Stasera vi presento la novità di marzo targata Indiana Editore. Scusate se lo pubblico a luglio, ma ho avuto mille cose da fare nel frattempo e ancora continuo ad averne un sacco >.< Accidenti, dovrei sdoppiarmi, solo in questo modo riuscirei a fare tutto. Buona lettura.
IFBOOKTHEN
TECNOLOGIE - STORIE – ESPERIENZE
V edizione
Venerdì 27 marzo 2015
ore 9.00-16.00
Banca Intesa Sanpaolo, Sala Convegni
Piazza Belgioioso 1 - Milano
Milano, 18 marzo 2015 – IBT2015, la conferenza ideata e organizzata da Bookrepublic e ospitata nella prestigiosa sede di Piazza Belgioioso diIntesa Sanpaolo, giunge alla sua V edizione. Prosegue la riflessione iniziata lo scorso anno sulle storie “fuori dai libri” (“More stories than books” era il claim dello scorso anno), rivolgendo attenzione alle nuove forme del narrare e al rapporto tra contenuti e persone dentro e fuori dal libro. Un laboratorio a cielo aperto, nel quale la tecnologia e la rete hanno aperto molte strade alla sperimentazione di nuove narrazioni; una ricerca che coinvolge nello stesso tempo chi crea, confeziona e distribuisce i contenuti e chi si occupa di comunicazione; autori, produttori, editori insieme a direttori marketing, esperti di comunicazione e brand manager.
Il programma è suddiviso in tre sessioni: tecnologia, storie, esperienze.
La giornata si apre con la discussione dedicata alle “esperienze”, indagando il modo in cui la tecnologia sta cambiando la fruizione dei momenti di svago, di tempo libero anche legati alla cultura. Peter Brantley – già ospite di IBT come direttore di “Books in Browser” e responsabile del progetto Internet Archive - è attualmente responsabile delle app e delle strategie digitali della New York Public Library: con “Machine age readers: The network shapes storytelling” racconta le iniziative di una delle più prestigiose biblioteche al mondo di per favorire la lettura, soprattutto tra i bambini, attraverso l’uso della tecnologia. Sebastian Chan è Direttore Digital and emerging Media presso il Museo Smithsonian, Cooper-Hewitt, National Design Museum di New York: con il suo intervento, intitolato “Reading in the museum – spatial narratives, technology and data”, cipresenta il suo concept per creare una “esperienza della visita” unica e diversa. La parte più innovativa consiste in una “super-rete” che connettevia API (Application Programming Interface)i dati dei visitatori con quelli degli oggetti: i due fronti si “parlano”, ma gli oggetti anche “ ascoltano”. Chi inizia la visita, riceve una “penna” che si rivela magica e assolutamente utile. Il visitatore infatti può scaricare una serie di informazioni per ciascun oggetto presente nel museo (video, immagini, testi), e alla fine della visita può portare con sè le informazioni ottenute. Infine, Rob Newlan (responsabile del “Creative Shop” di Facebook per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa) racconta proprio dell’attività del suo team, organizzato per scovare idee creative attraverso una combinazione di arte, scienze e tecnologia con cui far divertire e intrattenere gli utenti di Facebook e, insieme, ottenere risultati di business.
La tecnologia aggiunge nuovi modi per entrare in relazione con le storie, introduce nuove possibilità di misurazione delle nostre reazioni.
Rosalind Picard ci aiuta a indagare proprio su alcuni di questi aspetti: ideatrice e Direttrice del gruppo di ricerca “Affective Computing“ al MIT di Boston, è la massima studiosa e progettista di un software che è capace di misurare le emozioni prodotte dalle espressioni facciali mentre si guarda il computer. Il suo intervento va sotto il titolo: “What we can learn from emotion technology?”. E’ stata citata all’inizio dell’anno dalla CNN come una delle 7 "tech superheroes" da osservare nel 2015; da poco è anche nel board della startup italiana “Empatica”.
Con “How sensors change the way we interact with technology and experience the world around us”, Andrea Onetti (General Manager, MEMS & Sensors Group presso la STMicroelectronics) ci spiega come attraverso i sensori e la loro diffusione si apra un mondo del tutto nuovo di relazioni tra le persone e gli oggetti, mediate da smartphone e tablet. Gli abbiamo chiesto di raccontare il suo punto di vista su come le storie possano facilitare queste relazioni.
Il focus di David Passig, Professore presso la Bar-Ilan University in Israele, è dedicato allo studio dei “futuri possibili” con riferimento agli aspetti sociali, tecnologici ed educazionali. Con la sua testimonianza “Enhancing Cognitive skills with Immersive Virtual Reality”, ci porta esempi concreti sul legame tra la tecnologia e i processi di apprendimento. Sulla base di una serie di studi svolti con il suo team presso l’Università, Passig sta raggiungendo una conclusione che fa discutere: ovvero che le tecnologie in nostro possesso oggi, con le loro interfacce avanzate, generino un effetto di “miglioramento accelerato” in una vasta gamma di abilità cognitive, che l'ambiente da solo non può spiegare.
Infine, nello sterminato spazio legato al tema delle storie, IBT indaga sulla possibile definizione di confini tra letteratura, narrazione, arte e comunicazione. In questa sessione, vengono presentati alcuni tra i più interessanti esempi di digital storytelling recente: Alessio Rossi (VP Digital Marketing, eCommerce e CRM di Lancôme) interviene con “Conquering consumers heart with a new brand narrative” e racconta la sfida di comunicare un brand globale e autorevole, spingendo il lato digitale in prima linea nelle strategie del marchio e di come abbia costruito una ”economia dell’esperienza” per acquisire nuovi clienti, renderli partecipi alle attività on line e fidelizzarli. Nico Abruzzese è Global Director of Creative Technology di Metalworks, il “Technology Lab” a Singapore di Maxus, media network con 70 sedi in tutto il mondo: ha lavorato con talenti creativi di tutte le nazionalità specializzati in arte, tecnologia e design, costruendo un modo di pensare e fare marketing permeato da una cultura digitale solida ed efficace. Con “Megacities: rethinking the media narrative” sposta l’attenzione sulle nuove modalità narrative e di fruizione ai tempi delle mega cities.
Chiude la giornata Porter Anderson, giornalista e consulente specializzato in editoria. Con “Publishing’s Conferences: Where The Last Thing We Do Is Confer” ci lascia qualche spunto sul tema “digital disruption” e su quelli che ascolta nelle più importanti conferenze a cui viene invitato.
“Chi parteciperà alla giornata che abbiamo ideato e organizzato per questa quinta edizione uscirà con numerosi spunti legati alla capacità di narrare in modo sempre più diretto – sostiene Marco Ferrario, ideatore di IBT –. Tecnologia, storie e esperienze sono tre ambiti distinti, ma sempre più sovrapposti: è difficile oggi pensare a narrazioni che in qualche modo non facciano uso della tecnologia, così come è vero che le nostre esperienze, a partire da quelle quotidiane, sono rese sempre più emozionanti e coinvolgenti dalla tecnologia. Le storie introducono la qualità nel nostro complicato rapporto con la tecnologia: generano emozioni belle o brutte, che ci piacciono o che ci fanno girare dall’altra parte. In questo modo ci indirizzano, ci mettono a disposizione strumenti razionali e irrazionali di scelta. Questa è la prima ragione per cui la qualità delle storie deve essere al centro di tutti gli sforzi creativi e è uno dei messaggi che vogliamo esca da questo IBT2015”.
I nomi degli speaker che intervengono e l’intero programma sono disponibili sul sito http://www.ifbookthen.com/ibt-2015/
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Giada