Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Buon ferragosto a tutti! Scommetto che molti di voi oggi saranno al mare o in montagna a fare gite fuori porta o altro, io purtroppo non sono ancora guarita dalla mia ferita post operatoria e, sebbene io voglia andare al mare, non posso andarci. La mia unica consolazione sono i libri.
PREMESSA
Sapevo che questo libro sarebbe stato tosto, molto forte; eppure sentivo che avrei passato indenne la sua lettura. Invece mi sbagliavo, mentre vi scrivo provo un tumulto di sensazioni dentro di me che non riesco a descrivere senza esagerare a scrivere sintagmi o a sbagliare altre cose. Questo libro è così
intenso, così
vero, che vi aprirà gli occhi, proprio come li ha aperti a me. E' una storia che potrebbe accadere a chiunque di noi. Non è vero che la violenza psicologica fa meno male di quella fisica, perché lascia anch'essa delle ferite indelebili nell'anima e nel cuore della persona che difficilmente guariranno. Buona lettura.
TRAMA (da Goodreads)
Dove finisce la volontà di un individuo, in una coppia? E dove inizia la supremazia dell'altro? L'amore, quello vero, è una dare e avere oppure un dare tacito senza nulla in cambio? Donare tutto del proprio essere, annullare i propri piaceri in funzione del proprio amante è corretto? Vera una volta avrebbe saputo rispondere. Una volta, non ora. Perché Vittorio è diventato il suo mondo, il suo tutto, e non è più capace di discernere il giusto dallo sbagliato. Il senso di colpa ingiustificato è sempre dietro l'angolo e non riesce a reprimere le lacrime che premono per uscire in ogni momento, nonostante sia costretta a fingere. Fingere davanti ai genitori, ai colleghi, agli amici... Vera è fragile, come un cristallo, ma capisce che l'amore vero, forse, non è tutta la sofferenza a cui è costretta e qualcuno, più vicino del pensabile, è pronto a dimostrarglielo...
RECENSIONE
Sono qui, davanti alla tastiera del pc che cerco le parole giuste per iniziare a scrivere questa recensione. Ho tanto, molto da dire... Eppure faccio fatica a tirarlo fuori perché questo libro mi ha sconvolta. La storia che leggerete in "Cristallo" non è diversa dalle storie che sentite al telegiornale, che rappresentano le situazioni rappresentate nel libro portate all'estremo. La storia di "Cristallo" potrebbe essere la storia di ognuna di noi. Non puoi mai sapere quanto conosci o pensi di conoscere a fondo una persona, finché questa non si rivela a te per quello che è veramente. "Cristallo" è un libro duro, sofferto, difficile ma proprio perché rappresenta la realtà è così. I mostri con i quali certe donne si ritrovano a convivere o delle quali sono innamorate, possono rivelarsi in tutta la loro bestialità e crudeltà quando meno se l'aspettano, e ricoprirle di insulti, minacce di morte, distruggere i loro beni personali, offendere i loro famigliari. I mostri non hanno età né sono solo tra le persone poco istruite, ma sono proprio quelle persone che fanno del loro meglio per mantenere una facciata pulita, gentile e cordiale che nascondono un animo oscuro. Ogni insulto, ogni offesa, ogni minaccia di morte di Vittorio letta nel libro mi si attaccava addosso come una sostanza viscida, difficile da togliere e rimaneva attaccata alla mia pelle man a mano che proseguivo la lettura. Vittorio e Vera stanno insieme da tre anni, ma la loro storia non va molto bene, da un anno Vera è costretta a fare ciò che vuole Vittorio e non può nemmeno ribellarsi, perché se lo facesse verrebbe zittita con una serie di insulti e di epiteti poco carini. Vera ha solo ventidue anni. E questo mi ha sconvolto, perché ha solo due anni meno di me. E' una donna che sta cercando il suo posto nel mondo, che vuole essere indipendente e autonoma com'era prima di incontrare Vittorio, ma Vittorio è una presenza oscura, un demone che le risucchia l'energia e la voglia di vivere, che la riduce ad un fantoccio da manovrare a suo piacimento e di cui non si preoccupa di ferire i sentimenti.
Aveva solo ventidue anni, eppure ne avvertiva sulle spalle il doppio. Ed era colpa di quell'amore malato, perché sapeva che lo era, pregno di servilismo, sottomissione... La sua era diventata una dipendenza, non voluta, ma accettata di buon grado per... non sapeva perché, in verità, ed era quella la cosa che più la logorava.
L'amore malato che lega Vittorio e Vera è fondato sulla base di una
dipendenza affettiva che porta Vera a cercare Vittorio anche dopo che questi le ha augurato la morte, l'ha offesa e l'ha insultata in ogni modo possibile. Vera era davvero molto innamorata di Vittorio, ma a quanto pare lui non lo era di lei. Vittorio ha distrutto l'autostima che Vera aveva in se stessa, umiliandola e facendola vergognare dapprima in casa loro (i due convivono) e poi in pubblico. L'annichilimento a cui è sottoposta Vera mi ha fatto soffrire molto, moltissimo. Vittorio è riuscito a manipolarla e a insinuarsi nella sua mente, diventando quasi il chiodo fisso di Vera, che troppo preoccupata a non ferire i suoi sentimenti non da' peso al suo benessere psicofisico. Vittorio le toglie la macchina, la isola dai familiari e dagli amici, e continua a sottoporla a soprusi psicologici di ogni tipo. Vittorio non le ha mai alzato le mani addosso, no. Vittorio utilizza dei ricatti psicologici uniti a delle vere e proprie minacce e auguri di morte per minare ogni sua certezza e sicurezza. Alla fine, Vera crede davvero di essere ciò che le dice Vittorio: pensa di essere inadatta a stare in società, pensa di essere pazza tanto cambia idea in fretta, pensa di non meritare il suo amore e di meritare invece il trattamento che lui le riserva.
Eppure lei non aveva mai sentito la necessità di essere sufficiente a se stessa. No, a che pro? Non avrebbe potuto fare nulla da sola, lei, e lo sapeva, lui glielo aveva continuamente dimostrato.
Vittorio pretende che la donna si occupi della casa e pretende, tra l'altro, che Vera non abbia relazioni di alcun tipo con gli uomini. Vera non ha amici maschi, perché a lei sono precluse quelle amicizie maschili. Per Vittorio invece non valgono le regole che lui vuole far valere per Vera.
Lei era donna, era giusto che stessa in casa, no? No. Lo sapeva che non era così, che era cresciuta diversamente, con ideali completamente agli antipodi, eppure... Eppure con lui era tutto così logico.
Rassettare la casa alle nove di sera per distrarre la mente no, in verità per dimostrare di essere donna, per cercare amore. Quanto era stupida...
Vera vuole compiacere Vittorio, lo fa senza rendersene conto, ed è disposta ad annullare se stessa, la sua personalità e i suoi desideri, le sue aspirazioni pur di diventare ciò che vuole lui. Pur di tenerlo stretto accanto a sé. Complice una storia adolescenziale finita male, Vera non ha mai avuto molta fiducia in se stessa, e in qualche modo Vittorio ha fatto leva sulla sua leggera insicurezza rendendola totale.
In realtà voleva dimostrare al suo compagno di aver scelto la donna giusta, quella in grado di tenere casa loro in ordine. Le avrebbe voluto bene, si sarebbe reso conto di amarla e di doverla rispettare perché perfetta. Vera sarebbe diventata la donna perfetta e lui non avrebbe più avuto niente da recriminarle.
In un'escalation di continui litigi tra Vera e Vittorio, assistiamo alla lenta presa di coscienza di Vera di cosa lei stia realmente vivendo. Un po' per volta, Vera diventa consapevole di cosa significhino davvero per lei i divieti e gli obblighi che le impone Vittorio. Vittorio, dal canto suo, si è sempre sentito inferiore a Vera per svariati motivi che non vi elencherò, perché li dovrete conoscere durante la lettura del libro. Vi basti sapere che è un uomo mediocre che sente il bisogno di umiliare e screditare il prossimo per sentirsi superiore, un super uomo.
I soprusi erano iniziati strisciando, sottili e invisibili. Dapprima lui le aveva vietato categoricamente di giocare e scherzare con le loro amicizie maschili. Era geloso, lo aveva sempre dichiarato, e per questo aveva il terrore che qualcuno potesse insinuarsi nella loro storia d'amore come lui aveva fatto in passato. (...) Lui aveva desiderato creare la sua bambola e piano piano c'era riuscito.
Vittorio ormai non si faceva più scrupoli a screditare la sua figura davanti agli altri, vessandola di continuo con parole dure, inappropriate e cattive. L'indifferenza, poi, con la quale si comportava nei suoi confronti, tentando approcci palesi con altre ragazze, erano ancor più avvilenti.
Vittorio peggiora la già precaria situazione tra lui e Vera, e la induce persino ad avere pensieri suicidi. Vera ormai ha toccato il fondo, è depressa, isolata, non ha amici e non si sente compresa dai suoi familiari. La cosa che mi ha sconvolto è il fatto che lei fosse disposta ad uccidersi pur di conquistarsi un posto nel cuore di Vittorio, pur di conquistare la sua attenzione.
Avrebbe fatto di tutto per riconquistarlo, fosse anche mettere a rischio la propria vita.
Godeva a vederla stare male, però, e per lei era una violenza ancor più grande.
Le cose cambiano quando Claudio, un suo vecchio amico, entra in scena. Claudio rappresenta il faro in mezzo al mare in tempesta e Vera gli si aggrappa con tutte le forze.
Leggere questo libro è stato difficile, ho provato sulla mia pelle la sofferenza che provava Vera e ogni volta che lei cercava di giustificare Vittorio per il suo comportamento sbagliato, da una parte mi arrabbiavo con lei ma dall'altra la capivo, perché è complicato lasciare andare una persona che tu amavi e che era diventata il tuo tutto. La relazione tossica tra Vera e Vittorio mi ha fatto riflettere molto, soprattutto mi ha aiutato a comprendere come
una persona cattiva, veramente
cattiva, sia in grado di annientare una persona con poche parole - la maggior parte delle quali offese. Quello che c'era tra di loro non era amore, almeno non più. Inoltre la mania di Vittorio di abusare del tempo e del corpo di Vera è stata davvero una pugnalata al cuore, non riuscivo a credere che al mondo esistessero uomini così perfidi. Più volte durante la lettura mi sono chiesta "Perché? Perché non reagisci?" e a pensare anche "Non devi giustificare chi ti tratta così, lui non ti merita". Sì, perché io non considero amore quello che Vittorio dimostrava a Vera, ma solo pura violenza mescolata ad affermazioni contraddittorie. Ragazze, se vivete una situazione simile apritevi, parlatene con amici, familiari, con i colleghi a lavoro ma non vivete in silenzio tutto questo. Non lasciate che la situazione vi sfugga totalmente di mano e che si arrivi al punto di non ritorno, ovvero quello in cui lui non si limita solo a farvi violenza psicologica ma arriva ad alzarvi le mani. Ricordate che chi vi vuole veramente bene non alzerebbe mai un dito su di voi e soprattutto, non vi insulterebbe o vi umilierebbe di fronte a tutti. Voi non meritate un uomo che vi tratta così, meritate di meglio, meritate qualcuno che vi ami sul serio, che ci tenga a voi.
Eppure una parte di lei pensava di aver meritato quel comportamento e che, per davvero, non era degna di essere compresa. Lui l'aveva avvertita, prima di farla scendere dalla macchina.
"Cristallo" dovrebbe essere una lettura obbligatoria per tutti i ragazzi delle medie e delle superiori. Quante volte, al telegiornale, assistiamo a fatti di cronaca nera che ci dicono che tante donne sono morte per amore, un amore nel quale credevano e che le ha portata o a uccidersi o a venire uccise da compagni o fidanzati estremamente gelosi e possessivi? Quante volte durante la giornata sentiamo parlare di femminicidi? Davvero non si poteva fare niente che impedire che lui la ammazzasse? Tante volte mi sono posta questa domanda.
Nessuno dava al suo dolore l'importanza che avrebbe richiesto, perché troppo velato e celato sotto braci quasi spente, per essere realmente percepito per ciò che era. Una richiesta di aiuto che lei non era capace di gridare.
Parlatene. Non isolatevi. Vi prego, se state vivendo una situazione simile sforzatevi di aprirvi e di chiedere aiuto. Non credete a quello che vi dice questo mostro, voi meritate di vivere e siete meritevoli di ricevere amore e affetto dai vostri amici, dalla vostra famiglia e di sicuro meritata una persona migliore di quella che vi dice queste cose. Potete uscire da tutto questo, abbiate fiducia. Ce la farete. Tornerete a essere le persone che eravate prima che questo incubo cominciasse e finalmente riacquisterete non solo la vostra indipendenza, ma anche la vostra libertà.
Vi saluto con l'ultima citazione tratta da questo libro intenso, che vi consiglio:
"Il forte tra loro, non era mai stata lei. Eppure non era sempre così. Eppure un piccolo istinto di ribellione, in lei, era sempre rimasto, vivido e pronto a rifulgere nell'oscuro baratro in cui lui la stava stantuffando a calci. Metaforici, ovvio, lui non le aveva mai messo le mani addosso... Ma era cambiata in pochissimo tempo, diventando l'ombra di ciò che era in passato senza rendersene conto in pieno."
xoxo,
Giada