mercoledì, dicembre 02, 2015

Recensione Film - Harry ti presento Sally

Ieri sera, dopo una pesante giornata universitaria, non ho ovviamente voglia di fare niente se non di restare a casa a guardare un bel film. Mi preparo una camomilla calda, mi prendo un dolcino e mi metto comoda sul divano per guardare un classico che però finora non mi era mai capitato di vedere:
“Harry ti presento Sally”. Il risultato? Piacevole scoperta J
Il titolo originale di questo film del 1989 è “When Harry met Sally…”. Diretto da Rob Reiner, è stato il trampolino di lancio di una giovanissima Meg Ryan. Insieme a lei, Billy Cristal. Il film parla di questi due ragazzi, Harry e Sally, che si incontrano subito dopo la laurea quando Harry era al tempo il fidanzato di una cara amica di Sally. L’occasione che li farà conoscere sarà un viaggio da Chicago a New York dove i due ragazzi vogliono andare a trovare fortuna. In questi viaggio sembrano essere due persone completamente  incompatibili: lei perfettina e lui molto alla mano, lei diffidente e lui più spavaldo. L’argomento che sicuramente più li farà scontrare sarà l’amicizia tra uomo e donna: secondo Sally esiste ed è possibile, secondo Harry no perché un uomo che prova un minimo di attrazione nei confronti di una donna non può esserle amico (ogni riferimento era puramente casuale…)
Si lasciano quindi così, con la certezza di non rivedersi mai più. Ma così non sarà. Infatti anni dopo, si rincontreranno casualmente in aeroporto, raccontandosi brevemente come si erano evolute le loro vite: Sally era felicemente fidanzata, Harry stava addirittura per sposarsi.
I due si lasciano di nuovo, con l’augurio di una felice vita. Si rincontreranno  diversi anni dopo in una libreria: lei non è più fidanzata, lui ha appena divorziato. Cominciano così a confortarsi l’un l’altra, facendo nascere una meravigliosa amicizia.
Chi avrà ragione alla fine, Harry o Sally?
Per scoprirlo, guardate il film e ditemi un po’ che ne pensate J
Come dicevo inizialmente l’ho trovato molto piacevole, simpatico e tenero in alcuni punti. In più poi, io sono una FAN SFEGATATA dell’amicizia uomo-donna: non solo esiste, ma è eccezionale! Gli amici uomini io penso siano uno di quei beni preziosi che nella vita è necessario avere e soprattutto custodire, perché spesso sanno essere più  leali e sinceri di noi donne (ammettiamolo!). E il film a mio parere tratta l’argomento bene, in tutte le sue sfumature, in tutti i suoi pro e contro, in tutti i suoi pregiudizi e  preconcetti. Poi vabbè il finale..... no basta, sennò non lo guarderete mai se ve lo racconto!
CURIOSITA’: il film è stato scritto da Nora Ephron; Harry e Sally rappresentano rispettivamente  Rob Reiner e Nora Ephron: il primo fu lasciato e cadde in uno stato di pessimismo e sconforto verso il mondo (Harry è così nel film), mentre la seconda affrontò la fine della sua storia con più autocontrollo e serenità (come Sally); la scena dell’orgasmo è stata suggerita dalla Ryan, la battuta che dirà poi la signora (che altri non è che la madre di Reiner!) è stata invece suggerita da Cristal; le varie coppie anziane che parlano, sono anche quelle basate su storie vere.


lunedì, novembre 23, 2015

Recensione - Lungo le strade della nostra vita


E’ la mia prima recensione di un libro, speriamo bene e confido in voi!
Ho appena terminato di leggere un romanzo, “Lungo le strade della nostra vita” di Eloy Moreno. E’ di quei romanzi incalzanti e ricchi di suspense come piacciono a me. La trama principale è quella su Alisia, un’insegnante che viene mandata per un breve periodo a Toledo. La sua storia è quella di una qualsiasi donna dei nostri giorni: un lavoro precario, una bambina piccola avuta dopo tante difficoltà, un marito con cui non c’è più la stessa passione e spensieratezza di un tempo… una storia comune.
Ma per Alisia tutto cambierà quando arriverà a Toledo: si perderà tra i vicoletti tortuosi della città, tra la sua magia e le sue leggende. Ritroverà il rapporto con una cara zia di cui ne scoprirà i segreti, e a cui si sentirà più vicina che mai. Ma soprattutto troverà Marcos: un’affascinante poliziotto, giustiziere dei poveri e dei deboli, che le farà scoprire le bellezze e ricchezze di Toledo ma soprattutto della vita. Comincerà con lui una appassionante storia, che la farà perdere ancor di più nei sentieri della sua vita.
Le storie che si intrecciano nel romanzo sono tante: quelle di uomini e donne che lottano per mantenere un lavoro, di altri che assaporano le loro vite giorno per giorno. Di ragazzine che crescono, alcune da vittime altre da carnefici. Di donne che vivono la stessa situazione di Alisia, solo con meno pensieri.
Eloy Moreno è una nascente penna della letteratura contemporanea spagnola. Il suo primo libro, “El boligrafo de gel verde” del 2011, è stato pubblicato da lui stesso. Dopo l’iniziale successo anche grazie i vari social, il libro fu acquistato da una casa editrice che si occupò di ripubblicarlo, con delle modifiche nel testo e nella copertina. In Italia uscirà nel 2012 con il titolo “Ricomincio da te”. Nel 2014 ecco l’uscita del secondo libro, “Lo que encontré bajo el sofà”, tradotto in italiano con “Lungo le strade della nostra vita” (ai nostri editori piace molto usare la fantasia nei titoli!).
E’ vero ciò che recensisce La Vanguardia: << Un romanzo in cui chiunque ritroverà un pezzo della propria storia.>>  Le storie che racconta Moreno potrebbero essere quelle mie, vostre, di chiunque. I pensieri, le paure a cui dà forma sono quelli di tutti. Forse è proprio per la semplicità che il romanzo lo si legge tutto d’un fiato. Del resto come si dice, le cose semplici sono le più belle J

Io ve lo consiglio fortemente, è stata davvero una bella e piacevole lettura. Poi è bello pensare di aiutare un nascente e soprattutto talentuoso scrittore, che si sta facendo la sua strada da solo. Una cosa è certa: dopo questa lettura spero di poter andare presto a visitare Toledo, perché sembra il posto più bello del mondo da come lo racconta lui!

domenica, novembre 22, 2015

"Cantico sull'oceano" di Federica Leva

Oggi vi parlo di un libro che ho amato leggere e che consiglio vivamente: "Cantico sull'oceano" di Federica Leva.

Innanzitutto... chiudete gli occhi. Respirate profondamente. Riuscite a sentire il profumo del mare? Lo sciabordio delle onde? Il sole che vi colpisce in piena faccia e vi scalda la pelle? I gabbiani che volano sulle onde? Questo è il mondo in cui sarete trasportati e che vi farà letteralmente dimenticare il "qui e ora", non importa che voi leggiate questa storia comodamente distesi nel vostro letto, in poltrona, o al contrario in metrò o su un treno. Questa storia vi porterà lontano...

Dalla sinossi del libro:

"Il Louvre sta per chiudere mentre la pioggia battente inonda Parigi. La folla si affretta a uscire ma la musica, quella melodia così eterea, ha scelto il momento per compiere, ancora una volta, la sua magia. E, da quel quadro così poco celebre, inizia il racconto della straordinaria vita della donna dipinta. Siamo nei primi anni del '900 ed Elenoire, una talentuosa compositrice e pianista, è combattuta fra l'esigenza di suonare una musica al di fuori dalle convenzioni dell'epoca e le impostazioni conservatrici del marito. Durante un viaggio verso Nizza, però, qualcosa muterà: la coppia si smarrirà in un villaggio ammantato di surrealismo che permetterà loro di intraprendere un percorso sulla via dell'inevitabile cambiamento. E, sospesi in un mondo fra sogno e realtà, Adrien ed Elenoire saranno costretti ad affrontare le proprie paure e le proprie convinzioni per vivere  in eterno attraverso note incantate.  Una storia d'amore romantica e devastante per la sua intensità che trascinerà il lettore in un'estasi di note e poesia."

Questo è un libro che non si legge solamente, ma si "vive". Pagina dopo pagina l'autrice vi coinvolgerà in una storia al di là del tempo e dello spazio, in un'altra epoca e in un altro spazio. Io sono rimasta assolutamente affascinata dall'atmosfera che questa bravissima autrice è riuscita a ricreare tra le parole sapientemente scelte: parole che come una melodia, creano quasi un'onda di sensazioni ed emozioni. Ho amato proprio questo: la cura nello scegliere le parole. Nulla è lasciato al caso o abbozzato. Le parole evocano suoni, colori, paesaggi, sensazioni che coinvolgono come dire...tutti e cinque i nostri sensi. Spegnete la tv, il telefono, lasciate che l'eco della giornata si allontani da voi... e lasciate che questa storia vi porti magicamente con sé in terre lontane dove tutto...chissà...è possibile.

Ricordo che "Cantico sull'oceano" è stato finalista al concorso letterario "Le ali della fantasia" - Chieti, 2005, ha vinto il 1° premio al concorso letterario promosso da NPlibri - Imperia, 2006, e si è aggiudicato il Premio speciale al concorso letterario "Penna d'autore" - Torino, 2006

Ancora un grande in bocca al lupo per tutto alla bravissima Federica Leva e... alla prossima recensione! :-)

Consuelo

venerdì, novembre 20, 2015

Recensione film - Un amore speciale

Le tre sorelle Tate fanno parte di una famiglia molto benestante: una si sta per sposare (Potty Montgomery), un’altra è lesbica (una giovanissima Sarah Paulson dato che io sono una fan di “American Horror Story”  vederla qui mi ha fatto venire gli occhi a cuoricino!) e cerca in tutti i modi di far accettare la cosa a sua madre (la fantastica Diane Keaton) e l’ultima è Carla (Juliette Lewis) affetta da un leggero ritardo mentale. Proprio per questo fu mandata dai genitori in una scuola specializzata dove trascorrerà gran parte della sua infanzia e adolescenza. Abbastanza grande ed autonoma, il padre ( Tom Skeritt) la persona più accondiscendente della famiglia, la andrà a prendere per portarla a casa. Carla si dovrà riabituare a vivere nel mondo ‘normale’ e anche grazie alla sua tenacia e buona volontà convince i genitori a mandarla nella scuola pubblica dove si troverà a vivere e a fare le cose che fanno tutti i ragazzi della sua età. Proprio a scuola incontrerà Danny (Giovanni Ribisi) anche lui affetto da un leggero handicap mentale, con il quale comincerà una stupenda amicizia: cominceranno a condividere i loro mondi, le loro prospettive di vita e si faranno forza l’un l’altra nelle situazioni che li metteranno in difficoltà. Da questa amicizia nascerà una pura e innocente storia d’amore, fatta di piccole cose che ci faranno spesso sorridere ma anche commuovere. Dopo diversi ostacoli, il finale sarà romantico  per tutti…
Preparatevi, fazzoletto alla mano!
Il film è diretto da Garry Lewis, è del 1999 e il titolo originale è “The other sister”, adattato in italiano con “Un amore speciale”. Il cast è indubbiamente importante, spesso anzi molte le critiche proprio sull’imponenza della Keaton che in alcuni punti è forse andata ad oscurare l’attrice principale. C’è da dire che Lewis è postumo ad un filmone, “Pretty Woman”, che mette a dura prova quindi il suo lavoro perché molte sono le aspettative che si hanno su di lui. Il tema inoltre è stato trattato e ritrattrato anche in maniera più seria ed approfondita da altri film ma io lo considero proprio per la sua semplicità un film carino da vedere in una sera che si vuole essere romantici e leggeri mentalmente J
CURIOSITA’: oggi la Lewis è impegnata nel mondo della musica. Dal 2004 al 2009 ha fondato ed è stata la cantante del gruppo “Juliette and the Licks”. Dopo due album, il gruppo si scioglie e lei ne fonda un altro: “Juliette and the New Romantiques”. Diverse le sue collaborazioni negli ultimi anni in brani e videoclips di altri colleghi.


giovedì, novembre 19, 2015

Il sangue degli innocenti bagna la terra parigina

Questo non è un post come tutti gli altri, mi sento in dovere di dirvelo, il mio non è un articolo dove mi scervello sui collegamenti con le attuali guerre in tutto il mondo, ma il mio è un semplice sfogo che mi tengo dentro da venerdì 13 e sento il bisogno di esorcizzare il dolore e la tristezza con questo post. Se siete interessati potete condividere e commentare.



13 novembre, ore 23.45 
Avevo appena iniziato la dieta e a causa della mia ciste, non potendo andare in palestra, ho deciso di ripiegare sugli intensi allenamenti di Wii Just Dance. Ad un certo punto mi fermo, prendo il cellulare e scorro la home di Facebook, come di consuetudine, ma c'è qualcosa di diverso stavolta. Tutto il popolo di Facebook dice, a caratteri cubitali "PARIGI E' SOTTO ATTACCO". Il mio cuore si ferma. Cosa sta succedendo? Mille pensieri mi attraversano la mente, ma mai e poi mai avrei detto che si trattasse di un attacco terroristico in più punti della città. Spengo la Wii con il cuore in gola e vado su La7, decisa a guardare l'edizione speciale del telegiornale. Le notizie mi allibiscono. Mi spaventano. Mi rattristano. C'è stato un attacco durante un concerto di una metal band al Bataclan, due terroristi si sono fatti saltare in aria fuori dall'Estade de France, la partita amichevole è stata cancellata. Ripenso a ciò che mi aveva detto prima mio papà: "E' successo qualcosa durante la partita". Non capivo. Continuo a guardare il servizio con le lacrime agli occhi. I terroristi hanno preso in ostaggio 100 vittime e grazie ad un tweet di una ragazza ch'è riuscita ad accedere al piano superiore, sappiamo che li stanno uccidendo uno ad uno, che li stanno freddando. Senza rimorsi. Senza cuore. Il primo pensiero è stato che quegli esseri non hanno né cuore né anima, perché altrimenti non avrebbero fatto una strage del genere. Seguo in diretta il blitz della polizia francese all'interno del Bataclan. I poliziotti uccidono due terroristi, alcuni scappano, si contano i feriti e i superstiti. Domani sarà il giorno più buio della storia europea. Un giorno che nessuno dimenticherà mai. I terroristi rivendicano l'attentato di Parigi, dicendo che il loro gesto, oltre ad essere stata una vendetta nei confronti del presidente Hollande, per essere intervenuto in questioni che non lo riguardavano e che il loro gesto era l'11 settembre della Francia. Hollande comunica al mondo intero che chiuderà le frontiere, che metterà lo stato massimo di allerta in tutta la Francia. Su Facebook i miei amici, preoccupati per i loro amici parigini, li contattano. Io sento una forte agitazione nelle gambe e nel cuore. Vado a letto pensando che... Com'è possibile che nel 2015 succedano ancora queste cose? Perché hanno dovuto uccidere cento e passa innocenti solo per rivendicare il loro dio, perché non dimentichiamolo che i terroristi sono entrati al Bataclan con i khalashnikov spianati gridando "Allah Akbar" (Allah è grande). Non so cosa provo, sento solo un tumulto dentro che non riesco a spiegare a parole, sono triste, agitata, preoccupata. Sì, perché l'ISIS ha detto che i loro prossimi obiettivi sono Washington, Londra e Roma. Mi addormento senza sognare niente. Forse perché il mio desiderio di vivere in un mondo pacifico è sfumato quella notte.

Sabato 14 novembre, ore 10.00
Mi sveglio pronta per portarmi avanti con le materie che studio all'università, guardo il telegiornale e il numero di vittime e superstiti dei sette attacchi terroristici è agghiacciante. Cambio canale, finisco di far colazione e cerco di portarmi avanti. Ma mi sento come se mi fosse passato sopra un carro armato, ho il cuore pesante, non riesco a fare niente, il mio pensiero continua ad andare a quelle innocenti vittime che stavano passando una normale serata tra amici al ristorante, al bar, a un concerto. Penso che una di quelle vittime potrei essere stata io. Chiunque di noi potrebbe essere stato una di loro. Decido di lasciar perdere inglese 3 per un giorno, tanto sono abbastanza avanti e un giorno di riposo non mi rallenterà. La notte precedente avevo scritto sotto a un post di una mia amica che prima di ieri io ero favorevole all'integrazione degli immigrati e ho conosciuto dei rifugiati che erano delle persone buone, ma a questo punto credo che la cosa migliore da fare sarebbe chiudere le frontiere... Ma a che scopo? Ora è inutile farlo. Sono tutti qua. Potrebbe essere chiunque. Potrebbe essere una persona che appare in un modo ma che in realtà è ben altro. Non so se riuscirò a fidarmi di tutti di nuovo, ma non voglio fare di tutta l'erba un fascio. Il problema è che a causa di questi terroristi non sappiamo chi è davvero il "buono" e chi è davvero il "cattivo". Le notizie rimbalzano da un sito all'altro, condivido quelle che mi colpiscono di più. Cambio la mia immagine del profilo con la bandiera francese, conscia nel mio piccolo di esser stata per qualche ora oggetto e numero di una statistica di Facebook, ma è stata la prima cosa che mi sono sentita di fare. Avevo bisogno di qualcosa che mi facesse sentire vicino ai famigliari di quelle vittime. Oggi si scatena una guerra dietro l'altra su Facebook per via della bandiera francese nel profilo di ognuno. Leggo quei flame e resto inorridita dagli insulti che certi utenti danno agli altri, che gli dicono di essere "pecore che seguono la massa" ecc. Comunico nella pagina di Facebook del blog che per quel giorno né nella pagina né nel blog non verrà pubblicato nulla, in segno di lutto. Arriva a casa mia cugina e io ho una crisi isterica, dove me la prendo con lei. Quando sono ormai le cinque di sera, mi rendo conto che la mia sfuriata è stata stupida, ma ho scaricato su di lei la tensione che avevo la sera prima. Non è giusto, lo so, ma ridere e scherzare mi sembrava superfluo e stupido in quel momento. Ripenso a ciò che ho scritto su Facebook alla mattina, che mi sentivo il cuore pesante e che mi sentivo impotente, come avrei potuto proseguire la mia vita sapendo che quello ch'era successo a Parigi poteva succedere anche qui da me? Per fortuna un'altra mia amica mi risponde e m'infonde coraggio. Dobbiamo distrarci, altrimenti questa tragedia ci svuoterà la vita dei nostri interessi e delle nostre passioni. Ma non è ancora un buon momento per leggere, non ancora. Non me la sento. La sera accendo una candela e la guardo fuori, appoggio la mano sul vetro e guardo nella notte. Il mio cuore si sta placando, i tumulti che lo agitavano si stanno placando. Ma resta comunque una forte amarezza, una tristezza che il mio cuore fatica a cancellare o perlomeno, a mettere in un angolino del mio cuore.

Domenica 15 novembre, ore 10.00
Continuano ad arrivare notizie da tutti i telegiornali, aggiornamenti sui terroristi e sul grido di "guerra" di Hollande. Comincio a riflettere sulla storia in generale. Anche i coloni si sono presi le stesse terre per le quali i terroristi si fanno saltare in aria tantissimi secoli fa, una guerra non può essere una soluzione, penso. Se dichiara guerra e fa tornare la leva obbligatoria, i giovani saranno costretti ad andare in guerra, e queste guerre continueranno, è un circolo vizioso, non finirà mai. Ritengo inizialmente stupido che si possa combattere la guerra con l'amore, non perché il concetto di amore mi sia estraneo, ma perché penso che quei terroristi fanatici non sappiano cosa sia e che combattano in nome di un dio che dice loro di farsi saltare in aria e uccidere il maggior numero di infedeli. Certo, noi con il cristianesimo e le Crociate in Terrasanta abbiamo fatto la stessa cosa. Come dice Fabiola, la storia ciclicamente si ripete. Lo sapevo, lo so. La mia amica ha ragione. Queste persone non sono mosse dal loro dio, ma dal dio denaro. Inizio a chiedermi quale dio possa voler una cosa del genere dai suoi adepti, mi chiedo perfino se esista un dio, se esista il Dio dei cristiani o il dio degli islamici. Non so cosa rispondermi. Io credo che le guerre in nome di un dio siano futili, perché viene versato sangue per un'ideologia che altro non è che un'ideologia che inneggia all'odio. Ma non è giusto quello che sto pensando, perché i cristiani, sebbene non si facciano saltare in aria come i terroristi, non sono meglio di loro. Scopro che l'Italia è uno dei maggiori rivenditori di armi nel mondo, che detiene il 45-50%, non mi ricordo l'esatta percentuale. L'ISIS è una creazione americana, su Facebook rimbalza la foto di Bush con il capo dell'ISIS. Non so se crederci o meno, perché su Facebook girano tante bufale. Ma so per certo che l'ISIS è stata creata dagli USA, gli stessi USA che hanno offerto appoggio alla Francia e gli stessi USA che sono gli esportatori mondiali di armi per eccellenza. Un'altra giornata è passata, ma questa giornata ha messo in discussione tutto ciò in cui credevo, tutto ciò che credevo di sapere e ha minato la mia fiducia nel genere umano.

Lunedì 16 novembre, ore 10.00
Vado all'università e parlo con le mie compagne di corso prima di entrare a filologia germanica di quanto è accaduto in Francia. Scopro che la mia università ha fatto un minuto di silenzio per le vittime dell'attentato a mezzogiorno e che tiene le bandiere a mezz'asta, ecco perché quando ho attraversato la passeggiata del Carmine le bandiere erano messe così. Si cerca una ragazza, Valeria Solesin, che era al Bataclan con il suo fidanzato e la sua amica, che si sono salvati. Gli ospedali francesi sono blindati, ma la si cerca dovunque. Seguo le ricerche con apprensione, perché Valeria era una studentessa universitaria in un centro di ricerca demografico francese, stava passando una normale serata a un concerto al Bataclan. Spero che non le sia successo nulla, spero che sia in un ospedale, magari incosciente ma viva. Viva. Qualche giorno dopo verrà ritrovato il suo cadavere perforato da sei colpi di khalashnikov, era stata colpita alle spalle, come fanno solo i vigliacchi. Mi piange il cuore, perché Valeria era una studentessa, una giovane ragazza che aveva tutta la vita davanti e che ha visto la vita venirle portata via da quegli assassini. Un uomo querela il giornale Libero per il titolo di apertura "Bastardi islamici". Da una parte posso capire la rabbia dei giornalisti, ma secondo me non andava fatto. Non dovevano scrivere una cosa del genere. Oltre ad inneggiare all'odio e a fomentare la psicosi da terroristi che sta dilagando, non fa altro che metterci uno contro l'altro. Arriva la sera, e ad un'altra mia amica, Connie, una scrittrice, le viene detto che lei in quanto scrittrice non doveva esporre i suoi pensieri e le sue emozioni riguardo gli avvenimenti di Parigi. Ma che discorsi sono? Uno scrittore è una persona in carne e ossa, ha tutto il diritto di esprimere i suoi pensieri e le sue emozioni se qualcosa lo fa star male o lo colpisce. Il titolo non c'entra nulla. Gli scrittori prima di essere scrittori sono esseri umani. Non ci vedo più dalla rabbia e rispondo per le rime alla ragazza che ha detto così a Connie.

Martedì 17 novembre, ore 21.00
Tornata a casa dall'università, vengo a sapere che Hollande sta mantenendo la sua promessa di attaccare i terroristi e rade al suo Raqqua, uccidendo molti innocenti, persone che non c'entrano nulla. Comunico su Facebook il mio pensiero, e cioè che gli innocenti sono innocenti a prescindere da che paese attaccano o viene attaccato con bombardamenti aerei. Per me gli innocenti che sono stati uccisi a Parigi non sono diversi da quelli uccisi da Hollande a Raqqua, perché alla fine sono sempre quei poveri cristi che non c'entrano niente a venire colpiti e decimati fino all'inverosimile. Mi viene detto che forse se avessi perso qualche mio parente o amico negli attentati di Parigi la penserei diversamente. No, mi rimangio quello che ho scritto provando a mettermi nei panni di quelle persone. No. La guerra come risposta ad una dichiarazione di guerra non è la risposta, la soluzione. Finché si risponderà alla violenza con altra violenza, non finirà mai la guerra. Posso non aver perso nessun familiare o amico negli attentati di Parigi, ma ciò non toglie che per me gli innocenti siano tutti uguali, di qualsiasi guerra si parli, e che alla fine sono sempre loro a venire messi in mezzo nel tentativo di uccidere i terroristi. Il clima che si sente in giro per Padova è di pura tensione, si può tagliare con il coltello. Io stessa mi accorgo di essere più diffidente e di guardarmi bene le spalle prima di ritrovarmi davanti a persone che reputo musulmani o islamici. Non va bene così. Non devo farmi prendere dalla psicosi. Devo rimanere lucida e razionale, anche se per una persona passionale e imprevedibile come me, tutto ciò risulta difficile. In preda a dei sentimenti non ben definiti, scrivo su Facebook che i terroristi non riusciranno mai a farmi odiare un mio simile, un musulmano o chicchessia, perché io ho sempre rispettato gli altri e le loro culture e non intendo fare diversamente. Io non sono tollerante, io rispetto le culture e religioni degli altri. Ma loro hanno ucciso un sacco di innocenti. Lo so, ma con la rabbia e la paura non risolviamo niente. Faremo soltanto il loro gioco. E' questo quello che vogliono, farci dubitare del nostro prossimo e farci la guerra uno con l'altro col fine di approfittarne. Non riuscirete mai a farmi odiare un musulmano o un islamico.

Mercoledì 18 novembre, ore 20.00
Tornata a casa dall'università scopro amaramente che Valeria Solesin è stata trovata uccisa, hanno ritrovato il suo cadavere e che stasera si accenderà una candela in sua memoria. Tutti proseguono con le loro vite, ma l'attentato di Parigi, ma si sente che qualcosa è cambiato. Non si respira più l'atmosfera di prima. E ne sono consapevole.

Mercoledì 19 novembre, ore 10.00
Il quartiere di Saint Denis, a Parigi, viene messo sotto assedio dalla polizia parigina che ha scovato tre-quattro terroristi. Mandano il cane a perlustrare l'accesso, ma la terrorista si fa saltare in aria e uccide il cane. Il cane, voi mi direte, piangi anche lui? Perché proprio un cane? Perché per me il cane è il migliore amico dell'uomo, era un cane addestrato a fare quel tipo di lavoro, ad attaccare; ma magari sognava di giocare a palla o di correre nel prato. Un'altra vittima in questa strage di Parigi che sembra non finire mai.


Scusa per la telecronaca dei giorni, ma ho fatto diverse riflessioni e siccome le ricordo tutte molto bene, avevo bisogno di esporvele. L'attentato di Parigi ha sconvolto le nostre vite, su Facebook veniamo accusati di preoccuparci solo di queste vittime quando in Siria o ad Aleppo questo succede all'ordine del giorno. Non è vero. Sono stata colpita tante volte anche dalla morte di vittime innocenti anche riguardanti altre guerre in Africa, ma non avevo il coraggio di esprimermi, perché è difficile trovare le parole quando succedono queste cose, perché vorresti non accadessero mai e poi perché sembra che sia già stato detto tutto ciò che si voleva o poteva dire. Io non sono solo una blogger, una studentessa universitaria o un'aspirante scrittrice, io sono prima di tutto una persona e non posso restare impassibile quando succedono queste cose, non posso rimanere ferma e continuare la mia vita come se non fosse successo niente quando la stessa cosa poteva succedere anche a me. Se avessi fatto l'Erasmus. Se avessi scelto il francese al posto dello spagnolo. Ci sono tanti "se" e tanti "ma", non lo saprò mai; ma queste tragedie non mi lasciano indifferente. Vi ho detto che il giorno dopo l'attentato mi sono sentita come se un carro armato mi fosse passato sopra, ed è vero. Quel giorno non riuscivo a fare niente, non riuscivo a mantenere la concentrazione, ero agitata, nervosa, triste. Ho cominciato a leggere per distrarmi un po' dalle bruttezze di questo mondo.

Giada

RECENSIONE di Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo di Raffaela Fenoglio

Buon giorno, bloggers e lettori! Scusate il grande periodo di assenza, ma sono stata molto impegnata con il materiale da preparare per gli esami, ma sono felice, perché vi ho lasciato in buone mani. Oggi vi recensirò un libro che ho amato molto, ovvero "Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo", un libro che mi è stato recapitato dalla gentilissima scrittrice Raffaela Fenoglio.

PREMESSA
Ho sentito parlare tantissimo di questo libro, perciò quando Raffaela mi ha detto che me lo avrebbe mandato ho fatto i salti di gioia. Non ho mai letto un time travel, e sono felice che proprio il suo libro mi abbia aperto a questo genere. Sì, non ho ancora letto Diana Gabaldon, che scrive time travel anche lei, però sono felicissima di aver potuto leggere questo libro.

TRAMA (da Goodreads)
Gala Cox Gloucestershire ha quindici anni e frequenta il liceo artistico. Ha un carattere indeciso, un’intelligenza fuori dal comune e la passione per le materie tecniche. E non sta affrontando un bel momento: ha appena perso la sua migliore amica, Nadia, in un terribile incidente dai risvolti misteriosi e il suo amatissimo papà se n’è andato di casa senza una ragione apparente.
Ora Gala vive con la mamma Orietta, medium scostante e autoritaria, e alcuni spiriti vaganti tra i quali l’indiano Matunaaga e la monaca benedettina Ildegarda di Bingen.
Gala crede di sapere tutto sull’aldilà, fino a quando non inizia a frugare nello studio del padre alla ricerca di una traccia che le permetta di ritrovarlo. Qui, una scoperta casuale le aprirà le porte di un mondo prima sconosciuto, catapultandola in una realtà parallela e pericolosa.
In un graduale e inesorabile susseguirsi di avvenimenti e scoperte, Gala vedrà crollare le proprie certezze una ad una. L’amore per le persone a lei care la spingerà a intraprendere una lotta che la renderà una ragazza più forte, molto più di quanto abbia mai potuto immaginare.

La storia di un’adolescente quasi normale, che tra appassionanti viaggi nel tempo e dialoghi con gli spiriti, diventa una riflessione sulla vita e su cosa ci attende nel nostro futuro.

RECENSIONE
La protagonista di questo libro è Gala Cox Gloucestershire, una ragazza di quattordici anni che vive in una enorme villa con sua madre, Orietta, che fa la medium. Gala non ha avuto un'infanzia facile, spesso i ragazzini ha prendevano in giro per il lavoro che faceva sua madre e una volta uno ha addirittura minacciato di darle fuoco. Al suo fianco ha il fantasma del saggio Matunaaga e la ferrea Ildegarda di Bingen, due figure che sono sempre presenti per tutta la durata del romanzo, sono l'unica certezza che ha Gala perché da qualche mese ha perso la sua migliore amica, Nadia Lumo, ha iniziato a frequentare il liceo artistico "Amedeo Modigliani", sebbene abbia uno spiccato talento per le materie scientifiche e l'ingegneria e pensa che tutto il mondo ce l'abbia con lei, non apprezzando ciò che le sta intorno. La vita di Gala cambia improvvisamente quando Nadia torna dal mondo degli spiriti e le chiede di andare con lei nella Londra del 1889 perché ha bisogno del suo aiuto, lo shock per lei è indescrivibile. E' importante sottolineare anche che Gala al suo fianco ha anche Dennis Franti, un ragazzo esuberante che nasconde un animo profondo e tenero, che non fa vedere quasi a nessuno. Durante la lettura del libro, viene spiegata la ragione che sta dietro al suo comportamento e mi sono quasi messa a piangere quando l'ho saputa. Ma non vi dirò niente. Dovete leggere il libro per scoprirlo. Gala ed Edvige/Nadia tornano nella Londra del 1889 e qui Gala conosce l'antipatico e viscido Lord Atticus van de Brock e sua nipote, l'ancor più antipatica Lady Modesty Queenooney, medium anch'essa che non vede di buon occhio Gala. Gala comincia a vivere una serie di avventure per tenere al sicuro Edvige dalla minaccia di Black Coat, un assassino che uccide giovani ragazze carine e le fa camminare scalze per le strade. Credetemi, resterete a bocca aperta quando scoprirete chi è davvero Black Coat. Questo libro, nella sua lunghezza, riesce a descrivere appieno una ragazza che vive in una situazione non proprio normale (suo padre Sam se n'era andato senza motivo e lei era convinta che l'avesse lasciata a causa della discussione che avevano avuto la sera prima) che subisce un processo di crescita che la porterà ad essere una ragazza diversa da ciò che era all'inizio del romanzo, una persona matura, decisa e forte. 

Raffaela è entrata a pieno titolo nel gruppo delle mie scrittrici preferite. Il libro è scritto in prima persona, dal punto di vista di Gala e grazie a questo espediente narrativo possiamo conoscerne i pensieri, i dubbi, le paure, permettendo al lettore di immedesimarsi completamente in lei. Descrizioni perfette, personaggi costruiti bene e molto realistici, anche il 1800 è descritto egregiamente. Periodi brevi e concisi. E' un libro che vi farà emozionare e vi farà riflettere molto su quanto sia difficile per un adolescente crescere e prendersi le responsabilità, ma anche come non ci si possa addossare la colpa di cose che non si ha fatto. 

Vi lascio con una citazione tratta da questo libro che vi consiglio:
"Ma per un verso per l'altro era stata una serata strana. Che non sopportava chiacchiere inutili. Quella giornata già stata abbastanza piena di parole. I nostri pensieri volarono altrove. Scese tra di noi un silenzio di amicizia. Non astratto, non imbarazzante. Sereno. Che voleva dire che non era necessario riempire i vuoti con le parole. Darsi importanza con frasi ad effetto. Cercare l'ammiccamento. Bastava che fossimo insieme per essere forti. E lo sapevamo entrambi."

Giada

martedì, novembre 17, 2015

PRESENTAZIONE de L'angelo del risveglio di Emily Pigozzi

Ciao ragazzi, sono qui a segnalarvi un romanzo, la cui trama mi ha particolarmente affascinata. L'ultima creazione di Emily Pigozzi, infatti, è da pochi giorni in vendita sui principali store online per Delos Digital. Passiamo a capirne qualcosa di più.


Sinossi :


Serena è una giovane infermiera del reparto di terapia intensiva e ha l'abitudine di parlare con i pazienti in stato di incoscienza. In una notte maledetta Pietro, un giovane appartenente all'alta società che conduce una vita sregolata, viene ricoverato nel reparto di Serena in seguito a un grave incidente stradale. Attratta dal giovane in coma, la ragazza inizia a parlargli di sé e Pietro finalmente si sveglia. Pietro sembra ricordare le confidenze di Serena e tra i due si instaura un legame particolare, nonostante le differenze sociali facciano sentire il loro peso. Può un amore superare ogni barriera ed essere talmente forte da sconfiggere ogni ostacolo? Quanto si è disposti a mettersi in gioco per inseguire un sentimento appena nato?

EstrattoE’ così paradossale, e mi prenderebbero per pazza: eppure, mi rendo conto ogni istante che passa che adoro parlare con te. Ho così pochi amici, fuori dal lavoro, non so neppure io perché. Come se al giorno d’oggi l’essere semplici e sinceri non bastasse, anzi. Fino a pochi giorni fa avrei detto che non avresti capito, ma ora…ora non so. E so che spero che presto starai meglio. Ma so anche che mi mancherai – Gli sfioro dolcemente una mano. La notte è tranquilla in reparto, e anche io lentamente chiudo gli occhi, mi assopisco su quella sedia al fianco di Pietro. In dormiveglia, nella luce fioca della lampada sopra il suo letto, tra lo scandire ritmico dei monitor, ad un tratto noto una cosa. Le sue ciglia che tremano, e poi, lente ed incerte, le palpebre che si sollevano. Mi riscuoto bruscamente, quasi pensando di aver sognato. Ma non è così, e qualche secondo dopo i miei occhi nocciola segnati e stanchi si riflettono nei suoi, azzurrissimi, che mi fissano interrogativi. Il mio primo pensiero stupido è che no, sulle riviste non usano Photoshop, perché i suoi occhi sono davvero trasparenti e di un celeste poderoso, così belli da entrarci e non uscirci mai più. (…)  
L’angelo del risveglio, Emily Pigozzi (Delos digital)



Link di acquisto del romanzo ai principali siti:


E per una volta nella vita, ho quasi quasi voglia di gettarmi tra le corsie d'ospedale anche io. Non mi resta che augurarvi una buona lettura e un felice risveglio.

XOXO Brenda Mill









domenica, novembre 15, 2015

Recensione Film - Il favoloso mondo di Amélie

Abbiamo vissuto, stiamo vivendo, un momento difficile della storia contemporanea. Dopo ciò che è successo il 13 novembre 2015, gli umori e i sentimenti della Francia e del mondo sono diversi. Davanti a determinati avvenimenti ogni parola risulta futile e sbagliata, per questo voglio parlare attraverso una storia. Una storia francese che è un classico, che forse vedendola ora può risollevare gli animi, dare un barlume di speranza per un mondo migliore.
“Le Fabuleux destin d’Amélie Poulain” in italiano “Il favoloso mondo di Amélie” è un film del 2001, diretto da Jean- Pierre Jeunet. Ambientato in Francia, quasi del tutto a Parigi, è la storia di Amélie (Audrey Tautou) bambina di provincia molto particolare che vive in un mondo tutto suo anche per via della situazione con i suoi genitori dato che il padre (Rufus) è un medico molto apprensivo, la visita ogni giorno ed è convinto che lei sia malata di cuore. Ciò nonostante è  freddo con la bambina e non riesce a starle accanto nemmeno in  un momento traumatico come quello della prematura morte della madre (Lorella Cravotta). Amélie cresce e si trasferisce a Parigi, dove comincia a fare la cameriera. La sua vita cambierà completamente il 31 agosto 1997, giorno in cui morì Lady Diana. Appresa la notizia al telegiornale, Amélie fa cadere il tappo di una bottiglia che finisce sotto una piastrella dove trova una scatola con vecchi oggetti (figurine, un ciclista di ferro ecc..). Decide così di rintracciare il proprietario, sicuramente ormai uomo di mezz’età. Questo sarà l’inizio della “sua missione” : far felice il prossimo. Ed ecco che si susseguiranno tante storie e personaggi eccentrici e fantasiosi, che riusciranno sempre a strapparci un sorriso.
Il film ha avuto un enorme successo in tutto il mondo, per la leggerezza e cura nei dettagli con cui è stato prodotto e girato. Il suo successo si deve sicuramente anche alle soundtracks, interamente composte e suonate da Yann Tiersen che è stato capace di dar ancora più vita con le sue note ai personaggi e alle storie del film. L’ambientazione del film è quasi tutta svolta nella città di Parigi, dove luoghi realmente esistenti come “ Café des 2 moulins” e dintorni hanno poi conosciuto un enorme successo proprio grazie al film. Al contrario, le scene ambientate nella metropolitana parigina sono state tutte girate nella stazione fantasma Porte des Lilas – Cinéma.
Avervi voluto parlare di questo film oggi, come dicevo all’inizio, non è stato casuale: non è solo perché il film è francese ed è girato a Parigi ma è per il messaggio che passa. Il mondo visto con gli occhi di Amélie è eccentrico, buffo forse utopico ma è un bel mondo. Fatto di sogni, speranze, ingenuità, generosità. E’ un mondo puro, senza distinzioni di razza o religione, di bianchi o neri, di cattolici o musulmani, è un mondo di persone. Persone belle, brutte, antipatiche, simpatiche, intelligenti o meno ma pur sempre persone che vivono sulla stessa Terra, condividono la stessa aria, lo stesso sole, la stessa pioggia. Non sono nessuno per fare morali o lezioni di vita, ma forse dovremmo un po’ tutti guardare il mondo con occhi simili. E’ difficile, ora più che mai, sono la prima che stenta a riuscirci oggi. Dovremmo provarci almeno. E magari chissà, la paura e l’angoscia che pervade i nostri animi diminuirebbe. Potremo tornare a guardare un concerto o una partita, a mangiare ad un ristorante o a fare una passeggiata al chiaro di luna senza trovarci la pallottola di un kalashnikov piantata nel petto, senza rendercene conto, senza sapere perché.

#prayforParis #prayforall

venerdì, novembre 13, 2015

PRESENTAZIONE de Il Silenzio del peccato di Linda Bertasi

Presentazione del Silenzio del peccato di Linda Bertasi

Buongiorno ragazzi, oggi sono qui per parlarvi di un libro la cui trama colpisce molto e dai toni molto red. Benvenuti in un bel viaggio nel tempo.


SINOSSI: Essex 1522. Jane Rivers ha solo sedici anni quando incontra Charles Brandon, il duca di Suffolk. Una tempesta fortuita li costringerà a ripararsi in un capanno tra i boschi e la passione li travolgerà.
Ma Jane è una serva e Charles un duca, non c’è spazio per l’amore.
I genitori della ragazza, per nascondere l’onta, la costringeranno a un matrimonio riparatore con il promettente avvocato e amico di famiglia Richard Howard. Per Jane una nuova vita si profila all'orizzonte e una tenuta opulenta in cui trascorrerla. Ma cosa nasconde questa villa e perché un gentiluomo dovrebbe scegliere di dare scandalo e sposare una contadina? Cosa si cela dietro gli incubi che da anni tormentano Jane e che riaffioreranno non appena varcata la soglia di Manor House?

Nell'Inghilterra di Enrico VIII tra seduzioni e inganni, una storia di passione e omertà che affonda le sue radici nel silenzio.



Se vi ho incuriositi abbastanza e i vostri spiriti sono curiosi di capire dove andrà a parare questa storia, ecco qui i link d'acquisto del libro. Preparatevi a una bella ondata di calore nel leggerla!
 
Il book trailer, invece, lo potrete trovare qui: https://www.youtube.com/watch?v=NuXXjxBuo7o

E dopo aver fatto il mio dovere non mi resta che augurarvi una buona lettura. XOXO alla prossima. 
Brenda Mill

domenica, novembre 08, 2015

Recensione Film - Godsend

Dipingere la domenica sera con un horror/drama… 
ci provo! ;)
Il film “Godsend” è del 2004, diretto da Nick Hamm e con un cast che vede Robert De Niro nei panni di un brillante ma allo stesso tempo spietato scienzato, e Rebecca Romijn, Greg Kinnear e Cameron Bright  le cavie del suo “esperimento”. Paul (Kinnear) e Jessie (Romijn) sono i due giovani genitori di Adam (Bright), bambino di 8 anni allegro e spensierato come tutti i suoi coetanei. La loro felicità si spezza quando Adam morirà a causa di un incidente stradale. Il dolore dei genitori è incolmabile ma si presenterà loro un’occasione unica: il dottor Richard Wells (De Niro) li propone di clonare Adam. Dopo iniziali perplessità ma troppo tentati dall’occasione di poter riavere il loro bambino, Paul e Jessie si apprestano a questo assurdo esperimento: Jessie resterà incinta e darà nuovamente alla luce il piccolo Adam, bello e in salute come la prima volta. Le loro vite sembrano tornare alla normalità, fin quando Adam compirà 8 anni (l’età della sua morte): oltrepassata questa “soglia” tante saranno le cose che cambieranno e verranno a galla soprattutto riguardo il dottor Wells… non così in buona fede come si era potuto pensare fino a quel momento.
Il thriller sotto alcuni aspetti è un po’ sottotono, lento e discontinuo in alcuni passaggi; ma a mio parere sono di più i momenti di suspense e sorpresa che capovolgono la storia e tutte le sue aspettative (proprio come piace a me!). La storia, per quanto possa sembrare scontata, è raccontata in una chiave diversa che coglie differenti sfumature e dettagli. La clonazione umana viene trattata nel film dal punto di vista scientifico, etico e affettivo: il dolore per una perdita così precoce porta ad accettare gli effetti positivi e negativi di quella che è una pratica ancora oggi molto discussa.
Provo ad aprire un piccolo dibattito… voi come la pensate al riguardo?
E se avete visto il film, come lo giudicate?

Spero di avere una vostra risposta J

sabato, novembre 07, 2015

Recensione di "Inganno Fatale" di Brenda Mill

Buon pomeriggio e buon sabato a tutti!
Oggi vi parlo di “Inganno Fatale”, il secondo capitolo de La Trilogia degli Inganni di Brenda Mill.

Titolo: Inganno Fatale
Autore: Brenda Mill
Numero di pagine: 246
Prezzo: 0,99€ (eBook)
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Self-Publishing
Genere: Romantic Suspense

La Trilogia degli Inganni
#1 – Inganno Globale (Recensione qui)
#2 – Inganno Fatale
#3 – Inganno Letale

Trama [da Amazon]
Manhattan, Gennaio 2015. 
Phoebe Stone è tornata e brama vendetta. Ha esattamente ottantadue motivi per desiderarla: tanti quanti i minuti che le hanno devastato la vita. Lord Black, invece, si muove nell'ombra, come una pericolosa ameba pronta a stritolare la preda a tempo debito. Burattini e burattinai stanno per rivelare la verità sulla confraternita più annoiata e perversa di Manhattan: “Chi e perché ha abusato della piccola, e non più tanto ingenua ereditiera della famiglia Stone?”
Per sbrogliare il bandolo di questa complessa matassa non resta che una scelta, l'unica possibile: firmare un'alleanza con il nemico, un patto che duri per sempre. Mentre i giochi perversi crescono e gli intrighi di potere si moltiplicano, l' alta società si sta per riempire di nuove presenze. Phoebe Stone, infatti, dovrà districarsi tra un fratellastro borioso e una ballerina tutt'altro che aggraziata. Con un solo e pericoloso obbiettivo: giungere al cuore dell'uomo che ama, ammesso e non concesso che lui ne possegga uno. Daniel Green dal suo canto, dopo la notte d'amore trascorsa con lei, tenta per mille volte di spiegare la sua verità. Ma si sa, Phoebe è testarda e con le persone testarde c'è poco da ragionare, almeno sinché non sbattono la testa contro le proprie convinzioni. Quindi, persino l'amore perde importanza, contano yacht, jet privati, ville sontuose e moto sportive, in attesa di un errore fatale della BVQBL. Tra equilibri vecchi e nuovi, qualcuno perderà la vita, altri ne acquisteranno una nuova. Per scoprire che nulla è come sembra. Le luci di Manhattan si spegneranno, le maschere finalmente cadranno, per svelare il re dei dilemmi: Chi è Lord Black?
Il secondo appuntamento con Phoebe Stone si annuncia un connubio di passione, rivelazioni inaspettate e disarmanti verità in attesa dello sconvolgente capitolo finale.

Recensione
In questo secondo libro ritroviamo Phoebe più agguerrita che mai. Super determinata, non si arrende davanti alle delusioni e alle brutte cose che le sono capitate e porta avanti la sua campagna personale per scoprire chi sia stato a farle del male e perché.

Fanno la loro ricomparsa diversi personaggi che abbiamo già avuto modo di conoscere ed entrano in scena anche dei nuovi volti che hanno un ruolo importante sullo svolgersi delle vicende.
Il rapporto con Dan sembra essere sempre più a rischio dopo la brutta scoperta che ha fatto Phoebe. Per tutto il libro tra loro c’è un tira e molla che li porta ad avvicinarsi e poi ad allontanarsi alla minima incomprensione. C’è un sentimento forte che li lega ma non riescono a trovare un punto d’incontro, rischiando di perdersi definitivamente.
Molto più presente in questo capitolo è Maddox (lasciatemi dire che ne sono stata felice!). Anche lui ha un ruolo importante per Phoebe, anche se, a differenza di quanto dimostra di provare per lei in più occasioni, quest’ultima non lascia trasparire quali siano i suoi veri sentimenti. Ora che è più protagonista abbiamo modo di conoscerlo meglio e di scoprire maggiori dettagli sulla sua storia, ovviamente con delle sorprese…
Kendra è un’amica sempre più importante per Phoebe. Uniscono le forze per scoprire chi si celi dietro la maschera di Lord Black, collaborano e si supportano nelle loro “missioni”. Per entrambe le ragazze, c’è un momento diverso nel corso della storia in cui si trovano a dover affrontare un grande dolore.
La famiglia di Phoebe ha un ruolo marginale, come quello che hanno avuto per lei nel corso della sua vita. Seppur essendo poco presenti, vediamo un lato diverso della madre di lei, freddo, duro, calcolatore. Un atteggiamento che non ci si aspetterebbe da un genitore. Anche stavolta tra le due ci sono scintille.
Tra i nuovi personaggi fa la sua comparsa un nuovo ragazzo, Aaron, che si scopre avere un legame importante con Phoebe. Se con lei c’è una naturale antipatia, con Kendra le cose invece sembrano andare proprio al contrario. E’ un personaggio che inizialmente non sembra importante nelle vite delle due ragazze ma che ha un ruolo chiave nella storia.
Altra new entry rilevante è Julie, la ex di Dan. La signorina riesce a far saltare i nervi un po’ a tutti, fa di tutto per tornare nelle grazie del ragazzo che ha lasciato e sembra riuscire a ottenere molto di più…
Oltre a questi c’è chi viene e c’è chi va ma ognuno contribuisce a modo andando ad influire sulla vita di Phoebe Stone nel bene e nel male.

Paliamo di Phoebe. Soffre ancora per la violenza subita ed anche se cerca di nascondersi dietro la solita facciata da ragazza comune, felice e benestante per dimostrare di stare bene in realtà vive un malessere profondo che influisce sul suo comportamento. E’ veramente decisa a scoprire chi si celi dietro la maschera di Lord Black e niente sembra fermarla. Si rivolge ad un investigatore per avere ancora più informazioni, insieme a Kendra indaga internamente alla confraternita, cerca indizi da sola. Purtroppo le cose non sempre sono come sembrano e Phoebe si scontra ancora una volta con delle verità che si sarebbe immaginata e il destino le mette i bastoni tra le ruote ponendola di fronte ad una cosa che le non si sarebbe mai aspettata di dover affrontare.


Quello che mi piace di questa storia è che dall’inizio alla fine nulla è come sembra. I colpi di scena sono molteplici. Accadono cose che non ci si aspetta. L’imprevisto è dietro l’angolo. La realtà dei fatti è che è tutto calcolato, siamo noi a non saperlo. Ci sono inganni e doppi giochi che vengono svelati solo in parte lasciando ancora una volta quell’alone di mistero che ti fa desiderare di poter leggere subito cosa accadrà poi. Fa la sua comparsa una profezia e solo allora abbiamo la risposta a diversi quesiti accumulati nelle pagine precedenti.
La storia entra sempre più nel vivo anche grazie all’aggiunta di nuovi personaggi che cambiano le carte in tavola e stravolgono le situazioni che si erano create e quello che si pensava sarebbe accaduto.
Durante la lettura ho provato una miriade di emozioni: gioia, tristezza, dolore, comprensione, amarezza ma più di tutte rabbia. Rabbia per quello che accade, rabbia per come si comporta Phoebe in diverse occasioni, rabbia perché tutti dicono di esserle vicini e invece fanno si che lei si trovi sempre sola a dover uscire da tutto lo schifo in cui è finita. Mi sono sentita impotente. Mi sarebbe piaciuto prendere a schiaffi qualcuno più di una volta.


Anche stavolta il libro finisce lasciando il lettore con un groppo in gola e personalmente non vedo l’ora di sapere come andrà a finire.

* Elisa *

mercoledì, novembre 04, 2015

Recensione di "Anime eterne" di Lina Giudetti

Anime eterne è un viaggio nel tempo e nello spazio, entrambi delineati con precisione e accuratezza dall’autrice, Lina Giudetti, che senza trasformare il romanzo in un saggio descrive sia i luoghi che particolari e dettagli della vicenda. Tre storie diverse si intrecciano: quella di Stefan e Serafine vissuti nella Romania di Vlad Tepes III (il famigerato Dracula), Vernon ed Edwina che si conoscono ed amano negli anni Cinquanta e infine quella di Elettra trasferitasi dall’America all’Inghilterra agli inizi degli anni Novanta.
Apparentemente nulla legherebbe questi personaggi, a meno di non credere alla reincarnazione: le anime di Stefan e Serafine infatti sembrano rincorrersi nel tempo fino a quando non si rincontrano e tentano di vivere nuovamente il loro amore, spezzato dalla morte violenta di lui.
La lettura del romanzo è piacevole e i salti cronologici sono ben strutturati cosicché il lettore non si perda; i personaggi sono approfonditi e in più punti si percepisce il dilemma interiore che li muove a compiere scelte difficili. Pur raccontando una storia di vampiri l’autrice ne da un’interpretazione personale e originale, fondendo e rielaborando in qualcosa di nuovo le “versioni precedenti”, da Bram Stoker a Twilight.
Un libro ben scritto e adatto ad appassionati di generi differenti che possono cogliere nel romanzo sfaccettature dall'horror al romantico, allo storico.


«Perdere l’umanità e diventare vampiri è come iniziare una nuova vita. I desideri del tuo cuore cominciano a cambiare e non importa che in passato tu sia stata buona o cattiva, perché finisci con il dimenticartelo. L’unica cosa sulla quale cominci a concentrarti è la tua nuova natura e il tuo nuovo presente perché tutti i ricordi iniziano a non toccarti più.»
“La verità è che finché c'è vita nel nostro corpo, esistono sempre possibilità infinite di riscatto.”


domenica, novembre 01, 2015

Recensione: TEO- Un mondo di allegria e di gioia in dieci mesi di vita da cani

Ciao a tutti, lettori e amanti dei libri e delle belle storie!

Oggi ho appena finito di tradurre in Inglese questo libricino molto molto dolce: TEO- Un mondo di allegria e di gioia in dieci mesi di vita da cani.

Chi di voi ha un cagnolino, come me, lo amerà! L'autrice è Libia Vallauri Pagliarino, ma la storia è narrata in prima persona dal suo cagnolino TEO.

"Teo è un cucciolo di circa tre mesi, un golden retriver molto tenero e simpatico. Nel racconto il cucciolo, umanizzato, diventa protagonista e narra le sue peripezie descrivendo con occhio affettuoso i comportamenti a volte "strani" della sua famiglia che si adopera per farlo crescere bene. Ne sorgono squarci di vita buffa nella verità delle piccole cose quotidiane. Un mondo di allegria e di gioia si impadronisce del lettore guidandolo al sorriso e all'amore per gli animali, tra splendide foto di Teo."

Teo ci parla delle sue avventure, buffe a volte, tenere, vere, dal suo punto di vista, quello di un cucciolo che cerca di "capirci qualcosa" dello strano mondo degli umani! Proprio non capisce, per esempio, perché tutta la sua famiglia si agita tanto quando lui (per lasciare un ricordo del suo passaggio) lascia un souvenir a casa di nonna Libia...un laghetto di pipì!
Ditemi un pò...chi di voi non ci è passato? Io me lo ricordo molto molto bene!
Teo è un cagnolino fortunato, capisce che è amato, curato e accudito con cura: fa addirittura le vacanze al mare! Non come altri suoi amici che purtroppo devono andare in pensioni tristi..."Al mare ho avuto i miei problemi perché dovrei essere da salvamento, invece mi piacciono la sabbia, le conchiglie, i cespugli fioriti, amo sdraiarmi a prendere il sole per abbronzarmi con Chiara, ma le onde mi fanno paura."
Per il nostro piccolo Teo tutto è una scoperta, affronta il mondo con gli occhi di un bambino, per cui è tutto nuovo, bello, eccitante! Ama viaggiare in macchina con le sue "ragazze" (le padroncine), ama sedersi in teatro e godersi le prove dello spettacolo di Alberto: "Alberto è un attore, prova sul palco con luci e suoni, io mi metto seduto a guardare e lo ammiro moltissimo. Quando lo spettacolo è finito e gli applausi si sono conclusi il teatro risuona nel silenzio, questa magia mi avvolge e con Alberto sono felice." ...Teo ama...la vita!
Il libro è scritto con semplicità, nel senso buono della parola, e ci fa vedere e apprezzare le piccole ma grandi cose della vita... le cose semplici, appunto, il cui valore dovremmo tutti imparare a riconoscere, così come ci insegna Teo.
Una storia per tutti gli amanti dei cani e degli animali in generale, che non li considerano solo come "animali da compagnia" ma come membri effettivi della famiglia. Un'ulteriore nota positiva: bellissime e tenere foto di Teo ci accompagnano nel corso della lettura..davvero piacevole!
Per chi volesse saperne di più, vi consiglio di visitare la pagina www.pagliarino.com/e-book_TEO_Vallauri.htm

Alla prossima!

Consuelo :-)


lunedì, ottobre 26, 2015

Recensione Film - Mona Lisa Smile

                                                                       
 Per un lunedì al femminile. J
Julia Roberts interpreta una giovane professoressa di storia dell’arte, Katherine Watson, che andrà ad insegnare in un prestigioso college del Massachussets. Le giovani allieve alle quali dovrà insegnare sono le future componenti dell’élite americana, con due soli pensieri: sposarsi e avere un posto affermato nell’alta società. Katherine invece è fuori dagli schemi, anti conformista che ama l’arte e i colori della vita. Non è semplice che due mondi così diversi si riescano ad avvicinare, eppure quello che insegnerà loro andrà ben oltre delle semplici nozioni di storia dell’arte.
Il cast è tutto al femminile: Kirsten Dunst, Julia Stiles e Maggie Gyllenhaal come maggiori interpreti tra le studentesse e poi la Roberts che è sempre una garanzia: deliziosa e raffinata in qualsiasi ruolo interpreti. Se poi a questo ruolo si aggiunge anche uno spirito rivoluzionario beh… è assicurato il successo. E’ vero, è un po’ una versione al femminile de “L’attimo fuggente” dove il professore rivoluzionario era il grande Robin Williams, però le interpretazioni, i personaggi e i contesti sono diversi quindi io direi di intenderli entrambi come due grandi e bei film J Anche se in maniera abbastanza leggera e semplice, le corde toccate sono importanti: l’ambizione che domina queste ragazze ma soprattutto come, ancora adesso nel terzo millennio, le nostre vite siano “programmate” : destinate a diventare mogli e madri di una società prevalentemente dominata da uomini. A mio parere il reale significato del film sta proprio nel credere di più in noi stesse, di ritenerci all’altezza di potercela fare sempre (anche da sole) e di non accettare nessun compromesso che ci verrà proposto nella vita.


Cambiare per gli altri è mentire a se stessi” – Katherine Watson

martedì, ottobre 20, 2015

Recensione di "Inganno Globale" di Brenda Mill

Buonasera a tutti, prima di darvi la buonanotte vi parlo di “Inganno Globale”, primo libro de La Trilogia degli Inganni di Brenda Mill, uscito il 12 ottobre e che si è rivelato essere una lettura veramente intrigante.

Titolo: Inganno Globale
Autore: Brenda Mill
Numero di pagine: 295
Prezzo: 0,99€ (eBook)
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Self-Publishing
Genere: Romantic Suspense

La Trilogia degli Inganni
#1 – Inganno Globale
#2 – Inganno Fatale
#3 – Inganno Letale

Trama [da Amazon]
Manhattan, 2 Ottobre 2014. 
Phoebe Stone è giovane, sognatrice e incredibilmente romantica. Figlia di magnati d'industria, trascorre le sue giornate tra i libri, in compagnia del migliore amico Daniel Green. Ma la sua esistenza sta per cambiare in maniera radicale, a causa di un evento drammatico. Una porta che si apre, che sbatte e fa male. Distrugge l'anima e il corpo con un'amara verità: la vita non è mai così perfetta come si crede. In una metropoli che si fonda sull'apparenza, dove una griffe è più importante dell'uomo che la indossa, Phoebe affronterà un viaggio tormentato, dove gli amici si confondono con i nemici e le certezze si sgretolano tra le dita. Un romanzo sulla tenacia femminile, una storia di donne coraggiose e di un amore indispensabile, impavido, pronto a lottare contro tutto e tutti. Dalla penna di Brenda Mill, il primo volume di una trilogia romance dove niente è come sembra, e dove tutto è un inganno, compreso l'amore. 


Recensione
La protagonista della storia è Phoebe, una giovane ragazza di 17 anni che sembra essere un pesce fuor d’acqua nell’ambiente in cui vive. Semplice, tranquilla, acqua e sapone con l’hobby della lettura è cresciuta nel mondo della Manhattan per bene grazie ai suoi genitori, i proprietari delle Stone Industries.
Essendo i suoi genitori sempre in viaggio, a farle da famiglia c’è stata Patricia, la loro cameriera, che per lei è come una seconda mamma. Nel corso della storia emergerà quanto questa cosa sia stata difficile da affrontare per lei e come si riflette nella sua vita di tutti i giorni.

Frequenta la USA Academy, una scuola per ragazzi i cui genitori sono personaggi importanti e facoltosi, dove quello che è importante è il conto in banca e l’apparenza. Nonostante tutto, Phoebe è una ragazza dal carattere forte e che sa quello che vuole. Non si lascia condizionare dalle frivolezze e studia per arrivare ad Harvard.

Una delle persone vicine a Phoebe che si rivela essere uno dei protagonisti centrali della storia è Daniel Green, il suo migliore amico da quattro anni. Dan è il classico bel ragazzo che potrebbe avere ai suoi piedi anche la più carina della scuola ma che poi nella realtà vive in un mondo tutto suo. Sognatore, artista, adora dipingere e trascorre le ore tra pennelli e colori. Anche lui, come la nostra protagonista, non si lascia coinvolgere dagli altri giovani rampolli, dalle feste e dal divertimento ma preferisce passare il tempo con Phoebe a casa davanti ad un film mangiando pop corn.

Phoebe però sembra non notare l’avvenenza del suo amico e non ha occhi che per Tyler. Ex amico di Dan è il ragazzo più carino dell’istituto, il classico cattivo ragazzo che piace e per la quale lei ha una cotta dall’inizio della scuola anche se lui invece sembra non notarla affatto. E poi abbiamo lei, l’antagonista femminile per eccellenza, la ragazza che Phoebe chiama tacchettina, la più carina, la più chiacchierata, quella a cui tutte vorrebbero assomigliare, la ragazza perfetta e che naturalmente è anche l’ex fidanzata di Tyler: Kendra. Tra le due ovviamente non c’è alcuna sintonia.

Sembra una storia tranquilla e scontata tra dei ragazzi adolescenti ma all’improvviso la sorte ha deciso di cambiare le carte in tavola e Phoebe si trova a dover affrontare un momento veramente traumatico. Questo avvenimento la porta a vivere la vita in maniera completamente diversa.

Da quel giorno Phoebe non è più la stessa ragazza che abbiamo conosciuto all’inizio della storia. Comincia una metamorfosi interiore ed esteriore che, con il supporto di una valida aiutante, la porta a confrontarsi con persone ed ambienti che per lei sono nuovi. Farà cose che fino a qualche giorno prima non avrebbe mai immaginato. Dimostrerà di essere una ragazza fragile ma che si sa rialzare.
La trama inizia ad infittirsi: emergono dettagli su un passato che a lei era sconosciuto, entrano in gioco personaggi misteriosi che avranno un ruolo chiave nel corso della storia, diverse persone si dimostrano essere differenti da quello che si pensava e qualcosa di torbido la accompagna nell’arco di tutta la vicenda. Nulla è come sembra.
In un susseguirsi di colpi di scena e rivelazioni si arriva ad un finale che lascia senza fiato!


Questo libro mi è piaciuto molto per il ritmo incalzante che caratterizza quasi tutto il racconto. Dopo i primi capitoli nella quale si viene introdotti alla storia, non ci sono più momenti morti; in ogni capitolo accade qualcosa che ti spinge a continuare la lettura. La curiosità di sapere cosa succederà e qual è la verità nascosta è veramente molta.
Non so se sia stata una cosa voluta dall’autrice ma il modo in cui è scritto il libro rispecchia pienamente il modo di pensare di una ragazza di 17 anni. E’ scritto in prima persona ed il testo è semplice e ricco di termini e modi di dire che usano i giovani, quasi fosse un diario. Fa in modo che ci si possa immedesimare con la protagonista in pieno.
Devo ammettere che il momento buio di Phoebe è stato difficile da affrontare. Avrei voluto aiutarla e starle vicino. Mi sono sentita coinvolta nella storia, ogni personaggio è riuscito a trasmettermi qualcosa. Hanno dei caratteri ben definiti e non sono scontati come possono sembrare inizialmente.
Ogni cosa scritta e raccontata ha un suo perché all’interno della trama ed ogni dettaglio nel racconto serve per dare modo al lettore di comprendere a pieno il quadro generale di quello che succede o che si cela nel passato dei vari protagonisti. Ci sono amore, odio, rimorso, tristezza, invidia, dolore… C’è quel pizzico di mistero che attira e intriga e quando sono arrivata alla fine del libro mi sono resa conto che, oltre al super colpo di scena sul finale, nell’arco della storia sono rimaste in sospeso diverse cose che sicuramente verranno spiegate nei capitoli e che non vedo l’ora di scoprire.

Se volete leggere qualcosa di diverso, coinvolgente e non scontato questo è il libro adatto!


* Elisa * 
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