giovedì, settembre 29, 2016

RECENSIONE di After di Anna Todd

Buon giorno, bloggers e lettori! Come va? Io ho superato i miei esami della sessione autunnale, sto leggendo i libri per la tesi e a breve comincerò a buttare giù le prime pagine. Nel frattempo, ho anche letto un libro molto molto discusso nel web sin dalla sua pubblicazione, ovvero "After" di Anna Todd. Vi ricordate la mia epica recensione di Cinquanta Sfumature di Grigio di E.L. James? Ecco, questo libro è persino peggio di quel libro.

PREMESSA
Mi avevano detto che era un libro bellissimo. Io gli ho creduto.
Mi avevano detto che era epica la storia d'amore degli Hessa. Io gli ho creduto.
Mi avevano detto che il loro amore era solido. Io gli ho creduto.
Mi avevano detto che i personaggi principali erano stupendi. E io gli ho creduto.
No. Non crederò più a nulla. Dire che sono delusa sarebbe riduttivo. A questo aggiungeteci anche che sono altamente disgustata, e avrete più o meno l'idea di come mi sento dopo aver finito questo "capolavoro".

A questa premessa voglio aggiungere anche che sì, è vero che de gustibus disputandum est però che cavolo, non mi è piaciuto per niente per questo libro e gli ho dato il voto più basso che io abbia mai dato.

TRAMA (dalla quarta di copertina)
Un amore impossibile.
Un amore ribelle.
Un amore infinito.

Ambiziosa, riservata e con un ragazzo perfetto che l'aspetta a casa, Tessa ama pensare di avere il controllo della sua vita. al primo anno di college, il suo futuro sembra già segnato: una laurea, un buon lavoro, un matrimonio felice... Sembra, perché Tessa fa a malapena in tempo a mettere piede nel campus che subito s'imbatte in Hardin. E da allora niente è più come prima.
Lui è il classico cattivo ragazzo, tutto fascino e sregolatezza, arrogante e ribelle, pieno di piercing e tatuaggi. E' la persona più detestabile che Tessa abbia mai conosciuto. Eppure, il giorno in cui si ritrova sola con lui nella sua stanza, non può fare a meno di baciarlo. E accenderà in lei una passione che, contro ogni previsione, sembra reciproca. Nonostante Hardin, per ogni passo che fa verso di lei, con un altro retroceda. Per entrambi sarebbe più facile arrendersi e voltare pagina, ma se stare insieme è difficile, a tratti impossibile, lo è ancora di più stare lontani. Quello che c'è tra Tessa e Hardin è solo una storia d'amore sbagliata o l'inizio di un amore infinito? Che sia davvero questo l'amore?

RECENSIONE
Prima di recensire questo libro, ci tengo ad avvertirvi che ci andrò giù pesante. E visto che qualche giorno fa sono stata criticata in modo velato su Facebook per aver espresso la mia opinione da parte di una ragazza che ha lanciato l'hashtag #IostoconAfter. Bene, questa è la mia risposta.


Ho rimandato fin troppo la lettura di questo libro, e in parte ho dovuto farlo per evitare mega spoileroni ma dopo cinquanta pagine ho capito il perché delle tante recensioni a una stella. Non fraintendetemi, questo libro è stato tanto amato quanto odiato, un po' come le Cinquanta Sfumature, ma nonostante ciò è considerato il libro da consigliare ai tredicenni e quattordicenni.



"After" comincia con Theresa "Tessa" Young, una diciottenne che si è appena trasferita al college della WCU. Il giorno di accoglienza delle matricole, quando arriva nel dormitorio incontra la sua compagna di stanza, Steph e subito dopo Hardin. Tessa è superfidanzata con il fidanzato perfetto, tutto casa e chiesa e che viene da una buona famiglia: Noah. Tessa ha deciso insieme a Noah di aspettare il giorno delle nozze per concedersi a lui, e ha già programmato tutta la sua vita: vuole laurearsi, trovarsi un ottimo lavoro e sposarsi e entro i venticinque anni avere due figli. Tutto cambia naturalmente quando incontra Hardin. Tessa e Hardin sono come il giorno e la notte. Non potrebbero essere mai più diversi l'uno dall'altra. Dopo una serie infinita di litigate tra lei e Hardin il primo mese di college, Hardin decide di portarla ad un ruscello e farle il suo primo ditalino. Tutto questo mentre sta ancora con il suo fidanzato Noah. Povero Noah, è stracornuto fino a quando Hardin non si decide a dirgli finalmente che la sua ragazza super fantastica fighissima se la fa con lui. Da questo momento in avanti, seppur con numerose difficoltà, i due staranno insieme. Ma lasciate che vi mostri la meme che ho creato solo per gli Hessa.


Questa meme riassume più o meno cos'ho pensato in quel momento quando Tessa, da brava e intelligente ragazza, incolpa Hardin della sua rottura con Noah. Ma se fosse davvero intelligente, si renderebbe conto che la colpa non è solo di Hardin, ma soprattutto sua, perché nessuno le ha chiesto di strusciarsi e di pomiciare con il cattivo ragazzo.

Oh e questa meme, che in teoria doveva andare prima... Ma non importa. Tessa ha cornificato in più modi Noah, prima di capire che non lo amava più e che non voleva stare con lui.

Magari Tessa e Hardin fossero conosciuti solo per questo. No, oh no. Entrambi sono l'emblema dell'incoerenza e volubilità. La loro mattinata inizia con loro due che si odiano, litigano, fanno pace, c'è un intermezzo di natura sessuale (ditalini, pompini o altro) e alla fine sono felici e contenti. Non vi ho detto quanto ho amato che Tessa cambiasse opinione ogni pagina. Davvero. *Sarcasm mode on*

TESSA YOUNG
Se vi ricordate la mia recensione di Uno splendido disastro, saprete che io ho dato quattro stelle a quel libro solo perché ho amato incondizionatamente il personaggio di Travis Maddox e le sue dichiarazioni d'amore, mentre ho odiato la volubilità di Abby Abernathy. Ecco, Tessa si può considerare la brutta copia di Abby. Se siete miracolosamente riusciti a sopportare Abby, non riuscirete a sopportare Tessa in questo libro, parola mia. Tessa è di una incoerenza unica. Prima dice di non voler più vedere Hardin, ma corre subito da lui non appena Landon o qualsivoglia personaggio lo chiama per dirle di aiutarlo. Dopo e vi ricordo - dopo - che lei si era ripromessa di stargli alla larga. Si pente continuamente di quello che fa, si fa un sacco di pare mentali inutili che vengono usate come giustificazione per le loro litigate. Ma anche quando non c'è motivo di litigare, la Todd sembra tirare fuori un motivo più assurdo di un altro per farli bisticciare. E allora Tessa dice che non lo vuole più vedere, si allontanano, stanno male e le solite storie. Se mi conoscete sapete che la coerenza nei personaggi per me è tutto. Se un personaggio non è coerente con ciò che dice di voler fare, ma fa tutto l'opposto di ciò che si era ripromesso per la centesima volta, a me fa arrabbiare moltissimo - e ciò fa abbassare il punteggio che darò al voto. A voi sembrerà cosa da poco, ma se un personaggio non è coerente con le sue idee, è volubile e cambia idea dieci volte in una giornata, per me ha un problema bello grosso. Tessa sembra esser vissuta in una caverna prima del suo arrivo al college e quando ammette di essere ancora vergine a diciotto anni (cavolo, che dilemma!) viene presa in giro dagli altri amici della comitiva di Hardin. Ora, la verginità in questi libri viene considerata un problema da rimuovere al più presto, quasi fosse impensabile che nel 2016 ci siano ancora diciottenni vergini. La verginità non è una cosa da dare al primo che passa, proprio come non bisognerebbe fare le prime esperienze, ma bisogna fare quando si è consci del passo che si sta facendo. Questo è un messaggio sbagliato da mandare alle ragazzine, è come dire: che schifo, sei ancora vergine! Sbrigati a perderla, altrimenti non sarai considerata figa come noi! E se so che Hardin è così promiscuo, ci penserei due volte prima di concedergli la parte più importante di me. Altra cosa che non ho tollerato è il modo in cui si fa manipolare emotivamente da Hardin, numerose sono le volte in cui lei cerca di capire se la loro relazione sia sana o meno e, sebbene abbia capito che non lo è, che il loro è un amore malato, preferisce continuare a stare con lui. Vi ricordate Ana Steele, che si eccitava solo se Christian la guardava? Qui siamo saliti di livello. A Hardin basta sfiorare Tessa per farla venire. Sul serio. Il fatto che lei, dopo aver discusso con Hardin, alla fine decida di andare a convivere con lui sebbene lo conosca da nemmeno due mesi, mi ha fatto preoccupare molto. In due mesi non puoi conoscere bene una persona, anche se ci passi tutto il tuo tempo insieme e non puoi conoscerla bene specialmente se quella persona è Hardin e quando chiedi spiegazioni lui ti dice sempre "Basta farmi domande. Fatti i cazzi tuoi.". L'appartamento in cui Hardin insiste per convivere con Tessa, diventa alla fine motivo di ricatto economico. Ma mai intenzionale, eh. Tessa è un personaggio vuoto, banale, senza alcun sviluppo degno di nota, facilmente manipolabile, incoerente e volubile. Non dimentichiamoci che è pure bigotta (per questo vi dicevo che secondo me, prima del college, viveva in una caverna).

HARDIN SCOTT
Gosh. Da dove comincio. Hardin Scott viene dipinto come il cattivo ragazzo di turno, sexy, tutto tatuato, pieno di piercing e con una backstory lacrimevole - ma non per me eh, io non sono riuscita a considerare la sua storia personale così toccante. Il fatto che lui usi il suo passato come scusa per giustificare le sue azioni e i suoi attacchi verbali a Tessa mi ha fatto seriamente domandare dove le altre lettrici trovino bello questo personaggio. Visto che questo romanzo era nato come una fanfiction degli One Direction, è chiaro che esso sia incentrato su Harry Styles; quindi non sono riuscita ad immaginarmi Hardin come un personaggio costruito in modo chiaro e preciso, ma solo una brutta copia del cantante di quella pop band (che a me piace molto, comunque). Hardin ama fare quel cavolo che gli pare, senza preoccuparsi di ferire le persone che stanno accanto, siano essi gli amici o i suoi parenti. Tessa naturalmente, con la sua sindrome da crocerossina, non perde occasione di correre in soccorso di Hardin non appena può. L'aiuto di Tessa non è sempre ben accetto, perché la maggior parte delle volte lei la insulta, le rinfaccia le cose e la ferisce. Mamma mia, che amore ideale! E' il tipo di amore che sogna ogni ragazza! *Sarcasmo mode on*. La caratteristica peculiare di Hardin sono i suoi sbalzi d'umore e questo mi ha preoccupato molto, perché sembra avere davvero dei grossi problemi psicologici. I suoi sbalzi d'umore lo portano a cambiare idea continuamente su tutto e soprattutto, sulla sua relazione con Tessa e sono anche ciò che fa ammattire Tessa. Tranquilli, fa ammattire anche noi lettori. Io starei alla larga da una persona del genere, perché se non esita a spaccare tutto ciò che trova sulla sua strada, a ubriacarsi (da quando conosce Tessa lo fa con maggiore regolarità, sebbene lui dica sempre che non beve MA in più di un'occasione lo vediamo bere e ubriacarsi). Ma poverino, viene da una situazione familiare difficile, bisogna capirlo, non bisogna stargli addosso, bisogna cercare di capirlo. NO! Bisogna stare alla larga da una persona del genere. Per tutto il libro avevo il terrore che lui alzasse le mani su Tessa, ve lo giuro. Ho passato le ultime duecento pagine con questa paura in corpo. Ha un passato misterioso che non rivela a nessuno e che confida solo a Tessa, si è fatto quasi tutte le ragazze della WCU e non esita a usare Tessa per i suoi scopi sessuali. Non dimentichiamo anche che, come Tessa, anche lui è molto volubile e incoerente e le sue azioni non corrispondono mai alla sue idee.

LANDON 
Landon è l'unico personaggio che mi sia davvero piaciuto e la mezza stellina è per lui. Landon è il fratellastro di Hardin, un bravo ragazzo impegnato nello studio, nel ristabilire l'equilibrio a casa sua a causa degli scoppi d'ira di Hardin, e impegnato a portare avanti una relazione amorosa con Dakota.

ZED, NATE, STEPH, JACE, MOLLY
Come prima annunciato, questo romanzo è ispirato agli One Direction quindi è stata una cavolata trovare le somiglianze dei personaggi con quella band musicale. Zed, il ragazzo che Hardin detesta tanto perché ci prova con la sua ragazza/non ragazza, è Zayn Malik. Zed è forse uno dei pochi bravi ragazzi in questo romanzo, almeno, questa è l'impressione che mi ha dato. Nate è Niall, personaggio di contorno amico sia di Hardin che si Tessa. Steph è la compagna di stanza di Tessa, una ragazza simpatica e gentile. Jace è un personaggio misterioso legato alla droga (Hardin ha detto che ha un gruppo di fattoni e fino a prova contraria i fattoni sono quelli che si drogano) ed è l'unica persona in tutto il libro che Hardin realmente tema. Molly è una ragazza dai facili costumi, una ragazza che vuole attirare l'attenzione su di sé ma lo fa nel modo sbagliato. Tessa la definisce "puttana" solo perché indossa spesso una minigonna o un vestito succinto e questo mi ha fatto imbestialire, perché questo è slut shaming. Non è vero che chi indossa una minigonna è una puttana, come non è vero che chi si veste così vuole sempre fare la facile con i ragazzi. Lo slut shaming presente in questo libro ha fatto abbassare l'opinione che ho del libro stesso, facendomi preoccupare ancora di più per il messaggio che trasmette alle ragazzine: Hai la minigonna? Sei una puttana! Ho alzato gli occhi al cielo talmente tante volte leggendo sto libro che ho perso il conto. Quando pensavo che non potesse peggiorare più di così, l'ha fatto. Molly almeno è un personaggio coerente nel romanzo, al contrario della bigotta Tessa, che come una Ana alle prime armi, dopo la sua prima volta, passa da essere una ragazza che teme di spogliarsi ad una ninfomane di primo grado. No, non la sto definendo come Tessa ha definito Molly. Come un lettore su Goodreads ha scritto: "Mi è sembrato di leggere Cinquanta Sfumature di After!"

NOAH E LA MADRE DI TESSA
Potrei fare una recensione solo su Noah. Se Hardin è insopportabile, lui non è da meno. Noah è il tipico bravo ragazzo tutto casa e chiesa, che vuole aspettare la prima notte di nozze per andare a letto con la sua ragazza. Beh cavolo, sono stati insieme per due anni, non dico che dovessero andare a letto insieme, ma almeno qualche gioco per conoscere il proprio corpo potevano farlo. Noah sta sempre appresso la madre di Tessa e le riferisce tutto ciò che lei gli confida. E già qui mi stavo incazzando. Ma tu sei il suo ragazzo o sei il suo babysitter? Noah è un personaggio senza spina dorsale, anzi, lo definirei una spina nel fianco. Un personaggio buttato lì come riempitivo e pretesto per rendere la storia degli Hessa più drammatica.

La madre di Tessa, impeccabile donna di provincia, sempre tutta truccata perfettamente è l'emblema del bigottismo. Credo di non aver mai letto di un personaggio più insopportabile in tutta la mia vita. E' stata lasciata dal marito, quindi deve controllare ogni aspetto della figlia diciottenne, sebbene lei sia ormai abbastanza grande da gestire la propria vita da sola.

I LITIGI
I litigi sono una costante in After, quindi se avete intenzione di leggerlo, portatevi del Maalox appresso perché vi faranno arrabbiare molto gli Hessa. Spesso i litigi sono buttati lì come mero riempitivo di pagine, non sempre hanno un motivo logico e la maggior parte delle volte scaturiscono da motivi futili quali non dire cosa si pensa, cosa di fa e cavolate simili. Tessa è ossessionata da Hardin. E l'ossessione non è amore. Ma non si può non condividere nulla con la persona con la quale si sta insieme, quindi anche l'ostinazione di Hardin di non dire mai nulla ti rende un po' più empatica verso Tessa. I litigi scaturiscono spesso a causa degli sbalzi d'umore di Hardin, sembra quasi che il libro ruoti attorno solo a questo aspetto del suo carattere, che lo rende un personaggio "bello e maledetto". Meh. La mia idea di "bello e maledetto" è diversa. Studiatevi i poeti del circolo di Baudelaire e Verlaine, loro almeno erano ribelli per giusta causa. La rabbia di Hardin invece sembra incontrollabile e distruttiva e proprio perché tale, annienta tutto ciò che incontra. Alzerete gli occhi al cielo quando leggerete quante volte Tessa piange in questo libro. Vorrei davvero proporre prima una seduta psicologica individuale sia per Tessa che per Hardin e poi gli farei fare terapia di coppia.

KAREN E KEN
Karen è la madre di Landon e sta insieme a Ken Scott, il padre di Hardin, che è anche il rettore della WCU. Fin qui tutto normale, fino a quando mi sono accorta, durante la lettura, di un enorme buco narrativo: Ken e Karen stanno per sposarsi, ma Hardin continua a ripetere che sua madre vive a Londra da precaria, però non è mai detto nel libro che sono divorziati. La Todd lo dava per scontato? Questo non mi è chiaro perché non è detto da nessuna parte nel libro.

IL MESSAGGIO CHE TRASMETTE ALLE RAGAZZINE
Questo libro trasmette vari messaggi, per lo più sbagliati alle ragazzine:

  1. A diciotto anni sei ancora vergine e quindi meriti di venire presa in giro
  2. A diciotto anni non puoi essere ancora vergine, è una impensabile
  3. Puoi tradire il tuo ragazzo e farti pare mentali perché l'hai fatto, ma prendertela quando i tuoi tradimenti vengono messi nero su bianco
  4. Vai a convivere il più in fretta che puoi, altrimenti lui cambia idea e ti molla
  5. Lascia pagare a lui tutto (sebbene Tessa abbia ripetutamente detto a Hardin di farle pagare qualcosa, è lui a pagare l'appartamento in cui vivono)
  6. La dipendenza affettiva non è un male. Eh no. La dipendenza affettiva è qualcosa di preoccupante.
  7. I bad boys sono eroi che vengono redenti dall'amore della sfigata vergine di turno
  8. Le protagoniste sono bellissime e sexy, ma non sanno di esserlo e solo dopo che il bad boy di turno glie l'ha fatto notare loro ci credono. +100 autostima
  9. Lo slut shaming è una cosa che aborrisco profondamente. Penso di essermi espressa a sufficienza su questo. 
  10. Ubriacati per contraddire le persone, specie il ragazzo che tu odi/ami

REFUSI, ERRORI GRAMMATICALI E CHI PIU' NE HA NE METTA
Non mi piace fare la maestrina, ma se un libro ha errori lo devo dire. Penso che questo libro sia da tradurre di nuovo - e voi potreste dire lo stesso del mio e sono d'accordo: lo tradurrò nuovamente perché so di dovermi migliorare - non so se per una scelta editoriale o altro, ma le frasi in questo libro sono tutte brevi, con poche informazioni e ogni tot di righe si ha la frase "pensiero" in prima persona di Tessa che dice: bla bla bla: ho fatto questo. Questo mi ha irritato tantissimo. Spezzare le frasi rallenta la lettura e rende il romanzo meno fluido e piacevole da leggere. Penso non sia necessario descrivere sempre SEMPRE ogni cosa che fa la/il protagonista, perché annoia mortalmente il lettore e in questo la storia degli Hessa ci è riuscito alla grande: mi ha annoiato a morte. Altro errore grammaticale per me imperdonabile, specie per una CE di grosso calibro come la Sperling & Kupfer è quello di mettere i tre puntini di sospensione dopo il punto di domanda. Perché? Non ha senso metterli dopo! Vi faccio un esempio: «Cosa?...», non vi sembra che stonino quei tre puntini di sospensione dopo il punto di domanda? A me sì, e molto. 

Alla luce di tutto ciò, ho dato il voto più basso che io abbia mai dato a un libro: 0,5 su 5 stelline. Il contenuto, la forma e la caratterizzazione dei personaggi lasciano a desiderare almeno quanto il messaggio che trasmette questo romanzo. Mi dispiace dirlo, ma sono veramente disgustata e scioccata che a qualcuno possa piacere un romanzo del genere. E questo non è il primo New Adult che leggo, ne ho letti di New Adult qualitativamente superiori a questo. Non comprate questo libro, risparmiate i vostri soldi per un libro che valga davvero il vostro tempo. Vorrei che chi avesse letto questo libro commentasse e mi dicesse dove lo trova bello, perché io non riesco a vedere tutto questo amore, vedo solo due persone che prima si odiano e poi si amano e che stanno in una relazione tossica in cui lui vuole controllare ogni aspetto della vita di lei, facendola litigare con sua madre, obbligandola a non parlare più col suo ex fidanzato e rinfacciandole l'appartamento in cui è venuta a vivere e che la porta ad essere, in questo modo totalmente dipendente da lui. 

Vi saluto con una citazione:
Mi rivolge un sorriso comprensivo. "Bé, a volte è proprio quello che ci vuole. Una persona diversa da noi. E' uno stimolo che ci mette in discussione, e questo fa bene"
(Karen a Tessa)

xoxo,
Giada

venerdì, settembre 16, 2016

RECENSIONE di Io prima di te di Jojo Moyes

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Innazitutto ringrazio di cuore coloro che hanno commentato e condiviso i miei pareri riguardanti l'articolo scritto su "AUTORI CHE GIUDICANO I BLOG: LA RISPOSTA DEI BLOG", per me è stato molto difficile trovare le parole giuste per dirvi ciò che provo da due anni a questa parte... Tuttavia sono felice che vi sia piaciuto. Purtroppo il mondo editoriale è un mondo difficile, e bisogna sempre fare attenzione a ciò che si dice o si pubblica per non venire messi alla gogna da qualche autore che magari ha ritenuto inopportuno il tuo commento sul tuo romanzo. Ma ora parliamo d'altro, perché il romanzo che recensirò oggi, prima dello stacco necessario al ripasso e allo studio dei miei esami, è "Io prima di te" dell'acclamata Jojo Moyes.

PREMESSA
Leggere o non leggere "Io prima di te"? Questo era dilemma che si attanagliava. Tutti i miei contatti di Facebook l'avevano letto. Tutti avevano visto il film. Una autrice mi ha pure spoilerato il finale, ma a quello, in fondo, c'ero già arrivata da sola. Quindi ho detto: ebbene, leggiamolo. Non ho pianto. Non ho versato fiumi di lacrime. A volte mi sento sbagliata perché non piango come una fontana leggendo certi libri che hanno fatto piangere mezzo mondo. Sarò strana io. Forse faccio parte di quella fetta di lettori "insensibili" che non riescono a piangere leggendo i libri. E pensare che mi ero pure sforzata di piangere ma non mi è uscito niente dagli occhi. Ho apprezzato ugualmente il libro, che ritengo molto buono a livello di struttura del romanzo e di sviluppo dei personaggi.

TRAMA (dalla quarta di copertina)
A ventisei anni Louisa Clark sa tante cose. Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione. A trentacinque anni Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima e che l'ha inchiodato su una sedia a rotelle gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti. Nessuno dei due, comunque, sa che la propria vita sta per cambiare per sempre.

RECENSIONE
"Io prima di te" non è un romanzo facile, leggero da leggere. La storia di Lou e Will non è la classica storia d'amore, è una storia inusuale che parte con Louisa Clark, una ventiseienne che non si è mai spostata dal suo piccolo paese che fa l'assistente domiciliare di un disabile, William Traynor. William Traynor è un uomo d'affari della City di Londra, ama gli sport estremi, le belle donne, fare attività di ogni sorta. La sua vita cambia bruscamente nel 2007, quando viene investito da una moto che non l'aveva visto attraversare la strada. La vita di Will da quel momento cambia per sempre, e il ragazzo si ritrova inchiodato ad una sedia a rotelle, perdendo la propria indipendenza. Will in un primo momento si mostra scostante con Lou, tanto che la stessa Lou si rende conto di infastidirlo in qualsivoglia modo pur non facendo nulla. Lentamente, il loro rapporto si evolve e da un difficile rapporto di amicizia nascerà una storia (d'amore platonico) che vi farà sciogliere il cuore. Io no. A quanto pare non ho un cuore, visto che non sono mai scoppiata a piangere durante la lettura di questo libro che ha fatto versare fiumi di lacrime alle mie colleghe blogger. Ad ogni modo, così come si evolve il rapporto tra Lou e Will, così si evolve anche il rapporto tra Patrick e Lou. Patrick è il fidanzato storico di Louisa, stanno insieme da sette anni ma lui non le ha mai chiesto di andare né a convivere né di sposarla. Man a mano che si prosegue nella lettura del libro, vediamo Lou prendere sempre più a cuore la situazione in cui è costretto a vivere Will, specialmente dopo aver origliato per caso ad una conversazione tra Camilla Traynor e Georgina, la sorella di Will... Louisa è la persona scelta da Camilla Traynor, ovvero Mrs T, per far tornare la voglia di vivere a suo figlio dopo il tentativo di suicidio avvenuto un anno dopo l'incidente. Louisa, una volta scoperto cosa vuole fare Will del suo corpo e della sua vita, cerca di fare del suo meglio per portare un po' di serenità e gioia nella vita di questo ragazzo che si è ritrovato dal giorno alla notte senza più nulla, senza poter fare più nulla. Luisa scoprirà quali sono le intenzioni del ragazzo alla fine dei sei mesi concordati con la madre e il padre, e si impegnerà sempre di più per cercare di renderlo felice. Non sa che, con la sua sola presenza, ha reso felice Will.

Louisa Clark è una ragazza chiusa in sé stessa, che non ha finito gli studi e che perde il lavoro al The Buttered Bun. E' perciò costretta a cercarne un altro, ma non è disposta a fare lap dance oppure a dividere le carcasse dei polli morti. Louisa è una ragazza all'apparenza molto semplice, che non necessita di molto per essere felice perché le basta vivere nella sua comfort zone senza evadere o rischiare nulla. Ama molto la moda, specialmente ama con tutto il cuore delle calze a righe nere e gialle di cui conserva un buon ricordo, dalla sua infanzia.
"Calze bombo?""A strisce gialle e nere.""Strepitose.""Che cattiveria.""Beh è la verità. Sembrano terribili.""Potremmo sembrare terribili a lei, ma stranamente, Will Traynor, non tutte le ragazze si vestono solo per piacere agli uomini."

Louisa sembra la ragazza del paese da cui vieni, con un gusto eccentrico nel vestire e nella moda in generale, ma è fatta per emergere, per brillare. La bontà di Louisa è una delle caratteristiche fondamentali di questo personaggio un po' bizzarro.
A parte una certa stravaganza nell'abbigliamento e il fatto che sono un po' bassa, non sono poi così diversa da chiunque potreste incontrare per strada. Probabilmente non vi voltereste a guardarmi una seconda volta. Una ragazza normale che conduce una vita normale. In effetti, andava bene così.

Nel 2009, il mondo di Will e Louisa dapprima di sconteranno, ma poi si contamineranno a vicenda, così come conosceremo le backstories di entrambi i personaggi, sapremo com'era la loro vita prima del loro incontro, prima del loro incidente, prima che Lou perdesse il lavoro. Louisa ama molto il suo paese e non ha mai viaggiato, tanto che conosce quanti passi ci sono da un determinato posto all'altro. Will la esorterà ad espandere i propri orizzonti, a diventare assetata di conoscenza di informazioni, a essere una persona più attenta di ciò che accade nel mondo intorno a lei, ad apprezzare gli aspetti belli e brutti della sua vita.
"Hai ventisei anni, Clark. Dovresti essere là fuori con il mondo in pugno, a metterti nei guai in qualche bar, a esibire il tuo bizzarro guardaroba di fronte a uomini poco raccomandabili...""Sono felice qui." dissi."Beh, non dovresti."

"Niente ' forse'. Devi andartene da qui, Clark. Promettimi che non trascorrerai il resto della tua vita in questo buco di città, in questa imitazione di una tovaglietta all'americana.""Promettertelo? Perché?" cercai di dare un tono leggero alla mia voce. "Dove hai intenzione di andare?"E E' solo che... Non posso sopportare il pensiero che tu rimanga qui per sempre." deglutì "Sei troppo intelligente. Troppo interessante." distolse lo sguardo da me "Hai soltanto una vita ed è tuo dovere fare di tutto per viverla pienamente."

Patrick sembra il ragazzo ideale, il ragazzo perfetto con il quale vorresti che tua figlia andasse a convivere e con il quale si sposi. Invece Patrick e Lou si allontanano sempre di più l'uno dall'altra. Patrick l'ho odiato come personaggio, è un ipocrita buonista (aggiungerei anche perbenista), un ragazzo talmente concentrato sulla sua carriera e ossessionato dalle maratone - non dimentichiamo la più importante, l'Extreme Viking, al quale DEVE assolutamente partecipare insieme ai suoi amici del Triathlon Terrors. Patrick non si rende conto dell'impatto che Will ha avuto sulla vita di Lou fino a quando lei non gli dice che si trasferirà nella dependance nella quale lavora, perché a casa sua non c'è più posto. E' molto geloso e tende a "marchiare il territorio" (Lou) in diversi modi, tra cui fare sesso con lei dopo la cena in famiglia con Will per dimostrare qualcosa a sé stesso. Credo che sia il personaggio che ho odiato fin dall'inizio del romanzo per tutti i motivi che vi ho sopra elencato.

Il romanzo è ricco di personaggi minori e personaggi di contorno che contribuiscono a rendere la storia più verosimile, più vera. Tra questi personaggi minori abbiamo l'assistente-medico Nathan, la sorella di Will Georgina, la sorella di Lou con annesso figlio (Katrina "Treena" e Thomas) e Steven Traynor con sua moglie Camilla. Gerogina è un personaggio che compare verso la fine del libro, e che rifiuta di partecipare all'ultimo viaggio alle Mauritius con suo fratello e Nathan perché ha impegni e ha la sua vita, e non vuole rinunciarvi solo perché Will è costretto su una sedia a rotelle. Katrina, in un primo momento la odierete, ma poi capirete che è una buona sorella - sebbene il più delle volte appaia come una presuntuosa saccente, in realtà vuole bene a Lou. I coniugi Traynor, invece, vivono insieme solo per il bene di Will, ma per il resto conducono vite separate.

Il romanzo è scritto tutto in prima persona, filtrato attraverso gli occhi di Louisa dopo le vicende che hanno portato Will alla Dignitas in Svizzera. Si alternano, verso la metà, capitolo dedicati a Katrina, Nathan, Camilla e Steve. Queste piccole finestre servono a mostrarci come si sentono le persone dall'altra parte della barricata, coloro che vivono con Will e sua disabilità. Questo romanzo mi ha fatto molto riflettere su svariate questioni, prima fra tutte l'eutanasia. Sarei o non sarei favorevole? Perché una persona dovrebbe scegliere di togliersi la vita? Queste sono alcune delle domande che mi hanno ronzato nella testa per tutto il tempo. Credo che nessuno possa sapere cosa vuol dire essere bloccati in una sedia a rotelle se non coloro che ci sono costretti su una sedia a rotelle, solo loro sanno quanto sia difficile convivere con malattie, infezioni, problemi di salute di varia natura. Altro tema molto importante toccato è senza dubbio l'amore, non quello fisico, quello platonico che è reso in un modo tale da essere quasi tangibile nel libro. Noi sentiamo l'amore di Lou per Will, quasi la anticipiamo nella presa di coscienza dei suoi sentimenti verso Will. L'atteggiamento di Will, nei confronti di quest'amore all'apparenza non corrisposto (per altre ragioni che non vi posso dire, altrimenti vi spoilererei il libro), mi ha ricordato l'amore di Spike e Buffy - sì, la coppia degli anni '90 di Buffy the Vampire Slayer, che si conclude con il sacrificio di Spike. Io personalmente amo molto le relazioni che cominciano con i litigi, le trovo divertenti e anche molto interessanti, ma in questo caso non si può parlare di una vera e propria relazione, di un vero e proprio amore. Si può parlare di amore platonico, perché questo è, secondo me. Altro tema toccato è quello dell'espandere i propri orizzonti, dell'andare oltre la propria comfort zone e provare qualcosa che ci fa paura, perché se non proviamo le cose che più ci spaventano, come possiamo dire che abbiamo vissuto davvero. Dobbiamo prendere in mano le redini della nostra vita, fare della nostra vita l'opera d'arte che desideriamo e viverla pienamente. Non bisogna accontentarsi di ciò che si ha, se non si è felici. Bisogna esplorare, conoscere il mondo attorno a noi e rischiare, ridere, scherzare. Vivere.

Vi saluto con due citazioni tratte da questo bellissimo romanzo che si è conquistato quattro stelle:
"Qualche volta, Clark, sei praticamente l'unica ragione per cui desidero alzarmi al mattino."
(William Traynor)

Volevo imprimere anche il più piccolo pezzettino di me contro di lui. Volevo lasciare qualcosa di mi dentro di lui. Volevo dargli ogni briciolo di vitalità che sentivo e costringerlo a vivere. Mi resi conto che avevo paura di vivere senza di lui. "Com'è che tu hai il diritto di distruggere la mia vita" volevo chiedergli "Ma io non ho voce in capitolo nella tua?". Ma avevo fatto una promessa. Così lo tenni stretto. Will Traynor, ex giovane promessa della City, ex paracadutista spericolato, sportivo, viaggiatore, amante. Lo tenni stretto e non dissi nulla, continuando a ripetergli silenziosamente che qualcuno lo amava. Oh, se lo amava.
(Louisa Clark)

xoxo,
Giada

giovedì, settembre 15, 2016

BLOGTOUR DIMMI CHI SEI DI D.M. WINTERS

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Oggi pomeriggio, dopo molta assenza, torno finalmente a parlarvi nel blog e lo faccio tramite una tappa facente parte di un blogtour di un libro molto interessante. Qui sotto troverete tutte le informazioni, buona lettura!


Titolo: Dimmi Chi Sei
Autore: D. M. Winters
Editore: Lettere Animate
Genere: Romanzi Rosa, Libri per ragazzi
Prezzo Ebook: in offerta per il blogtour a 0,49€ (prezzo intero 1,49€)
Prezzo Cartaceo: 14,00 € (in uscita)
Link acquisto: https://www.amazon.it/dp/B01G7XFY1I/

Sinossi:
Ginny ha appena terminato le prove di danza, quando lo incontra: incontra il ragazzo che le cambierà la vita. Lui è Max, all'apparenza misterioso, con un passato che ha voluto dimenticare e lasciarsi alle spalle, determinato a ricominciare da capo. Lavora alle scuderie del paese, ed è lì che tutto ha inizio: qualcosa, in entrambi, sta per cambiare. Gli occhi di Max la notte perseguitano prepotentemente lei; il volto di Ginny distrae in continuazione lui. Non sarà facile, però, per Max confessarle il suo segreto, proprio quando si rende conto che quella ragazza lo sta salvando: è grazie a lei se la sua vita sta tornando a splendere. Ma ha bisogno di tempo per riuscire a parlare del suo passato, che solo il pensiero rievoca in lui immagini che fanno male. Ginny si fida di lui, ma continuerà a farlo anche quando gli incubi peggiori del cupo passato di Max torneranno a farsi sentire, e a tormentare non solo lui, ma anche la sua 'ancora'?

Biografia: Sotto lo pseudonimo D. M. Winters, si nasconde una ragazza che adora sognare. Nasce in un piccolo paesino in provincia di Treviso. Dimmi Chi Sei, pubblicato inizialmente a capitoli su una piattaforma online, è il primo volume di quella che sarà destinata a diventare la trilogia Do Love Me.

Tappa 3 – Canzoni che hanno ispirato la storia

La trama di Dimmi Chi Sei nasce casualmente guardando il video musciale di Hall Of Fame:


La figura della ballerina ha ispirato molto Ginny: la nostra protagonista è cresciuta con la danza, e con la danza vuole continuare a sognare per tutta la vita. Ginny comincia a danzare da bambina; si è vista crescere, cambiare, ma la passione che la legava alla sua passione è sempre stata la stessa, tanto forte da farle brillare gli occhi mentre si muove elegantemente a ritmo di musica classica, tanto forte da animarla di un grande senso di libertà. Ovviamente i momenti di difficoltà non la vogliono trascurare.

“A metà Marzo, la nostra Scuola di Danza avrebbe partecipato al Festival di Primavera a Roma. Solo cinquanta Scuole di Danza in tutta Italia venivano ammesse, e da più di trent'anni la nostra era tra quelle e faceva sempre il suo meraviglioso figurone. Ogni scuola eseguiva un ballo che veniva valutato da una giuria di sette grandi professionisti, tra cui Sveva Lazzarini e Kristoff Kotov - i migliori ballerini al mondo - almeno, per me. Delle prime dieci scuole classificate venivano poi valutate singolarmente le ballerine soliste nei loro assoli.
Il Presidente del Memorial Tchaikovskij, Pietro Aleotti, faceva parte della celebre giuria e si distingueva per la severità nelle sue votazioni: era sempre in cerca di nuove componenti per il suo corpo di ballo. Spettava a lui scegliere se e di quante ballerine avrebbe avuto bisogno. C'erano anni in cui venivano selezionate anche tutte e dieci, la maggior parte delle volte non più di quattro, e l'anno scorso ne preferì solo una.
Volevo essere scelta, avere gli occhi di Pietro Aleotti puntati su di me. Volevo diventare qualcuno, girare i più grandi teatri d'Italia. Ma ancora una volta avrei dovuto attendere almeno un altro anno.” (capitolo 1)

La determinazione di diventare una ballerina professionista non manca a Ginny, ma non le manca nemmeno la paura che potrebbe non riuscire mai a fare quel passo in più che la porterà sulla cima.
"Chi ci mette davvero anima e corpo in ciò che ama, proprio come tu stai facendo con la danza, non butterà mai via il tempo che crede di aver perso, non così all'improvviso. Si viene sempre ricompensati per ciò che si merita, anche se ad alcuni può costare più sacrificio e tempo di altri. Forse tu vedi il tuo traguardo ancora troppo distante, o non lo vedi proprio più, ma io credo che sia questo il momento più importante, la prova più grande, dove tu devi lottare per sconfiggere la parte di te che si sta stancando, indebolendo, la tua parte pessimista che crede di aver buttato all'aria anni interi per niente. Ginny, è arrivato il momento di far vedere chi sei, questa è la prova più dura che puoi superare solamente insieme a te stessa, con le tue forze, la dedizione, il coraggio, che ti hanno permesso di crescere fino ad oggi." (capitolo 5)


Il titolo stesso del libro, Dimmi Chi Sei, è stato ispirato proprio da una canzone. Spesso i miei libri sono ispirati da canzoni, hanno il titolo di una canzone o di qualche parola del testo. 'Dimmi Chi Sei' è stata una scelta dura. Mi era difficile trovare il titolo adatto per la trama che avevo in mente; ne ho scartati talmente tanti che mi sentivo ormai rassegnata. E poi...è arrivata questa canzone. Non vi svelerò né titolo né cantante, vi lascio cogliere nel testo le tre semplici parole che hanno dato il nome al mio libro: vi auguro una buona visione, ma soprattutto un buon ascolto ;)

https://www.youtube.com/watch?v=w1f6o1HQBvg


CALENDARIO BLOGTOUR



xoxo,
Giada

domenica, settembre 11, 2016

AUTORI CHE GIUDICANO I BLOG: LA RISPOSTA DEI BLOG.

Buona domenica, lettori! Oggi vorrei sottoporvi un argomento spinoso (che andrebbe sotto la rubrica Topic of the Day, ma siccome è troppo esteso e troppo complesso, preferisco fare un post a parte) riguardante una cosa avvenuta su Facebook a metà agosto. Cosa sarà mai successo su Facebook, fucina di flames e incomprensioni? Ebbene, è successo che degli autori hanno deciso di nominare i blog che secondo loro sono i migliori, creando così una spaccatura tra blog di serie A e serie B. La discussione è poi proseguita in altra sede con altre blogger, che, indignate come me, hanno deciso di creare questo post di protesta.



Ora vi racconto la mia storia. Quando ho aperto il blog, ormai due anni fa, non sapevo nulla... Ero una novellina! Pubblicavo qualche post sulle cose che mi interessavano e nient'altro. Poi la svolta è avvenuta quando mi sono proposta per recensire autori emergenti self e di CE, immaginatevi la mia gioia nello chattare con un autore o un'autrice che desidera mandarti il tuo primo libro da recensire... Che emozione unica è stata! Ricordo ancora quando ricevetti i primi venti romanzi, ero così gasata che faticavo persino ad addormentarmi la notte. E' stato un periodo molto emozionante: il mio blog aveva finalmente preso il via grazie agli eventi a cui partecipavo con il blog, le recensioni e le novità delle case editrici con le quali collaboravo. Sì, perché da novellina tout court non sapevo che i blog potessero chiedere libri da recensire alle case editrici e non sapevo neppure che si potesse collaborare con loro. Per chi non mi conoscesse, io amo molto partecipare ai Releases Blitz e ai blogtour, perciò ogni volta che posso mi propongo agli autori o alle autrici proprio perché sono delle cose che amo fare, e che so renderebbero unica la mia tappa. E' stato umiliante non solo venire ignorata ma venire trattata come una blogger di serie B che non merita la considerazione di nessun autore, perché non meritevole di stare tra i blog di serie A. Sì, ve lo dico papale, papale: mi sono sentita ferita, e molto perché gli stessi autori che hanno lanciato l'hashtag #autorichegiudicanoiblog, che sono gli stessi che hanno giudicato i blog più meritevoli di altri, sono gli stessi autori che ti cercano quando hanno bisogno di aiuto da te.

Vorrei fare perciò una riflessione: pensate che sia davvero così facile recensire un libro? Sul serio? Ci sono molte cose che tengo in considerazione quando recensisco: sviluppo dei personaggi, personaggi che non appaiano fuori posto nell'ambiente descritto, complessità psicologica dei personaggi, struttura del romanzo, eventuali refusi o errori di battitura e/o ortografia. Inoltre non posso dire che un libro mi è piaciuto quando non mi è piaciuto, e va bene, de gustibus disputandum est, ma che cavolo... Io sono una lettrice, sarò pure libera di dire che il libro non mi è piaciuto!

Sì, perché molte persone tendono a dimenticare che noi blogger siamo innanzitutto lettori e in quanto tali possiamo dire cosa pensiamo di un determinato romanzo, sempre educatamente e gentilmente. Tuttavia, mi è capitato più volte di scorrere nella mia bacheca di Facebook autori che si scagliano con veemenza contro lettori che hanno OSATO postare una recensione negativa del libro su Amazon, e che vengono messi alla gogna sulla bacheca di questi stessi autori. Dunque, adesso capite perché ogni volta io ho PAURA a pubblicare una recensione negativa?

Sinceramente con certi autori ho persino paura di dire la mia, data la loro veemenza... mi è bastato vedere come si comportano alcuni per rendermi conto che taggare l'autore in un post dove pubblicavo la sua recensione parzialmente positiva di uno dei suoi ultimi lavori non sarebbe stata una buona idea, perché sapevo che sarei stata additata come la maestrina con la penna rossa che sottolinea gli errori nei romanzi e li segnala. Alcune mie colleghe hanno detto che questo è mobbing e io penso che loro abbiano ragione. Non è possibile che i blogger abbiano paura di pubblicare una recensione negativa a un libro tanto acclamato (sia esso italiano oppure straniero) e poi o venire insultati o attaccati dalle fan dell'autrice. Essere blogger è difficile, bisogna sempre essere pronti a cogliere le novità del mercato ma anche mantenere la propria integrità morale.



Io per prima so di non essere costante nel blog, non so come facciano alcune mie colleghe a stare dietro a tutto, ma io ci provo e non ci riesco con continuità. Faccio del mio meglio in ogni cosa che faccio, cerco di mettercela tutta ogni volta perché questo angolino di web è diventato un po' la mia seconda casa. E non dico questo tanto per dire. Essere considerata una blogger di serie B solo perché il mio blog o è piccolo o non pubblica recensioni iper positive ad ogni libro che legge mi ha fatto stare malissimo. Sono ancora molto piccola, io per prima lo dico, ma non mi aspettavo di non venire minimamente considerata.

Quindi autori ditemi, cosa deve avere un blog per essere considerato il migliore da voi, per essere considerato un blog di serie A? Pubblica sempre recensioni positive ai vostri libri anche quando al blogger non sono piaciuti? Da quanto ho visto negli ultimi tempi sulla mia newsfeed di Facebook, gran pochi sono gli autori che sanno rispondere in modo pacato e gentile alle critiche, i più per la maggior parte se la prendono con il blog/blogger in questione quando dice che il libro non è piaciuto e ne sottolinea gli aspetti negativi. Indimenticabile la piazzata fatta da una autrice italiana quando il suo libro è stato recensito dalle colleghe del blog New Adult e Dintorni (o Crazy for Romance, non ricordo bene il blog in questione) che si è appigliata ad un errore nella recensione e ha chiesto al blog in questione di non recensire più suoi libri. La stessa autrice, tra l'altro, tempo addietro ha chiesto ai suoi lettori di cliccare su una recensione di Amazon come "Non utile" perché secondo lei tutto ciò la stava boicottando. COSA COSA COSA??? Non vi basta ancora? Io penso che certi autori non dovrebbero porsi in modo così arrogante nei confronti di chi non la pensa come loro sul loro romanzo, certo all'inizio può far male, ma non si può costringere la persona a pensarla come voi. Sapete, siamo esseri pensanti capaci di pensare con la propria testa e in grado di fare le nostre scelte in piena autonomia.

Inoltre, voglio aggiungere che certi autori nemmeno guardano cosa un blog recensisce o meno, mandano una mail senza guardare i generi che un blog recensisce, mandano richieste di recensioni anche quando il blog è evidentemente in ferie o la blogger ha deciso di scaglionare i periodi in cui è possibile mandare manoscritti. Detto ciò, vorrei solo che gli autori non pensassero che tutti sono contro di loro. Noi blogger siamo prima di tutto lettori e lettrici, e in quanto tali abbiamo il pieno diritto di esprimere la nostra opinione, sia che il libro ci sia piaciuto oppure no. Non è giusto aver paura di pubblicare una recensione negativa perché temiamo la reazione di un autore. Non è giusto che un recensore Amazon venga umiliato nella bacheca pubblica di un autore. Non è giusto che delle blogger vengano attaccate perché un autore non è in grado di sopportare le critiche negative.


Spero che non mi banniate o vi cancelliate ora che ho espresso la mia opinione, ma è da troppo tempo che tutto ciò accade e penso che sia ora che anche voi, lettori, siate a conoscenza di ciò che accade a noi blogger.

xoxo,
Giada

sabato, settembre 10, 2016

RECENSIONE de La Stratega. Anno Domini 1164 di Giovanna Barbieri

Buona sera, bloggers e lettori! Come va? Io ho passato una settimana a dir poco infernale e orrenda, tra il cibo che mi è rimasto sullo stomaco, lo stress per gli esami (che purtroppo non ho potuto dare) e la febbre a 38° C. Ci ho messo molto a leggere questo libro proprio a causa degli esami, ma sono felice di averlo proseguito, perché altrimenti mi sarei persa un bel romanzo storico! Vi auguro buona lettura!

PREMESSA
Amo il romanzi storici. Penso che ormai si sia capito quanto io ami questo generi di romanzi, ho sempre amato molto la Storia, infatti alle superiori era una delle mie materie preferite. Ho iniziato questo bel romanzo, pensate, a metà agosto e sono riuscita a finirlo soltanto a metà settembre - Maledetti esami!

TRAMA (da Goodreads)
“La stratega, anno domini 1164”, seconda versione de “1164, l’assedio di Rivoli”. Romanzo storico-fantastico. Dopo un forte temporale Alice, una giovane donna del XXI secolo, si ritrova nel 1163, in un bosco della bellissima Valpolicella. Cos’è accaduto? Chi l’ha inviata nel 1163 durante la lotta degli anti-imperiali contro l’imperatore Federico il Barbarossa e perché? É stata una casualità o un disegno divino? Ferita e confusa, Alice viene soccorsa da una famiglia di contadini semi-liberi, che la conduce all’abbazia del Sacro Cuore di Arbizzano, dove viene curata dalle gentili monache e apprende l’uso delle erbe medicinali. Una volta guarita e portata nel castello di Fumane, dovrà decidere come agire: lottare per ritornare nella sua epoca oppure, per fuggire alle ingiuste accuse di stregoneria, partecipare all’assedio di Rivoli del 1165 a fianco del cavalier Lorenzo Aligari del quale s'innamora perdutamente.

RECENSIONE
"La Stratega. Anno Domini 1164" è un romanzo che parla di Alice, una donna del ventunesimo secolo, che si ritrova catapultata nel dodicesimo secolo, e non a Verona dove lei vive, ma in una piccola frazione del veronese chiamata Arbizzano. Alice, sebbene in un primo momento sia spaesata e confusa, cerca di reagire alla situazione in cui si trova e cerca di capire dov'è finita e per quale motivo non riesca a capire il linguaggio delle persone. In seguito si renderà conto d'esser finita nel Medioevo, un secolo oscuro fatto di lotte sanguinose, pesti e malattie che falcidieranno la popolazione non solo italiana, ma europea. Alice, man a mano che si prosegue con il libro, imparerà ad adattarsi agli usi e ai costumi medioevali, complici anche i suoi studi sulle usanze del tempo e il suo interesse per le erbe e le piante - infatti all'inizio la troviamo all'abbazzia delle monache di Arbizzano curata dalle novizie per un lungo periodo di tempo. Tuttavia ben presto gli abitanti capiscono che non è una donna che proviene dalle loro terre. E' in questo frangente che salverà la vita a Lorenzo Aligari, nobile figlio minore del conte Aligari, che in seguito l'accuserà di essere una spia di Federico il Barbarossa, il quale insieme al nobile Garzapano controllava la via dell'Adige insieme ai soldati del Sacro Romano Impero. Lorenzo è tornato per compiere la sua missione di guerra insieme agli amici Marco (e Michele, ma non vi dico chi è xD ) e successivamente, non convinto dalla dichiarazione d'innocenza di Alice, la rinchiuderà in una torre fino a quando non riceverà ulteriori ordini dal padre. Lorenzo è un uomo integerrimo, coraggioso, puro di cuore che quando promette una cosa la mantiene sul suo onore e sebbene in un primo momento sembri quasi disprezzare Alice, ben presto si renderà conto che la donna può aiutarlo in modo concreto a Fumane costruendo non solo canalizzazioni, ma anche plutei da guerra e introducendo la rotazione delle messi, in uso in Europa a quel tempo. L'amore scoccherà imprevisto proprio tra Lorenzo e Alice, e porterà con sé una serie di conseguenze che i due dovranno affrontare, insieme alla guerra incipiente tra gli Aligari e Garzapane. Il romanzo non segue solo le vicende riguardanti Lorenzo e Alice, ma anche lo sviluppo delle storie d'amore di Chiara e Luigi, l'arciere che salvò Alice quando si ritrovò catapultata in quel secolo; Angelica e Matteo e le scorribande di Riccardo Aligari con i suoi compari. Le storie d'amore e le vicende che fanno da cornice sono davvero molto toccanti e realistiche, crudeli e veritiere. Grazie ad un alternanza di POV, che rimane comunque sempre in terza persona, conosciamo il terribile e crudele Garzapano che, rifiutando le innovazioni a cui si sta aprendo l'Italia in quel periodo, accusa Emanuela di essere una strega e non solo la piccola, ma la fa anche stuprare dai suoi uomini. Garzapano è sicuramente il personaggio più cattivo e crudele dell'intero romanzo, non riesco a trovare nessun altro aggettivo che lo descriva bene se non proprio cattivo e crudele, poiché lo è davvero. Un'altra storia che funge da contorno al romanzo è quella di Angelica, l'ancella della contessa Alessandra, moglie di Riccardo Aligari. Angelica è una donna avanti con l'età, che teme di non esser ricambiata da Matteo, il costruttore appartenente alla Scola di Fumane. La loro storia d'amore sarà osteggiata proprio da Riccardo, il quale chiederà un prezzo elevatissimo per il riscatto della donna. Una delle storie che ho più amato è stata quella tra Chiara Aligari e Luigi, l'arciere. Una storia d'amore ricca di passione, amore e coraggio. Chiara è stata promessa al vecchio conte Borsetti, e il loro matrimonio è avvenuto principalmente per motivi politici... Ovvero per fare in modo che la casata dei Borsetti spalleggiasse quella degli Aligari. Assisteremo anche alla nascita della Lega Veneta, che attuerà l'assedio di Rivoli. 

Bello. Bello. Bello. Questo sì che è un bel romanzo storico! Personaggi delineati molto bene, complessi, da scoprire a poco a poco man a mano che si prosegue con la lettura, ma soprattutto personaggi coraggiosi, guerrieri e donne che sfidano le convenzioni sociali del dodicesimo secolo per inseguire il proprio ideale di libertà... personaggi a tutto tondo che mi sono rimasti nel cuore. Un romanzo accurato, preciso e dettagliato che presenta uno spaccato realistico della vita, degli usi e dei costumi della Fumane medievale. Un romanzo molto accurato anche a livello delle erbe che venivano usate per curare i malati in quel periodo. Ho dato quattro stelline a questo romanzo che mi è piaciuto molto perché ho trovato dei refusi a metà del libro, in particolare quando Alice si traveste da uomo per assistere i feriti nell'assedio di Rivoli, in cui si spaccia per uno scudiero di Lorenzo Aligari e all'inizio ci viene detto che si chiama "Romualdo" e poi in seguito il suo nome cambia in "Romaldo", ecco questo mi ha creato un po' di confusione, perché non ho capito bene come si chiama il nome dell'uomo per il quale lei si fa passare, credo che sia Romualdo ma vorrei essere sicura. Tutto qua, per il resto lo trovo un libro molto curato, scorrevole e piacevole.

Vi saluto con una citazione tratta da questo romanzo che vi consiglio se amate la Storia oppure se volete avvicinarvi alla Storia ma non sapete come:
"Il nemico indugiava calmo, come un lupo attende il momento opportuno prima di balzare sulla preda."

xoxo,
Giada

lunedì, agosto 15, 2016

RECENSIONE di Cristallo di Federica d'Ascani

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Buon ferragosto a tutti! Scommetto che molti di voi oggi saranno al mare o in montagna a fare gite fuori porta o altro, io purtroppo non sono ancora guarita dalla mia ferita post operatoria e, sebbene io voglia andare al mare, non posso andarci. La mia unica consolazione sono i libri.


PREMESSA
Sapevo che questo libro sarebbe stato tosto, molto forte; eppure sentivo che avrei passato indenne la sua lettura. Invece mi sbagliavo, mentre vi scrivo provo un tumulto di sensazioni dentro di me che non riesco a descrivere senza esagerare a scrivere sintagmi o a sbagliare altre cose. Questo libro è così intenso, così vero, che vi aprirà gli occhi, proprio come li ha aperti a me. E' una storia che potrebbe accadere a chiunque di noi. Non è vero che la violenza psicologica fa meno male di quella fisica, perché lascia anch'essa delle ferite indelebili nell'anima e nel cuore della persona che difficilmente guariranno. Buona lettura.

TRAMA (da Goodreads)
Dove finisce la volontà di un individuo, in una coppia? E dove inizia la supremazia dell'altro? L'amore, quello vero, è una dare e avere oppure un dare tacito senza nulla in cambio? Donare tutto del proprio essere, annullare i propri piaceri in funzione del proprio amante è corretto? Vera una volta avrebbe saputo rispondere. Una volta, non ora. Perché Vittorio è diventato il suo mondo, il suo tutto, e non è più capace di discernere il giusto dallo sbagliato. Il senso di colpa ingiustificato è sempre dietro l'angolo e non riesce a reprimere le lacrime che premono per uscire in ogni momento, nonostante sia costretta a fingere. Fingere davanti ai genitori, ai colleghi, agli amici... Vera è fragile, come un cristallo, ma capisce che l'amore vero, forse, non è tutta la sofferenza a cui è costretta e qualcuno, più vicino del pensabile, è pronto a dimostrarglielo...

RECENSIONE
Sono qui, davanti alla tastiera del pc che cerco le parole giuste per iniziare a scrivere questa recensione. Ho tanto, molto da dire... Eppure faccio fatica a tirarlo fuori perché questo libro mi ha sconvolta. La storia che leggerete in "Cristallo" non è diversa dalle storie che sentite al telegiornale, che rappresentano le situazioni rappresentate nel libro portate all'estremo. La storia di "Cristallo" potrebbe essere la storia di ognuna di noi. Non puoi mai sapere quanto conosci o pensi di conoscere a fondo una persona, finché questa non si rivela a te per quello che è veramente. "Cristallo" è un libro duro, sofferto, difficile ma proprio perché rappresenta la realtà è così. I mostri con i quali certe donne si ritrovano a convivere o delle quali sono innamorate, possono rivelarsi in tutta la loro bestialità e crudeltà quando meno se l'aspettano, e ricoprirle di insulti, minacce di morte, distruggere i loro beni personali, offendere i loro famigliari. I mostri non hanno età né sono solo tra le persone poco istruite, ma sono proprio quelle persone che fanno del loro meglio per mantenere una facciata pulita, gentile e cordiale che nascondono un animo oscuro. Ogni insulto, ogni offesa, ogni minaccia di morte di Vittorio letta nel libro mi si attaccava addosso come una sostanza viscida, difficile da togliere e rimaneva attaccata alla mia pelle man a mano che proseguivo la lettura. Vittorio e Vera stanno insieme da tre anni, ma la loro storia non va molto bene, da un anno Vera è costretta a fare ciò che vuole Vittorio e non può nemmeno ribellarsi, perché se lo facesse verrebbe zittita con una serie di insulti e di epiteti poco carini. Vera ha solo ventidue anni. E questo mi ha sconvolto, perché ha solo due anni meno di me. E' una donna che sta cercando il suo posto nel mondo, che vuole essere indipendente e autonoma com'era prima di incontrare Vittorio, ma Vittorio è una presenza oscura, un demone che le risucchia l'energia e la voglia di vivere, che la riduce ad un fantoccio da manovrare a suo piacimento e di cui non si preoccupa di ferire i sentimenti.

Aveva solo ventidue anni, eppure ne avvertiva sulle spalle il doppio. Ed era colpa di quell'amore malato, perché sapeva che lo era, pregno di servilismo, sottomissione... La sua era diventata una dipendenza, non voluta, ma accettata di buon grado per... non sapeva perché, in verità, ed era quella la cosa che più la logorava. 

L'amore malato che lega Vittorio e Vera è fondato sulla base di una dipendenza affettiva che porta Vera a cercare Vittorio anche dopo che questi le ha augurato la morte, l'ha offesa e l'ha insultata in ogni modo possibile. Vera era davvero molto innamorata di Vittorio, ma a quanto pare lui non lo era di lei. Vittorio ha distrutto l'autostima che Vera aveva in se stessa, umiliandola e facendola vergognare dapprima in casa loro (i due convivono) e poi in pubblico. L'annichilimento a cui è sottoposta Vera mi ha fatto soffrire molto, moltissimo. Vittorio è riuscito a manipolarla e a insinuarsi nella sua mente, diventando quasi il chiodo fisso di Vera, che troppo preoccupata a non ferire i suoi sentimenti non da' peso al suo benessere psicofisico. Vittorio le toglie la macchina, la isola dai familiari e dagli amici, e continua a sottoporla a soprusi psicologici di ogni tipo. Vittorio non le ha mai alzato le mani addosso, no. Vittorio utilizza dei ricatti psicologici uniti a delle vere e proprie minacce e auguri di morte per minare ogni sua certezza e sicurezza. Alla fine, Vera crede davvero di essere ciò che le dice Vittorio: pensa di essere inadatta a stare in società, pensa di essere pazza tanto cambia idea in fretta, pensa di non meritare il suo amore e di meritare invece il trattamento che lui le riserva.

Eppure lei non aveva mai sentito la necessità di essere sufficiente a se stessa. No, a che pro? Non avrebbe potuto fare nulla da sola, lei, e lo sapeva, lui glielo aveva continuamente dimostrato.
Vittorio pretende che la donna si occupi della casa e pretende, tra l'altro, che Vera non abbia relazioni di alcun tipo con gli uomini. Vera non ha amici maschi, perché a lei sono precluse quelle amicizie maschili. Per Vittorio invece non valgono le regole che lui vuole far valere per Vera.

Lei era donna, era giusto che stessa in casa, no? No. Lo sapeva che non era così, che era cresciuta diversamente, con ideali completamente agli antipodi, eppure... Eppure con lui era tutto così logico.

Rassettare la casa alle nove di sera per distrarre la mente no, in verità per dimostrare di essere donna, per cercare amore. Quanto era stupida... 
Vera vuole compiacere Vittorio, lo fa senza rendersene conto, ed è disposta ad annullare se stessa, la sua personalità e i suoi desideri, le sue aspirazioni pur di diventare ciò che vuole lui. Pur di tenerlo stretto accanto a sé. Complice una storia adolescenziale finita male, Vera non ha mai avuto molta fiducia in se stessa, e in qualche modo Vittorio ha fatto leva sulla sua leggera insicurezza rendendola totale.

In realtà voleva dimostrare al suo compagno di aver scelto la donna giusta, quella in grado di tenere casa loro in ordine. Le avrebbe voluto bene, si sarebbe reso conto di amarla e di doverla rispettare perché perfetta. Vera sarebbe diventata la donna perfetta e lui non avrebbe più avuto niente da recriminarle. 
In un'escalation di continui litigi tra Vera e Vittorio, assistiamo alla lenta presa di coscienza di Vera di cosa lei stia realmente vivendo. Un po' per volta, Vera diventa consapevole di cosa significhino davvero per lei i divieti e gli obblighi che le impone Vittorio. Vittorio, dal canto suo, si è sempre sentito inferiore a Vera per svariati motivi che non vi elencherò, perché li dovrete conoscere durante la lettura del libro. Vi basti sapere che è un uomo mediocre che sente il bisogno di umiliare e screditare il prossimo per sentirsi superiore, un super uomo.

I soprusi erano iniziati strisciando, sottili e invisibili. Dapprima lui le aveva vietato categoricamente di giocare e scherzare con le loro amicizie maschili. Era geloso, lo aveva sempre dichiarato, e per questo aveva il terrore che qualcuno potesse insinuarsi nella loro storia d'amore come lui aveva fatto in passato. (...) Lui aveva desiderato creare la sua bambola e piano piano c'era riuscito. 

Vittorio ormai non si faceva più scrupoli a screditare la sua figura davanti agli altri, vessandola di continuo con parole dure, inappropriate e cattive. L'indifferenza, poi, con la quale si comportava nei suoi confronti, tentando approcci palesi con altre ragazze, erano ancor più avvilenti. 

Vittorio peggiora la già precaria situazione tra lui e Vera, e la induce persino ad avere pensieri suicidi. Vera ormai ha toccato il fondo, è depressa, isolata, non ha amici e non si sente compresa dai suoi familiari. La cosa che mi ha sconvolto è il fatto che lei fosse disposta ad uccidersi pur di conquistarsi un posto nel cuore di Vittorio, pur di conquistare la sua attenzione.

Avrebbe fatto di tutto per riconquistarlo, fosse anche mettere a rischio la propria vita.
Godeva a vederla stare male, però, e per lei era una violenza ancor più grande. 

Le cose cambiano quando Claudio, un suo vecchio amico, entra in scena. Claudio rappresenta il faro in mezzo al mare in tempesta e Vera gli si aggrappa con tutte le forze.

Leggere questo libro è stato difficile, ho provato sulla mia pelle la sofferenza che provava Vera e ogni volta che lei cercava di giustificare Vittorio per il suo comportamento sbagliato, da una parte mi arrabbiavo con lei ma dall'altra la capivo, perché è complicato lasciare andare una persona che tu amavi e che era diventata il tuo tutto. La relazione tossica tra Vera e Vittorio mi ha fatto riflettere molto, soprattutto mi ha aiutato a comprendere come una persona cattiva, veramente cattiva, sia in grado di annientare una persona con poche parole - la maggior parte delle quali offese. Quello che c'era tra di loro non era amore, almeno non più. Inoltre la mania di Vittorio di abusare del tempo e del corpo di Vera è stata davvero una pugnalata al cuore, non riuscivo a credere che al mondo esistessero uomini così perfidi. Più volte durante la lettura mi sono chiesta "Perché? Perché non reagisci?" e a pensare anche "Non devi giustificare chi ti tratta così, lui non ti merita". Sì, perché io non considero amore quello che Vittorio dimostrava a Vera, ma solo pura violenza mescolata ad affermazioni contraddittorie. Ragazze, se vivete una situazione simile apritevi, parlatene con amici, familiari, con i colleghi a lavoro ma non vivete in silenzio tutto questo. Non lasciate che la situazione vi sfugga totalmente di mano e che si arrivi al punto di non ritorno, ovvero quello in cui lui non si limita solo a farvi violenza psicologica ma arriva ad alzarvi le mani. Ricordate che chi vi vuole veramente bene non alzerebbe mai un dito su di voi e soprattutto, non vi insulterebbe o vi umilierebbe di fronte a tutti. Voi non meritate un uomo che vi tratta così, meritate di meglio, meritate qualcuno che vi ami sul serio, che ci tenga a voi.

Eppure una parte di lei pensava di aver meritato quel comportamento e che, per davvero, non era degna di essere compresa. Lui l'aveva avvertita, prima di farla scendere dalla macchina.

"Cristallo" dovrebbe essere una lettura obbligatoria per tutti i ragazzi delle medie e delle superiori. Quante volte, al telegiornale, assistiamo a fatti di cronaca nera che ci dicono che tante donne sono morte per amore, un amore nel quale credevano e che le ha portata o a uccidersi o a venire uccise da compagni o fidanzati estremamente gelosi e possessivi? Quante volte durante la giornata sentiamo parlare di femminicidi? Davvero non si poteva fare niente che impedire che lui la ammazzasse? Tante volte mi sono posta questa domanda.

Nessuno dava al suo dolore l'importanza che avrebbe richiesto, perché troppo velato e celato sotto braci quasi spente, per essere realmente percepito per ciò che era. Una richiesta di aiuto che lei non era capace di gridare.

 Parlatene. Non isolatevi. Vi prego, se state vivendo una situazione simile sforzatevi di aprirvi e di chiedere aiuto. Non credete a quello che vi dice questo mostro, voi meritate di vivere e siete meritevoli di ricevere amore e affetto dai vostri amici, dalla vostra famiglia e di sicuro meritata una persona migliore di quella che vi dice queste cose. Potete uscire da tutto questo, abbiate fiducia. Ce la farete. Tornerete a essere le persone che eravate prima che questo incubo cominciasse e finalmente riacquisterete non solo la vostra indipendenza, ma anche la vostra libertà.

Vi saluto con l'ultima citazione tratta da questo libro intenso, che vi consiglio:
"Il forte tra loro, non era mai stata lei. Eppure non era sempre così. Eppure un piccolo istinto di ribellione, in lei, era sempre rimasto, vivido e pronto a rifulgere nell'oscuro baratro in cui lui la stava stantuffando a calci. Metaforici, ovvio, lui non le aveva mai messo le mani addosso... Ma era cambiata in pochissimo tempo, diventando l'ombra di ciò che era in passato senza rendersene conto in pieno."

xoxo,
Giada

sabato, agosto 13, 2016

RECENSIONE di Insieme verso la libertà di Jessica Maccario

Buon pomeriggio, bloggers e lettori! Come state? Vi annuncio che grazie a questo libro ho raggiunto la quota 40 libri su 80 libri sulla Goodreads Reading Challenge di quest'anno. Sono molto felice di aver raggiunto la metà, mesi fa mi sembrava impossibile anche solo pensare di raggiungerla, invece eccomi qui! Il libro di cui vi parlerò oggi è "Insieme verso la libertà" della scrittrice Jessica Maccario.

PREMESSA
Innazitutto, vorrei chiedere scusa a Jessica per aver recensito così in ritardo il libro, questi due anni sono stati terribilmente intesi a livello accademico e il tempo per leggere si è rivelato poco, quindi ho dovuto ritagliarmi del tempo per leggere solo dopo aver concluso gli esami delle sessioni. Avevo delle grosse aspettative per questo romanzo fantasy, e mi piange il cuore mentre vi dico che sono state deluse.


TRAMA (da Goodreads)
Nella pacifica cittadina di Forest Glade la vita scorre tranquilla. Eppure Peter capisce che la sua migliore amica, Angelica, nasconde segreti impenetrabili. Sconcertato da sogni ricorrenti e dalla sua improvvisa scomparsa, troverà un valido aiuto nella bellissima Lucy, sorta di angelo protettore mandata da Angelica, con la quale proverà a sbrogliare i fili di una matassa sempre più ingarbugliata.
Cosa si nasconde nei boschi adiacenti Forest Glade?
Chi sono i misteriosi esseri chiamati Elementali, in grado di controllare i quattro elementi (Terra, Aria, Fuoco, Acqua)? Quale sarà l'esito della battaglia che sta per divampare fra le forze del bene e quelle del male?
Saper padroneggiare un romanzo fantasy non è facile. Occorre una fervida fantasia, un amore viscerale per i personaggi descritti, un'attenzione a luoghi, ambienti e paesaggi che sappia divincolarsi dalle secche della realtà ed elevarsi verso i territori del sogno.
Jessica Maccario è un'autrice che vive della materia di cui sono fatti i sogni. E il suo "Insieme verso la libertà", prima parte della saga "Gli Elementali" è un romanzo che rapisce il lettore fin dalle prime pagine, catapultandolo in una dimensione in cui reale ed irreale, corporeo ed evanescente, materiale ed immateriale sono uniti indissolubilmente. Così come avviene quando la mente si perde nelle nebbie del sonno. In un mondo popolato da umani, ninfe, demoni e elfi la fantasia corre a briglia sciolta verso la libertà. A te, lettore, non resta altro che immergerti in questo mondo e… sognare.

RECENSIONE
"Insieme verso la libertà" è il romanzo d'esordio di Jessica Maccario, un romanzo fantasy che parla di Peter e Angelica, due ragazzi che vivono nel paese di montagna Forest Glade e che sono migliori amici da nove anni. Peter, negli ultimi tempi, fa dei sogni molto strani, troppo strani e troppo reali e in ognuno di essi c'è una dea che danza e canta in essi. Peter e Angelica non potrebbero essere più agli opposti: mentre il primo è un romantico, crede fermamente nell'amore e non crede all'esistenza di creature magiche o fatate; la seconda non solo crede all'esistenza di queste creature ma ama anche leggere libri fantasy e fantascientifici. E non crede (o non vuole credere) nell'amore perché farlo significherebbe innanzitutto lasciarsi andare e poi andare contro una misteriosa legge. Peter conoscerà dapprima il mistero che avvolge Angelica come un'aura, poi in seguito conoscerà Lucy, la madrina di Angelica, incaricata di tenerlo d'occhio durante l'assenza di quest'ultima. Se all'inizio Peter e Angelica rappresentano una chiara dicotomia, dopo l'arrivo di Lucy e in seguito di Malphas, le cose cambieranno drasticamente. L'amore tra Lucy e Peter nasce improvviso e intenso, è un amore osteggiato dalla stessa Angelica; mentre le cose andranno in modo diverso per Angelica e il suo ragazzo. 

E' un romanzo pieno di amicizia, amore e magia... ma che purtroppo non mi ha conquistata. Sono molteplici le ragioni che mi hanno spinto a dare due stelline e spero di non apparire una rompiscatole (o saccente) se ve le elenco, poiché vi voglio far capire cosa non mi è piaciuto. La prima cosa in assoluto che non sono riuscita a mandare giù durante la lettura è stato il mix di nomi inglesi e italiani, che stridono con il contesto e l'ambiente - a parer mio. Se da una parte abbiamo nomi come Lucy, Peter, John, Eleine di origine anglofona, dall'altra abbiamo nomi italiani come Angelica, Lodovico, Alberto. Io davvero non sono riuscita a capire il senso dietro questa confusione di nomi. Se il luogo in cui è ambientato il romanzo si chiama Forest Glade, chiaramente di origine anglofona, perché mettere tutti quei nomi italiani? Perché Peter deve essere l'unico della sua famiglia ad avere un nome straniero mentre il resto della sua famiglia ha nomi italiani? Il contrasto per me è stato chiaro fin dal principio, quando mi chiedevo per quale motivo Peter dovesse avere un nome anglofono mentre il resto della famiglia di quest'ultimo no. Non riesco a capirne il senso. Non è l'unica cosa che mi ha provocato confusione, se mettiamo che anche Seaside Town è un nome anglofono, non ha alcun senso mettere in mezzo nomi italiani. Ho visto l'uso dei nomi italiani in un contesto chiaramente anglofono come uno sforzo di "italianizzare" a tutti i costi il romanzo, tra l'altro tutto ciò a me non solo ha provocato un gran fastidio durante la lettura ma anche una gran confusione, perché non si capiva il nesso in tutto ciò. La seconda cosa che non mi è piaciuta (ma questo è discutibile) è l'uso delle virgolette ("") nei discorsi diretti e l'uso dei quotation marks «...» per racchiudere i pensieri dei protagonisti. Perché? Penso che un corsivo sarebbe stato decisamente meglio e avrebbe reso la lettura più scorrevole. La terza cosa che non sono riuscita a farmi andare giù è il continuo uso di frasi con punto esclamativo per rafforzare la caratteristica di quel personaggio, per esempio: Peter era felice di aver trovato l'amore in Lucy: quanto amava quella ragazza! Vi ricordo che questo è solo un esempio e che per tanto non è stato estrapolato dal testo in questione, l'ho messo solo per farvi capire come mettere questo in ogni capitolo e ogni 10 minuti di lettura sia stato ridondante ed eccessivo. Non penso fosse necessario sottolineare ogni volta con queste frasi enfatiche cosa pensavano/provavano/sentivano i personaggi. La quarta cosa che non mi è piaciuta è la descrizione sommaria di Forest Glade, okay ho capito che si tratta di un paese di montagna, ma a parte la scuola, il bar e l'ospedale volete dirmi che non c'era davvero qualche altro posto da descrivere? Ho sentito molto la mancanza di altre descrizioni di Forest Glade, perché mi è sembrato di non conoscere a fondo quel luogo. L'ultima cosa che ho notato è stata la presenza di refusi e l'uso costante della parola "mezzora" tutto attaccato. Ora io so benissimo che non sono un'insegnante o una professoressa e personalmente odio passare da maestrina rompiballe di turno, ma sono andata a fare ricerche su internet per documentarmi su quale fosse la versione più corretta di "mezzora" ed è mezz'ora

Mi sono piaciute molto le caratterizzazioni dei personaggi, in particolar modo la descrizione degli elfi e dei demoni e lo sviluppo come personaggi di Angelica, Lucy e Peter. Tuttavia ho fatto davvero molta fatica a finire il libro perché l'uso eccessivo dello show, don't tell mescolato a delle descrizioni pesanti di ogni cosa pensassero/facessero/ritenessero utile i personaggi mi ha reso difficile la lettura. Peter, a volte, appare come un ragazzino ingenuo mentre Angelica è l'unica che posso dire mi sia davvero piaciuta molto, con la sua determinazione e la sua autorità. Io sto davvero male nel dover dare a questo libro solo due stelline e so che probabilmente molti se la prenderanno con me perché ho fatto un elenco delle cose che non mi sono piaciute - in realtà l'elenco è stato fatto solo per mostrare i punti deboli del romanzo secondo il mio punto di vista. 

Vi saluto con un brano tratto da questo libro, che purtroppo non mi è piaciuto:
"L'uomo vive nella società dell'abitudine, sottoposta al flusso continuo di regole che gli vengono imposte fin da quando è un bambino. Eppure, se si avesse anche solo una prova certa dell'esistenza di creature magiche e le si imparasse a conoscere fin da piccoli, forse non ci sarebbe così tanta paura. Forse, la curiosità finirebbe per prevalere."

xoxo,
Giada

venerdì, agosto 12, 2016

RECENSIONE di Anna - La seconda moglie di Enrico VIII di Antonio Antico

Buon giorno (o forse dovrei dire buon pomeriggio? xD) bloggers e lettori! Oggi vi recensirò un racconto che ho amato molto, che riguarda una delle figure più controverse della storia inglese: Anna Bolena. Buona lettura!

PREMESSA
Io amo i Tudor, amo il periodo Rinascimentale inglese (nonostante il mio esame su questo argomento non sia andato come volevo, ho accettato un voto basso solo per non rifare più l'esame) e questo è in assoluto il periodo che amo di più della storia: il 1400-1500. Amo il Rinascimento inglese (anche quello italiano), ma quello inglese ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, con Enrico VIII e le sue sette mogli mi ha da sempre affascinato.

TRAMA 
Anna Bolena è per tutti la donna più scandalosa e conosciuta della storia.
Il suo nome genera automaticamente pensieri negativi, ma fu davvero una donna malvagia e calcolatrice?
Molti hanno scritto di lei analizzandone il focoso spirito, ma anche della sua innocenza, dando una nuova identità alla figlia maggiore dei Bolena.
Questo racconto vi lascerà preda delle sue emozioni e vi avvolgerà nella sua precaria situazione come regina di Inghilterra.
Siete pronti a cambiare idea sulla strega che incantò Enrico VIII?

RECENSIONE
Anna Bolena, come vi dicevo poco fa, è una delle figure più controverse della storia inglese; nonché la seconda moglie di Enrico VIII. Di lei se ne sono dette di cotte e di crude. Le malelingue l'hanno portata al patibolo 19 maggio del 1536, dov'è stata decapitata su ordine di Enrico VIII. Anna Bolena è un personaggio affascinante, sensuale e potente (nel senso che possiede molto potere, in quanto i titoli che ha acquisito sposando Enrico VIII le sono valsi il titolo di Regina d'Inghilterra). 

Ero la moglie del re, la seconda. Ero la donna che aveva reso Enrico VIII folle di amore e pazzo di gelosia, la donna che lo costrinse a sposarla per poterla possedere. La donna più importante e spregiudicata di Inghilterra. La donna che aveva portato alla rovina Caterina d'Aragona.

Attraverso questo breve ma intenso racconto in prima persona, conosciamo i pensieri e sentimenti di Anna, le vicissitudini che l'hanno portata a morire e le ragioni che hanno spinto il popolo inglese a renderla una delle regine più odiate d'Inghilterra. Seppur breve, il racconto da' un'ottima panoramica della vita di questa regina, che non è riuscita a dare ad Enrico VIII un figlio maschio per poter continuare la dinastia Tudor a causa dei continui aborti spontanei, ma gli ha dato la più importante regnante dell'Inghilterra: la regina Elisabetta I. 

Anna Bolena è una donna forte, coraggiosa, che amava suo marito e ama incondizionatamente sua figlia Elisabetta, che chiama "perla". Nonostante venga considerata da tutti una strega, e perfino suo fratello Giorgio arrivi a pensarlo, il suo spirito non si spezza sotto queste cattiverie, ma ne esce rinforzato.
Il mio spirito era stato forgiato dalle lingue infuocate di chi mi odiava, esso ardeva nel mio petto come una fiamma eterna e, seppure in quel momento rimaneva cauto, sapevo che come una fenice sarebbe risorto ed avrebbe devastato ogni cosa.

Vediamo Enrico dimenticarsi di Anna, concentrando tutte le sue attenzioni sulla nuova dama di corte, Jane Seymour, una ragazzina che è riuscita a prendere il posto di Anna nel cuore del Re.
La odiavo, per quello che mi stava portando via, la odiavo perché era riuscita ad ottenere quello che io avevo desiderato per anni in poco tempo. 

Un piacevole racconto storico che permette al lettore di ripercorrere la vita e la morte di Anna Bolena, un racconto intenso e interessante che vi farà conoscere questa regina tanto amata quanto odiata, un racconto che vi farà passare una piacevole mezz'ora in questo freddo agosto. Fate un salto nel passato, leggete questo bel racconto, sono sicura che vi conquisterà tanto quanto ha conquistato me. Vi innamorerete di Anna e ci sarà una figura del racconto che odierete da morire, ma non vi dico quale, sta a voi leggere il libro e poi raccontarmi.

xoxo,
Giada

lunedì, agosto 08, 2016

RECENSIONE de Dillo alla neve di Valentina C. Brin

Buona sera, bloggers e lettori! Ultimamente sono una scheggia a leggere sia romanzi molto lunghi che racconti e ieri sera ho scelto di leggere questo racconto di un'autrice che ho già amato molto, Valentina C. Brin. Vi auguro buona lettura :*

PREMESSA
Io non posso leggere un solo libro alla volta, no no no. Ecco perché, incapace di leggerne uno solo, mi sono messa a leggere questo racconto di Valentina. Che meraviglia! Mi sembrava di essere già in dicembre! Io, lo sapete, amo molto l'estate e il caldo torrido, ecco perché vi posso assicurare che questo racconto vi farà desiderare l'arrivo dell'inverno con la sua frescura e vi farà desiderare che nevichi.

TRAMA (da Goodreads)
L'uomo che Clara trova svenuto sotto la neve è un autentico mistero: ha una barba da vichingo, occhi di ghiaccio e nessun ricordo sulla propria identità.
Quando la ragazza gli apre la porta di casa per soccorrerlo non sospetta che menta, ma ben presto la realtà diventa innegabile: lo sconosciuto è lì per lei. Vuole qualcosa. Qualcosa che ha a che fare con quell'identità che dice di non ricordare, qualcosa che lo porta a cercare il calore di Clara. Il suo tocco. Un tocco che può ucciderlo.

Dopo "Obsession" e "L'uomo di fede", Valentina C. Brin torna con "Dillo alla neve", un nuovo, breve racconto dal sapore invernale.

RECENSIONE
Clara è una giovane donna, non si sa quanti anni abbia, ma si presume ne abbia una ventina. Un giorno incontro un uomo in mezzo alla neve e decide di salvarlo e di metterlo al caldo, in casa propria. Non sa che quell'uomo, il vichingo non è altro che un essere magico legato alla sua infanzia. Ora, dopo tanti anni, è tornato da lei perché ha bisogno che lei gli salvi la vita. Come? Semplicemente sussurrandogli il suo nuovo nome all'orecchio, permettendogli di non morire e di restare in vita. Il vichingo senza nome è un uomo alto, aitante, sexy, con dei lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo d'inverno che ha dei poteri legati alla neve e al ghiaccio. Questo già bastava per farmi perdere la testa. Amo i racconti che parlano di persone con poteri magici, e leggere di quest'uomo che ha dei tratti nordici e non è umano, per me è stata una cosa stupenda. Il vichingo mi ha ricordato Jack Frost. Non so se il racconto sia stato ispirato da lui, ma ha molto in comune con il ragazzino della Pixar, a partire proprio dal fatto che bisogna credere nella magia e in quel mondo fatato per poter mantenere in vita delle creature magiche/fantastiche. I ricordi dell'infanzia di Clara si mescolano con la Clara di oggi, una Clara che ha smesso di credere, ma che grazie alla sua vicinanza, ci riuscirà di nuovo. 

"Perché no? Tutti hanno un nome." 
"E' vero, tutti i bambini ce l'hanno. E' quello che fanno gli adulti quando si prendono cura di loro: gli danno un nome."

Un racconto che trasporta il lettore in una fiaba dal sapore moderno, tra fantasia e realtà, facendoci tornare bambini ma ricordandoci anche che non lo siamo più, e che in quanto adulti abbiamo delle passioni che devono trovare il loro sfogo.

Lo divorò e lasciò che lui facesse altrettanto mentre il fuoco che percepiva nelle vene la rendeva cenere per farla rinascere fenice, più viva che mai. Si sentiva affamata.Desiderata. 

Lo stile di Valentina si riconferma fluido e intenso, capace di trasportare il lettore nella storia. Mi è piaciuto moltissimo questo racconto, cinque stelline super meritate. Vi consiglio di leggerlo se amate i personaggi fantastici dotati di poteri o semplicemente, se avete caldo e volete rinfrescarvi pensando alle nevicate invernali.

Vi saluto con una citazione tratta da questo libro:
"Fu allora che dal buio emersero i primi contorni: una mano che si allungava verso di lei, capelli biondi che incorniciavano un volto barbuto e occhi.
Occhi che le scombussolavano lo stomaco.
Occhi che le misero a nudo il cuore e, con esso, tutti i sentimenti che l'avevano tormentata per ore."

xoxo,
Giada
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