possibilità di scegliere, alla fine ce n'è una che si ribella. C'è una ragazzina che non vuole obbedirle, e cioè Cameron. Cameron è l'unica, ve lo giuro, a dirle in faccia quello che tutti i lettori pensano di Mare. Praticamente questo è il Canto della Rivolta Parte 2 con l'aggiunta di un personaggio sanguinario, ribelle, ma di valore, che è Cameron. Una ragazzina con le palle, l'unica che tiene testa a quella decerebrata di Mare. 

I temi trattati sarebbero anche piacevoli, se non fossero trattati con superficialità. L'autrice avrebbe potuto approfondire la PTSD, i traumi subiti da Mare nel Circo, oppure il narcisismo di Mare; perfino una descrizione più profonda del lutto sarebbe stata migliore. Avrebbe accresciuto l'empatia. Invece no. Va bene anche questo. Accontentiamoci. Oltre a ciò, devo sottolineare due grossi errori di traduzione che non ho potuto ignorare. Ricordiamoci che la lingua originale di Spada di Vetro è l'inglese, questi sono i due errori che ho trovato io:
  • "(...) Torna a posare lo sguardo suk mio collo, sulle cicatrici lasciate dai fulmini e che si protendono verso la spina dorsale. Con una confidenza che mi sorprende, ripercorre quelle linee con il dito, come se celassero qualche indizio. (...)". Confidence non significa confidenza. Confidence significa sicurezza. E non me lo dico per fare la maestrina di turno, ma perché sono laureata in lingue e so quello che dico. Basterebbe aprire un vocabolario di inglese. 
  • Non trovo il punto del libro dove c'è scritto, ma circa a metà dice 'abbiamo subito troppe fatalità." Ecco, io qui ho iniziato a schiumare dalla rabbia. Fatalties non significa fatalità, ma vittime o morti. Un vocabolario no, eh?
A parte questi due grossi errori di traduzione, la narrazione dal POV di Mare è molto lenta. Piena di descrizioni. Molto, molto narrata. Molto, molto lenta. La sua voce, in un flusso di coscienza dovrebbe spingere il lettore a empatizzare per lei, ma alla fine quest'ultimo si ritrova a fare il tifo per il resto del cast. Oh, il cast di personaggio di contorno è l'unica cosa bella. Beh, io ho dato due stelle sia per quello, sia per i tre personaggi che hanno salvato il romanzo (Cal, Farley e Cameron), altrimenti avrei dato una stella. E sarebbe stato comunque troppo.

Quindi, perché mi ostino a continuare? Ormai ve lo sareste chiesti anche voi. In realtà, per quanto Mare sia un personaggio fastidioso, irritante, da prendere a schiaffi ogni volta che un suo pensiero viene esplicitato o quando manipola le persone credendosi la migliore, devo riconoscere alla Aveyard la capacità di tenere il lettore incollato alle pagine. Se il libro fosse stato scritto da un altro POV, e vorrei leggere il POV di Cal o di Maven, penso che non solo sarebbe stato più interessante ma anche diecimila volte più piacevole. La scorrevolezza è il suo unico punto a favore. E' come quelle serie tv trash di cui non riesci a fare a meno. Se voi avete amato Mare, mi dispiace. Leggerò il seguito ma solo perché spero migliori. Perché spero maturi, finalmente. E non solo a parole, com'è capace lei. Ma con azioni. 

Non vi metto nessuna citazione perché, proprio come l'altra volta, non ne ho.

xoxo,
Giada

sabato, giugno 26, 2021

RECENSIONE DI QUESTO CANTO SELVAGGIO (I MOSTRI DI VERITY #1) DI VICTORIA SCHWAB

Buon giorno, Fantastics! Prima che la calura del primo pomeriggio la faccia da padrone, e anche prima che io mi metta a fare il resto dei miei impegni quotidiani (molto presto tornerò anche al mio romanzo, btw), ci tenevo tanto a recensire Questo canto selvaggio della Schwab. Anche perché, se dopo mi guardo The Umbrella Academy, temo che perderò la verve che ho adesso, quindi è meglio approfittarne.

PREMESSA
Da ormai un anno seguo una blogger che ammiro molto, si chiama Blood of Booktube, e mi hanno incuriosito molto le sue storie su Addie LaRue (non preoccupatevi, anche Addie arriverà in questo porto, dato che muoio dalla curiosità di leggerla) e sulla Schwab in generale. Non avevo molte aspettative, anche se sono stata 'chiamata' dalla cover di questo romanzo perché, su, è bellissima. L'accoppiata nero/bianco e rosso è favolosa. Io la adoro! Comunque sì, ho dato a Questo canto selvaggio cinque stelline, ma ne avrei volute dare molte di più, perché l'ho adorato per i temi trattati e per il concetto di 'mostro' in generale. 
A voi è piaciuto? Non vi è piaciuto? Raccontatemi nei commenti! 

TRAMA (DA GOODREADS) 
Per anni Verity City è stata teatro di crimini e attentati, finché ogni episodio di violenza ha cominciato a generare mostri, creature d'ombra appartenenti a tre stirpi: i Corsai e i Malchai, avidi di carne e sangue umani, e i Sunai, più potenti, che come implacabili angeli vendicatori con il loro canto seducente catturano e divorano l'anima di chi si sia macchiato di gravi crimini. Ora la città è attraversata da un muro che separa due mondi inconciliabili e difende una fragile tregua: al Nord lo spietato Callum Harker offre ai ricchi protezione in cambio di denaro, mentre al Sud Henry Flynn, che ha perso la famiglia nella guerra civile, si è messo a capo di un corpo di volontari pronti a dare la vita pur di difendere i concittadini e ha accolto come figli tre Sunai. In caso di guerra la leva più efficace per trattare con Harker sarebbe la figlia. Così August, il più giovane Sunai, si iscrive in incognito alla stessa accademia di Kate per tenerla sotto controllo. Ma lei, irrequieta, implacabile e decisa a tutto pur di dimostrare al padre di essere sua degna erede, non è un'ingenua...

RECENSIONE
Sono ancora piuttosto gasata per il finale di questo bellissimo romanzo, perciò non preoccupatevi se ogni tanto passo da un argomento all'altro ad cazzum, ma raga... non posso farcela! Questo canto selvaggio è veramente un romanzo complesso, pieno di intensità e dolore. E' un romanzo che ti scava dentro, mettendoti faccia a faccia coi tuoi demoni interiori - coi tuoi mostri interiori. Non è un fantasy. E' un trattato di psicologia sotto forma di fantasy YA distopico. 

Katherine 'Kate' Harker è una ragazza di diciassette anni che vuole tornare a casa. Anche se definire casa un mondo diviso in due, da due comandanti, non è proprio la definizione appropriata. Il mondo di Kate Harker gira attorno a suo padre, Callum Harker, capo della regione nord di Verity, in lotta perpetua contro Henry Flynn, che guida e controlla la regione sud. Kate, fin dall'inizio, ci appare come una ragazza smarrita. Sì, mi ha dato quest'impressione. E' una ragazza smarrita che vuole far colpo su un padre che non la considera abbastanza. Non la considera abbastanza per essere una Harker. Non la considera abbastanza per sopravvivere a North City. Non la considera e basta. Tutto l'opposto di Callum è, invece, Henry Flynn. Flynn, il capo della milizia di South City, che insieme ai suoi figli si occupa di ripulire il mondo da persone che hanno portato il male nel mondo. Tuttavia, anche se umano, Flynn sa comunicare coi 'mostri'. E qui veniamo ad August. August, che Kate conosce alla Colton (una scuola privata all'interno della zona verde della città, città divisa in aree dal più grande pericolo al più piccolo, ovvero dalla zona rossa alla zona verde), sembra un ragazzo. In realtà, è ben altro. E' un Sunai. Ma desidera ardentemente essere umano. Desidera ardentemente sentirsi umano.

Il mondo distopico in cui veniamo catapultati presenta tre creature mostruose, tutte nate dalla violenza, dall'aggressività e dall'odio reciproco. Ci sono i Malchai, forse la peggior specie, che viene descritta come una razza dalla voce tanto dolce quanto viscida e che si diverte a uccidere a caso. Ci sono i Corsai, una specie di vampiri che si nutrono di carne umana. Infine ci sono i Sunai, che sono un mistero per chiunque a Verity City. Quando i Sunai cedono all'oscurità, qualcosa di molto brutto accade. Qualcosa che cambia per sempre gli equilibri del mondo. Questo dettaglio, in particolare, mi ha ricordato una frase di Nietzsche:

“Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te”
In fondo, è in parte ciò che accade a gran parte degli adulti di Verity City (per non farvi spoiler). Alla fine, i veri mostri non sono i mostri veri e propri, ma gli umani. Questo assunto mi ha sempre colpito molto, ma credo che sia il romanzo più adatto a cui applicarlo.

Quando un Sunai cede all'oscurità, è come se guardasse dentro l'abisso. E' come se si ritrovasse faccia a faccia con le cose da cui voleva scappare. Come se si trovasse faccia a faccia con la parte di sé, il suo Io più oscuro, e dovesse affrontarlo una volta per tutte.

E' scritto in terza persona esterna, non focalizzata. Quindi spesso leggiamo inizi di capitoli con il nome del personaggio coinvolto, oppure all'interno dello stesso capitolo sono presenti i due POV: quello di Kate, e quello di August. Una cosa che ho apprezzato davvero molto è stato l'inizio dei capitoli, con le lineette barrate stile carcercato... non so perché, ma mi ha ricordato quello. Come nei film, quando i prigionieri segnano quanti giorni sono fermi lì e quanti mancano alla loro libertà.

Vi saluto con una citazione tratta da questo bellissimo romanzo, di cui leggerò il seguito che non ho trovato in altra edizione, se non quella con la cover blu di Our Dark Duet
"(...) La maggior parte delle persone vuole scappare. Dalla propria testa. Dalla propria vita. Una storia è il modo più semplice per farlo."
(Katherine Harker)

xoxo,
Giada

venerdì, giugno 18, 2021

RECENSIONE DI ROYALS DI RACHEL HAWKINS

Buona sera, Fantastics! Ho appena finito, e molto a fatica, il mio primo romanzo di Rachel Hawkins: forse sarebbe stato meglio che mi fossi approcciata a questa autrice con la trilogia fantasy di Incantesimo, perché questa sottospecie di chick-lit misto royal è stato davvero molto pessimo. Personalmente, penso che sia stato il romanzo peggiore che io abbia letto in questo 2021. In assoluto.

PREMESSA
Ho sentito parlare molto di Rachel Hawkins, in Italia è nota soprattutto proprio per la trilogia che volevo cominciare. Col senno di poi, sarebbe davvero stato meglio che lo avessi fatto. Royals non è un granché. Non l'ho trovato particolarmente interessante. E se, all'inizio, mi stava simpatica Daisy, col passare del tempo mi è stata sempre più sulle palle. Le sue battute spiritose, all'inizio piacevoli e geek, sono diventate sempre più pesanti e insopportabili. Proprio come la sua palese gelosia nei confronti di Eleanor, anche se una parte di me può capirla in questo. Una parte di me aveva empatizzato con lei per questo, ma poi è andato tutto allo scatafascio. A voi è piaciuto? Vi va di parlarne nei commenti?

TRAMA (DA AMAZON)
«Dolce, romantico, semplicemente adorabile.» Buzzfeed
Il vero principe azzurro arriva quando meno te lo aspetti

Daisy Winters ha una vita normale. Vive in Florida, ha sedici anni, capelli color rosso fuoco da sirenetta, impossibili da domare, un lavoro part-time in un supermercato, e una sorella a dir poco perfetta che si è appena fidanzata. In effetti, il futuro cognato non è un ragazzo qualunque: è l’erede al trono di Scozia! Per Daisy, che non ha alcun desiderio di stare sotto i riflettori, si preannunciano mesi impegnativi. Costretta a cancellare i suoi piani estivi, Daisy vola nel Vecchio Continente, per conoscere i regali parenti dello sposo, tra cui il bellissimo principe Sebastian, sempre al centro delle attenzioni dei tabloid con la sua vita sregolata e la sua discutibile cricca di amici, tanto aristocratici quanto affascinanti e turbolenti. Nonostante cerchi di mantenere un basso profilo, Daisy viene risucchiata da questo mondo sfavillante e dai suoi scandali: riuscirà a trasformarsi in una vera Lady senza rinunciare a essere se stessa?

RECENSIONE
Royals, come dicevo più su, era partito con le migliori premesse. Empatizzare con la protagonista, la geek Daisy Winters sembrava facile, in fondo aveva i miei stessi interessi e andava matta per una specie di saga sci-fi che ricordava molto Star Trek. Il problema di questo romanzo è, in sostanza, la sua protagonista: Daisy. 

Daisy Winters è la sorella minore della nuova fidanzata dell'erede al trono di Scozia, Eleanor. Da ormai tre anni, Daisy è costretta a vivere all'ombra della sorella. E' costretta a rinunciare alle cose che le piacciono. E' costretta a rinunciare agli eventi che le interessavano, proprio perché prima di qualsiasi cosa sua, veniva la sorella. Qui, sarò sincera, Daisy mi aveva conquistata. La capivo. La capisco. Non so da quanto tempo mi sento così. Non so da quanto tempo sento che le mie cose vengono sempre dopo. Quindi, è stato facile entrare in empatia con lei. Ma quando il suo ex ragazzo diffonde, su TMZ, una dichiarazione falsa, all'improvviso l'interesse della corte reale si focalizza su di lei ed è, perciò, costretta ad andarsene dal nord della Florida e trasferirsi, per l'estate, in Scozia.

In Scozia, oltre ad appassionarsi agli usi e costumi della regione, le viene affibbiato un finto fidanzato. Fatalità, proprio il ragazzo che a Daisy stava sulle palle e fatalità quello a cui faceva sempre battutine della malora pensando di essere simpatica. Questo continuo spingere sull'ironia e sul sarcasmo, se all'inizio poteva anche risultare piacevole da leggere, a lungo andare diventava quasi fastidioso. Inoltre, penso che questo romanzo avesse bisogno di una notevole ripassata dal correttore bozze e, sopra ogni cosa, un buon editing. Daisy non viene approfondita molto, come personaggio. Proprio come Ellie. 

Tutto il romanzo è scritto dal POV di Daisy, pensieri compresi. In certi punti mi ha ricordato, un po', un mix tra Mare e America. Questo è tanto dire, perché penso che siano due delle protagoniste più irritanti e fastidiose degli ultimi YA che ho letto.

Non ho alcuna citazione da postarvi, perciò vi saluto qui.

xoxo,
Giada

domenica, giugno 13, 2021

RECENSIONE DI TALON (TALON #1) DI JULIE KAGAWA

Buona sera, Fantastics! Nonostante tutto, e il fatto che io stia faticando per rimettere mani al mio romanzo (il fatto che questa settimana io non sia stata tanto bene non ha aiutato), quasi una settimana fa ho iniziato a leggere Talon. A dir la verità, non avevo mai letto un romanzo sui draghi prima d'ora (sì, mai letto neanche Eragon di Paolini), ed è stata una piacevole sorpresa! 

PREMESSA
Come vi dicevo, non ho mai letto un romanzo sui draghi prima d'ora. Non ho nemmeno avuto la fase Eragon-fantasy, perché al periodo ero una Twilighter di prima categoria xD Ad ogni modo, sono felice di aver rimesso le mani nella mia biblioteca personale e averlo recuperato! Mi è piaciuto veramente tanto!
E poi la ship principale è una bomba! Cioè... adoro la Kagawa! Quattro stelle sono un po' poche, lo ammetto, ma va più che bene. Insomma, di primo acchito l'ho trovato molto bello. E' stata una sfida con me stessa che ho superato.

TRAMA (DA AMAZON)
Ci fu un tempo in cui i draghi furono cacciati fino quasi all'estinzione dai cavalieri dell'Ordine di San Giorgio. Da allora, nascosti sotto sembianze umane, i draghi di Talon sopravvissuti al massacro si sono moltiplicati e hanno acquisito maggiore forza e astuzia nel corso dei secoli: non manca molto a quando saranno pronti a diventare i padroni del mondo, senza che gli esseri umani nemmeno se lo immaginino. Ember e Dante Hill sono gli unici esemplari di draghi fratello e sorella, addestrati per infiltrarsi nella società degli uomini. Ember non vede l'ora di vivere come una teenager qualunque e godersi quell'unica estate di libertà che le sarà concessa, prima di ricoprire il ruolo a lei destinato dentro il regno di Talon. Ma l'Ordine è sulle loro tracce per terminare quanto non era stato fatto nel passato: annientarli tutti. Il cacciatore di draghi Garret Xavier Sebastian, però, non può uccidere, a meno che non sia sicuro di aver trovato la propria preda. E niente è certo quando si tratta di Ember Hill.

RECENSIONE
Prima di partire con la recensione vera e propria, è doverosa una premessa, riguardo questo young adult coi controfiocchi: non è solo un fantasy YA, ma anche un urban. Una cosa che non è stata sottolineata nei siti dove sono andata, ma che mi sento in dovere di dirvi ora. Sì, il contesto è decisamente urban con una notevole, notevolissima percentuale, di fantasy. E' un fantasy che strizza l'occhio ai suoi predecessori, in certi punti mi ha ricordato perfino la serie tv Merlin e in altre dei film sui draghi che ho visto, ma non ho termini di paragone di valore con cui confrontarlo. Tuttavia, Talon è di sicuro un ottimo romanzo. Un romanzo che sì, presenta qualche pecca, ma è molto molto godibile.

Ma veniamo a noi: Ember Hill è una ragazza di sedici anni ribelle, impaziente di vivere e sperimentare la libertà, alla larga dal deserto in cui è stata rinchiusa fino a quel momento con suo fratello Dante. Ma Ember non è una ragazza. E' un drago. Fin da subito, la scrittrice ci ricorda che, nel loro universo, le femmine di drago sono considerate molto preziose, a causa di un evento del passato che ha rischiato di estinguere quasi completamente la loro specie. Un evento che vede protagonista, infatti, l'Ordine di San Giorgio. La scrittrice ch'è in me si è messa a saltellare a quest'entrata in scena di un ordine militare segreto, con un nome simile poi. Perché? Secondo la leggenda cristiana, San Giorgio uccise il drago che voleva ammazzare una fanciulla - non chiedetemi altri dettagli, questo è ciò che ricordo - e questo flebile quanto interessante collegamento con la mitologia cristiana mi ha esaltato da matti!

Ember e Dante, in realtà, non sono stati spostati a Crescent Beach per puro caso: sono lì per continuare il loro addestramento. Un addestramento al termine del quale verranno inseriti, con un ruolo ufficiale, nella società di Talon. Talon è, a tutti gli effetti, un'altra società segreta che vive e si mescola al comune mondo degli umani e il cui scopo è oscuro a tutti. Talon non è ciò che appare, e la ribelle Ember non lo comprende subito. Sarà l'incontro, non tanto casuale, con Riley a farle cambiare idea. Ma, allo stesso tempo, un altro incontro però stavolta apparentemente casuale, con Garret cambierà il suo mondo.

Garret Xavier Sebastian è un ragazzo tutto d'un pezzo. E' una macchina da guerra, pronto a eseguire gli ordini dei suoi superiori senza battere ciglio. Il soldato, però, si ritrova a mettere in dubbio tutte le sue convinzioni e i dettami con cui è cresciuto perché resosi conto, alla fine, di provare qualcosa per lei. Perché resosi conto di provare qualcosa per il nemico.

Nonostante io abbia trovato qualche lieve errorino e un triangolo inaspettato, che secondo me poteva esser risparmiato ai fini della trama, ho amato molto questo romanzo. In realtà, io non volevo nemmeno finirlo prima. Non volevo nemmeno finirlo oggi, a dire il vero. Leggevo sempre più piano e in orari discutibili per tenermi questo bellissimo libro anche per i giorni successivi.

Il romanzo presenta 3 POV principali, tutti in prima persona: Ember, Riley, Garret. Ember è molto ingenua, la sua ingenuità però non è fastidiosa, è tenera. Mi ha fatto molta molta tenerezza quella cucciola di drago che vuole solo essere libera di vivere la sua vita come meglio crede. Riley è il classico ragazzaccio, il bad boy di turno, ma è molto altro ancora che non vi dirò per evitarvi spoiler. E Garret, oh, se esistesse penso gli salterei addosso instantemente! 

Purtroppo non ho sottolineato molto, poiché a mio avviso non era un romanzo molto sottolineabile. 
Vi auguro una buona serata,
xoxo,
Giada
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