giovedì, settembre 23, 2021

RECENSIONE DI ALLEGIANT (DIVERGENT #3) DI VERONICA ROTH

Buon pomeriggio, Fantastics! L'altro ieri, di sera, ho terminato la lettura di Allegiant. Ero ormai arrivata davvero all'ultimo capitolo, e anche se in genere di solito guardo un film verso le 20.30 o torno dalla passeggiata coi cani, ieri è andata in modo totalmente diverso. Anche perché ero arrivata ad un punto davvero molto molto doloroso, e non mi sembrava giusto interrompere proprio in quel momento. Perciò ieri, oltre ad aver fatto 3 passeggiate dalle 19 alle 21 coi cani, ho anche terminato la lettura del romanzo - poi, ho provato a guardare 500 Days of Summer, ma mi veniva male all'idea di sentire storpiato in Italiano il nome di Summer, che veniva chiamata Sole nel film. 

PREMESSA
La trilogia di Divergent mi ha accompagnata durante uno dei periodi più difficili della mia vita, e credetemi, sono tanti. Se non avessi avuto la bontà di Tris a ricordarmi di non cedere alla tentazione della vendetta, e la determinazione di Tobias, probabilmente sarei davvero impazzita; dato che ormai sono due settimane che a casa mi dicono che m'invento le cose - a titolo gratuito, così ad cazzum. Perciò sì, sono estremamente legata a questa trilogia. Insurgent mi aveva colpito molto, ma Allegiant è stato un vero e proprio cazzotto nello stomaco. Allo stesso tempo, però, ho apprezzato la profondità dei personaggi e la volontà dell'autrice di trattare temi spinosi e dolorosi. Qui per dirvi che, se vi piacciono i distopici romance, questo è quello che fa per voi. Ed è la degna conclusione di una trilogia fantastica e intensa!

TRAMA (DA AMAZON.IT)
La realtà che Tris ha sempre conosciuto ormai non esiste più, cancellata nel modo più violento possibile dalla terrificante scoperta che il sistema per fazioni era solo il frutto di un esperimento. Circondata solo da orrore e tradimento, la ragazza non si lascia sfuggire l'opportunità di esplorare il mondo esterno, desiderosa di lasciarsi indietro i ricordi dolorosi e di cominciare una nuova vita insieme a Tobias. Ma ciò che trova è ancora più inquietante di quello che ha lasciato. Verità ancora più esplosive marchieranno per sempre le persone che ama, e ancora una volta Tris dovrà affrontare la complessità della natura umana e scegliere tra l'amore e il sacrificio.

RECENSIONE
Chissà se le paure scompaiono veramente, o se semplicemente perdono potere su di noi.
(Tris)
Allegiant è un mostro di romanzo. Non credo che riuscirò a trovare qualcos'altro da leggere alla sua altezza per molto, decisamente molto, tempo. Mi ha colpito su più fronti, confermandomi per la terza volta che Veronica Roth è una meravigliosa autrice, che sa creare personaggi che arrivano al cuore delle persone, e sa usare il contesto distopico romance per trattare argomenti potenti e delicati, come l'eutanasia, l'anarchia, i golpe governativi, la tirannia dei governi e la fondazione di nuovi governi, di base Repubblicana. Tempo fa, avevo letto che la trilogia di Divergent appartiene al sottogenere della distopia, chiamato social dystopia. In effetti, trovo che questo termine sia calzante su più aspetti.

Il romanzo riprende da dov'era terminato Insurgent: una volta aver scoperto la verità sul mondo al di fuori della Barriera, Tris e i suoi amici sono decisi più che mai ad andare in esplorazione, a verificare in prima persona se quanto è stato riferito loro da Edith Prior è vero. Dopo la rovinosa caduta di Jeanine Matthews, il governo a stampo dittatoriale è stato rovesciato da un golpe guidato da nientepopodimeno che la madre biologica di Quattro: Evelyn Johnson. Quattro, ora conosciuto col suo vero nome di Tobias Eaton, è temuto e rispetto grazie alla madre; ma alcuni ex Intrepidi lo deridono a causa della motivazione che l'ha spinto ad andarsene dagli Abneganti. Tobias, infatti, proviene da una famiglia in cui la violenza domestica era all'ordine del giorno, e Marcus, uno dei promotori principali del governo e principale 'fan' (non trovo altro termine per descriverlo, sorry!) di Jeanine era un uomo a due facce: in pubblico si mostrava in un modo, ma a porte chiuse era tutt'altro e giustificava ogni sua azione con la scusante del 'lo faccio per farti del bene', tipica dei manipolatori. 

Evelyn riesce a prendere il controllo del governo, eliminando le Fazioni che lo avevano caratterizzato fino a quel momento, e obbligando tutti a vivere come gli Esclusi. A livello di costruzione psicologica, credo che la sua reazione sia stata più che normale: dopo aver passato gran parte della sua vita relegata in un angolo, a vivere nella miseria e a sottostare ai più potenti, io trovo che sia più che lecito che lei provi rabbia e desiderio di vendetta. Tuttavia, obbligare gli altri a vivere come Esclusi e nella comune degli Esclusi (la 'comune' mi ha ricordato un po' le comunità hippy degli anni '60) tutti sono considerati dei pari. Chiunque, però, sia contrario al suo modo di governare ha solo due scelte: l'esilio, o la pena capitale. Due scelte che si presenteranno anche a Tris e Tobias, non appena entreranno nel Dipartimento di Sanità Genetica. Quando sono arrivata a questo punto, mi aspettavo che il libro si sviluppasse almeno un po' come il film. Hanno tolto dal film alcuni elementi fondamentali, come le Guerre della Purezza, la divisione tra Geneticamente Puri e Geneticamente Danneggiati, ma il messaggio di fondo è arrivato forte e chiaro comunque. Far vivere le persone all'interno di un esperimento è sbagliato, ma è anche sbagliato perseverare nei propri errori, convinti che ciò che si stia facendo sia giusto. Dopotutto, in molte serie tv 'il cattivo non è altro che un eroe nella sua mente', solo che, in questo caso, né David né tantomeno Evelyn e Marcus si elevano oltre questa massima. Non c'è un solo cattivo, per così dire, perché tutti a modo loro lo sono. E ciò che rende questo romanzo così splendido è la tridimensionalità data ai personaggi: non sono perfetti, e sono coscienti di avere difetti, ma nonostante ciò sono disposti a tutto per fare in modo che i loro concittadini di Chicago abbiano una vita migliore.

Come anticipavo nell'intro, tanti sono stati i temi profondi che il romanzo ha toccato: dall'eutanasia (non vi rivelo niente, solo siate preparati perché vi aspettano delle scene molto forti), alla tirannia (Il Dipartimento è uno specchio dell'esperimento, e in quanto tale riflette la visione del mondo di coloro che pensano di agire per il meglio), i golpe governativi (vedi Evelyn e gli Alleanti) e le ribellioni. 

Sono stata felice di scoprire, anche, che le teorie che mi ero fatta si sono rivelate vere: le Fazioni sono, proprio come pensavo, un elemento di condizionamento sociale - in poche parole, se ripeti alle persone come devono vestirsi, atteggiarsi e quali valori devono rispecchiare, queste ultime, se ciò viene ripetuto loro in loop, alla fine acquisiranno tali caratteristiche. E' una sorta di profezia autoavverante'. I condizionamenti sociali rappresentati dalle Fazioni hanno mostrato, fin dai gesti più estremi, come nessuno è perfetto. Nemmeno coloro che si ritengono geneticamente perfetti. Perché l'essere umano è una creatura complessa, troppo complessa, per essere ingabbiata in una sola virtù o esser limitato da una sola etichetta. Noi, dopo tutto, non siamo le etichette che ci vengono attribuite. Non siamo quello che gli altri ci ordinano di essere. Noi siamo noi stessi, e siamo perfetti con le nostre imperfezioni.

Vi saluto con una citazione tratta da questo splendido romanzo. Un romanzo che mi ha scavato un buco nel cuore, ma che mi sento in dovere di consigliare a tutti per tutti i motivi sopra elencati:
"Credo che quando qualcuno ti fa un torto, si sia un due a portarne il fardello. Perdonare, allora, significa decidere di sobbarcarsi tutto il peso da solo. (...)"
(Tris)

xoxo,
Giada

giovedì, settembre 09, 2021

RECENSIONE DI INSURGENT (DIVERGENT #2) DI VERONICA ROTH

Buona sera, Fantastics! Riemergo dopo due settimane a dir poco di fuoco... Non mi dilungherò a raccontarlo qui, non lo reputo il luogo adatto per farlo e anche perché, sinceramente, in questo spazio non voglio parlare di cose che mi fanno male. Troppo male. Non credo di riuscire a sopportare altro male, perciò questo spazio sarà riservato solo alle cose belle della mia vita. Sono poche, ma ci sono. Ieri notte ho finito di leggere Insurgent, ed è senza ombra di dubbio il mio romanzo preferito della serie di Divergent

PREMESSA
I libri salvano. Scriverli o leggerli, salvano. Non posso più portare certe cose nei miei romanzi, perché non posso far andare in terapia i miei personaggi, sebbene io ami alla follia farli soffrire, ma allo stesso tempo far loro amare le persone che amano, anche se gli provoco un botto di casini. Insurgent è arrivato in un momento molto difficile della mia vita, e la storia di Tris mi è stata d'aiuto. Il sequel di Divergent non solo colma le aspettative che avevo/ho avuto nei suoi confronti, ma le supera. Insurgent è un sequel all'altezza del suo predecessore. E, per potenza del range delle emozioni umane mostrate, è di sicuro uno dei romanzi che mi ha colpito di più. Sebbene il finale sia decisamente diverso da quello del film, l'ho apprezzato molto. Anzi, direi ch'è molto più coerente che non quello del film.

TRAMA (DA AMAZON.IT)
Una scelta può cambiare il destino di una persona... o annientarlo del tutto. Ma qualsiasi essa sia, le conseguenze vanno affrontate. Mentre il mondo attorno a lei sta crollando, Tris cerca disperatamente di salvare tutti quelli che ama e se stessa, e di venire a patti con il dolore per la perdita dei suoi genitori e con l'orrore per quello che è stata costretta a fare. La sua iniziazione avrebbe dovuto concludersi con una cerimonia per celebrare il proprio ingresso nella fazione degli Intrepidi, ma invece di festeggiare la ragazza si è ritrovata coinvolta in un conflitto più grande di lei... Ora che la guerra tra le fazioni incombe e segreti inconfessabili riemergono dal passato, Tris deve decidere da che parte stare e abbracciare completamente il suo lato divergente, anche se questo potrebbe costarle più di quanto sia pronta a sacrificare. Il secondo romanzo della saga "Divergent". Età di lettura: da 13 anni.

RECENSIONE
Wow! Wow! Faccio ancora fatica a trovare le parole per commentare questo sequel, dato che penso di averle già dette tutte nella premessa lol. Ad ogni modo, Insurgent è un degno sequel che rispetta tutte le aspettative del lettore, che ha come punto di riferimento il romanzo precedente, Divergent. I temi trattati qui, sono più forti del precedente. E, oltretutto, ho scoperto che la distopia usata qui fa riferimento agli esperimenti sociali/sociologici. Beh, considerato il contesto non posso che essere d'accordo. 

Finalmente il giorno tanto temuto per Tris è arrivato: il giorno del Test Finale, che consiste in una simulazione dove affronterà le sue più grandi paure. Se riuscirà ad agire come una vera Intrepida, depistando le persone che sospettano la sua divergenza, sarà salva. Dovrà fare molta attenzione, però. Il pericolo è sempre dietro l'angolo, e può nascondersi dietro una faccia amica così come una nemica. Dopo averle superate con successo, finalmente Tris può tirare un sospiro di sollievo: ora è un'Intrepida a tutti gli effetti, può vivere in sicurezza. Tuttavia, la sua gioia ha brevissima durata. In un plot twist eccezionale, la notte del Test, tutti i transfazione e gli altri membri degli Intrepidi si risvegliano e cominciano a uccidere tutti gli Abneganti. Perché?

Da sempre, Abneganti ed Eruditi non vanno d'accordo. Gli Abneganti, coloro che sono noti per il loro altruismo e il loro buon cuore, sono l'unica Fazione delle 5 presenti in ciò che resta di una Chicago distopica, a poter salire al governo. Gli Eruditi sono insorti, con l'obiettivo di scalzarli e comandare al posto loro. La loro guida? La crudele Jeanine Matthews, una donna fredda e calcolatrice, che fonda la sua esistenza sulle informazioni e su come può usarle per arrivare ai suoi obiettivi. Se da una parte è comprensibile l'odio degli Eruditi nei confronti degli Abneganti, dall'altra gli Abneganti stanno proteggendo qualcosa di molto importante, che potrebbe cambiare il loro mondo per sempre. 

Tris, insieme a Tori, Edward e Christina, si rifugia dai Pacifici. Ma la loro 'pace' ha breve durata, in quanto Peter, l'odioso e furbo Peter, che in questo romanzo mostra tutta la sua vigliaccheria e il suo opportunismo (egli stesso dice a Tris che agisce solo se è in debito con qualcuno o se l'offerta di una parte è migliore dell'altra, e lo porterà in vantaggio rispetto agli altri). Nel suo essere odioso, però, Peter è molto coerente. E' l'unico personaggio a non subire un'evoluzione, a differenza degli altri. Tris, dopo quanto accaduto la notte dei Test, ha una Sindrome Post Traumatica da stress bella grande, ma pensa di agire per il meglio allontanando Tobias da sé. Così come la lealtà verrà messa alla prova, anche il loro amore verrà messo alla prova. Nel sangue. Nella vita. Nella morte. (voglio tranquillizzarvi a tal proposito, dato che questo non è spoiler, era solo una cosa poetica da dire xD)

Veronica Roth ha ammazzato un sacco di gente che mi era piaciuta fin dal primo momento, personaggi buoni e gentili, che avevano a cuore la sicurezza altrui. Non vi dirò chi, ovviamente, per evitare spoiler, solo... siate preparati. Peter, l'unico che vorresti veder morire, non muore. Questo ve lo dico, perché mostra purtroppo come sia la società di oggi: i cattivi, gli ipocriti e i falsi sopravvivono sempre, comunque vadano le cose. E questo, purtroppo, è terribilmente vero. 

Vi saluto con una citazione tratta da questo magnifico sequel, che vi consiglio di recuperare al più presto se ancora non l'avete fatto:
"Siamo entrati in guerra con noi stessi, e questo a volte ci tiene vivi... A volte, invece, rischia di annientarci."
(Beatrice Prior, Tris)

xoxo,
Giada

martedì, agosto 24, 2021

RECENSIONE DI DIVERGENT DI VERONICA ROTH

Buon pomeriggio, Fantastics! Mi rendo conto di esser stata un po' assente nell'ultimo periodo, e se sto lentamente tornando alla scrittura del mio amato (e molto lungo) romanzo, sto recuperando altre letture che avevo in arretrato. Premetto che sono una fan di Divergent, i film mi sono piaciuti tanto... anche se ho visto solo i primi due e mi sono rifiutata di vedere l'ultimo, perché non volevo spoilerarmi il finale. Ad ogni modo, ieri sera l'ho finito e... wow! E' tanta roba!

PREMESSA
Era da un bel po' che non leggevo distopici romance, ovvero distopici che hanno come tema principale l'amore. Perché, al di là della politica e dei rischi di una politica dittatoriale molto simile a quella degli Hunger Games, Divergent si presenta sostanzialmente diverso. In realtà, sono rimasta con una domanda. Come facevano le altre Fazioni a imporre una sola caratteristica caratteriale predominante? Tramite il condizionamento psicologico? Tramite le minacce di morte? Voglio dire, a meno che con la nascita del nuovo governo diviso a Fazioni le altre personalità siano state eliminate completamente dal corpo di tutte le persone, come hanno fatto a capire quale aggettivo meglio descrivesse una persona, escludendo tutti gli altri? Quel che voglio dire è che una persona è tridimensionale, non si possono escludere certi tratti dalla personalità di qualcuno, se non tramite il condizionamento psicologico che ne enfatizza alcuni. Comunque mi è piaciuto davvero tanto, spero di leggere il secondo molto presto (sì, lo prenoterò nella Rete Biblitecaria Padovana, sperando mi arrivi prima che la mia ispirazione scalpiti più di quanto non stia già facendo ora). 

TRAMA (DA AMAZON)
La società distopica in cui vive Beatrice Prior è suddivisa in 5 fazioni, ognuna delle quali è consacrata a una virtù: sapienza, coraggio, amicizia, altruismo e onestà. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita.

RECENSIONE
Divergent è un distopico che mantiene le promesse che fa all'inizio, nella quarta di copertina: ci sono amore, amicizia, e un forte senso di appartenenza che va oltre il sangue e la Fazione. La Fazione, che nel romanzo viene prima della famiglia e del sangue; che si rivela per ciò che è: un luogo oscuro e pericoloso, dove tutti sono disposti a fare qualunque cosa pur di non diventare degli Esclusi. Gli Esclusi che, in fin dei conti, sono i senzatetto che nessuno vuole. Quelli appartenenti alla catena alimentare più bassa nel mondo distopico, che una volta era gli USA.

Beatrice è una ragazza di quindici anni appartenente alla Fazione degli Abneganti: per loro, la gentilezza e l'altruismo vengono prima di qualsiasi cosa. Aiutare gli altri viene prima anche dei loro bisogni personali. Da quel che ho potuto capire, solo annullando sé stessi per aiutare gli altri e i meno fortunati, si è davvero Abneganti. Ma Beatrice non si è mai sentita tale. Infatti, Beatrice si è sempre sentita in colpa per desiderare qualcosa di diverso per sé, in quanto l'autoindulgenza e l'egoismo erano mal visti nella loro Fazione. Alla Cerimonia della Scelta, dopo aver assistito al colpo di scena messo a segno dal suo fratellino Caleb (okay, scusate, ma qui continuavo a pensare ad Ansel Elgort e al fatto che hanno fatto la coppietta in Colpa delle Stelle hahahha) che ha scelto gli Eruditi, la Fazione di intelligentoni e scaltri, diretti nemici degli Abneganti poiché sono i soli a poter accedere al governo in quanto nessuno mette in dubbio il loro altruismo e le loro buone intenzioni; Beatrice alla fine sceglie gli Intrepidi. 

Gli Intrepidi sono quel gruppo di persone dalle quali la mamma ti dice di stare lontano, perché ti portano sulla cattiva strada. Vi confesso che, sia nel film come nel libro, la scena del salto dal cornicione del palazzo mi ha fatto sentire male, male fisicamente, perché io soffro di vertigini. In questo senso, ho capito bene le sensazioni di Quattro, dato che non è una passeggiata fare quelle cose e trovarsi molto in alto se soffri di vertigini. Ma gli Intrepidi non sono solo questo: loro sono i protettori della città, i soli addestrati a combattere e a maneggiare sia armi bianche che armi da fuoco. Durante l'iniziazione, Beatrice, ormai conosciuta come Tris, conosce la tatuatrice, Tori - la stessa persona che aveva trovato il giorno della simulazione che l'avrebbe indirizzata verso il tratto caratteriale predominante della sua personalità e altri ragazzi: Christina, una ragazza molto coraggiosa, Will un cucciolo Erudito adorabile che avrei voluto avesse più spazio; l'odioso Peter e altri due che si addestrano da tutta la vita per entrare negli Intrepidi. Tris non capisce cosa la renda una Divergente. In verità, credo di non averlo ancora capito bene neanche io. Come avrete potuto notare, sono piena di domande. Tantissime domande.

Allora perché ho dato cinque stelle? La caratterizzazione dei personaggi mi è piaciuta molto, tantissimo. Assistere all'evoluzione di Tris da ragazzina insicura a giovane donna combattente e capace mi è piaciuta molto; così come ho apprezzato il disvelamento del motivo dietro i tatuaggi di Quattro. Spoiler: non è come viene detto nel film. Ricordo ancora quanto mi avesse lasciato in confusione quest'ultimo, perché non capivo per quale ragione il governo avesse potuto avercela con Quattro - Tobias - ma il libro lo spiega bene. E po', come diceva Stephen King, un buon libro non svela mai tutti i suoi segreti in una volta. Altrimenti sarebbe infodump inutile, in ogni caso lol. Un buon libro ti tiene così, sulle spine. Un buon libro ti spinge a farti domande di cui non conosci la risposta, facendo salire hype e desiderando di conoscere cosa succede dopo.

Veronica Roth, col suo libro scritto interamente dal POV di Tris, ci è riuscita. In genere preferisco i POV alternati, o quantomeno con abbastanza personaggi, ma vi confesso che ho amato tutto ciò. Tris non è come le tipiche protagoniste che detesto: damsel in distress che si credono capaci di qualunque cosa. No, Tris evolve. Tris capisce piano piano cos'è veramente e cosa può fare per cambiare le cose. Tris ritrova sé stessa perdendosi in una Fazione nuova, del tutto diversa da quella in cui è cresciuta.

Bellissimo. Intrigante. Pieno di sangue e lotte, ma anche amore. Gli elementi, insomma, che un romanzo deve avere per piacere a me e conquistarsi le cinque stelline, insieme a una profondità psicologica dei personaggi non da meno. E, credetemi, la profondità psicologica dei personaggi è una delle cose che apprezzo di più, sia un libro che in una serie tv.

Non ho sottolineato citazioni, quindi anche stavolta vi saluto qui.

xoxo,
Giada

sabato, agosto 14, 2021

RECENSIONE DI LIEVE COME UN RESPIRO (DARK ELEMENTS #3) DI JENNIFER ARMENTROUT *POSSIBILI SPOILERS*

Buon pomeriggio, Fantastics! Oggi recuperiamo, nonostante il caldo e la mia voglia di fare ben altro, la recensione dell'ultimo romanzo della Dark Elements Series, ovvero "Lieve come un respiro" di Jennifer Armentrout. Premesso che l'ho finito ieri notte alle due e, nel farlo, avrei voluto dare due schiaffoni in faccia a Layla per le cose che ha detto e per cosa ha fatto, o per il suo essere perennemente una grandissima stupida. Ad ogni modo, partiamo!

PREMESSA
Come vi avevo anticipato su Instagram - maledetta me, non dovevo farlo, non dovevo dire che in questo libro Layla era meno stupida del precedente; perché non è successo proprio così! - questo libro sembrava migliore del precedente. Dio, quanto mi sono sbagliata. Quanto! E' pure peggio di "Freddo come la Pietra", e non pensavo che potesse diventare peggio di quello. Niente, è palese. Io non tollero le protagoniste che sono stupide, sciocche, che non fanno nulla ma vengono continuamente salvate e hanno bisogno che sia qualcuno a dire loro cosa fare, perché non riescono a capire cosa succede nemmeno se glielo sbattono in faccia. O se si ritrovano faccia a faccia con la verità.

TRAMA (DA AMAZON)
THE DARK ELEMENTS - Vol. 3. Ogni decisione porta con sé delle conseguenze, è un fatto. Ma le scelte che si trova ad affrontare la diciassettenne Layla sono più difficili del normale. Luce o tenebra? Il sexy e pericoloso Principe degli Inferi Roth, oppure Zayne, lo splendido Guardiano che lei non avrebbe mai sperato di poter avere? A quale parte del proprio cuore dare ascolto? Layla, poi, ha un altro problema: è stato liberato un Lilin, un demone tra i più terribili, che sta portando devastazione nella vita di tutti quelli che la circondano, compreso il suo migliore amico Sam. Per risparmiargli una fine di gran lunga peggiore della morte, lei deve scendere a patti col nemico, mentre tenta di salvare la città, e tutta la sua specie, dalla distruzione. Divisa tra due mondi e due amori, Layla non ha certezze, nemmeno quella di sopravvivere, soprattutto quando un antico accordo torna a incombere su tutti loro. Ma a volte, quando sembra che la verità non esista, è il momento di dare ascolto al proprio cuore, schierarsi e combattere fino all'ultimo respiro.

I romanzi della serie:
1) Caldo come il fuoco
2) Freddo come la pietra
3) Lieve come un respiro

RECENSIONE
Oh Santo Cielo! Questa sarà una delle mie recensioni smonta personaggi, me lo sento. Mi ha fatta troppo arrabbiare questo romanzo - e non sono in preciclo né in niente, quindi devo riconoscere a Layla la capacità di essere una cippa come protagonista e nel non fare pressoché nulla per ricevere i grandiosi poteri che riceve, essere una Mary Sue dall'inizio alla fine e a cui bisogna dire *tutto* perché scelga tra Roth e Zayne, e anche perché capisca cosa deve fare.

Sotto, il cervello di Layla durante tutto "Lieve come un respiro", Marge rappresenta chiunque le dica cosa deve fare. Chiunque le dica di non comportarsi da stupida o fare stupidaggini:


"Lieve come un respiro" riprende da dov'era terminato "Freddo come la pietra": Layla e la sua unica amica umana, Stacey, insieme a Roth e Zayne ha scoperto che Sam non è altro che il Lilin, la creatura demoniaca nata dal rituale del demone Paimon di "Caldo come il fuoco". Ma Sam non è più Sam, è il Lilin. Il vero Sam è morto nel momento in cui quella creatura ne ha preso l'anima e l'aspetto, poiché il Lilin è un portatore di caos e distruzione - entrambi, però, non sono fatti senza motivo. Il Lilin ha come obiettivo quello di portare l'Inferno sulla terra, di scatenare l'apocalisse (la battuta di Layla, a tal proposito, è stata davvero pessima: Presumo che non siano i Quattro Cavalieri della rock band... ma dai? Non hai mai fatto una lezione di storia o mitologia cristiana, pur vivendo insieme ai Guardiani? Chiunque lo sa. E lei, essendo una fan di Supernatural avrebbe dovuto saperlo) se Lilith non viene liberata. La prima notizia shock, ma neanche tanto shock per l'assonanza tra il nome di Lilin-Lilith, è proprio Lilith. Lilith, la donna che c'era nell'Eden prima di Eva. La prima peccatrice. La tentatrice. 

Tuttavia, non basta una minaccia di proporzioni epiche per rendere Layla quantomeno intelligente. Sì, perché se c'è una cosa che mi ha infastidito da morire quando ho chiuso il libro, e mi ha fatto dormire poco la notte dal nervosismo è proprio questo: Layla non riesce a comprendere cosa succede o cosa lei sia, neanche se l'informazione le viene sbattuta in faccia. Neanche se le viene spiegato ventimila volte. Leggendo i commenti su Goodreads ho scoperto una cosa non molto bella, anche se è stata fatta a mio avviso per pura strategia di marketing per tenere alto l'hype nei confronti della serie, e cioè Jennifer Armentrout su Twitter ha chiesto ai lettori con chi voleva che finisse Layla, e chi avrebbe ricevuto più voti sarebbe stato il vero interesse amoroso della ragazza. Lo hanno definito 'lazy writing', secondo me è stata una mossa furba per tenere, come ripeto, l'hype alto. E mantenere l'attenzione mondiale su una serie ch'era partita benissimo, ma ch'è finita per niente bene. Per essere gentili. Layla non sa cosa scegliere, non sa chi scegliere, si sente costantemente in bilico tra la potenziale vita felice che potrebbe avere con Zayne, con il suo amico di sempre, e Roth, il demone sexy ch'è entrato nella sua vita. Ecco, indovinate un po' chi ha scelto? Esatto. Il lato oscuro ha sempre svolto una forte attrattiva su di lei. Zayne, però, viene maltrattato dalla scrittrice. Viene fatto passare per il cattivo della situazione solo perché ha avuto una pessima reazione dopo esser stato rifiutato - e vorrei ben dire, voi siete mai stati rifiutati? Vi piacerebbe che chi amate stia sempre vicino a voi, con un altro? Specialmente con l'altra persona per cui ha chiuso quel che sarebbe potuto nascere tra voi?

Ma Layla non è solo questo, raga. Layla è plot armor vivente. Ho perso il conto di quante volte si ritrova vicino alla morte e viene sempre salvata per il rotto della cuffia. In una di queste, la congrega di streghe le dà una pozione per salvarla dalla lama di ferro, un elemento letale per i demoni - e lei ogni cinque pagine ci ricorda che è per metà demone per metà gargoyle e bla bla. Vi dicevo che Mare Barrow era irritante? Lei è anche peggio, perché è pure arrogante. Si scopre perciò, che ciò che le hanno dato le streghe non è una pozione-salvavita qualunque, ma è sangue di uno degli Originali (qui ho pensato ai Mikaelson, sorry not sorry). Layla, però, dopo aver perso finalmente la verginità con Roth - e aver perso molto tempo utile a fare sesso con Roth invece che preoccuparsi di fermare il Lilin, ha bisogno che sia il Mietitore a dirle cosa fare. Ma ci rendiamo conto? Ma che razza di protagonista stupida e senza spina dorsale è? Posso capire tutto. Posso capire la fase luna di miele, ma raga, c'è un pericolo imminente e il caos che sta dilagando a Washington DC. Priorities, guys. Priorities. 

Ma ora veniamo a noi, all'analisi personaggio per personaggio perché sono ancor più nervosa di prima, adesso. Non proseguo a raccontarvi il resto del romanzo, perché mi arrabbierei ancora di più. Odio i finali così. Mi aspettavo di meglio. Mi aspettavo decisamente di meglio, visto com'era partita la serie.

Layla Shaw. Oh, Layla. Avevo riposto così tante speranze su di te. Sei il personaggio della serie. Raramente faccio questo, ma sei davvero uno personaggi peggiori che io abbia mai incontrato il 8 anni di blogging. Layla qui è più stupida di quanto non lo era in "Freddo come la pietra". Se Cayman non le avesse fatto capire che avrebbe dovuto scegliere Roth, secondo lui, lei avrebbe continuato a fare l'indecisa. Ma indecisa che Bella Swan scansate, oh! Ha diciassette anni, ma ha l'intelligenza di una bambina di nove. Giuro. E' molto lenta capire le cose, anche se le vengono spiegate. E ha bisogno di qualcuno che le dica cosa fare. Per tanti degli avvenimenti del capitolo finale, bastava fare due più due. Invece no. Tre personaggi sono morti perché lei potesse vivere. Gran bello schifo, ma scusate, ci sta. Plot armor vivente, che sopravvivere a ferite mortali e sfugge alla morte. Ha la faccia di bronzo di minacciare il Diavolo in persona, e non ha mai capito che Morris non era umano - io l'avevo capito fin dall'inizio, ma da una lenta come lei a capire le cose, questo e altro.

Zayne. Il mio adorato Zayne è stato maltrattato in questo capitolo finale, un povero ragazzo che non ha capito che la ragazza con cui ha fatto petting spinto non conosce la differenza tra adorare/idolatrare e amare. Insomma, perfino uno scemo del villaggio lo capirebbe. C'è una bella differenza tra idolatrare qualcuno e amare, no? Zayne, ancora ferito dal rifiuto di Layla, si chiude in sé stesso. Comprensibilmente, direi. Continua a punzecchiarsi con Roth, e vi confesso che ho iniziato a shipparlo con lui che non con Layla. In effetti, Zayne e Roth sarebbero stati una coppia molto più interessanti. Ma verso la fine ho iniziato a shipparlo con Stacey.

Stacey. Ci viene presentata come la ragazza sciocca e superficiale, e così rimane fino al secondo romanzo fino a quando non si sveglia fuori a capisce di essere innamorata di Sam. Solo che Sam, non è più Sam, ma il Lilin. Anche Stacey viene maltrattata continuamente, ho amato la sua evoluzione e avrei voluto che la Armentrout le avesse dato più spazio. Si meritava di meglio.

Cayman. Heil Cayman! Dopo il Lilin, l'unico personaggio ad affibbiare nomignoli coerenti col suo personaggio, a Layla. Cayman è palesemente #TeamRoth, e vedendo una Layla indecisa spinge verso il suo amico, influenzandola. Sì, perché oltre a essere stupida Layla è facilmente influenzabile. Stavolta non potevo salvare nessun personaggio, #sorrynotsorry. 

Il Lilin. La creatura demoniaca nata dal rituale di Paimon, in demone innamorato di Lilith. Sia benedetto! Dopo Cayman, è l'unico altro personaggio a far notare la stupidità di Layla ed ero arrivata al punto di tifare per lui invece che i nostri eroi - e questo vuol dire tanto, per me. Cavoli, se mi spingi a tifare per il cattivo hai fatto davvero un brutto lavoro coi 'buoni'. E' legato a Layla e a Lilith, e vive per servire sua madre.

Mi fermo qua, perché potrei rivelare altro e ho già rivelato troppo. Layla ottiene una versione pro dei suoi poteri, diventando ancor più forte e invulnerabile senza capire come - un po' com'è successo quando ha baciato Zayne nel secondo romanzo e non si è nemmeno fermata a chiedersi per quale motivo potesse riuscire a farlo senza rubargli l'anima, ma dicendo 'Non gli rubo l'anima, yay! Pomiciamo! Pomiciamo! Al diavolo se non capisco perché io non riesca a farlo! Meglio così!'. Una versione pro totalmente immeritata, considerando che non ha fatto nulla per ottenerli ma solo venire salvata di continuo. Da badass woman subisce un involuzione e diventa una damsel in distress, che ha bisogno di venire salvata di continuo da chiunque. 

Altro fatto rilevante è senza dubbio il fatto che sia totalmente inconsapevole del mondo attorno a lei. Che creda a tutto ciò che le viene detto, senza informarsi o cercare di più. Ripeto, è una diciassettenne con una mente di una bimba di nove anni. Immatura. Ingenua. Sciocca. 

Ho dato una stella e basta, perché non sono riuscita a trovare elementi sufficienti - oltre a qualche errore di traduzione - per salvare questo libro. I finali 'e vissero tutti felici e contenti' dopo gli avvenimenti precedenti e, soprattutto, il cambio di fazioni (Bene vs Male), e la superficialità di Layla stessa sono valsi questo. Mi dispiace, ma non basta un contenuto accattivante e un finale frettoloso per rendere bello un libro - o una serie. 

Non ho nessuna citazione da darvi.

xoxo,
Giada

lunedì, agosto 09, 2021

RECENSIONE DI FREDDO COME LA PIETRA (DARK ELEMENTS #2) DI JENNIFER ARMENTROUT

Buona sera, Fantastics! Oggi pomeriggio ho finito, e anche per fortuna, il sequel di Caldo come il fuoco, secondo romanzo della trilogia della Dark Elements di Jennifer Armentrout. Devo confessarvi che, almeno fino a metà, mi era piaciuto tanto - tantissimo, a dire il vero - ma dalla metà in poi la protagonista è diventata tremendamente ingenua - e non pensavo potesse diventarlo ancora di più e sempre più irritante, perdendo lo charme di badass woman che aveva nel primo. Insomma, mi è piaciuto ma non mi ha soddisfatta del tutto.

PREMESSA
Ultimamente sto leggendo molto per un motivo molto semplice: le Olimpiadi di Tokyo 2021-2022 dei lettori su Goodreads, e ho pensato fosse l'occasione giusta per recuperare anche questo secondo romanzo della Dark Elements, considerato quanto mi era piaciuto il primo. Neanche lo avessi fatto! Come vi avevo anticipato, il primo mi era piaciuto tanto - tantissimo, a esser sincera - e mi aspettavo che questo fosse bello come il precedente. Come vi ho anticipato, per buona metà del romanzo è stato così. Dalla metà, più o meno, Layla Shaw è diventata irritante. All'inizio pensavo che fosse per il ciclo che mi stava arrivando, che fosse quella la causa della mia irritazione nei suoi confronti, ma proseguendo la lettura (anche col ciclo nel corpo), non è stato così. Layla mi è calata molto in questo sequel, non rimanendo la ragazza badass che era nel precedente, ma rivelandosi una con un senso di colpa del sopravvissuto, totalmente ingenua e ignara di ciò che accade a causa sua - volontariamente o meno. Tre stelle e mezzo, non di più. Non potevo dare di più, sarebbe stato incoerente da parte mia farlo. 

TRAMA (DA AMAZON)
Layla Shaw deve rimettere insieme la sua vita andata in pezzi: impresa non facile per una ragazza di diciassette anni, praticamente certa che le cose non possano andare peggio di così.

Il suo migliore amico, Zayne, straordinariamente bello, è da considerare off-limits, a causa del misterioso potere che da sempre affligge Layla: il suo bacio è in grado di rubare l'anima di chi lo riceve. Fuori questione, quindi, l'idea di poterlo baciare. Inoltre, il clan dei Warden, che l'ha sempre protetta, comincia a nascondere segreti pericolosi. E per finire, Layla non vuole pensare a Roth, sexy e trasgressivo principe dei demoni, che riusciva a capirla come nessun altro.

Ma talvolta toccare il fondo è solo l'inizio. Perché all'improvviso i poteri di Layla iniziano a crescere e le viene concesso un assaggio di ciò che finora le era sempre stato proibito. Poi, quando meno se lo aspetta, Roth ritorna, con notizie che potrebbero cambiare il suo mondo per sempre. Sta finalmente per ottenere quello che ha sempre desiderato ma il prezzo potrebbe essere più alto di quanto Layla è disposta a pagare.

Serie "The Dark Elements" - Vol. 2

RECENSIONE
Wow. What a ride, guys! Okay, ho bisogno di calmarmi un po', perché se m'innervosisco finisco per non parlare come vorrei in questa recensione. Avevo alte aspettative nei confronti di questo sequel, e non avrei mai dovuto postare quella foto su Instagram dicendo che il libro mi stava piacendo un botto e che era pari al suo predecessore, perché non è stato così. Insomma, avrei dovuto aspettarmi una svolta del genere lol. E' come quando dici che vorresti che ti capitasse una cosa bella, e quella non solo non ti succede, ma te ne capitano di molto peggio.

Freddo come la pietra riprende da dove era terminato Caldo come il fuoco: sono passate settimane dall'epico scontro tra Bene e Male, dallo scontro tra il demone Paimon che voleva compiere il rituale versando il sangue di Layla e dalla scelta, onorevole, di Roth di andare all'Inferno insieme a quel demone pur di assicurarsi che Layla rimanesse al sicuro. Il gesto di Roth, disinteressato e segno di un amore incondizionato, è stato ciò che mi ha fatto capire che lui fosse davvero innamorato di lei. Era palese. Lo era per tutti, tranne che per la protagonista, ovviamente. Ma non divaghiamo. Dopo che Roth è andato all'Inferno al posto del cavaliere-Guardiano dalla lucente armatura, ovvero Zayne, Layla si è ritrovata spinta tra le braccia del suo migliore amico di sempre. La tensione sessuale, già presente nel libro precedente, qui tocca vette inimmaginabili e i due, dopo tanto, finalmente escono dalla loro amicizia per addentrarsi in quella che sembra esplorazione di due persone che vogliono essere più che amici: pomiciate, o se preferite, petting. Ma c'è un problema, anzi più d'uno, all'orizzonte. Layla non riesce più a vedere le anime delle persone, e non sa o capisce per quale ragione. Allo stesso modo, il Lilin, la creatura che non sarebbe dovuta esser nata dal rituale di Paimon, è vivo e vegeto e sta seminando morte, distruzione e caos nella scuola di Layla. Oltre al Lilin, Roth ci fa presente che anche le due catene che tengono incatenata Lilith, la madre biologica di Layla, all'Inferno si sono rotte. Quindi vuole dire che, dopo tutto, il rituale ha funzionato. 

L'atteggiamento di badass woman di Layla sparisce completamente in questo secondo romanzo, dando più spazio all'esplorazione della sua relazione con Zayne. Ammettiamolo, Zayne è un figo da paura e vorrebbe proteggerla. E pur di farlo  è disposto a segregarla in casa, proprio come succede alle femmine di gargoyle, in quanto importanti e necessarie per la riproduzione della specie, per esempio come Danika. Danika mi è piaciuta subito, nel libro precedente. Lei è una gargoyle di New York, fatta venire a Washington da Abbott per accoppiarlo con lei, ma Zayne non pare interessato. Zayne, che si è svegliato fuori nell'ultimo anno, solo perché Roth si è avvicinato a Layla. About damn time, man! Questa sembra essere la motivazione principale per cui, di colpo, si è interessato a Layla. D'altronde, bisognava mantenere l'escamotage narrativo del triangolo amoroso, e questo plot twist è tornato utile. 

I fantasmi cominciano a infestare la scuola e gli edifici, ma allo stesso tempo il Lilin fa impazzire e rendere violenti tutte le persone che sono attorno a Layla. Ogni volta che succede, lei sente un vento freddo. Ma, surprise surprise, non si è accorta che quando prova un emozione forte sale un forte vento? Solo io me ne sono resa conto? In fin dei conti, Layla è parte demone e non un demone qualunque, ma un demone di alto rango. Un demone di alto rango, in poche parole, è quasi invulnerabile. Ad ogni modo, a quanto pare il metodo per fare esorcismi è uguale a quello di Supernatural.

Un altro elemento che non ho retto è stato il plot armor che è diventata Layla: subisce quasi in ogni capitolo ferite mortali, o quasi, e sopravvive sempre. Ho capito che è la protagonista, ma suvvia. Anche no. Oh, e non dimentichiamo la rivelazione della sua vera identità a Sam e Stacey, che finalmente sono usciti dalla friendzone. Yay! Ho trovato l'indecisione di Layla snervante, irritante e fastidiosa su più fronti; il suo POV stava diventando un vero supplizio verso la fine. Il capitolo chicca è quello finale, quindi vi consiglio di leggerlo e di godervelo con cura <3

Vi saluto senza una citazione anche stavolta, perché non ne ho trovate né sottolineate.

xoxo,
Giada

sabato, agosto 07, 2021

TV SERIES LOUNGE: JULIE & THE PHANTOMS, STAGIONE 1 *SPOILERS*

Buon pomeriggio, Fantastics! Recuperare tutti i post delle serie tv, in particolare delle stagioni sarà un po' lunga, ma farò in modo di rendere questa pausa dalla scrittura molto proficua. Ecco perché oggi pomeriggio vi presenterò la recensione della prima stagione di Julie & The Phantoms, una serie che mi è rimasta nel cuore!

DETTAGLI:
Piattaforma (attuale) in cui vederlo: Netflix
Genere: Teen, Adolescenza, Musical, Supernatural
Consigliato per chi ama: le storie di adolescenti, le storie che parlano di grandi sogni
Tratto da/Basato: basato sulla serie tv brasiliana Julie e Os Fantasmas
Airing Time/Date: Settembre 2020

TRAMA
25 anni prima, la rock band dei Sunset Curve, composta da tre ragazzi di diciassette anni è finalmente riuscita nell'ingaggio della vita: finalmente sono riusciti a entrare nell'Orpheum, uno dei teatri più famosi del Nord America. Per festeggiare il raggiungimento del loro traguardo, Luke, Alex e Reggie decidono di strafogarsi di hot dogs dal gusto strano. La serie, attraverso un flashback, ci porta nel 2020 e a Julie Molina, una ragazza di quindici anni che ha deciso di lasciare la musica e il corso di quest'ultima, perché sta ancora soffrendo per la perdita della madre. Julie, un giorno, inizia a suonare e di colpo i tre fantasmi compaiono nel suo studio, spingendola a riabbracciare la musica. La musica, che fa e farà sempre parte della sua vita a prescindere da quanto lei cerchi di allontanarla da sé. In un mix di coreografie favolose, segno distintivo del mitico Kenny Ortega (noto per aver diretto la trilogia di High School Musical, la trilogia dei Descendants e anche la dilogia degli ZOMBIE) e sentimenti profondi, vediamo Julie affrontare Carrie Wilson e le sue Dirty Candy - forse per la prima volta nella storia delle serie tv una cattiva fa la cattiva perché sa di essere brava... okay, forse per la seconda volta, la prima è stata senza dubbio Sharpay Evans. Il padre di Carrie, altri non è che Trevor, legato in qualche modo alla morte dei ragazzi. Tuttavia, la realtà si fonde col sovrannaturale quando i tre fantasmi entreranno nel club esclusivo di Caleb Covington, un mago molto potente che costringe i ragazzi a un patto che nessuno di loro desidera, per obbligarli a suonare nella sua band. Vi consiglio col  cuore in mano Julie & The Phantoms, poiché la profondità del dolore, dell'amore e dell'amicizia vengono affrontati con una tale delicatezza che spesso vi porterà a piangere. 

I PERSONAGGI
  • JULIE MOLINA. Julie è la protagonista della serie, una ragazza ispanica con una grande voce e una forte presenza scenica. Julie sente molto la mancanza della madre, della quale possiede un baule con dentro tutti i suoi oggetti, oggetti che spesso hanno fatto foreshadowing di eventi che accadranno poi più avanti. E' cotta di Nick, il biondo ragazzo di Carrie e si comporta da impacciata in sua presenza. Julie, di tutti i personaggi adolescenziali che ho incontrato finora, è forse la migliore. Certo, sbaglia. Ma non si atteggia con aria di superiorità. Il fatto che la sua famiglia l'appoggi nella sua più grande passione, la sostenga e la incoraggi è qualcosa di straordinariamente dolce e tenero! Also, Julie alla fine comincerà a provare qualcosa per Luke - come chiunque abbia visto la serie, credo lol. Insomma, la ship è partita subito!
  • CARRIE WILSON. Ogni serie ne ha una, ecco a voi l'arcinemesi di Julie. Carrie è figlia d'arte, in particolar modo, figlia di Trevor e quindi indirettamente legata ai Sunset Curve e alla loro morte. E' davvero una cantante molto brava, seconda solo a Sharpay Evans, ed è capo delle Dirty Candy. E' determinata, competitiva, a volte anche troppo cattiva ma, in fondo, lo è perché vuole raggiungere i suoi obiettivi di fama.
  • LUKE PATTERSON. Frontman e chitarrista dei Sunset Curve, Luke è un ragazzo molto complicato e, allo stesso tempo, un tenerone. E' scappato di casa, dopo aver litigato pesantemente con sua madre 'Unsaid Emily', e ha iniziato la sua carriera di cantante insieme alla band. Tuttora Luke si sente in colpa per non essersi mai chiarito con sua madre, e ogni giorno al suo compleanno va a casa sua e rimane a guardarla piangere. Luke è di sicuro un personaggio pieno di chimica, nel senso che riesce a rendere sensuale qualsiasi cosa, anche senza volerlo. Infatti nel sharing mic, cosa che avviene sempre, riesce a stabilire una chimica tra lui e l'altro cantante. Prova qualcosa per Julie. Anche se, dopo una certa scena insieme a Reggie, comincio a sospettare che sia bisessuale.
  • ALEX MERCER. Alex è il batterista dei Sunset Curve. E' il primo personaggio apertamente gay nato dalla penna di Kenny Ortega che, ricordiamo, voleva rendere apertamente gay anche Ryan Evans, il fratello di Sharpay. Da quando è stato reso contributor ufficiale della serie, Ortega ha iniziato a mettere quanti più personaggi omosessuali voleva/poteva. Alex incontra Willie per caso, e la chimica tra loro è subito molto molto intensa. Il problema è che, proprio grazie a/a causa di Willie, Alex trascina i suoi amici nel club di fantasmi più esclusivo di sempre. 
  • REGGIE PETERS. Di Reggie non sappiamo molto, in questa prima stagione, se non che è il bassista dei Sunset Curve e che è un buon amico. Oltre a ciò, lui mi manda tantissime bisexual vibes e non mi stupirei se nella prossima stagione lui facesse coming out ufficialmente.
  • WILLIE. Willie è il primo fantasma vero e proprio che Alex conosce da quando è morto, oddio che giro di parole lol! Willie è interpretato da BooBoo Stewart, per la prima volta in una produzione non Disney, interpreta un personaggio gay. L'intesa tra lui e Alex è istantanea, e si ritrova costretto a condurre la band nel club esclusivo di Caleb Covington, in quanto non solo lavora per lui, ma ha in possesso anche la sua anima. 
  • CALEB COVINGTON. Caleb è il gestore dell'esclusivo club riservato solo ai fantasmi, ma poiché lui non è un fantasma buono, agisce solo per proprio tornaconto e marchia i tre ragazzi, in un ultimatum che li costringe a scegliere tra rimanere nella band di Julie e quella del suo locale. I tre ragazzi, infatti, ricevono scosse continue sempre più forti a causa di quel marchio; ma proprio quando lui pensa di averli in pugno, l'amicizia sincera che lega Julie e la sua band scioglie l'incanto. Nell'episodio finale lo vediamo possedere, come una vera possessione demoniaca/fantasmagorica, Nick. Nick, ormai l'ex ragazzo di Carrie.
  • FLYNN. Flynn è una delle migliori sidekicks delle serie tv, è la migliore amica di Julie e la sprona a coltivare la sua passione per la musica anche quando lei vorrebbe mollare tutto. Flynn è estroversa, simpatica, una versione migliore di Maxime di Ginny e Georgia.

LA MUSICA COME MEZZO PER ESPRIMERE LE PROPRIE EMOZIONI
La musica è molto più che due note in croce e qualche canzone, sin dal primo episodio vediamo Julie cantare le sue emozioni; elaborare il lutto di sua madre e, allo stesso tempo, la musica stessa viene usata come mezzo per esprimere i sentimenti e le emozioni che attanagliano il cuore dei nostri protagonisti. 

Nei numeri musical, dove sono presenti palesi riferimenti ad High School Musical e altri film prodotti da Kenny Ortega, i personaggi cantano con passione di ciò che li ferisce, di ciò che li fa star male e, infine, di ciò che li rende felici. 

CHI HA UCCISO I SUNSET CURVE?
Fin dal primo episodio, è stato chiaro che i Sunset Curve non sono morti in modo accidentale. La struttura narrativa, che parte dal flashback del 1995 e poi ci trascina nel 2020, ci presenta alcuni personaggi e alcuni elementi di background che sembrano fare foreshadowing riguardo il destino della band. Premetto che queste cose le ho lette su TVTime, quindi il merito di ciò va a quegli spettatori attenti ai dettagli anche più piccoli: il poster alle spalle di Luke, dove c'è una band che si chiama UNFINISHED BUSINESS (che è ciò che rende gli essere umani dei fantasmi, ovvero delle questioni in sospeso quand'erano umani), e un poster con la foto di Luke che diceva ch'era scomparso.

Ma la domanda che resta, alla fine della visione, è una sola (beh, in realtà due, ma ve ne metto una sola, la più rilevante ai fini della trama generale): chi voleva morti i Sunset Curve? L'avvelenamento tramite gli hot dog non è stato casuale, io penso che sia stato qualcuno di vicino a loro che non volesse avessero il successo che con tanta fatica si erano costruiti.

CONCLUSIONI
Concludendo, Julie & The Phantoms è senza dubbio una delle migliori serie tv presenti nel catalogo Netflix. La sua profondità introspettiva, la costruzione narrativa di ogni episodio con un cliffhanger, i personaggi tridimensionali, sono solo alcune delle cose che rendono questa serie una vera e propria perla. Piangerete più di una volta, garantito!

Voi l'avete vista? Vi è piaciuta? Con chi shippate Julie, con Luke oppure con Nick? Vi piace la nuova cattiva, che proprio cattiva non è, ovvero Carrie?

xoxo,
Giada

martedì, agosto 03, 2021

RECENSIONE DI OUR DARK DUET - QUESTO OSCURO DUETTO (I MOSTRI DI VERITY #2) DI VICTORIA SCHWAB

Buona sera, Fantastics! Non so come farò a scrivere questa recensione, visto che mia cugina ha avuto la brillante idea di usare il computer di mio papà a volume altissimo per ascoltarsi canzoni di gusti discutibili, o meglio, dai testi *decisamente* discutibili. Ad ogni modo, ho appena finito leggere "Our Dark Duet" di Victoria Schwab e, lasciatemelo dire, è stato fantastico - una degna conclusione per la dilogia migliore del 2021! Davvero, raga, era da secoli che non leggevo qualcosa di così ben scritto e profondo come la dilogia dei Mostri di Verity. 


*Non sono riuscita ad allineare a sinistra la cover completa del romanzo come faccio ogni volta che posto una recensione, quindi per stasera la lascio qui al centro*

PREMESSA
Quando questo romanzo mi è arrivato in biblioteca, mi sono messa a saltellare sul letto lol. Era da più di due mesi che lo stavo aspettando, quasi quanto sto aspettando di poter leggere la trilogia di Shadow & Bone di Leigh Bardugo, che arriverà sui vostri schermi il prima possibile - o meglio, non appena mi verrà recapitata alla mia biblioteca di ritiro. Il capitolo finale di Our Dark Duet è stato meglio, meglio di quanto mi potessi aspettare! Ha superato le mie più rosee aspettative, coinvolgendomi forse più del primo, Questo Canto Selvaggio. La storia di Kate Harker ed August Flynn giunge alla sua conclusione in un modo terribilmente crudo, doloroso e anche, allo stesso tempo, giusto per il contesto in cui quest'ultima si sviluppa. Un finale sconvolgente e che fa male, ma che è arrivato al mio cuore.

TRAMA (DA AMAZON)
Dopo Questo canto selvaggio, Victoria Schwab mette la parola fine a una storia originale e fuori dal comune, tra strade infestate da mostri, intrighi e giochi di potere. Un romanzo forte, sincero, decisamente ipnotico.
Kate Harker vive a Property e combatte i mostri; August Flynn vive a Verity e combatte i mostri. Ma le loro strade sono destinate a incontrarsi di nuovo. Kate dovrà ritornare a Verity; August dovrà lasciarla tornare. E una nuova minaccia è in agguato, un mostro che si nutre di caos ed è capace di far emergere il lato oscuro delle sue vittime. Cosa sarà più difficile fronteggiare: i mostri che incontreranno sulla loro strada o quelli nascosti nel loro cuore?

RECENSIONE
Oh My God! "Our Dark Duet" è, senza ombra di dubbio, uno dei migliori romanzi del 2021! Che cosa è questo romanzo, gente! E' qualcosa d'indescrivibile, doloroso e intenso! E' qualcosa che ti rimane sottopelle anche dopo aver chiuso il libro, e una parte di te continua a domandarsi cosa accadrà dopo gli ultimi eventi... perché la cosa bella dei libri è che le storie non finiscono davvero quando chiudi il libro. Ma stanno insieme a te. Vivono in te.

Partiamo col dire che "Our Dark Duet" riprende da dov'era terminato "Questo Canto Selvaggio", ovvero con Kate Harker che, alla morte di suo padre e dopo aver scoperto la verità dietro l'incidente in cui è morta sua madre e in cui ha anche perso l'udito dell'orecchia sinistra, scappa a Prosperity. Okay, i nomi delle città sono particolari, quasi ironiche considerato il contesto distopico/fantasy in cui ci troviamo: abbiamo Verity, Fortune e Prosperity. Una parte di me muore dalla curiosità di sapere perché si chiamano in quel modo, ma l'altra preferisce non sapere nulla e rimanere nell'ignoranza. Kate ora ha degli amici, una squadra di Guardiani che si occupano di salvaguardare la sicurezza dei cittadini di Prosperity - una città nella quale, apparentemente, ci sono pochi mostri. Allo stesso tempo, August Flynn ormai è cambiato, non è più la persona che abbiamo conosciuto in "Questo Canto Selvaggio", in quanto la trasformazione totale avvenuta alla fine del romanzo precedente l'ha cambiato nel profondo, e in parte ciò è da imputare al fatto che si è cibato dell'anima di suo fratello Leo. Leo, che non mi era mai piaciuto nell'altro romanzo, e dopo aver scoperto ciò che ha fatto, alla fine avevo ragione a sospettare della sua ambiguità e dei suoi modi di 'fare pulizia dei peccatori' che mi ricordava molto Hitler. 

Kate, però, dopo l'incontro con un mostro dagli occhi d'argento, si ritrova sotto il suo controllo e non riesce a liberarsene. Il controllo del mostro sul suo corpo è potente, ma la sua mente lo è di più - tanto che riesce a controllarlo quasi fino alla fine. Questo mi ha dimostrato non solo il coraggio e la forza di Kate, ma anche il suo spirito combattivo. Kate non è una damsel in distress, tutt'altro. E' una ragazza fragile, conscia dei suoi errori, che abbraccia con coraggio e determinazione ogni sfida che il destino le para davanti, anche quella più dolorosa. Così Kate torna a Verity, senza sapere che Sloan, l'ombra di Callum Harker ha conquistato metà città e controlla il regno dei mostri; dando loro da mangiare gli umani e uccidendo ragazze bionde a caso, grazie alla sua spalla: l'ombra di Kate, nata dall'omicidio del primo romanzo, Alice. La cosa che ho apprezzato di più, tra le tante, è stata la spiegazione del perché le ombre, i mostri nati dalla violenza, si chiamano così. E' stata una scoperta molto sensata, e molto coerente con il resto della trama e del contesto. 

Quindi, Kate ed August dovranno unire le forze per abbattere il Divoratore del Caos, mentre una doppia lotta intestina impervia sia tra i mostri sotto il controllo di Sloan, che all'interno del Complesso di Flynn, che non ha fatto altro che sottolineare le differenze di classe tra North City e South City. 

I POV in terza persona focalizzata sono di più, rispetto al libro precedente: abbiamo quello di Kate, quello di August, quello di Sloan e a tratti quello di Alice. Devo dire che questo romanzo è stato un pugno nello stomaco, quanto a profondità di argomenti trattati, e sono stata male fino a poco fa. Oltretutto, non sapevo che l'autrice avesse usato come frase di apertura la stessa citazione che avevo messo io nell'altra recensione e la cosa mi ha colpito molto, in quanto mi sono chiesta se menti affini pensano in modo affine. Dopo tutto, Nietzsche è stata la prima cosa a cui ho pensato leggendo "Questo Canto Selvaggio", mai avrei pensato che me la sarei ritrovata anche qui. Diciamo ch'è stata una sorpresa, e una coincidenza, molto molto piacevole.

Vi saluto con una citazione tratta da questo fantasy distopico che dovete recuperare assolutamente, se amate protagoniste badass ma, sotto sotto, molto fragili e un protagonista maschile che parla di esistenzialismo, filosofia e astronomia. 
"Non era facile. Il mondo era complicato. La vita era difficile.  E troppo spesso vivere faceva male.
E allora fai in modo che ne valga la pena."
(August Flynn)

xoxo,
Giada 

lunedì, agosto 02, 2021

TV SERIES LOUNGE: GINNY & GEORGIA, SEASON 1 *SPOILERS*

Buona sera, Fantastics, e benvenuti alla nuova edizione della TV Lounge! Come vi avevo già anticipato su Instagram, l'oggetto di questo nuovo post è una serie TV, prodotta da Netflix, che mi ha fatto arrabbiare tantissimo. Ma veramente tantissimo, per svariati motivi. Avete capito di cosa parlo? Esatto. Proprio Ginny & Georgia!

DETTAGLI:
Piattaforma (attuale) in cui vederlo: Netflix
Genere: Teen, Adolescenza, Thriller, TW per autolesionismo e DCA
Consigliato per chi ama: le storie di adolescenti, molto complicate
Airing Time/Date: 2021

TRAMA
Virginia 'Ginny' Miller è una ragazza di 15 anni che da anni si trasferisce di continuo, insieme a sua madre Georgia e al suo fratellino Austin. Ginny, la voce narrante della serie, viene presentata come una sfigata che si ritrova a vivere nell'ombra della madre figa (perché Georgia lo è, su) e social. In verità, Georgia è forse il personaggio più affascinante e interessante di tutta la serie, molto più della figlia. Mentre Ginny si lamenta per la qualunque, lamentandosi della sua brutta vita e facendo autolesionismo con un accendino (TW: si brucia l'interno coscia con l'accendino ogni volta che le emozioni diventano troppo forti, o sta troppo male, per non sentire più male) e scoprendo sé stessa e la sua sessualità. Viene anche presentata come una femminista, cosa che si rivela non essere vero *almeno non per me è stato così, in quanto mi è sembrato che il femminismo venisse usato come scusa per tentare di rendere il personaggio più alla moda e in* nel momento in cui entra a far parte delle MANG. Lasciate che vi parli di questo gruppetto di oche senza cervello, di cui si salva solo Abby è realmente interessata alle sue amiche e alla loro vita: Abby è una ragazza che soffre molto, e ha problemi di DCA ma vi parlerò più nel dettaglio di lei, perché ha mostrato la vera faccia dell'adolescenza, quella dei problemi alimentari provocati dalla necessità di piacere alla gente e, sopra ogni cosa, ai ragazzi. Piacere a tutti i costi, voglio precisare. Norah è una mezza asiatica che ha una relazione stabile, di lei non si sa altro. Chi è sta tizia, boh? E infine Maxine "Max" Baker, una eccentrica ragazza gay molto egocentrica ed egoriferita, ma almeno nei primi episodi è simpatica. In tutto questo contorno adolescenziale, vediamo sullo sfondo Georgia innamorarsi e accappiare Paul Randolph, il sindaco della città, ingaggiare una lotta con una delle casalinghe più frustate del New England e ritrovare un suo vecchio amico, Joe. L'aspetto thriller della serie è la cosa più bella, e non vi nascondo che sono molto più curiosa di vedere come prosegue la storia di Georgia che non quella di Ginny, che reputo un personaggio fastidioso, irritante e che manda il messaggio sbagliato alle adolescenti di oggi, normalizzando l'autolesionismo con l'accendino.

I PERSONAGGI
  • Georgia Miller/Mary Atwkins. Georgia Miller ci viene presentata come una madre figa e alla moda, figlia della sua cultura con enormi riferimenti pop a Lana del Rey, Il Signore degli Anelli (l'Occhio di Sauron) ed Harry Potter. Georgia è rimasta incinta a quindici anni di Zion, un ragazzo di colore, la cui madre l'ha accolta nella sua casa alla nascita di Ginny. Attraverso i suoi flashback scopriamo una ragazza fragile, delicata, che ha imparato a essere forte e decisa, al fine di poter sopravvivere (Io sono un ape e le api pungono). Ha fatto di tutto per i suoi figli, per proteggerli dal suo passato e da chiunque volesse/potesse far loro del male; dando loro un tetto sotto alla testa e da mangiare a tavola. Il background di Georgia è talmente doloroso che vi dico solo che il suo patrigno la violentava, e quando ha smesso con lei ha iniziato con sua sorella. Sì, Georgia Miller è il miglior personaggio a tutto tondo della serie.
  • Virginia 'Ginny' Miller. Ginny è una ragazzina di quindici anni senza amiche, che perde la verginità quasi subito e quasi per caso, dopo aver conosciuto da un giorno il suo vicino di casa, Marcus. Pur di essere accettata dal suo gruppetto, arriva a rinnegare la sua black culture, i suoi bellissimi capelli naturali afro, e fa cose solo perché le fanno tutte. Tuttavia, non è questo che mi ha dato fastidio di lei. Annullare sé stessa pur di piacere agli altri, anche no. Ma l'autolesionismo, quando si abbassa i pantaloni e si brucia l'interno coscia con l'accendino anche no. Questo tema viene risolto nel giro di dieci minuti, e mi ha fatto rabbia. Non ha chiesto aiuto a sua madre. Non ha chiesto aiuto nemmeno ai due ragazzi che, fatalità, si sono ritrovati a contendersela. E' una vera ipocrita, perché critica le scelte di sua madre ma lei fa di peggio. E la regola del non avere segreti tra di loro non vale una mazza, perché le nasconde tutto comunque. E' egocentrica, talmente tanto egocentrica che pensa di essere la sola ad avere problemi nel suo gruppo di MANG, e sì, ho esultato quando Abby l'ha schiaffeggiata. Nel gruppetto di amiche false, Abby è stata l'unica sincera. Raga, ascoltatemi, fare quello che fanno gli altri solo per venire accettati vi rende dei veri sfigati senza personalità. Non avete alcuna personalità. Non fate come Ginny.
  • Austin Miller. Il fratellino di Ginny, nato da uno dei tanti matrimoni di Georgia. Austin è un bambino appassionato di Harry Potter, e pensa che suo padre sia rinchiuso nella Prigione di Azkaban. Ma non è così, è in prigione per appropriazione indebita e riciclaggio di denaro. Austin ha bisogno di un bello psicologo, perché pugnalare un bambino con una matita appuntita è stato davvero orribile da vedere, peggio della menata dei Geni del Serial Killer di Riverdale.
  • Marcus Baker. E' il fratello di Maxine, e viene descritto come 'il bello e dannato', e in effetti lo è. Marcus è l'unico che subisce una lenta evoluzione nella serie, e nonostante ciò viene continuamente maltrattato da Ginny. Almeno lui ammette i suoi errori e i suoi sbagli, Ginny no.
  • Maxine 'Max' Baker. E' la sorella di Marcus. E' una ragazza esuberante ed estroversa, che simpatizza con Ginny sul femminismo il primo giorno di lezione di Letteratura Avanzata. Ha una forte personalità, ed è la leader delle MANG. Max è apertamente gay ed è alla ricerca disperata di qualcuno di cui innamorarsi per poi perderci la verginità assieme. Yay! Gli obiettivi di vita di queste adolescenti sono davvero fighi! Ad ogni modo, sono dalla parte di Max quando lei si è comportata come Jordyn con Kylie Jenner. Yep. E pensare che gli adolescenti di oggi manco sapevano chi o cosa fossero, se non avessero vista questa cosa (mi rifiuto di chiamarla serie tv) non sarebbero nemmeno andati in cerca di Kylie Jenner e ora non sarebbero fissati con loro e Ariana Grande. 
  • Abby. Abby è una ragazza i cui genitori litigano continuamente, e lei soffre molto per questo. Allo stesso tempo, va dietro a un ragazzo che non fa altro che fare commenti pessimi sul suo aspetto fisico, già magro, dandole della grassa. Se una ragazza è insicura del proprio aspetto, inizierà a mangiare meno. Infatti, raramente vediamo Abby mangiare. La cosa peggiore, però, è stata vederla mettersi lo scotch sulle gambe per farle sembrare più magre e farsi ricoprire di complimenti dalle sue amiche. Le sue amiche la lasciano sola, spariscono letteralmente, nel momento di maggior bisogno ma nonostante questo lei le perdona. Okay, raga. Meglio soli che male accompagnati. Lo so che voi adolescenti pensate che sia meglio avere amiche false che non avere amici, ma come dice il detto 'chi va con lo zoppo impara a zoppicare', e ben presto non solo vi porteranno su una cattiva strada ma perderete voi stessi. Spero di non esser sembrata troppo Boomer, ma è la verità. Meglio perdere amiche false e rimanere da soli, che stare insieme e passare il tempo con tanta gente falsa. My girl Abby deserved better.
  • Norah. Una macchietta senza personalità, ecco cosa mi è sembrata Norah. Una ragazza che si definisce solo attraverso la sua relazione con un ragazzo, Jordan che manco compare nella serie. 
  • Hunter Chen. Oh, dolce Hunter. Lui e Marcus sono i personaggi che più sono stati bistrattati da quell'egoista egocentrica di Ginny. Personalmente, ho trovato il suo personaggio dolce, tenero, romantico - cavolo, le ha pure dedicato una canzone e lei è diventata *famosa* grazie alla sua canzone, quindi senza nemmeno fare un accidenti! E' diventata famosa, o meglio, internet-famous soltanto grazie a lui, e il suo unico merito è stato limonarselo e fare petting. La questione del razzismo sollevata da lui ha mostrato la vera faccia di Ginny, ovvero di una ragazza che usa la scusa del 'razzismo' per attirare l'attenzione su di sé e farsi compatire.
  • Joe. Oh, My Joe! La ship che mi è partita per Joe e Georgia è totale. Joe è l'amico di sempre di Georgia, quando era una giovane ragazza che scappava da un matrimonio di convenienza che non avrebbe mai funzionato. Nell'ultimo episodio, complice un paio di costosi e limited edition occhiali Ray-Ban, è reso palese che Joe prova ancora qualcosa per Georgia. Allo stesso tempo, lui non è solo amico della donna, ma anche proprietario del locale dove Ginny è stata messa a lavorare per punizione dopo esser stata sorpresa a rubare insieme alle sue amiche.
  • Sindaco Paul Raldolph. Come già specificato, Georgia è subito attratta da quel figo (Scott Porter) del sindaco di Wellsbury, ovvero Paul Randolph. Randolph è un uomo semplice, ma molto appassionato in ciò che fa. Questo gli ha fatto guadagnare moltissimi punti, specie quando ha mostrato la sua sensibilità, cura e attenzione nei confronti di Austin. 

IL FULCRO DELLA PRIMA STAGIONE: IL PASSATO DI GEORGIA 
Il fulcro della prima stagione ruota, attraverso flashback, attorno al passato di Georgia. Infatti, i fantasmi del suo passato sono tornati a perseguitarla, nonostante lei abbia fatto di tutto per far perdere le sue tracce cambiando identità in ogni nuovo Stato degli USA in cui si trasferiva. Anche se ha fatto bene ad ammazzare il suo ultimo marito, in quanto pedofilo che ci aveva provato con sua figlia, ha commesso senza dubbio delle azioni criminali - anche se per una buona causa. In effetti, Georgia è una criminale, un omicida che sparge le ceneri del suo defunto marito Kenny nel cielo il giorno del botta e risposta di Paul contro la nuova concorrente sindaco, Cynthia Fuller. Cynthia, che mi ha ricordato le donne della Desperate Housewives. 

LA QUESTIONE DEL RAZZISMO E DELL'AUTOLESIONISMO
Ginny è mulatta, palese incrocio tra una bianca e un uomo di colore. A parte le uscite patetiche delle sue amiche 'voglio un uomo nero, così posso fare dei bambini mulatti', Ginny non vive bene questo suo creolismo. Passa da tenere i suoi bellissimi ricci afro, palese eredità di suo padre Zion, per piastrarsi i capelli e conformarsi alla massa. Il punto è che, oltre al suo lamentarsi in continuazione, passare da un ragazzo all'altro, tradire il suo ragazzo, mentire a sua madre dopo averle promesso di raccontarle ogni cosa; la critica in continuazione. Come se lei possa essere meglio di sua madre. La questione del razzismo viene sollevata da una discussione avuta con Hunter, il quale è per metà Thailandese e non conosce gli usi e i costumi delle sue origini, perché si ritrova a vivere in una zona di grigio in cui non sa chi sia. Il problema è che per Ginny tutto ruota attorno a lei, il suo egocentrismo è talmente soffocante da rendere difficile guardare la serie, credetemi. Quando Abby le ha dato quello schiaffone, avrei voluto darle il cinque. Ginny andrebbe presa a schiaffi solo per ricordarle che il mondo non gira tutto attorno a lei o ai suoi cavoli di problemi, perché tutti abbiamo problemi. Non solo lei.

L'autolesionismo viene trattato all'acqua di rose in questa prima stagione. In più di un'occasione vediamo Ginny abbassarsi i pantaloni e bruciarsi, piangendo, la coscia. Proprio come per lo stupro e le violenze subite da Georgia, la questione viene risolta nel giro di dieci minuti. E la cosa mi ha fatto incazzare. Perché sta cosa è guardata da milioni di ragazzine che si identificano in quella decerebrata senza personalità che è Ginny, e fanno le stesse cose che fa lei. Non ci avete pensato? Perché non c'è un accidenti di Trigger Warning? E se una delle ragazzine soffrisse di disturbi alimentarsi e vedesse una che si scotcha le cosce, mentre una si brucia le cosce piangendo cosa dovrebbe fare? Pessimo, Netflix. 

CONCLUSIONI
Se dovessi dare un voto a questa prima stagione, sarebbe due e mezzo su 10. Nemmeno i riferimenti a Mean Girls, Britney Spears (considerata 'retrò' dalla Gen Z), Il Signore degli Anelli o Harry Potter sono sufficienti a salvare lo schifo che è questa cosa. Una nota per la prossima stagione: rimettete in riga Ginny, dandole più di uno schiaffo. Scommetto quello che volete che la storia si ripeterà, proprio come era successo con sua madre. D'altronde, da una che si adegua alla massa, non potete aspettarvi nient'altro.

xoxo,
Giada

venerdì, luglio 30, 2021

RECENSIONE DI CALDO COME IL FUOCO DI JENNIFER ARMENTROUT

Buona sera, Fantastics! Oggi è stata una giornata particolarmente intensa, dato che oggi ho ricevuto la mia prima dose di vaccino per il Covid-19 e ieri notte, oltre all'allergia che batteva bene, non sono riuscita a dormire molto a causa dell'ansia che avevo. Insomma, è stato intenso. Ma è andato tutto bene! Zero effetti collaterali - preciso sta cosa perché la sera prima del vaccino ho parlato con una mia compaesana che ha avuto dei tremendi effetti collaterali solo con la prima dose e temeva per la seconda. Ad ogni modo, finalmente posso parlarvi di uno dei romanzi migliori di questo 2021 atipico - come lo sono tutti gli anni, nell'ultimo periodo, btw: "Caldo come il fuoco" di Jennifer Armentrout.

PREMESSA
Ho passato anni e anni a rimandare la lettura di questo romanzo. Non era mai il momento giusto. Non arrivava mai l'occasione giusta per leggerlo. E, siccome avevo notato parecchio hype di fronte ad una delle mie autrici preferite, ero dubbiosa. Di solito, quando qualcosa è caricato di hype o è una ciofeca trash o è un romanzo favoloso. Per fortuna, "Caldo come il fuoco" è risultato essere la seconda e ne sono davvero felice - non so come avrei retto se una delle mie autrici preferite mi avesse deluso!

TRAMA (DA AMAZON)
Il primo bacio potrebbe essere l'ultimo...

Metà demone e metà gargoyle, Layla ha poteri che nessun altro possiede e per questo i Guardiani, la razza incaricata di difendere l'umanità dalle creature infernali, l'hanno accolta tra di loro pur diffidando della sua vera natura. Ma la cosa peggiore, un'autentica condanna, è che le basta un bacio per uccidere qualunque creatura abbia un'anima. Compreso Zayne, il ragazzo con cui è cresciuta e di cui è innamorata da sempre. Poi nella sua vita compare Roth, e all'improvviso tutto cambia. Bello, sexy, trasgressivo, è un demone come lei, e non avendo anima potrebbe baciarlo senza fargli alcun male. Layla sa che dovrebbe stargli lontana, che frequentarlo potrebbe essere molto pericoloso. Ma quando scopre fino a che punto, tutto a un tratto baciarlo sembra ben poca cosa in confronto alla minaccia che incombe sul mondo.

RECENSIONE
Oh My God. Neanche dopo un giorno di pausa, ancora riesco a calmarmi quando penso a questo romanzo. Che figata! Che figata incredibile! Questo libro ha (quasi) tutto ciò che ogni libro deve avere per essere il mio romanzo perfetto: sangue, litigate, sesso. Okay, non presenta sesso; ma uno slow burn tremendamente sexy che non si può ignorare - non si può ignorare il bruciante desiderio di vicinanza che traspare a ogni pagina tra Zayne e Layla; e molto più esplicito nel rapporto tra Layla e Roth. 

"Caldo come il fuoco" ha come protagonista la mezzosangue Layla: una ragazza che possiede sia le caratteristiche dei gargoyle (chiamati qui Guardiani) e dei demoni. E' da quando l'ho letto che non faccio altro che pensare al significato del nome di Layla, un nome che a mio avviso racchiude il suo destino. D'altronde, secondo le popolazioni antiche, il nome conteneva il destino stesso di una persona, no? Ecco, Layla in arabo significa "notte" o "oscurità", lo stesso significato che possiede in ebraico. Considerato come poi la storia si svilupperà, devo ammettere che questa scelta è stata senza dubbio azzeccata. Layla ha la capacità di succhiare via le anime dai corpi sia degli umani che delle creature sovrannaturali, ma nel farlo sta male per giorni e ha le convulsioni come un tossico che si è appena fatto di una dose - così, almeno, lo descrive lei. Layla è una ragazza particolare, nel mondo moderno in cui questo urban fantasy che ha come ambientazione Washington DC (ringrazio i film di Percy Jackson per avermi insegnato i luoghi di maggior interesse, mi è tornato utile anche in questo caso per capire bene il settaggio della location) che viene presa di mira continuamente dalla più popolare della scuola proprio per il suo essere una mezzosangue e vivere insieme ai Guardiani. Il mondo di Layla cambia completamente quando viene avvicinata da un Camaleonte che si era spacciato per un'altra creatura. Una cosa che devo ricordare è che, in quanto metà Guardiana, il suo lavoro dopo la scuola non è un lavoretto part time in un negozio come si vede nei film, ma marcare i demoni per facilitare il lavoro di pulitura da parte dei Guardiani. Il demone di alto rango Roth la salva, e da quel momento tra loro s'instaura una relazione fatta di battutine sarcastiche, ironia e sincerità - almeno, in base alla capacità dei demoni di essere sinceri nelle loro azioni e nell'usare gli altri per i loro scopi personali. Roth, il bellissimo e audace Roth, è stato mandato dal Boss in persona a salvaguardare l'incolumità di Layla. 
Layla, la quale si rivelerà un elemento essenziale nella rivolta tra demoni e Guardiani per il controllo. Okay, non proprio per il controllo, ma in un certo senso è così.

Ho amato i riferimenti alla cultura pop, specialmente alla Trappola del Diavolo di Supernatural e alla formula per evocare/scacciare un demone. L'ho adorato tantissimo, raga! Oltre a ciò, il libro è scritto col POV di Layla, quindi il lettore prova sulla sua pelle ciò che lei prova; facilitando l'empatia col personaggio. E sì, per la prima volta dopo tanto tempo non mi trovo davanti a un personaggio femminile irritante e fastidioso, che si lamenta e basta. Nonostante la valanga di eventi che travolge Layla, e i suoi comprensibili crolli emotivi, lei si rivela una combattente fino al midollo. Affronta di petto ciò che le succede, con coraggio e determinazione. Non mi stupisce che alla fine Roth se ne senta attratto in modo irresistibile, cioè, un personaggio così sfaccettato e complesso farebbe colpo su chiunque! Anche su di me, che quanto a personaggi principali sono un po' esigente.

Ad ogni modo, ho dato cinque stelline a quest'urban fantasy meraviglioso. Più volte vi sentirete #TeamRoth o #TeamZayne a seconda dell'evoluzione, o involuzione, dei personaggi. Ma vi assicuro che amerete ogni singola cosa di questo romanzo. Quello che mi ha fatto scattare e amare i personaggi non è stato il fatto che sia piaciuto a tutti (il romanzo è del 2015), che tutti ne parlassero bene o che Roth sia il mio bad boy ideale, no. E' stato lo slow burn e i quasi-baci. Per Dio, sono stati tutti stupendi!

Non ho trovato citazioni da postarvi, ma non perché non volessi. Stavolta ero troppo presa dal libro per segnarmi qualcosa, giuro! A voi è piaciuto? Per quale team tifate? 

xoxo,
Giada

mercoledì, luglio 28, 2021

TV SERIES LOUNGE: LA CASA DE PAPEL, STAGIONE 1 *SPOILERS*

Buona sera, Fantastics! Postare le recensioni delle stagioni delle serie tv qui si sta rivelando abbastanza tosto, specialmente perché nell'ultimo periodo non mi sento granché bene (sto PMSing hard) e passo il tempo a leggere, fantasticare sul mio romanzo e guardare serie tv. Tornare alla scrittura si sta rivelando difficile, non so per quale ragione, ma ho intenzione di prenderla con calma. Rilassarmi. Liberare la mente. Costringermi sarà solo peggio. Ad ogni modo, penso che stasera sfornerò almeno due recensioni di serie tv, poiché voglio togliermi dalla mente alcune di queste - La Casa de Papel è una di queste.

DETTAGLI
Piattaforma (attuale) in cui vederlo: Netflix
Genere: Mystery, Crime, Heist (rapina)
Consigliato per chi ama: le storie di rapine, le storie su rapinatori
Airing Time/Date: 2017

TRAMA
Spagna. Una donna, che sta parlando a una cabina telefonica viene avvicinata da uno sconosciuto con gli occhiali. Quell'uomo si rivelerà essere Il Professore. Il Professore, un uomo intelligente e furbo, che ha passato gran parte della vita in un letto d'ospedale a causa di una malattia, arruola sette ladri per fare il colpo più grande della storia: rapinare la Zecca dello Stato. Il piano, creato fin nei minimi particolari, prevede una finta sparatoria e una finta rapina, al fine di depistare la polizia. Il problema è che, fin dall'inizio, molte persone rischieranno di morire. Per evitare coinvolgimenti emozionali di ogni sorta, Il Professore impone alla squadra di usare i nomi della città. Tokyo è la voce narrante, una ragazza di quasi trent'anni che è una mina vagante e crea disastri dovunque vada - ma non preoccupatevi, approfondiremo anche lei, in quanto voce narrante della serie. Le relazioni s'intrecciano, dapprima sullo sfondo, arrivando a complicare e danneggiare il piano stesso. La vera domanda è: riuscirà Il Professore a depistare la brava e intelligente Raquel Murillo, una donna che sta cercando di rifarsi una vita? Riuscirà a fregare la polizia? La prima stagione è davvero ben fatta, e mette in moto una serie di eventi che avranno ripercussioni anche più avanti. 

I PERSONAGGI
  • IL PROFESSORE/SALVADOR MARTIN. Il Professore è la punta di diamante della prima stagione, e della serie di per sé. Si avvicina, con finta casualità, a Raquel Murillo in un bar. Il problema è che, ciò ch'è iniziato per un mero gioco di controllo, finisce con l'amore. Eggià, il freddo, timido e controllato professore cede all'amore e alla sensualità. Salvador Martìn è il nome falso con cui si approccia, proprio com'è falso il fatto che lui crei sidro da vendere e che ciò era il desiderio di suo padre. Sergio, così si chiama in realtà, ha deciso di creare il colpo alla Zecca in onore di suo padre. Un tributo che pagherà col sangue - quello del suo team.
  • TOKYO/SILENE DE OLIVEIRA. Tokyo nella prima stagione mi stava simpatica - il trucco di utilizzare il narratore inaffidabile proprio con lei è stata una mossa narrativa geniale. Tokyo è ribelle, scapestrata, irrequieta e molto inaffidabile. Il suo ultimo ragazzo è morto a causa sua. Oltre a ciò, ha una relazione con Rio, un ragazzo di 12 anni più giovane di lei. Nella prima stagione Tokyo è anche sensibile, sebbene sia agli effetti una testa calda e una mina vagante.
  • NAIROBI/AGATA JIMENEZ. Nairobi, nella prima stagione, è interessata solo ai soldi. In effetti, è l'unica a cui importi attenersi al piano del Professore ed è l'unica che si fa in quattro per portarlo al termine. Nairobi è la preferita di tante persone, ed è anche la mia preferita in assoluto.
  • BERLINO/ANDRES DE FONOLLOSA. Berlino è uno psicopatico, che vendeva donne e le faceva prostituire. Un uomo senza alcuna paura né timore che le sue azioni possano avere delle conseguenze, perché talmente narcisista e sicuro di sé da fregarsene degli altri. Berlino è, in qualche modo, una sorta di villain - anzi, è l'antieroe per eccellenza nella prima stagione. E' un uomo con una grave malattia, a cui restano solo sei mesi di vita e decide di andarsene in grande stile, compiendo la rapina del secolo. Alla fine della stagione, con una nonchalance tremenda, ci dice che è il fratello maggiore di Sergio Marquina (Il Professore).
  • RIO/ ANIBAL CORTES. Rio è il più giovane del gruppo. E' un hacker professionista, e sta insieme a Tokyo. Loro sono i primi ad andare contro la prima regola del professore, e cioè quella di non intraprendere relazioni con i membri del team. E' un ragazzo inesperto. Un cucciolo.
  • DENVER. Denver è il figlio di Mosca. Okay, ammetto che all'inizio pensavo avesse un qualche deficit, perché sembrava non starci proprio con la testa. E' palesemente ignorante, a volte ha degli scoppi d'ira violenti e totalmente ingiustificati, ma tiene molto a suo padre.
  • MOSCA. Mosca è il padre di Denver. Ha scelto di trascinarlo in questa ultima rapina perché non voleva lasciarlo da solo, in quanto inaffidabile e in quanto aveva già compiuto svariate rapine. E' un uomo spezzato, che vive con un peso nel cuore terribile.
  • ARTURO ROMAN 'ARTURITO'. Se c'è un personaggio odioso, e vero villain, in questa serie è senza dubbio Arturo Romàn. Arturo ha una relazione segreta, extraconiugale, insieme alla sua segretaria Mònica Gatzambide e non vuole riconoscere il loro bambino. E' un uomo di potere, gretto, stupido e, in poche parole, l'emblema della stupidità e della violenza del potere nell'uomo avido.
  • MONICA GATZAMBIDE. Mònica, che doveva venire ammazzata da Denver su ordine di Berlino, in questa prima stagione, viene nascosta in un bunker da Denver. All'inizio si pensava a una relazione tra loro due basata sulla Sindrome di Stoccolma, ma alla fine Mònica dimostra di esser diventata parte integrante del team. Di esser diventata anch'essa una ladra. E di amare Denver.
  • ALISON PARKER. L'agnellino, qui presente, è la ex Marina di élite. Una ragazza ricca, figlia del console britannico, che vive in Spagna insieme alla sorella. Alison è insicura nella propria pelle, a disagio tra gli altri, messa in disparte ed emarginata. Dopo tutto, lei è la pedina principale di questa scacchiera che è la Zecca dello Stato.
  • HELSINKI & OSLO. Helsinki e Oslo lavorano in coppia, sono due sicari russi che non si fanno problemi a uccidere qualcuno. Oslo viene colpito fortemente in testa da Arturito, e si ritrova ridotto a un vegetale. Infatti, Oslo è il primo della squadra a morire. Tutte le altre, sono solo quasi-morti che servono per far salire la tensione nella serie. Ad ogni modo, Helsinki è un gran bel personaggio, è un orsacchiotto coccoloso e di buon cuore.
  • RAQUEL MURILLO. L'ispettrice Murillo è una donna che viene da un matrimonio distrutto, in cui veniva abusata dal marito che le faceva violenza domestica. Vive per sua madre, affetta da Alzheimer e Paula, sua figlia. S'innamora, quasi per caso, del Professore. 
  • ANGEL RUBIO. Angel, che nei primi episodi viene chiamato 'Angelo' e poi di botto 'Angel', è il vice ispettore. Da sempre è innamorato di Raquel, ma non ha mai avuto il coraggio di fare un passo con lei e non ha mai avuto le palle di lasciare sua moglie per lei. Angel, in questa prima stagione, sembra perfino un buon personaggio; è l'unico ad andare vicino a scoprire la vera identità del Professore. 
  • SUAREZ. Suàrez è a capo della polizia. E' un agente corrotto, che collabora segretamente con Il Professore.
  • IL COLONNELLO PRIETO. Prieto, dirigente dei servizi segreti, ha come unico scopo quello di salvare Alison Parker, fregandosene degli altri ostaggi. Prieto viene mostrato come un uomo spietato, maleducato, pessimo. Un rifiuto vivente, al pari di Arturito.

IL GRANDE COLPO DELLA PRIMA STAGIONE
La prima stagione gira intorno al colpo alla Zecca dello Stato, ma anche ai tentativi del Professore di sviare la Murillo. Devo dire che ho ammirato la caparbietà e la resilienza di quell'uomo - ancora non riesco a concepire il fatto che lui e De Fonollosa siano fratelli, non solo perché non si somigliano affatto, ma perché penso che siano di due madri diverse. Penso che siate d'accordo con me che la prima stagione, insieme alla seconda, sia la migliore. Poi è tutto un calare di qualità con qualche breve picco di risalita. Ecco, diciamo che questa prima stagione è stata davvero il top. 

LA PSICOLOGIA DEI PERSONAGGI
Non potevo saltare questa parte del post, in quanto è una delle mie preferite di sempre. La psicologia dei personaggi è importante tanto nelle serie tv quanto nei libri, e questa non è da meno. Ci sono degli elementi che vengono riproposti più volte, in modo da diventare una sorta di 'marchio del personaggio':
  • LA TIMIDEZZA del Professore viene resa attraverso i tentennamenti della sua voce, e anche col fatto di non riuscire a guardare in faccia l'interlocutore. 
  • Il COLLAR CHOKE con la CROCE è un elemento identificativo di Tokyo.
  • Nairobi è solita usare ONOMATOPEE come chiki pum pum e varie, per spronare le persone a fare le cose. 
  • Berlino è deliziosamente e spudoratamente consapevole del suo NARCISISMO PATOLOGICO.
  • Denver non è consapevole di essere un IGNORANTE.
  • La canzone 'Bella Ciao' dei Partigiani italiani viene presentata sia nei flashback nel casale, che nel bel mezzo della rapina da parte di Tokyo e Nairobi.
  • Mosca è il solo a comprendere quanto corrosiva e testa calda sia Tokyo, questa sua dolcezza protettiva lo rende uno dei personaggi con cui è più facile entrare in empatia, anche se vi confesso che ho tifato anche per quello psicopatico di Berlino, perché io ho un debole per questo tipo di personaggi.
  • La voce narrante è quella di Tokyo, una voce narrante inaffidabile e soggettiva.

CONCLUSIONI
Per concludere, vi consiglierei la prima stagione de La Casa de Papel (Money Heist)? Certo che sì, per quanto palesemente trash, è davvero una serie piacevole e ben fatta da guardare. Almeno la prima stagione lo è - è come una droga di cui non puoi fare a meno. 

A voi è piaciuta? Non vi è piaciuta? Quali erano le vostre ship?

xoxo,
Giada
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